domenica 27 gennaio 2008

Espiazione (Atonement)

anno: 2007   
regia: WRIGHT, JOE 
genere: sentimentale 
con James McAvoy, Keira Knightley, Romola Garai, Saoirse Ronan, Brenda Blethyn, Vanessa Redgrave, Juno Temple, Benedict Cumberbatch, Felix von Simson, Charlie von Simson, Harriet Walter, Michelle Duncan, Daniel Mays, Gina McKee, Julia West, Alfie Allen, Patrick Kennedy, Ben Harcourt, Jack Harcourt, Nonso Anozie, Peter Wight, Anthony Minghella 
location: Regno Unito
voto: 6

Nell'Inghilterra degli anni '30 Robbie Turner (McAvoy), figlio istruito della governante di una famiglia aristocratica, ama - riamato - Cecilia (Knightley), primogenita di casa Tallis. Briony, ragazzina dalla fervida immaginazione e sorella minore di Cecilia, per gelosia accusa Robbie di aver stuprato una sua amichetta. Il ragazzo finisce ingiustamente in galera, quindi viene mandato al fronte, dove perde la vita per setticemia. Nel frattempo Cecilia, che continua con lui una fitta corrispondenza, diventa infermiera, ma muore sotto le bombe. Per espiare la colpa, Briony diventerà anch'ella infermiera e in seguito, scrittrice di successo, racconterà la storia romanzata di Cecilia e Robbie, rivelando davanti a un intervistatore (il regista premio Oscar Anthony Minghella) i veri risvolti della vicenda.
L'impronta di Ian McEwan c'è e si vede tutta: ancora una volta il tema è quello de L'innocenza del diavolo: sotto le spoglie di una tredicenne dalle belle speranze si nasconde la crudeltà di una natura amorale. Chi ha letto il romanzo sostiene che il regista Joe Wright abbia fatto i salti mortali per trasporlo sullo schermo: c'è da credergli, a giudicare dalla confezione del film. Espiazione comincia infatti come una storia di vendetta a sfondo sentimentale, prosegue con una lunga e tediosa parentesi bellica e si chiude in una sorta di mockumentary con una strepitosa Vanessa Redgrave. La fluidità difetta, ma il racconto si fa seguire con interesse. Meritato il premio Oscar a Dario Marianelli per la migliore colonna sonora.    

mercoledì 23 gennaio 2008

Duello mortale (Man hunt)

anno: 1941   
regia: LANG, FRITZ
genere: noir
con Walter Pidgeon, Joan Bennett, George Sanders, Ludwig Stössel, Heather Thatcher, John Carradine, Roddy McDowall
location: Regno Unito
voto: 8

Nel 1939, poco prima della guerra, un aristocratico inglese, tiratore di fama mondiale (Pidgeon), sta per compiere un attentato a Hitler. La Gestapo sventa il pericolo, lo tortura e vorrebbe fargli firmare una confessione per appigliarsi a una scusa con cui attaccare militarmente l'Inghilterra. Grazie a un giovane mozzo e a una lucciola coraggiosa (Bennett), l'uomo riesce a mettersi in salvo, nonostante la Gestapo lo abbia tallonato senza sosta anche in Inghilterra.
Teso, con ottime ambientazioni notturne, sobrio, Duello mortale è il primo film antinazista firmato da Fritz Lang (siamo ancora in piena epoca bellica). Rivisto a distanza di tempo non mancano certo le ingenuità (Walter Pidgeon che, dopo un estenuante corpo a corpo, rimane col cappello ben calzato in testa). Ma i tocchi del maestro, nella suspense e nella messa in scena, ci sono e si vedono bene.

martedì 15 gennaio 2008

La storia vera della signora delle camelie (La dame aux camelias)

anno: 1981   
regia: BOLOGNINI, MAURO   
genere: drammatico   
con Isabelle Huppert, Gian Maria Volontè, Bruno Ganz, Fabrizio Bentivoglio, Fernando Rey, Clio Goldsmith, Mario Maranzana, Jann Babilee, Carla Fracci, Cecile Vassort, David Jalil, Piero Vida, Fabio Traversa, Mattia Sbragia, Gina Rovere, Remo Remotti, Clara Colosimo, Stefania Pierangelini, Paola Borboni, Olga Karlatos    
location: Francia
voto: 4   

All'inizio dell'800 Alphonsine Plessis (Huppert), giovanissima prostituta al seguito del padre (Volontè) si trasforma in una insaziabile cacciatrice di dote. Passa così di casa in casa, di salotto in salotto, di letto in letto, diventando un'amante libertina e cinica nella sua venalità compulsiva. Morirà giovanissima, ad appena 23 anni.
La vicenda della giovane Alphonsine ha ispirato questo e molti altri film, drammi teatrali (La traviata) e romanzi, tra i quali quello di Dumas figlio (interpretato da un acerbo Fabrizio Bentivoglio), che con la bella Alphonsine ebbe una relazione tormentata.
Vladimir Pozner e Jean Aurenche, autori del soggetto, tradiscono la pagina letteraria di Dumas per mostrarci, attraverso l'impaginazione cinematografica di Enrico Medioli e Mauro Bolognini, una società corrotta, cinica e abitata da prostitute, banditi e uomini laidi d'ogni risma. Bolognini punta molto sulle atmosfere decadenti e morbose (siamo peraltro sempre a un passo dalla tentazione incestuosa), che a Piero Tosi sono valse il David di Donatello 1980 come miglior costumista e a Mario Garbuglia come migliore scenografo. Ma la struttura del film è costruita per episodi senza soluzione di continuità, l'incedere narrativo è di una lentezza esasperante e nel cast stellare radunato per l'occasione soltanto Volontè riesce a sfoderare una superlativa prova attoriale.    

lunedì 14 gennaio 2008

La via degli Angeli

anno: 1999   
regia: AVATI, PUPI 
genere: commedia 
con Gianni Cavina, Valentina Cervi, Carlo Delle Piane, Libero De Rienzo, Eliana Miglio, Chiara Muti, Paola Saluzzi, Mario Maranzana, Toni Santagata, Cinzia Mascoli, Teresa Ricci, Pino Strabioli, Chiara Sani, Francesca Fava, Cristina Spina, Massimo Sarchielli, Irene Turati, Joyce Pitti, Francesca Romana Coluzzi, Alberto Caneva, Marcello Foschini, Sergio Tardioli, Bruno Casalboni, Alessandro Luci, Umberto Bortolani, Dodo Oltrecolli, Bruno Marinelli, Claudio Pierantoni, Giulio Brunetti, Francesca Chiarantano, Manuel Scorcia, Natascia Macchniz, Micaela Ramazzotti, Angelo Botti  
location: Italia
voto: 6

La festa da ballo organizzata da un simpatico ciarlatano di mezza età (Cavina) è la grande occasione che ragazzi e ragazze di Sasso Marconi e dintorni, nella provincia bolognese (ma il film è stato girato a Todi, in Umbria), hanno per trovare l'anima gemella. Tra questi una giovane dattilografa (Cervi) che si è infatuata del figlio del suo datore di lavoro (De Rienzo) e un attempato medico (Delle Piane) che spera di ritrovare alla festa la donna perduta molti anni prima alla vigilia delle nozze. Avati 
dirige con mano felice uno di quei film corali che, alla stregua di Una gita scolastica, Festa di laurea, Storia di ragazzi e di ragazze, Fratelli e sorelle e Dichiarazioni d'amore, gli sono particolarmente congeniali. La vita di provincia emiliana degli anni '30, in pieno ventennio fascista, si mescola mirabilmente agli acuti sull'antropologia, al jazz e alle consuetudini di una società che appare ormai lontanissima e arcaica. Ed è proprio sotto il profilo della drammaturgia antropologica e semidocumentaristica che il film tratto da un'idea di Ines Vigetti e Marco Bernardini e scritto da Pupi e Antonio Avati offre la cifra migliore, pur ripetendo stilemi e ambientazioni incredibilmente vicini a tanti altri film del regista bolognese. La fotografia è del regista Cesare Bastelli.    

sabato 12 gennaio 2008

The Darwin Awards - Suicidi accidentali per menti poco evolute

anno: 2006   
regia: TAYLOR, FINN  
genere: commedia  
con Joseph Fiennes, Winona Ryder, David Arquette, Chris Penn, Max Perlich, Brad Hunt, Tim Blake Nelson, Julianna Margulies, Tom Hollander, Juliette Lewis, Richmond Arquette, Nora Dunn, Lukas Haas, Ty Burrell, Judah Friedlander, Darlene Hunt, D.B. Sweeney, Mary Saudargas, Karen Kahn, Mickey Breitenstein, Rhett Ramirez, Robin Tunney, Adam Savage, Alessandro Nivola, Metallica,  John Doe, Lawrence Ferlinghetti  
location: Usa
voto: 8

Il detective Michael Burrow (Fiennes) fin da piccolo ha mostrato un formidabile talento investigativo. Da adulto le sue impressionanti capacità si sono trasformate in una fissazione per l'individuazione delle variabili nascoste dietro le morti apparentemente più stupide, quelle che normalmente vengono per burla insignite con i Darwin awards, il riconoscimento assegnato alle persone che hanno aiutato a migliorare il pool genetico umano "rimuovendosi da esso in modo spettacolarmente stupido". Il problema è che Michael ha un sacco di fissazioni, è emofobico e così finisce per perdere il lavoro in Polizia. Decide di riciclarsi in una compagnia assicurativa, che prima di assumerlo in ragione delle sue teorie sui "suicidi accidentali per menti poco evolute" (come recita il sottotitolo del film), gli affianca una bella investigatrice (Ryder) e lo manda in giro per l'America. I due riescono a smascherare le ragioni delle morti più assurde.
Finn  Taylor scrive e dirige un film gustosissimo, costruito a scatole cinesi e diseguale negli episodi, ma arricchito dalla venatura gialla dell'investigazione. Attori e dialoghi sono eccellenti, originalità e divertimento non mancano.

sabato 5 gennaio 2008

Alla deriva (Open water 2: Adrift)

anno: 2007   
regia: HORN, HANS    
genere: dramma catastrofico    
con Susan May Pratt, Richard Speight Jr., Niklaus Lange, Ali Hillis, Cameron Richardson, Eric Dane, Wolfgang Raach, Alexandra Raach, Mattea Gabarretta, Luca Gabaretta    
location: Usa
voto: 3    

Tre coppie e una neonata partono a bordo di uno yacht per una gita in mare. Uno di loro dimentica di buttare la scaletta prima di tuffarsi e i 6 rimangono per ore in mare aperto. Per loro ha inizio una lenta agonia e una lotta contro il tempo che avrà un esito catastrofico.
Basato su fatti realmente accaduti, come avverte la didascalia dei titoli di testa, Alla deriva è lo strano sequel di un film che aveva altra storia e altri protagonisti. A differenza del suo predecessore, il film di Hans Horn si svolge nell'arco di una sola giornata, ma è altrettanto condito da dialoghi-spazzatura ai quali hanno messo mano ben quattro persone. Sicché il film ondeggia su psedo-riflessioni sul senso dell'amicizia, psicodrammi collettivi, schematismi psicanalitici e scene di isteria quasi collettiva. Ma finisce anche per essere un involontario apologo sull'imbecillità degli yuppies americani, talmente decerebrati e isterici da non riuscire a trovare una plausibile chiave di volta per uscire dal dramma.

giovedì 3 gennaio 2008

La vie en rose (La mome)

anno: 2007   
regia: DAHAN, OLIVIER   
genere: biografico   
con Marion Cotillard, Sylvie Testud, Clotilde Courau, Jean-Paul Rouve, Pascal Greggory, Marc Barbé, Caroline Sihol, Emmanuelle Seigner, Catherine Allegret, Gérard Depardieu, Jean-Pierre Martins, Paulina Bakarova, Elisabeth Commelin, Nicholas Pritchard   
location: Francia
voto: 3,5   

Biopic di Edith Piaf (Cotillard), celeberrima quanto sfortunata artista che ebbe un culmine di popolarità - dapprima in Francia e quindi in tutto il mondo - tra gli anni '30 e gli anni '60 del Novecento. Figlia di un saltimbanco e di una cantante di strada, la piccola Edith venne abbandonata dai genitori e allevata dalla nonna in un bordello. Il padre la riprese con sé per esibizioni itineranti fino a quando il gestore di un noto cafè chantant parigino (Depardieu) non la prese sotto la sua egida, dandole il cognome d'arte di Piaf (passerotto) e lanciandola verso una carriera costellata di successi. Minuta e gracile, talento vocale assoluto, Edith Piaf ebbe una vita irta di difficoltà, culminate nella morte del suo grande amore, un pugile americano, che morì in un incidente aereo mentre si stava spostando per raggiungerla. I problemi con la droga, l'alcol, la salute, il delirium tremens la accompagnarono verso una prematura dipartita, avvenuta nel 1963 a soli 48 anni (ma il suo corpo devastato ne dimostrava molti di più). Dietro di lei una scia di canzoni come La vie en rose, Milord, Le vagabond, Les amants, Les histoires du coeur, La foule e Non, je ne regrette rien.
Interpretato con impareggiabile bravura da una Marion Cotillard (premio Oscar quale migliore interpretazione femminile) camaleontica e straordinaria nello sfoggiare un repertorio espressivo assai variopinto, il film - pur servito da recitazione, scenografie e trucco di assoluto livello - risente eccessivamente dello ticchettio cronologico che porta la vicenda avanti e indietro nel tempo senza un preciso filo conduttore. Il pasticcio narrativo, spesso accarezzato da registri oleografici e sottolineato da un eccesso di musica, si moltiplica sul finale, quando ad esso si aggiunge la dimensione onirica.    

martedì 1 gennaio 2008

13 - Tzameti

anno: 2005   
regia: BABLUANI, GELA
genere: noir
con George Babluani, Philippe Passon, Pascal Bongard, Vania Villers, Fred Ulysse, Aurélien Recoing, Augustin Legrand
location: Francia
voto: 10

Un giovane lattoniere (Babluani) si sostituisce all'uomo che gli ha commissionato la riparazione del tetto di casa ma che è morto anzitempo per overdose. Credendo di poter fare un lavoretto facile col quale poter guadagnare un mucchio di soldi, il ragazzo finisce in un gioco terribile per ricchi annoiati. Il 13, il numero che gli viene assegnato durante il gioco, sembra portargli fortuna, ma il destino pareggerà i conti.
Originalissimo e tremendo, sobrio, girato con un raffinatissimo bianco e nero, distribuito in lingua originale con i sottotitoli, caratterizzato da inquadrature inconsuete e richiami all'espressionismo, il film diretto da questo francese di origini georgiane di appena 27 anni e interpretato da suo fratello è un autentico capolavoro: è a suo modo un grande classico, con qualche debito verso Clouzot e Bresson. Babluani firma un polar algido che non concede nulla allo spettatore, gli apparecchia una storia allucinante, realistico e lucido segno dei tempi di collasso morale e primato assoluto del denaro, dicendoci che soltanto il caso può decidere di ridare equilibrio alle cose.
Premio "Luigi De Laurentiis" per la miglior opera prima al Festival del cinema di Venezia e al Sundance.