sabato 27 novembre 2004

Gli incredibili - Una normale famiglia di supereroi

anno: 2004       
regia: BIRD, BRAD
genere: animazione
con le voci di Laura Morante, Adalberto Maria Merli, Amanda Lear, Michele Cucuzza
location: Usa
voto: 6,5

Le imprese della famiglia degli incredibili costano troppo all'amministrazione americana. Papà Bob, alias Mister Incredibile, deve smetterla di fare l'eroe e finisce dietro una scrivania; sua moglie è costretta a fare la casalinga. Ma dopo anni di normalità lui non ci sta: gli si offre l'occasione di un'altra impresa straordinaria nella quale si getta a capifitto, quella di distruggere una macchina impazzita, una specie di Godzilla meccanico. La trovata è in realtà uno specchietto per le allodole apparecchiato da un ex-fan di Mister Incredibile, per seminare il panico nelle metropoli. La famiglia corre in aiuto dell'eroe: la moglie Elastic-girl si allunga a dismisura, il figlioletto corre in maniera impressionante e la figlia ha il potere di creare campi energetici. Insomma, i tre, uniti alla potenza muscolare del padre, hanno poteri sufficienti per tornare a recuperare il ruolo di eroi nazionali. L'ennesimo gioiello d'animazione in 3-D della Pixar ha i suoi limiti negli intenti programmatici del titolo: incredibili gli effetti speciali, le imprese, le scenografie, i poteri dei protagonisti, il susseguirsi delle vicende. Peccato che tutto questo renda il film ipertrofico, esagerato, adrenalinico anche se spesso assai divertente.    

sabato 6 novembre 2004

Happiness

anno: 1998   
regia: SOLONDZ, TODD
genere: drammatico
con Lara Flynn Boyle, Jane Adams, Ben Gazzara, Elizabeth Ashley, Dylan Baker, Jared Harris, Philip Seymour Hoffman, Louise Lasser, Jon Lovitz, Camryn Manheim, Rufus Read, Cynthia Stevenson, Anne Bobby, Marla Maples, Don Moran, Evan Silverberg
location: Usa
voto: 8

Happiness, "felicità", è la parola usata in chiave ironica per descrivere un'umanità degradata, schizofrenica, che fatica a mettere a registro i precetti di una normalità borghese con le pulsioni più torbide. Il film gira intorno a tre sorelle figlie di una coppia sulla strada della separazione. Una di loro è una Liala postmoderna consapevole del suo scarso valore; un'altra crede di essere una donna realizzata e ignora la pedofilia del marito mentre la terza è una fallita in tutti i campi. Attorno a loro gravita un'umanità che non è da meno.
Dopo il convincente Fuga dalla scuola media, Solondz firma un film aspro, venato da un sarcasmo al vetriolo che mette alle corde la middle-class americana, una commedia nera che tocca il suo apice nella scena in cui un genitore confessa senza pentimento a suo figlio la propria pedofilia. Siamo nei paraggi tematici di American beauty, ma il risultato non è neppure confrontabile. Attori di impressionante bravura.

martedì 2 novembre 2004

The village

anno: 2004       
regia: SHYAMALAN, M.NIGHT  
genere: fantastico  
con Joaquin Phoenix, Adrien Brody, Bryce Dallas Howard, William Hurt, Sigourney Weaver, Brendan Gleeson, Michael Pitt  
location: Usa
voto: 5

In una vallata di là dal bosco vive una comunità dove regna l'armonia, il rispetto reciproco e dove è bandita ogni forma di violenza. Gli abitanti della vallata, una specie di gruppo Amish, devono però vedersela con "gli innominabili", creature malvagie che abitano il bosco e con le quali esiste un patto di inviolabilità dei rispettivi territori. O almeno questo è quanto viene raccontato dagli anziani al resto della comunità. In realtà si scopre che gli abitanti del villaggio sono vittime di ordinaria violenza metropolitana che, hanno deciso di vivere in una dimensione atemporale pur di affrancarsi definitivamente dalla violenza, pagando - grazie al lascito del padre miliardario di uno di loro (Hurt) - un'apposita vigilanza per controllare i confini del territorio. L'incantesimo rischia però di spezzarsi quando la figlia cieca del capo villaggio (Howard, figlia del regista Ron Howard) decide di oltrepassare il confine proibito per trovare le medicine utili a curare il suo innamorato (Phoenix), colpito da una pugnalata. Il regista indo-americano costruisce un apologo fiabesco sul mito prometeico della conoscenza e sull'impossibilità della separazione manichea tra il bene e il male (non a caso epitomizzati nella stessa figura, innocente e colpevole allo stesso tempo, del matto del villaggio, interpretato da un ottimo Adrien Brody). Nonostante l'impianto narrativo dichiaratamente fiabesco, il film non convince per la piatta stilizzazione dei personaggi e per la scelta didascalica dei loro ruoli (la conoscenza dell'altrove che passa per la ragazza cieca, per il matto e per il solitario del villaggio) che finiscono col rendere The village banale e prevedibile.    

sabato 30 ottobre 2004

La ballata dei lavavetri

anno: 1998       
regia: DEL MONTE, PETER
genere: drammatico
con Olek Mincer, Agata Buzek, Kim Rossi Stuart, Andrzej Grabowski, Grazina Wolszak, Eljana Nikolova Popova, Romuald Andrzej Klos, Marco Lucarelli, Gabriele Bocciarelli, Victor Cavallo
location: Italia
voto: 3

Fine anni Ottanta. Arrivata a Roma, una famiglia di polacchi cerca di sopravvivere adattandosi ai lavori più umili. Un padre, con suo fratello e suo figlio, lava i vetri delle auto ai semafori, mentre sua moglie e sua figlia fanno le domestiche. Con la scomparsa del capo famiglia, quest'ultima si sfalda: il fratello alcolista ha delle visioni, il figlio (Rossi Stuart) si dà al crimine e la figlia muore violentata.
Epitome parossistica sulla vita impossibile degli emigrati a Roma, La ballata del lavavetri - tratto dal romanzo di Edpardo Albinati - compendia quanto di peggio potesse accadere agli extra-comunitari in quegli anni, adottando uno stile in chiave fantastica che vorrebbe essere poetico ma che diventa involontariamente grottesco, come in occasioni delle apparizioni del papa.    

mercoledì 27 ottobre 2004

Il siero delle vanità

anno: 2004       
regia: INFASCELLI, ALEX  
genere: thriller  
con Francesca Neri, Margherita Buy, Barbora Bobulova, Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Maddalena Maggi, Luis Molteni, Giovanni Argante, Barbara Bonanni, Ninni Bruschetta, Marica Coco, Marco Cortesi, Armando De razza, Carlo De ruggeri, Rosario j. Gnolo, Antonio Ianniello, Alessandro Mario, Nicola Paduano, Roberto Riccardi, Lucio Vinciarelli, Rolando Ravello  
location: Italia
voto: 3  

Un mago psicopatico, convinto di essere l'erede naturale del grande Houdini, rapisce e segrega i cinque personaggi che lo dileggiarono durante una trasmissione televisiva di dieci anni prima. Una poliziotta (Buy) a mezzo servizio indaga con successo. La tv-verità è soltanto a caccia dello scoop.
Dopo Almost blue, Infascelli (che ha lavorato su un copione di Niccolò Ammaniti e Antonio Manzini) mostra ancora una volta di trovarsi a proprio agio nei paraggi dell'horror: scova nei sotterranei della metropolitana dell'Eur, a Roma, un luogo consono a una messa in scena involontariamente grottesca, indulge a qualche scena splatter e innesca nel racconto elementi pletorici a valanga (la gamba della Buy). Regia sciatta, recitazione assente, trucchi cinematografici vecchi di mezzo secolo e la Buy che per tutto il film ha l'aria di dire "Ma come ci sono capitata in questo film?".
Due curiosità: la ex-brigatista dissociata Adriana Faranda appare in un cammeo. Il nome del personaggio di Valerio Mastandrea - Franco Berardi - è lo stesso del filosofo conosciuto come "Bifo", mitico fondatore di Radio Alice.    

sabato 23 ottobre 2004

A.A.A.Achille

anno: 2003       
regia: ALBANESE, GIOVANNI
genere: commedia
con Sergio Rubini, Helene Sevaux, Paolo Bonacelli, Loris Pazienza, Lucia Vasini, Patrizia Loreti, Franco Barbero, Antonio Fornari, Pino Ingrosso, Gualtiero Scola, Michele Bandiera, Rossa Caputo, Giusi Cataldo, Enrico De finis, Guglielmo Ferraiola, Crescenza Guarnieri, Alessandro Larocca, Massimo Molea, Elena Ursitti, Diego Verdegiglio
location: Italia
voto: 1


Achille è un bambino balbuziente rimasto precocemente orfano di padre. Per risolvere i suoi problemi, la mamma lo manda presso un centro specializzato, diretto da un logopedista (Bonacelli) che imposta la rieducazione fonatoria sul canto. Achille non ne vuole sapere, ma lì trova un personaggio creativo (Rubini) che aveva i suoi stessi problemi e che gli fornirà un aiuto sostanziale. Malinconico e umoristico, il film scritto da Albanese con Vincenzo Cerami, Dino e Filippo Gentili è un Qualcuno volò sul nido del cuculo in sedicesimo. Il regista - al suo primo lungometraggio - infila tante buone intenzioni partendo da uno spunto autobiografico (era balbuziente da bambino ed è lui stesso ad avere creato gli oggetti strambi che si vedono nella pellicola) ma raggiungendo risultati risibili.    

Se mi lasci ti cancello (Eternal sunshine of the spotless mind)

anno: 2004       
regia: GONDRY, MICHEL 
genere: commedia fantastica 
con Jim Carrey, Kate Winslet, Kirsten Dunst, Tom Wilkinson, Elijah Wood, Mark Ruffalo, David Cross, Thomas j. Ryan, Jane Adams, Ryan Whitney, Debbon Ayer, Lola Daehler, Deirdre O'connell, Gerry robert Byrne, Josh Flitter, Paul Litowsky, Brian Price, Amir ali Said 
location: Usa
voto:1

Il trucco è sempre lo stesso: entrare nella mente delle persone. In passato Charlie Kaufman vi aveva fatto ricorso con Nicholas Cage (Il ladro di orchidee) e con John Malcovich (Essere John Malkovich). Stavolta è il turno di Jim Carrey, innamorato disilluso che si rivolge a un'azienda specializzata in cancellazione dei ricordi. Dalla sua memoria vuole eliminare Clementine (Winslet) ma l'operazione è più complicata di quanto si prospetti: Carrey inverte la rotta e la storia si perde tra i frattali del racconto, imboccando la strada senza ritorno della ricorsività. L'ambizione tracotante dello sceneggiatore vorrebbe condurre il film nei paraggi della psicanalisi. L'effetto è invece soltanto quello di un film pieno di boria, inverosimilmente confuso, che non manda messaggi se non quello del caos mentale, addizionale, del protagonista, in merito alle sue scelte. La recitazione di Carrey - tornato alle performance debordanti dei tempi di The mask - e la presenza di un'attricetta come la Winslet che sembra una coltivatrice diretta capitata per caso sul set di un film non aiutano certo a migliorare il risultato.    

sabato 16 ottobre 2004

Indiana Jones e l'ultima crociata (Indiana Jones and the last crusade)

anno: 1989       
regia: SPIELBERG, STEVEN   
genere: avventura   
con Harrison Ford, Sean Connery, Denholm Elliott, Alison Doody, Michael Byrne, Robert Eddison, Julian Glover, Kevork Malikyan, River Phoenix, John Rhys-davies                
location: Usa
voto: 6   

1938. l'archeologo Indiana Jones (Ford) viene a sapere del rapimento del padre (Connery), anch'egli archeologo, al quale un fanatico filonazista vuole sottrarre dei preziosissimi appunti relativi all'ubicazione del Santo Gral, veicolo di eterna giovinezza. Padre e figlio inanellano così una vorticosa serie di avventure a suon di inseguimenti su tutti i mezzi (in motoscafo, a piedi, in autobus, in aereo, sul treno e chi più ne ha più ne metta) e incontri ravvicinati con serpenti, ratti e altre specie animali.
Giocato sul divertimento e sull'ironia, la sceneggiatura di Jeffrey Boam (tratta da un soggetto di George Lucas e Menno Meyjes) irride il concetto di plausibilità per trasformarsi in un mega-fumettone per il pubblico di tutte le età.    

domenica 10 ottobre 2004

La pianista (La pianiste)

anno: 2001       
regia: HANEKE, MICHAEL
genere: erotico
con Isabelle Huppert, Benoit Magimel, Annie Girardot, Anna Sigalevitch, Udo Samel, Susanne Lothar, Cornelia Kondgen 
location: Austria
voto: 4

Storia di una depravata. Erika (Huppert, qui all'ennesimo ruolo maledetto dopo Grazie per la cioccolata, Rien ne va plus, Il buio nella mente, Madame Bovary, Un affare di donne e tanti altri) è una donna di mezza età molto borghese, che insegna presso il conservatorio di Vienna. Vive con la madre in un rapporto claustrofobico, frequenta peep-show e si taglia la vagina con le lamette. È dura, algida, crudele, mostruosa. Una suo alunno (Magimel, inspiegabilmente premiato come migliore attore al festival di Cannes) decide di sedurla senza però riuscire a redimerla.
Come in altri film, Haneke non risparmia allo spettatore i colpi bassi (qui ce n'è per tutti i palati) per mostrarci il degrado di questa umanità. Qui l'operazione sembra però fine a sé stessa e a poco vale lo stile "d'autore" che immancabilmente caratterizza i suoi film e che vola alto sulle diverse emissioni organiche a proporre l'esegesi della musica di Schubert o di quella di Bach. Da un racconto di Elfriede Jelinek.    

giovedì 7 ottobre 2004

The Bourne supremacy

anno: 2004       
regia: GREENGRASS, PAUL
genere: spionaggio
con Matt Damon, Franka Potente, Joan Allen, Brian Cox, Julia Stiles, Oliver Tautorat, Karl Urban       
location: Usa       
voto: 6,5

Adrenalina a mille. E inseguimenti. Il racconto della trama del secondo capitolo dedicato a Jason Bourne (Damon), killer che ha perso la memoria e che è il frutto della fantasia di Robert Ludlum, potrebbe finire qui. A voler essere prolissi a tutti i costi si potrebbe aggiungere che l'azione parte dall'India, dove Bourne ha trovato un rifugio per cambiare vita. Qui, tormentato da un passato che ritorna, dapprima raggiunge Napoli, seconda tappa di questo polar tutto sopra le righe, per continuare a Berlino, Monaco e Mosca. Bourne si lascia dietro una scia di sangue e manda tanti cattivi al creatore.
La regia, passata dalle mani di Doug Liman a quelle di Paul Greengrass, punta tutto sulla spettacolarità dell'azione: ritmi mozzafiato, montaggio serrato, macchina a spalla. Niente di originale, se non fosse per qualche straordinaria trovata in fase di sceneggiatura, che tiene testa ai migliori episodi di James Bond.    

giovedì 30 settembre 2004

Come inguaiammo il cinema italiano - La vera storia di Franco e Ciccio

anno: 2004       
regia: CIPRÌ, DANIELE * MARESCO, FRANCO
genere: documentario
con Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Lando Buzzanca, Pino Caruso, Tony Bruno, Antonietta Scalisi bonetti, Gregorio Napoli, Tatti Sanguineti, Giuseppe Cipri', Francesco Puma, Lino Banfi, Pippo Baudo, Bernardo Bertolucci, Alberto Castellano, Nino D'angelo, Mario Monicelli, Tullio Kezich
location: Italia
voto: 6

Spezzoni di film, testimonianze, sprazzi di cinico tv rigorosamente in bianco e nero, cimeli televisivi fanno da condimento a quella che - come recita il sottotitolo - è la vera storia di Franco e Ciccio. Palermitani come i due registi Ciprì e Maresco, alfieri della provocazione, i due comici furono gli eroi della plebe, perennemente snobbati dalla critica, elementi di punta di un cinema che giocava tutto sulla farsa e sulla parodia (famosissime quelle di L'esorcista, diventato L'esorciciccio, di Papillon, ribattezzato Farfallon e, soprattutto, di Ultimo tango a Parigi, spostatosi a Zagarolo). Con serio piglio documentaristico e inevitabili non sense, il film racconta l'avventura artistica e umana di Franco e Ciccio soffermandosi sulle difficoltà degli esordi, le origini umilissime, il successo strepitoso degli anni sessanta (in cui arrivarono a girare più di 10 film in un anno), il progressivo declino, i dissapori sempre più frequenti fino al riciclaggio in televisione e alla disavventura giudiziaria di Franco Franchi, alias Francesco Benenato. Un tributo affettuoso raccontato con diligenza come se però si trattasse di un risarcimento dovuto alla coppia numero uno del cinema di serie B.    

martedì 28 settembre 2004

Le conseguenze dell'amore

anno: 2004   
regia: SORRENTINO, PAOLO
genere: drammatico
con Toni Servillo, Olivia Magnani, Adriano Giannini, Raffaele Pisu, Angela Goodwin, Diego Ribon, Giselda Volodi, Ana valeria Dini, Giovanni Vettorazzo, Giannapaola Scaffidi, Antonio Ballerio, Gilberto Idonea, Gaetano Bruno, Nino D'Agata, Vittorio Di prima, Enzo Vitagliano, Rolando Ravello, Gaetano Bruno
location: Italia, Svizzera   
voto: 9,5

Il suo nome è Titta Di Girolamo (un Servillo che dà un'interpretazione magistrale). Ha cinquant'anni, di cui gli ultimi dieci passati rinchiuso in un albergo svizzero, come vivesse in un acquario, lui che è di Salerno. Silenzioso, solitario, apparentemente imperturbabile, si inietta una dose di eroina ogni mercoledì, alle dieci. Senza eccezioni. Il suo lavoro è quello di consegnare una valigia carica di denaro in una banca. Ha anche un fratellastro (Giannini) e una famiglia che lo disdegna. Titta Di Girolamo è maledettamente solo. Ci sono soltanto le sigarette a fargli compagnia. Sempre. Sempre accese. La noia di questa esistenza grigia viene rotta dal raggio di luce di un'inserviente dell'albergo (Magnani, la nipote di Anna Magnani). La mafia penserà al resto. Il cinema d'autore è questo: storie raffinatissime, sceneggiatura sobria, dialoghi acutissimi, scenografie impeccabili, incastro narrativo esemplare. C'è questo e c'è altro - l'ossessione per la rilevanza dei nomi - nel secondo lungometraggio di Paolo Sorrentino. Il ritratto di un antieroe postmoderno impietrito nella sua esistenza - nella vita come di fronte alla morte - sospeso in una dimensione metafisica e votato al sacrificio della vita in nome di un nichilismo parossistico.

giovedì 23 settembre 2004

Non ti muovere

anno: 2004       
regia: CASTELLITTO, SERGIO   
genere: drammatico   
con Penélope Cruz, Sergio Castellitto, Claudia Gerini, Angela Finocchiaro, Marco Giallini   
location: Italia
voto: 6   

Nelle ore d'angoscia passate dietro la sala operatoria nella quale giace sua figlia, un affermato chirurgo (Castellitto) ripercorre una fase tragica della sua vita, quella in cui - da marito insoddisfatto - cercò rifugio e amore tra le braccia di una povera ragazza di suburra (Cruz). La donna viene dapprima mostruosamente violentata (imperdibile la descrizione dello stupro data che Margaret Mazzantini, l'autrice del libro da cui è tratto il film), quindi blandita, ingravidata e infine muore sotto i suoi stessi ferri chirurgici nel disperato tentativo di salvarle una vita da una setticemia provocata da un aborto fatto clandestinamente. L'uomo ripercorre gli abissi dell'anima con immane sgomento.
Castellitto traduce il best seller scritto dalla moglie in un film crudo, nel quale la disperazione e l'inquietudine esistenziale del protagonista vengono riprodotti su pellicola attraverso un montaggio complesso, la furia di un'esistenza "sbagliata" mostrata tramite le esplosioni d'ira di un uomo che potrebbe avere tutto e che si ritrova a sperare che qualcosa, nell'esistenza della figlia, gli rimanga ancora. Nella colonna sonora è inserita la magnifica If it be your will, di Leonard Cohen.    

mercoledì 22 settembre 2004

Permette? Rocco Papaleo

anno: 1971 
regia: SCOLA, ETTORE
genere: drammatico
con Marcello Mastroianni, Lauren Hutton, Margot Novak, Tom Reed, Umberto Travaglini, Pompeo Capizzano, Andre' pierre Farwagi, Nicole Gabucci, Peter Goldfarb, Paola Natale       
location: Usa
voto: 6

Cominciamo dalla fine: a Chicago un uomo dal passo deciso (Mastroianni) percorre la strada sulla quale è in corso una parata per una festa nazionale. L'uomo ha con sé una borsa, all'interno della quale c'è una bomba. Il suo nome è Rocco Papaleo. Perché ha deciso di arrivare a tanto? Per saperlo, torniamo all'inizio del film, quando Rocco, emigrante italiano finito in una miniera canadese, babbeo, strapaesano e dai modi gentili e cerimoniosi, si trova a Chicago per vedere un incontro di boxe, lui che è un ex-pugile. Viene accidentalmente investito da una modella (Hutton) con la quale tenta di stringere un'amicizia ma che non fa altro che prendersi gioco di lui. Mangiata la foglia, Rocco arriva al disincanto in modo traumatico.
Recuperando la memorabile lezione di Ferdinand Tonnies, Scola contrappone in modo manicheo la purezza del cafone di provincia (la provincia d'Italia, ma anche la provincia dell'impero) alla lordura della vita metropolitana. Ne esce un film a tinte cupe, piuttosto ripetitivo, giocato in gran parte sul repertorio di luoghi comuni che si affastellano nel lessico del protagonista. In questo gioco di contrasti, la suburra americana si profila come assai più nobile di una meschina aristocrazia in paillettes.

martedì 14 settembre 2004

The terminal

anno: 2004   
regia: SPIELBERG, STEVEN 
genere: commedia 
con Tom Hanks, Catherine Zeta-jones, Stanley Tucci, Chi Mcbride, Diego Luna, Barry shabaka Henley, Kumar Pallana, Zoe Saldana, Eddie Jones, Michael Nouri, Jude Ciccolella, Corey Reynolds, Guillermo Diaz, Rini Bell, Sasha Spielberg, Scott Adsit, Carl Alacchi, Jeffery Alan, Carl Allen, Cas Anvar, Michelle Arthur, Anastasia Basil, Lydia Blanco, Carlease Burke, Kenneth Choi, Jennifer Chu, Robert Covarrubias, Chad Davis, Joseph Davis, Evelyne De la cheneliere, Dusan Dukic, John Eddins, Ian Finlay, Dan Finnerty, Stephon Fuller, Riad Galayini, Benny Golson, Terry Haig, Amber Havens, Dilva Henry, Matt Holland, James Ishida, Mark Ivanir, Tonya Ivey, Janique Kearns, Sandrine Kwan, Mike Ledonne, Danette Mackay, Stephen Mendel, Jeff Michael, Bob Morrisey, Kevin Mukherji, Valera Nikolaev, Laurie megan Phelps, Conrad Pla, Nick Puga, Ana maria Quintana, Mel Rodriguez, Kevin Ryder, Eddie Santiago, Mik Scriba, Susan Slome, Thinh Truong, Tanya Van blokland, Buster Williams    
location: Usa
voto: 9 

Arrivato all'aereoporto JFK di New York dall'immaginaria Cracosia, Victor Navorski (Hanks) si trova, a causa di una falla nel sistema giudiziario americano, chiuso nella zona franca dell'air terminal. A causa dell'ostinazione di un responsabile per la sicurezza troppo zelante (Tucci), vi rimarrà per nove mesi, prima di esaudire la promessa fatta al padre morente e contenuta in un fantomatico barattolo che porta sempre con sé.
Ispirato alla vicenda occorsa a un profugo iraniano a Parigi, The terminal è un apologo in chiave kafkiana sull'America ossessionata dalla sicurezza dopo l'11 settembre. Spielberg fa un autentico esercizio di virtuosismo registico tornando ai paradossi del primo film (Duel) e firmando un film impeccabile. La camminata di Charlie Chaplin, le mostruosità della metropoli à la Jacques Tati, i riferimenti al Frank Capra di Mr.Smith va a Washington e La vita è meravigliosa sono gli addendi di una somma che dà come risultato un film che si nutre dei classici e destinato esso stesso a diventare un classico. La prova d'attore di Tom Hanks è tale da candidarlo definitivamente tra i più grandi attori di tutti i tempi. Peccato soltanto per la presenza di Catherine Zeta-Jones…

domenica 12 settembre 2004

Ladykillers

anno: 2004   
regia: COEN, ETHAN * COEN, JOEL 
genere: commedia nera 
con Tom Hanks, Irma p. Hall, Marlon Wayans, J.k. Simmons, Tzi Ma, Ryan Hurst, Diane Delano, George Wallace, John Mcconnell, Jason Weaver, Stephen Root, Baadja-lyne Odums, Walter k. Jordan, George anthony Bell, Louisa Abernathy, Jessie Bailey, Robert Baker, Te te Benn, Blake Clark, Mildred Dumas, Khalil East, Jennifer Echols, Al Fann, Freda Foh shen, Mi mi Green-fann, Greg Grunberg, Aldis Hodge, Amad Jackson, Paula Martin, Nita Norris, Hallie Singleton, Vivian Smallwood, Jeremy Suarez, Maryn Tasco, Muriel Whitaker 
location: Usa   
voto: 8

Un sedicente professore universitario (Hanks) trova albergo nella casa di una mite e ingenua vedova di colore (Hall), nel Mississippi. Il guitto sta organizzando con altri quattro balordi un colpo nel caveau prossimo all'abitazione dell'anziana signora. I cinque arraffano il denaro ma poi finiscono per scannarsi tra di loro. Alla signora, che quando va a denunciare l'accaduto non viene creduta dalla Polizia, non rimane che tenersi il denaro.
Il film dei fratelli Coen è il remake del britannicissimo La signora omicidi, con Alec Guinness. I talentuosi fratelli della commedia made in U.S.A. spostano l'azione dall'Inghilterra al sud degli States, aggiungono molti cori gospel e un mestiere dalle infinite risorse, centrando una prova maiuscola velata soltanto da un cast non sempre impeccabile.

venerdì 10 settembre 2004

Le chiavi di casa

anno: 2004   
regia: AMELIO, GIANNI  
genere: drammatico  
con Kim Rossi Stuart, Charlotte Rampling, Andrea Rossi, Pierfrancesco Favino, Alla Faerovich, Michael Weiss  
location: Italia
voto: 8

"Si prepari a soffrire lei". È questo l'avvertimento che una madre forte (Rampling), consapevole dell'assistenza dispensata per vent'anni alla figlia disabile, dà a Gianni (Rossi Stuart), quando i due si incontrano in un ospedale tedesco. Gianni è lì ad accompagnare il figlio 15enne Paolo (Rossi, un autentico disabile, qui al suo esordio), che vede per la prima volta dai tempi dello sfortunatissimo parto in cui perì la sua compagna.
Il film di Amelio, profondissimo, lirico e toccante senza mai essere né retorico né patinato, gioca la carta del viaggio in maniera duplice. Il viaggio come racconto, con i due protagonisti che da Milano si dirigono prima in Germania e quindi in Norvegia. Ma il film è soprattutto un viaggio interiore in quei luoghi inesplorati dell'anima che Amelio conosce benissimo e che qui costituiscono la summa della poetica del regista calabrese, che aveva già affrontato sia il tema del rapporto tra padre e figlio in altri film (Colpire al cuore) che quello dei bambini (Il ladro di bambini, Il piccolo Archimede, La fine del gioco). Struggente ed esilarante al tempo stesso, il film tratto dal romanzo di Giuseppe Pontiggia e sceneggiato dal regista con Rulli e Petraglia è servito da un cast in stato di grazia diretto con impressionante abilità da uno degli autori più stupefacenti che abbiamo in Italia.

martedì 7 settembre 2004

Fahrenheit 9/11

anno: 2004   
regia: MOORE, MICHAEL    
genere: documentario    
con Michael Moore, George W. Bush    
location: Usa
voto: 8    

Quel 9/11 incastonato nel titolo svela il teorema del pamphlet firmato da Michael Moore all'indirizzo di George W. Bush e della sua strampalata amministrazione: dettagli, notizie, interviste, documenti, testimonianze, pareri autorevoli di ex-agenti segreti, giornalisti e politici mostrano chiaramente come quell'undici settembre - la data dell'attacco terroristico agli Stati Uniti, nel 2001 - sia figlio della connivenza fondata su motivi di calcolo finanziario, tra la famiglia Bush e quella di Osama Bin Laden. Di più: nel film si rispolverano le carte su come lo stesso Bush abbia scavalcato il democratico Gore e su come si sia preso gioco dei cittadini americani strumentalizzando la questione del pericolo terroristico per esportare armi e guerra in altri paesi, Iraq per primo. Documentatissimo, convincente, straripante, scoppiettante, informato, penetrante e persino sottilmente ironico, il film di Moore dovrebbe rientrare d'obbligo nei programmi formativi delle scuole di tutto l'occidente. Massimo premio al Festival di Cannes. In chiusura la strepitosa Rockin' in the free world, inno libertario cantato da Neil Young.    

domenica 29 agosto 2004

Terra di confine (Open range)

anno: 2004       
regia: COSTNER, KEVIN 
genere: western 
con Kevin Costner, Robert Duvall, Annette Bening, Michael Gambon, Michael Jeter, Diego Luna, James Russo, Abraham Benrubi, Dean Mcdermott, Kim Coates, Patricia Benedict, Guy Bews, Chad Camilleri, Tom Carey, Alexis Cerkiewicz, Lorette Clow, Diego Del mar, Tim Koetting, Herb Kohler, Peter Macneill, Billy Morton, Julian Richings, Kurtis Sanheim, Cliff Saunders, Greg Schlosser, Patricia Stutz, Ian Tracey, Rod Wilson, Alex Zahara 
location: Usa
voto: 6 

Boss (Duvall) e Charley (Costner) sono due mandriani nomadi che viaggiano con due giovani sodali. Per campare non chiedono altro che lasciar pascolare liberamente le loro vacche nelle terre che sono di tutti. Non sembrano pensarla così Denton Baxter (Gambon) e i suoi uomini, che fanno il bello e il cattivo tempo in una cittadina dell'ovest. Sicché gli sgherri di Baxter fanno razzia al carro dei quattro e uccidono uno di loro. Boss e Charley chiedono giustizia: si troveranno a ingaggiare una furiosa sparatoria dalla quale usciranno vittoriosi e con la cittadinanza locale dalla loro parte, a cominciare dalla sorella del medico del luogo (Bening), che si innamora di Charley.
In gran parte autoprodotto, il film tratto dalla sceneggiatura di Craig Storper è un ritratto epico della vita dei vecchi cowboys (siamo intorno al 1890) che non aggiunge però molto ad altri film di genere. Al crocevia tra Il cavaliere pallido, Sfida all'OK Corrall e Gli spietati, Terra di confine incardina nel racconto l'inevitabile sbavatura alla melassa a tono sentimentale, inutile per un western sobrio, girato nelle magnifiche praterie canadesi, complessivamente ben fatto.    

mercoledì 25 agosto 2004

La spettatrice

anno: 2004   
regia: FRANCHI, PAOLO  
genere: drammatico  
con Barbora Bobulova, Andrea Renzi, Brigitte Catillon, Roberto Buttafarro, Marco Quintili, Franco Zuliani  
location: Italia
voto: 8

Valeria (Bobulova) è una giovane traduttrice in simultanea che vive a Torino. Passa le serate a spiare, dal buio della sua stanza, la vita di Massimo (Renzi), farmacologo quarantenne che vive solo con l'amatissimo cane. Quando Massimo viene trasferito a Roma, Valeria non ci pensa due volte a mollare tutto per seguirlo, a insaputa di lui, nella capitale. Qui entra dapprima nella vita di Flavia (Catillon), una docente di diritto compagna di Massimo, e quindi dello stesso Massimo, senza mai riuscire a esprimergli i suoi sentimenti.
Al suo primo lungometraggio, Paolo Franchi realizza un piccolo capolavoro d'ambientazione, in cui i temi dell'ineffabilità dei sentimenti e dell'incapacità di comunicarli rimanendone spettatori sono raccontati con sorprendente lucidità. La sceneggiatura è impeccabile, senza alcunché di pletorico, calibratissima nel non cedere il passo all'oleografia né al sentimentalismo più vieto. Attori tutti ugualmente straordinari per questo film sui paesaggi oscuri dell'anima e di due città così lontane e così vicine. Brigitte Chatillon è doppiata da Licia Maglietta.

mercoledì 11 agosto 2004

Bowling a Columbine

anno: 2002   
regia: MOORE, MICHAEL 
genere: documentario    
con Michael Moore, Marylin Manson    
location: Usa
voto: 8    

Due adolescenti imbracciano delle semiautomatiche e fanno una strage tra i loro compagni di scuola alla Columbine. Un bambino di 6 anni trova una pistola in casa e uccide una compagna di classe. Sono soltanto due delle oltre unidicimila morti per arma da fuoco che annualmente consolidano questo triste primato degli Stati Uniti d'America. Davvero troppe se confrontate con le due morti con la stessa causa del Canada, paese di cacciatori nel quale molti hanno un fucile in casa. Di chi è la colpa di questo massacro? Col consueto berretto da baseball calato sul capo e la mole pachidermica, prova a dircelo lo stesso Michael Moore, intervistando gente qualunque e rock star dal linguaggio aggressivo come Marilyn Manson, o entrando in casa di esaltati delle armi come l'attore Charlton Heston. Con una lucidità strabiliante, Moore mette a nudo l'indole che da sempre governa l'ethos dell'americano medio: un'indole sostanzialmente guerrafondaia, che alimenta un prosperosissimo giro d'affari sulle armi e sulle munizioni, che favorisce contraddizioni allucinanti come nel caso del rapporto con il terrorismo. Un film ad altissimo potenziale educativo di uno dei registi maledetti americani, giustamente premiato in moltissime manifestazioni cinematografiche, tra cui Cannes.    

lunedì 9 agosto 2004

Il laureato (The graduate)

anno: 1967   
regia: NICHOLS, MIKE  
genere: drammatico  
con Anne Bancroft, Dustin Hoffman, Katharine Ross, William Daniels, Murray Hamilton, Elizabeth Wilson, Brian Avery, Walter Brooke, Norman Fell, Alice Ghostley, Buck Henry, Marion Lorne          
location: Usa
voto: 8

Benjamin Braddock (Hoffman, qui al suo esordio da protagonista) è il rampollo ventenne di una facoltosa famiglia californiana. Annoiato dalla vita e incerto sul domani, si lascia pigramente sedurre da un'amica di famiglia di mezza età, la signora Robinson (Bancroft). La tragedia deflagra non appena Ben si innamora di Elaine Robinson (Ross), figlia della sua amante. Elaine fugge a Berkeley, improvvisa un matrimonio col primo venuto ma - una volta sull'altare - scapperà con Ben in un memorabile finale aperto.
Sceneggiato da Calder Willingham e Buck Henry basato su un romanzo di Charles Webb, Il laureato è un film entrato nella leggenda della storia del cinema. Il torpore perbenista degli americani si trasformò in un brutto risveglio davanti al tema di un rapporto così "vizioso" intrattenuto da un ragazzo di buona famiglia. Ma i meriti del film di Nichols sono soprattutto altri: per primo, la capacità di mettere in scena l'inquietudine del  protagonista, che risolve vicariamente il problema del passaggio alla vita adulta innescando una relazione clandestina. In seconda battuta, la scelta di uno stile straniato, che privilegia i prolungati momenti di silenzio autistico nei quali si chiude un sorprendente Dustin Hoffman. Ma all'immortalità del film hanno contribuito - più di tutti - le eccelse canzoni di Simon & Garfunkel. Clamorosamente sbagliato il titolo in italiano: il graduate americano è di poco superiore al nostro diploma di maturità. Oscar per la regia.    

mercoledì 4 agosto 2004

Essere John Malkovich (Being John Malkovich)

anno: 1999       
regia: JONZE, SPIKE   
genere: grottesco   
con John Cusack, Catherine Keener, Cameron Diaz, John Malkovich, Orson Bean, Mary Kay Place, Charlie Sheen, Ned Bellamy   
location: Usa
voto: 5   

Cosa potrà mai trovare al settimo piano e mezzo di un edificio di New York, nel quale gli uffici hanno i soffitti così bassi da costringere gli impiegati a camminare curvi, un burattinaio visionario (Cusack) al suo primo lavoro "vero"? Risposta: la via per arrivare nella testa di John Malkovich. Sì, proprio lui, l'attore. La scoperta diventa un business, il burattinaio si impossessa della coscienza di Malkovich finché Malkovich stesso - in una sequenza memorabile - non entra nel buco della sua stessa mente.
Al suo film d'esordio, Adam Spiegel (alias Spike Jonze) - che ha lavorato sul copione di Charlie Kaufman - adotta metafore fin troppo chiare: il burattinaio, la visione, il desiderio di immortalità che si esprime attraverso il passaggio fisico nel corpo dell'attore e che ne rendono chiari gli intenti di "apologo a diversi piani sui temi dell'identità e del narcisismo" (Morandini). Geniale e visionario, il film è però ipertrofico al punto da risultare pletorico. Un po' meno ambizione non avrebbe guastato…    

martedì 29 giugno 2004

Il conte Max

anno: 1957   
regia: BIANCHI, GIORGIO  
genere: commedia  
con Alberto Sordi, Vittorio De Sica, Anne Vernon, Susanna Canales, Tina Pica, Juan Calvo, Jacinto San Emeterio, Diletta D'Andrea, Mino Doro, Piero Stucchi, Antonella Florio, Albert Craig, Edy Biagetti, Nani Colombo, Edith Jost, Julio Riscal, Luigi Mondello, Marco Tulli    
location: Italia
voto: 6  

Un edicolante al centro di Roma (Sordi) ha sogni di gloria alimentati dalla smisurata ammirazione per il Conte Max (un impareggiabile De Sica), nobile decaduto con l'attitudine al parassitismo. Sicché in occasione del Natale si lascia convincere a cambiare la sua meta vacanziera per Cortina d'Ampezzo, dove viene accidentalmente scambiato proprio per il conte Max Orsini Varaldo. La commedia va avanti finché l'edicolante non ne può più di paillette e finzioni dell'aristocrazia e ha un sussulto d'orgoglio che lo porterà peraltro a fidanzarsi con la governante di una delle famiglie aristocratiche conosciute in vacanza.
Il soggetto di Amleto Palermi non ha nulla di strepitoso ma le trovate in fase di sceneggiatura di Ruggero Maccari, Ettore Scola, Sordi e Bianchi nonché l'affiatamento della coppia di fuoriclasse dà lustro a una commedia con molti momenti comici. Libero rifacimento di Il signor Max (1937) di Mario Camerini con Sordi nel personaggio che fu di De Sica. Rifatto piattamente nel 1991 da Christian De Sica.    

lunedì 7 giugno 2004

Il mio viaggio in Italia

anno: 2000   
regia: SCORSESE, MARTIN  
genere: documentario  
con Martin Scorsese  
location: Italia, Usa
voto: 6

Dopo il Viaggio nel cinema americano, Scorsese liquida il suo debito verso quello italiano, a cui è legato dalle origini siciliane della sua famiglia. In quasi cinque ore di documentario, che si servono di un amplissimo materiale di repertorio, il grande regista americano commenta il cinema dei suoi eroi: Blasetti, Rossellini, De Sica, Visconti, Fellini, Antonioni. Dalla stagione del peplum a quella del neorealismo, passando per e arrivando fino alla trilogia dell'incomunicabilità di Antonioni, Scorsese mette in risalto la grande capacità del cinema italiano di unire registri comici e drammatici, di ricercare nuovi stili, di ispirare intere generazioni di registi. Un omaggio sentito e ricco di riflessioni critiche e storiche interessanti, penalizzato soltanto da qualche lungaggine eccessiva nello stoccaggio dei brani scelti.    

sabato 29 maggio 2004

Troy

anno: 2004   
regia: PETERSEN, WOLFGANG   
genere: mitologico   
con Brad Pitt, Eric Bana, Orlando Bloom, Diane Kruger, Sean Bean, Brian Cox, Peter O'toole, Brendan Gleeson, Saffron Burrows, Rose Byrne, Julie Christie, Garrett Hedlund, Adoni Maropis, Tyler Mane, James Cosmo, Julian Glover, Owain Yeoman, Trevor Eve, Alex King    
location: Grecia, Turchia
voto: 7   

Nel 1193 a.C. il principe troiano Paride (Bloom) sottrae la bella Elena (Kruger) al marito Menelao (Gleeson). Quest'ultimo chiama vendetta e si rivolge al fratello Agamennone (Cox), che vuole cogliere l'occasione per sbaragliare l'ultima roccaforte che ostacola le sue mire espansionistiche. Con una flotta di 50mila uomini guidata da Achille, si dirige verso Troia, dove proprio Achille (Pitt) con i suoi Mirmidoni ottiene una clamorosa vittoria. I dissapori tra il guerriero acheo e il re greco mettono a dura prova l'esercito di Agamennone quando Achille si ammutina. Sarà l'uccisione del cugino Patroclo (Hedlund) a richiamare Achille all armi e a uccidere Ettore (Bana), il più valoroso guerriero troiano. Tuttavia, la città sotto assedio resiste e soltanto l'ingegno di Ulisse (Bean) la metterà sotto scacco con l'inganno di un cavallo dato in offerta agli dei. La sceneggiatura di David Benioff opera molti rammendi e orpelli sulla trama del poema omerico. Il racconto non ne soffre, anche perché servito dall'estrema incisività spettacolare della gesta belliche. Se le ricostruzioni scenografiche sono riuscitissime e monumentali, le scene di guerra memorabili, i movimenti degli eserciti stupefacenti, altrettanto non si può dire della recitazione assai "muscolare" degli attori, tutti - Peter O'Toole (nella parte di Priamo) compreso - troppo poco carismatici per vestire i panni di personaggi archetipici come Achille, Ettore, Agamennone…

domenica 16 maggio 2004

Vidocq

anno: 2002       
regia: PITOF  
genere: poliziesco  
con Gerard Depardieu, Guillaume Canet, Ines Sastre, Andrè Dussollier, Edith Scob, Moussa Maaskri, Jean-Pierre Gos, Isabelle Renauld, Jean-Pol Dubois, Andre' Penvern, Gilles Arbona, Jean-Marc Thibault, Francois Chattot, Elsa Kikoine, Fred Ulysse, Nathalie Becue, Luc-Antoine Diquero, Akonio Dolo, Michel Lefevre, Pierre Marcherez, Dominique Zardi          
location: Francia
voto: 5

Nella Parigi del 1830 l'ambiguo detective Vidocq (Depardieu, che qui raggiunge una stazza impressionante) finisce dentro una fornace al termine di una furiosa lotta con un uomo mascherato sul conto del quale sono fiorite le più cruente leggende metropolitane relative a un suo mercimonio di sangue di ragazze vergini. Un sedicente biografo (Canet) indaga sulla presunta morte di Vidocq, ripercorrendone l'itinerario investigativo. Finale a sorpresa.
Servito da un'eccellente ricostruzione scenografica dei bassifondi parigini, caratterizzato da un'atmosfera gotica amplificata dall'uso costante del grandangolo, Vidocq si perde tuttavia in un esercizio di virtuosismo registico dietro il quale c'è ben poco. Il finale è "telefonato" fin dalle prime battute e la vicenda si risolve in una sorta di perenne inseguimento coniugato con effetti in stile Matrix, alchimia e paranormale, in ossequio ai blockbuster a stelle e strisce. Al copione ha collaborato Jean-Christophe Grangè, autore del soggetto.    

sabato 8 maggio 2004

Funny games

anno: 1997   
regia: HANEKE, MICHAEL
genere: thriller
con Christoph Bantzer, Stefan Clapczynski, Arno Frisch, Frank Giering, Wolfgang Glueck, Doris Kunstmann, Susanne Lothar, Susanne Meneghel, Ulrich Muehe, Monika Zallinger 
location: Austria
voto: 8


Raggiunta la casa in riva al lago per le vacanze estive, una famiglia altolocata (papà, mamma e figlioletto) viene segregata, torturata e sterminata da due gaglioffi in guanti bianchi e dall'aria apparentemente per bene.
L'austro-tedesco Haneke mette in scena un film di agghiacciante crudeltà, che non concede nulla agli estetismi del genere lasciando gli episodi di violenza sempre fuori campo ma mostrandone gli effetti macabri sulle persone. Al crocevia tra Arancia meccanica e Ore 10: calma piatta, Funny games strizza l'occhio a una crudeltà beffarda, che non lascia posto a un atto misericordioso fino all'ultimo fotogramma del film.    

lunedì 26 aprile 2004

Secret window

anno: 2004       
regia: KOEPP, DAVID  
genere: thriller  
con Johnny Depp, John Turturro, Maria Bello, Timothy Hutton, Charles S. Dutton, Len Cariou, Joan Heney, John Dunn-Hill, Matt Holland, Gillian Ferrabee, Chico, Kyle Allatt, Sarah Allen, Vito De Filippo, Richard Jutras, Bronwen Mantel, Elizabeth Merleau, Vlasta Vrana, Kevin Woodhouse          
location: Italia
voto: 2

Mort Rainey (Depp) è uno scrittore di successo in crisi creativa. Chiuso nella sua residenza fuori dal mondo, ancora afflitto dalla perdita per l'abbandono della moglie (Bello), Mort vede materializzarsi il fantasma di una zona oscura del suo passato, in cui si appropriò dell'opera di un altro per trasformarla in un successo commerciale. A perseguitarlo c'è John Shooter (Turturro), che gli uccide il cane, brucia la casa della moglie e lo affligge con ogni genere di messaggi sibillini. Anche un minus habens capirebbe che si tratta di un fantasma prodotto dalla sua fantasia e che è Mort stesso l'autore della carneficina. Koepp ricava da un soggetto di Stephen King un insulso thriller claustrofobico nel quale l'ambientazione è l'unico elemento apprezzabile rispetto a un film che va almanaccando tutto il repertorio della suspense con la credibilità di uno studentello di cinema alle prime armi.    

sabato 3 aprile 2004

Totò, Peppino e la... malafemmina

anno: 1956       
regia: MASTROCINQUE, CAMILLO 
genere: comico 
con Totò, Peppino De Filippo, Dorian Gray, T.Reno, Nino Manfredi 
location: Italia          
voto: 8

Quando i fratelli Caponi (Totò e Peppino) apprendono da una lettera anonima che il loro nipote (Reno) anziché studiare si trova a Milano per fare la corte a un'attrice da avanspettacolo (Gray), raggiungono il capoluogo lombardo per dissuadere la donna dai suoi intenti. Inevitabile lieto fine in cui il vero amore trionfa.
Semplicemente pirotecnici, Totò e Peppino ingaggiano duetti funambolici litigandosi il denaro, danneggiando i vetri delle finestre del "confinante" Mezzacapa e bardandosi con tanto di pelliccia e colbacco in vista della trasferta lombarda. Da antologia la scena in cui Totò detta a Peppino la lettera indirizzata alla maliarda ("un punto, punto e virgola e due punti: 'chè poi dicono che siamo tirati") e quella della richiesta ("noio volevam savoir (...) per andare, dove dobbiamo andare?") rivolta al vigile davanti al Duomo. Incontenibili.    

lunedì 22 marzo 2004

L’amore ritorna

anno: 2004       
regia: RUBINI, SERGIO  
genere: commedia  
con Fabrizio Bentivoglio, Sergio Rubini, Margherita Buy, Giovanna Mezzogiorno, Mariangela Melato, Giorgio Barberio Corsetti, Emanuela Macchniz, Alberto Rubini, Antonio Prisco, Dina Valente  
location: Italia
voto: 5,5

Per Luca (Bentivoglio), attore di successo colpito da un malore che gli fa sputare sangue dai polmoni, l'amore ritorna. È l'amore per la vita, per le poche persone care che contano veramente, per la sua terra d'origine, la Puglia. Con tratto autobiografico, Rubini racconta il mestiere difficile dell'attore, la perdita delle radici (e il loro recupero), la promiscuità degli affetti, l'impossibilità di una vita come quella di tutti gli altri. Commedia agrodolce con risvolti fantastici (la cugina materna morta 50 anni prima e che appare ripetutamente al protagonista), L'amore ritorna si muove con passo discontinuo tra momenti superflui e picchi poetici nei quali Rubini è bravissimo a raccontare i sentimenti a tutto tondo, servito da un cast ben assortito. Copione scritto a quattro mani con Domenico Starnone.    

lunedì 15 marzo 2004

Il pianeta delle scimmie (Planet of the apes)

anno: 2001       
regia: BURTON, TIM  
genere: fantascienza  
con Mark Wahlberg, Tim Roth, Helena Bonham Carter, Michael Clarke Duncan, Kris Kristofferson, Erick Avari, Luke Eberl, Paul Giamatti, Charlton Heston, Lisa Marie, Cary-Hiroyuki Tagawa, David Warner, Estella Warren  
location: Usa
voto: 6

Lanciato nello spazio, Leo Davidson (Wahlberg) riesce a fare un atterraggio di fortuna su un pianeta dove, però, viene immediatamente imprigionato da alcune scimmie che dominano gli umani con malvagità. Più evoluto dei suoi simili, Leo, grazie anche all'aiuto di una scimmia dal cuore tenero (Bonham Carter), organizza una rivolta che lo mette in condizioni di ripartire con un'altra navicella spaziale, non prima però di essersi reso conto che il pianeta dove è precipitato è proprio il pianeta Terra, colonizzato da quelle stesse scimmie che, in un'evoluzione millenaria, discendono dagli esemplari che viaggiavano con lui nella navicella spaziale.
Rispetto al capolavoro degli anni '60, tratto da un soggetto di Mark  Rosenthal (sceneggiato con William  Broyles jr. e Lawrence  Konner), Tim Burton accentua l'aspetto scenografico e aggiunge l'elemento-cardine della diffrazione spazio-temporale. Il risultato è gustoso, il plot narrativo avvincente, i trucchi delle scimmie impeccabili. Ma sono lo scarsissimo carisma del protagonista e il fievole messaggio ambientalista e umanitario a rappresentare il tallone d'Achille del film.    

giovedì 11 marzo 2004

Mulholland drive

anno: 2002       
regia: LYNCH, DAVID  
genere: fantastico  
con Naomi Watts, Laura Elena Harring, Ann Miller, Justin Theroux, Chad Everett, Billy Ray Cyrus, Robert Forster, Mark Pellegrino  
location: Usa
voto: 7,5  

Sulla Mulholland drive, nei pressi delle colline di Hollywood, una donna (Harring) esce miracolosamente indenne ma perde la memoria. Si rifugia nella prima casa che trova, nella quale abita provvisoriamente una giovane aspirante attrice che si trova nella capitale mondiale del cinema per un provino (Watts). La ragazza si appassiona alla vicenda della sconosciuta e si mette con lei a cercare tracce del suo passato. Sembra che la storia della donna si intrecci in qualche modo con quella di un capriccioso regista al quale la mafia ha imposto per il suo prossimo film una protagonista che all'uomo non piace. È a questo punto che le identità delle due protagoniste, che in piena notte assistono a uno spettacolo teatrale dove "nulla sembra ciò che è", si confondono con quelle di una donna trovata morta nel proprio appartamento e della protagonista indesiderata del film. Una chiave apre una scatola blu, il vaso di Pandora dal quale Lynch attinge tutta la sua potenza visionaria per un film che per oltre un'ora e mezza sembra seguire una pista gialla, per poi imboccare bruscamente i meandri dell'inconscio. A voler mettere sul lettino del dottor Freud il regista del Montana, si potrebbe azzardare una lettura secondo cui tutta la prima parte del film è la ricostruzione inconscia di un omicidio compiuto per gelosia dalla giovane attrice, con tanto di rimozione e sostituzione di identità: ne darebbero prova la presenza di un killer maldestro, assoldato per uccidere la donna che ha perso la memoria, e la tresca che quest'ultima ha col regista. O lo si potrebbe leggere come una gigantesca metafora sul cinema che ha perduto l'innocenza di uno sguardo diretto in ragione di una sofisticazione sempre crescente. Ma al di là delle congetture, il film di Lynch è godibile per l'incastro metafisico del racconto - molto dark a forti tinte saffiche (c'è una scena molto erotica tra le due protagoniste) - e per una grammatica narrativa che ci rimanda al crocevia tra il Bergman de Il settimo sigillo e il Kubrick di Eyes wide shut.    

martedì 2 marzo 2004

Sotto falso nome

anno: 2004       
rgeia: ANDÒ, ROBERTO   
genere: giallo   
con Daniel Auteuil, Greta Scacchi, Anna Mouglalis, Giorgio Lupano, Magda Mielcarz, Michael Londsdale, Georges Guerreiro, Joelle Mnouchkine, Serge Merlin, Francois Germond, Laurent Bozzi, Laure Brosson, Vlastimil Canek, Izabella Dziarska, Salvatore Ferrario, Roberto Lombardi, David O'Kelly, Gabriela Pejchakova, Daniel Pietrucha, Jerzy Rogulsky, Gianni Sanseverino, Vincent Serez, Frederique Smetanova, Bartek Sozanski    
location: Italia, Svizzera
voto: 3   

Sotto il nome di Serge Novak, scrittore di fama internazionale, si cela Daniel Boltanski (Auteuil), ricco, di origini ebreo-polacche, residente in Svizzera con la moglie Nicoletta (Scacchi). La sua vita cambia, al punto da costringerlo a uscire dallo pseudonimo artistico, allorché Daniel ingaggia una relazione con Mila (Mouglalis), la moglie del suo figliastro (Lupano). La tela del ragno costruita da Mila porta Daniel davanti ai fantasmi del suo passato, prima di tutti la morte suicida di un amico e un'accusa di plagio.
Dopo Il manoscritto del principe, Andò, autore del copione con Salvatore Marcarelli, armeggia ancora con la letteratura. Lo stile è quello borioso di chi cerca di volare alto infilando inesorabilmente i luoghi comuni del genere: il pastiche letterario si trasforma nella più improbabile delle soap-operas (com'è possibile che una scrittore di talento, che dovrebbe avere un brandello di fantasia, si tradisca con un uso tanto maldestro del telefono?), la confezione è oleografica e la direzione degli attori, con l'eccezione di Auteuil e della Scacchi, a dir poco incerta. Su tutto, incombe una magniloquenza registica che per due ore lascia grondare pioggia e letteratura.    

lunedì 1 marzo 2004

Il Prof. Dott. Guido Tersilli, primario della clinica villa Celeste convenzionata con le mutue

anno: 1969   
regia: SALCE, LUCIANO  
genere: commedia  
con Alberto Sordi, Evelyn Stewart, Nanda Primavera, Sandro Merli, Claudio Gora, Filippo De Gara, Giovanni Nuvoletti, Marisa Fabbri, Sandro Dori, Patrizia De Clara, Marco Tulli, Gino Lavagetto, Ira Furstenberg, Alessandro Cutolo, Pupella Maggio, Franco Abbina, Adriano Amidei Migliano, Laura De Marchi, Antonella Della Porta, Claudia Giannotti, Joanna Knox, Gennaro Masini, Paolo Paoloni, Franca Sciutto  
location: Italia
voto: 5  

Dopo il successo al botteghino de Il medico della mutua, Sordi - autore del copione con Sergio Amidei - gioca ancora la carta del Dott. Tersilli, che a un anno di distanza dal film precedente col titolo di "professore" dirige - con mano degna più di un direttore d'albergo che di un medico - la clinica Villa Celeste, convenzionata appunto con le mutue. Tiranneggiando i suoi sottoposti, lucrando sui pazienti più agiati e riducendo al minimo i servizi per quelli mutuati, il Prof. Dott. Guido Tersilli crea il vuoto attorno a sé, al punto che sarà costretto a chiudere Villa Celeste, per poi riaprirla come centro di chirurgia estetica, in ossequio all'ultima moda. Il film, diretto con mano incerta da Luciano Salce, gira per oltre un'ora sulla ripetitività delle situazioni, giocando instancabilmente sul cliché del cinico arrivista senza alcuno scrupolo verso i malati. Carriere facili, intrallazzi, malasanità e affarismo sono oggetto di una satira poco convincente, servita però da un Sordi in stato di grazia. Il film fu campione di incassi.    

venerdì 27 febbraio 2004

Il medico della mutua

anno: 1968       
regia: ZAMPA, LUIGI  
genere: commedia  
con Alberto Sordi, Bice Valori, Sara Franchetti, Evelyn Stewart, Nanda Primavera, Claudio Gora, Franco Scandurra, Leopoldo Trieste, Tano Cimarosa, Patrizia De Clara, Filippo De Gara, Sandro Dori, Massimo Foschi, Pupella Maggio, Sandro Merli, Riccardo Paladini, Gastone Pescucci, Marisa Traversi  
location: Italia
voto: 6,5  

La malasanità ai suoi albori: il Dott. Tersilli (Sordi), appena preso servizio in ospedale, scopre la manna delle convenzioni con la mutua. Incitato da una madre molto ingerente (Primavera), il Dott. Tersilli non esiterà neppure a raggirare la moglie di un medico (Valori) con una "eredità" di oltre 2000 mutuati.
Affarismo, ingordigia, lo stato assistenziale portato al parossismo sono gli ingredienti che Luigi Zampa ha tradotto su pellicola dal romanzo di Giuseppe  D'Agata (sceneggiato da Sordi, Zampa e Sergio Amidei). Un film di denuncia sulla cancrena della sanità italiana, sul cui tema lo stesso regista tornerà con Bisturi. La mafia bianca. All'epoca, Il medico della mutua fu campione d'incassi.    

martedì 24 febbraio 2004

Primo amore

anno: 2004   
regia: GARRONE, MATTEO  
genere: drammatico  
con Vitaliano Trevisan, Michela Cescon  
location: Italia
voto: 7  

Dopo L'imbalsamatore, Matteo Garrone porta sullo schermo un'altra storia di "amore" estremo". Ne sono protagonisti Vittorio (Trevisan), gestore di un piccolo laboratorio orafo, e Sonia (Cescon), modella per un atelier d'arte e commessa presso un esercizio equosolidale. Vittorio ha una fissazione maniacale per le anoressiche e la sua relazione amorosa con Sonia si trasforma in una storia di plagio, con cui la costringe a dimagrire di quasi venti chili, in un'allucinata sopraffazione psicologica fatta di privazione del cibo che porterà a un drammatico epilogo. Garrone opta per la strada impervia del racconto diafano, con dialoghi ridotti al minimo, uno stile semidocumentaristico con molta macchina a spalla, larghe concessioni a una calata veneta, quella del protagonista, fortemente impastata. Ineccepibile nel mettere in scena la vicenda, tratta dal romanzo Il cacciatore di anoressiche, con lucidità entomologica, Garrone racconta la dialettica tra spirito e corpo poggiando sulla metafora della lavorazione aurea, che consiste nel togliere (laddove ne L'imbalsamatore aveva fatto la scelta opposta del riempire, impagliando i corpi degli animali) allo scopo di arrivare all'essenza: ed è esattamente questo il progetto di Vittorio, guidato dall'allucinata, crudelissima, violenta volontà di arrivare a possedere "la testa" di Sonia espugnandone il corpo. Un film che - pur mantenendosi a largo dalla tentazione di mostrare particolari raccapriccianti - racconta una violenza psicologica inaudita che lascia sgomenti.    

mercoledì 18 febbraio 2004

Mi piace lavorare – Mobbing

anno: 2003   
regia: COMENCINI, FRANCESCA   
genere: drammatico   
con Nicoletta Braschi, Camille Dugay Comencini, Marina Buoncristiani, Roberta Celea, Stefano Colace, Claudia Coli, Marcello Miglio, Moses Chika Obijiaku, Marian Serban, Frederique Siguier, Fabrizio Tola, Ginevra Benini, Impero Bartoli, Sonia De Meo, Francesca Romana Lugeri, Michele Luggeri, Rosa Matteucci, Tommaso Nanni, Maurizio Quadrana, Herbert Okey Obijiaku, Constance Obijiaku    
location: Italia
voto: 7   

Tutto comincia con la sparizione di un oggetto di uso quotidiano. Poi i colleghi a mensa ti isolano, il capoufficio ti assegna a qualifiche sempre più degradanti, non rispetta i tuoi orari e arriva a metterti contro altri colleghi, facendoti fare da capro espiatorio. I sintomi sono l'astenia, lo stress, la disistima di se stessi e le reazioni che tutto questo suscita anche nei familiari. È quanto accade ad Anna (Braschi), impiegata presso un'azienda romana, che vive a piazza Vittorio con una figlia adolescente a carico e fatica ad arrivare alla fine del mese. La trafila di disgrazie sul lavoro che riesce a inanellare ha un nome preciso. Si chiama mobbing. È la strategia che adottano alcune aziende per costringere il personale in esubero a dimettersi senza dovere ingaggiare battaglie contro i sindacati. Francesca Comencini lo racconta in maniera iperrealistica optando per il docu-drama: nessuna enfasi, pellicola sgranata, macchina a spalla quasi l'incubo della protagonista fosse uno scherzo di pessimo gusto oggetto di una candid camera. Il film, recitato da una Nicoletta Braschi in stato di grazia e mai tanto brava, ci rivela una verità amara: anche vincendo una causa per mobbing e ottenendo un risarcimento grazie all'intervento sindacale, nessuno torna più a lavorare in un posto dove ha sofferto e nel quale gli è stata tolta la dignità.    

martedì 17 febbraio 2004

Le invasioni barbariche (Les invasion barbares)

anno: 2003   
regia: ARCAND, DENYS 
genere: drammatico 
con Romy Girard, Stèphane Rousseau, Marie-Josée Croze, Marina Hands, Louise Portal, Dorothée Berryman, Dominique Michel, Toni Cecchinato, Yves Jacques, Pierre Curzì 
location: Canada
voto: 9

A un anziano professore universitario di Montreal (Girard), attaccatissimo alla vita, sottaniere ed epicureo, viene diagnosticato un cancro in stato ormai avanzato. Da Londra arriva suo figlio (Rousseau), epitome in carne e ossa della barbarie neocapitalista, che farà di tutto per lenirgli le sofferenze degli ultimi giorni di vita, a dispetto dei rapporti non proprio fluidi che i due hanno avuto per un'esistenza intera. Così, il figlio raduna al capezzale del padre quelli che per quest'ultimo furono gli amici di un tempo, gli fa ricavare un alloggio dignitoso in un ospedale che somiglia a una casbah, assolda alcuni studenti perché questi vengano ad omaggiarlo all'indomani del suo improvviso pensionamento e arriva al punto di procurargli dell'eroina per ottenere sul dolore l'effetto decuplicato della morfina. 17 anni dopo Il declino dell'impero americano, Arcand raduna gli attori di un tempo per una sorta di Grande freddo che affronta i grandi temi della morte, dell'amicizia, dell'amore e dei rapporti tra genitori e figli con uno stile che si muove in perfetto equilibrio sul crinale tra la rappresentazione del bene e quella del male. Droga, tradimento e corruzione vengono mostrati in una doppia valenza, all'insegna di una dialettica nietzschiana capacissima di guardare oltre l'apparenza delle cose. Dialoghi acutissimi, recitazione impeccabile, narrazione fluida, riso e pianto, sceneggiatura da manuale - giustamente premiata a Cannes con il massimo titolo - fanno del film del regista canadese un gioiello che dimostra come il cinema possa volare altissimo posandosi leggero sui tanti -ismi di una narrazione che ribatte all'imperialismo barbaro del denaro con una rappresentazione entusiasmante del sapere. Premio a Cannes per la migliore interpretazione femminile a Marie-Josée Croze, bella oltre che brava.    

domenica 15 febbraio 2004

Maledetti vi amerò

anno: 1980   
regia: GIORDANA, MARCO TULLIO
genere: drammatico
con Flavio Bucci, Micaela Pignatelli, Agnes De Nobecourt, Franco Bizzoccoli, Massimo Jacoboni, Stefano Manca, David Riondino, Pasquale Zito, Alfredo Pea, Anna Miserocchi, Biagio Pelligra
location: Italia   
voto: 8

Dopo cinque anni di assenza passati in Sudamerica, Svitol (Bucci) torna a Milano. Nel frattempo sono stati uccisi Pasolini e Moro e molte cose sono cambiate. "Era bello quando i nemici li potevi riconoscere": è questa la frase che condensa il senso di smarrimento del protogonista, la sua incapacità di conciliarsi con una sinistra che sta ripensando se stessa, proiettata com'è verso il riflusso.
Con Maledetti vi amerò, l'appena 28enne Giordana - autore della sceneggiatura con Vincenzo Caretti - esordisce alla regia guardando alla generazione del post-'68 e anticipando il revisionismo dei decenni successivi. Un immenso Flavio Bucci veste i panni di un comunista disorientato dal crollo ideologico con una recitazione straniata, a ciglio asciutto e "con lampi di sarcasmo" (Morandini). I temi del riflusso, del revisionismo, del terrorismo (uno dei cavalli di battaglia di tutto il cinema del regista milanese) e delle ideologie vengono compendiati in quel monologo da antologia nel quale Svitol si arrovella solipsisticamente sulla distinzione tra destra e sinistra. Massimo alloro al festival di Locarno.
Il film lo trovate qui.

sabato 14 febbraio 2004

Non uno di meno (Yi Ge Dou Bu Neng Shao)

anno: 1999   
regia: YIMOU, ZHANG  
genere: commedia  
con Wei Minzhi, Zhang Huike, Trian Zhenda, Gao Enman, Sun Zhimei, Feng Yuying, Li Fanfan, Zhang Yichang, Xu Zhanquing  
location: Hong Kong   
voto: 8

Una ragazzina di 13 anni deve sostituire l'anziano maestro, costretto ad un'assenza di un mese dalla scuola di un sobborgo rurale della Cina. Pur di portare a termine il compito impeccabilmente, senza perdere neppure uno scolaro, la maestrina è disposta a tutto. Così, quando uno dei suoi piccoli studenti va in città per aiutare col lavoro la famiglia poverissima, la ragazzina si sobbarca l'impresa di un viaggio difficile, con una notte intera passata a fare anticamera sotto l'edificio della televisione locale dalla quale spera di poter mandare un messaggio per ritrovare il bambino e riportarlo a scuola. Con un nugolo di efficacissimi attori non professionisti, Zhang Yimou ci racconta con stile realista un mondo radicalmente lontano da quello individualistico occidentale, pur non dissimulando accenti critici all'indirizzo del suo paese natale. In un film che è un saggio di antropologia culturale, il regista cinese denuncia lo scandalo della dispersione scolastica, contrapponendogli lo spiccato senso della collettività che affonda le sue radici più solide nel Confucianesimo e mostrandoci come si può vivere ai margini del mondo nella povertà più assoluta conservando intatta la propria dignità. Leone d'oro a Venezia. La sceneggiatura è di Shi Xiangshen ed è tratta da un suo romanzo.    

lunedì 2 febbraio 2004

Appuntamento a Belleville

anno: 2003       
regia: CHOMET, SYLVAIN   
genere: animazione   
location: Francia
voto: 5   

Immaginate di tradurre Jacques Tati in punta di matita: ne otterrete l'effetto surreale di questo film di animazione francese  che racconta di un orfanello cresciuto dalla nonna, la quale fa del ragazzo una promessa del ciclismo. La storia, che si srotola nell'arco del trentennio che va dai '30 ai '60 (si vede anche una versione animata di De Gaulle) è interamente imperniata sul tentativo della nonna di ritrovare il ragazzo, rapito dalla mafia statunitense per venire impiegato come pedalatore nelle scommesse clandestine. L'operazione riesce anche grazie all'aiuto di tre arzille vecchiette e di un cane. Film agli antipodi dall'ottimismo sentimentaloide di stampo disneyano, Appuntamento a Belleville è un cartoon crepuscolare, in diversi momenti addirittura tetro, afasico (le sole parti parlate sono - come appunto nei film di Tati - del tutto irrilevanti), venato da una sguardo impietoso sui corpi e sulla loro profanazione (i corpi delle rane che fanno da pietanza quotidiana alle tre vecchiette, ma anche quelli obesi che dilagano della metropoli d'oltreatlantico, quello della nonna poliomielitica o quello del protagonista) che lascia trapelare una visione sardonica dell'umanità. Portando la sua cifra stilistica al paradosso, Chomet lascia la narrazione sullo sfondo, collocando in primo piano l'antiestetismo bolso di questa umanità aliena.    

domenica 1 febbraio 2004

La giuria (Runaway jury)

anno: 2004   
regia: FLEDER, GARY 
genere: giallo 
con John Cusack, Gene Hackman, Dustin Hoffman, Rachel Weisz, Rusty Schwimmer, Guy Torry, Cliff Curtis, Nora Dunn, Bill Nunn, Joanna Going, Jennifer Beals, Stanley Anderson, Luis Guzman, Leland Orser 
location: Usa
voto: 8

A New Orleans una donna rimasta vedova a seguito di un eccidio nell'ufficio dove lavorava il marito, fa causa all'industria d'armi che ha permesso al killer di acquistare un mitra con tanta disinvoltura. Gli interessi in gioco sono enormi: a difendere la donna c'è un navigato avvocato idealista (Hoffman); dalla parte opposta un cinico principe del foro (Hackman), avvezzo a intrugli d'ogni genere, in ossequio al motto secondo il quale "i processi sono troppo importanti per essere lasciati a una giuria". Ma è proprio nella giuria che si insidia un abile manipolatore (Cusack), coadiuvato dalla sua ragazza (Weisz), che vuole ottenere 10 milioni di dollari da una delle due parti per "indirizzare" il verdetto. In sottofinale scopriamo che la vicenda è assai più intricata e che la venalità della coppia è solo apparente.
Tratto da un dei tanti best-seller che John Grisham ha regalato al cinema (dopo Il socio, Il rapporto Pelican, Il cliente, L'ultimo appello, Il momento di uccidere, L'uomo della pioggia e Conflitto di interessi), La giuria è il degnissimo rappresentante di un sottogenere - quello del legal-thriller - che negli Usa ha una tradizione che parte almeno da La parola ai giurati di Lumet. I meccanismi psicologici disvelati nell'aula di tribunale e nel backstage fanno da contrappunto a una vicenda costruita con impeccabile mestiere, nella quale l'arzigogolato intreccio è affidato a un montaggio da manuale. Attori che gareggiano in bravura (Hackman e Hoffman si fronteggiano per la prima volta) e lo sguardo attento al sistema di giustizia americano danno a La giuria uno spessore che travalica di gran lunga gli angusti limiti del film di genere.    

domenica 4 gennaio 2004

L'ultima eclissi (Dolores Claiborne)

anno: 1995       
regia: HACKFORD, TAYLOR  
genere: giallo  
con Kathy Bates, Jennifer Jason Leigh, Judy Parfitt, Christopher Plummer, David Strathairn, Eric Bogosian, John C. Reilly, Ellen Muth          
location: Usa
voto:5

Processata per l'omicidio del marito ubriacone, violento e incestuoso, una cameriera del Maine, Dolores Claiborne (Bates) viene processata nuovamente dopo 12 anni per la morte di un'aristocratica presso la quale lavorava da oltre 20 anni. Il pubblico ministero (Plummer), lo stesso che si occupò del suo caso precedente, impugna il movente di un lascito di alcune migliaia di dollari, del quale tuttavia Dolores è all'oscuro. Sarà la testimonianza convincente della figlia di Dolores (Jason-Leigh), attivata dall'abreazione del fosco passato che riguarda i rapporti col padre, a restituire a Dolores una vita dignitosa.
Aiutato da una protagonista da applausi, Hackford confeziona un film che ha il pregio di tenersi in perfetto equilibrio tra trama gialla e apologo morale sul tema del delitto e del castigo, scegliendo la diffrazione temporale come espediente narrativo. Due omissioni di soccorso sono alla base di due presunti delitti dai quali la protagonista viene assolta: quando i cavilli del diritto non sono abbastanza davanti alla Giustizia della Vita. Come scrive Morandini, si tratta del "miglior film di un regista impersonale"