mercoledì 30 settembre 1998

Un anno vissuto pericolosamente (The year of living dangerously)

anno: 1983       
regia: WEIR, PETER   
genere: guerra   
con Mel Gibson, Sigourney Weaver, B.Kerr, M.Murphy, L.Hunt, N.Ferrier               
location: Indonesia
voto: 5   

Installatosi a Giacarta - in Indonesia - per un servizio giornalistico sull'operato di Sukarno durante il colpo di stato del 1965, un giornalista americano (Mel Gibson, che nel film curiosamente si chiama Guy Hamilton, come il regista) si trova in bilico tra doveri professionali, amicizia e amore. Il regista australiano, alla sua seconda prova americana, vira in chiave intimista la sceneggiatura scritta con David Williamson e C.J.Koch, tratta dal romanzo dello stesso Koch. Ma i tempi eccessivamente dilatati dirottano la trama su un territorio frammentato al crocevia tra genere d'avventura e sentimentale - emulo della formula di Gilda - nel quale non sempre ci si orizzonta facilmente. Nella colonna sonora compaiono brani di Richard Strauss, Jerry Lee Lewis, Little Richard, Frank Bourke, Gene Vincent e Jimmy Reed. L'attrice nana Linda Hunt - pur vestendo i panni del fotografo indigeno amico di Hamilton, si è aggiudicata l'Oscar quale migliore attrice non protagonista.    

domenica 27 settembre 1998

Tre colori. Film Bianco (Trois couleurs blanc)

anno: 1993   
regia: KIESLOWSKI, KRZYSZTOF 
genere: drammatico 
con Zbigniew Zamachowski, Janusz Gajos, Jerzy Stuhr, Julie Delpy, Philippe Morier-Genoud, Marzena Trybala, Barbara Dziekan, Piotr Machalica, Michel Lisowsky, Cezary Pazura, Jerzy Trela, Grzegorz Warchol, Cezary Harasimowicz, Aleksander Bardini, Jerzy Nowak 
location: Francia, Polonia
voto: 8

Costretto a tornarsene nella originaria Polonia con la coda tra le gambe e chiuso dentro a una valigia dalla moglie che ha chiesto il divorzio per non avere ottenuto la consumazione del rapporto, il parrucchiere Karol Karol (uno splendido Zbigniew Zamakowski) fa improvvisamente fortuna grazie ad un aspirante suicida (Gajos) conosciuto accidentalmente (lo spunta ricorda quello di Ho affittato un killer). Richiamata la ex-moglie (Delpy) con un espediente, Karol ottiene la propria rivincita vendendola chiusa dietro le sbarre.
Secondo dei tre film dedicati ai valori ispiratori della rivoluzione francese, quello dedicato all'uguaglianza - scritto da Kieslowski con il fido Krzysztof Piesiewicz - ha una struttura diversa dagli altri due, con improvvisi scarti su toni da commedia e una trama più articolata. Il talento figurativo del grande regista polacco non si discute; la profondità delle tematiche neppure; meno che mai la direzione degli interpreti. Tanto basta a Kieslowski per collocare l'ennesimo capolavoro nella panoplia di una fulgida carriera. Orso d'argento a Berlino per la migliore regia.

Il caso Moro

anno: 1986       
regia: FERRARA, GIUSEPPE 
storico 
con Gian Maria Volontè, Mattia Sbragia, B.Zanin, C.Ferrara, Enrica Maria Modugno, E.Rosso, Maurizio Donadoni, S.Abbati, D.Mattei, M.Tedde, F.Capitano, Margherita Lozano, Sergio Rubini, D.De Silva, E.Taschini, G.Vocca, U.Raho, S.Blasi, Franco Trevisi, P.Ferrara, Nicola Di Pinto, D.Dublino, P.Vida, B.Corazziari, G.Villa, F.Cornelutti, P.M.Scalondro, D.Biagioni, M.F.Santamaria, Augusto Zucchi, L.Bartoli 
location: Italia       
voto: 8

Nel 1978 l'allora presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro (interpretato da un Gian Maria Volontè ormai avvezzo a prove di livello stratosferico e che per la seconda volta dopo Todo modo interpreta il politico democristiano) viene rapito da un commando armato delle Brigate Rosse che nell'occasione sterminano la scorta dello statista. Dopo estenuanti trattative e infiniti dissapori sia all'interno del governo che della D.C. e addirittura delle diverse falangi delle B.R., Moro viene ucciso.
Alfiere del cinema di impegno civile, Ferrara - che ha ricavato la sceneggiatura, scritta con Robert Katz (già autore di Cassandra Crossing e La pelle) e Armenia Balducci tratta da I giorni dell'ira dello stesso Katz (anch'egli già autore della sceneggiatura de La pelle) - riordina le frange di un racconto convulso, ottenendone un formato fiction assai accattivante. Peccato che le motivazioni dei brigatisti somiglino troppo ad un utopismo ingenuo e che Moro ne esca come una sorta di umanissimo martire scomodo a troppi.    

martedì 22 settembre 1998

L'albero delle pere

anno: 1998       
regia: ARCHIBUGI, FRANCESCA    
genere: drammatico    
con Valeria Golino, Sergio Rubini, Stefano Dionisi, Niccolò Senni, F.Di Giovanni, Victor Cavallo    
location: Italia
voto: 5    

Dopo il (Grande) cocomero e in attesa del mango e della banana, la Archibugi esplora l'universo degli adolescenti dal punto di vista delle pere. Il frutto del titolo è quello che metaforicamente assume la giovane madre (Valeria Golino) di Siddharta Pelosi (Niccolò Senni, vincitore del premio Mastroianni a Venezia), quattordicenne costretto alle responsabilità di un adulto dall'incapacità dei più grandi. Diviso tra un genitore che gioca a fare Peter Pan (Sergio Rubini) e un patrigno che imposta i rapporti sul denaro (Stefano Dionisi), Siddartha deve cavarsela da solo quando la piccola sorellastra (Di Giovanni) si punge accidentalmente con una siringa infetta della madre, cavandosela con una semplice epatite C. Il ragazzino si destreggia ricorrendo a tutta l'arguzia di cui è capace ma la vita gli apparecchia un finale non proprio edificante.
Sfuocato nei personaggi e affidato a un protagonista che parla con la prosopopea di Vittorio Sgarbi, l'opera numero cinque della regista tocca dei temi intriganti con tatto da pachiderma: contorni spessi e situazioni forzate che vanno a scapito del lavoro impeccabile di Luca Bigazzi alla fotografia (premiato a Venezia con l'Osella d'oro) e del marito della Archibugi, Battista Lena, autore di una colonna sonora indimenticabile.    

venerdì 18 settembre 1998

Godzilla

anno: 1998       
regia: EMMERICH, ROLAND   
genere: fantascienza   
con Matthew Broderick, Jean Reno, M.Pitillo, Hank Azaria, K.Dunn, M.Lerner, H.Shearer           
location: Usa
voto: 3   


Un lucertolone gigantesco semina il terrore a New York distruggendo qualsiasi cos gli capiti a tiro. Quando la marina militare sembra averlo distrutto grazie ad un missile sottomarino, il problema si moltiplica per duecento: l'animale ha infatti deposto le uova nel sottosuolo della metropolitana. Stavolta l'abbattimento arriva dall'alto: un bombardamento aereo seppellisce i neonati ma non papà Godzilla, che viene massacrato sul ponte di Brooklyn grazie a una trappola congegnata da un biologo (Matthew Broderick) che lavora sulle mutazioni radioattive di cui il bestione sarebbe l'effetto. Ma c'è un uovo che è stato dimenticato... Riprendendo un personaggio caro al cinema nipponico di serie B degli anni cinquanta, Emmerich - autore della sceneggiatura con Dean Devlin, da un soggetto che i due hanno scritto con Ted Elliott e Terry Rossio - punta tutto sugli effetti speciali non curandosi minimamente della storia né del resto. Più che da un essere umano, il film sembra essere stato partorito da Godzilla.    

martedì 15 settembre 1998

L'odore della notte

anno: 1998   
regia: CALIGARI, CLAUDIO 
genere: gangster 
con Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Giorgio Tirabassi, Emanuel Bevilacqua, Alessia Fugardi, Francesca D'Aloja, Little Tony, Giampiero Lisarelli, Elda Alvigini, Raffaele Vannoli, Federico Pacifici, Marcello Mazzarella, Marina Viro, Stella Vordemann 
location: Italia
voto:6,5

Tra il 1979 e il 1983 una banda di borgatari romani nota come l'Arancia Meccanica e capeggiata da Agostino (detto Remo) Panetta (nel film il cognome è stato cambiato in Guerra e a interpretarlo è un convincente Valerio Mastandrea) - mossa da un'insaziabile voglia di rivalsa di classe e bramosia di arricchimento - seminò il terrore tra l'aristocrazia capitolina compiendo centinaia di rapine.
Partendo dal romanzo di Dodo Sacchettoni Le notti dell'Arancia Meccanica, Caligari - tornato al cinema dopo 15 anni di ostracismo da parte dei vari governi democristiani, peraltro ampiamente ripagati nel film attraverso espliciti riferimenti - realizza una pellicola in veste neo-neorealista come già con il precedente, ottimo Amore tossico. Affidando ad un commento fuori campo che crea un effetto di frizione fra il linguaggio finto-colto e l'inflessione popolare del protagonista, aggiungendo uno stile personale con contrasti tra melodramma e momenti comici, Caligari mette a segno una prova che non può non farci rimpiangere quindici anni di obbligato silenzio. Memorabili sia le musiche in stile trance di Pivio e Aldo De Scalzi che la scena in cui Little Tony, pistola puntata alla testa, è costretto ad intonare Cuore matto.

sabato 12 settembre 1998

Amore tossico

anno: 1983   
regia: CALIGARI, CLAUDIO
genere: drammatico
con Cesare Ferretti, Michela Mioni, Enzo Di Benedetto, Roberto Stani, Clara Memtoria, Dario Trombetta, Loredana Ferrara, Mario Afeltra, Fernando Arcangeli, Mario Gaiazzi, Gianni Schettini, Silvia Srarita
location: Italia   
voto: 10

Vita (breve) e morte di una coppia di tossicodipendenti venticinquenni di Ostia e dei loro pochi amici. Con piglio etnografico, stile documentaristico e crediti pasoliniani, l'esordiente Caligari - che ha scritto il copione con Guido Blumir - realizza un film di brutale realismo, con dei non-attori che mettono in scena le loro reali condizioni di vita. Un'opera coraggiosa, mai consolatoria né edulcorata, uno spaccato sociologico sul modo della droga girato in 16 mm. ed accompagnato dalle musiche volutamente sgradevoli di Detto Mariano. Numerosi i premi raccolti da Caligari: migliore opera prima al Festival di Venezia 1983; migliore interpretazione femminile (Michela Mioni) al Festival di San Sebastiano; premio selezione ufficiale al Festival di Valencia.

Contact

anno: 1997       
regia: ZEMECKIS, ROBERT 
genere: fantascienza 
con Jodie Foster, M.McConaughey, James Woods, John Hurt, David Morse, T.Skerritt, A.Bassett
location: Usa
voto: 3

Convinta dell'esistenza di altre forme di vita nell'Universo, l'astronoma Ellie Arroway (Jodie Foster, sempre più simile a un transsessuale) sembra destinata a ricalcare le impronte di Giordano Bruno, tanta incredulità suscitano le sue ipotesi. Quando però un magnate gli mette a disposizione l'armamentario giusto per fare le sue ricerche, Ellie viene a contatto con la lontana civiltà di Vega, che manda le istruzioni necessarie per potere raggiungere il pianeta con una macchina che viaggia alla velocità della luce. Tornata sulla Terra, Ellie vedrà manomesse le prove del suo viaggio. Ma la speranza resiste...
Dopo il successo di Forrest Gump Zemeckis arrabatta un copione da quattro soldi (di V.Hart e Michael Goldenberg, dal romanzo di Carl Sagan) di palese ispirazione New Age, mescolando teologia e filosofia d'accatto, sullo sfondo di uno scenario sostanzialmente teatrale (l'azione si sviluppa quasi interamente nella stanza dei bottoni). "Il risultato - scrive Lietta Tornabuoni - è un film confuso, pedante, cervellotico e insieme banale [...] inerte, a volte ridicolo, spesso tedioso".    

martedì 8 settembre 1998

Sliding doors

anno: 1998   
regia: HOWITT, PETER 
genere: commedia 
con Gwyneth Paltrow, John Hannah, John Lynch, Jeanne Tripplehorn, Zara Turner, Douglas McFerran, Paul Brightwell, Nina Young, Virginia McKenna, Kevin McNally, Theresa Kartell, Christopher Villiers, Terry English, Peter Howitt, Charlotte Fryer, Evelyn Duah, Neil Stuke, Paul Stacey, Joanna Roth 
location: Regno Unito
voto: 8,5

Al cinema, sul ruolo del caso hanno già indagato in tanti: Molinaro, Lelouch e Kieslowski solo per citare qualche nome a caso. Tuttavia di rado è stata percorsa la strada della commedia. Ancora più di rado l'approdo è stato tanto felice come in questo Sliding doors. All'esordio dietro la macchina da presa, l'apprezzato attore britannico Peter Howitt racconta due storia parallele con gli stessi protagonisti, partendo da un pretesto banale: cosa succede se una venticinquenne addetta alle pubbliche relazioni, appena vittima di un licenziamento, prende o perde la metropolitana? Succede che, nel primo caso, rischia di passare anni senza sapere che il suo convivente la tradisce con una vipera ninfomane, mentre nel secondo si avvede per tempo del tradimento e imbocca risoluta la strada di un rapporto più proficuo. Peccato però che gli azzardi del caso, che di continuo spiazzano lo spettatore in un film mai prevedibile, la portino anzitempo all'obitorio. Ma, come dice John Hannah nel film, "le cose prima o poi finiscono bene" e le due storie parallele si raccordano in un memorabile finale. Siamo finalmente dalle parti del cinema d'autore (ma il debito verso Destino cieco di Kieslowski rimane pesante) che non necessità dell'austerità ingombrante del melodramma, ma si avvale di una sceneggiatura architettata con scientifico rigore e di un montaggio sensazionale (di John Smith) che fanno di questo film un autentico gioiello.

sabato 5 settembre 1998

Estasi di un delitto (Ensayo de un crimen)

anno: 1955       
regia: BUNUEL, LUIS    
genere: thriller    
con M.Stern, E.Alonso, R.Macedo, A.Welter, A.Palma, R.Landa, J.M.L.Rivas, L.Llausas
location: Messico
voto: 6    

Un ricco uomo messicano di mezza età (Ernesto Alonso), afflitto da un atroce senso di colpa che lo porta a credere di essere stato responsabile, da bambino, della morte della sua governante, tenta invano di uccidere quattro donne: tre di queste, però, periranno ugualmente per mano altrui. L'ultima sarà invece salvata dalla redenzione dell'uomo.
Tratto dall'omonimo romanzo di Rodolfo Usigli e sceneggiato da Buñuel e Ugarte Pages, questo "piccolo gioiello di humour nero" (Mereghetti) appartiene alla produzione più commerciale ma non per questo di livello inferiore del periodo messicano del regista. Il tocco di Buñuel si vede chiaramente nelle sequenze oniriche e nei tratti con cui caratterizza il protagonista, un inquietante, sardonico, perverso, impotente e probabile alter-ego del regista. Le musiche di Josè Perez sono di una bruttezza proverbiale.    

Un eroe borghese

anno: 1995   
regia: PLACIDO, MICHELE  
genere: biografico  
con Fabrizio Bentivoglio, Michele Placido, Omero Antonutti, Philippine Leroy-Beaulieu, Daan Hugaert, Laura Betti, Laure Killing, Ricky Tognazzi, Roberto Abbati, Giuliano Montaldo, Luigi Dall'Aglio, Pascal Druant, Cristina Cattellani, Emanuele Gallo Perozzi, Lara Silvestri, Sebastiano Silvestri    
location: Italia
voto: 6  

La vicenda dell'avvocato milanese Giorgio Ambrosoli (Fabrizio Bentivoglio, che "risarcisce [...] il cinema italiano orfano di Volontè", D'Agostini), liquidatore della Banca Privata Italiana, che tra il 1974 ed il 1979, anno della sua uccisione, mette alle corde Michele Sindona con ineccepibile serietà professionale e grande coraggio, scoprendo un intrigo che lega mafia, politica (viene fatto esplicitamente il nome di Andreotti) e Vaticano (Marcinkus).
Prodotto con coraggio da Pietro Valsecchi, il film scritto da Graziano Diana (autore nello stesso anno della sceneggiatura di Cronaca di un amore violato) e Angelo Pasquini e tratto dall'omonimo romanzo di Corrado Stajano è un ritratto sobrio, mai elegiaco, a tutto tondo e di efficace progressione narrativa di uno dei martiri di una società come quella italiana, ancora profondamente intrappolata nelle reti mafiose. Incantevole la fotografia di Luca Bigazzi.    

venerdì 4 settembre 1998

Soldato blu (Soldier blue)

anno: 1970   
regia: NELSON, RALPH
genere: western
con Candice Bergen, Peter Strauss, Donald Pleasence, John Anderson, Jorge Riviero, Bob Carraway, Dana Elcar, Martin West, James Hampton, Jorge Russek, Mort Mills, Aurora Clavel
location: Usa
voto: 8

Scampati ad un'imboscata cheyenne, il soldato nordista, tradizionalista e cattolico Honus (Peter Strauss) e una giovane donna protofemminista che per due anni è stata rapita dagli indiani (Candice Bergen) cercano di raggiungere l'accampamento delle giubbe blu. Con un incedere narrativo che ricorda quello di Accadde una notte di Capra, i due si imbattono in un contrabbandiere d'armi che si arricchisce commerciando con gli indiani (Donald Pleasence) prima di raggiungere la meta. Qui, la donna cerca vanamente di convincere i soldati a rinunciare alla vendetta contro i cheyenne. Ma la vendetta dei bianchi si compirà ugualmente nel 1864, in occasione del massacro belluino presso il fiume Sand Creek, in Colorado.
Storia di una progressiva presa di coscienza di un bianco nei confronti dei diritti dei pellerossa, Soldato blu è anche e soprattutto la metafora della furia bellica statunitense, che all'epoca stava compiendo immani scempi in Vietnam. Con Piccolo grande uomo, Soldato blu apre - sulla scorta della protesta giovanile e delle nuove istanze paritarie del movimento nato nei campus californiani - una riflessione sul lato oscuro della storia americana. Memorabili gli ultimi quindici, terribili minuti in cui viene rievocato il massacro a danno anche di donne e bambini. Sceneggiato da John Gay dalla novella Arrow in the sun di Theodore V.Olsen.