mercoledì 31 marzo 1999

Sciarada (Charade)

anno: 1964       
regia: DONEN, STANLEY  
genere: giallo  
con Cary Grant, Audrey Hepburn, Walter Matthau, James Coburn, G.Kennedy, D.Minot, N.Glass, J.Marin, P.Bonifas, T.Chelimsky          
location: Francia, Usa
voto: 6  

A Parigi, una piacente vedova (Audrey Hepburn) si trova con cinque uomini alle calcagna dopo la morte del marito. Tre di loro vogliono appropriarsi del denaro che avevano trafugato con il defunto ai tempi della seconda guerra mondiale, e sono convinti che ce l'abbia la bella signora. Un quarto (Walter Matthau) si qualifica come agente della FBI intenzionato a proteggere la donna, mentre il quinto (Cary Grant) ha l'aria del bel seduttore protettivo. Ma le cose, denaro compreso, non sono come sembrano all'apparenza.
Donen imbocca la via del giallo spionistico con risultati meno felici di quando si cimenta con la commedia (ma con Arabesque farà assai peggio). La sceneggiatura di Peter Stone (tratta da un suo soggetto scritto con Marc Behm) è inutilmente arzigogolata, ma i due protagonisti sono godibili come sempre.    

domenica 28 marzo 1999

L'amore fugge (L'amour en fuite)

anno: 1978       
regia: TRUFFAUT, FRANCOIS
genere: commedia
con Jean Pierre Léaud, M.F.Pisier, C.Jade, Dani, J.Bertheau, R.Varte, D.Mesguich, Dorothee       
location: Francia
voto: 6

L'alter-ego del regista, Antoine Doinel (Jean-Pierre Leaud), è impegolato in un ginepraio senza soluzione: rimpiange la moglie Christine (Claude Jade) dalla quale ha appena divorziato, vorrebbe riabbracciare la vecchia fiamma Colette (Marie-France Pisier) di cui è ancora innamorato ma vive con Sabine (Dorothee) senza grande convinzione. La sua sarà una scelta obbligata dalla determinazione delle tre donne.
Sesto ed ultimo episodio (dopo I 400 colpi, L'amore a vent'anni, Baci rubati, Non drammatizziamo… è solo questione di corna! e Le due inglesi) della saga sentimental-esistenziale di Antoine Doinel, che rincontra i personaggi degli altri film, di cui la sceneggiatura François Truffaut, Marie-France Pisier, Jean Aurel, Suzanne Schiffman si nutre. Truffaut fece bene a concludere qui l'operazione-Doinel, che ormai non avrebbe avuto molto altro da dire. Fotografia di Nestor Almendros, Florent Bazin e Emilio Pakull-Latorre.    

venerdì 26 marzo 1999

Trappola mortale (Deathtrap)

anno: 1982       
regia: LUMET, SIDNEY 
genere: giallo 
con Michael Caine, Christopher Reeve, D.Cannon, I.Worth, H.Jones                
location: Usa
voto: 8 

Un commediografo in crisi (Michael Caine) riceve un copione da un suo allievo (Christopher Reeve). Accortosi della bontà del prodotto, l'uomo decide di eliminare il ragazzo sotto gli occhi esterrefatti della moglie (Dyan Cannon). Ma è soltanto una messinscena per fare morire la donna di crepacuore. I due, che erano amanti dai tempi del corso di scrittura, ingaggiano una silente battaglia a colpi di macchina da scrivere, che si concluderà con un inatteso vincitore.
Ambientazione teatrale, sceneggiatura ben oleata, colpi di scena a ripetizione sono i punti forti di un film - scritto da Ira Lewin e sceneggiato da Jay Presson Allen, lo sceneggiatore di Marnie - che ricorda assai da vicino un'altra prestazione di Michael Caine, Gli insospettabili.    

martedì 9 marzo 1999

Festen – Aria di famiglia

anno: 1998       
regia: VINTERBERG, THOMAS 
genere: drammatico 
con Ulrich Thomsen, H.Moritzen, T.B.Larsen, B.Neumann, P.Steen, T.Dyirholm, H.Dolleris         
location: Danimarca
voto: 1

Arrivato all'età di 60 anni, un industriale danese decide di festeggiare il proprio compleanno nella magione di campagna con tutta la famiglia. Il primogenito Christian gli manda però a rotoli la festa, rivelando pubblicamente gli abusi sessuali subiti insieme alla sorella dal padre durante l'infanzia. Non è abbastanza per turbare danze e mangiate pantagrueliche per gli avventori dell'insolito convivio. 
Non contento di avere saccheggiato due capolavori del cinema europeo come Arrivederci ragazzi di Malle e L'angelo sterminatore di Buñuel, Vinterberg si mostra refrattario ad ogni forma di rispetto verso lo spettatore, imbracciando per un ora e quaranta una cinepresa a mano in formato super 8, acutizzando le cefalee in agguato. Al confronto di Festen, la pagliacciata realizzata dal connazionale Von Trier con Le onde del destino sembra un film monumentale e Pacciani, paragonato ai personaggi del film danese, un birbantello da collegio.    

venerdì 5 marzo 1999

In nome del popolo italiano

anno: 1972   
regia: RISI, DINO  
genere: giallo  
con Ugo Tognazzi, Vittorio Gassman, Ely Galleani, Yvonne Furneaux, Pietro Tordi, Simonetta Stefanelli, Franco Angrisano, Renato Baldini, Pietro Nuti, Checco Durante, Maria Teresa Albani, Gianfilippo Carcano, Edda Ferronao, Franca Scagnetti, Michele Cimarosa, Enrico Ragusa, Pietro Ceccarelli, Franco Magno, Marcello Di Falco, Paolo Paoloni, Giò Stajano, Franca Ridolfi, Francesco D'Adda, Vanni Castellani, Claudio Trionfi  
location: Italia
voto: 8

A Roma, la morte di una squillo d'alto bordo (Ely Galleani) sembra fare convergere i sospetti su un industriale fascistoide, cialtrone, traffichino e cinico (Vittorio Gassman) che non esita a corrompere un amico in difficoltà pur di comprarsi un alibi. Il commissario che indaga sulla vicenda (Ugo Tognazzi), pur scoprendo che in realtà la giovane donna si è suicidata, decide di punire ugualmente l'uomo per i suoi reati contro la società e l'ambiente.
Scritto in stato di grazia da Age e Scarpelli (di loro Tullio Kezich, dopo aver visto il film, ha scritto che "probabilmente non c'è oggi in Italia nessuno che scriva per lo spettacolo con tanta fecondità di invenzioni lessicali"), il film di Risi fotografa nitidamente gli orrori della Prima Repubblica, già sul crinale della depoliticizzazione, nella quale interessi privati e rampantismo sociale soppiantano quelli comunitari. Tra Tognazzi e Gassman è un autentico scontro tra titani della recitazione. Si sentono le prime parolacce sul grande schermo.