mercoledì 20 dicembre 2000

Galline in fuga (Chicken run)

anno: 2000       
regia: LORD, PETER * PARK, NICK  
genere: animazione  
location: Regno Unito
voto: 8  

Destinate a diventare un pasticcio di pollo a causa della loro scarsa produzione di uova, le galline di un pollaio-lager dell'Inghilterra, guidate da Gaia, mettono a punto piani su piani per fuggire dal posto dove sono rinchiuse. L'occasione buona si presenta quando nel pollaio arriva Rocki Bulboa, un pollo da circo che dice di saper volare…
Dopo l'esilarante Wallace & Gromit, la "collezione Aardman" bissa il successo di critica e pubblico con un film d'animazione quasi altrettanto eccellente. Abbandonata la struttura ad episodi, i personaggi in plastilina di Park e Lord sono al servizio di una vicenda ricca di trovate rocambolesche e fantasiose, che toccano il culmine nella scena in cui Rocki e Gaia finiscono dentro il mega-impianto industriale rischiando di finire in scatola.    

domenica 17 dicembre 2000

Le verità nascoste

anno: 2000       
regia: ZEMECKIS, ROBERT  
genere: horror  
con Harrison Ford, Michelle Pfeiffer, D.Scrawid  
location: Usa
voto: 6,5

Un chimico di prima grandezza (Harrison Ford), professore universitario col complesso di un padre più bravo di lui, sta portando a termine una ricerca importantissima per la sua carriera quando la moglie di seconde nozze (Michelle Pfeiffer) comincia a denunciare incomprensibili fenomeni dispercettivi. Fantasia o realtà? A seguire la trama scritta da Clark Gregg i sospetti prima convergono su un vicino di casa, quindi l'asse si sposta sul paranormale, per finire nel grandguignol degli ultimi venti minuti di questo lungo film (oltre 2 ore e mezza). La donna, che vive in una enorme casa di rimpetto ad uno dei grandi laghi del Vermont, vede infatti le porte aprirsi da sole e scricchiolare, le cornici rompersi, il computer accendersi da solo. L'aiuto dello psicanalista non le giova, quello di un'amica neppure. Decide così di mettersi in contatto con lo spirito del fantasma che comincia ad apparirle sempre più spesso e scopre così che il marito ha avuto una tresca con una studentessa che si era affezionata un po' troppo e che per questo era stata eliminata. Dopo avere compreso che la moglie ha scoperto la verità, il marito perfetto si trasforma allora in un sadico killer, pur non riuscendo a compiere il secondo omicidio.
Girato con maestria sopraffina, interpretato splendidamente (soprattutto dalla Pfeiffer), percorso da una tensione da pelle d'oca, scandito da colpi di scena a non finire, il film di Zemeckis ha soprattutto un merito: quello di riuscire a raccontare l'abreazione attraverso un plot narrativo che sembra prediligere la strada del paranormale. La figura del mosaico, alla fine, si ricompone: ma sullo sfondo rimangono troppo evidenti le tracce dei depistaggi narrativi (con tanto di richiami a La finestra sul cortile di Hitchcock e ad Angoscia di Cukor), elementi pletorici in una trama che non richiedeva tanta sovrabbondanza.    

venerdì 15 dicembre 2000

Amici miei

anno: 1974       
regia: MONICELLI, MARIO
genere: commedia
con Ugo Tognazzi, Gastone Moschin, Philippe Noiret, Duilio Del Prete, O.Karlatos, Adolfo Celi, Milena Vukotic, Silvia Dionisio, F.Tamantini, Angela Goodwin, M.Traversi       
location: Italia       
voto: 6,5

Le "zingarate" di quattro amici fiorentini (più uno aggiunto), eterni adolescenti acchiappasottane e perennemente votati alla goliardia: uno di loro (Ugo Tognazzi) è un nobile decaduto, poi c'è il gestore di un bar (Duilio Del Prete), un giornalista (Philip Noiret), un architetto (Gastone Moschin) e un medico (Adolfo Celi).
Tra gag e schiaffi ai viaggiatori in partenza sulle carrozze ferroviarie, si srotola uno dei film-culto della commedia all'italiana anni settanta, perennemente in bilico tra il tono faceto degli scherzi operati dai protagonisti e quello nostalgico e saturnino di chi sente avanzare gli anni. Alla distanza, il copione di Pietro Germi, Piero De Bernardi, Leo Benvenuti e Tullio Pinelli risente del logorio del tempo: le gag sono di quelle che hanno fatto scuola (come la famosissima "supercazzola prematurata con scappellamento a destra", di un gigantesco Tognazzi). Il registro vira però non di rado sul pecoreccio, con tanto di elegia escrementizia. Come dire che Amici miei sta agli anni settanta come il cinema dei Vanzina sta agli anni ottanta e novanta. E non a caso Carlo Vanzina riveste qui i panni di aiuto regista.    

giovedì 14 dicembre 2000

La carica dei 101 – Questa volta la magia è vera (101 dalmatians)

anno: 1996       
regia: HEREK, STEPHEN   
genere: commedia   
con Glenn Close, Jeff Daniels, J.Richardson, J.Plowright, Hugh Laurie, M.Williams, J.Shrapnel   
location: Regno Unito
voto: 6   

A Londra la stilista Crudelia Demon (Glenn Close) vuole a tutti i costi un abito confezionato con pelle di cuccioli dalmata. Grazie a due maccabei riesce a rapirne 99, 15 dei quali vengono sottratti ad una cucciolata di solerti genitori che, grazie all'aiuto di tanti altri animali, riescono a portare in salvo tutti i cuccioli.
Basato sul celebre romanzo per bambini scritto da Dodie Smith The one hundred and one dalmatians, sceneggiato da John Hughes e magnificamente interpretato da Glenn Close, La carica dei 101 è aggiornato agli anni novanta: ci sono i videogiochi e l'alta moda come impresa ma gli umani rimangono inetti ed irresponsabili, mentre agli animali - che rispetto alla versione in cartoni animati hanno perso la parola - rimane il compito di intervenire nelle situazioni cruciali.    

domenica 10 dicembre 2000

Rischiose abitudini (The grifters)

anno: 1990
regia: FREARS, STEPHEN 
genere: noir 
con John Cusak, Anjelica Huston, Annette Bening, P.Hingle, J.T.Walsh, C.Napier, H.Jones, G.Sartain, Steve Tobolowsky 
location: Usa
voto: 8 

Muovendosi tra corse truccate all'ippodromo, messinscena spettacolari e truffe di bassa lega, Roy (Cusack), sua madre Lilly (Huston) e la sua fidanzata Maira (Bening) sperano nel colpo che li sistemi definitivamente. Ma tra Baltimora, Los Angeles e Phoenix, dove i tre caracollano cercando di realizzare colpi su colpi, gangster e sciacalli vigilano su tutto. E due di loro andranno incontro a tragici destini.
Prodotto da Martin Scorsese e tratto dal romanzo The grifters di Jim Thompson (il grandissimo sceneggiatore di Orizzonti di gloria; qui la sceneggiatura è di Donald E.Westlake, lo sceneggiatore di Senza un attimo di tregua), Rischiose abitudini imbocca la strada del noir con tutto un corredo di suggestioni parallele: il rapporto morboso ai limiti dell'incesto tra madre e figlio, l'odio belluino tra "nuora" e "suocera",  e poi lusso, motel, pellicce, prostituzione e la truffa come ambizione intellettuale. Un modo ipertrofico ma anche originale di raccontare la seduzione del male.    

venerdì 8 dicembre 2000

Incompreso (Vita col figlio)

anno: 1966   
regia: COMENCINI, LUIGI 
genere: drammatico 
con Anthony Quayle, Stefano Colagrande, Simone Giannozzi, Adriana Facchetti, Silla Bettini, Rino Benini, Giorgia Moll, Graziella Granata, John Sharp, Anna Maria Nardini, Franco Fantoni 
location: Italia
voto: 8

Alla morte della madre, il piccolo Andrea (Colagrande) cerca conforto nel padre (Quayle), console inglese presso l'ambasciata di Firenze. Ma l'uomo, che vede in Andrea un ragazzino forte e insensibile, gli preferisce il fratello più piccolo (Giannozzi). Soltanto davanti alla tragedia della morte di Andrea il padre riuscirà a capire i bisogni del figlio.
A cavaliere tra il sentimentalismo in stile deamicisiano e le analisi di Mitscherlich sulla nascita di "una società senza padre", Comencini analizza la psicologia del rapporto tra padre e figlio in un'ottica che gli è congeniale: lasciando cioè sullo sfondo la dimensione sociologica e facendo aggallare quella squisitamente emotiva. Nella libera riduzione cinematografica di Leo Benvenuti e Piero De Bernardi (con la collaborazione di Lucia Drudi Demby e Giuseppe Mangione), tratta dal romanzo omonimo di Florence Montgomery, motivi di autentica commozione si alternano ad altri francamente retorici per un film che rimane comunque un caposaldo del genere psicopedagogico.

mercoledì 6 dicembre 2000

Parlando & sparlando (Walking & talking)


anno: 1995       
regia: HOLOFCENER, NICOLE
genere: commedia
con Catherine Keener, Anne Heche, T.Field, Liev Schreiber, K.Corrigan, R.Barinkoff, J.Siravo, L.Cohen, V.Pastore       
location: Usa
voto:5

Amelia (Catherine Keneer) e Laura (Anne Heche) sono amiche d'infanzia. Quando però Laura si fidanza, Amelia si sente isolata ed estromessa. La relazione con un noleggiatore di videocassette le va a rotoli a causa dell'amica, che a sua volta è in procinto di sposarsi senza convinzione. Le due amiche sapranno risolvere i loro problemi sentimentali?
Al suo esordio nel cinema indipendente made in Usa, la Holofcener scrive e dirige un film intimista e a tratti spiritoso, ma che "procede a forza di chiacchiere e battutine" (Levantesi), con troppe concessioni alla banalità e servito da interpreti decisamente mediocri.    

martedì 5 dicembre 2000

Grazie per la cioccolata (Merci piur le chocolat)

anno: 2000   
regia: CHABROL, CLAUDE 
genere: noir 
con Isabelle Huppert, Jacques Dutronc, Michel Robin, Mathieu Simonet, Brigitte Catillon, Rodolphe Pauly, Anna Mouglalis    
location: Svizzera
voto: 7 

Losanna (Svizzera). Dopo avere saputo accidentalmente di essere stata il possibile oggetto di uno scambio di culla alla nascita, una giovane pianista (Mouglalis) è determinata a conoscere il suo probabile padre. L'uomo, a sua volta, è un affermato pianista, che da poco ha sposato per la seconda volta una ricca industriale (Isabelle Huppert) dopo avere perso la precedente, amatissima moglie. La ragazza non impiega molto a capire che dietro la squisita cortesia della donna si cela il progetto di una lenta carneficina.
Per l'ennesima volta la Huppert, autentica musa del regista francese, torna ad interpretare la parte della femmina diabolica (in Un affare di donne praticava aborti clandestini mentre ne Il buio nella mente massacrava la famiglia presso la quale prestava servizio). Lo spunto di partenza è intrigante, lo svolgimento algido e fortemente morboso, l'epilogo misteriosamente aperto: quali sono le vere motivazioni della donna, ricca e potente? E perché suo marito scopre tutto di colpo? Recitazione raffinata, ambienti sibaritici, intreccio avvolgente. Un perfetto esercizio di stile.

domenica 3 dicembre 2000

R.D.F. Rumori Di Fondo

anno: 1996       
regia: CAMARCA, CLAUDIO 
genere: thriller 
con F.Dominedò, Giuditta Del Vecchio, F.Meoni, Andrea Occhipinti, Antonello Fassari, Licia Maglietta, V.Di Prima, M.Rigon 
location: Italia
voto:5

Nel tentativo di rapinare l'usuraio che lo tiene sulla corda da anni (Antonello Fassari), Zago (Domenidò), un giovane spiantato della periferia romana, dove vive insieme alla fidanzata che si prostituisce e al fratello che governa le pecore, finisce assediato dalla Polizia, guidata da un ispettore protervo e corrotto (Andrea Occhipinti). La vicenda finisce in tragedia: Zago tenta di prendere in ostaggio la donna che ha assistito all'omicidio dell'estorsore (Licia Maglietta) ma finisce a sua volta ucciso dal fratello.
Dopo la microcriminalità meneghina (Quattro bravi ragazzi), Camarca getta lo sguardo con piglio documentaristico su quella romana. Tra Pasolini e un underground che strizza l'occhio a quello d'oltreoceano, il film assume i caratteri di un western metropolitano in stile Quel pomeriggio di un giorno da cani, con molti cliché e qualche sadismo gratuito (come la perforazione del capezzolo della fidanzata di Zago).    

martedì 28 novembre 2000

Fratello, dove sei? (O bother, where art thou?)

anno: 2000       
regia: COEN, JOEL * COHEN, ETHAN  
genere: musicale  
con George Clooney, John Turturro, T.Blake Nelson, John Goodman, C.Durning, Michael Badalucco, Holly Hunter  
location: Usa
voto:7

Durante la Grande Depressione, Ulisse (George Clooney) fugge da un penitenziario del Mississippi con altri due galeotti, promettendo loro di recuperare il tesoro che aveva nascosto prima di finire in galera. Ai tre si apparecchieranno avventure di ogni sorta ma anche un inatteso successo nel campo discografico.
I fratelli Coen rivisitano alla loro maniera - grottesca, strampalata, pantagruelica come sempre - anche l'Odissea di Omero. Immagini da virtuoso del cinema, recitazione prodigiosa, qualche risata e bizzarrie sparse ovunque: ipertrofico e dionisiaco, il cinema di Joel Coen rimane ancora a un soffio dalle vette della cinematografia mondiale.    

mercoledì 15 novembre 2000

Estate romana

anno: 2000   
regia: GARRONE, MATTEO 
genere: grottesco 
con Rossella Or, Monica Nappo, Salvatore Sansone, Victor Cavallo, Simone Carella, Rosellina Neri, Ester Astrologo, Paolo Sassanelli, Giuseppe Picciotto, Michela Paolucci, Giuseppe Arena, Alex De Martino, Valeria Bendoni, Ulisse Benedetti, Clemenza Fantoni, Angelo De Florio, Elena De Martino, Elena Fioravanti, Dino Abbrescia 
location: Italia
voto: 7 

In una Roma giubilare (quella del quartiere Esquilino, nei pressi di Piazza Vittorio) devastata dai lavori a cielo aperto, Rossella (Or) fa ritorno per trovare i suoi vecchi amici, "alla ricerca di sé stessa": Salvatore (Sansone), scenografo bislacco ed indolente, e la sua assistente Monica (Nappo), separata e con doppio lavoro. Le esistenze dei tre si trascinano confusamente tra i capricci del quotidiano, gli arrembaggi del caso, la svogliatezza dell'essere. Rossella vorrebbe riprendere velleitariamente l'esperienza del teatro d'avanguardia, quello stesso per il quale Salvatore sta costruendo uno strampalato mappamondo gigante…
Erede di una quasi-tradizione che in Italia ha il suo capostipite più recente in Io sono un autarchico di Moretti (di cui Garrone - non a caso - è astato assistente alla regia), Estate romana è un film eterodosso, indipendente con purezza, girato con macchina in spalla e pochissimi mezzi, recitato in maniera esemplare, corredato da una serie di situazioni disperatamente grottesche che ne fanno una sorta di LaCapagira all'amatriciana. Un film capace di raccontare, con umorismo ed ironia, l'equilibrio convulso delle vite di tre novelli Candidi costretti al disagio di un mondo caotico.    

martedì 7 novembre 2000

Controvento

anno: 2000       
regia: DEL MONTE, PETER  
genere: drammatico  
con Margherita Buy, Ennio Fantastichini, Valeria Golino, Maria Monti, Eleonora Danco          
location: Italia
voto: 6,5  

Clara (Margherita Buy) e Nina (Valeria Golino) sono due sorelle che vivono a Torino esistenze solitarie, hanno rapporti sporadici con una madre (Maria Monti) che gioca a fare il Ponzio Pilato e di quando in quando si incontrano. Sono una l'opposto dell'altra: tanto implosa, controllata, razionale e distaccata è Clara, quanto imprevedibile, esuberante, incontrollata e disposta a gettare via la vita è Nina. I binari delle loro esistenze procederanno verso una "soluzione terapeutica" grazie all'incontro con Leo (Ennio Fantastichini, qui in una parte à la Depardieu), infermiere alcolista, un po' squinternato ed ex amante di Nina, col quale per la prima volta Clara si lascia andare, dando alla sua vita una dimensione più umana. Per Nina si apparecchierà invece una tragica soluzione alla sua esistenza.
Il copione di Gloria Malatesta, Claudia Sbarigia e Peter Del Monte gioca su tutta la gamma di chiaroscuri dei quali tre attori straordinari si mostrano perfettamente all'altezza. Il gioco di specchi - imperniato stavolta sullo yin e lo yang delle personalità delle due sorelle - è ancora una volta nel cinema di Del Monte la chiave narrativa per raccontare due percorsi esistenziali opposti e difficili, immersi nel cielo scuro e perennemente minaccioso di una Torino fotografata negli angoli degradati. Intenso, ben cesellato nei dettagli (il monologo della Buy al telefono è straordinario non soltanto nell'interpretazione, ma anche nella scrittura), il film di Del Monte si perde soltanto nello spazio eccessivo concesso ai personaggi di contorno, non sempre all'altezza della situazione. "La cambio io la vita che non ce fa la fa a cambiare me", canta Patty Pravo in E dimmi che non vuoi morire, molto opportunamente inserita sui titoli di coda del film.    

domenica 5 novembre 2000

Casinò

anno: 1995   
regia: SCORSESE, MARTIN   
genere: gangster   
con Robert De Niro, Sharon Stone, Joe Pesci, James Woods, Don Rockles, Phillip Suriano, Frank Vincent, Pasquale Cajano, Alan King, Kevin Pollak, L.Q. Jones, Dick Smothers, John Bloom, Melissa Prophet, Bill Allison, Vinny Vella, Catherine Scorsese, Erika Von Tagen, Jerry Vale, Jayne Meadows, Oscar Goodman, Frankie Avalon, Steve Allen   
location: Usa
voto: 9   

1983. A Las Vegas l'ebreo Sam "Asso" Rothstein (Robert De Niro) vorrebbe rilevare la gestione di un grosso casinò nella speranza di arricchirsi senza ricorrere esplicitamente alla malavita. Tra soldi trafugati di nascosto, pestaggi, raccomandazioni, l'infatuazione per una puttana isterica dal cuore di pietra che diventa sua moglie (Sharon Stone), Asso ha un bel daffare per tenere in equilibrio i rapporti con la mafia, padrona del casinò. Il suo braccio destro (Joe Pesci) - un omuncolo terribile ed efferato proprio come Stalin - e sua moglie avranno il destino che meritano, mentre lui la scamperà persino ad un tentativo di omicidio col tritolo.
Basato sul libro di Nicholas Pileggi (che lo ha poi sceneggiato con Scorsese), Casino volteggia con la cinepresa dietro le quinte che animano quella macchina da soldi istituzionalizzata che è il casinò, con tutti i furfanti, le puttane e gli amici sedicenti che lo popolano. Abiti elegantissimi, montaggio da grande cinema d'Autore, musica rock incalzante, attori bravissimi con un De Niro stratosferico e turbonarrazione: tutto al servizio di un tema chiuso in una sola frase, che De Niro rivolge alla moglie Sharon Stone: "Posso fidarmi di te? Posso fidarmi di te? Posso fidarmi di te?".

mercoledì 1 novembre 2000

Mouchette – Tutta la vita in una notte

anno: 1967       
regia: BRESSON, ROBERT   
genere: drammatico   
con N.Nortier, J.C.Guilbert, P.Hebert, M.Cardinal, J.Vimenet, M.Susini, S.Huguenin, M.Trichet, R.Chabrun   
location: Francia
voto: 3   

L'adolescente Mouchette (Nadine Nortier) vive nella provincia francese, emarginata dai compagni. Un giorno viene violentata da un bracconiere. Torna a casa, dove trova la madre - la sola persona con la quale vive - in fin di vita. Torna sul luogo della violenza e, rotolandosi per una scarpata, si suicida.
Tratto ancora da Georges Bernanos dopo Il diario di un curato di campagna, il film, che sfodera il consueto stile algido di Bresson, "è una perorazione alta e solenne a favore di chi dalla vita non può sperare che la morte" (Kezich). Un tetro bianco e nero, la totale rarefazione dei dialoghi e l'impotenza della protagonista davanti ad una realtà impossibile, la sua disperazione panica sembrano potere trovare la loro unica consolazione nel suicidio.    

domenica 29 ottobre 2000

I fiumi di porpora (Les rivieres pourpres)

anno: 2000       
regia: KASSOVITZ, MATHIEU 
genere: giallo 
con Jean Reno, Vincent Cassel, Nadia Fares, Jean Pierre Cassel, K.Belkhadra, D.Flamand, Dominique Sanda    
location: Francia
voto: 8 

Impegnati in due casi apparentemente distinti - quello di un barbaro omicidio preceduto da strazianti torture e la profanazione di una tomba dove è sepolta una bambina - il veterano commissario Niémans (Jean Reno) e il giovane collega Kerkèrian (Vincent Cassel), uno che proviene "dall'altra sponda", si trovano a collaborare tra loro. Gli indizi infatti li conducono ad una università-modello ubicata sulle Alpi a 3000 metri di quota, dove un rettore con tendenze filonaziste vorrebbe allevare una razza superiore attraverso una selezione dei più dotati intellettualmente e fisicamente. I continui incroci tra consanguinei hanno però indebolito la "razza", che ha così bisogno di rinforzarsi altrove, sostituendo i neonati delle famiglie montanare autoctone con i pargoli tarati nati dai figli dell'università. Ma qualcuno non sta al gioco ed inizia una serie di delitti truculenti.
Tratto dal best-seller omonimo di Jean Christophe Grangè, che lo ha poi sceneggiato col regista, I fiumi di porpora (la metafora sta per il sangue che scorre nelle vene dei "sani") è un thriller agghiacciante come non se ne vedevano da tempo. Più morboso de Il Silenzio degli innocenti, più terrificante de L'esorcista, più rigoroso nella sceneggiatura de I soliti sospetti, il film di Kassovitz - ritrovato enfant-prodige del cinema transalpino - è di quelli ad altissima tensione. L'ombra di ieri del nazismo e quella di oggi dell'eugenetica fusa con la biotecnologia molecolare, scene d'azione mozzafiato, qualche tocco da cinema dell'orrore sono gli ingredienti di uno dei gialli meglio riusciti del periodo, indebolito soltanto da un finale eccessivamente frettoloso.    

domenica 8 ottobre 2000

Agente 007 - GoldenEye

anno: 1995   
regia: CAMPBELL, MARTIN  
genere: spionaggio  
con Pierce Brosnan, Sean Bean, Izabella Scorupco, Famke Janssen, Joe Don Baker, Judi Dench, Robbie Coltrane, Simon Kunz, Minnie Driver, Tchéky Karyo, Alan Cumming, Gottfried John, Serena Gordon, Michael Kitchen, Samantha Bond, Desmond Llewelyn  
location: Regno Unito
voto: 6

L'agente segreto 007 (Pierce Brosnan), al servizio si sua Maestà britannica, stavolta è alle prese con un ex-collega che - sfruttando i sentimenti di rivalsa di alcuni militari russi ancora segnati dall'esperienza della Guerra Fredda - vorrebbe appropriarsi con questi di un satellite nucleare (Il GoldenEye, appunto) puntandolo in direzione di Londra, per poi svuotare le banche della città dopo avere messo k.o. i congegni elettronici della città. Inutile dire che - muovendosi tra San Pietroburgo, Cuba e l'Inghilterra - James Bond riuscirà a sventare il pericolo.
Nella storia di Michael France (già autore del copione di Cliffhanger), sceneggiata da Jeffrey Caine e Bruce Feirstein, il personaggio di Ian Fleming fa uso di ogni possibile mezzo di locomozione, sventra palazzi passandovi in mezzo con un carro armato, si tuffa da qualsiasi altezza e su qualunque suolo, è invincibile, cavalleresco, galante e pieno di umorismo, non si fa mai un graffio e come Priapo è sempre pronto all'Atto, con la maiuscola, s'intende. Alla fiera dell'inverosimile ci si diverte comunque moltissimo: sparatorie e inseguimenti in quantità, persino qualche siparietto comico, trama fittissima, belle donne e un Brosnan con la faccia da indossatore risollevano gli umori un po' stanchi di un personaggio che - grazie al tocco del neozelandese Martin Campbell - sembra ancora molto lontano dalla pensione. GoldenEye è il primo film della serie girato dopo la caduta del muro di Berlino ed il primo interpretato dal nordirlandese Brosnan. Nei bei titoli di testa, peraltro in classico stile 007 aggiornato agli anni Novanta, con immagini alla Salvator Dalì che mescolano reperti dell'URSS che fu con donne danzanti, si può sentire GoldenEye, scritta da Bono e The Edge e cantata da Tina Turner.    

martedì 3 ottobre 2000

Blade runner

anno: 1982       
regia: SCOTT, RIDLEY   
genere: fantascienza   
con Harrison Ford, Rutger Hauer, Sean Young, Edward James Olmos, M. Emmet Walsh, Daryl Hannah, William Sanderson, Brion James    
location: Usa
voto: 6,5   

Nella Los Angeles del 2019 ridotta ad una casbah gigantesca quattro "replicanti", androidi generati dai dottor Frankenstein del ventunesimo secolo, stanno cercando di farsi allungare la vita dal loro creatore. Rick Deckard (Harrison Ford) - capo della polizia locale - ha il compito di eliminarli. Ma si innamora di una di loro (Sean Young).
Basato sul romanzo Do androids dream of electric sheep di Philip K.Dick e sceneggiato da Hampton Fancher e David Peoples, Blade runner è unanimemente considerato uno dei pilastri del genere fantascientifico, caratterizzato dall'inquietante esplosione demografica losangelina (dominata dagli orientali), dall'atmosfera cupa e noir che avvolge l'intero film, dalla trama thriller e dalla dialettica tra il bene e il male che hanno confini indefiniti: il leader dei replicanti, novello Prometeo, chiede il diritto alla vita ed ha pietà di quella del suo cacciatore, a sua volta algido esecutore delle sue funzioni. Nel 1991 lo stesso Scott rimise in circolazione in film togliendo la narrazione fuori campo e cambiando il finale, meno consolatorio ma più sibillino.    

sabato 30 settembre 2000

La vita sognata degli angeli (La vie revée des anges)

anno: 1998   
regia: ZONCA, ERICK    
genere: drammatico    
con Elodie Bouchez, Jo Prestia, Patrick Mercado, Gregoire Colin, Lyazid Ouelhadj, Murielle Colvez, Louise Motte, Natacha Régnier, Francine Massenhave, Frédérique Hazard, Zivko Niklevski    
location: Francia
voto: 9    

Lille (Francia). Nell'appartamento di una ragazza in coma a causa di un incidente vivono le due ventenni proletarie Isa (Elodie Bouchez) e Marie (Natacha Régnier). La prima è solare e generosa, la seconda autodistruttiva, antisociale e stizzosa, al perenne inseguimento dell'amore sbagliato. Isa comincia a frugare tra le lettere della proprietaria di casa, che non conosce ed è in coma, mentre Marie si attacca morbosamente ad un ricco rampollo che la prende in giro. La ragazza in coma si riprenderà, forse anche grazie alle cure di Isa. Marie morirà suicida, nonostante l'affetto della sua amica.
A 42 anni Zonca esordisce con un film di finissima scrittura, giocato su una gamma espressiva che tocca tutti i colori dell'arcobaleno, su una sceneggiatura rigorosa e perfetta, realizzando un film toccante, sincero, a tratti struggente, interpretato con bravura impressionante dalle due protagoniste, vincitrici ex-aequo della Palma d'oro a Cannes. In esso si alternano i temi del conflitto di classe, di quello tra i sessi e una prospettiva complessa dei legami di amicizia. Intenso, vibrante, magnificamente raccontato: un esordio impeccabile per uno dei più promettenti registi transalpini. Il film vinse 3 premi Cèsar in Francia: miglior film, miglior attrice (Bouchez) e migliore promessa femminile (N.Régnier).    

mercoledì 27 settembre 2000

Fight club

anno: 1999      
regia: FINCHER, DAVID
genere: drammatico
con Brad Pitt, Edward Norton, Helena Bonham Carter, Meat Loaf Aday, J.Leto
location: Usa      
voto: 1

Un annoiato yuppie newyorchese (Edward Norton) ravviva le sue giornate frequentando gruppi di malati terminali, fino a quando non incontra il sedicente Tyler Durden (Brad Pitt), con il quale fonda il Fight club, una sorta di massoneria i cui membri - accomunati da un progetto neo-luddista - provano l'emozione di esistere massacrandosi a pugni nudi. Sotto la guida del "messia" Durden, la cellula primaria del Fight club fa proseliti in tutti gli States, mette a segno, uno dopo l'altro, efferati atti terroristici e diventa una scheggia impazzita ed irrefrenabile di una società alienata e allo sbando. Quando il nostro yuppie si rende conto che Durden è soltanto una proiezione della sua mente, un effetto del suo io-diviso e della sua schizofrenia, è forse ormai troppo tardi per tornare indietro.
Qualcuno lo ha definito "una parabola dark e paradossale sull'alienazione prodotta dall'onnipotenza dell'economia. Violento, ma con humour" (Lastrucci) ma si fatica davvero a trovare un barlume di umorismo in un film che ha tutti i crismi dell'ideologia dell'ultradestra conservatrice: critica alla società capitalista in favore di un ritorno neo-francescano alle origini, esaltazione sperticata della violenza e dei riti di iniziazione come prova della dignità della propria esistenza, mito dell'ultrauomo. Peccato che la categoria destra-sinistra sia, nel duemila, del tutto sorpassata ed inadeguata per definire un film diseducativo, girato male, lento, magniloquente, teso soltanto alla provocazione: prova ne sia che Roberto Silvestri, il critico del Manifesto opportunamente turlupinato da Nanni Moretti in Caro diario, lo ha definito uno dei film "più commoventi, etici […] visti al Lido", sprecando per questa spacconata anche l'aggettivo "poetico". Brutto il film, ma brutta anche l'idea (la sceneggiatura è di Jim Uhls), con Norton che veste ancora una volta i panni dello schizofrenico dopo l'esordio di Schegge di paura. Rimane da chiedersi dove andremo a finire: trent'anni fa ci scandalizzava il burro che Marlon Brando riponeva nell'ano di Maria Schneider in Ultimo tango a Parigi. Negli anni ottanta ci sembrava violentissimo Platoon e ci infastidivano la televisione di Donatella Raffai e programmi come Colpo Grosso. Oggi abbiamo fatto il callo a film come Crash, Assassini nati e Fight club, alla pubblicità delle linee erotiche e alla faccia di Maria De Filippi e abbiamo eletto a nuovi messia della sinistra gente come Serena Dandini e Fabio Fazio. Di questo passo, il cinema di Clint Eastwood - per recuperare quella famosa e vieta categoria - ci sembrerà roba di ultrasinistra?   

lunedì 25 settembre 2000

Senza un attimo di tregua (Point blank)

anno: 1967       
regia: BOORMAN, JOHN  
genere: gangster  
con Lee Marvin, A.Dickinson, K.Wynn, C.O’Connor, L.Bochner, M.Strong, J.Vernon, S.Acke, J.Sikking, S.Warner  
location: Usa
voto: 4  

Fuggito da Alcatraz, Walker (Lee Marvin) vuole vendicarsi dell'ex-compagno di galera Yost (Keenan Wynn), che gli ha portato via la donna (Angie Dickinson) e 93.000 dollari: centrerà l'obiettivo inanellando una serie di delitti più o meno efferati.
Al suo esordio vero e proprio, Boorman punta su una miscela di azione e racconto a puzzle, condita dall'algido carisma di Marvin. La sceneggiatura di Alexander Jacobs, David Newhouse e Rafe Newhouse basata sul romanzo The hunter di Donald E.Westlake (che l'ha formato sotto lo pseudonimo di Richard Stark), perde colpi con gli anni e le motivazioni del protagonista sembrano rimanere fini a sé stesse. Nel 1998 Brian Helgeland ne ha fatto un remake intitolato Payback e interpretato da Mel Gibson.    

domenica 24 settembre 2000

The game - Nessuna regola

anno: 1997  
regia: FINCHER, DAVID
genere: noir
con Michael Douglas, Sean Penn, Deborah Kara Unger, James Rebhorn, Peter Donat, Carroll Baker, Anna Katarina, Armin Mueller-Stahl, Charles A. Martinet, Scott Hunter McGuire, Florentine Mocanu, Elizabeth Dennehy, Caroline Barclay
location: Usa   
voto: 7,5

Nicholas Van Orton (un eccellente Michael Douglas), ricco e potente consulente finanziario di San Francisco, compie il suo 48° compleanno. Per l'occasione, suo fratello (Sean Penn) gli regala la tessera di iscrizione ad una società che si occupa di ravvivare la vita monotona di yuppies e colletti bianchi. In pochissimo tempo la vita di Nicholas si trasforma in un incubo. Ma si tratta soltanto di un gioco costosissimo che suo fratello ha pagato per fare approdare Nicholas all'abreazione della morte suicida del padre.
Se si chiude un occhio (meglio tutti e due) sull'inverosimiglianza della storia (la villa del plutocrate espugnabile in un attimo, il fortunoso ritorno dal cimitero del Messico dove era finito, i proiettili a salve che però bucano il parabrezza dell'auto e così via) e si prende il film, appunto, per un gioco, la cosa funziona: collocato al crocevia tra Fuori orario e F/X - Effetto mortale, il copione scritto da John Brancato e Michael Ferris nel suo essere senza nessuna regola è tesissimo e pieno di invenzioni; il film è ben diretto e meglio interpretato e il doppio finale regala sorprese a volontà. Cinema vacanziero ad altissima tensione.

venerdì 22 settembre 2000

Ironia della sorte (L’ironie du sort)

anno: 1973       
regia: MOLINARO, EDOUARD  
genere: guerra  
con Pierre Clementi, M.H.Breillat, J.Spiesser, R.Kolldehoff, J.Desailly, B.Fossey, J.Mills, H.Verner, P.Vaneck, C.Rich  
location: Francia
voto: 4

Cosa accadrebbe se un attentato contro un gerarca fascista va in porto o meno? Quale sarebbe la vita dell'attentatore, il giovane Antoine (Pierre Clementi)? Prova ad immaginarlo Edouard Molinaro partendo da un romanzo di Paul Guimard, adattato con dai due con Pierre Kast (i dialoghi sono dello stesso Guimard), ambientando l'occupazione nazista a Nantes, nel 1943. Molte variazioni che nascono da uno stesso episodio (un'automobile nazista che si accende o meno) e che fanno rincontrare molti anni dopo i diversi personaggi sotto diverse spoglie. Operazione convincente e lucida sulla carta, meno in pellicola: il racconto è farraginoso, a volte patetico, spesso autocompiaciuto e gli interpreti non sono decisamente all'altezza. Un meccanismo intelligente ma mal congegnato.    

mercoledì 20 settembre 2000

Space cowboys

anno: 2000   
regia: EASTWOOD, CLINT  
genere: fantascienza  
con Clint Eastwood, Tommy Lee Jones, James Garner, Donald Sutherland, James Cromwell, Loren Dean, Courtney B. Vance, Alexander Kuznetsov, Rade Serbedzija, Barbara Babcock, William Devane, Marcia Gay Harden  
location: Usa
voto: 8

Un satellite russo per le comunicazioni sta per finire sulla terra. Il solo che può ripararlo evitando che ciò accada è Frank Corvin (Eastwood), il progettista che ne aveva realizzato i congegni anni prima, non certo per darli ai russi. Corvin, che quarant'anni prima era rimasto a terra quando il suo capo (James Cromwell) preferì alla sua squadra - il Team Dedalus - uno scimpanzé, vuole come unica condizione che lui e gli altri tre vecchietti della sua squadra vadano finalmente in orbita per riparare il guasto. Ma una volta lì si accorgono che si tratta di un satellite nucleare installato durante la Guerra Fredda. I quattro vecchietti realizzano comunque un'operazione impossibile. Nello stesso anno in cui riceve il Leone d'oro alla carriera, l'ormai settantenne Eastwood si cimenta anche con la fantascienza (qualcosa di vagamente simile l'aveva già fatta con Firefox - Volpe di fuoco), mostrando di sapere attraversare i generi con stile ed eleganza. Space cowboys non è soltanto un film quasi-fantascientifico, ma una mistura riuscitissima di spionaggio, thriller e comicità (le scene in cui i quattro cercano di superare le prove fisiche per il lancio sullo spazio sono spassosissime) che è l'ulteriore cifra che si aggiunge alla ricchissima panoplia del regista americano. La sceneggiatura, davvero impeccabile, è di Ken Kaufman e Howard Klausner.    

sabato 16 settembre 2000

La lingua del santo

anno: 2000       
regia: MAZZACURATI, CARLO  
genere: commedia  
con Antonio Albanese, Fabrizio Bentivoglio, Isabella Ferrari, Toni Bertorelli, Ivano Marescotti, Marco Paolini, Giulio Brogi  
location: Italia
voto:5

Nella Padova dell'opulenza economica due poveri cristi, Antonio (Albanese) e Willy (Bentivoglio), l'uno con la passione del rugby, l'altro afflitto dall'allontanamento della moglie (Isabella Ferrari), dopo vari furtarelli, rubano una reliquia di Sant'Antonio (la "lingua" del santo, appunto) per chiedere un riscatto. Al no del Vaticano replica un ricco mecenate locale (Giulio Brogi), che in realtà ha preparato loro una trappola. Willy ci cascherà volutamente; Antonio prenderà il volo oltre l'Oceano.
Reietti e diseredati continuano ad essere i protagonisti delle storie di Mazzacurati, con risultati alterni. Ne La lingua del santo, declinata troppo su registri patetico-sentimentali, toni da commedia e accademismi in fase di regia forniscono una prova complessivamente opaca, dove la bravura dei due protagonisti non basta ad uscire dalla gabbia di un film eccessivamente alla caccia di lirismo.    

martedì 12 settembre 2000

I cento passi

anno: 2000   
regia: GIORDANA, MARCO TULLIO  
genere: biografico  
con Luigi Lo Cascio, Luigi Maria Burruano, Lucia Sardo, Paolo Briguglia, Tony Sperandeo, Roberto Zibetti, Claudio Gioe', Fabio Camilli, Ninni Bruschetta, Francesco Giuffrida, Gaspare Cucinella, Domenico Centamore, Pippo Montalbano, Roberto Zibetti, Andrea Tidona, Mimmo Mignemi, Paola Pace  
location: Italia   
voto: 8

Cento sono i passi che separano l'abitazione di Peppino Impastato (un magnifico Luigi Lo Cascio) da quella del boss mafioso Tano Badalamenti (Tony Sperandeo), a Chinisi, in provincia di Palermo. Peppino rifiuta questo imparentamento territoriale, cresce refrattario all'etica mafiosa che vorrebbe impartirgli il padre, confluisce nelle file del PCI, fonda una radio libera negli anni '70 (Radio Aut) con il preciso intento di denunciare le malefatte dei mafiosi e dei notabili scudocrociati, si candida con Democrazia Proletaria e, dopo tanto coraggio, finisce ammazzato col tritolo nello stesso giorno del ritrovamento del cadavere di Aldo Moro, nel 1978. Si disse che aveva fatto la fine dell'editore Feltrinelli: un incidente durante un'operazione di sabotaggio a un treno… 
Giordana ha un profilo pressoché unico nel nostro cinema. Dopo il riflusso (Maledetti vi amerò), gli anni di piombo (La caduta degli angeli ribelli) la tragedia dello stadio Heysel (Appuntamento a Liverpool) e il delitto Pasolini (Pasolini - Un caso italiano), continua a raccontarci senza retorica la storia del nostro passato più recente con una sensibilità, un'acutezza e una limpidezza narrativa che sembrano essere la sua cifra registica più pronunciata. Alla sapidità dei contenuti si aggiunge una forma sempre snella, caratterizzata da un'impeccabile direzione degli attori. Anche quando, come in questo caso, il regista si cimenta con degli esordienti. Ancora una volta, Giordana si conferma una delle stelle più luminose del nostro firmamento cinematografico. Nella colonna sonora appaiono brani di Arvo Pärt, degli Animals e dei Procol Harum (A wider shade of pale).

lunedì 11 settembre 2000

A ciascuno il suo

anno: 1967       
regia: PETRI, ELIO   
genere: giallo   
con Gian Maria Volontè, Irene Papas, Gabriele Ferzetti, L.Nucci, Mario Scaccia, Luigi Pistilli, Leopoldo Trieste, G.Pallavicino, T.Zappalà, L.Scalise, O.Cannarozzo, A.Rivero, M.Jannucci, F.Tranchina, C.Ferro, C.Oliviero, V.Macchi, Salvo Randone   
location: Italia
voto: 6   

In un paese di provincia siciliano, il professor Paolo Laurana (Gian Maria Volontè) indaga sulla morte di un uomo, che sembra avere un movente politico. D'accordo con la moglie del defunto (Irene Papas), Laurana sembra vicino alla soluzione del caso quando finisce sotto il tritolo, senza sapere che probabilmente il movente dell'omicidio era passionale.
Liberamente ispirato al romanzo omonimo di Leonardo Sciascia e sceneggiato da Elio Petri e Ugo Pirro, il film segue a livello metanarrativo la ricomposizione del mosaico che il protagonista compie attraverso le lettere anonime che lo minacciano di morte dopo avere fatto altrettanto con il morto ammazzato. Si compone così una galleria di personaggi la cui funzione non è sempre chiara ai fini del racconto, che si avvale comunque di un crescendo di tensione ben orchestrato da Petri e magnificamente eseguito da Volontè.    

giovedì 31 agosto 2000

Dolly's restaurant (Heavy)

anno: 1995       
regia: MANGOLD, JAMES  
genere: drammatico  
con P.Taylor Vince, Shelley Winters, Liv Tyler, D.Harry, J.Grifasi, E.Dando          
location: Usa
voto: 7

In conflitto con i propri genitori, Callie (Liv Taylor) trova la strada dell'indipendenza andando a lavorare come cameriera nel ristorante dell'anziana Dolly (Shelley Winters). Qui la ragazza suscita l'interesse di Victor (Pruitt Taylor Vince), figlio obeso, complessato, mite e taciturno della proprietaria, e la gelosia di Dolores (Deborah Harry). Quando Dolly muore, Victor non  dice niente a nessuno, nella speranza di mantenere intatto l'equilibrio che si è instaurato nel locale.
Premiato dalla giuria al Sundance Film Festival, il primo lungometraggio di Mangold - allievo di Milos Forman - è un capolavoro di mezzitoni "giocato sui particolari e sugli sguardi" (Levantesi), di personaggi a tutto tondo di assoluta ordinarietà, capaci di creare un'atmosfera di continua tensione che non arriva mai ad esplodere. Splendida l'interpretazione di Pruit Taylor Vince.    

mercoledì 23 agosto 2000

Autunno

anno: 1999       
regia: DI MAJO, NINA  
genere: commedia a episodi  
con G.Bruno, F.Caracciolo, M.M.De Notaris, A.Di Majo, N.Di Majo, P.A.Di Majo, S.Gessner, Marino Masè, I.Milanese, A.Nunziante Cesaro, Moni Ovadia, E.Piccolomini, P.Pisacane, D.Rossi Doria
location: Italia
voto: 2  

Napoli. Costanza (Nina di Majo) è una studentessa universitaria dal carattere insopportabile, che va d'accordo soltanto con la zia, contesta continuamente i genitori in procinto di separarsi ed ha velleità letterarie. Matteo è un adolescente dell'alta borghesia con problematiche comportamentali e sogni matricidi. Cosa c'entrino l'uno con l'altra, a parte le difficili relazioni parentali e il fatto che i protagonisti dei due episodi, pur non avendo alcun tratto narrativo in comune, si sovrappongono di continuo, lo sa solo questa proterva regista d'ultim'ora.
Il tentativo di scimmiottare Moretti è palese, almeno quanto lo sono i difetti di dizione della protagonista che ha avuto il coraggio, con il finanziamento in fase produttiva di Giorgio Magliulo, di arruolare l'intera famiglia. Borioso nelle tematiche, sciatto nella regia, mal scritto, ispessito da una colonna sonora che non ha nulla a che vedere con le immagini, Autunno, con il suo titolo privo di significato, sembra metaforicamente segnare la stagione più grigia del cinema italiano. Peccato trovarci uno come Moni Ovadia, che anche in parodie del genere mette tutta la propria elegante professionalità.    

lunedì 21 agosto 2000

I soliti ignoti

anno: 1958   
regia: MONICELLI, MARIO
genere: commedia
con Totò, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Renato Salvatori, Carla Gravina, Claudia Cardinale, Tiberio Murgia, Memmo Carotenuto, Rossana Rory, Carlo Pisacane, Gina Rovere, Gina Amendola, Elisa Fabrizi, Elvira Tonelli, Mario Feliciani, Mimmo Poli, Mario De Simone, Nino Marchetti, Aldo Trifiletto, Ida Masetti, Edith Bruck, Mario Meniconi, Pasquale Misiano, Lisa Romey, Amerigo Santarelli, Gustavo Serena, Roberto Spiombi, Renato Terra
location: Italia   
voto: 8

Un manipolo di scalcagnati rubagalline progetta un furto in una gioielleria. Tra contrattempi e rinvii e a dispetto dei precetti di un maestro dello scasso (impersonato da Totò), i "soliti ignoti" si ritroveranno a rubare un piatto di pasta e fagioli.
La grande stagione del cinema italiano, rappresentata dai suoi nomi di maggior calibro - al copione hanno lavorato Age, Scarpelli, Suso Cecchi D'Amico e Mario Monicelli - tocca uno dei suoi vertici più alti con uno spettacolo spassosissimo, costruito su gag epiche, che non a caso ebbe un seguito eccellente (L'audace colpo dei soliti ignoti) ed un inutile amarcord (I soliti ignoti vent'anni dopo) con tentazioni commerciali. Monicelli ebbe l'ardire di far indossare a Gassman i panni del comico; il resto della combriccola, da Totò a Mastroianni, non ha bisogno di encomi.    

sabato 19 agosto 2000

Cronaca familiare

anno: 1962       
regia: ZURLINI, VALERIO  
genere: drammatico  
con Marcello Mastroianni, Jacques Perrin, V.Ciangottini, Salvo Randone, Sylvie, S.Vergano, M.Guglielmi  
location: Italia       
voto: 6

Rimasti orfani in occasione del secondo parto della madre, Enrico (Marcello Mastroianni) e il neonato Lorenzo (Jacques Perrin) sono destinati a vite separate: il primogenito vive con la nonna, soffre di tisi e povertà e stenta a trovare un lavoro nella Firenze del 1938. Lorenzo viene adottato da un barone (Salvo Randone) che dissipa il suo patrimonio in pochi anni, impedendo al ragazzo di terminare gli studi ed apparecchiandogli un futuro si stenti, fino ai ricoveri in clinica a Roma, durante la guerra, e alla morte.
Tratto dal romanzo omonimo di Vasco Pratolini e sceneggiato da Mario Missiroli e Valerio Zurlini, Cronaca familiare rimane fedele al testo originale, conservato nella voce fuori campo di Enrico. Cupo e denso, malinconico e a volte spettrale, mai consolatorio, il film di Zurlini racconta il rovesciamento di due destini nel difficile rapporto tra due fratelli. Stile asciutto, ritmo assente, recitazione da applausi.    

lunedì 14 agosto 2000

Io ti salverò (Spellbound)

anno: 1945   
regia: HITCHCOCK, ALFRED   
genere: drammatico   
con Ingrid Bergman, Gregory Peck, Michael Chekhov, Leo G. Carroll, John Emery, Richard Bartell, Matt Moore, Harry Brown (II), Steven Geray, Donald Curtis, Joel Davis, Edward Fielding, Dave Willock, Bill Goodwin, Paul Harvey, Regis Toomey, Clarence Straight, George Meader, Teddy Infuhr, Wallace Ford, Art Baker, Victor Kilian, Norman Lloyd, Addison Richards, Janette Scott, Erskine Sendford, Rhonda Fleming, Jean Acker    
location: Regno Unito
voto: 7   

In un ospedale psichiatrico di New York la dottoressa Constance Peterson (Ingrid Bergman) è alle prese con un caso di amnesia, presentato da un sedicente medico, il dottor Edwardes (Gregory Peck), che - a causa di un ingiustificato complesso di colpa - ha perduto la sua identità sostituendosi allo scomparso dottore. Innamoratasi, la psichiatra decide di aiutare questo improvvisato paziente sfuggendo agli inseguimenti della polizia che nel frattempo ha saputo della scomparsa del vero dottor Edwardes. Il caso si risolve scoprendo che il complesso di colpa del paziente riguardava la morte accidentale, da bambini, provocata da questo nei confronti del fratello.
Da un romanzo di Francis Beeding adattato da Angus MacPhail, Hitchcock combina Freud con Salvator Dalì (che ha realizzato le sequenze del sogno) focalizzando il percorso del film sull'abreazione finale. Suspense e una sceneggiatura (di Ben Hecht) a regola d'arte irrobustiscono un film appannato soltanto da qualche sbavatura negli effetti speciali.

Il bell'Antonio

anno: 1963   
regia: BOLOGNINI, MAURO    
genere: drammatico    
Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale, Pierre Brasseur, Rina Morelli, Tomas Milian, Fulvia Mammi, Patrizia Bini, Anna Arena, Maria Luisa Crescenzi, Jole Fierro, Cesarina Gheraldi, Alice Sandro, Guido Celano, Maurizio Conti, Salvatore Fazio, Rino Giusti, Enzo Tiribelli, Ugo Torrente, Nazzareno D'Aquilio, Nino Camarda, Anna Glori, Gina Mattarolo    
location: Italia
voto: 8    

Antonio (Marcello Mastroianni), figlio di un militare in congedo (Pierre Brasseur), è ambito da molte femmine di Catania per la sua bellezza. Sposatosi con Barbara (Claudia Cardinale), dopo più di un anno i due non riescono ad avere figli e il padre di lei, un facoltoso notaio con un consistente patrimonio finanziario, chiede l'annullamento alla Sacra Rota. La "fama" di Antonio verrà salvata dalla servetta di casa, mentre il padre, per dimostrare la quantità di testosterone a disposizione della sua genia, muore deliberatamente consumando le sua ultime energie in un bordello.
Tratta dal romanzo omonimo di Vitaliano Brancati, la sceneggiatura di Pier Paolo Pasolini e Gino Visentini sposta l'ambientazione dall'epoca del fascismo agli anni Cinquanta, mettendo a fuoco l'ipocrisia collettiva contrapposta dialetticamente alla recalcitranza di un personaggio come Antonio, che non potrebbe essere più avulso dalla cultura alla quale appartiene. La bella Barbara è più preoccupata dalla possibilità di un secondo matrimonio con un miliardario, il padre di Antonio dalla salvaguardia della leggendaria virilità della famiglia, la servetta dall'occasione di un'improvvisa quanto rapida ascesa sociale. Toni cupi, fotografia bellissima e contrastata e la recitazione tutta in levare di Mastroianni, contornato da un Pierre Brasseur da antologia e da una Rina Morelli (nella parte della madre) che avrebbe dovuto avere un posto fisso sul grande schermo fanno del film di Bolognini uno dei suoi migliori saggi di regia. Vela d'oro al Festival di Locarno.    

domenica 13 agosto 2000

Il mondo secondo Garp (The world according to Garp)

anno: 1982   
regia: HILL, GEORGE ROY 
genere: commedia 
con Robin Williams, Mary Beth Hurt, Glenn Close, John Lithgow, Swoosie Kurtz, Peter Michael Goetz, Amanda Plummer, Hume Cronyn, Jessica Tandy, James McCall, Kate McGregor-Stewart, Ian MacGregor  
location: Usa   
voto: 7,5


Quali sono state le aberrazioni del femminismo? Prova a raccontarcerlo John Irving, autore del romanzo omonimo sul quale si basa il film di George Roy Hill sceneggiato da Steve Tesich (già autore dell'ottimo All american boys), che travestendo da commedia la storia di T.S.Garp (Robin Williams) rovescia la prospettiva da clima "politicamente corretto" provando a vedere quali danni provocano femminismo e sessuofobia sul maschio. Garp (Robin Williams) nasce dall'unica copula che sua madre Jenny Fields (Glenn Close) ha con un moribondo in ospedale, presso il quale presta servizio da infermiera. La donna lo cresce con apprensione, ne traccia le scelte una volta adulto, paga per lui una prostituta e lo guarda storto se lo pesca con l'occhio concupiscente rivolto a qualche ragazza. La sessuofobia materna si trasforma ben presto in pagliacciata ideologica, con tanto di reclutamento delle frange più estreme del femminismo in una specie di comunità autarchica. Il figlio cresce ribaltando i ruoli in famiglia e trasformandosi nel mammo di casa. Ma per entrambi il destino è segnato: mamma Jenny si spinge troppo oltre e finisce sotto il fuoco di qualche vetero-maschilista in occasione di un comizio. Garp sotto quello di colei che fin dall'infanzia gli aizzava contro il cane, la donna che simboleggia la zitella che maschera l'impossibilità di accesso all'uomo da paludamento ideologico. Un film coraggioso e controcorrente, capace di guardare in modo impopolare e in tempi non sospetti a una delle correnti ideologiche che hanno soffiato più forte e non senza danno nel ventesimo secolo.    

La stangata (The sting)

anno: 1973   
regia: HILL, GEORGE ROY   
genere: commedia   
con Paul Newman, Robert Redford, Robert Shaw, Charles Durning, Ray Walston, Dimitra Arliss, Sally Kirkland, Robert Earl Jones, Eileen Brennan, Jack Kehoe, John Heffernan, Harold Gould, Dana Elcar    
location: Usa
voto: 7,5   

Joliet, Illinois, settembre 1936. Henry Gondorff (Newman) Johnny Hoolfer (Redford), truffatori di razza, cercano il primo il colpo che lo sistemi per tutta la vita, mentre il secondo vuole vendicarsi dell'assassinio del suo amico più caro. Il pollo da spennare è un boss della mala nonché banchiere (Shaw) al quale i due, con una teatrale messinscena, riescono a portare via mezzo milione di dollari, truffando anche la polizia.
Scritta da David S.Ward, la commedia diretta da George Roy Hill è una miscela gustosa e piena d'ironia che gioca con mafia e gangster movie prendendo nettamente le distanze da film come Il padrino, uscito l'anno prima. Newman e Redford sono più che mai spumeggianti, serviti da una sceneggiatura divertente e ricca di trovate e da un cast tutto perfettamente a proprio agio.    

giovedì 10 agosto 2000

La scorta

anno: 1993       
regia: TOGNAZZI, RICKY    
genere: poliziesco    
con Claudio Amendola, Enrico Lo Verso, Carlo Cecchi, Ricky Memphis, Tony Sperandeo, Lorenza Indovina, Ugo Conti, R.Savagnone, Francesca D’Aloja, G.Alamia, G.Pallavicino, B.Raneli, G.Ferro, Guja Jelo, F.Siciliano, Angelo Infanti, Leo Gullotta, Simona Izzo                
location: Italia
voto: 7    

Trasferito da Varese a Trapani, il Sostituto Procuratore della Repubblica Michele De Francesco (Carlo Cecchi) interpreta la sua professione con rigore e coraggio. Ben presto lui e gli uomini della sua scorta diventano oggetto di minacce ed attentati, uno dei quali costerà la vita ad uno di loro (Tony Sperandeo).
Il più americano dei registi del cinema italiano anni novanta gira un film di mafia ispirato al giudice Francesco Taurisano e agli uomini della sua scorta guardando - un anno dopo l'omicidio di Falcone e della sua scorta - dietro le quinte del teatro della magistratura. Accantonati i processi in aula, il film si snoda interamente tra uffici, automobili e residenze degli uomini della scorta, mettendo in luce sentimenti, paure, angosce e coraggio di un pezzo importante ma dimenticato della lotta alla mafia. Il copione è di Graziano Diana e Simona Izzo da un'idea di Stefano Sudriè e Giovanni Romoli. Rita Savagnone interpreta la parte della madre di Claudio Amendola, di cui è madre anche nella realtà.

Regalo di Natale

anno: 1986   
regia: AVATI, PUPI    
genere: drammatico    
con Carlo Delle Piane, Diego Abatantuono, Alessandro Haber, Gianni Cavina, George Eastman (Luigi Montefiori), Kristina Sevieri, Gianna Piaz, Ferdinando Orlandi, Patrizia Camiscioni, Eleonora Salvadori, Sasha Vulicevic, Roberta Mencarani, Francesco Russo    
location: Italia
voto: 8    

In una lussuosa villa di Bologna si ritrovano, durante la notte di Natale, quattro amici con la passione per le carte, che sembrano intenzionati a spennare un pollo con il vizio del gioco (Carlo delle Piane). La fortuna sembra riappianare l'acredine decennale tra due di loro finché vira dalla loro parte. Ma alla fine il vero pollo sarà un altro (Diego Abatantuono).
Regalo di Natale è il film che ha cambiato il corso della carriera di Abatantuono, efficacissimo nello smettere i panni del "terrunciello" per passare ai toni ombrosi di questa interpretazione. Ritagliato in uno spazio chiuso che restituisce la claustrofobia angosciosa del giocatore d'azzardo, vittima di se stesso, il film di Avati è amaro, senza alcun finale consolatorio, capace di guardare con cinismo all'altra faccia dell'amicizia, quella che prende le sembianze del tradimento. In un film che sul piano della sceneggiatura sfiora la perfezione formale, gli unici nei sono i flashback pleonastici con i quali viene ricostruita la storia dell'amicizia tra Cavina e Abatantuono e una fotografia troppo piatta e televisiva. Leone d'oro al Festival di Venezia a Carlo Delle Piane per la migliore interpretazione.    

martedì 8 agosto 2000

Cafè Express

anno: 1980   
regia: LOY, NANNI
genere: commedia
con Nino Manfredi, Adolfo Celi, Vittorio Caprioli, Vittorio Mezzogiorno, Marzio Honorato, Gigi Reder, Luigi Basagaluppi, Marisa Laurito, Vittorio Marsiglia, Maurizio Micheli, Clara Colosimo, Silvio Spaccesi, Giovanni Piscopo, Gerardo Scala, Leo Gullotta, Tano Cimarosa, Nino Vingelli, Loris Bazzocchi, Lina Sastri, Nino Terzo, Franca Scagnetti, Antonio Allocca, Elisa Mainardi, Ester Carloni, Concetta Barra, Italo Celoro
location: Italia   
voto: 9

Sul treno che quotidianamente corre tra Napoli e Vallo della Lucania vende clandestinamente il caffè Michele Abbagnano (Nino Manfredi). La polizia ferroviaria, indifferente ai tanti malviventi d'accatto e in doppiopetto che circolano sul treno, dà la caccia proprio a lui, disgraziato vedovo con figlio malato a carico. Ma l'ispettore delle Ferrovie (Adolfo Celi) e il maresciallo dei Carabinieri (Tano Cimarosa) al dunque sapranno chiudere un occhio.
Sensibile, come spesso accade nel suo cinema, alla sorte del proletariato, Loy recluta l'attore che meglio di ogni altro riesce ad indossare i panni del meridionale dignitoso, Nino Manfredi, che qui torna ai ruoli di Pane e cioccolata dando una prova straordinaria. Il soggetto di Nanni Loy ed Elvio Porta, sceneggiato con lo stesso Manfredi, è un'amara riflessione su una delle tante ingiustizie d'Italia, dove alla tracotanza del Palazzo fa da contraltare l'umanità plebea della gente comune.

lunedì 7 agosto 2000

Un'anima divisa in due

anno: 1993  
regia: SOLDINI, SILVIO
genere: drammatico
con Fabrizio Bentivoglio, Maria Bakò, Philippine Leroy-Beaulieu, Jessica Forde, Felice Andreasi, Silvia Mocci, Edoardo Moussanet, Renato Scarpa, Patrizia Punzo, Zinedine Soualem, Sonia Gessner, Ivano Marescotti, Manrico Gammarota, Ines De Carvalho, Daniele Maggioni, Giuseppe Cederna, Moni Ovadia, Eugenio Canton, Giuseppe Battiston, Antonio Albanese, Giorgio Bezzecchi, Lionello Cerri, Vitalba Andrea, Luigi Manconi
location: Italia
voto: 7,5

Pietro Di Leo (Fabrizio Bentivoglio) fa il vigilante in un grande magazzino di Milano, ha un figlio piccolo che adora, è separato dalla sua compagna e sta passando un momentaccio di stress che gli procura continue epistassi. L'occasione per voltare pagina arriva quando è costretto a fermare Pabe (Bakò), una zingara trovata a rubare. Con Pabe parte per Ancona, spende tutto quello che ha, trova lavoro e lo trova anche per la sua compagna. Ma la società conformista e xenofoba che si permette di fare apprezzamenti sulla cultura rom dimostra di essere mentalmente ancora molto arretrata. Per Pabe, che sta accarezzando l'idea di tornare presso il suo popolo, è forse troppo tardi.
Il copione di Silvio Soldini e Roberto Tiraboschi, ricavato da un'idea di Umberto Marino, imbocca la strada meno didascalica e convenzionale per affrontare il tema della diversità in termini antropologici: evitato qualsiasi retaggio cattolico che potesse fare passare il protagonista per un redentore (qui sembra piuttosto che sia la gitana a sollevare le sorti del "gagio"), gli autori affrontano il tema con una dinamica complessa, che molto lascia agli umori dei personaggi e alle atmosfere e nella quale il confronto tra le due culture è comunque sempre paritario. Forse è questo eccesso di correttezza sul piano formale, che talvolta rischia l'oleografia, l'unico neo di un film che deve molto alla fotografia di Luca Bigazzi e alla consueta, eccellente prova di Fabrizio Bentivoglio. Cammei per il deputato verde Luigi Manconi, per Antonio Albanese, Ivano Marescotti, Giuseppe Cederna, Giorgio Tirabassi e Moni Ovadia.    

martedì 1 agosto 2000

Il cielo è sempre più blu

anno: 1995   
regia: GRIMALDI, ANTONELLO   
genere: drammatico   
con Ivano Marescotti, Asia Argento, Luca Barbareschi, Margherita Buy, Roberto Citran, Enrico Lo Verso, Dario Argento, Gigio Alberti, Cesare Apolito, Davide Bechini, Massimo Bellinzoni, Monica Bellucci, Lynda Biondi, Claudio Bisio, Cesare Bocci, Simona Borioni, Renato Campese, Simona Caparrini, Claudia Casaglia, Antonio Catania, Daniele Cerri, Gino Clemente, Silvia Cohen, Umberto Contarello, Vincenzo Crivello, Carlo Croccolo, Eduardo Cuomo, Cecilia Dazzi, Roberto De Francesco, Francesca De Martini, Silvana De Santis, Memo Dini, Maurizio Donadoni, Giannina Facio, Nicola Farron, Vanni Fois, Iaia Forte, Luigi Galloni, Manrico Gammarota, Alberto Gimignani, Giorgio Gobbi, Alessandro Haber, Lorenza Indovina, Lucrezia Lante della Rovere, Luca Lionello, Massimo Lodolo, Daniele Luchetti, Emanuele Magnoni, Annalena Manca, Mauro Marino, Federica Mastroianni, Marino Masé, Sante Maurizi, Margaret Mazzantini, Vasco Mirandola, Silvia Mocci, Stefania Montorsi, Fabrizio Moroni, Piero Natoli, Francesca Neri, Flavio Nuccitelli, Elena Oriani Galloni, Silvio Orlando, Alessandra Panelli, Patrizia Piccinini, Gabriele Piersanti, Gianluca Piersanti, Giorgio Podo, José Luis Puertas, Monica Rametta, Paco Reconti, Remo Remotti, Diego Ribon, Sergio Rubini, Ed Sala, Enrico Salimbeni, Carolina Salome, Gabriele Salvatores, Giulio Scarpati, Edoardo Scata, Monica Scattini, Tullio Sorrentino, Gianmarco Tognazzi, Leonardo Treviglio, Giovanni Vettorazzo, Gaia Zucchi, Rocco Tanica, Alessandro Baricco, Sergio Endrigo, Guido La Volpe, Stefano Abbati, Sasha Altea, Daria Deflorian, Consuelo Fibbi, Valerio Isidori, Giuseppe Piccioni, Massimo Zenobi, Claudio Accosta, Massimiliano Aiello, Sandro Arista, Cristina Armeni, Antonio Baiocco, Alessandro Banci, Fabrizio Bettelli, Daniele Bortoletti, Veronika Brozek, Claudia Businaro, Licia Businaro, Francesca Buy, Riccardo Cannone, Giancarlo Cianca, Nadia Coppola, Massimo Cristaldi, Massimo Cristofanelli, Tino Crudo, Enzio De Tellis, Filippo D'Antoni, Francesca D'Antoni, Massimiliano Fedeli, Micaela Fusco, Andrea Galeazzi, Fiorella Giannelli, Gianluca Gugliarelli, Massimo Ippolito, Marco Lastei, Samuele Massacesi, Santa Micozzi, Giulia Oriani, Filippo Pichi, Paola Prosperi, Alessandro Rinaldi, Daniela Rompietti, Pierluigi Roscioli, Gualtiero Rosella, Federica Rosellini, Giovanni Rosellini, Paolo Rossi, Maria Scafetta, Monica Schiano, Enrico Sieni, Gabriella Sirianni, Patrizia Sirianni, Daniela Spada, Simona Stellato, Dominick Tambasco, Giuseppe Taragoni, Mila Venturini, Fernando Vicentini, Massimo Wertmüller, Deborah Young    
location: Italia
voto: 7   

Una sessantina di attori, alcuni dei quali improvvisati (Baricco, Piccioni), più un mucchio di comparse, mettono in scena in un mosaico composto da una ventina di tasselli una giornata di ordinaria mediocrità nella Roma degli anni novanta. Aperto, percorso e chiuso dalla figura di un Ivano Marescotti, attore-simbolo del cinema italiano anni '90, qui in funzione di angelo impotente degno del Decalogo di Kieslowski, Il cielo è sempre più blu, per parafrasare il celebre film di Altman al quale è palesemente obbligato, è un'Italia oggi guardata con algido cinismo, attraversata da traditori, matricidi, killer, ricettatori, vigili sadici, tossicodipendenti ed altra umanità degradata e senza possibilità di redenzione. Il copione di Daniele Cesarano e Paolo Marchesini è una scommessa difficilissima da vincere, che a dispetto dell'esubero delle intenzioni mantiene un proprio miracoloso equilibrio sul piano strutturale e formale, accompagnandolo con una riflessione sociologica di disarmante intensità.

martedì 25 luglio 2000

Il seme della violenza (Blackboard jungle)

anno: 1956       
regia: BROOKS, RICHARD  
genere: drammatico  
con Glenn Ford, A.Francis, L.Calhern, M.Hayes, J.Hoyt, R.Kiley, E.Meyer, B.Ruysdael, W.Anderson, Sidney Poitier, V.Moorw, D.Terranova, R.Campos, Paul Mazursky  
location: Usa
voto: 8

L'impegno e la determinazione del professore Richard Dadier (Glenn Ford), al suo primo incarico in un istituto scolastico superiore della periferia di New York, a fronte del cinismo dei colleghi e della rudezza dei ragazzi. Con pazienza e comprensione e facendo leva su uno degli studenti (Sidney Poitier) che mostra palesi doti di leader, l'insegnante riuscirà ad ottenere i primi risultati evitando che i ragazzi vengano abbandonati a loro stessi.
Film culto che fotografa, pur con qualche accento patetico, il disagio di una generazione di giovani che a quell'epoca costituiva una continua occasione di inchiesta sociologica (basti pensare ad Albert K.Cohen, Paul Goodman e Theodore Roszak), Il seme della violenza portò per la prima volta alla ribalta la musica rock con Rock around the clock (di Bill Haley & His Comets), canzone che più di ogni altra ha segnato la nascita del rock'n'roll. Nel film, sceneggiato dallo stesso regista e tratto dal romanzo di Evan Hunter, figurano anche altri celebri motivi musicali come Invention for guitar & trumpet di Stan Kenton e la sua orchestra e The jazz me blues, eseguita da Bix Beiderbecke and his gang.    

sabato 22 luglio 2000

Cassandra Crossing

anno: 1976       
regia: PAN COSMATOS, GEORGE
genere: dramma catastrofico
con Sophia Loren, Richard Harris, O.J.Simpson, Lionel Stander, Ingrid Thulin, Lee Strasberg, Burt Lancaster, Ava Gardner, Lou Castel, J.P.Law, Alida Valli, R.Lovelock, S.Patrizi, C.De Mejo 
location: Svezia, Svizzera
voto: 5


A bordo di un treno che viaggia sulla linea Ginevra - Stoccolma viaggia un terrorista (Lou Castel) che ha contagiato moltissimi viaggiatori dopo un avere contratto accidentalmente una terribile malattia durante un'incursione nel laboratorio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità dove gli americani stanno sperimentando un'arma batteriologica. Per evitare che il virus si trasformi in un'epidemia, un colonnello dell'esercito (Burt Lancaster) opta per la "soluzione finale" di hitleriana memoria, decidendo di dirottarlo sul ponte di Cassandra, in Polonia, in disuso da anni. Un medico a bordo del veicolo (Richard Harris) riuscirà ad evitare in parte la strage. In pieno boom del genere catastrofico (sono di quegli stessi anni Inferno di cristallo, Uragano, L'avventura del Poseidon, Airport '75 e molti altri ancora), l'oriundo greco Pan Cosmatos non si stacca di una virgola dai dettami del film di genere: una manciata di personaggi - ciascuno con i suoi affanni e i suoi problemi da risolvere - si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato, mentre buoni e cattivi ingaggiano un braccio di ferro per deciderne la sorte. La riuscita di questo film fantapolitico diventa allora appannaggio degli interpreti, qui tutti piuttosto sottotono, e delle scene d'azione, memorabili in casi rarissimi. Tratto dal romanzo di Robert Katz.    

martedì 11 luglio 2000

Alta fedeltà

anno: 2000    
regia: FREARS, STEPHEN    
genere: commedia    
con John Cusack, J.Black, L.Bonet, J.Carter, Joan Cusack, S.Gilbert, I.Hjejle, T.Louiso, Liv Tyler, N.Gregson Wagner, Tim Robbins, B.Springsteen    
location: USA
voto: 3    

Rob Gordon (John Cusack) gestisce un fallimentare negozio per maniaci della musica in vinile in una stradina di Chicago, passa il tempo a stilare classifiche di tutti i tipi (musicali, sentimentali) e ha il complesso dell'abbandono in campo sentimentale. Ripercorrendo la sua personalissima "top five" della storie d'amore finite male, Rob capisce che la storia Laura (Hjejle) costituisce il suo punto d'arrivo.
Tratto dal best-seller di Nick Hornby (che al cinema aveva già consegnato Febbre a 90°), fortemente voluto da John Cusack che, da produttore, supervisore alle musiche e co-sceneggiatore, ha spostato l'ambientazione del romanzo originale da Londra e Chicago, il film - in chiaro stile hollywoodiano - risente troppo dell'io narrante del racconto e Cusack non sembra affatto in grado di reggere la prova, che si stempera in un'ora e mezza di nostalgica autocommiserazione. Cammeo per Bruce Springsteen nella parte di se stesso.    

lunedì 10 luglio 2000

Rosemary's baby

anno: 1968   
regia: POLANSKI, ROMAN
genere: horror
con Mia Farrow, John Cassavetes, Ruth Gordon, Sidney Blacmer, Maurice Evans, Ralph Bellamy, William Castle, Elisha Cook Jr., Walter Baldwin, Wende Wagner, Marianne Gordon, Charles Grodin, Emmaline Henry, Patsy Kelly, Hanna Landy, Philip Leeds, Hope Summers, Angela Dorian, Martin D'Urville
location: Usa
voto: 10

Pur di ottenere successo a teatro e al cinema, Guy Woodhouse (John Cassavetes), da poco trasferitosi nella casa che fu abitata da strani stregoni e adepti del satanismo a Manhattan, promette ai dirimpettai - cultori di una setta satanica - il figlio che gli darà sua moglie Rosemary (Mia Farrow).La poverina, donna frustrata e senza personalità, ci impiega quasi due ore di film per capire il complotto. Partorito il mostro satanico, a seguito di continue ingurgitazioni di pozioni diaboliche, la donna se ne prenderà ugualmente cura. Foriero di presagi terribili (un anno dopo la moglie di Polanski, Sharon Tate, venne massacrata - mentre aspettava un figlio - dalla setta satanica, la "Family" guidata da Charles Manson; il sacerdote diabolico si chiama Roman; il condominio dove è stato girato il film è lo stesso dove andò ad abitare John Lennon e davanti al quale venne ucciso da un fanatico nel 1980), il film tratto dal romanzo di Ira Levin, al quale rimane assai fedele, si presta ad una duplice chiave di lettura: una più palmare, legata agli orrori e ai misteri del satanismo, l'altra psicologica. Tutto il film non potrebbe essere la trasposizione cinematografica degli incubi di una puerpera? Non potrebbe raffigurare il timore atavico di perdere il proprio figlio o di vederlo nascere mostruosamente deforme? In perfetto equilibrio sul crinale delle due letture, Polanski dirige un film claustrofobico, tutto lavorato sul grandangolare, che conosce la sua climax a mano a mano che procede verso il finale. Rosemary's baby valse l'Oscar come migliore attrice non protagonista a Ruth Gordon, la moglie di George Cukor. Ma Mia Farrow non le è assolutamente da meno.

Lo specchio scuro (The dark mirror)

anno: 1946   
regia: SIODMAK, ROBERT   
genere: noir   
con Olivia De Havilland, Lew Ayres, Thomas Mitchell, Richard Long, Charles Evans, Gary Owen, Lester Allen, Lela Bliss, Marta Mitrovich    
location: Usa
voto: 8   

L'assassinio di un medico fa convergere tutte le testimonianze su una donna (Olivia De Havilland), che però ha una gemella da lei indistinguibile. Al caso si interessa un medico (Lew Ayres) che da anni studia le caratteristiche dei gemelli e che, con un raffinato quanto complesso stratagemma, riuscirà a smascherare la colpevole.
Per una volta la psichiatria fa una buona figura al cinema: il rigore dello scienziato e dei suoi test proiettivi (le "macchie di Rorschach") è pari a quello del copione (produzione e soggetto cinematografico sono di Nunnally Johnson, dal romanzo originale di Vladimir Pozner). Lo sdoppiamento della De Havilland nelle due gemelle diventa moltiplicazione esponenziale attraverso un gioco figurativo nel quale gli specchi hanno una parte essenziale ma anche attraverso la personalità divisa di una delle due gemelle. Un gioiello del genere noir, servito da un cast di primissimo ordine.