mercoledì 29 gennaio 2014

The Wolf of Wall Street

anno: 2013       
regia: SCORSESE, MARTIN
genere: biografico
con Leonardo DiCaprio, Jonah Hill, Margot Robbie, Matthew McConaughey, Kyle Chandler, Rob Reiner, Jon Bernthal, Jon Favreau, Jean Dujardin, Joanna Lumley, Cristin Milioti, Christine Ebersole, Shea Whigham, Katarina Cas, P.J. Byrne, Kenneth Choi, Brian Sacca, Henry Zebrowski, Ethan Suplee, Barry Rothbart, Jake Hoffman, Mackenzie Meehan, Bo Dietl, Jon Spinogatti, Aya Cash, Rizwan Manji, Stephanie Kurtzuba, J.C. MacKenzie, Ashlie Atkinson, Thomas Middleditch, Stephen Kunken, Edward Herrmann, Jordan Belfort, Ted Griffin, Fran Lebowitz, Robert Clohessy, Natasha Newman Thomas, Sandra Nelson, Johnnie Mae, Christina Jeffs, Sabina Maschi, Zana Markelson, Welker White, Danny Flaherty, Carla Corvo, Dustin Kerns, Ashley Blankenship, Madison McKinley, Dierdre Reimold, Kerry Malloy, Frank van Putten, Aaron Lazar, Steve Routman, Steve Witting, Charley Morgan, Michael Nathanson, Natalie Bensel, Tess Gillis, Jaclyn Keys, Krista Ashworth, Kathleen Fellegara, John Bernard Martin, Jamel Daniels, Dan Bittner, John Behlmann, Ward Horton, Bret Shuford, Paul Monte Jr., Ellen Sexton, Brian Tweedy, J. T. O'Connor, Steven Boyer, Danny A. Abeckaser, Tracy Friedman, Matthew Rauch, Michael Izquierdo, Donnie Keshawarz, Johnathan Tchaikovsky, Aaron Glaser, Ben Rameaka, Ben Loving, Brian Charles Johnson, Sebastian Tillinger, Chris Riggi, Dan Hunter, Meghan Rafferty, José Ramón Rosario, Davram Stiefler, Dan Daily, Ben Van Bergen, Matte Osian, Michael Devine, Jason Furlani, Scott Nicholson, Jeremy Bobb, Dean Auer, Tom Greer, Sharon Jones, Starr Duncan, Saundra Williams, Emily Tremaine, Zineb Oukach, Loretta O. Booz, Shea Coleman, Giselle Eisenberg, Deema Aitken, Ashley Springer, Justin Anthony Long, Gregory Perri, Viki Boyle, Chris Caldovino, Marcos Antonio Gonzalez, Chris Matesevac, Justin Yllanes, Remy Bennett, Catherine Curtin, Paul Urcioli, Jamie O'Connell, Michael O'Hara, Lawrence Lau, Michael Bryan French, Adria Baratta, Armen Garo, Garry Pastore, Louis Vanaria, Lawrence Smith, Hardy Winburn, Allyson Carr, Peter Youngblood Hills, Daniel Hepner, Brendan Griffin, Derek Milman, Victor Verhaeghe, Jared Houseman
location: Regno Unito, Svizzera, Usa
voto: 5

Basato sull'autobiografia di Jordan Belfort, broker venuto dai quartieri bassi e diventato ricco al punto da permettersi di cestinare i verdoni come fossero spiccioli, The wolf of Wall Street è l'emblema del film progettato per andare a caccia di premi. La coppia Scorsese-DiCaprio, entrambi anche in veste di produttori del film, ha un pedigree senza macchia, ma non basta né il virtuosismo in cabina di regia del primo, che ancora una volta ci tiene a ribadire di non temere rivali, né la performance da mattatore assoluto del secondo per fare un buon film.
La vicenda, quasi tutta sviluppata tra gli anni '80 e gli anni '90, si affianca alla schiera sempre più consistente di opere (Margin call, La frode) che mirano a ricostruire lo sfascio economico cominciato nel 2008 cercandone le origini nella finanza senza scrupoli di quegli stessi decenni che fanno da sfondo al film.
Al centro della storia più che il lupo del titolo c'è uno squalo che con la stessa disinvoltura con cui accumula quattrini sfilandoli dalla tasche dei piccoli risparmiatori ("è troppo difficile vendere spazzatura ai ricchi: loro sono informati", sentenzia), consuma droghe di ogni genere, si dà al sesso compulsivo e manda avanti una relazione impossibile (ma a letto le sue prestazioni non superano gli undici secondi) con una ex modella pluricornificata (Robbie), arrivata dopo il fallimento del primo matrimonio. Ed è proprio in questo impasto continuo, riproposto per tre ore di fila, che il film mostra tutta la sua fragilità: il protagonista che arringa i suoi accoliti, che consuma droghe, che pratica sesso mercenario, che truffa il malcapitato di turno sono tasselli distribuiti ripetutamente e uniformemente per 179 minuti, senza che ogni nuovo pezzo aggiunga alcunché alla continuità del racconto. Scorsese (stilisticamente impeccabile) e DiCaprio (superlativo nonostante l'eccesso di vitalismo della sua interpretazione) hanno voluto strafare, tenendo sempre altissimo il registro di una messa in scena molto urlata, ma offrendo come unico elemento di divagazione narrativa la caccia all'uomo innescata da uno zelante funzionario dell'FBI (Chandler).    

martedì 28 gennaio 2014

Saving Mr.Banks

anno: 2013       
regia: HANCOCK, JOHN LEE 
genere: commedia 
con Emma Thompson, Tom Hanks, Annie Rose Buckley, Colin Farrell, Ruth Wilson, Paul Giamatti, Bradley Whitford, B.J. Novak, Jason Schwartzman, Lily Bigham, Kathy Baker, Melanie Paxson, Andy McPhee, Rachel Griffiths, Ronan Vibert, Jerry Hauck, Laura Waddell, Fuschia Sumner, David Ross Paterson, Michelle Arthur, Michael Swinehart, Bob Rusch, Paul Tassone, Luke Baines, Demetrius Grosse, Steven Cabral, Kimberly D'Armond, Mia Serafino, Claire Bocking, Dendrie Taylor 
location: Australia, Regno Unito, Usa
voto: 7,5

È soltanto in apparenza che miss Pamela Travers (guai a chiamarla Pam o, peggio, missis) vuole salvare la sua creatura letteraria, Mary Poppins, dai cachinni, le canzoncine e i cartoons del cinema disneyano. La realtà è che, attraverso la metafora letteraria di Mr. Banks, il capofamiglia presso il quale alloggia la più famosa tata della letteratura per ragazzi, Pamela cerca un riscatto per quel padre tanto amato (Farrell), un coacervo di contraddizioni capace di passare dal rapporto compulsivo con la bottiglia all'amore più totale per la sua famiglia.
Dopo vent'anni di pressioni costantemente ricevute da Walt Disney in persona (interpretato dal solito, impeccabile Tom Hanks), Pamela (Thompson) si decide a varcare l'oceano per valutare un possibile accordo con lo sceneggiatore e con gli autori della colonna sonora in merito a una possibile trasposizione cinematografica delle avventure che hanno per protagonista la sua celebre tata. Spigolosissima, caparbiamente abbarbicata alle sua abitudini british (ma in realtà lei è australiana), a cominciare dal rituale di quel tè col latte, portata a disprezzare come forme di tracotante opulenza tutte le espressioni dell'industria culturale americana, la scrittrice sembra quasi sfiorare il compromesso per la cessione dei diritti, salvo poi girare i tacchi e rientrare nella sua casa londinese costantemente vuota. Quando Disney in persona suonerà al suo campanello per spiegarle che sì, Mr. Banks sarebbe stato salvato nel finale della storia e che non sarebbe apparso come un fallito, allora la donna tornerà sui suoi passi.
Su sceneggiatura di Kelly Marcel e Sue Smith, John Lee Hancock firma un dramedy che è un vero thriller dell'anima, il racconto del tentativo costante di una donna di successo di affrancarsi da un'infanzia dolorosa, dal ricordo di un padre ammirato e amato, ma puntualmente costretto al licenziamento per via del gomito sempre un po' troppo alzato. Emma Thompson, mai in forma tanto smagliante dai tempi di Quel che resta del giorno, anima un personaggio fiero e acuminato, e tuttavia capace di sdilinquirsi in un pianto liberatorio così come in un ballo irresistibile non appena riesce a scorgere una via d'uscita per il suo adorato Mr. Banks.    

martedì 21 gennaio 2014

Francesco Nuti... e vengo da lontano

anno: 2010   
regia: CANALE, MARIO
genere: documentario
con Francesco Nuti, Giovanni Nuti, Annamaria Malipiero, Giovanni Veronesi, Gianfranco Piccioli, Anna Nuti, Antonio Petrocelli, Carlo Verdone, Leonardo Pieraccioni, Ugo Chiti, Giorgio Panariello, Alessandro Benvenuti, Maurizio Ponzi, Giuliana De Sio, Clarissa Burt, Isabella Ferrari, Ornella Muti, Carla Casalini, Alessandro Haber, Francesca Neri, Tullio Kezich, Maurizio Calvesi, Novello Novelli, Ferzan Ozpetek
location: Italia
voto: 5,5

Nel 2006, in un periodo durante il quale le cose non gli stavano andando propriamente per il meglio, Francesco Nuti cadde per le scale della sua casa e rimase in coma a lungo, riportando in seguito importanti segni neurologici. È questo l'antefatto che ha spinto Mario Canale a girare un documentario su quello che, tra gli anni '80 e i '90, fu uno dei Re Mida del botteghino cinematografico, grazie a film come Madonna che silenzio c'è stasera, Caruso Pascoski e Willy Signori e vengo da lontano. Ma si sa che tenere a bada l'ebbrezza del successo non è facile per nessuno. Ed è infatti proprio ciò che è accaduto al malincomico toscano, rimasto sulla cresta dell'onda anche quando decise di passare alla regia (cominciò nel 1985 con Casablanca, Casablanca), per poi cadere nello sconforto più totale a seguito dell'insuccesso di Occhio Pinocchio (1994), stroncato sia dalla critica che dal pubblico.
A raccontare l'amara parabola di un uomo arrivato troppo presto sul viale del tramonto dopo una vita di successo, denaro, automobili e moltissime donne, concorrono più di tutti suo fratello Giovanni, musicista di quasi tutti i film di Francesco, e poi molti tra gli attori e le maestranze che lo conobbero sul set. Quasi inevitabilmente, dato il clima saturnino che aleggia su tutto il film, ne esce un ritratto vagamente agiografico (si insiste molto sulle grandi capacità di regia di Nuti, il che è tutto dire), si ricostruiscono i primi passi compiuti con i Giancattivi (il loro unico film, Ad ovest di Paperino, fu il teatro di guerra nel quale si combatté l'ultima convivenza con Alessandro Benvenuti e Athina Cenci), si rievoca la partecipazione a Sanremo in veste di cantante. Molte immagini di repertorio, il sorriso gentile e accattivante del protagonista, le foto d'archivio e un pudore che non guasta sono gli ingredienti di questo documentario che non lascia certamente il segno per l'originalità.    

domenica 19 gennaio 2014

52 - Gioca o muori

anno: 1986       
regia: FRANKENHEIMER, JOHN
genere: gangster
con Roy Scheider, Ann-Margret, Vanity, John Glover, Robert Trebor, Lonny Chapman, Kelly Preston, Doug McClure, Clarence Williams III, Alex Henteloff, Michelle Walker, Philip Bartko, Tom Byron, Herschel Savage, Ron Jeremy, Amber Lynn, Sharon Mitchell, Ines Ochoa, Allyson Palmeter, Katherine Poland, Debra Satell, Amy White, Charles Bowden, Marc Castenada, Mike Caruso, Steven Clawson, Christopher Cory, Maurice Jenkins, John Kahnen, Bobby Ponce, Ray Vela, Robin Bronfman, Debra Berger, Laisa Carrie, Blackie Dammett, Barbara Ferris, John Francis, Conroy Gedeon, Bill Gratton, Jai M. Jefferson, Lenora Logan, Mark M. Mayuga, Lorrie Lovett, Sandra Perron, Barbara Summers, William John Murphy, Anthony Palmer, Frank Sivero, Arlin Miller
location: Usa
voto:4

Se dovessi scegliere le icone degli anni '80, a Ronald Reagan, alla Thatcher e ai falsi di Modigliani affiancherei la faccia di Roy Scheider. È l'emblema del declino di Hollywood, l'espressione del vantaggio che in quegli anni l'estetica del corpo cominciò ad accumulare sull'(est)etica del talento. In quel decennio per il protagonista di film come Tuono blu o Una lama nel buio i copioni arrivavano uno dietro l'altro, a dispetto della sua totale incapacità recitativa. In 52: gioca o muori, al fianco dell'ex eroe de Lo squalo troviamo un'altra espressione del laboratorio tassidermista di Hollywood come Ann-Margret, ex bonazza ormai non più di primissimo pelo che in Italia si conquistò anche qualche parte di primo piano a fianco di Gassman in film come Il tigre e Il profeta.
Nel lungometraggio tratto dal romanzo di Elmore Leonard i due sono una coppia tanto ricca quanto scoppiata che viene presa di mira da un terzetto di bislacchi malviventi. Scheider ha una tresca con una ballerina di un locale a luci rosse. I malviventi lo filmano e prima minacciano di rivelare tutto alla moglie, la quale è in procinto di candidarsi in politica, poi uccidono la ragazza con l'arma dell'uomo e le sue impronte stampate sopra. Lui reagisce secondo il principio del "divide et impera", con finale scontatissimo.
John Frankenheimer è un po' il Lucio Fulci del cinema americano: vorrebbe essere una via di mezzo tra Schlesinger e Scorsese, ma il suo rimane un cinema genuinamente rozzo, dove ogni effetto speciale è visibile come nel prestigiatore alle prime armi, i piani di ripresa sono scontati e le scene più torbide e truculente manifestano quella quota di dilettantismo che ne riduce puntualmente l'impatto. Se dunque l'armamentario di riferimento del cineasta americano è ormai palese e scoperto, rimane il mistero di dove la produzione abbia reclutato Gary Chang, il musicista che ha composto la colonna sonora del film. Si mormora che sia un parente del salumiere sotto casa.    

mercoledì 15 gennaio 2014

Confessions

anno: 2013       
regia: TETSUYA, NAKASHIMA  
genere: drammatico  
con Takako Matsu, Yoshino Kimura, Masaki Okada, Yukito Nishii, Kaoru Fujiwara, Ai Hashimoto, Hirofumi Arai, Makiya Yamaguchi, Ikuyo Kuroda, Mana Ashida, Soichiro Suzuki, Kinuwo Yamada, Hiroko Ninomiya, Tsutomu Takahashi, Yûta Kanai, Naoki Ichii, Kai Inowaki, Yûko Araki, Hitomi Ishihara, Sora Iwata, Daichi Izumi, Karin Katô, Ken'ichirô Kawagishi, Ai Kuriki, Takuya Kusakawa, Sohta Maeda, Yui Miura, Ayaka Miyoshi, Hiroki Nakajima, Ariki Narushima, Hotaru Nomoto, Shinji Nomura, Rena Nônen, Masahiro Ohta, Takahiro Ono, Naoya Shimizu, Shû Takaura, Heideru Tatsuo, Kasumi Yamaya, Kensho Yoshikawa, Ayuri Yoshinaga  
location: Giappone
voto:1

Durante una lezione in una scuola media, una professoressa (Matsu) rivela alla classe che due dei suoi studenti - degni epigoni di Scattone e Ferraro - hanno ucciso sua figlia per uno stupido gioco. L'insegnante racconta di avere inoculato il sangue di un collega malato di AIDS proprio nel fustino di latte che stanno bevendo i due responsabili. Di tutta la vicenda - prima, durante e dopo - ciascuno studente e la professoressa daranno la propria versione (dispositivo narrativo che ricorda moltissimo la grande lezione di Rashomon), mettendo in evidenza che tutti hanno qualche scheletro nascosto nell'armadio.
Film che manderà in sollucchero gli estimatori dell'anticinema, i pasdaran dell'estetismo più spinto, i cultori dell'arte da videoclip, quelli a cui si infiamma tutto il sistema ghiandolare tanta è l'eccitazione davanti a un movimento di dolly spericolato o un piano sequenza costruito ad hoc, Confessions sembra dimenticare che il cinema richiede anche l'arte della recitazione, senza contare l'effetto nefasto dell'imbastardimento provocato dal pessimo doppiaggio italiano. Per il resto, siamo alle solite: paccottiglia volutamente disturbante con velleità filosofiche da vendersi un tanto al chilo per raccontare la più banale delle storie di vendetta.    

domenica 12 gennaio 2014

Dream House

anno: 2011   
regia: SHERIDAN, JIM
genere: horror
con Daniel Craig, Naomi Watts, Rachel Weisz, Elias Koteas, Marton Csokas, Taylor Geare, Claire Geare, Rachel G. Fox, Jane Alexander, Brian Murray, Bernadette Quigley, Sarah Gadon, Gregory Smith, Mark Wilson, David Huband, Martin Roach, Jean Yoon, Lynne Griffin, Jonathan Potts, Marlee Otto, Nigel Henry, Bryon Mumford, Joe Pingue, Ryan Blakely, Karen Glave, David Fox
location: Usa
voto:1,5

Scricchiolii, porte che sbattono, finestre che si rompono, fantasmi. Avete presente l'armamentario più corrivo del cinema horror? Ecco, Jim Sheridan, a corto totale di idee, arraffa a piene mani da quel bagaglio per principianti per andarci a raccontare la storiellina di un editore (Craig) che lascia il lavoro per occuparsi della famiglia. Ma intorno alla grande casa fuori città dove abita con la moglie (Weisz) e le due figliolette sembra che tutti sappiano che in quella abitazione è stata compiuta una strage di cui fu indiziato il capofamiglia. Deciso a scoprire la verità, l'uomo si mette sule tracce di una vicina di casa (Watts) che sembra saperne parecchio.
I primi venti minuti, grazie all'armamentario di cui sopra, sono già il minimo sindacale del racconto filmico. Dopo, la storia si sbraca del tutto: amanti, tradimenti, vendette, ospedali psichiatrici e poco ci manca che non arrivino anche Maciste e i bersaglieri. Tutto centrifugato in maniera da assicurarsi che il pubblico, confuso tra ruzzoloni, colpi di pistola e incendi, esca dalla sala convinto di avere assistito a un film. Il capitolo più basso nella filmografia del regista di Brothers e Il mio piede sinistro.    

sabato 11 gennaio 2014

2 giorni a New York (2 Days in New York)

anno: 2012       
regia: DELPY, JULIE 
genere: commedia 
con Chris Rock, Julie Delpy, Albert Delpy, Alexia Landeau, Alexandre Nahon, Kate Burton, Dylan Baker, Daniel Brühl, Talen Ruth Riley, Owen Shipman, Malinda Williams, Carmen Lopez, Emily Wagner, Arthur French, Petronia Paley, Alex Manette, Marcus Ho, Gregory Korostishevsky, Mai Loan Tran, Pun Bandhu, Johnny Tran, Darlene Violette, Seth Barrish, Bhavesh Patel, Brady Smith, Simon Jutras, Tatina de Marinis, Kendra Mylnechuk, Angela Rago, Luigi Scorcia, Christie Nacinovich, Panicker Upendran, David Coburn, Abby Nelson, Erin Darke, Vincent Gallo 
location: Usa
voto:1

Sei anni dopo i due giorni trascorsi a Parigi, la fotografa Marion (Delpy) ci porta nella sua casa newyorchese. Nel frattempo ha cambiato partner (un giornalista radiofonico nero, Chris Rock, che parla con il ritratto in scala 1 a 1 di Obama) e, in occasione di una sua mostra, deve ospitare la sorella ninfomane, il cognato che ci va pesante con i cannabinoidi e il padre (che è anche il vero padre della regista/attrice) totalmente indiscreto ed epicureo. Con prospettive di visione che non vanno molto al di là delle dimensioni del teatro di marionette fatto in casa che apre e chiude il racconto, la Delpy ci porta in una ridda di avventure senza senso, in un delirio narrativo totale nel quale quella propensione alla battuta di stampo alleniano che si era ascoltata nell'opera precedente scompare del tutto, per lasciare posto a una recitazione ciancicata, a siparietti grotteschi e artefatti nei quali, in un afflato di arte concettuale, la protagonista-artista si vende letteralmente l'anima e altri vezzi da cinema di serie Z declinati con piglio da autentica isterica. Cameo per Vincent Gallo nella parte di sè stesso.    

venerdì 10 gennaio 2014

Il capitale umano

anno: 2013       
regia: VIRZÌ, PAOLO  
genere: drammatico  
con Fabrizio Bentivoglio, Valeria Golino, Valeria Bruni Tedeschi, Fabrizio Gifuni, Luigi Lo Cascio, Bebo Storti, Gigio Alberti, Giovanni Anzaldo, Matilde Gioli, Guglielmo Pinelli, Pia Engleberth, Nicola Centonze, Silvia Cohen, Vincent Nemeth, Paolo Pierobon  
location: Italia
voto: 10

Hanno tutti qualcosa da nascondere nella Brianza ultrabenestante, ipocrita e smargiassa dove al Bernaschi (Gifuni), mago dell capitalismo finanziario e "creativo", chiunque mostrerebbe gratitudine anche se a cena ricevesse il pappone per cani. E se il Bernaschi nasconde le frodi ai danni dei piccoli risparmiatori, grazie alle quali ha messo da parte una fortuna, sua moglie  Carla (Bruni Tedeschi, mai così pertinente) nasconde la tresca con un regista teatrale (Lo Cascio), il suo amico (ma poi non tanto) Dino (un Bentivoglio di incontenibile espressività) nasconde l'origine dei 700mila euro avuti per entrare nel "fondo Bernaschi", la figlia di Dino (Gioli) e suo figlio (Pinelli) nascondono la fine della loro storia e la ragazza, a sua volta, non fa sapere a nessuno di avere un rapporto con un piccolo sbandatello (Anzaldo) che, a sua volta, si è fatto il carcere minorile per nascondere la droga dello zio (Pierobon). E si nasconde la verità anche rispetto all'episodio che è al centro della vicenda: al termine di un galà scolastico un cameriere che ha appena finito di servire a tavola viene investito da un'auto di grossa cilindrata e ricoverato d'urgenza all'ospedale in gravissime condizioni. I sospetti ricadono sul figlio del Bernaschi.
Passato al cinema drammatico prendendo spunto dal romanzo di Stephen Amidon, che è invece ambientato in America, Virzì firma un autentico capolavoro ripartito in 4 capitoli che raccontano diversi tratti di storia da altrettanti punti di vista (Dino, Carla, Serena, Il capitale umano). La sceneggiatura (a cui hanno collaborato anche Francesco Bruni e Francesco Piccolo) è impeccabile, il ritmo del racconto tinto di giallo non ha un solo attimo di cedimento e la parabola di una generazione che "ha scommesso sulla rovina di questo paese", vincendo (così sentenzia Carla in sottofinale) e che è disposta a mandare al macello i propri figli pur di mantenere intatti i propri privilegi avendo come unica ossessione i danè, è raccontata con precisione chirurgica, con tutto il suo corredo di falsità e doppi giochi.    

mercoledì 8 gennaio 2014

Con il fiato sospeso

anno: 2013       
regia: QUATRIGLIO, COSTANZA  
genere: cortometraggio
con Alba Rohrwacher, Michele Riondino (voce), Gaetano Aronica, Anna Balestrieri  
location: Italia
voto: 5

Durante la preparazione della tesi di laurea, Stella (Rohrwacher), una studentessa di Farmacia, si rende conto di quanto siano insalubri i laboratori di chimica nei quali svolge le sue attività. Ogni allarme, suo e dei suoi colleghi, viene archiviato dai professori come "mera coincidenza". Fino a quando la storia di Stella non si incrocia con il diario di un dottorando (voce fuori campo fin troppo impostata, affidata a Michele Riondino), con gravissimi problemi di salute. Il cortometraggio di Costanza Quatriglio è un mockumentary che trae spunto dalla vera storia di un ragazzo dell'università di Catania (Emanuele Patanè), morto nel 2003 a causa della continua esposizione a solventi e reagenti. La formula della finta intervista funziona grazie all'interpretazione di impressionante realismo di Alba Rohrwacher, ma il film sconta diverse ingenuità, una cifra autoriale sovraccarica (tuta la parte relativa alla coinquilina di Stella, una ragazza punk che la esorta a stare meno in laboratorio, è a dir poco sovradimensionata) e uno scarto eccessivo tra l'interpretazione, anche vocale, della Rohrwacher e quella di Riondino.    

lunedì 6 gennaio 2014

Argo

anno: 2012   
regia: AFFLECK, BEN
genere: spionaggio
con Ben Affleck, Bryan Cranston, Alan Arkin, John Goodman, Victor Garber, Tate Donovan, Clea DuVall, Scoot McNairy, Rory Cochrane, Christopher Denham, Kerry Bishé, Kyle Chandler, Chris Messina, Zeljko Ivanek, Titus Welliver, Keith Szarabajka, Bob Gunton, Richard Kind, Richard Dillane, Omid Abtahi, Page Leong, Farshad Farahat, Sheila Vand, Karina Logue, Ryan Ahern, Bill Tangradi, Jamie McShane, Matthew Glave, Roberto Garcia, Christopher Stanley, Jon Woodward Kirby, Alborz Basiratmand, Ruty Rutenberg, Michael Woolston, Sharareh Sedghi, Bobby Zegar, Victor McCay, Matt Nolan, J.R. Cacia, Bill Kalmenson, Rob Brownstein, David Sullivan, Jean Carol, Michael Cassidy, John Boyd, Yuri Sardarov, Nikka Far, Aidan Sussman, Barry Livingston, Ali Saam, Araz Vahid Ebrahim Nia, Scott Anthony Leet, Ashley Wood, Rob Tepper, Ray Porter, Stephen J. Lattanzi, Danielle Barbosa, Michael Parks, Eric Scott Cooper, Adrienne Barbeau, Tom Lenk, Nelson Franklin, Kelly Curran, Mark Rhino Smith, Scott Elrod, Bill Blair, Daston Kalili, Joseph S. Griffo, Andrew Varenhorst, Amitis Frances Ariano, Alison Fiori, Taies Farzan, Rafi Pitts, Allegra Carpenter, Bobby Naderi, Ray Haratian, Mehrdad Sarlak, Soheil Tasbihchi, Hovik Gharibian, Dorianne Pahlavan, Houshang Touzie, Peter Henry Schroeder, Ali Farkhonde, Sahm McGlynn, Muhammed Cangören, Asghar Allah Veirdi Zadeh, Leyla Beysulen, Lindsey Ginter, Tim Quill, Larry Sullivan, Danilo Di Julio, Fanshen Cox, Tehmina Sunny, Amir K, Baris Deli, Cas Anvar, Bahram Khosraviani, Sam Sheikholeslami, Saba Sarem, Puya Abbassi, Reza Mir, Jozef Fahey, Annie Little, Fahim Fazli, Brandon Tabassi, John Hans Tester, Alex Schemmer, Yan Feldman, Nancy Stelle, Maz Siam, Ken Edling, Deborah Deimel Bean, Michael Chieffo, Taylor Schilling
location: Canada, Iran, Usa
voto: 8,5

Antefatto: negli anni '40 Stati Uniti e Inghilterra, per ragioni legate agli interessi petroliferi, piazzarono al potere Mohammad Reza Pahlavi, che, salito sul trono a soli 22 anni, fu l'ultimo scià di Persia e governò l'Iran dal 1941 al 1979, anno nel quale scoppià la rivoluzione khomeinista.
Dopo i prescindibili Gone baby gone e The town, nel terzo film da regista di Ben Affleck la storia comincia da questo punto, ossia quando l'ambasciata americana a Teheran viene presa d'assalto e i diplomatici che vi risiedono, proprio mentre stanno frettolosamente cercando di far sparire le prove delle gravissime responsabilità della connivenza del governo americano con Pahlavi, vengono portati via, processati e giustiziati. Sei di loro, tuttavia, riescono a mettersi in fuga e a trovare un rifugio provvisorio in attesa che da Washington (siamo ai tempi della presidenza Carter) la CIA riesca a far qualcosa per riportarli a casa. L'operazione di intelligence viene affidata a Tony Mendez (interpretato con la consueta inespressività dallo stesso Ben Affleck), il quale ha la geniale idea di farli passare alla dogana in veste di membri di una troupe canadese che sta facendo dei sopralluoghi per girare un film di fantascienza, allestendo tutto fin nei minimi dettagli.
Il film che si è aggiudicato 3 oscar (miglior film, miglior sceneggiatura non originale e miglior montaggio) grazie soprattutto a un'originale idea di cinema come fabbrica dei sogni, trova nel montaggio (opera di William Goldenberg) il suo elemento di maggiore interesse. Il continuo rimbalzo tra Washington e Teheran, gli inserti con i bambini affaccendati a ricostruire i volti delle foto dei diplomatici americani passate al distruggidocumenti, il sottofinale da extrasistole (ce la faranno? Non ce la faranno?), i militari kohmeinisti che prima se la bevono e poi si lanciano alla rincorsa dei fuggitivi sono tutti elementi assemblati con grande maestria e indubbio senso della suspense. Che poi per vincere un Oscar qualche strizzatina d'occhio al patriottismo e alle virtù della famiglia sia quasi un diktat, beh, è risaputo.    

domenica 5 gennaio 2014

The Butler - Un maggiordono alla Casa Bianca

anno: 2013       
regia: DANIELS, LEE 
genere: drammatico 
con Forest Whitaker, David Banner, Michael Rainey Jr., LaJessie Smith, Mariah Carey, Alex Pettyfer, Vanessa Redgrave, Aml Ameen, Clarence Williams III, John P. Fertitta, Jim Gleason, Oprah Winfrey, Isaac White, David Oyelowo, Joe Chrest, Colman Domingo, Adriane Lenox, Terrence Howard, Tyson Ford, Cuba Gooding Jr., Lenny Kravitz, Pernell Walker, James DuMont, Robert Aberdeen, Robin Williams, John Cusack, Olivia Washington, Yaya Alafia, Jesse Williams, Margaret M. Owens, Eric Ducote, James Marsden, Minka Kelly, Chloe Barach, Danny Strong, Clara Hopkins Daniels, Elijah Kelley, Liev Schreiber, Dana Gourrier, Shirley Pugh, Bill Newman, Nelsan Ellis, Colin Walker, Alex Manette, Mo McRae, Alan Rickman, Jane Fonda, Rusty Robertson, Nealla Gordon, Stephen Rider 
location: Usa
voto: 4

Scorrono più di 30 anni di storia nei corridoi della Casa Bianca, dove Cecil (Whitaker) - nero e orfano di un padre ucciso a freddo nei campi di cotone dove lavorava - ha trovato lavoro come maggiordomo al servizio di Eisenhower fino ad arrivare all'amministrazione Reagan, per brindare in seguito al primo presidente nero della storia degli Stati Uniti. E da quelle stanze arrivano gli echi della Storia, che ogni tanto fa capolino anche dalla concitata vita del primogenito di Cecil (Oyelowo), un attivista per i diritti civili dei neri: Malcolm X e Martin Luther King, le Pantere Nere e il Ku Klux Klan, la guerra in Vietnam, l'uccisione di Kennedy, lo scandalo Watergate, il doppiogioco di Nixon. In poco più di due ore il pubblico è sottoposto a un bigino di storia americana dalla quale, con l'eccezione di Nixon, tutti i presidenti, emergono come statisti encomiabili. L'idea di raccontare la lentissima conversione di un nero per anni disposto al gioco delle tre scimmiette pur di tenersi stretto il lavoro, ispirato a una storia vera (ormai questa didascalia sta diventando un cliché), è risaputa e presentata in modo semplicistico a beneficio di un pubblico che si reca al cinema con la scorta di Kleenex e nel quale è facile far vibrare le corde del sentimentalismo più vieto con una miscela di dramma familiare, Grande Storia e didascalismi a gogo. Nel cast, tra tanti camei affidati ai siparietti dei diversi presidenti, si fanno notare le presenze completamente fuori posto di due rockstar: Lenny Kravitz e Mariah Carey.E se non funzionano affatto, almeno per questa volta la colpa non è del maggiordomo.

sabato 4 gennaio 2014

American Hustle - L'apparenza inganna

anno: 2013       
regia: RUSSELL, DAVID O.
genere: drammatico
con Christian Bale, Bradley Cooper, Amy Adams, Jeremy Renner, Jennifer Lawrence, Robert De Niro, Louis C.K., Jack Huston, Michael Peña, Shea Whigham, Alessandro Nivola, Elisabeth Röhm, Paul Herman, Saïd Taghmaoui, Matthew Russell, Thomas Matthews, Adrian Martinez, Anthony Zerbe, Colleen Camp, Steve Gagliastro, Chris Tarjan, Zachariah Supka, Christy Scott Cashman, Simon Hamlin, Martie Barylick, Dawn Oliveri, Becki Dennis, Jay Giannone, Arthur Birnbaum, Rob DiNinni, Michael Fennimore, Jack Jones, Danny Corbo, Sonny Corbo, Bo Cleary, Greg Maxwell, Mickey O'Keefe, Aaron Flanders, Erica McDermott, Alura Carbrey, Kayla Feeney, Shannon Halliday, Volieda Webb, Patsy Meck, Abby Lavin, Damien Di Paola, Paul Campbell, Jeff Avigian, Stacy Hock, Michael Trigg, Richard Heneks, Ted Zalewski, Elias Birnbaum, Armen Garo, Sal DiMino, Gary Craig, Barry Primus, Sonny Gordon, Deva Mahal, Dicky Eklund, Sean Eklund, Charley Broderick, Richard Donnelly, Gary Zahakos, Frank Geraci, Melson Alford, Melissa McMeekin, J.J. Wright, Bob Taraschi
location: Usa
voto: 5,5

L'apparenza inganna, a cominciare dalla folta capigliatura del truffatore del New Jersey Irving Rosenfeld (Bale), che nasconde un toupè con annesso riporto prodigioso. Ma l'apparenza inganna anche nel titolo, che lascia intravedere chissà quale ordito di gioppiogiochisti e infiltrati. Il plot mette invece al centro della vicenda una coppia di truffatori (ad affiancare Christian Bale c'è Amy Adams, già con Russell nel precedente The fighter) che, smascherati da un agente federale carrierista (Cooper), si mette d'accordo con quest'ultimo per cogliere con le mani nel sacco un sindaco influente (Renner), un temibilissimo boss della cupola mafiosa (personaggio chiave affidato a un cameo di De Niro: e quando entra in scena lui non ce n'è per nessuno) e alcuni membri del congresso. Ma l'imprevedibilità della moglie di Irving (una Jennifer Lawrence come sempre di impareggiabile cafoneria) e qualche mossa incauta contribuiranno a decidere un esito ben diverso dai programmi.
Dopo Il lato positivo, Dennis Russell si conferma cineasta originale e brioso. Con American hustle, tuttavia, sembra si sia lasciato prendere troppo la mano: se scenografie d'epoca, direzione degli attori e colpi di scena sono confezionati alla perfezione, la sceneggiatura presenta qualche buco e inverosimiglianza di troppo, il plot narrativo è esageratamente arzigogolato e con più di un'ellissi e l'ispirazione ultrapop è esageratamente dichiarata. Ma la performance di un ingrassatissimo Christian Bale, che continua a sottoporre il suo corpo a trasformazioni prodigiose (per aver osato altrettanto girando Cast away, Tom Hanks prese il diabete…), le musiche e i costumi d'epoca valgono comunque il prezzo del biglietto.