sabato 28 dicembre 1996

Victor Victoria

anno: 1982       
regia: EDWARDS, BLAKE  
genere: commedia  
con Julie Andrews, J.Garner, R.Preston          
location: Francia
voto: 6  

A Parigi, nel '34, una cantante di cabaret disoccupata (Andrews, moglie del regista) si "reinventa" come uomo grazie al suggerimento di un amico gay (Preston). Finisce così col trovare lavoro e con l'ingraziarsi un gangster che scopre il trucco fino all'agnizione finale per il pubblico.
Giunto con Edwards al suo quinto remake, Victor Victoria ha l'indiscutibile merito di trattare con brio ed eleganza il tema dell'omosessualità vera (il personaggio di Preston) e presunta (quello della Andrews), evitando di scivolare nella storpiatura e conferendo grande dignità ed umanità ai due protagonisti, senza mancare di affondare colpi - alla maniera di Lubitsch - sul perbenismo della società dell'epoca. Oscar per la colonna sonora a Mancini e Bricuss.    

giovedì 26 dicembre 1996

Toy story - Il mondo dei giocattoli

anno: 1995   
regia: LASSETER, JOHN   
genere: animazione   
location: Usa
voto: 9   

L'arrivo di un nuovo giocattolo supertecnologico, un astronauta chiamato Buzz, mette in discussione il primato affettivo conquistato dal pupazzo cow-boy Woody nei confronti di un bambino di sette anni. Nel tentativo di liberarsi dell'antagonista con mosse astute, Woody finirà con Buzz nella casa del dirimpettaio, énfant terrible che assembla chirurgicamente pezzi di giocattoli originandone dei mostri. I due rivali ritroveranno amicizia e solidarietà davanti al pericolo comune. Prodotto supertecnologico della Disney, interamente realizzato in computer animation, Toy story non sacrifica narrazione e contenuti al diktat degli effetti speciali. La pedagogia altrove d'accatto della major statunitense, infarcita di fruste storielle d'amore, qui punta ben più in alto. A dispetto dei detrattori del film - per i quali "il massimo dell'allucinazione mostra alla fine il carattere fittizio e simulato dell'intera operazione, l'immenso vuoto su cui l'edificio si regge" (Fadda) - la morale del racconto vorrebbe essere più consumeristica che consumistica. La dialettica tra vecchio e nuovo (il cow-boy e l'astronauta) può essere letta come un invito a non disfarsi frettolosamente del passato, ad armonizzare veterofobia e neofilia, a recuperare i valori di base (l'amicizia, la solidarietà). Peccato che a tanti messaggi più o meno latenti si accompagni un mercato dei gadget di dimensioni faraoniche. Le voci dei doppiatori dei due protagonisti, nella versione italiana, sono quelle di Fabrizio Frizzi e Massimo Dapporto, mentre le canzoni originali di Randy Newman vengono interpretate da Riccardo Cocciante.

domenica 22 dicembre 1996

Le onde del destino

anno: 1996       
regia: VON TRIER, LARS
genere: drammatico
con Emily Watson, Stellan Skarsgard, J.M.Barr, Katrin Cartlidge, A.Rawlins, J.Hackett, U.Kier
location: Danimarca       
voto: 3

È più integralista e pernicioso il protestantesimo bigotto e crudamente conformista che anima il sinedrio di teste canute di una piccola comunità scozzese degli anni '70, o quello che spinge Bess (una istrionica Emily Watson) al sacrificio estremo, pur di ridare una vita dignitosa al marito Jan (Skarsgard)? E che confine esiste tra santità e follia? Erede ideale della Maria Braun di Fassbinder, la nostra Giovanna d'Arco è una donnina sprovveduta e mite, visionaria quanto basta per avere una linea diretta con Dio, innamorata di Jan al punto di immolarsi sull'altare del sesso pur di lenire il dolore del marito - rimasto paralizzato - con il racconto di qualche prurito erotico. Riuscirà nell'intento, che pagherà con la morte, ed il suo sacrificio sarà riconosciuto in extremis da Jan.
Il gemellaggio tra malattia psichica e amore estremo fa capolino sullo schermo per l'ennesima volta, sull'onda (è il caso di dirlo) di un'araldica di tutto rispetto che annovera Adele H. di Truffaut, Betty Blue di Beinex ed Angoscia di Cukor. Ma stavolta le quasi tre ore di soggettiva con la macchina a spalla sono insopportabili, le situazioni ripetitive e prolisse, l'antipsichiatria, che rimpasta frettolosamente Illich, Goffman e Basaglia, di maniera, il giallo ocra fa l'effetto deprimente del neon ed il film - nel suo non sapere che strada prendere tra pruderie etico e prudore erotico - molto, molto noioso. Gran premio della giuria all'XLIX Festival di Cannes.

venerdì 20 dicembre 1996

Il rovescio della medaglia (White man's burden)

anno: 1995       
regia: NAKANO, DESMOND   
genere: drammatico   
con John Travolta, Harry Belafonte           
location: Usa
voto: 3   

In una Los Angeles immaginaria nella quale il rapporto di potere reale tra bianchi e neri è rovesciato a favore di questi ultimi, l'operaio Travolta si vede licenziare in tronco per una bagattella. Comincia così una piccola apocalisse che lo vede progressivamente perdere moglie, casa e dignità. Il tapino tenta di porvi rimedio rapendo il responsabile del suo licenziamento (Harry Belafonte). Ma l'operazione è goffa e sconclusionata ed il rapito capisce di avere a che fare con un buono. Che proprio per questo finisce per rimetterci la pelle.
Il nippo-americano Nakano parte da uno spunto interessante con afflati dichiaratamente anti-razzisti, ma finisce col girare una specie di thriller senza mordente e troppo schematico.

giovedì 19 dicembre 1996

Giù la testa

anno: 1971
regia: LEONE, SERGIO
genere: western
con Rod Steiger, James Coburn, Romolo Valli, Maria Monti, F.Graziosi, Memè Perlini
location: Messico, USA
voto: 5

Durante la rivoluzione messicana, nel 1916, il bandito Juan (Steiger) si unisce a Sean, un dinamitardo irlandese (Coburn), per svaligiare una banca. Soltanto più tardi capirà che Sean è un rivoluzionario che combatte con Villa e Zapata. E, dopo la diffidenza iniziale e a seguito dell'uccisione dei suoi 5 figli, subirà una metamorfosi che lo porterà ad abbracciare a pieno titolo la causa antidittatoriale.
Con una strizzatina d'occhio alla rivoluzione di casa nostra ed una al botteghino, Leone realizza il suo film meno sincero, dall'incedere discontinuo, con una prima parte che impasta echi da commedia a registri più tipicamente western, verbosa e prolissa, ed una seconda che accende tonalità più drammatiche venate di un politichese addomesticato alle esigenze del western. Così, nonostante alcuni momenti da ricordare di grande bellezza figurativa ed alcuni preziosismi (i due protagonisti hanno lo stesso nome: Sean e Juan, ossia Giovanni), il film non convince. L'artificiosità della messa in scena è palmare, la musica di Morricone azzarda un'altalena pirotecnica tra citazioni colte e melodie pop e Steiger, "l'inventore del ghigno perpetuo" (Kezich) è francamente intollerabile.

martedì 10 dicembre 1996

Ferie d'Agosto

anno: 1996       
regia: VIRZÌ, PAOLO   
genere: commedia   
con Silvio Orlando, Laura Morante, Ennio Fantastichini, Sabrina Ferilli, Gigio Alberti, Piero Natoli, Antonella Ponziani, Rocco Papaleo    
location: Italia
voto: 5   

A Ventotene, si incontrano due famiglie agli antipodi: di sinistra, malinconica e disciplinata la prima (rappresentata da Silvio Orlando); di destra, chiassosa ed incivile la seconda (capeggiata da Ennio Fantastichini). Presto tra i due clan si esaspererà il conflitto.
Riflessione stereotipata e partigiana sul conservatorismo ed il progressismo nazionale, con inutili momenti di sentimentalismo, che non trova il giusto equilibrio tra la satira di costume e l'analisi sociologica. Giunonica presenza delle due donne delle famiglie rivali (Ferilli e Morante).    

lunedì 9 dicembre 1996

La famiglia

anno: 1986   
regia: SCOLA, ETTORE 
genere: drammatico 
con Vittorio Gassman, Stefania Sandrelli, Fanny Ardant, Carlo Dapporto, Ottavia Piccolo, Jo Champa, Massimo Dapporto, Athina Cenci, Alessandra Panelli, Monica Scattini, Philippe Noiret, Meme' Perlini, Ricky Tognazzi, Barbara Scoppa, Renzo Palmer, Sergio Castellitto, Andrea Occhipinti, Cecilia Dazzi, Emanuele Lamaro, Ilaria Stuppia, Massimo Venturiello, Giuseppe Cederna, Consuelo Pascali, Dagmar Lassander 
location: Italia
voto: 8,5

Scorrono 80 anni di storia (dal 1906 ai giorni nostri) nelle stanze di una casa della media borghesia romana, al quartiere Prati. In esse, si avvicendano ed intrecciano le vite di Carlo (impersonato prima da Andrea Occhipinti e quindi da Vittorio Gassman) e dei suoi parenti. Sul tema conduttore che vede Carlo, docente universitario, in un equilibrio caduco tra la moglie (Stefania Sandrelli, alla quale curiosamente lo stesso Scola aveva consegnato, anni prima, il ruolo di amante di Gassman ne La terrazza) e la cognata (Fanny Ardant), tra la grigia sicurezza di un matrimonio rassicuratore e la fervida passione di un amore improbabile, s'innestano quelli del fratello di Carlo, Giulio (Dapporto padre e figlio) e del gineceo domestico. Ma il leit motiv del film offre comunque prospettive e risposte (forse) diverse della stessa questione: la famiglia fa male? Sembrerebbe di sì a vedere come Scola allestisce il racconto, aperto e chiuso da una fotografia, come a dire la staticità, l'affossamento delle ambizioni individuali. Un po' perché anticipa i tempi del riflusso, mostrando come la famiglia - in un'ambientazione claustrofobica nella quale lo spazio placentare della casa, col corridoio che traghetta in epoche diverse i protagonisti, scrutandoli con occhio minimalista - offra al singolo l'impermeabilità alla Storia ed il rifugio nel quotidiano. Un po' perché ci si pugnala alle spalle (Carlo che non legge il romanzo autobiografico del fratello Giulio, intitolato Lo sperpero). Un po' perché ci si odia (la conflittualità tra le zie). Un po' perché si è infedeli (ancora il rapporto tra Giulio e Carlo, di quest'ultimo con la moglie e ancora di questa con la sorella). Un po' perché i vecchi vizi, pur cambiando le persone, non tramontano mai, e tutto il film è sostanzialmente una reiterazione delle stesse situazioni. Ma l'interrogativo si legittima quando, approssimandosi il film alla fine, la casa si spopola progressivamente, ed il vecchio professore rimane da solo ad occuparla. Secondo film di una trilogia che, con Ballando ballando e Splendor, gioca la carta della diffrazione temporale e dell'unità spaziale (là, la sala da ballo ed il cinema, qui la casa), raccontato con una sceneggiatura scritta con Maccari e Scarpelli ed intarsiata da molti episodi memorabili (la scena in cui Renzo Palmer finge di non vedere il nipote, quella a tavola nella quale Gassman litiga con un mite Noiret, quella dell'apertura continua della porta da parte di Castellitto in attesa degli ospiti per l'ottantesimo compleanno del nonno), confortato da un trucco impeccabile, orchestrato magnificamente da Scola che dirige attori tutti assolutamente intonati La famiglia viene impreziosito da una prestazione di Gassman che fa il paio con quella di De Niro in C'era una volta in America, tanto da meritare un posto al sole nell'Olimpo dei più grandi di tutti i tempi.

sabato 7 dicembre 1996

Un poliziotto alle elementari

anno: 1991       
regia: REITMAN, IVAN  
genere: commedia  
con Arnold Schwarzenegger, Penelope Ann Miller, P.Reed, L.Hunt, R.Tyson, C.Baker, Cathy Moriarthy  
location: Francia, Usa
voto: 1  

In Francia, un poliziotto (Schwarzenegger) si improvvisa maestro d'asilo per proteggere una donna e suo figlio dal marito malvivente. Dopo le difficoltà iniziali, riuscirà nell'intento, mettendo fuori causa il cattivo ed entrando nelle grazie dei pargoli
A seguito del successo ai botteghini de I gemelli, l'attore austriaco gioca nuovamente la carta della commedia per famiglie, con un copione scritto (?) apposta per lui. Ma l'umorismo latita, le gag fanno sembrare attualissime, al confronto, quelle di Mack Sennett e si stenta a capire se il film è stato pensato per mocciosi con difficoltà a seguire la trama di Heidi o per adulti cerebrolesi.    

venerdì 29 novembre 1996

Scrivimi fermo posta

anno: 1940       
regia: LUBITSCH, ERNST   
genere: commedia   
con James Stewart, M.Sullivan           
location: Ungheria
voto: 6   

A Budapest nel "negozio dietro l'angolo" (come recita il titolo originale) il proprietario cerca di suicidarsi dopo avere scoperto che la moglie lo tradisce, ma viene salvato dal fattorino. Su questo sfondo drammatico, si sviluppa la vera storia: le lettere romantiche che i due commessi, Alfred e Klara, si scrivono, fermo posta. I due ignorano, però, l'identità dei rispettivi destinatari.
Commedia rosa interpretata con grazia dai due protagonisti.

martedì 26 novembre 1996

Ritorno al futuro (Back to the future)

anno: 1985       
regia: ZEMECKIS, ROBERT  
genere: fantastico  
con Michael J.Fox, Christopher Lloyd
location: Usa
voto: 8,5

Grazie a una macchina del tempo inventata dall'amico scienziato Doc (Lloyd), il diciassettenne Marty McFly (Fox) torna per errore indietro di 30 anni, nel '55. Qui trova i suoi genitori non ancora fidanzati. Per potersi garantire il ritorno al 1985, Marty dovrà ricorrere a diversi stratagemmi per unire la coppia, dribblando i tentativi di seduzione della madre. Il finale lascia dichiaratamente aperto lo spazio ad un sequel.
Record d'incassi ai botteghini, il lavoro prodotto da Steven Spielberg, "che coniuga favola e tecnologia, post-modernità e american graffiti, i viaggi nel tempo di Wells e le little towns di Capra, in una scansione perfetta, fantasiosa, personale" (Fofi, Morandini e Volpi), non esagera negli effetti speciali, canzona garbatamente l'intera società americana e si giova di un copione strabiliante sorretto "da un tocco registico che si direbbe d'autore piuttosto che di scuola" (Kezich). Le due ore di film corrono così via ai ritmi della macchina del tempo, tra rimandi a Ronald Reagan e al rock'n'roll, riflessioni leggere sull'incesto ed accenti nostalgici per l'America rurale degli anni Cinquanta. Canzoni di Huey Lewis & the News.    

lunedì 25 novembre 1996

Forget Paris

anno: 1995   
regia: CRYSTAL, BILLY  
genere: commedia  
con Billy Crystal, Debra Winger, Joe Mantegna, Cynthia Stevenson, Dan Majerle, David M. Robinson, Charles Barkley, Bill Walton, Marvin Albert, John Spencer, Cathy Moriarty, Julie Havner, Richard Masur  
location: Francia, Usa   
voto: 8

Uno stravagante quanto bravissimo arbitro di basket (Billy Crystal) si innamora a Parigi di un impiegata di un'agenzia aerea (Debra Winger). Si metteranno insieme per poi perdersi e ritrovarsi quando le rispettive carriere saranno di intralcio alla loro vita sentimentale. 
Garbata e riuscita seconda prova registica di Crystal, scritta con Lowell Ganz e Babaloo Mandel (già autori con Crystal dei due Scappo dalla città), raccontata con uno humour di stampo ebraico che ricorda quello di Woody Allen e scandita in modo assai originale da una cena in occasione della quale si ritrovano quattro coppie. Ognuno dei commensali racconterà agli altri un pezzo della vicenda dei due amanti. Da non perdere i titoli di coda, con sorpresa finale, che probabilmente verranno meno nelle televisioni private. Il sassofonista David Sanborn appare nella parte di sè stesso durante una cerimonia di basket.

giovedì 21 novembre 1996

Madame Bovary

anno: 1991       
regia: CHABROL, CLAUDE   
genere: drammatico   
con Isabelle Huppert, Jean François Balmer, C.Malavoy               
location: Francia
voto: 5   

Nella Francia dell'800, Emma Bovary (Isabelle Huppert) dà inizio alla sua scalata sociale sposando un medico condotto che è l'incarnazione della mediocrità. Tra serate di gala e chiacchierate amicizie altolocate, proseguirà nell'intento fino alla fine, quando, oberata dai debiti accumulati, morirà suicida dopo essere stata abbandonata da più di un amante.
Chabrol restituisce a Flaubert il decoro della ricostruzione in costume, imbastendo un film rigoroso ma freddo, incapace di trasmettere il travaglio della protagonista, una Huppert con movenze inadeguate ai tempi inscenati, interprete di un provincialismo filisteo di mezza tacca.    

venerdì 15 novembre 1996

La commedia di Dio

anno: 1995       
regia: MONTEIRO, JOAO CESAR 
genere: commedia 
con Joao Cesar Monteiro 
location: Portogallo
voto:6

Joao de Deus (Monteiro) divide la propria esistenza tra la gelateria ove lavora e le lambiccate fantasie sessuali che lo portano a collezionare "vello pubico femminile" (Tornabuoni) e a montare le arrendevoli dipendenti in tutte le salse. Licenziato, verrà ridotto alla sopravvivenza. Con uno stile personalissimo - inquadrature fisse e lunghissime, interminabili piani-sequenza, una recitazione diafana che già gli avevano fruttato il Leone d'Argento alla mostra di Venezia del '90 - il regista portoghese tinteggia con leggerezza le fantasie erotiche più spinte, con la sua corporatura antitetica ai canoni del machismo, il suo volto sardonico e appuntito, la sua disarmante imperturbabilità, in tre ore di film al tempo stesso faticoso e trascinante. Indimenticabile la scena in cui si tuffa in un enorme cesto di uova sul quale aveva in precedenza "covato" una delle sue geishe.

mercoledì 13 novembre 1996

Jumanji

anno: 1996       
regia: JOHNSTON, JOE 
genere: fantastico 
con Robin Williams, Kirsten Dunst, Bradley Pierce, Bonnie Hunt
location: Usa
voto: 3

Un gioco da tavolo ha il potere di dare vita ad animali e piante d'ogni specie, richiamate dalla combinazione dei dadi. Ma una volta portato a termine, nella cittadina dove aveva combinato disastri tornerà l'ordine.
Fiaba allestita a tavolino con pedagogia d'accatto, mocciosi che fanno sperare nella resurrezione di Erode e il solito Williams, rodato alfiere delle storielline per minor(at)i (Popeye, Hook, Toys, Mrs.Doubtfire), che gigioneggia inutilmente. L'unico elemento di interesse sono le animazioni al computer (rinoceronti, elefanti, bertucce) che scimmiottano malamente quelle viste in Jurassic Park.

domenica 10 novembre 1996

Mission: impossible

anno: 1996       
regia: DE PALMA, BRIAN  
genere: spionaggio  
con Tom Cruise, Emmanuelle Beart, Jon Voight, H.Czerny, Jean Reno, Vanessa Redgrave          
location: Usa
voto:6

Un agente segreto (Tom Cruise) deve fare luce su un giro d'affari che implica alcuni ex-colleghi della CIA e una trafficante d'armi (Vanessa Redgrave). Verrà tradito nell'esecuzione dell'arduo compito, ma saprà riscattarsi sul finale. Micro-chip, computer, telefoni cellulari, gomme americane che diventano bombe, orologi, penne che sputano veleno: insomma, in proporzione ce n'è abbastanza per rispedire 007 all'epoca di Cro-Magnon. Soltanto che dopo un'indigestione di elettronica di circa due ore, in un racconto ispirato ad una serie televisiva celebre negli anni '60, chi non ha tempo per vedere 18 volte il film e non sa programmare in Basic e Pascal rischia di rimanere lì a domandarsi: ma cos'è successo? Già, perché nel film miliardario di De Palma l'intreccio si fa così criptico da paventare il dubbio che qualcosa sia sfuggito anche agli sceneggiatori. Ma, tra effetti speciali a profusione e un cast assortito con lo scambio delle figurine degli attori, tutti ugualmente ridicoli e fuori ruolo, arriva la scena finale: un elicottero imbocca la galleria di una ferrovia, all'inseguimento di un treno. Anche arrivando ad un quarto d'ora dal termine, quel treno non va perso davvero.    

domenica 3 novembre 1996

Terminator 2 - Il giorno del giudizio (Terminator 2 - Judgement day)

anno: 1991       
regia: CAMERON, JAMES   
genere: fantascienza   
con Arnold Schwarzenegger, L.Hamilton, R.Patrick, J.Morton, Edward Furlong           
location: Usa
voto: 3   

Dal 2029, un cyborg (Patrick) viene inviato indietro nel tempo, fino al 1994, per eliminare un bambino (Furlong) che, da adulto, sarebbe diventato il futuro capo della resistenza ingaggiata dagli umani contro i robot. Ma, in quello stesso futuro, il bambino diventato adulto avrebbe programmato un altro cyborg (Schwarzenegger) per lo stesso viaggio a ritroso, allo scopo di proteggerlo. Ovviamente vincono i buoni, ma il finale a sorpresa preclude la possibilità di un seguito.
Affidato quasi interamente ai mirabolanti effetti speciali della compagnia di George Lucas (il cyborg che si trasforma in qualsiasi oggetto o persona toccati è assolutamente spettacolare), il film del canadese Cameron, per quanto ben diretto, fa leva sugli scontati meccanismi del cinema americano: l'eroe e l'antieroe, gli inseguimenti, i morti ammazzati a profusione, Spaccanecri che da cattivo e sconosciuto che era nell'84 è diventato ricco e famoso e quindi buono. E quando imbocca la strada dell'apologo orwelliano o, peggio, quando infila registri comici (Schwarzy che ripete le frasi del gergo giovanile suggeritegli dal bambino, anziché dire soltanto "Negativo"), l'operazione denuncia tutti i propri limiti, mostrando un rigido ossequio ai dettami di "un'estetica opulenta da supermercato" (Morandini). Il film vinse il premio Oscar per i migliori effetti speciali.

mercoledì 30 ottobre 1996

Trainspotting

anno: 1995       
regia: BOYLE, DANNY
genere: drammatico
con Ewan McGregor, R.Carlyle       
location: Regno Unito       
voto: 7

Merda. E vomito. E cazzi a fette. E sudore. E pornografia. E piscio. E bambini lividi e morti. Con i toni pulp ormai propri di un genere degli anni '90 che annovera numerosi pezzi (basterebbe citare Le iene di Tarantino, Le notti selvagge di Collard, Killing Zoe di Avary, L'esca di Tavernier, Le buttane di Grimaldi, Butterfly kiss di Winterbottom e L'odio di Kassovitz) Boyle tratteggia con algida crudeltà l'esistenza disperata e tutta imperniata sulla droga di cinque ragazzi nella Edimburgo degli anni '80. Il quotidiano dei cinque è costellato di lacci emostatici, incubi da astinenza, scazzottate da bar, sesso disperato, tradimenti reciproci, Aids. Al punto che uno di loro opterà per una mediocrità borghese che assume a proprio manifesto il tepore domestico delle festività natalizie. Ma qual è l'escatologia di questo film scatologico tratto dal romanzo dello scrittore di culto Irvine Welsh? Convinto dell'eloquenza di quanto mostrato, il regista di Piccoli omicidi tra amici lascia parlare le immagini, mettendo in fila il Kubrick di Arancia meccanica e Bukowski, i Beatles e Iggy Pop, citazioni da Warhol e rimandi all'estetica da videoclip. Ne esce un prodotto visivamente ragguardevole, cinico e compiaciuto, segnato da tempi in cui - tuttavia - il virtuosismo tecnico supplisce con indulgenza eccessiva alla carenza di idee sul piano della sceneggiatura. Nella colonna sonora, brani di Brian Eno, Iggy Pop, Lou Reed e i Blur.    

domenica 27 ottobre 1996

L'ombra del testimone (Mortal thoughts)

anno: 1991       
regia: RUDOLPH, ALAN  
genere: giallo  
con Demi Moore, G.Headly, Bruce Willis, J.Pankow, Harvey Keitel          
location: Usa
voto: 3

Un commissario di polizia (Harvey Keitel) raccoglie la testimonianza di una donna (Demi Moore) implicata nella morte di suo marito e in quella del coniuge della sua migliore amica (Headly). Quando i nodi sembrano venire al pettine e le accuse ricadere su una delle due donne, si arriverà ad una confessione.
Giallo sbiadito raccontato in flashback, dove mancano totalmente suspense e sorpresa. La Moore fa rimpiangere l'espressività dei merluzzi, mentre Willis sembra importato dal set di Maciste contro il corsaro nero. Pregevoli le musiche di Mark Isham, con abbondanti assoli di tromba e filicorno.    

giovedì 24 ottobre 1996

Fargo

anno: 1995   
regia: COEN, JOEL   
genere: thriller   
con Frances McDormand, William H. Macy, Steve Buscemi, Peter Stormare, Kristin Rudrud, Tony Denman, John Carroll Lynch, Harve Presnell, Gary Houston, Sally Wingert, Larissa Kokernot, Melissa Peterman    
location: Usa
voto: 6,5   

Tratto da una storia vera accaduta nel Minnesota nell'87, è il racconto di due balordi che, avuto l'incarico di eliminare la moglie di un venditore di automobili, finiscono per commettere un eccidio.
Apologo sulle estreme conseguenze dell'imbecillità umana, alla quale fa da contraltare il semplice buon senso della poliziotta che conduce le indagini (la brava Frances McDormand, premiata con l'Oscar quale migliore attrice). I fratelli Coen hanno preso un Oscar per la migliore sceneggiatura originale mentre il solo Joel Coen ha portato a casa il premio per la migliore regia tritutatogli all'XLIX Festival di Cannes.

martedì 22 ottobre 1996

Assassini nati (Natural born killers)

anno: 1994       
regia: STONE, OLIVER 
genere: poliziesco 
con Woody Harrelson, Juliette Lewis, Tommy Lee Jones, Robert Downey Jr., Ashley Judd         
location: Usa
voto: 1

Storia di amori maledetti e naturali vocazioni alla strage, il film racconta le peripezie di una coppia di assassini psicopatici, Mickey & Mallory (Woody Harrelson e Juliette Lewis), uniti fino in fondo nella corsa verso l'autodistruzione. Il tutto sorvegliato e ingigantito da due fattori decisivi. Il primo è la morbosa curiosità dei mass-media, colpevoli di collaborazionismo. Il secondo è la presenza delle forze dell'ordine, nella fattispecie del poliziotto ingordo di TV (Tommy Lee Jones).
La discussa opera di Stone è marcatamente contraddittoria nel rapporto tra contenuto e forma: tanto efficace nel mostrare il talento visivo di cui è capace - con un montaggio da videoclip, scene al ralenty, inquadrature sghembe, passaggio repentino dal bianco e nero al colore - il regista pecca sul piano del contenuto. L'apologo che vorrebbe costruire sulla società orwelliana fagocitata dai media si stempera in un crescendo parossistico e gratuito di violenza ed il messaggio, che vorrebbe contenere un invito alla non violenza, finisce con l'ottenere l'effetto contrario. Premio speciale della giuria alla LI mostra di Venezia.

lunedì 21 ottobre 1996

Good morning Babilonia!

anno: 1986       
regia: TAVIANI, PAOLO & VITTORIO  
genere: avventura  
con V.Spano, J.De Almeida, Greta Scacchi, Omero Antonutti, Margherita Lozano          
location: Italia
voto: 3  

Negli anni '10 due fratelli toscani (De Almeida e Spano) vanno alla ventura, trovando fortuna nella troupe americana che sta girando Intolerance con Griffith.
Ingarbugliata elegia della settima arte, con dichiarati ammiccamenti autobiografici ed un'eccessiva enfasi sul made in Italy che finisce col diventare autocelebrativa. Alla frammentarietà del racconto, imbastardito dalle vicende biografiche dei due carpentieri (matrimoni, prole, vedovanze), ed al macchiettismo di questi ultimi fa da contraltare la mai inaridita vena visionaria del cinema tavianeo, con alcune immagini e sequenze che rimangono impresse nella memoria (la costruzione dell'elefante, l'aggressione dei condor).    

mercoledì 16 ottobre 1996

Arrivederci ragazzi

anno: 1987       
regia: MALLE, LOUIS   
genere: drammatico   
con G.Manesse, R.Fejto, P.Morier-Genourd, F.Racette, Irene Jacob   
location: Francia
voto: 6,5   

Francia, inverno del '44. Julien Quentin, un intelligente ragazzo di dodici anni, frequenta il collegio del Bambin Gesù di Fontainbleau tra mille difficoltà dovute al periodo di guerra. Il suo migliore amico diventerà presto il nuovo compagno di classe, Jean Bonnet, di pari intelligenza e sensibilità. A strapparli l'uno dall'altro sarà un tragico evento: la Gestapo irrompe nel collegio arrestando Bonnet e altri compagni in quanto ebrei.
Leone d'oro alla mostra di Venezia 1987, Arrivederci ragazzi è un ispirato ritratto dell'amicizia adolescenziale.

lunedì 14 ottobre 1996

Basic instinct - Istinto di base

anno: 1991       
regia: VERHOEVEN, PAUL
genere: giallo
con Michael Douglas, Sharon Stone, Steve Tobolowsky                   
voto: 5

Un detective (Douglas) dal passato poco edificante indaga sull'omicidio di un cantante rock, assassinato con un punteruolo da ghiaccio durante un amplesso. Gli indizi sembrano convergere su una giovane scrittrice di storie macabre laureata in psicologia (Sharon Stone), ma la faccenda è assai più complessa e coinvolge anche la moglie del detective e l'amante lesbica della scrittrice. Quando i nodi sembrano venire al pettine, lo spettatore rimane col dubbio: chi sarà la vera assassina?
L'oriundo olandese Verhoeven mette in scena la sintesi di eros e thanatos: Douglas vorrebbe incarnare sobrietà e ragione ma non ci riesce; la Stone, bisessuale praticante di un erotismo spinto ai limiti dell'istintività, si rivela una mente lucida e fredda. I due sono lo specchio di una mascolinità ingenua e di una femminilità perfida ed accattivante, secondo una prospettiva misogina condita di psicanalisi. Se il film sa essere convincente per l'atmosfera d'attesa che riesce a creare, manca completamente il bersaglio nelle sue pretese intellettualistiche, facendo leva su troppi luoghi comuni (il detective vizioso, l'amico buono che muore, la moglie frigida). La Stone, brava e tracotante, col suo aspetto da transessuale fa rimpiangere la Grace Kelly vista con Hitchcock. Douglas si candida per la terza volta (dopo Attrazione fatale e La guerra dei Roses) al ruolo di vittima di bionde diaboliche. Ma il nudo dei due protagonisti si può anche perdere...

venerdì 11 ottobre 1996

Strange days

anno: 1995   
regia: BIGELOW, KATHRYN   
genere: fantascienza
con Ralph Fiennes, Angela Bassett, Juliette Lewis, Tom Sizemore, Michael Wincott, Vincent D'Onofrio, Glenn Plummer, Brigitte Bako, Louise Le Cavalier, Todd Graff, Jim Ishida, David Carrera, Michael Jace, Richard Edson, Josef Sommer, Joe Urla, Nicky Katt, Dex Elliott Sanders, William Fichtner   
location: Usa
voto: 6,5   

In occasione dell'ultimo giorno del 1999, un trafficante (Ralph Fiennes) di una nuova droga capace, attraverso un floppy disk, di filmare le emozioni delle persone, innesca suo malgrado una serie di delitti per il possesso di un floppy nel quale sono filmate le prove dell'omicidio, da parte della polizia, di un leader di colore.
Amaro, lunghissimo e rocambolesco affresco di una società incapace di assorbire il conflitto razziale alle soglie del terzo millennio. Girato spesso con la macchina a spalla per dare un maggiore dinamismo alle immagini "droganti" e affidato a un montaggio serratissimo, il film è un vero salto di qualità della Bigelow rispetto alle poco convincenti prove precedenti.

giovedì 10 ottobre 1996

Piume di struzzo (Birdcage)

anno: 1996       
regia: NICHOLS, MIKE
genere: commedia
con Robin Williams, Gene Hackman, Dianne Wiest, N.Lane
location: Usa
voto: 3

La rampolla di una famiglia di Miami ben rappresentata da un senatore americano (Hackman) si innamora del giovane figlio di un omosessuale (Williams). Padre e figlio faranno di tutto, al momento del fidanzamento ufficiale, per nascondere la verità. Ma alla fine sarà la sincerità a salvare l'ipocrita senatore da un'irrimediabile gaffe. Remake decisamente inferiore all'originale de Il vizietto di Molinaro (tratto anch'esso dal lavoro teatrale di Jean Poiret ma sceneggiato per l'occasione da Elaine May) che - a parte l'ebraismo dei protagonisti - nulla aggiunge alla versione precedente e troppo concede alla performance istrionica di Williams.    

martedì 8 ottobre 1996

Psyco (Psycho)

anno: 1960   
regia: HITCHCOCK, ALFRED   
genere: giallo   
con Janet Leigh, Anthony Perkins, Vera Miles, John Gavin, Martin Balsam, John McIntire, Lurene Tuttle, Simon Oakland, Frank Albertson, John Anderson, Patricia Hitchcock, Mort Mills, Vaughn Taylor    
location: Usa
voto: 10   

Nel Motel di Norman Bates (Anthony Perkins), nei pressi di Phoenix, in Arizona, fa sosta Marion Crane (Janet Leigh), transfuga trafugante 40.000 dollari dalla ditta presso la quale lavora. Ma qui ben presto la donna conoscerà la morte per mano del gestore del motel, individuo con la passione della tassidermia e dell'eonismo e con qualche complesso edipico tutt'altro che risolto. A quella dell'uomo si affianca la presenza arcana della madre, che si sente ma non si vede. Sorella (Vera Miles) e amante (Gavin) di Marion si metteranno sulle sue tracce dopo la scomparsa di un detective (Martin Balsam) che indagava sul caso. Ne scopriranno delle belle...
Monumento alla suspense, Psyco è un film semplicemente perfetto. Il ritmo non ha un attimo di caduta; i piani sequenza ricercatissimi ottenuti con bracci meccanici sono assolutamente innovativi; la scena dell'assassinio di Marion sotto la doccia, che richiese 72 inquadrature e una settimana di lavorazione, testimonia la meticolosità del lavoro; le musiche ancora attualissime di Bernard Hermann; la sceneggiatura senza sbavature; il montaggio incrociato che estremizza in molte circostanze l'effetto di tensione; la prestazione eccellente di tutti gli attori; la scelta delle scenografie e degli ambienti; la rottura con le regole tradizionali del giallo, che impedivano la scomparsa della protagonista dopo meno della metà del film. Tutto è dosato con la massima, assoluta sapienza. Il personaggio reale al quale è ispirato il soggetto di Psycho, scritto da Robert Block, è l'efferatissimo Ed Gein.

domenica 29 settembre 1996

Casanova '70

anno: 1965       
regia: MONICELLI, MARIO   
genere: commedia   
con Marcello Mastroianni, Virna Lisi, M.Mell, Moira Orfei, Liana Orfei, Enrico Maria Salerno, Gigio Alberti, Beba Loncar, Ivo Garrani, M.Ferreri, Memmo Carotenuto, M.Mercier           
location: Italia
voto: 1   

Un ufficiale della Nato (Mastroianni), scopertosi impotente, caracolla per mezza Italia alla ricerca di conferme della sua virilità. Si troverà invischiato in una trama gialla a lieto fine.
Coadiuvato alla sceneggiatura da Age e Scarpelli, Suso Cecchi D'Amico, Tonino Guerra e Giorgio Salvioni, Monicelli firma un filmetto inutile sull'ennesima variante dell'erotismo all'italiana, ironizzando sullo stereotipo di latin-lover attribuito al protagonista Mastroianni e facendone uscire un film del tutto frammentario inzeppato di luoghi comuni sul malcostume delle diverse regioni italiche, insaporito con qualche panoramica di carne femminile.    

venerdì 27 settembre 1996

Il buio nella mente - La cérémonie

anno: 1995       
regia: CHABROL, CLAUDE   
genere: thriller   
con Isabelle Huppert, Sandrine Bonnaire, J.Bisset               
location: Francia
voto: 6   

Una domestica (Huppert) con ottime credenziali, incattivita dall'ostilità nei confronti dell'ipocrisia borghese, si incunea nella stolida tranquillità dell'aristocrazia francese, finendo col compiere un eccidio insieme alla propria compagna (Bonnaire).
Apologo sulla lotta di classe dei nostri giorni, instaurata tra una borghesia ipocrita e parruccona e un proletariato accecato dall'odio, da cui alla fine tutti escono sconfitti. Sandrine Bonnaire e Isabelle Huppert, attrici maledette del cinema transalpino, vinsero la coppa Volpi al festival di Venezia.

mercoledì 18 settembre 1996

Hotel paura

anno: 1996       
regia: DE MARIA, RENATO 
genere: drammatico 
con Sergio Castellitto, Iaia Forte, Isabella Ferrari, Roberto De Francesco, Victor Cavallo, Tony Sperandeo, A.Vanzi                
location: Italia
voto: 6,5 

A Milano, l'apocalisse esistenziale del dottor Carlo Ruggeri (Sergio Castellitto), contabile. Licenziato, sfrattato, ri-sfrattato dal residence del comune, abbandonato dalla moglie, derubato, ridotto alla carità sui marciapiedi ed infine vittima di un incendio. Con un finale anodino che lascia presagire la rinascita.
Il varesino De Maria racconta con mano calibrata una storia parossistica, eludendo la trappola del pietismo sentimentaloide e realizzando un'opera di grande autenticità sulla possibile deriva della disoccupazione, perfettamente al passo con i tempi. Non a caso qualcosa del genere l'avevamo già vista in Cuori al verde, di Piccioni, ma lì i toni erano quelli della commedia, mentre la klimax apocalittica del protagonista ricorda quella dell'Argent di Bresson, col suo ritmo da bolero sempre più in crescendo che traspare dagli occhi sgomenti del protagonista. Qui Castellitto supera sé stesso e dopo una prova tanto maiuscola si iscrive di diritto nel gotha dei grandi attori del cinema italiano, candidandosi a rinverdire i fasti di Gassman e Mastroianni. Da ricordare il commento sonoro sobrio e adeguato degli Avion Travel. Il montaggio è di Mirco Garrone.

martedì 17 settembre 1996

La stanza di Cloe

anno: 1996       
regia: DE HEER, ROLF   
genere: drammatico   
con Chloe Ferguson, Phoebe Ferguson           
location: Australia
voto: 5   

Una bambina (interpretata dalle due sorelle Chloe e Phoebe Ferguson in età diverse), stressata dall'incessante conflitto tra i genitori, decide di non parlare più.
Spunto interessante per un film afasico sull'afasia, che finisce con l'insistere eccessivamente sulle poche combinazioni disponibili finendo con l'annoiare.    

venerdì 13 settembre 1996

Cuori al verde

anno: 1996       
regia: PICCIONI, GIUSEPPE 
genere: commedia 
con Margherita Buy, Giulio Scarpati, Gene Gnocchi, Corso Salani, K.Vassilissa, Antonio Catania 
location: Italia  
voto: 7

Un superlaureato (Scarpati), non riuscendo a trovare lavoro, viene prima salvato dal suicidio e quindi finisce col fare l'idraulico e con l'innamorarsi di una bella squillo (Buy). Alla fine, l'assenza di pregiudizi avrà la meglio sull'iniziale rifiuto amoroso.
Divertente e aggraziata commedia condita dalla prestazione sorniona di Gene Gnocchi e dalla piacevole musica del giovane Silvestri.

mercoledì 11 settembre 1996

Lo zio di Brooklyn

anno: 1995
regia: CIPRÌ, DANIELE e MARESCO, FRANCO  
genere: grottesco  
con Angelo Prollo, Francesco Arnao, Antonino Bruno, Rosario Carollo, Pietro Giordano, Salvatore Gattuso, Vincenzo Serio, Massimo Salmeri, Pippo Augusta, Pietro Rizzo, Mariano Spataro, Camillo Conti, Luigi Cina', Bruno Di Benedetto, Giuseppe Di Stefano, Salvatore Farina, Natale Lauria, Giovanni Lo Giudice, Gaspare Marchione, Marcello Miranda, Francesco Tirone, Mario Salmeri  
location: Italia
voto: 10

Capolavoro del cinema povero, nel quale la trama è praticamente inesistente: tre balordi devono assecondare i voleri di un capo mafia che attende un parente d'oltreoceano per alcuni giorni.
Completamente libero e cattivo, inframmezzato da inserti con personaggi eccentrici al racconto, il primo lungometraggio di Ciprì e Maresco, venuti dalla Cinico-Tv della terza rete Rai, ha molti momenti memorabili: la scena iniziale, con l'uomo che si toglie l'occhio di vetro; un individuo che paga per avere amplessi con una mula; un altro che soffre di meteorismo e ripete in continuazione "certamente"; la scena del funerale e l'uomo in mutande che conta gli spettatori e dissacra il film stesso ("Questo film fa schifo", sentenzia). Cadenzato da scene con uomini grassi in mutande e calzini corti, statici come lampioni, parlato in siciliano stretto tanto da richiedere l'ausilio, in alcuni momenti, dei sottotitoli ed interpretato solamente da uomini (che fanno anche la parte delle donne), il film è una pietra miliare per stomachi forti ed estimatori del rutto.    

martedì 10 settembre 1996

A qualcuno piace caldo (Some like it hot)

anno: 1959   
regia: WILDER, BILLY 
genere: commedia 
con Marilyn Monroe, Tony Curtis, Jack Lemmon, George Raft, Pat O'Brien, Joe E. Brown, Nehemiah Persoff, Joan Shawlee, Billy Gray, George E. Stone, Dave Barry, Edward G. Robinson Jr., Barbara Drew, Beverly Wills 
location: Usa
voto: 10 

Per sfuggire alla mafia dopo essere stati involontari testimoni della strage di S.Valentino del '29, a Chicago, due jazzisti di mezza tacca (Curtis e Lemmon) si rifugiano in una band tutta al femminile, improvvisandosi donne. Incontreranno non pochi imprevisti ma porteranno a casa la pelle.
Wilder dirige una commedia dai tempi impeccabili, sorretta da una sceneggiatura memorabile, lastricata da gag indimenticabili che fondono mirabilmente slapstick e commedia sofisticata. A dispetto del registro comico del film, il regista viennese non trascura di mettere alla berlina malavita e pruderie, attraverso una rappresentazione gioiosa del travestitismo e dei gangster. Una menzione particolare la merita la Monroe, nel ruolo della cantante del complesso femminile, che nel film promana una sensualità ingenua e travolgente, offrendo scollature generose e rivelando un talento comico perfettamente sposato con una dose massiccia di autoironia sul proprio personaggio. Il titolo del film deriva da una battuta con la quale Tony Curtis sottolinea le diverse preferenze in materia di jazz: c'è a chi piace cool e a chi piace caldo.

domenica 8 settembre 1996

Che mi dici di Willy?

anno: 1990       
regia: RENÉ, NORMAN
genere: drammatico
con C.Scott, S.Caffrey, P.Cassidy, B.Cousins, B.Davison, M.L.Parker
location: USA
voto: 6

Dal 1981 al 1989, la scoperta dell'Aids, le angosce e le morti di un gruppo di amici omosessuali americani. Dalle incertezze sulla vera entità della malattia alla rievocazione finale dei "compagni da lungo tempo" (Longtime companion, come recita il titolo inglese) sulle note della splendida Post-mortem bar di Zane Campbell.
Con un incedere rapsodico che parla il linguaggio televisivo, il film racconta il dramma dell'Aids enfatizzando umanità e solidarietà della comunità gay, adombrando la dimensione sessuale dei rapporti ma lasciando aleggiare sulla vicenda un'atmosfera commossa che cede il testimone alla speranza soltanto sul finale: "quel giorno voglio esserci anch'io", dice il protagonista Campbell Scott pensando a quando verrà trovato un rimedio alla malattia.

venerdì 6 settembre 1996

Vesna va veloce

1996       
regia: MAZZACURATI, CARLO   
genere: drammatico   
con T.Zajichovà, Antonio Albanese, Silvio Orlando, Antonio Catania, Roberto Citran, Tony Sperandeo, Patrizia Piccinini, Ivano Marescotti, Antonio Petrocelli, Marco Messeri, Roberto Nobile    
location: Italia
voto: 3   

Dopo il buon esito di Un'altra vita, Mazzacurati punta nuovamente su una storia di ordinaria emarginazione. Protagonista ne è Vesna (Zajichovà), una giovane ceca in cerca di fortuna dalle nostre parti. Ma in un clima sociale inospitale come quello di Trieste prima e di Riccione poi, Vesna troverà come unico mezzo per sopravvivere la prostituzione. E non servirà il tentativo di redenzione del muratore Antonio Albanese. In un film dove non succede niente, imbastardito da luoghi comuni, allineato ai dettami modaioli del road-movie ed affidato ai letarghi dell'operatore di ripresa che indugia sul viso della bella attrice ceca (sembra di rivedere le performance imbalsamate di Ornella Muti), Mazzacurati prende la strada della più esagerata laconicità. Trasforma così il comico Albanese, qui al suo esordio cinematografico, in un monolito e riempie i silenzi con un'antologia di brani musicali (bellissimi) di Jan Garbarek. Ma questi espedienti, come pure la carrellata di cammei illustri che inanella il film (Silvio Orlando, Ivano Marescotti, ecc.), non servono a riscattare la vicenda, che rimane superficiale sul piano sociologico. Il montaggio è di Mirco Garrone.    

giovedì 5 settembre 1996

The rock

anno: 1996       
regia: BAY, MICHAEL   
genere: thriller   
con Sean Connery, Nicolas Cage, Ed Harris, David Morse           
location: Usa
voto: 6   

The rock è il soprannome del famigerato superpenitenziario di Alcatraz, sul Pacifico. Qui, un commando di terroristi, ex-marines pluridecorati in Vietnam guidato da Ed Harris, prende in ostaggio alcuni visitatori della prigione, minacciando la città di San Francisco con alcuni missili contenenti un pericolosissimo gas nervino. Per contrastare la minaccia, il Pentagono manda sull'isola un biochimico (Cage) ed un vero artista della fuga (Connery), ex 007 a conoscenza di innumerevoli segreti della storia americana e per questo personaggio scomodo, il primo con il compito di disinnescare i missili, il secondo con quello di guidare il resto della spedizione presso i sotterranei della galera. L'operazione riuscirà al prezzo di perdite gravi tra i membri della spedizione.
Superproduzione hollywoodiana ricca di effetti speciali, grand-guignol e battute irritanti disseminate a caso per stemperare la tensione, apprezzabile per il modo in cui vengono messi alla berlina i tronfi mammut del Pentagono ed esaminate le ragioni di un terrorismo che, una volta tanto nel cinema, sembra avere anche una testa ed un cuore. Magniloquenti le musiche di Hans Zimmer.    

mercoledì 4 settembre 1996

La sindrome di Stendhal

anno: 1996       
regia: ARGENTO, DARIO   
genere: horror   
con Asia Argento, T.Kretschmann, Paolo Bonacelli, Marco Leonardi, Luigi Diberti, J.Quentin           
location: Italia
voto: 3   

Una poliziotta (Asia Argento) affetta da uno sviscerato amore per i quadri, batte la testa e perde coscienza di sé agli Uffizi di Firenze, proprio mentre sta indagando e facendo da esca per un serial-killer (Kretschmann). I due si ritroveranno e la poliziotta, stuprata dopo uno svenimento, da vittima si trasformerà in carnefice una volta tornata a Viterbo, sua città natale.
Gli elementi del cinema di Argento ci sono tutti: parapsicologia (il bacio con il pesce umanizzato, l'annullamento spazio-temporale) e suspense ma i dialoghi sono troppo banali e gli attori diretti con eccessiva approssimazione. Ispirato al libro omonimo di Graziella Magherini. Fotografia di Giuseppe Rotunno.

martedì 3 settembre 1996

Wallace & Gromit ed altre storie (Wallace & Gromit: The Aardman Collection)

anno: 1994   
regia: GOLESZOWSKI, RICHARD * LORD, PETER * NEWITT, JEFF * PARK, NICK   
genere: animazione   
location: Regno Unito
voto: 10   

Rivale in erba della potentissima Disney, la Collezione Aardman, nata in Inghilterra, ha iniziato a ritagliarsi un piccolo spazio fin dal 1972. Arriva in Italia con alcuni corti assemblati sotto l'unica epigrafe di Wallace & Gromit ed altre storie. Nel primo episodio si racconta del signor Wallace che decide, col suo cane Gromit, di andare sulla Luna a fare scorta di formaggio, giacché lì ve n'è in abbondanza. Dopo qualche difficoltà con un distributore automatico di lattine, riescono a fare ritorno sulla Terra. Il secondo episodio presenta un'inchiesta nella quale alcuni animali raccontano con distacco la loro quotidianità all'interno dello zoo dove vivono. Nel terzo un pinguino ruba un diamante dal museo municipale grazie ad un'invenzione del signor Wallace, un paio di pantaloni meccanici. Ma quest'ultimo, con l'aiuto del suo cane, riuscirà a consegnarlo alla giustizia. Capolavoro assoluto del cinema d'animazione, realizzato con la plastilina ed effetti tridimensionali, ricchissimo di sorprese di ogni tipo, il film si presta soprattutto ad un pubblico più adulto, data la complessità delle storie e la quasi totale assenza di spunti comici. Vincitore di due premi Oscar.

lunedì 2 settembre 1996

Il sosia (Grosse fatigue)

anno: 1995       
regia: BLANC, MICHEL   
genere: commedia   
con M.Blanc, C.Bouquet, Philippe Noiret, Roman Polanski, Charlotte Gainsbourgh           
location: Francia
voto: 6   

Ennesima commedia sul doppio, dove un ometto mite (Michel Blanc) viene scambiato per un feroce criminale mammone. Finale prevedibilmente nei ranghi per una commedia che, pur affidandosi ad una trovata certo non nuova, è imperniata su un efficace gioco ad incastro che coinvolge nella trama e diverte lo spettatore. Da un soggetto di Bertrand Blier sceneggiato da Michel Blanc. Cammei per Polanski e Noiret e molti altri attori nella parte di loro stessi.

domenica 1 settembre 1996

Al di là delle nuvole

anno: 1995       
regia: ANTONIONI, MICHELANGELO * WENDERS, WIM
genere: grottesco a episodi
con John Malkovich, Kim Rossi Stuart, Ines Sastre, Sophie Marceau, Marcello Mastroianni, Jeanne Moreau, P.Weller, Fanny Ardant, Chiara Caselli, Jean Reno, Irene Jacob, Vincent Perez       
location: Italia       
voto: 1

Imbarazzante trasposizione cinematografica di una serie di racconti di Antonioni (raccolti in Quel bowling sul Tevere) - scritta quando la grave malattia che ha colpito il Maestro ferrarese era ai primi sintomi - che vorrebbe essere una riflessione sull'amore, la vita e la morte e, ancora una volta, una sonda sull'universo femminile. Quattro le storie narrate. Nella prima (Cronaca di un amore mai esistito), un giovane (Kim Rossi Stuart) vive a Ferrara una singolare avventura con una maestrina (Ines Sastre) tra allontanamenti e ritrovamenti, ma rinuncerà inspiegabilmente all'amplesso con lei. Nella seconda (La ragazza, il delitto), un regista (John Malkovich, che è anche l'alter ego di Antonioni) resta folgorato a Portofino dall'incontro con una misteriosa parricida (Sophie Marceau). Il terzo capitolo (Non mi cercare) narra l'incontro parigino tra due persone (Fanny Ardant e Jean Reno) accomunate dal tradimento subito dai rispettivi partner. La quarta trama (Questo corpo di fango) riassume uno dei motivi conduttori del film, quello del confronto tra i corpi: un giovane (Vincent Perez) segue una ragazza in procinto di entrare in convento (Irene Jacob) per le vie di Aix-en-Provence. Inesistenti i dialoghi (con l'ormai intollerabile presenza di Tonino Guerra), pessima la recitazione (persino quella di Mastroianni), troppo insistito il ricorso all'erotismo, delirio senile di Antonioni. Gli unici momenti apprezzabili sono alcune scene in esterni girate da Wenders.

lunedì 6 maggio 1996

L'ottavo giorno

anno: 1996       
regia: VAN DORMAEL, JACO   
genere: drammatico   
con Daniel Auteuil, Pascal Duquenne, Dominic Gould, Miou-Miou, Isabelle Sadoyan, Henri Garcin, Michele Maes, Laszlo Harmati, Helene Roussel, Fabienne Loriaux, Didier De Neck           
location: Belgio
voto: 6   

A Bruxelles si incontrano le solitudini di Harry (Auteuil), un esperto di marketing, e di George (Duquenne), un ragazzo affetto dal morbo di Dawn. La diffidenza iniziale e l'incapacità di godere la vita dell'azzimato professionista verranno stemperate dalla trascinante vitalità di George.
Van Dormael redige e dirige calligraficamente un film discontinuo, capace di coniugare attimi di grande poesia ed immaginazione (il topo che canta, la coccinella, la formica risucchiata dall'aspirapolvere) ad altri piagnucolosi ed inautentici (la scena del pulmino con i matti a bordo è inconsistente rispetto a quella vista in Qualcuno volò sul nido del cuculo di Forman). Ma al di là di certa leziosità che traspare qua e là, il regista belga mostra di avere talento da vendere, ed uno stile che si connota, tra le altre cose, con la fine che impone ai suoi personaggi: un volo suicida. Auteuil e Duquenne premiati ex-aequo a Cannes per la migliore interpretazione maschile.