venerdì 31 agosto 2007

Il marchese del Grillo

anno: 1981   
regia: MONICELLI, MARIO   
genere: commedia   
con Alberto Sordi, Paolo Stoppa, Pietro Tordi, Leopoldo Trieste, Jacques Herlin, Isabella Bernardi, Andrea Bevilacqua, Tommaso Bianco, Riccardo Billi, Flavio Bucci, Angela Campanella, Marina Confalone, Gianni Di Pinto, Caroline Berg, Giorgio Gobbi, Elena Daskowa Valenzano, Salvatore Jacono, Isabelle Linnartz, Elisa Mainardi, Camillo Milli, Cochi Ponzoni, Marc Porel, Elena Fiore, Isabella De Bernardi, Renzo Rinaldi   
location: Italia
voto: 6   

Nella Roma di inizi '800, il Marchese Onofrio del Grillo (Sordi) - nobile di mezza età, Cameriere Segreto del Papa Re Pio VII (Stoppa) - è affascinato dal progressismo francese che invece è inviso alla Santa Sede. Anticonformista e insofferente alle regole nobiliari, Onofrio passa il tempo facendo scherzi e beffe. Una di queste rischia di costargli cara più delle altre, al punto che il Papa lo vuole mandare sulla ghigliottina. Sul patibolo finisce invece un suo sosia, il modestissimo carbonaro Gasperino: ma stavolta la burla è proprio del papa.
Coadiuvato nella stesura del copione da Bernardino Zapponi, Piero De Bernardi, Tullio Pinelli e Leo Benvenuti, Monicelli si incunea su un terreno finora appartenuto esclusivamente a Luigi Magni (Nell'anno del Signore; In nome del papa re): nelle sue mani il film sulla Roma papalina diventa un'occasione per dare corda a tutta la straripante verve istrionica di un Sordi gigantesco. Le burle sono gustose, il linguaggio è sfacciatamente sboccato, il plot narrativo tiene bene a dispetto delle quasi due ore e mezza di durata del film.    

giovedì 30 agosto 2007

4 mesi, 3 settimane, 2 giorni (4 luni, 3 saptamini si 2 zile)

anno: 2007   
regia: MUNGIU, CRISTIAN  
genere: drammatico  
con Anamaria Marinca, Laura Vasiliu, Vlad Ivanov, Alex Potocean, Luminita Gheorghiu, Adi Carauleanu, Ioan Sabdaru, Cristina Buburuz, Marioara Sterian, Emil Coseru, Georgeta Pãduraru Burdujan, Geo Dobre, Madalina Ghitescu, Catalina Harabagiu, Sânziana Tarta, Hazim E'Layan, Constantin Bojog, Mihaela Alexandru  
location: Romania
voto: 8

Romania, 1987. Gabita (Vasiliu) è incinta di 4 mesi e deve abortire clandestinamente (nel regime di Ceaucescu l'aborto era un grave reato). La sua amica Otilia (Marinca), sua compagna di stanza presso la casa dello studente, la aiuta nell'impresa. Le due, dopo le mille difficoltà per trovare una stanza d'albergo dove praticare l'aborto, ricevono una brutta sorpresa dall'ambiguo ginecologo che hanno contattato (Ivanov), che oltre ai soldi (tanti) vuole da entrambe anche un extra in natura. Otilia stringe i denti e con pervicace concretezza risolve la questione. Da lì a poco il fidanzato la aspetta per la festa di compleanno della madre di lui.
Premiato a Cannes con la Palma d'oro, il primo capitolo della serie intitolata 'Storie dell'età dell'oro" non è un film sull'aborto, ma uno straziante e rigoroso saggio sugli abissi toccati dal totalitarismo. Spazi urbani drammaticamente degradati, luci fioche, colori lividi e una macchina da presa piazzata staticamente a dare enfasi al crudo realismo delle scene sono i mezzi espressivi dei quali si serve il regista rumeno per raccontare l'omertà, i controlli rigidissimi, l'alone di paura che avvolge la vita di chi è costretto a sopportare le aberrazioni della tirannia.    

Arriva la bufera

anno: 1993   
regia: LUCHETTI, DANIELE
genere: grottesco
con Diego Abatantuono, Margherita Buy, Silvio Orlando, Angela Finocchiaro, Marina Confalone, Nicola Vigilante, Claudio Spadaro, Eros Pagni, Stefania Montorsi, Mimmo Mancini, Giuseppe Cajafa, Lucio Allocca, Antonino Iuorio, Giuseppe Mariano
location: Italia   
voto: 6

In un paese imprecisato del meridione italiano, minacciato da bradisismi e dal vulcano, arriva un giudice di mezza tacca (Abatantuono) per indagare sui moltissimi reati, grandi e piccoli, perpetrati da Mario Solitudine (Orlando), avvocato dall'intensa attività onirica, sulla quale la futura sposa Eugenia Fontana (Buy), che appartiene alla famiglia più ricca del paese, sta addirittura scrivendo una tesi di laurea. Il magistrato è dapprima retto e solerte, poi si innamora di Eugenia e infine trova il modo per far scarcerare Mario, dopo che una bufera di immondizia si è abbattuta sul paese.
Dopo Il portaborse, Luchetti firma ancora un film politico (su copione di Rulli e Petraglia), virando in chiave grottesca le turpi vicende di cronaca che fecero partire l'operazione "mani pulite" e Tangentopoli. Luchetti si concede una pressoché totale libertà creativa, eccede nei simbolismi, calca le metafore e costruisce un apologo morale sull'Italia di oggi (siamo nel 1993) percepita come un'immensa discarica.
Riccardo Milani è aiuto regista.
David 1993 per migliore attrice non protagonista a Marina Confalone.    

mercoledì 29 agosto 2007

Amnèsia

anno: 2002   
regia: SALVATORES, GABRIELE  
genere: commedia  
con Diego Abatantuono, Sergio Rubini, Martina Stella, Maria Jurado, Antonia San Juan, Ugo Conti, Orazio Donati, Alessandra Martines, Bebo Storti, Daniel Gonzales, Ramon Salazar, Ivan Hermes, Daniel Fernandez, Rubén Ochandiano, Ian McNeice, Juanjo Puigcorbé  
location: Italia, Spagna
voto: 6  

Tra vicende convergono nella discoteca Amnèsia di Ibiza, in Spagna. Sandro (Abatantuono) receve la visita della figlia diciassettenne (Stella), alla quale ha sempre nascosto la sua attività di regista di film porno. Angelino (Rubini) ha trovato una valigia piena di cocaina: vorrebbe piazzarla sul mercato per rifarsi una vita. Xavier (l'ottimo Juanjo Puigcorbé) è il capo della polizia locale, vedovo, bisex e con un difficilissimo rapporto con il figlio teppista (Ochandiano): sta indagando proprio sull'arrivo di una grossa partita di coca nell'isola. Angelino chiede aiuto a Sandro per nasconderla.
Raccontato come una tre giorni con un meccanismo narrativo à là Pulp fiction, Amnésia si muove con disinvoltura tra registri da commedia e trama gialla. Le scene con le canne - come sempre nel cinema di Salvatores - non possono mancare, la trovata dell'eclissi di sole è inutilmente poetica e non offre neppure alcun supporto all'intreccio, l'estetica da videoclip e gli split screen straripano e gli attori iberici recitano un cinema molto più realistico e meno istrionico di Abatantuno e Rubini, Martina Stella è inguardabile, ma la storia è ben raccontata e non mancano scene indimenticabili, come quella in cui il teppista distrugge in rosario paterno.    

martedì 28 agosto 2007

Una pura formalità

anno: 1994   
regia: TORNATORE, GIUSEPPE 
genere: fantastico 
con Gérard Depardieu, Roman Polanski, Sergio Rubini, Nicola Di Pinto, Maria Rosa Spagnolo, Paolo Lombardi, Tano Cimarosa 
location: Italia
voto: 6,5

Un uomo corre solo in una notte piovosa. La polizia lo ferma, lo porta al commissariato e lo sottopone a un serrato interrogatorio. Il fermato si chiama Onoff (Depardieu), è un notissimo scrittore e l'inquirente che lo interroga (Polanski), in uno stanzone poco illuminato e nel quale filtra acqua da tutte le parti, conosce le sue opere a memoria. Onoff è il responsabile dell'omicidio della persona ritrovata vicino al suo casale? Per oltre un'ora Tornatore ci fa credere di trovarci di fronte a qualche torbido thriller: ma è il titolo del film (che allude tanto alla pratica giudiziaria quanto all'aspetto filmico dell'esercizio di stile) e il nome del protagonista (On-off, a segnalare l'intermittenza, lo spegnimento della memoria, l'intricato labirinto dei ricordi) a condurci in una dimensione onirica e parapsicologica che fa leggere il film come il racconto di un incubo dovuto a una crisi creativa.
Quella di un film basato su Una pura formalità, nel quale l'aspetto estetizzante prevale nettamente sul resto, è la scappatoia che Tornatore imbocca dopo il mezzo passo falso di Stanno tutti bene e l'episodio di La domenica specialmente. Una pura formalità è soprattutto una impressionante prova d'attori arricchita con un virtuosismo figurativo per il quale Tornatore ha pochi rivali in Italia. Simbolismi, colori lividi, espliciti richiami kafkiani, il pendolo narrativo che si muove di continuo tra immaginazione e realtà sono elementi che contribuiscono a dare enfasi alla suspense, che finisce però col perdersi nell'ultima mezz'ora.    

domenica 26 agosto 2007

Non toccare la donna bianca (Touche pas a la femme blanche)

anno: 1974   
regia: FERRERI, MARCO    
genere: drammatico    
con Marcello Mastroianni, Catherine Deneuve, Michel Piccoli, Philippe Noiret, Ugo Tognazzi, Alain Cuny, Serge Reggiani, Darry Cowl, Monique Chaumette, Daniele Dublino, Henri Piccoli, Franca Bettoja, Paolo Villaggio, Franco Fabrizi, Gianmarco Tognazzi, Marco Ferreri, Francine Custer    
location: Francia
voto: 2

Nell'immensa cava di Les Halles, nel pieno centro di Parigi, viene allestita una rievocazione in chiave buffonesca della battaglia di Little Big Horn, quella guidata dal Generale Custer, che dovette soccombere ai sioux. Mastroianni è Custer, Piccoli è Buffalo Bill, Alain Cuny è Toro Seduto, Serge Reggiani è Cavallo Pazzo e il film una metafora sulle boria degli americani che continuano a perpetrare, attraverso Nixon, gli stessi errori ai danni di interi popoli.
Eccessivo, sarcastico, burlesco, del tutto fuori misura, questo western parodistico firmato dalla solida coppia Ferreri-Azcona è troppo ideologico per passare indenne sotto la scure del tempo. All'epoca fu un fiasco colossale e ciò che oggi rimane più impresso è il contrasto tra quel nugolo di pazzoidi con abiti da Settimo Cavalleggeri e il placido distacco dei passanti.    

venerdì 24 agosto 2007

Un colpo all'italiana (The italian job)

anno: 1969   
regia: COLLINSON, PETER    
genere: commedia gialla    
con Michael Caine, Noel Coward, Benny Hill, Raf Vallone, Tony Beckley, Rossano Brazzi, Maggie Blye, Irene Handl, John Le Mesurier, Fred Emney, Robert Powell, Stanley Caine, Michael Standing, George Innes, John Forgeham, Harry Baird    
location: Italia, Regno Unito
voto: 4    

Charlie Crocker (Caine), un ex galeotto inglese, d'accordo con il direttore del carcere di provenienza (Coward), architetta una ingegnosa rapina a un furgone che trasporta lingotti d'oro a Torino. Nel capoluogo piemontese Charlie con i suoi numerosi complici manda in tilt il sistema di regolazione elettronica del traffico e riesce nel colpo dopo una fuga rocambolesca. Ma lo aspetta un finale inatteso.
Scritto da Troy Kennedy-Martin, The italian job è una commedia truccata da thriller. La sceneggiatura è sgangherata, alcuni innesti narrativi rimangono inspiegabili, le musiche di Quincy Jones sono come sempre inopportune e sopra le righe, la regia è piatta e anonima e il mix tra registro comico e trama gialla è un buco nell'acqua. L'unico che ha l'aria di chi si diverte è Michael Caine. Tutt'altra cosa l'ottimo remake firmato da Gary Gray nel 2003.    

giovedì 23 agosto 2007

Batman begins

anno: 2005   
regia: NOLAN, CHRISTOPHER
genere: fantastico
con Christian Bale, Michael Caine, Liam Neeson, Katie Holmes, Gary Oldman, Cillian Murphy, Tom Wilkinson, Rutger Hauer, Ken Watanabe, Mark Boone Junior, Linus Roache, Morgan Freeman, Larry Holden, Gerard Murphy (II), Colin McFarlane, Emma Lockhart, Sarah Wateridge, Gus Lewis, John Nolan, Richard Brake, Sara Stewart, Risteard Cooper, Ilyssa Fradin, Tim Booth
location: Usa
voto: 9,5

Batman begins, ovvero: come tutto ebbe inizio. Da piccolo Bruce Wayne (Bale), rampollo di una famiglia ricchissima di Gotham City e figlio di un benefattore, cade in un pozzo, dove viene assalito da uno stormo di pipistrelli, che diventano la sua fonte di paura più grande. Un balordo gli uccide i genitori, lui aspetta qualche anno e poi decide di andare in giro per il mondo a incontrare - giusto tra gli ingiusti - il male e la sofferenza. Si sottopone a un addestramento ninja tra le montagne del Tibet e dopo 7 anni torna a Gotham City. Qui trova corruzione e ingiustizia e decide di ripulire la città. Con l'aiuto del fido maggiordomo che lo accompagna fin dall'infanzia (Caine) e di un superesperto di tecnologie avanzate (Freeman), Wayne diventa Batman, l'uomo pipistrello, quello che è riuscito a esorcizzare le sue paure per convogliarle contro gli ingiusti: non un supereroe dotato di poteri eccezionali, ma uno che si è costruito faticosamente per diventare una sorta di giustiziere solitario dotato di uno strabiliante armamentario tecnologico (batcaverna, batmobile, batcostume, eccetera). A Gotham City c'è chi vorrebbe avvelenare le condutture dell'acqua mediante un congegno micidiale. Sarà Batman, grazie anche all'aiuto di un poliziotto integerrimo (Oldman) e di una avvocatessa idealista (Holmes) a dare un po' di pace alla città.
Il quinto Batman cinematografico ispirato al personaggio creato da Bob Kane è di gran lunga il migliore della serie: dopo le due prove deludenti firmate da Joel Schumacher, Christopher Nolan allestisce uno spettacolo superbo (il set costruito per l'occasione è il più grande della storia del cinema), ipertecnologico, a vantaggio di un plot narrativo efficacissimo e suggestivo. Christian Bale, recuperati i 30 chili persi con L'uomo senza sonno, conferisce al personaggio un discreto carisma; un cast stellare come in rare altre occasioni, le scenografie gotiche da brivido e l'impatto emotivo di molte scene contribuiscono a fare di Batman begins un vero capolavoro di genere.    

sabato 18 agosto 2007

Full Metal jacket

anno: 1987   
regia: KUBRICK, STANLEY
genere: guerra
con Matthew Modine, Adam Baldwin, Vincent D'Onofrio, R. Lee Ermey, Dorian Harewood, John Terry, Arliss Howard, Kevyn Major Howard, Ed O'Ross, John Terry, Kieron Jecchinis, Bruce Boa, Kirk Taylor, John Stafford, Tim Colceri, Ian Tyler, Gary Landon Mills, Sal Lopez, Papillon Soo Soo, Ngoc Le
location: Regno Unito
voto: 10

Full metal jacket è il nome della pallottola in dotazione ai marines americani in occasione della guerra in Vietnam. E nel film di pallottole se ne vedono molte: quelle della prima parte, che inizia con una scena di grandissimo impatto (i militari rapati a zero) e prosegue con l'addestramento, durissimo, che culminerà nell'uccisione dell'istruttore (Ermey) e nel suicidio del militare assassino (D'Onofrio). E quelle della seconda, quando le reclute ormai addestrate a uccidere sono sul campo di battaglia e vengono impallettate da un cecchino.
Ennesimo capolavoro di Kubrick che, a partire dal Romanzo "The Short Timers" di Gustav Hasford, lancia un chiarissimo messaggio antimilitarista dopo Orizzonti di gloria. Lo fa alla sua maniera: ricorrendo a un turpiloquio che non ha eguali e che sconfina nel grottesco, lavorando col il consueto stile impeccabile, fatto di carrellate, direzione ineccepibile degli attori, montaggio da manuale, scenografie iperrealistiche (nonostante il set sia stato intermaente ricostruito in Inghilterra). E mettendo al centro della scena un militare, il soldato Joker (Modine), che è l'emblema dell'assurdità della guerra, un tipo con la spilla pacifista sul petto e la scritta "Nato per uccidere" sull'elmetto.

mercoledì 15 agosto 2007

…e alla fine arriva Polly (Along came Polly)

anno: 2004       
regia: HAMBURG, JOHN   
genere: commedia   
con Ben Stiller, Jennifer Aniston, Philip Seymour Hoffman, Debra Messing, Alec Baldwin, Hank Azaria, Bryan Brown, Jsu Garcia, Michele Lee, Bob Dishy, Missi Pyle, Judah Friedlander, Kevin Hart, Masi Oka, Kym E. Whitley, Robert M. Koch, Ronald Hunter, Cheryl Hines, Theodore Shapiro, James DuMont, David Baron, Nathan Dean, Amy Hohn, Richard Assad, Nicholas Benevento, Mark Adair-Rios, Caroline Aaron, Claudia Tenorio Gonzales, Todd Stashwick, Edward Conna, Robb Skyler, Mark Ramos Nishita, Christina Kirk, Jeffrey Ross, Mitch Silpa, Richard Willgrubs, Nick Jameson, Michael Shamberg, Bruce Nozick    
location: Usa
voto: 3   

Perito presso un'agenzia di assicurazioni newyorchese, Reuben Feffer (Stiller) è abituato a considerare qualsiasi cosa in termini di rischi e benefici. La regola di vita comincia a incrinarsi quando la moglie lo pianta nel bel mezzo della luna di miele. È allora che Reuben scopre i piaceri del caso, le gioie dell'imprevisto, l'emozione dell'incertezza: tutte emozioni che ha l'occasione di vivere da quando incontra Polly (Aniston), scapestrata compagna di scuola dei tempi del liceo dal futuro promettente e dal presente incerto.
Programmatico fin dalla prima sequenza proprio come il suo protagonista, il film di John Hamburg è una sorta di teen-movie volgarotto, imperniato sul tema della scatologia. Scelta opportuna, giacché dopo oltre un'ora e mezza di film le cose migliori sono quelle che mettono in scena liquami e deiezioni umane: scoregge, sgrullate post-minzione, vomito e attacchi di diarrea.    

martedì 14 agosto 2007

Mission: impossible III (M:I:III)

anno: 2006   
regia: ABRAMS, J.J. 
genere: thriller 
con Tom Cruise, Philip Seymour Hoffman, Ving Rhames, Billy Crudup, Michelle Monaghan, Jonathan Rhys Meyers, Keri Russell, Maggie Q, Laurence Fishburne, Bellamy Young, Jeff Chase, Antonio Del Prete, Bahar Soomekh, Michael Kehoe, James Shanklin, Brandon Molale, Eddie Marsan, Sabra Williams, Simon Pegg, Greg Grunberg, Sasha Alexander 
location: Cina, Germania, Italia, Usa
voto: 8

Proprio mentre è in procinto di sposarsi con un'infermiera (Monaghan), per condurre finalmente una vita "normale", Ethan Hunt (Cruise) viene richiamato in servizio: il solito cattivone avido (Seymour Hoffman) ha fatto prigioniera una sua collega della sezione spionistica IMF (Impossible Missions Force) e lui, con una scassinatrice (Maggie Q), un informatico (Rhames) e un pilota di elicotteri (Rhys Meyers), è richiamato in servizio. L'operazione è davvero impossibile: il cattivone di turno sta per entrare in possesso di una non meglio definita "zampa di lepre", nome in codice per un congegno capace di distruggere il mondo intero. Muovendosi tra Germania, Italia, Cina e ovviamente Stati Uniti, Hunt e i suoi porteranno a buon fine la missione, secondo copione.
Il terzo episodio del superagente americano capace di mettere in ombra persino il blasonato 007 è decisamente il migliore della serie: alla consueta ridda di inseguimenti e sparatorie si aggiunge una trama meno banale delle precedenti, molte scene memorabili (quella degli elicotteri che si inseguono tra le pale per l'energia eolica è davvero incredibile), trovate supertecnologiche (il vocalizzatore, qualche momento leggero (ìl matrimonio improvvisato). Adrenalinico, più lineare dei predecessori, il film tratto dalla serie televisiva ideata da Bruce Geller e diretto di J.J.Abrams (che ha sostituito Joe Carnahan, scelto inizialmente) è un blockbuster annunciato che, per una volta, merita il rutilante lancio pubblicitario ricevuto.    

venerdì 10 agosto 2007

La ricerca della felicità (The pursuit of happyness)

anno: 2007   
regia: MUCCINO, GABRIELE    
genere: drammatico    
con Will Smith, Jaden Smith, Thandie Newton, Brian Howe, James Karen, Dan Castellaneta, Kurt Fuller, Takayo Fischer, Domenic Bove, Scott Klace, David Fine    
location: Usa   
voto: 3

San Francisco, 1981. Chris Gardner (Smith) ha 30 anni, è nero e ai campionati mondiali della sfiga sarebbe capace di arrivare secondo. Già perchè in un'ora e cinquanta di film riesce a inanellare una serie impressionante di colpi sfortunati: la moglie (Newton) lo lascia, il lavoro gli va malissimo e gli scanner ossei che dovrebbe vendere per arrivare alla fine del mese rimangono accatastati in casa. Perde anche quella, lo buttano fuori dal motel ed è costretto ad chiedere accoglienza, figlioletto di cinque anni al seguito, agli ostelli per i poveri. Ma Chris ha anche tanta buona volontà e così, studiando di notte e correndo come un matto di giorno, riesce a trovare un posto di lavoro come broker e ad arricchirsi.
Da un soggetto di Steve Conrad, fortissimamente voluto dal protagonista Will Smith (peraltro assai bravo nell'ultima scena) e ispirato a una storia vera, Muccino non poteva ottenere che una versione ipersemplificata del sogno americano: tutti ce la possono fare, sostiene il regista romano a lettere cubitali, e così via snocciolando tutto il repertorio di luoghi comuni, truismi e sciocchezze assortite. Se nel film i negri avessero parlato dicendo frasi tipo "Zì, badrone", il repertorio di banalità sarebbe stato completo. Ma ciò che ancora di più sconcerta ne La ricerca della felicità è l'andatura claudicante, ripetitiva e noiosa del racconto, quando proprio la capacità di raccontare, anche a suon di banalità, era sembrata finora la carta vincente del regista de L'ultimo bacio, qui al suo primo film oltreoceano. Inutile dire che in USA e in Italia il film ha sbancato ai botteghini.    

martedì 7 agosto 2007

Lettere da Iwo Jima (Letters from Iwo Jima)

anno: 2007   
regia: EASTWOOD, CLINT  
genere: guerra  
con Ken Watanabe, Kazunari Ninomiya, Tsuyoshi Ihara, Ryo Kase, Shido Nakamura, Hiroshi Watanabe, Takumi Bando, Yuki Matsuzaki, Takashi Yamaguchi, Eijiro Ozaki, Nae Yuuki, Nobumasa Sakagami, Lucas Elliott, Sonny Saito, Hiro Abe, Toshiya Agata, Masashi Nagadoi, Ikuma Ando, Ken Kensei, Steve Santa Sekiyoshi, Yoshi Ishii, Toshi Toda  
location: Giappone, Usa
voto: 7,5

Se in Flags on our fathers la ricostruzione della famigerata battaglia dell'isola di Iwo Jima, nel Pacifico - combattuta tra il febbraio e il marzo del 1945 da giapponesi e americani - era offerta dal punto di vista dei vincitori, in Lettere da Iwo Jima Eastwood ribalta la prospettiva a favore dei giapponesi. Rispetto alla retorica e alla propaganda tipicamente americani che segnano il film precedente, qui Eastwood si sposta su un taglio più intimista (a partire dal titolo, riferito alle lettere che vano e vengono dal fronte). Le ineludibili scene belliche di quel massacro, durissime nel loro macabro realismo, nel copione di Tadamichi Kuribayashi, Iris Yamashita e Paul Haggis fanno da cornice alle vicende umane raffigurate in primis dalle due figure - diversissime eppure assai vicine - del  Generale Kuribayashi (Watanabe), ex campione olimpico un tempo amico degli americani, e di un soldato semplice quanto inetto, Saigo (Ninomiya), panettiere in attesa di vedere la sua primogenita. È attraverso i loro occhi che Eastwood ci mostra gli orrori della guerra, il fanatismo e il populismo nascosti dietro la propaganda patriottica, i pregiudizi che si sgretolano davanti al contatto col nemico fatto prigioniero. Il grandissimo cineasta di San Francisco opta per un registro stilistico radicale: niente doppiaggio, cromatismi esasperati (c'è solo il grigio della spiaggia e il rosso-arancio delle armi da fuoco), tonalità cupe, sprazzi di autentica poesia. Quanto basta per firmare l'ennesimo capitolo di una filmografia destinata all'immortalità.
Golden Globe 2007 come miglior film straniero. Oscar 2007: montaggio sonoro (Robert Murray, Bud Asman).    

mercoledì 1 agosto 2007

Quien sabe? (El chunco - A bullet for the general)

anno: 1966   
regia: DAMIANI, DAMIANO  
genere: avventura  
con Gian Maria Volonté, Lou Castel, Klaus Kinski, Martine Beswick, Spartaco Conversi, Joaquin Parra, Aldo Sambrell, Jaime Fernandez, Andrea Checchi, José Manuel Martín, Valentino Macchi, Santiago Santos, Carla Gravina, Guy Heron  
location: Messico
voto: 7

Durante la rivoluzione messicana, negli anni '20 del Novecento, il bounty killer americano Bill Tate (Castel) riesce a infiltrarsi nella banda di un gruppo di rivoluzionari capeggiati da El Chunco (uno straordinario Volontè), con lo scopo di uccidere il generale Elias, uno dei capi della rivoluzione. Con astuzia, doppi giochi e anche grazie alla vanità e alla bramosia di denaro del Chunco, Tate riuscirà nell'intento, ignorando il sussulto di dignità del Chunco, che pagherà carissimo.
Tra film bellico, racconto d'avventura, commedia, western e romanzo picaresco, Quien sabe racconta (fin dal titolo "Chi lo sa?") gli imprevedibili sussulti di orgoglio e coerenza di un povero peone analfabeta rispetto all'algido distacco del mercenario istruito.