sabato 30 giugno 2012

Qualche nuvola

anno: 2011       
regia: DI BIAGIO, SAVERIO
genere: commedia
con Michele Alhaique, Greta Scarano, Aylin Prandi, Giorgio Colangeli, Michele Riondino, Paola Tiziana Cruciani, Paolo De Vita, Elio Germano, Nick Nicolosi, Primo Reggiani, Pietro Sermonti
location: Italia
voto: 5

Diego (Alhaique) vive al Quadraro, nella periferia romana, sta per sposarsi con Cinzia (Scarano) dopo 10 anni di fidanzamento e fa il manovale nella ditta dove esercita anche il bonario, futuro suocero (Colangeli). Un lavoretto extra per arrotondare in vista delle nozze lo fa però scivolare sotto le lenzuola di Viola (Prandi), altolocata nipote del datore di lavoro del ragazzo (Sermonti). Il giorno del matrimonio sembra allora trasformarsi in un problema.
Filmetto innocuo diretto a quarant'anni dall'esordiente Saverio Di Biagio, Qualche nuvola scherza con tono leggero sul tema preferito della commedia rosa, attestandosi sullo stessa registro di intenti di film come Casomai e La donna della mia vita. Pur praticando una visione del rapporto tra i sessi rigidamente conservatrice ("gli uomini costruiscono la casa, le donne fanno i figli"), il film ha dalla sua però un garbo inusitato, una collezione di caratteristi che giocano al meglio le loro carte e un contesto popolare raccontato con verismo all'amatriciana tutt'altro che posticcio. Imapagabile il cammeo di Elio Germano nella parte di un venditore di mobili.    

Immaturi - Il viaggio

anno: 2012   
regia: GENOVESE, PAOLO  
genere: comico  
con Anita Caprioli, Ambra Angiolini, Raoul Bova, Barbora Bobulova, Luca Bizzarri, Paolo Kessisoglu, Ricky Memphis, Luisa Ranieri, Maurizio Mattioli, Francesca Valtorta, Luca Zingaretti, Alessandro Tiberi, Lavinia Longhi, Vittoria Belvedere, Aurora Cossio, Lucia Ocone, Rocío Muñoz, Peter Yassemis, Anna Rezan  
location: Grecia, Italia
voto: 5,5

Dopo essersi ritrovati a distanza di anni per via di un cavillo burocratico che ne ha annullato l'esame di maturità (ma il prologo non viene esplicitato in questo secondo episodio), un gruppo di amici romani decide di partire per una vacanza in Grecia. Qui la prima notte allegra di alcuni di loro si trasforma in una sorta di perenne nascondino, mentre c'è chi rimane sola (Angiolini), chi ha serissimi problemi di salute (Caprioli) e chi cerca di mettere una pezza a un amore finito con uno scambio compulsivo di sms (Kessisoglu).
Secondo episodio firmato da Paolo Genovese, Immaturi (Il viaggio) ruota sostanzialmente intorno a questioni di corna. Trascurando i ben altri problemi con cui l'Italia e la Grecia devono misurarsi, secondo la più vieta logica del panem et circenses, il film si limita a girare intorno al tema del tradimento con molti cliché, qualche gioco di equivoci ben assestato nel copione e un'aria complessivamente ilare che giova a un cast ben affiatato. In questo turno le battute migliori del copione spettano di gran lunga a Luca Bizzarri. Per l'occasione è stato scomodato anche Daniele Silvestri, che ha composto Il viaggio sposando la causa di questi eterni Peter Pan.    

martedì 26 giugno 2012

Detachment - Il distacco

anno: 2011   
regia: KAYE, TONY
genere: drammatico
con Adrien Brody, Marcia Gay Harden, James Caan, Christina Hendricks, Lucy Liu, Blythe Danner, Tim Blake Nelson, William Petersen, Bryan Cranston, Sami Gayle, Betty Kaye, Louis Zorich, Isiah Whitlock Jr., Chris Papavasiliou, Kwoade Cross, David Hausen, Roslyn Ruff, Jerry Walsh, John Cenatiempo, Brenda Pressley, Tiffani Holland, Lucian Maisel, Alex Boniello, Celia Au, Mary Joy, Michael Hammond, Ronen Rubeinstein, Al Calderon, Brennan Brown, Celia Schaefer, Reagan Leonard, Tarikk Mudu, Kevin T. Collins, Stephen Payne, James Hosey, Michael Kaufman, Nancy Rodriguez, Justin Campbell, Aaron Sauter, Josh Pais, Renée Felice Smith, Doug E. Doug, Rebecka Ray, Patricia Rae, Mama Kohn, Corwin C. Tuggles, Lonon Jay Wilson, Samantha Logan, Ralph Rodriguez, Annabel Barrett, April Maxey, Amber Vanterpool, Eli Massillon, Alsharik Sejour, Jonathan Hudson, Elvis Muccino
location: Usa
voto: 7

Dai tempi de Il seme della violenza, anno di grazia 1956, a oggi, sembra che la scuola - almeno quella americana - non sia mai riuscita a risolvere i propri problemi. Anzi, potendo, in oltre mezzo secolo li ha visti persino peggiorare. Nel frattempo, sul grande schermo sono apparse miriadi di professori ora incapaci, ora volonterosi, ora spregiudicati, ora iconoclasti, ora sfiduciati e rinunciatari e torme di studenti quasi sempre più o meno intemperanti. In questo non fa eccezione questa American history firmata da Tony Kaye, che colloca al centro della scena un supplente solitario (un Adrien Brody ancora una volta da pelle d'oca), animato dalle migliori intenzioni, il professore che tutti vorremmo avere incontrato e che si porta sulle spalle il fardello di un'infanzia difficile e di una madre morta suicida. L'esperienza nella scuola-ghetto e il contemporaneo incontro con una giovanissima prostituta (Gayle) si trasformerà per lui in un'abreazione e nell'occasione per fare definitivamente i conti con un passato che lo tormenta.
Diretto con grande senso dello spettacolo (montaggio a puzzle, notevoli inserti animati come fossero disegni su una lavagna, impeccabile direzione degli attori, fotografia di forte impatto visivo), Detachment cerca nell'interiorità dell "prof" la chiave per raccontare il rapporto inquieto tra docenti e alunni senza cadere nella tentazione di lisciare il pelo al corpo insegnante. Se la retorica di alcuni dialoghi manca l'obiettivo (ma il "metodo" persuasivo di un professore, interpretato da un James Caan versione botulino, per disinnescare i ragazzi più problematici è da ovazione), convince invece l'idea di leggere la vita in aula come una fatica di Sisifo (e non a caso viene citato Camus) nonché l'esperienza della maturazione come capacità di arrivare al distacco, visto, già a partire dalla possibile duplice lettura del titolo, tanto come anaffettività per affrontare le situazioni emotivamente più ingestibili, quanto come capacità di gestire la separazione da quanto ci è stato caro: un professore, un nonno, uno sconosciuto che si è preso cura di noi.    

lunedì 25 giugno 2012

Bob & Carol & Ted & Alice

anno: 1969   
regia: MAZURSKY, PAUL  
genere: commedia  
con Natalie Wood, Elliott Gould, Dyan Cannon, Robert Culp, Horst Ebersberg, Lee Bergere, Donald F. Muhich, Noble Lee Holderread Jr., K.T. Stevens, Celeste Yarnall, Lynn Borden, Linda Burton, Greg Mullavey, Andre Philippe, Diane Berghoff, John Halloran, Susan Merin, Jeffrey Walker, Vicki Thal, Joyce Easton, Howard Dayton, Alida Ihle, John Brent, Garry Goodrow, Carol O'Leary, Constance Egan  
location: Usa
voto: 6,5

Reduci da un weekend durante il quale hanno sperimentato una sorta di terapia di gruppo per imparare a gestire verità, sentimenti, emozioni e gelosia, Bob (Culp) e Carol (Wood) si confidano le reciproche scappatelle. Nel gioco finiscono anche Ted (Gould) e Alice (Cannon), i loro più cari amici, dapprima scandalizzati dalla leggerezza con cui i loro sodali esibiscono i loro segreti più intimi, quindi coinvolti in un gioco che li porterà a letto tutti e quattro insieme, stemperando ogni esuberanza.
Film d'esordio e primo di una serie di opere che Paul Mazursky ha dedicato al tema del tradimento, oggi Bob & Carol & Ted & Alice può sembrare la parodia della coppia libera di cui all'epoca si faceva un gran parlare. È invece un ritratto in chiave faceta sulla dialettica della sessualità e sull'impossibilità di uscire dagli schemi di cui molto si discusse negli anni '60.    

sabato 23 giugno 2012

L'alba del pianeta delle scimmie (Rise of the Planet of the Apes)

anno: 2011   
regia: WYATT, RUPERT
genere: fantascienza
con James Franco, Freida Pinto, Andy Serkis, Tyler Labine, David Hewlett, Jamie Harris, Leah Gibson, David Oyelowo, Chelah Horsdal, Karin Konoval, Richard Ridings, Terry Notary, Jesse Reid, Mattie Hawkinson, Christopher Gordon, Devyn Dalton, Brian Cox, Tom Felton, John Lithgow
location: Usa
voto: 7,5

Si chiama neurogenesi ed è una cura contro l'Alzheimer che il dottor Rodman (Franco), biologo, vorrebbe sperimentare sulle scimmie per poi tentare di far tornare suo padre (Lithgow) quella persona brillante che era. Sicché lo scienziato, foraggiato dai pingui fondi di un investitore avidissimo che vede nel progetto una fonte di enorme profitto, sperimenta su Cesare (Serkis), una scimmietta allevata in casa, un farmaco con parecchi effetti collaterali. Non ha però calcolato che l'animale ha intelligenza e, soprattutto, sentimenti a sufficienza da finire col mettersi nei guai al punto da venire rinchiuso in una specie di lager per scimmie, a partire del quale guiderà una rivolta contro gli umani.
A 43 anni dal film diretto da Franklin J. Schaffner e a 10 dal remake di Tim Burton arriva il quinto film dedicato al pianeta delle scimmie, un prequel che ha sbancato ai botteghini, nel quale la guerra tra primati continua a combattersi a colpi di potere e autodistruttività umana. Se nel primo episodio quest'ultima passava attraverso lo spettro della guerra nucleare, il timore più diffuso degli anni '60, in questo è l'incubo dell'uso dissennato di scienza, genetica e tecnologia a rappresentare il pericolo più temuto in vista del futuro. Lo spettacolo e le animazioni in motion capture funzionano a meraviglia e, nonostante la filosofia da blockbuster, non mancano neppure i contenuti, in attesa del sesto episodio.    

...E ora parliamo di Kevin (We Need to Talk About Kevin)

anno: 2010   
regia: RAMSAY, LYNNE
genere: drammatico
con Tilda Swinton, John C. Reilly, Ezra Miller, Jasper Newell, Rock Duer, Ashley Gerasimovich, Siobhan Fallon, Alex Manette, Kenneth Franklin, Leslie Lyles, Paul Diomede, Michael Campbell, J. Mallory-McCree, Mark Elliot Wilson, James Chen, Lauren Fox, Blake DeLong, Andy Gershenzon, Kelly Wade, Ursula Parker, Jason Shelton, Simon MacLean, Erin Darke, Annie O'Sullivan, Georgia X. Lifsher, Aaron Blakely, Polly Adams, Suzette Gunn, Joseph Melendez, Rebecca Dealy, Louie Rinaldi, Johnson Chong, Kimberley Drummond, Leland Alexander Wheeler, Daniel Farcher, Jennifer Kim, Caitlin Kinnunen, J.J. Kandel, Maryann Urbano, J.J. Perez, Tah von Allmen
location: Usa
voto: 8,5


È un incubo come la distesa umana pigiata in una calca da polli in batteria e sommersa dai pomodori della prima, stupefacente scena la vita di Eva (Swinton), madre non troppo convinta che ha messo al mondo Kevin (Miller). Appena neonato il piccolo emette strilli sono più insopportabili del rumore di un martello pneumatico. Un pochino più grande il bambino (Duer), dopo essersi a lungo rifiutato di parlare, si trasforma in un piccolo mostro sadico a metà strada tra catatonia autistica e genietto dispettoso. Il capolavoro arriva a sedici anni, quando è abbastanza bravo con l'arco per trapassare a uno a uno i suoi compagni di scuola dopo averli rinchiusi nella palestra.
Lynne Ramsay racconta attraverso lo sguardo materno una vicenda che è parente stretta del massacro della Columbine. Lo fa con uno stile straniato, spiazzante, la musica usata in maniera dissacrante, il montaggio a puzzle, avanti e indietro in diversi momenti della vita della donna, a voler ricostruire il disagio e gli sforzi di quest'ultima, la voglia di comprendere e di esserci ma anche, e soprattutto, il senso di sconfitta davanti all'innocenza del diavolo e alla banalità del male. Il nichilismo di una generazione diventa così materia filmica posta sotto la lente d'ingrandimento di chi quella generazione l'ha allevata e cresciuta, tra benessere, eccesso di dialogo, iperprotettività e mai una mano allungata a proposito. Chiaro che con un'educazione così prima o poi ti ritrovi la casa macchiata di vernice rossa come il sangue.    

venerdì 22 giugno 2012

Breve incontro

anno: 1945   
regia: LEAN, DAVID
genere: sentimentale
con Celia Johnson, Trevor Howard, Stanley Holloway, Joyce Carey, Cyril Raymond, Everley Gregg, Marjorie Mars, Margaret Barton
location: Regno Unito
voto: 7

È il capostipite di tutti i film che raccontano le storie d'amore impossibili transitate dall'epica premoderna di Tristano e Isotta all'etica moderna della famiglia coniugale. Laura (Johnson) tutti i giovedì si reca in città con il treno per fare qualche compera e concedersi un po' di svago andando al cinematografo. Conosce casualmente un medico (Howard), come lei sposato e con figli, del quale si innamora. Ma gli obblighi familiari, i timori per gli occhi indiscreti e le voci malevole pongono immediatamente fine al loro breve incontro.
Lean, che di cinema sentimentale se ne intende (in seguito avrebbe diretto Il dottor Zivago) firma un film molto scritto, che mantiene costantemente in primo piano il tormento interiore della protagonista, raccontato attraverso un'incessante voce off. In ossequio a una morale post-vittoriana che vede trionfare la famiglia e soffocare qualsiasi richiamo erotico (la relazione tra i due protagonisti sembra fissarsi su una dimensione squisitamente platonica), Breve incontro cerca di rendere palpabili i sussulti interiori di un benessere fatto di tranquillità e sicurezza che lascia pochissimo spazio all'eccitazione dei sentimenti e delle passioni. Peccato che a interpretare tante paturnie ci siano due attori inespressivi come Celia Johnson e Trevor Howard.

martedì 19 giugno 2012

Freaks

anno: 1932    regia: BROWNING, TOD 
genere: drammatico 
con Wallace Ford, Leila Hyams, Olga Baclanova, Roscoe Ates, Henry Victor, Harry Earles, Daisy Earles, Rose Dione, Daisy Hilton, Violet Hilton, Schlitze, Josephine Joseph, Johnny Eck, Peter Robinson, Olga Roderick, Martha Morris, Elvira Snow, Jenny Lee Snow, Elizabeth Green, Rardian, Angelo Rossitto, Edward Brophy, Matt McHugh, Frances O'Connor 
location: Usa
voto: 10

Freaks, ovvero mostri, esseri deformi. Ci voleva lo spirito iconoclasta di Tod Browning per portare sullo schermo, nel 1932, un nugolo di anomalie umane di ogni genere, con un avvertimento già nei titoli di testa, tanto ammonitorio quanto lungimirante: che dopo quel film al cinema non si sarebbero mai più viste cose del genere, perché tanto la teratologia quanto l'eugenetica avrebbero fatto in modo da rendere impossibile la nascita di simili creature. Tutto vero, dunque, oltre ogni immaginazione (uomini senza gambe né braccia come fossero fuchi, gemelle siamesi, nani, teste a pera, magrezze sconcertanti), per raccontare la storia di una avidissima trapezista da circo che irretisce un nano per sottrargli, con un lento avvelenamento, la cospicua dote ricevuta in eredità. Ma i suoi amici deformi, per i quali vale il motto che il torto fatto a uno di loro è un torto fatto a tutti, mangiano la foglia e prendono agghiaccianti contromisure, trasformando anch'essa in un mostro.
Capolavoro assoluto dell'intera storia del cinema, Freaks è quanto di più alto e nobile si possa chiedere a un apologo morale sulla dialettica che vede contrapposte la bellezza ed il bene da una parte e la bruttezza e il male dall'altra. Data la crudezza iperrealistica con cui viene messa in scena la deformità, il film ebbe vita difficile, tra tagli a numerose scene e un ostracismo che in Inghilterra durò per trent'anni.

domenica 17 giugno 2012

Il sole anche di notte

anno: 1990   
regia: TAVIANI, PAOLO & VITTORIO  
genere: drammatico  
con Julian Sands, Charlotte Gainsbourg, Nastassja Kinski, Massimo Bonetti, Mario Sandro De Luca, Geppy Gleijeses, Biagio Barone, Vittorio Capotorto, Teresa Brescianini, Sonia Gessner, Massimiliano Scarpa, Tony Sperandeo, Morena Turchi, Pamela Villoresi, Antonella Visini, Matilde Piana, Marco Di Stefano, Lucia Bastianini, Riccardo Parisio Perrotti, Margarita Lozano, Patricia Millardet, Alexandre Mincer, Nando Murolo, Pino Patti, Lorenzo Perpignani, Ubaldo Lo Presti, Salvatore Rossi, Giuseppe Bosone, Maria Antonia Capotorto, Giovanni Cassinelli, Giovanni Fois, Francesco Ferrante, Rudiger Vogler, Carlo Luca De Ruggeri, Antimo Negri  
location: Italia
voto: 8

Alla vigilia delle nozze un ambizioso ufficiale dell'esercito borbonico (Sands) viene a sapere che la sua futura moglie (Kinski) è stata l'amante di re Carlo III (Vogler). Distrutto dal dolore, prima prende i voti, quindi decide di ritirarsi in un eremo fino a venire assediato dai tanti che lo credono un santo. Cambierà ancora vita.
Tratto dal racconto di Tolstoj Padre Sergio e ambientato nel meridione italiano del '700 tra miseria contadina e brigantaggio, il film dei fratelli Taviani è un capolavoro figurativo che rasenta a tratti il manierismo. Il protagonista Julian Sands dà corpo al tormento interiore del suo personaggio, soffocato dall'ingerenza di una Chiesa mercificatrice e ossessionato dalle tentazioni carnali, riuscendo ad accendere in più di un'occasione la luce della commozione. Memorabili le musiche di Nicola Piovani.

Speriamo che sia femmina

anno: 1986   
regia: MONICELLI, MARIO  
genere: commedia  
con Liv Ullmann, Catherine Deneuve, Philippe Noiret, Giuliana de Sio, Stefania Sandrelli, Bernard Blier, Giuliano Gemma, Athina Cenci, Paolo Hendel, Lucrezia Lante della Rovere, Adalberto Maria Merli, Nuccia Fumo, Paul Muller, Carlo Monni, Francesca Calò, Simona Cera, Enio Drovandi, Mario Cecchi, Riccardo Diana, Ron  
location: Italia
voto: 4

Una rustico nella campagna toscana, una separazione alle spalle, due figlie e una sorella (Deneuve) con un lungo curriculum di relazioni scriteriate, un ex marito (Noiret) che vorrebbe tentare l'ultima folle impresa finanziaria, uno zio matto (Blier) e una domestica (Cenci) che non ama i giri di parole: è questo il circondario che ruota intorno a Elena (Ullman), un gineceo con qualche rada presenza maschile (compreso un amante più giovane) nel quale gli eventi del quotidiano si affastellano per accumulazione. Ma nel film non succede praticamente nulla: dialoghi verbosi, personaggi macchiettistici (ma quello di Blier è davvero comico), gag assemblate alla meno peggio, probabile frutto di un copione con  troppe firme (PInelli, Cecchi D'Amico, Benvenuti, De Bernardi e Monicelli). L'auspicio che il mondo di domani possa essere migliore se solo aumentassero le coppie di cromosomi XX è un messaggio flebile quanto la messa in scena e si stempera nella neghittosità delle donne di casa.
Cammeo per il cantautore Ron, nella parte di se stesso in occasione di un concerto.

venerdì 15 giugno 2012

Il cuore grande delle ragazze

anno: 2011   
regia: AVATI, PUPI 
genere: commedia 
con Cesare Cremonini, Micaela Ramazzotti, Gianni Cavina, Erica Blanc, Manuela Morabito, Gisella Sofio, Massimo Bonetti, Isabelle Adriani, Stefania Barca, Rita Carlini, Maria Pia Aricò, Tiziana Buldini, Sara Pastore, Bob Messini, Luciano Casaredi, Paolo Fiorino, Sydne Rome, Andrea Roncato, Alessandro Haber, Andrea Carpinteri, Patrizio Pelizzi, Cristina Angela Sartorio 
location: Italia
voto: 5,5

Dopo una lunga serie di passi falsi, Pupi Avati torna sul sicuro giocandosi per l'ennesima volta la carta del film corale, nostalgico, retrò, bucolico, (come aveva già fatto con Una gita scolastica, Festa di laurea, Storia di ragazzi e di ragazze, Fratelli e sorelle, Dichiarazioni d'amore, Il testimone dello sposo, La via degli Angeli, Il cuore altrove, Ma quando arrivano le ragazze?, La seconda notte di nozze e Gli amici del bar Margherita). Nel suo cinema della memoria, al centro della vicenda, ambientata nelle terre marchigiane degli anni '30, ci sono i suoi nonni, due ragazzi che stanno per sposarsi: lui (un ottimo Cesare Cremonini, ennesima scelta azzardata e vincente del regista emiliano) è un sottaniere incallito. Suo padre (uno strepitoso Andrea Roncato) lavora a mezzadria per conto di Sisto Osti (Cavina) che ha due figlie che non sono mai riuscite a trovare marito. Sicché il giovanotto dall'alito profumato di biancospino rimane l'ultima chance per le due zitelle. Il ragazzo si invaghisce invece della terza sorella (Ramazzotti), la lei del racconto, tornata alla casa avita dopo anni passati in un orfanotrofio romano. Sisto nicchia, i preparativi nuziali non vanno per il verso giusto ma alla fine i due si sposano, sebbene la notte delle nozze accada qualcosa di davvero imprevedibile…
Cinecartolina dal passato discretamente confezionata, Il cuore grande della ragazze va a segno sul terreno che Avati conosce meglio, quello dell'ambiente rurale della sua giovinezza (il film è ambientato a Fermo, nelle Marche). Le musiche di Lucio Dalla fanno la loro figura senza esagerare ma è intollerabile che in un film in costume si debbano vedere facce di cera, sfigurate dai lifting, come quelle di Erica Blanc e Sydne Rome. Senza contare l'inspiegabile invecchiamento di Manuela Morabito, attrice mediocre e volgarissima chiamata a interpretare un ruolo niente'affatto consono alla sua età: Avati proprio non può fare a meno della sua factory…    

mercoledì 13 giugno 2012

CinquePerDue

anno: 2004   
regia: OZON, FRANÇOIS
genere: sentimentale
con Valeria Bruni Tedeschi, Stéphane Freiss, Françoise Fabian, Michael Lonsdale, Géraldine Pailhas, Antoine Chappey, Marc Ruchmann, Jason Tavassoli, Jean-Pol Brissart, Eliane Kherris, Yannis Belkacem, Sylvie Debrun, Jean Neisser, Ninon Brétécher, Marie-Madeleine Fouquet, Pierre Chollet, Carlo-Antonio Angioni, Domenico Sannino, Andrea Cesolari
location: Francia
voto: 7

Cinque capitoli per raccontare le Scene da un matrimonio di Marion (Bruni-Tedeschi) e Gilles (Freiss), partendo dal giorno del divorzio e andando a ritroso nel tempo: le prime avvisaglie di crisi, la nascita del figlio, il matrimonio, l'innamoramento. Ozon dirige con uno stile assai classico e accenti bergmaniani questo film sulla banalità dell'amore de su quanto possa essere effimera la felicità, mettendo in scena una coppia come tantissime altre, con i sotterfugi, le ipocrisie, le stanchezze, l'ordinarietà, gli egoismi di entrambi, sebbene non faccia mistero di una certa preferenza per la parte femminile della coppia. Qualche programmatico colpo ad effetto (l'ultima scopata subito dopo il divorzio, con tanto di violenza carnale) e una spruzzata di successi italiani d'epoca (Tenco, Bobby Solo, Paolo Conte, Fidenco e Wilma Goich) a corredo della colonna sonora completano un'opera piuttosto riuscita.    

La costola di Adamo (Adam's rib)

anno: 1949       
regia: CUKOR, GEORGE  
genere: commedia  
con Spencer Tracy, Katharine Hepburn, Judy Holliday, Tom Ewell, David Wayne, Jean Hagen, Hope Emerson, Eve March, Clarence Kolb, Emerson Treacy, Polly Moran, Will Wright, Elizabeth Flournoy  
location: Usa
voto: 5,5

Partenza da thriller: una donna (Holliday) pedina il marito (Ewell) fino a quando non lo coglie con le mani… su un'altra donna. E fa fuoco con la pistola. Il caso, che appare semplicissimo, finisce in tribunale dopo che l'uomo è scampato miracolosamente alla morte. A difenderlo c'è un navigato avvocato (Tracy). Il problema è che a prendere le parti della mancata assassina c'è la moglie dell'avvocato (Hepburn): in aula i due - che pure nella vita si amano moltissimo - faranno scintille.
Cukor parte con l'acceleratore a tutto gas, affida il volante a due piloti di razza come Tracy e la Hepburn e poi lascia che la commedia proceda in folle. I duetti della coppia protagonista sono impagabili, la trovata di un confronto sulla parità di diritti gioca bene la carta del femminismo ma lo spunto narrativo sembra un po' troppo forzato e la soluzione trovata sul finale una pezza malmessa.    

lunedì 11 giugno 2012

Stasera ho vinto anch'io (The set-up)

anno: 1949   
regia: WISE, ROBERT  
genere: drammatico  
con Robert Ryan, Audrey Totter, George Tobias, Alan Baxter, Wallace Ford, Percy Helton, Hal Baylor, Darryl Hickman, Kenny O'Morrison, James Edwards, David Clarke, Phillip Pine, Edwin Max  
location: Usa
voto: 6,5

Un pugile avanti con gli anni (Ryan) deve combattere una gara combinata senza saperne nulla. Sua moglie (Totter) non ne può più di vederlo tornare a casa pesto. Lui ha un moto d'orgoglio che gli dà l'adrenalina sufficiente a vincere l'incontro con un rivale assai più giovane. Ma lo "sgarbo" fatto alla mala che gestisce le scommesse clandestine, per quanto non voluto, gli costerà caro.
Sette anni prima di Lassù qualcuno mi ama, Rober Wise firma il suo primo film sul mondo del pugilato. Appena settanta minuti avvolti in un bianco e nero crepuscolare, molti dei quali a seguire le riverse riprese sul ring, che oltre al melodramma che fa da filo conduttore tengono d'occhio la bizzarra fauna umana che popola il mondo della boxe.    

domenica 10 giugno 2012

Nathalie...

anno: 2003       
regia: FONTAINE, ANNE
genere: sentimentale
con Fanny Ardant, Emmanuelle Béart, Gérard Depardieu, Wladimir Yordanoff, Judith Magre, Rodolphe Pauly, Évelyne Dandry, Ari Boulogne, Aurore Auteuil, Idit Cebula, Sasha Rucavina, Macha Polikarpova, Marie Adam, Sophie Séfériadès, Serge Boutleroff, Marinette Lévy, Ida Techer, Caroline Frank, Sophie Noël, Angélique Thomas, Evelyne Macko, Prudence Maïdou, Karine Hulewicz, Marc Rioufol, Pierre Manganelli, Hassan Maadi
location: Francia
voto: 4

Una piacente ginecologa ultrabenestante sulla cinquantina (Ardant) sospetta che il marito (Depardieu) la tradisca. Sicché ingaggia una giovanissima escort (Beart) per vedere quanto l'uomo sia permeabile al fascino femminile e per farsi raccontare i loro giochi di letto. Ne nascono inevitabili complicazioni con finale (parzialmente) a sorpresa.
Thriller sui meccanismi della gelosia, Nathalie non va oltre il bozzettismo psicologico e il cliché svogliato. La coppia Ardant-Depardieu si ritrova per la terza volta in un intrigo sentimentale (dopo La signora della porta accanto e Il colonnello Chabert), ma in questa occasione l'intreccio è forzato e pretestuoso e gli attori sono i primi che sembrano non voler credere nella storia altamente improbabile.
Del film esiste un remake girato pochi anni dopo da Atom Egoyan e intitolato Chloe - Tra seduzione e inganno, certamente superiore all'originale.    

sabato 9 giugno 2012

Mission: Impossible - Protocollo Fantasma (Mission: Impossible - Ghost Protocol)

anno: 2012   
regia: BIRD, BRAD
genere: spionaggio
con Tom Cruise, Paula Patton, Simon Pegg, Jeremy Renner, Michael Nyqvist, Vladimir Mashkov, Samuli Edelmann, Ivan Shvedoff, Anil Kapoor, Léa Seydoux, Josh Holloway, Pavel Kríz, Miraj Grbic, Ilia Volok, Goran Navojec, Pavel Bezdek, Ladislav Beran, Jan Pavel Filipensky, Jiri Kraus, Ales Putik, Tomás Valík, Pavel Cajzl, Randy Hall, Vitaly Kravchenko, Andrej Bestcastnyj, Mike Dopud, Martin Hub, Ivo Novák, Anastasiya Novikova, Marek Dobes, Claudia Vaseková, Brian Caspe, Petra Lustigova, Daniel Clarke, April Stewart, Gina Hirsch, Ghaleb El Saadi, Andreas Wisniewski, Mustafa Al Yassri, Michael Rys, Dmitry Chepovetsky, Dawn Chubai, Nicola Anderson, Keith Dallas, Tammy Hui, David Stuart, Sabrina Morris
location: Emirati Arabi, India, Russia, Ungheria, Usa
voto: 7,5

Scordatevi 007: roba del passato da mettere definitivamente in soffitta. Il quarto episodio della serie Mission impossibile, giunto a 12 anni dal primo e fortissimamente voluto da Tom Cruise, è un fumettone che in più di due ore mette insieme una serie di trovate da brivido che non si sono (quasi) mai viste nemmeno in tutti i film tratti da Ian Fleming messi insieme. Tom si arrampica sul grattacielo di Dubai (il più alto del mondo), usa le arti marziali meglio di Bruce Lee, salta come un canguro, guida più veloce di Schumacher. E i suoi comprimari non sono da meno, a cominciare da quello che spara in volo nella primissima scena. La tecnologia e i gadget a gogo sono i coprotagonisti, in un patchwork che più che un thriller sembra quasi il più adrenalinico dei film di fantascienza. Davanti a tanta crapula di effetti speciali la storia conta poco e i dialoghi, per lo più suggerimenti allo spettatore per chiarire didascalicamente qualche passaggio narrativo, ancora meno.
L'agente speciale Ethan Hunt (Cruise), con tre comprimari, deve cercare di disinnescare la bomba con cui il solito genio pazzo (Nyqvist) vorrebbe far scoppiare una guerra nucleare tra Stati Uniti e Russia, come ai bei tempi della guerra fredda. Tra Ungheria, Russia, Emirati Arabi, India e Stati Uniti si dipana la complicatissima avventura del quartetto diretto stavolta da Brad Bird (che in precedenza aveva diretto soltanto cartoons come Il gigante di ferro, Gli incredibili e Ratatouille), con inevitabile lieto fine.    

Sulla strada di casa

anno: 2011   
regia: CORAPI, EMILIANO 
genere: noir 
con Vinicio Marchioni, Daniele Liotti, Massimo Popolizio, Fabrizio Rongione, Renato Marchetti, Lucia Mascino, Fausto Maria Sciarappa, Claudia Pandolfi, Donatella Finocchiaro  
location: Italia
voto: 7


Con la crisi che attanaglia il mondo intero dal 2008, può capitare che un piccolo imprenditore ligure si presti ad azioni illegali, tipo trasportare carichi misteriosi (partite di droga) tra la Calabria e la Svizzera. Se quella è l'unica via per arrotondare quel tanto che basta, non devi farne parola con nessuno, neppure con tua moglie (Finocchiaro) e i tuoi figli. Ecco allora che Alberto (Marchioni), faccia pulita e occhiali, esegue il compito per l'ennesima volta. Ma a questo giro le cose non vanno: l'organizzazione criminale per la quale lavora ha fiutato la concorrenza di un gruppo rivale che vorrebbe scippare il carico al corriere e affida a un altro poveraccio il compito (Liotti). La famiglia di Alberto viene presa in ostaggio e a lui non rimane altro da fare che recuperare a qualsiasi costo il carico perduto. Ma le cose non andranno secondo i piani.
Al suo primo lungometraggio, Emiliano Corapi propone un noir con qualche richiamo allo spielberghiano Duel, a bassissimo costo e assai ben scritto, con una tensione crescente e colpi di scena piazzati con maestria, allungando la serie di film italiani che parlano della crisi e dei suoi terribili rovesci (Giorni e nuvole, L'industriale). I due protagonisti sono in parte ma la recitazione del resto del cast è di livello poco più che dilettantistico.
Nota di merito per aver inserito nella colonna sonora una canzone strabiliante come Each Wave That Breaks di Piers Faccini.    

giovedì 7 giugno 2012

Dove vai in vacanza?

anno: 1978   
regia: BOLOGNINI, MAURO * SALCE, LUCIANO * SORDI, ALBERTO
genere: commedia a episodi
con Ugo Tognazzi, Stefania Sandrelli, Pietro Brambilla, Clara Colosimo, Emilio Lo Curcio, Adriano Amidei Migliano, Lorraine De Selle, Ricky Tognazzi, Elisabetta Pozzi, Paola Orefice (Sarò tutta per te, di Mauro Bolognini; voto: 3)
Paolo Villaggio, Annamaria Rizzoli, Daniele Vargas, Gigi Reder, Peter Adabire, Paolo Paoloni, Paola Arduini (Sì, buana, di Luciano Salce; voto: 4)
Alberto Sordi, Anna Longhi, Evelina Nazzari, Stefania Spugnini, Alfredo Quadrelli, Filippo Ciro' (Le vacanze intelligenti, di Alberto Sordi; voto: 4,5)
location: Italia
voto: 5,5

La commedia a episodi, tanto in voga tra gli anni Sessanta e i Settanta, fa tappa al tema della vacanza con tre film al prezzo di uno. Durano oltre due ore e mezza gli episodi raccolti da Bolognini, Salce e Sordi che hanno in comune il tipico sapore agrodolce della commedia all'italiana.
Si parte con Tognazzi che decide di raggiungere la ex moglie Stefania Sandrelli, assai più giovane di lui, presso una bella villa a due passi dal mare, dove spera di darle due colpettini. La donna non fa che ricevere ospiti e gli intenti scoperecci del maturo dentista naufragheranno.
Nel secondo episodio - parodia del racconto di Hemingway Breve la vita felice di Francis Macomber - Paolo Villaggio, che fa sentire moltissimo la sua mano in fase di sceneggiatura, è un semialcolizzato rimasto in Africa dopo una disavventura con un tour operator cinico che lo ha messo nei guai.
L'ultimo episodio si incardina sulle figure di due fruttaroli romani che hanno fatto tanti sacrifici per mandare i loro figli all'università. Vengono ripagati da questi con l'organizzazione delle "vacanze intelligenti": dieta, tombe etrusche, musica dodecafonica, biennale di Venezia. È l'episodio più riuscito, divertente e vitale dei tre, sebbene in filigrana non sia difficile leggerci una forte posa conservatrice e una massiccia dose di qualunquismo all'insegna della "filosofia della pastasciutta" (Kezich). Quello di Salce possiede alcuni guizzi geniali sulla scia di Fantozzi mentre l'episodio diretto da Bolognini fa troppo affidamento sulla sola prova di Tognazzi. Siamo tra la satira sociale e il cinema scorreggione, con un risultato complessivamente meno peggio di tanti altri film a episodi.

domenica 3 giugno 2012

Roman Polanski: A Film Memoir

anno: 2012       
regia: BOUZEREAU, LAURENT 
genere: documentario 
con Roman Polanski, Andrew Braunsberg 
location: Svizzera
voto: 7

Sembra di essere in salotto con loro, quei due vecchi amici che si conoscono dal 1964, ad ascoltare il loro garbato amarcord che, a dispetto di un racconto biografico davvero incredibile, non si danno alcuna aria, né cedono alla tentazione di romanzare il racconto. Uno si chiama Andrew Braunsberg: per anni ha fatto il produttore cinematografico. L'altro, l'intervistato agli arresti domiciliari per aver fatto sesso con una minorenne qualche decennio addietro, è Roman Polanski. La sua storia, nel botta e risposta di questo documentario così essenziale che alle riprese in campo e controcampo nel salotto di casa aggiunge soltanto qualche immagine di repertorio, comincia da Parigi, dove Polanski è nato nel 1933. Quando aveva appena 6 anni suo padre, un ebreo polacco, prende la più assurda delle decisioni: quella di ritornare in patria. È quindi a Cracovia che comincia il calvario del regista: l'invasione nazista, le deportazioni di massa, la madre finita nei forni crematori, il padre nei campi di sterminio. Ce ne sarebbe abbastanza per questo ragazzino brillante ma svogliatissimo a scuola, che con i boyscout scopre il suo talento attoriale e che comincia a muovere i primi passi nel mondo dello spettacolo facendo un po' di radio già a 13 anni. E invece quel ragazzino che forse ha un corpo così piccolo "perché ha conosciuto la fame" non si arrende alle avversità: arriva così la prima particina con Andrzej Wajda, regista polacco di culto, e poi il ritorno in Francia, la prima marchetta cinematografica con un horror di serie B (Repulsion), girato dopo l'inatteso successo de Il coltello nell'acqua. Questo globetrotter talentuoso continua a spostarsi per meridiani e paralleli: Londra, quindi gli States, in un pendolio continuo tra America e vecchio continente. L'evento clou della sua vita porta la data del 1969: Charles Manson, un killer schizofrenico e carismatico, a capo della sua "family" massacra la bellissima moglie del regista, Sharon Tate, mentre lui è in Europa. La voce "cronaca nera" della sua biografia si infittisce con l'accusa - peraltro riconosciuta - di essere andato con una minorenne e con un processo, prima mediatico e poi giudiziario, infinito. Ma a fronte di una così fitta collezione di disgrazie c'è anche un talento registico smisurato, una trafila di film di successo e qualità (lui, dice, sulla lapide vorrebbe essere ricordato per Il pianista), il matrimonio con Emmanuelle Seigner e i figli.
Il film-memoriale si lascia gustare per l'umanità che tracima dalle parole e dallo sguardo di Polanski, per come la rievocazione autobiografica viene intrecciata nel montaggio con i frammenti di vita disseminati nei suoi film, per l'ironia sottile e l'aria, nonostante tutto, leggera.    

sabato 2 giugno 2012

Love and Secrets

anno: 2010       
regia: JAREKI, ANDREW
genere: giallo
con Ryan Gosling, Kirsten Dunst, Frank Langella, Lily Rabe, Philip Baker Hall, Michael Esper, Diane Venora, Nick Offerman, Kristen Wiig, Stephen Kunken, John Cullum, Maggie Kiley, Liz Stauber, Marion McCorry, Mia Dillon, Tom Kemp, Trini Alvarado, Bruce Norris, Francie Swift, David Margulies, Glenn Fleshler, Stephen Singer, Francis Guinan, Ellen Sexton, William Jackson Harper, Ashlie Atkinson, Donna Bullock, Pamela Tyson, Julie Moran, Diane Kagan, Socorro Santiago, Barbara Ann Davison, Zabryna Guevara, Lanny Flaherty, Robert Clohessy, Lázaro Pérez, Michelle Hurst, Craig Walker, Lola Pashalinski, Jerry Grayson, Tony Torn, Zoe Lister Jones, Tristan Comeau, Amelia Martin, Matthew Floyd Miller, Peter Becerra, Mary A. Kelly, Jeong Kim, Andy Tsay, Ruel Jusi, Arwen, Jordie
location: Usa
voto: 5

È Una storia americana anche quest'opera seconda di Andrew Jareki, decisamente meno riuscita della precedente, al centro della quale ancora una volta troviamo la combinazione tra famiglia, misteri, tribunali, morbosità e un'apparenza normale. E anche stavolta abbiamo a che fare con una storia vera: quella di David Marks (nella realtà. Robert Durst), giovane rampollo di una famiglia di immobiliaristi newyorchesi, che sposa una ragazza (Dunst), fuori dal suo giro altolocato. Siamo nel 1979 quando tutto ha inizio e nel 1982 la donna sparisce. Il mistero, a tutt'oggi senza una soluzione né un colpevole, è ricostruito attraverso un montaggio che alterna l'interrogatorio di Marks in tribunale e i fatti del passato, tra improvvise esplosioni di violenza domestica ed ellissi narrative. Sulla stesso genere, molto meglio andarsi a rivedere Il mistero Von Bulow: qui gli attori sono inespressivi, il trucco a suggerire il passare degli anni è dilettantistico, la trama è trascinata per le lunghe, i colpi di scena latitano, l'analisi psicologica superficiale e si fatica a trovare un barlume di originalità.    

venerdì 1 giugno 2012

Stai con me

anno: 2004   
regia: GIANPALMO, LIVIA  
genere: sentimentale  
con Giovanna Mezzogiorno, Adriano Giannini, Yari Gugliucci, Marta Mondelli, Claudio Gioè, Paolo Briguglia, Francesca Antonelli, Emanuele Cracolici, Daniele Masilio  
location: Italia
voto: 2

Il cinema dei figli di papà declinato secondo le peggiori regole del ciarpame in 35 millimetri. O anche dei figli di mammà, visto che Adriano Giannini, una vita sprecata davanti alla cinepresa, è anche figlio della regista Livia Gianpalmo, che fin dalla prima scena ci lascia intendere che aria tira: il cocco di mamma e papà ha un fisicaccio palestrato che ben si presta alla copula d'apertura. Fosse solo quello, andrebbe anche bene. Il problema è che questo film immondo girato a Ostia ruota per quasi un'ora e mezza intorno a un bacetto o poco più che una esaltata molla al protagonista in occasione di un provino per aspiranti attori. Apriti cielo! Sua moglie (Giovanna Mezzogiorno, figlia di papà Vittorio), che non ha avuto altra conoscenza carnale che col cocco di mamma, lo pianta su due piedi proprio mentre è in attesa di un'altra coppia di gemellini (quelli in età da asilo che stanno davanti alla telecamera sono gli attori migliori di tutto il film). Gli amici si schierano, c'è pure il prete che fa la predica (Briguglia) e la confidente col dente avvelenato verso l'intero genere maschile (sai che novità!). Tra ridicole tentazioni autoriali (gli inserti animati), le musiche melense che nemmeno quelle di Celine Dion, i bambini schiamazzanti che sembrano usciti da una rivista di moda, la recitazione tra il sofferto e l'isterico della Mezzogiorno, che conferma di essere una delle peggiori attrici italiane di sempre, le leziosità a gogò, la palese incapacità a trovare un posto alla macchina da presa e l'inverosimile che governa l'intero racconto sarebbe già abbastanza per interdire l'intera troupe da qualsiasi possibilità di girare altri film. E invece il colpo di grazia arriva quando Adriano Giannini si mette a rifare Charlot. L'apoteosi!