giovedì 31 agosto 2006

C.R.A.Z.Y.

anno: 2006       
regia: VALLEE, JEAN MARC  
genere: drammatico  
con Michel Côté, Marc-André Grondin, Danielle Proulx, Émile Vallée, Maxime Tremblay, Pierre-Luc Brillant, Alex Gravel, Félix-Antoine Despatie, Mariloup Wolfe, Jean-Louis Roux, Francis Ducharme, Jean-Marc Vallée, Johanne Lebrun, Sébastien Blouin, Hélène Grégoire, Anik Vermette          
location: Canada
voto:7

Vent'anni nella vita di una famiglia della piccola borghesia canadese: papà, mamma e cinque figli, tutti maschi, le cui iniziali fanno da acronimo al titolo del film. Al centro della vicenda c'è Zac, al quale fin da piccolo vengono attribuiti poteri taumaturgici. Zac è in aperto conflitto con il maggiore dei fratelli, che dopo varie vicissitudini morirà di overdose, e con se stesso, con quella sua voglia di essere come Ziggy Stardust, l'alter-ego androgino creato da David Bowie e diventato poi un'icona bisex.
Il film dell'esordiente Jean Marc Vallee restituisce splendidamente il tormento esistenziale del ragazzo, la sua arcigna volontà di non essere diverso, di non disattendere le aspettative del padre, vero concentrato di machismo vecchia maniera. Pur con qualche lungaggine, Crazy è ottimamente concepito sotto il profilo narrativo, condito dalla musica che ha segnato un'epoca (PInk Floyd, Rolling Stones), visionario senza eccedere. Davvero un gran bell'esordio.    

domenica 27 agosto 2006

Toto le heros - Un eroe di fine millennio

anno: 1991   
regia: VAN DORMAEL, JACO
genere: grottesco
27/08/2006    Michel Bouquet, Jo De Backer, Thomas Godet, Gisela Uhlen, Mireille Perrier, Peter Bohlke, Didier Ferney, Hugo Harold Harrisson, Sandrine Blancke, Christine Smeysters, Pascal Duquenne, Fabienne Loriaux, Klaus Schindler, Didier De Neck, Karim Moussati
location: Belgio
voto: 8

Innamorato della sorella più grandina fin dall'infanzia, il piccolo Thomas si è convinto che sta vivendo la vita del suo persecutore Alfred, il ragazzino vicino di casa che si prende costantemente gioco di lui. L'adorabile padre di Thomas lavora per quello di Alfred e muore, la sorellina ha una tresca con Alfred e ciò è abbastanza per covare un desiderio di vendetta che dura per tutta la vita, fino a quando - con un ripensamento all'ultimo momento - Thomas non decide di sostituirsi, ormai vecchio, all'odiato Alfred, facendosi uccidere al suo posto.
Questo film su un'esistenza grigia e sprecata si muove su un triplo binario temporale (infanzia, maturità, vecchiaia) e su un doppio registro narrativo (realtà, immaginazione). Il regista belga Van Dormael assembla il tutto spiazzando spesso lo spettatore, correndo sul filo del racconto incestuoso e sfogliando l'intera gamma dei possibili registri emotivi: si ride, ci si commuove, di assapora il sarcasmo sulla miseria della vecchiaia. Misteriosamente, il talentuoso regista belga firmò soltanto una riuscita opera seconda (L'ottavo giorno) prima di dare un prematuro addio  al mondo del cinema.    

Padri e figli - 1° episodio

anno:  2006       
regia: ZANASI, GIANNI    
genere: commedia    
con Silvio Orlando, Vittoria Belvedere, Marina Massironi, Natalino Balasso, Mandala Tayde, Luciano Scarpa, Paolo Sassanelli, Maria Laura Rondanini, Silvana De Santis, Rosa Sironi, Chiara Mastalli, Francesca Perini, Andrea Sama, Ludovico Fremont, Federica Di Martino, Giada Prandi, Toni Garrani, Rocco Papaleo, Lorenzo Balducci, Cristina Caldani, Masimiliano Balducci, Amedeo D'Amico    
location: Italia
voto: 1    

In un consultorio romano dove Francesco (Orlando) e Lucilla (Belvedere) svolgono un ruolo di spicco - si intrecciano le vicende di genitori e figli. Piccoli e grandi problemi della giovinezza che si riverberano sugli adulti: chi si sente troppo grassa, chi non sa se abortire, che ha difficoltà di rapporto con i genitori, chi con gli amici e o i fratelli. L'operazione affidata a due insospettabili come Gianni Zanasi (già regista di film sulla adolescenza come Nella mischia e Fuori di me) e Sandro Petraglia serve a varare un'operazione filo-cattolica a dir poco immonda: senza troppi giri di parole, passa un pericolosissimo messaggio anti-abortista. Un manifesto da tenere ben presente rispetto all'uso delle tecniche di manipolazione delle masse all'inizio del Terzo Millennio. Il film diretto da Mario Monicelli che aveva lo stesso titolo è datato 1957: eppure, rispetto alla garbata ironia e all'efficace sguardo sociologico di quell'opera in bianco e nero sembra corrano secoli, tanto è becera la scrittura del film di Zanasi. Nella colonna sonora bellissima, inedita canzone di Daniele Silvestri Prima era prima.    

sabato 26 agosto 2006

La più bella serata della mia vita

anno: 1972   
regia: SCOLA, ETTORE   
genere: commedia   
con Alberto Sordi, Michel Simon, Charles Vanel, Pierre Brasseur, Janet Agren, Giuseppe Maffioli, Claude Dauphin, Hans Ballmann, Dieter Ballmann   
location: Italia, Svizzera
voto: 8   

Varcata la frontiera per mettere al sicuro 100 milioni di lire in una banca svizzera, Alfredo Rossi (Sordi) finisce in un castello abitato da quattro simpatici magistrati in pensione e dalla loro servitù. I quattro inscenano un vero e proprio processo che fa emergere gli scheletri nell'armadio di Rossi. Alla fine, tutto si rivela uno scherzo apparecchiato in un albergo per turisti facoltosi. Ma il finale sarà tragico.
Tratto dal racconto La Panne di Friedrich Durrenmatt e sceneggiato da Scola con Sergio Amidei, il film trasforma il finale letterario (nel quale il protagonista si impicca) in uno meno drammatico. "Alla coscienza risvegliata - come scrive Kezich - si sostituisce il Fato e la metafisica si sostituisce alla psicanalisi". Ciò non di meno, il film - di chiaro stampo teatrale  - è un'efficace satira sulla nostra cattiva coscienza, con qualche frecciatina al sistema politico nostrano e un linguaggio insolitamente ricercato (si sentono parole come prosseneta e apoftegma). Pierre Brasseur morì sul set a Brunico, colpito da infarto. Sordi smisurato e incontenibile.    

giovedì 24 agosto 2006

Le tre sepolture (The three burials of Melquiades)

anno: 2006   
regia: JONES, TOMMY LEE
genere: western
con Tommy Lee Jones, Barry Pepper, Julio Cesar Cedillo, January Jones, Dwight Yoakam, Melissa Leo, Levon Helm, Mel Rodriguez, Cecilia Suarez, Ignacio Guadalupe, Vanessa Bauche, Irineo Alvarez, Guillermo Arriaga, Rene' Campero, Rodger Boyce, Jesse De Luna, Hugo Perez, Gustavo Sanchez Parra, Juan Gabriel Pareja, Lonnie Nelson, Victoria Jones, Jorge Adrian Espindola, Montserrat De Leon, Uriel Chavez, Tiki Davis, Gabriel Olds, Maya Zapata, Guillermo Von Son, Angelina Torres, Spike Spencer, Brent Smiga, Charles Sanders, Terry Parks, Richard Jones, Karen Jones, Sean Hennigan, Jourdan Henderson, Richard Dillard, Barry Tubb, Sonny Carl Davis, Josh Berry
location: Messico, Usa
voto: 8


Il mandriano Pete Perkins (Jones), per onorare la promessa fatta all'amico Melquiades Estrada (Cedilo) di seppellirlo nella terra natale, si mette alla ricerca del suo assassino (Pepper). Lo trova, lo costringe a disseppellire Melquiades dalla fossa comune e a intraprendere con lui un viaggio a cavallo assai difficoltoso alla volta del Messico.
Attore difficile e capacissimo, Tommy Lee Jones passa per la prima volta dietro la macchina da presa con risultati impressionanti: il suo è un road-movie che fa da metafora a una nuova iniziazione alla vita nei confronti dell'assassino di Melquiades, una guardia di frontiera dal grilletto facile, razzista, maschilista e arrogante, che dovrà subire dal "vecchio" Pete una lezione di vita. Uno stile originalissimo coniugato con una dose di umorismo macabro sono gli elementi di spicco di un film dichiaratamente refrattario alle tentazioni del botteghino, che guarda con simpatia ai messicani e che ha giustamente vinto due premi a Cannes: quello a Tommy Lee Jones per la migliore interpretazine maschile e quello a Guillermo Arriaga (già autore dei copioni di 21 grammi e Amores perros) per la migliore sceneggiatura.

mercoledì 23 agosto 2006

Luci nella notte (Feux rouges)

anno: 2005   
regia: KAHN, CEDRIC  
genere: noir  
con Jean-Pierre Darroussin, Carole Bouquet, Vincent Deniard, Charline Paul, Jean-Pierre Gos, Sava Lolov, Igor Skreblin  
location: Francia
voto: 8  

Antoine (Darroussin) e sua moglie Hélène (Bouquet), una coppia sulla quarantina, si mettono in viaggio verso il sud della Francia per andare a recuperare i loro figli reduci da una colonia estiva. Strada facendo, Helene si accorge che Antoine ha alzato il gomito più del solito. I due litigano e lei prosegue da sola, presumibilmente in treno. Antoine intanto continua a bere, dà un passaggio in auto a un evaso (Deniard) e lo massacra. Convinto che la moglie abbia ormai raggiunto la località di vacanza dove li attendono i figli, scopre che la donna non è mai arrivata a destinazione. Dopo diverse telefonate la raggiunge in ospedale, dove apprende che la donna è stata violentata proprio dall'evaso.
Dopo lo splendido Roberto Succo, Kahn mette a segno un'altra prova maiuscola, riadattando il romanzo di Simenon. Il film - penalizzato da un pessimo titolo italiano - è un road-thriller che nella prima parte sfiora più volte il virtuosismo, costringendo la scena quasi sempre entro l'abitacolo dell'auto. Il racconto procede per ellissi che tuttavia rendono perfettamente intelligibile la narrazione. Le atmosfere sono quasi irreali, venate da un'inclinazione psicologica ragguardevole che mette a nudo gli anfratti più irrazionali della relazione matrimoniale.

martedì 22 agosto 2006

Roberto Succo

anno: 2002   
regia: KAHN, CEDRIC   
genere: biografico   
con Stefano Cassetti, Isild Le Besco, Patrick Dell'Isola, Vincent Deneriaz, Aymeric Chauffert, Viviana Aliberti, Estelle Perron, Leyla Sassi, Catherine Decastel, Basile Vuillemin, Brigitte Raul, Marius Bertram, Olivia Carbonini   
location: Francia, Italia
voto: 8   

Nel 1981 il ventenne Roberto Succo (interpretato dallo straordinario non-attore Stefano Cassetti) massacra a Mestre i propri genitori. Rinchiuso in un manicomio criminale, dopo cinque anni Succo ottiene la libertà vigilata per buona condotta. Ne approfitta per scappare in Francia, dove lascia un'impressionante scia di sangue fino a quando la denuncia di una sue ex-fidanzata (Le Besco) e l'ostinazione di un ispettore transalpino (Dell'Isola) non riescono a mettere la parola fine al suo curriculum di serial killer. Tornato a vedere il sole a scacchi nella terra d'origine, Succo si suicida in cella con una busta di plastica.
Cedrik Kahn racconta con efficacia impressionante quella che prima di essere una biopic su uno dei più feroci mostri italiani è un'incredibile vicenda giudiziaria, passata attraverso le decisioni follemente incaute di un giudice di manica larghissima, la complicità folle di una fidanzatina di Succo e sopratutto l'ignobile vicenda delle rogatorie.
Nella colonna sonora compaiono brani del grande jazzista polacco Tomasz Stanko.    

venerdì 18 agosto 2006

Cento giorni a Palermo

anno: 1984   
regia: FERRARA, GIUSEPPE   
genere: storico   
con Lino Ventura, Giuliana De Sio, Lino Troisi, Stefano Satta Flores, Arnoldo Foà, Giuseppe Lo Presti, Rosario Coniglione, Accursio Di Leo, Regis Emglamder, Andrea Aureli, Anita Zagaria, Maria Lo Sardo, Adalberto Maria Merli, Luigi Nicolosi, Guido Sagliocca, Aldo Sarullo    
location: Italia
voto: 7   

A seguito dei successi ottenuti con la lotta al terrorismo, il generale dei carabinieri Carlo Alberto dalla Chiesa (Ventura) ricevette l'incarico di coordinare la guerra alla mafia in qualità di prefetto di Palermo. Era il 1982 e le cosche mafiose in piena rivalità avevano portato il livello del conflitto ai massimi storici. Dalla Chiesa diede un giro di vite che dispiacque tanto alla mafia quanto al Governo, allora presieduto da Andreotti: controlli fiscali, blitz di Carabinieri e Polizia ebbero l'effetto di inasprire la guerra che la mafia aveva ingaggiato contro lo Stato e che portarono al barbaro assassinio di Dalla Chiesa il 3 settembre del 1982, quando si trovava in auto in compagnia della sua giovane moglie (De Sio). La storia ci dirà che il generale dalla Chiesa non morì invano: il suo decesso sconvolse l'opinione pubblica e alcune delle proposte di legge in materia di criminalità organizzata avanzate dall'on. comunista Pio La Torre, deceduto qualche tempo prima, segnarono un deciso passo in avanti nella lotta alla mafia.
Giuseppe Ferrara non è un genio della cinepresa: in questo come in altri film la regia è piatta, televisiva, a tratti didascalica. Eppure Ferrara si distingue per un impegno etico e civile fuori dal comune, continuando a puntellare la storia del cinema italiano con opere che tengono ben vigile la memoria collettiva. E non è poco.    

mercoledì 16 agosto 2006

American dreamz

anno: 2006       
regia: WEITZ, PAUL
genere: grottesco
con Hugh Grant, Dennis Quaid, Mandy Moore, Marcia Gay Harden, Willem Dafoe, Chris Klein, Judy Greer, Jennifer Coolidge, Sam Golzari, Seth Meyers, John Cho, Bernard White, Tony Yalda, Noureen DeWulf, Shohreh Aghdashloo, John Griffin, Beau Holden, P.D. Mani, Nick Schutt, Michael D. Roberts, Maree Morris, Kevin R. Kelly, Jay Harik, Karen Gordon, Adam Busch, Jerome Caldwell
location: Usa
voto: 5

La cinematografia americana (e non solo) è piena di film che fanno la parodia dei mass media. Basterebbe limitarsi a ricordare Quinto potere, Assassini nati, La seconda guerra civile americana, Mad city e Dentro la notizia per farsene un'idea. Alla fitta schiera si aggiunge questo American dreamz (con la "z", come specifica anche il tormentone canoro del film), diretto da Paul Weiz, un regista con un pedigree non sempre impeccabile (meglio About a boy di American Pie). Il protagonista della storia è Martin Tweed (Grant), presentatore famelico perennemente a caccia di casi umani da portare alla ribalta della sua corte dei miracoli, con ascolti che sfiorano il 100% di share.
A contendersi la vittoria per schiamazzare sotto i riflettori della televisione sono, tra gli altri, una ragazzetta volitiva e cinica (Moore) e un giovane musulmano reduce da un addestramento per terroristi (Klein). Un tentato attacco terroristico si trasforma in un suicidio davanti alle telecamere: Tweed pagherà così cara la propria ingordigia, finendo devastato dall'esplosione per non essersi allontanato per tempo. Sogni al silicone, l'inevitabile citazione di Warhol, gli inciuci per aggiudicarsi la vittoria sono ormai stereotipi del lessico di questo filone del grottesco, che qui nulla aggiungono - neppure in termini di divertimento - al già visto.    

lunedì 7 agosto 2006

Tartarughe sul dorso

anno: 2005   
regia: PASETTO, STEFANO 
genere: drammatico 
con Barbora Bobulova, Fabrizio Rongione, Gordana Miletic, Luigi Diberti, Vittorio Amandola, Antonio Manzini, Caterina Casini, Lucia Mascino, Chiara Sani, Giulietta Revel 
location: Italia
voto: 5

La storia d'amore tra uno scaricatore di porto (Rongione) e una lei (Bobulova) che fa il medico in un ospedale triestino è l'epilogo di un racconto destrutturato che comincia sette anni prima, quando lui finisce in carcere per la prima volta per una sciocchezza, poi trova lavoro come pasticcere, quindi si inguaia di nuovo quando spacca la testa a un collega che ha molestato quella che ormai era la sua ex-compagna.
Il film dell'esordiente Stefano Pasetto rientra in un filone riconoscibile del cinema italiano che raccoglie ormai numerosi titoli (Cinque giorni di tempesta, Le acrobate, L'albero delle pere, Una vita non violenta, L'imbalsamatore, La felicità non costa niente, Alla fine della notte, Nemmeno il destino) accomunati dallo stile narrativo a puzzle e da una desolazione esistenziale che si muove tra afasia e nichilismo. Qui il racconto poggia su una cifra stilistica ben visibile (montaggio incrociato, campi e controcampi, immagini usate spesso in senso metaforico) ma il progetto è troppo ambizioso per non cadere nella trappola di un manierismo fine a se stesso.    

sabato 5 agosto 2006

Factotum - Man of many jobs

anno: 2006   
regia: HAMER, BENT  
genere: biografico  
con Matt Dillon, Lili Taylor, Marisa Tomei, Fisher Stevens, Didier Flamand, Adrienne Shelly, Karen Young, Tony Lyons, Jim Westcott, Geoff Schilz, Diane Kelson, Christopher Day, Frank Crandell, Jimmy Brockhohn, Jim Brockhohn, Matthew Feeney, Chris Carlson, Joseph Courtemanche    
location: Usa
voto: 6,5  

Lo scrittore Charles Bukowski torna al cinema grazie alla regia del norvegese Bert Hamer e alla faccia e ai modi di Matt Dillon. Quella di Dillon è l'ennesima - e forse la più riuscita - tra le incarnazioni cinematografiche dello scrittore americano, tra le quali non vanno dimenticate quelle di Ben Gazzara (Storie di ordinaria follia, 1981), Mickey Rourke (Barfly, 1987)  e Josse De Pauw (Crazy Love, 1987).
Nel film tratto da tre racconti di Bukowski (I giorni corrono come cavalli servaggi sulle colline, Ciò che più importa è quanto riesci a camminare bene in mezzo al fuoco e Il capitano è fuori a pranzo), lo scrittore ha un alter-ego in Henry Chinaski, disposto a fare qualsiasi lavoro (il Factotum del titolo) pur di non rinunciare alle quattro cose che più lo interessano: scrivere racconti, bere, fumare e scopare. Interpretato con ironia e corporeità da un Matt Dillon in stato di grazia, Chinaski/Bokowki trascorre la sua esistenza tra topaie, bar fumosi, quartieri a luci rosse e sottoscala dei magazzini dove lavora. La voce fuori campo che punteggia il racconto per quadri, straniato e impressionistico, ci ricorda con quanta ironia e quanto lucido distacco Bukowski abbia guardato alle assurdità della vita metropolitana. Il film è dedicato alla memoria di Katrin Cartlidge, attrice inglese scomparsa prematuramente. Inspiegabilmente, una scena potente vista nei trailers (Chinaski si inabissa in uno stagno a bordo di un'auto) è stata tagliata nella versione finale del film. Nella bella colonna sonora compare anche la splendida Where breathing starts, di Tord Gustavsen, connazionale del regista.     

martedì 1 agosto 2006

Lemony Snicket - Una serie di sfortunati eventi

anno: 2005   
regia: SILBERLING, BRAD  
genere: commedia fantastica  
con Jim Carrey, Meryl Streep, Emily Browning, Liam Aiken, Kara Hoffman, Shelby Hoffman, Timothy Spall, Billy Connolly, Luis Guzmán, Cedric The Entertainer, Deborah Theaker, Catherine O'Hara, Jennifer Coolidge, Alan Heitz, Rosemary Garris, Jamie Harris, Jane Adams, Craig Ferguson  
location: Usa
voto: 8

Persi i genitori a causa di un incendio molto sospetto, Emily, Klaus e Sunny Baudelaire vengono affidati a un tutore (Carrey) deciso a qualsiasi cosa pur di mettere le mani sulla loro eredità. Ma i tre ragazzini hanno molte frecce al loro arco: la primogenita è una specie di genio capace di inventare qualsiasi cosa; il secondo è un lettore avidissimo che ricorda tutto ciò che ha letto e la più piccola ha denti talmente potenti da riuscire a rompere qualsiasi cosa.
Tratto da una serie per bambini di grande successo, Lemony Snicket è la risposta americana in chiave di humor nero all'ottimismo beota di Harry Potter. Lo statunitense Daniel Handler, con lo pseudonimo di Lemony Snicket, è l'autore di una favola gotica tra sarcasmo, Dickens e i fratelli Grimm. La trama - pur avendo qualche momento ripetitivo - è supportata da un furore estetico e una creatività immaginifica da lasciare a bocca aperta. Oscar 2005 come miglior trucco. Da non perdere i bellissimi titoli di coda.