sabato 27 aprile 2013

Viaggio sola

anno: 2013       
regia: TOGNAZZI, MARIA SOLE
genere: drammatico
con Margherita Buy, Stefano Accorsi, Fabrizia Sacchi, Gianmarco Tognazzi, Alessia Barela, Lesley Manville, Carolina Signore, Diletta Gradia, Henry Arnold, Eirik Bar, Jacopo Maria Bicocchi, Aaron Hitz, Tommaso Ragno, Fausto Maria Sciarappa, Gisella Szaniszlò
location: Cina, Francia, Germania, Italia, Marocco, Svizzera
voto: 7

Irene (Buy) viaggia sola. Fa l'ospite inatteso negli alberghi a cinque stelle di tutto il mondo, riempie questionari e se solo alla reception non vieni guardato negli occhi rischi di perdere una stelletta. Da più di 15 anni frequenta Andrea (Accorsi), che gestisce un'attività di prodotti biologici nella quale crede davvero. Andrea è il suo porto sicuro, la persona con cui andare al cinema e condividere una cena per cuori solitari. Da anni. Fino a quando nella vita di Andrea non entra Fabiana (Barela) che alla prima distrazione rimane incinta. Sotto lo sguardo preoccupato di una sorella tradizionalista e svampita,  (Sacchi), orchestrale che come il marito (Tognazzi) guadagna quanto un operaio, Irene teme che l'incidente di Andrea possa portarle via l'architrave della sua esistenza nomade, condotta con sicura e dignitosa convinzione. Sarà necessaria una svolta?
Al suo quarto lungometraggio, dopo il documentario con cui ha ritratto il padre Ugo, Maria Sole Tognazzi riprende i temi che sembrano starle più a cuore: i dilemmi delle relazioni amorose. E lo fa firmando il suo film migliore, un'opera che, nonostante qualche sbavatura (la scelta di un'attrice mediocre come Fabrizia Sacchi, che in molte scene deve recitare con una Buy che giganteggia come al solito, qualche traccia buttata nella sceneggiatura e abbandonata), riesce a dire cose non banali soprattutto sul tema della dialettica tra una società ipersessualizzata e la perdita dell'intimità, epitomizzata nella scena chiave dell'incontro tra la Buy e un'antropologa (Manville) nella SPA di un grande albergo.    

domenica 21 aprile 2013

Io... e il ciclone (Steamboat bill jr.)

anno: 1928       
regia: REISNER, CHARLES
genere: comico
con Buster Keaton, Tom McGuire, Ernest Torrence, Tom Lewis, Marion Byron
location: Usa
voto: 5,5

Diventato ormai adulto, William Canfield jr. (Keaton) ritrova il padre dopo molti anni. Quest'ultimo, proprietario di un battello a vapore che fatica a stare al passo con la modernità e a rastrellare passeggeri, è un uomo ruvido e concreto che mal digerisce le maniere da damerino del figlio, tanto più che il ragazzo si è invaghito della figlia del suo rivale in affari. Ma quando sulla cittadina del Sud dove William è tornato si abbatte un terribile ciclone, il giovane mostrerà il suo valore anche grazie a una massiccia dose di caso e fortuna.
Indicato spesso come uno dei film imprescindibili con Buster Keaton, Io e il ciclone è eccessivamente narrativo e risente molto, nella prima parte, dell'assenza di quella potenza visionaria che è la cifra stilistica del grande comico, e che si scatena soltanto negli ultimi venti minuti.    

sabato 20 aprile 2013

Agente 007 - Skyfall

anno: 2012   
regia: MENDES, SAM
genere: spionaggio
con Daniel Craig, Judi Dench, Javier Bardem, Ralph Fiennes, Naomie Harris, Bérénice Marlohe, Albert Finney, Ben Whishaw, Rory Kinnear, Ola Rapace, Helen McCrory, Nicholas Woodeson, Bill Buckhurst, Elize du Toit, Ian Bonar, Gordon Milne, Peter Basham, Ben Loyd-Holmes, Tonia Sotiropoulou, Wolf Blitzer, David Gillies, James Li, Kenneth Hazeldine, Orion Lee, Dave Wong, Tank Dong, Roger Yuan, Liang Yang, Yennis Cheung, Chooye Bay, Sid Man, Angela Tran, Milorad Kapor, Huw Edwards, Adebayo Bolaji, Elia Lo Tauro, Amir Boutrous, Khan Bonfils, Nicholas Goh, John Hodgkinson, Kurt Egyiawan, Oliver Johnstone, Harry Kershaw, Burt Caesar, Paul Venables, Crispin Letts, Kammy Darweish, Beatrice Curnew, Dominique Anne Jones, Ross Waiton, Jim Conway, Jens Hultén, Michael Pink, Jo Cameron Brown, Anthony O'Donnell, Hannah Stokely, Wayne Gordon, Enoch Frost, Tom Wu, Jake Fairbrother, Christopher Sciueref, Daniel Adegboyega, Selva Rasalingam, Joss Skottowe
location: Cina, Regno Unito
voto: 7

Un ex agente segreto britannico (Bardem) vuole vendicarsi del sacrificio che M (Dench), direttrice degli stessi servizi segreti inglesi, gli impose anni prima in uno scambio tra prigionieri. Così l'uomo provoca esplosioni a gogò, fa saltare il quartier generale dell'intelligence britannica, crea un incidente devastante e ultra-spettacolare nella metropolitana londinese e amenità del genere, mentre a uno a uno, dopo avere rubato un hard disc contenente dati segretissimi, rivela pubblicamente nomi e cognomi degli agenti impegnati in azioni top secret. Ma non ha fatto i conti con le risorse di uno 007 (Craig) resuscitato dopo una colluttazione sul tetto di un treno.
La struttura dei film con James Bond/agente 007 è sempre la stessa: un mix di tecnologia, erotismo, suggestività delle location e adrenalina al massimo. Le differenze tra un film e l'altro vanno colte da altro: il tasso di ironia, la tenuta del plot narrativo, l'efficacia delle scene acrobatiche e delle invenzioni spettacolari. Da questi punti di vista Skyfall - prima regia personaggio partorito dalla fantasia di Ian Fleming affidata a Sam Mendes, il regista di American beauty - è uno dei più riusciti. Si parte con un quarto d'ora mozzafiato con inseguimenti sui tetti e si prosegue con spruzzate di situazioni spettacolari in scenografie mozzafiato, da Macao e Shangai fino alle highlands scozzesi. E se stavolta Bond ha la mia fiaccata dall'incidente provocato dal fuoco amico e il gomito alzato un po' troppo spesso, la determinazione del personaggio e la sua intelligenza tattica sono il vero perno narrativo di un film in cui i gadget tecnologici sono al minimo sindacale e l'ironia latita del tutto. Che arrivato al traguardo dei 50 anni (il primo film, Licenza di uccidere, risale al 1962) 007 stia cominciando a prendersi troppo sul serio?
Oscar 2013 per: miglior canzone originale (Adele) e montaggio sonoro (ex aequo con "Zero Dark Thirty" di Kathryn Bigelow).    

domenica 14 aprile 2013

La città ideale

anno: 2012       
regia: LO CASCIO, LUIGI
genere: noir   
con Luigi Lo Cascio, Roberto Herlitzka, Massimo Foschi, Luigi Maria Burruano, Alfonso Santagata, Catrinel Marlon, Aida Burruano, Barbara Enrichi, Silvia Luzzi, Manuel Zicarelli
location: Italia
voto: 7

La città ideale è Siena, dove Michele (Lo Cascio), architetto quarantenne, è arrivato dalla Sicilia da una decina d'anni e nella quale sembra avere trovato quel rispetto per l'ambiente che è la sua ossessione. Michele vive a impatto zero, costringe i colleghi dello studio presso il quale lavora alle sue stesse acrobazie ecologiste ma riesce a guadagnarsi la stima di tutti grazie alla sua bravura. La sua vita cambia la notte in cui, per fare un favore a un amico, prende nuovamente l'automobile (rigorosamente elettrica) dopo 8 anni che non guidava. Nel recarsi sul luogo dell'appuntamento, rinviene il corpo di un uomo in fin di vita che risulta poi essere uno dei personaggi più in vista della città. Catapultato sulle prime pagine dei giornali come eroe, in un battibaleno Michele viene degradato al ruolo di inquisito. Da qui si apre per lui una disavventura giudiziaria dai toni kafkiani che lo condurranno con ostinazione a dire la sua verità con una dose di incolmabile ingenuità.
Al suo primo film da regista, Lo Cascio firma un film ambiziosissimo, che rivela già una rande maturità espressiva, dialoghi sapidi e grande creatività visiva, e che sembra essere un apologo sui temi della responsabilità e della verità. Il suo noir surreale è un thriller dell'anima carico di simbolismi (spesso irrisolti) e squarci onirici, molto vicino a Una pura formalità di Tornatore, nel quale tanto è il pregio dei singoli pezzi, tanto è caduca la struttura complessiva, schiacciata da un eccesso di ambizione che fatica a cucire le tantissime intuizioni tra di loro. E così rimangono tra l'opaco e l'ellittico i rimandi alla figura paterna, quelli al tema pittorico della cattura, la figura della ragazza a cui affitta l'appartamento, la sua stessa ossessione contro gli sprechi. L'insieme sembra incardinarsi in un racconto nel quale la sensibilità ambientale diventa il sintomo urgente di un'etica della responsabilità che fa a pugni con il truce pragmatismo delle aule di tribunale, salvo doversi richiedere, dopo una così lunga odissea: lo rifarei?
Premio Arca Cinemagiovani come miglior film italiano alla 27. settimana internazionale della critica (Venezia, 2012).    

Taken: La vendetta (Taken 2)

anno: 2012   
regia: MEGATON, OLIVIER
genere: thriller
con Liam Neeson, Maggie Grace, Famke Janssen, Leland Orser, Jon Gries, D.B. Sweeney, Luke Grimes, Rade Serbedzija, Kevork Malikyan, Alain Figlarz, Frank Alvarez, Murat Tuncelli, Ali Yildirim, Ergun Kuyucu, Cengiz Bozkurt, Hakan Karahan, Saruhan Sari, Naci Adigüzel, Aclan Bates, Mehmet Polat, Yilmaz Kovan, Erdogan Yavuz, Luran Ahmeti, Cengiz Daner, Melis Erman, Erkan Üçüncü, Ugur Ugural, Alex Dawe, Olivier Rabourdin, Michaël Vander-Meiren, Rochelle Gregorie, Luenell, Emre Melemez, Ilkay Akdagli, Mylène Pilutik, Nathan Rippy, Atilla Pekoz, Serdar Okten, Mesut Makul, Mustafa Akin, Murat Karatas, Cuneyt Yanar, Baris Adem, Hasan Karagulle, Gazenfer Kokoz, Remzi Sezgin, Ahmet Orhan Ozcam, Melike Acar, Yasemin Yeltekin, Baris Aydin, Kenneth James Dakan, Adil Sak, Bekir Aslantas, Ercan Kurt, Cetin Arik, Tamer Avkapan, Erasian Saglam, Mohammed Mouh, Julian Vinay, Gaelle Oilleau
location: Albania, Francia, Turchia, Usa
voto: 6

Non c'è pace per Bryan Mills (Neeson): non fa a tempo a tornare a Los Angeles e a dare qualche lezione di guida alla figlia (Grace) riconquistata dopo averla trascurata per anni sottraendola ai suoi rapitori, che questi ultimi se lo vanno a cercare fino a Istanbul, dove l'uomo ha un impegno come guardia del corpo per qualche giorno. Sorpresa: la figlia e la ex moglie (Janssen), con la quale si sta ristabilendo il feeling di una volta, sono andate lì a trovarlo. Ma l'idillio dura pochi minuti: il capobanda dei malavitosi (Serbedzija) che avevano rapito la figlia nell'episodio precedente e la sua gang sono lì per fare la festa a tutta la famigliola. Tra tecnologia, inseguimenti sui tetti di una Istanbul da cartolina e magnificamente fotografata, testa coda in automobile, colpi proibiti da arti marziali e proiettili che fischiano da tutte le parti, la spunterà il migliore.
Scritto e prodotto da Luc Besson, il secondo episodio di Taken è un film tutto giocato sulla quantità: di location, di tecniche di ripresa, di sparatorie e inseguimenti, di combattimenti a mani nude. Ma l'idea migliore del film sta nell'uso che il protagonista riesce a fare nella combinazione di memoria e tecnologia. I dialoghi, come è ovvio, stanno a zero mentre sulla recitazione si può stendere un velo pietoso: tanto il divertimento è assicurato ugualmente, anche perché il film lo hanno fatto gli stuntmen.    

sabato 13 aprile 2013

L'ipnotista (The Hypnotist)

anno: 2012       
regia: HALLSTRÖM, LASSE  
genere: giallo  
con Mikael Persbrandt, Tobias Zilliacus, Lena Olin, Helena af Sandeberg, Oscar Pettersson, Anna Azcarate, Jonatan Bökman, Jan Waldekranz, Eva Melander, Göran Thorell, Gustav Levin, Tomas Magnusson, Ulf Eklund, Conny Vakare, Emma Mehonic, Mats Andersson, Simon Mezher, Claes Hartelius, Hedvig Lagerkvist, Robert Follin, Annika Gardeskog, Lea Heed, Lars Hjelm, Peter Eklund, Robert Laurén, Andreas Emilsson  
location: Svezia
voto: 3

Col vento favorevole che soffia sul thriller di marca scandinava (Uomini che odiano le donne, Il sospetto), Lasse Hallström torna dopo 20 anni di lavoro a Hollywood (Chocolat, The hoax) nella nativa Svezia per girare un film che più pasticciato non si potrebbe. Si parte con un uomo accoltellato brutalmente all'interno di una palestra e si prosegue, qualche attimo più tardi, con una famiglia sterminata. Ma c'è un sopravvissuto (Bökman): è un adolescente dal quale la polizia vorrebbe ottenere una testimonianza sull'eccidio. Per accorciare i tempi delle indagini viene assoldato un medico (Persbrandt, che si fa ricordare per il bellissimo ruolo interpretato in In un mondo migliore) capace di ipnotizzare le persone ma interdetto dal farlo per una vecchia storia che ebbe delle ricadute giudiziarie. Dal racconto in stato di ipnosi del ragazzo e dalle pervicaci azioni di un detective della polizia criminale (Zilliacus) si arriverà lentamente a sbrogliare l'intricatissima matassa.
Sembra che a Hallström sia sfuggita la materia narrativa dalle mani: ne L'ipnotista ce n'è per tutti i gusti: dal tradimento alla schizofrenia, passando per le lacerazioni familiari, i rapimenti, madri dubbie, poliziotti incapaci, con troppe ellissi sulle ragioni dei diversi personaggi e rivoli narrativi lasciati annegare come il pullman nel ghiaccio della scena finale: l'ennesimo dei molti colpi di scena elargiti dalla sceneggiatura con generosità e senza nessun criterio.    

mercoledì 10 aprile 2013

Monsieur Verdoux

anno: 1947   
regia: CHAPLIN, CHARLES
genere: commedia
con Charles Chaplin, Mady Correll, Allison Roddan, Robert Lewis, Audrey Betz, Marta Raye, Ada May, Isobel Elsom, Marjorie Bennett, Helene Heigh, Margaret Hoffman, Marilyn Nash, Irving Bacon, Edwin Mills, Virginia Brissac, Almira Sessions, Eula Morgan, Bernard J.Nedell, Charles Evans, William Frawley, Arthur Hohl, Barbara Slater, Fritz Leiber, Vera Marshe, John Harmon, Christine Ell, Lois Conklin 
location: Francia
voto: 10

Perso il lavoro conservato per 35 anni durante la Grande Depressione, un integerrimo impiegato di banca (Chaplin) si inventa un'altra attività: sposare donne sole, attempate e facoltose per appropriarsi della loro dote. Uccidendole. È la parodia, in chiave di apologo comico e frutto di un'idea di Orson Welles, della vicenda di Landru (straordinaria anche l'assonanza con Verdoux, con Chaplin tutt'altro che nuovo a queste trasformazioni nominali, da Hinkle/Hitler a Napoloni/Mussolini), il barbablù che seminò il terrore in mezza Francia alla fine degli anni '10 del Novecento, segnalandosi come serial killer lucido e freddo.
Chaplin trasforma quella vicenda in una parabola sui paradossi del bene e del male (retorica ma efficacissima l'arringa in sottofinale, davanti al tribunale, con la quale Verdoux denuncia che è il numero a fare il crimine: assassinare migliaia di persone per solo furore bellico diventa giustificabile e il potere se la prende sempre e solo con i poveracci). Il grande regista ci mette moltissimo altro: gag da splastick, venature thriller, inserti sentimentali (l'incontro con la ragazza appena uscita dalla prigione, inizialmente destinata a uno dei suoi esperimenti diabolici, è uno dei momenti più toccanti del film) e colpi di scena a gogò. Monsieur Verdoux è - se non il capolavoro - almeno uno dei capolavori di Chaplin: non solo per come riesce a tenere a livelli di assoluto virtuosismo ogni aspetto della regia, ma anche per come è in grado a coniugare gli effetti perversi di una gigantesca crisi economica con la discesa negli abissi dell'animo umano.

domenica 7 aprile 2013

Oltre le colline (Dupa dealuri)

anno: 2012   
regia: MUNGIU, CRISTIAN
genere: drammatico
con Cosmina Stratan, Cristina Flutur, Valeriu Andriuta, Dana Tapalaga, Catalina Harabagiu, Gina Tandura, Vica Agache, Nora Covali, Dionisie Vitcu, Ionut Ghinea, Liliana Mocanu, Doru Ana, Costache Babii, Luminita Gheorghiu, Alina Berzunteanu, Teodor Corban, Calin Chirila, Cristina Cristian, Tania Popa, Petronela Grigorescu, Radu Zetu, Ion Sapdaru, Diana Chirila Ignat, Liana Petrescu, Alexandra Agavriloaiei, Alexandra Apetrei, Noemi Gunea, Katia Pascariu, Mara Carutasu, Cristina Mihailescu, Cerasela Iosifescu, Ada Barleanu, Mariana Liurca, Gheorghe Ifrim, Mircea Florin Jr., Marian Adochitei, Ecaterina Tugulea, Nicoleta Lefter, Andreea Bosneag 
location: Romania
voto: 6

Dopo la magnifica prova di 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni, Christian Mungiu torna a parlarci dell'oppressione che un mondo totalitario, maschilista e patriarcale continua e esercitare sulle donne. Anche stavolta il regista rumeno mette al centro della scena una coppia di donne (Cristina Flutur e Cosmina Stratan, premiate entrambe a Cannes per la miglior interpretazione femminile) e ancora una volta le due mostrano visioni del mondo radicalmente diverse e ben differente pragmatismo.
La venticinquenne Alina ha fatto rientro nella nativa Romania dalla Germania, dove ha lavorato per un po' di tempo lasciando prima l'orfanotrofio dove è cresciuta e nel quale ha conosciuto e amato Voichita, poi la famiglia che l'ha adottata. Il suo ritorno è motivato proprio dalla speranza dei potersi "riprendere" Voichita, che nel frattempo si è lasciata completamente irretire dalle rigidissime regole del monastero ai confini della Moldavia dove è andata a vivere, presieduto da un prete cristiano ortodosso (Andriuta) attorniato da un gineceo di femmine obbedienti. Lì Alina, tutt'altro che disposta "ad accogliere Dio dentro di sé" porta lo scompiglio, rompe le regole, viene allontanata e istituzionalizzata ancora una volta, sedata a forza e infine legata e messa letteralmente in croce, in un turbine di violenza e martirio perpetrata sempre e solo in nome di Dio, con tanto di esorcismo finale.
Le tre diverse forme di quelle che Erving Goffman chiama istituzioni totali (l'orfanotrofio, rimasto sulle quinte del racconto, il monastero e l'ospedale psichiatrico) costituiscono il nucleo di questa tragedia con molti complici incolpevoli, che oscilla tra scene cariche di pathos e zone narrative morte, nelle quali si ha l'impressione che la regia si lasci prendere la mano da un eccesso di ambizioni figurative, dilatando l'intero racconto a due ore e mezza di durata.
Premiato anche per la miglior sceneggiatura al 65. festival di Cannes (2012).    

lunedì 1 aprile 2013

Black book

anno: 2007   
regia: VERHOEVEN, PAUL
genere: guerra
con Carice van Houten, Thom Hoffman, Halina Reijn, Sebastian Koch, Christian Berkel, Waldemar Kobus, Michiel Huisman, Derek de Lint, Peter Blok, Ronald Armbrust, Jeroen Uijttenhout, Dolf de Vries, Diana Dobbelman, Matthias Schoenaerts, Xander Straat, Frank Lammers, Rixt Leddy, Jack Vecht, Bas van der Horst, Marcel Musters, Heleen Mineur, Marisa Van Eyle, Reinier Bulder, Herman Boerman, Seth Kamphuijs, Jacqueline Blom, Lidewij Mahler, Boris Saran, Michiel de Jong, Pieter Tiddens, Jobst Schnibbe, Gijs Naber, Dirk Zeelenberg, Willem de Wolf, Susan Visser, Rian Gerritsen, Maiko Kemper, Carsten Sasse, Hugo Metsers, Menno Van Beekum, Ronald de Bruin, Tjebbo Gerritsma, Theo Maassen, Janni Goslinga, Wimie Wilhelm 
location: Israele, Olanda
voto: 7

Nell'Olanda del 1944, occupata dai nazisti, la Resistenza fa quello che può nell'attesa che arrivino gli inglesi, i russi e gli americani. Potrebbe riassumersi così questo film dalla trama fittissima, due ore e venti di durata, al centro del quale c'è una cantante ebrea (la scialba Carice van Houten) che vede uccidere tutti i suoi familiari durante un agguato, proprio mentre insieme a loro sperava di poter riparare nel vicino Belgio. Entrata a far parte della Resistenza, la ragazza, grazie alle sue capacità seduttive, riesce ad accedere al quartier generale nazista e a carpire segreti e progetti militari. Tra doppiogiochisti dell'una e dell'altra parte, imprevisti di ogni tipo e olandesi giustiziati un tanto al chilo, la sua impresa si rivelerà assai più difficile del previsto.
Black book, girato dal regista olandese Paul Verhoeven dopo un lungo, volontario e proficuo esilio ventennale a Hollywood (Robocop, Basic instinct, eccetera), è uno di quei film nei quali la trama è davvero tutto. La capacità di raccontare, di piazzare colpi di scena a non finire, di puntare sul doppiogiochismo da ambo le parti sembra essere talmente urgente da far dimenticare al regista (quasi) tutto il resto: dalla recitazione, meno che dilettantesca, alle scene di massa, girate con approssimazione, per non parlare di quelle di azione. Nonostante tutte le difficoltà della messa in scena, il film - tratto da fatti realmente accaduti - si lascia vedere proprio grazie a una trama avvincente e al ritmo serrato, che non ha mai cadute. In attesa di un remake, magari interpretato da attori inglesi (i migliori al mondo), sul film resta l'ombra del revisionismo (in guerra tutti perdono l'innocenza, anche le vittime) e di un pacifismo annacquato da una buona dose di qualunquismo.