domenica 30 aprile 2017

Partisan

anno: 2015       
regia: KLEIMAN, ARIEL   
genere: fantastico   
con Vincent Cassel, Jeremy Chabriel, Zsofia Stavropoulos, Wietse Cocu, Katalin Hegedus, Daniel Vernikovski, Samuel Eydlish, Csenge Birloni, Sosina Wogayehu, Kidus Melaku, Anastasia Prystay, Florence Mezzara, Timothy Styles, Sapidah Kian, Oscar Dahlberg, Alexander Kuzmenko, Alexander Dahlberg, Natalia Gorbacheva    
location: Australia
voto: 4   

In un luogo imprecisato e un tempo altrettanto imprecisato, Gregori (Cassel), un uomo sulla cinquantina, raduna ragazze madri con i loro figli. L'11enne Alexander, il primo a essere adottato in questa comunità rigorosamente patriarcale nella quale Gregori educa i giovani al sapere ma anche alla polvere da sparo, subisce con sempre maggiore diffidenza le imposizioni del suo mentore. Quando uno dei nuovi arrivati viene umiliato pubblicamente per avere manifestato il suo dissenso, per Alexander il dado sarà ormai tratto.
Strano film, questo dell'australiano Ariel Kleiman, a cavaliere tra il fantasy distopico e il dramma claustrofobico, una sorta di prova generale per un'opera per certi versi simile come il coevo Captain Fantastic. Qui però tutto sembra programmatico e posticcio, il finale ampiamente telefonato e la figura del padre-padrone carismatico - interpretata con la consueta vena di follia da Vincent Cassel - troppo schematica e non adeguatamente contrapposta a un nugolo di succubi verso il quale il registro algido del film non induce ad alcuna empatia.    

lunedì 24 aprile 2017

La tenerezza

anno: 2017       
regia: AMELIO, GIANNI
genere: drammatico
con Renato Carpentieri, Elio Germano, Giovanna Mezzogiorno, Micaela Ramazzotti, Greta Scacchi, Arturo Muselli, Giuseppe Zeno, Maria Nazionale, Hieb Khili, Valerio Comparelli, Renato Carpentieri Jr., Fabio Cocifoglia, Bianca Panicci, Giovanni Esposito, Salvatore Cantalupo, Nunzio Giuliano, Abdou Magib Fall, Giuseppe Gavazzi, Rosario Minervini, Walter Lippa, Dario De Rosa, Franco Pinelli, Salvatore Sodano, Maria Giovanna De Cristofaro, Rosario D'Angelo, Carmen Pommella, Valeria Luchetti, Luca Gallone, Michele Danubio, Antonio Marfella, Enzo Casertano, Noureddin El Falah, Hedi Krissane, Lello Serao, Antonio Morra, Giancarlo Cosentino, Peppe Bosone    
location: Italia
voto: 7

Un avvocato in pensione, burbero e misantropo (Carpentieri), entra in contatto con i suoi nuovi vicini di casa: una coppia del nord Italia con due bambini piccoli. Lui, che da anni rifiuta di parlare con quei parassiti dei suoi figli, stringe un'amicizia con la famiglia appena arrivata nel pieno caos di Napoli (fotografata da Luca Bigazzi con la consueta maestria), smussa gli spigoli di un carattere quasi impossibile, si sdilinquisce persino con i bambini - gli unici, alla stregua del suo nipotino al quale tenta di insegnare la differenza tra tinto, istinto ed estinto - a intenerirlo. Tutto cambia in seguito a una tragedia che, se raccontata, sarebbe uno spoiler clamoroso.
Il tema della relazione tra genitori e figli è ancora una volta - come già in pietre miliari come Colpire al cuore, Il ladro di bambini e Le chiavi di casa, ma anche del meno riuscito L'intrepido - il perno di un film ellittico, nel quale Amelio dimostra ancora una volta una spettacolare capacità nell'affidare al pubblico una funzione di completamento. E lo fa non soltanto interrompendo al vertice del climax alcune scene madri, ma anche disegnando contorni nettissimi su personaggi incompiuti, tutti assimilabili dalla ricerca di una tenerezza mai ricevuta. A farsi carico più di tutti di un'opera rielaborata da Amelio in maniera assai personale a partire da La tentazione di essere felici di Lorenzo Marone e che trova la propria cifra stilistica migliore nella capacità di scavo dei personaggi è un Renato Carpentieri titanico al quale, misteri dello star-system, non solo è stato riservato un posto del tutto marginale, quasi impercettibile, nella locandina del film, ma il suo nome compare dopo quello di Giovanna Mezzogirno, Michela Ramazzotti ed Elio Germano. Il quale ultimo si dimostra, ancora una volta, attore gigantesco, che un casting troppo disinvolto ha affiancato a due nane della recitazione.    

domenica 23 aprile 2017

La mia vita da Zucchina (Ma vie de courgette)

anno: 2016       
regia: BARRAS, CLAUDE   
genere: animazione   
location: Francia, Svizzera
voto: 3   

A chi è destinato La mia vita da Zucchina, primo lungometraggio in stop-motion dello svizzero Claude Barras? Di sicuro non ai più piccoli. La storia - quella di Icaro, detto Zucchina, un ragazzino di dieci anni che, alla morte della madre sfaccendata e alcolizzata, finisce in un orfanotrofio dove deve vedersela con il bullo di turno ma dove si invaghisce anche di una coetanea - è talmente triste che al confronto la morte della madre di Bambi sembra una barzelletta e bisognerebbe voler davvero male a un bambino per portarlo a vedere un film del genere. Agli adulti, allora? Può darsi. Ma il film tratto da un libro di Gilles Paris e adattato per lo schermo da Céline Sciamma è una ridda di situazioni che accentuano in maniera talmente smaccata il lato poetico dell'opera, ricorrendo a simbolismi bolsi, da renderla posticcia e alla portata dei palati meno esigenti. Tra bambini abusati, semiautistici e discriminati e zie conciate come battone, questo romanzo di formazione - che sembra essere programmaticamente sponsorizzato dalla Kleenex - cerca a tutti i costi il ricatto emotivo dello spettatore, trovando però solo una serie di vieti luoghi comuni.    

venerdì 21 aprile 2017

Piuma

anno: 2016       
regia: JOHNSON, ROAN
genere: commedia
con Luigi Fedele, Blu Yoshimi, Michela Cescon, Sergio Pierattini, Francesco Colella, Francesca Antonelli, Brando Pacitto, Clara Alonso, Bruno Squeglia, Francesca Turrini, Massimo Reale    
location: Italia
voto: 3,5

Fenomenologia di un irresponsabile. Ferruccio (Fedele), detto Ferro, è un diciottenne che fatica a tenere a freno gli ormoni e i suoi spermatozoi zampillano con una facilità pari quasi a quella di certi chef partenopei. Finisce così che prima ingravida la sua ragazza (Yoshimi), della quale non sembra neppure troppo convinto, e successivamente la fisioterapista a sovradosaggio di estrogeni che ha in cura suo nonno. Il padre (Pierattini) si dispera, la madre (Cescon) si sfrega le mani nella speranza di diventare nonna, gli amici cazzeggiano partendo per il Marocco e il potenziale suocero (Reale) continua a preoccuparsi esclusivamente dei buffi accusati per le troppe perdite al gioco. L'unica persona saggia sembra proprio la neopuerpera. Che fare? Portare a termine la gravidanza o dare la piccola che è in arrivo in adozione?
Versione alla vaccinara di Juno, Piuma è un romanzetto di formazione che intercetta la voga di cinema giovanilista degli anni '10 per declinarla secondo il paradigma, scanzonato e leggerissimo fin dal titolo, proprio dell'autore. Il quale, dopo I primi della lista e Fino a qui tutto bene, sembra precipitare in un'opera ruffiana, con personaggi monodimensionali aggrovigliati su una tematica pretestuosa. L'unica scena da salvare - peraltro appiccicata al resto del film con la Coccoina - è quella nella quale i due protagonisti nuotano sui cieli della città.    

mercoledì 19 aprile 2017

La vendetta di un uomo tranquillo (Tarde para la ira)

anno: 2016       
regia: AREVALO, RAUL 
genere: giallo 
con Antonio de la Torre, Luis Callejo, Alicia Rubio, Manolo Solo    
location: Spagna
voto: 6 

Che fai se la tua tranquilla vita borghese, alla vigilia del matrimonio, viene sconvolta da un gruppetto di rapinatori che hanno mandato tuo padre in coma e la tua futura sposa al Creatore cambiandole i connotati? Mentre aspetti che quello che faceva il palo (Callejo) esca di galera, seduci la sua donna (Rubio) e te la porti a letto, poi cominci a tallonare l'uomo che cerchi, lo ricatti e lo metti nelle condizioni di dirti chi fossero i suoi complici. E ti trasformi in un killer calmo e silenzioso, capace di delitti all'arma bianca come della più spietata freddezza.
Attore prima ancora che regista, classe 1979, Raul Arevalo è qui alla sua prima prova dietro la macchina da presa: un revenge movie inspiegabilmente sommerso dai premi Goya (gli Oscar spagnoli) in patria (il che la dice lunga sulla condizione dell'attuale cinema iberico), perfettamente adeguato ai cliché di genere (siamo dalle parti di Taken e John Wick), con risparmio su fuochi d'artificio ed effetti speciali ma girato in pellicola (16 millimetri) con fotografia desaturata, qualche pianosequenza per mostrare i muscoli del talento visivo e molta macchina a spalla. Cinema commestibile, buono per dare un paio d'ore di riposo ai neuroni.    

martedì 18 aprile 2017

Truman - Un vero amico è per sempre

anno: 2015       
regia: GAY, CESC   
genere: commedia   
con Ricardo Darín, Javier Cámara, Dolores Fonzi, Eduard Fernández, Àlex Brendemühl, Pedro Casablanc, José Luis Gómez, Javier Gutiérrez, Elvira Mínguez, Oriol Pla, Nathalie Poza, Àgata Roca, Susi Sánchez, Francesc Orella, Ana Gracia, Silvia Abascal, Kira Miró    
location: Olanda, Spagna, Argentina
voto: 3   

Una mia ex amica, che per mesi ha usufruito di vitto e alloggio a casa mia, ha l'attitudine a fare delle vere e proprie crociate contro qualsiasi forma d'impegno, disprezza il lettore come categoria antropologica e infierisce sui film impegnati. La signora ha anche un'attitudine particolare a considerare le proprie opinioni come puro nirvana per la materia grigia altrui. Una volta le ho sentito dire: "io e Franco Ferrarotti abbiamo gli stessi pensieri, la stessa visione. Solo che lui la confeziona meglio". Alla faccia della modestia. Quando ancora parassitava a casa mia, la persona in questione mi disse che Truman era "il miglior film visto da anni". Può darsi che - visti i 5 Goya (gli oscar spagnoli) intascati - avesse prue ragione. Fatto sta che davanti a tanta ferrarottiana albagia, non potevo resistere all'invito di guardare il caldeggiatissimo film. Che è questo. Un tizio spagnolo di mezza età (il sempre bravo Ricardo Darin, icona del cinema argentino) sa di essere in fin di vita. Si fa raggiungere dal suo migliore amico (Cámara), che vive in Canada, per sistemare le ultime cose della sua esistenza, la prima delle quali è consegnargli il cane Truman, un pacioso molossoide destinato altrimenti a rimanere senza padrone. I due amici cominciano così un viaggio per salutare le persone care.
A conferma della pochezza di certe opinioni, Truman volge in commedia la vicenda drammatica del protagonista, inanellando in questo buddy movie monocorde tutti i luoghi comuni del caso, facendo leva sull'empatia dello spettatore e su una scrittura compiacente alla portata dei palati più semplici, con dialoghi asfittici e battute corrive.    

sabato 8 aprile 2017

Per mio figlio (Moka)

anno: 2016       
regia: MERMOUD, FREDERIC   
genere: noir   
con Emmanuelle Devos, Nathalie Baye, David Clavel, Diane Rouxel, Samuel Labarthe, Olivier Chantreau, Jean-Philippe Ecoffey, Marion Reymond, Paulin Jaccoud    
location: Francia, Svizzera
voto: 6   

Cosa non si farebbe per un figlio. Specialmente se quattordicenne e morto in un tragico incidente d'auto. Ne sa qualcosa Diane (Devos), che non si rassegna alla rapida archiviazione del caso da parte della magistratura, con imputazione verso ignoti. Dopo avere assoldato un detective che rintraccia l'auto della donna (il cui colore dà il titolo originale al film) che, a detta di un testimone, avrebbe investito il ragazzino a Losanna, Diane entra nella vita della presunta responsabile (Baye), una garbata profumiera con più di un dolore nascosto, e in quella del suo compagno (Clavel), sconvolgendole. Ma scoprendo anche una verità inaspettata.
Tratto da Moka, romanzo di Tatiana de Rosnay, il film dello svizzero Frédéric Mermoud, qui al suo secondo lungometraggio, rimane per un'ora e mezza in equilibrio tra dramma psicologico e nervature thriller, imperniandosi su un confronto tra donne che è una partita a scacchi con sorprese. Qualche deviazione onirica e alcuni elementi implausibili tolgono spessore a un revenge movie che avrebbe avuto tutti i crismi del melodramma teso, indiscutibilmente memore della lezione di Chabrol.    

venerdì 7 aprile 2017

Piccoli crimini coniugali

anno: 2017       
regia: INFASCELLI, ALEX
genere: drammatico
con Sergio Castellitto, Margherita Buy
location: Italia
voto: 6

L'enigma della coppia. Perché ci si prende, ci si lascia, ci si abbandona, si soffre, si cerca il dolore, la pena, il riscatto? E poi la paura della solitudine, l'ipocrisia, la dipendenza, l'egoismo, il narcisismo, il senso di soffocamento, il desiderio, l'attrazione, la repulsione, la carne, il crudo e il cotto. Alex Infascelli, che con Piccoli crimini coniugali firma il suo film più ambizioso - tratto da Eric-Emmanuel Schmitt - accantonando momentaneamente le sue tendenze verso il thriller e l'horror (Almost blue, Il siero delle vanità), mette al centro della scena due soli attori (Sergio Castellitto e Margherita Buy, finora un'unica volta insieme sul grande schermo, nel 2003, in Caterina va in città, e qui idealmente alle prove generali per la terza stagione di In treatment), che duettano con ampi margini di libertà sul copione. Ne esce un film che sembra voler fare più il verso a Carnage che a La guerra dei Roses e che, nella sua tetra ambientazione romana  ultraborghese in un casa tutta spigoli con orribili corridoi grigi, volteggia sui tanti temi che possono riguardare la crisi di coppia (i due stanno insieme da vent'anni) senza mai diventare pregnante. Piuttosto, i dialoghi sembrano rimanere in superficie, i nodi non vengono mai veramente al pettine e l'insieme narrativo - che parte da uno spunto thriller in cui lui ha perso la memoria a seguito di una presunta caduta - fatica a reggere l'ora e mezzo di filmato, tutto sulle spalle di una Buy mai tanto sensuale e di un Castellitto piuttosto ingessato.    

mercoledì 5 aprile 2017

Il Permesso - 48 ore fuori

anno: 2016       
regia: AMENDOLA, CLAUDIO
genere: drammatico
con Luca Argentero, Claudio Amendola, Valentina Bellè, Giacomo Ferrara, Andrea Carpenzano, Massimo De Santis, Antonino Iuorio, Stefano Rabatti, Ivan Franek, Simone Liberati, Andrea Carpenzano, Valentina Sperlì    
location: Italia
voto: 5

Quattro storie con un denominatore comune: il permesso di libera uscita per altrettanti carcerati. Rossana (Bellè) è una ragazza di famiglia altolocata finita dietro le sbarre per traffico di droga. Angelo (Ferrara) è dentro per rapina, ma non ha mai fatto i nomi dei suoi soci che, mentre lui guarda il sole a scacchi, se la spassano nella casa che la nonna gli ha lasciato in eredità al quartiere Prenestino di Roma. Luigi (Amendola) è un boss della mala che è stato istituzionalizzato da lungo tempo, ma che ha deciso di ritirarsi e che per nessuna ragione vorrebbe che suo figlio seguisse le sue impronte. Infine, Donato (Argentero) vorrebbe sfruttare le 48 ore che ha a disposizione per ritrovare sua moglie, finita nel frattempo in un giro di prostituzione.
Scritto con l'alluce del piede sinistro da Giancarlo De Cataldo, che ormai da tempo lavora a cottimo per il cinema (Romanzo criminale, Noi credevamo, Suburra), Il permesso è il secondo film da regista di Claudio Amendola, dopo La mossa del pinguino. Al repentino cambio di genere corrisponde una maggior incisività in cabina di regia, con particolare attenzione agli ambienti e alle inquadrature. Tuttavia, il plot narrativo - che inscena storie di possibile redenzione facendo incontrare due dei quattro protagonisti soltanto in un caso - manca di finezza psicologica nel disegno dei caratteri, è banale e ordinario. Né aiuta la direzione di attori che, con le sole eccezioni del regista/protagonista e del giovane Giacomo Ferrara (qui alla seconda prova dopo Suburra), sono sotto il livello di guardia.    

martedì 4 aprile 2017

Money Monster - L'altra faccia del denaro

anno: 2016       
regia: FOSTER, JODIE  
genere: thriller  
con George Clooney, Julia Roberts, Jack O'Connell, Dominic West, Caitriona Balfe, Giancarlo Esposito, Christopher Denham, Emily Meade, Grant Rosenmeyer, Chris Bauer, Greta Lee, Olivia Luccardi, Condola Rashad, Dennis Boutsikaris, Darri Ingolfsson, Joseph D. Reitman, Lenny Venito, Ivan Martin, Anthony DeSando, Clem Cheung, Pernell Walker, Genevieve Adams, Vernon Campbell, Cliff Moylan, Matt Gorsky, Carsey Walker Jr., Charlie Thurston, Makhaola Ndebele    
location: Usa
voto: 6  

A cinque anni di distanza da Mr.Beaver, Jodie Foster torna dietro la macchina da presa per il suo quarto film da regista (altrettanto rarefatte sono le sue apparizioni davanti alla macchina da presa), per firmare la sua opera forse più impegnata. Siamo negli studi televisivi di un'importante emittente americana dove Lee Gates (Clooney), imbonitore di turno, aggiorna le televendite al tempo della finanza creativa, prodigandosi in consigli per prede facili. Nello studio fa irruzione un giovane (O'Connell) che, proprio a causa dei pessimi consigli di Lee, ha perso i pochi risparmi che aveva. Il ragazzo tiene sotto scacco la troupe televisiva con una pistola e un giubbotto carico di esplosivo. Mentre i media fanno a gara per aggiudicarsi i particolari più scandalistici della vicenda, il negoziatore fallisce miseramente, la polizia si limita a fare da tappezzeria ma sarà proprio Lee a scoperchiare il vaso di Pandora di un clamoroso ammanco finanziario dietro il quale di nasconde uno spregiudicato affarista.
Con una regia "media", tutta basata sul ritmo, la Foster dimostra ancora una volta di saper padroneggiare i mezzi tecnici meglio di quelli necessari a evitare di dover rammendare la sceneggiatura a suon di colpi di scena telefonati. Un'occasione persa a metà per un film che miscela Quinto potere, Quel pomeriggio di un giorno da cani e Re per una notte e che riesce comunque a trovare un'originale chiave thriller per raccontare i disastri e i loschi interessi degli speculatori finanziari.