lunedì 31 agosto 1998

L'ultima donna

anno: 1976       
regia: FERRERI, MARCO    
genere: grottesco    
con Gerard Depardieu, Ornella Muti, Michel Piccoli, Renato Salvatori, Giuliana Calandra    
location: Francia
voto: 3    

In un appartamento parigino lo strapotere fallocratico di un ingegnere disoccupato, separato e con infante a carico (un Gerard Depardieu costantemente in costume adamitico), nei confronti delle donne viene progressivamente eroso da una puericultrice (una Ornella Muti per una volta davvero sensuale), incarnazione di una panfemminilità atavica. Vistisi sottrarre l'affetto filiale e la disponibilità erotica delle sue partner, l'uomo finisce per evirarsi con un coltello elettrico.
Provocatorio fino al parossismo, Ferreri, autore del copione con Rafael Azcona e Dante Matelli, si limita a tornare sui temi più consueti del suo cinema: la maternità, la guerra dei sessi, la coppia, "supposta cellula cancerogena del nostro tessuto civile" (Grazzini). Peccato che - a parte la nudità dei due protagonisti (perentoria quella di Depardieu, timida quella di una Muti) - il film si limiti a ricalcare quanto già visto in altre opere del regista, da L'ape regina, La donna scimmia, Marcia nuziale, L'harem, Dillinger è morto, Il seme dell'uomo, La cagna, La grande abbuffata fino a Non toccare la donna bianca.    

domenica 30 agosto 1998

Due pezzi di pane

regia: CITTI, SERGIO  
genere: grottesco  
con Vittorio Gassman, Philippe Noiret, Luigi Proietti, Paolo Volponi, Anna Melato  
location: Italia
voto: 8  

Aedi di una romanità gentile sparita nel tempo, Peppe Dorè (Philippe Noiret) e Pippo Mifà (Vittorio Gassman) sono i dioscuri di un'amicizia assoluta, che li porta a condividere la stessa donna e poi lo stesso figlio. Ma quest'ultimo, una volta cresciuto, sarà l'effige più manifesta di un irreversibile cambiamento dei tempi, ai quali - per non soccombere - si può rispondere solo con una risata suicida.
Favola allegorica, malinconica e nostalgica degli anni Cinquanta su una Roma brutalizzata non soltanto dal catrame e dal cemento, ma anche dalla progressiva depauperizzazione dello spirito dei suoi abitanti, sempre meno disposti alla risata e sempre più imbarbariti da un grigiore panico. Dopo Casotto, Citti dà l'ennesima prova del suo talento visionario e iconoclasta, capace di virtuosismi registici come di bizzarrie narrative e trovate spiazzanti. Ormai affrancatosi dall'influenza della dottrina pasoliniana, Citti rimane uno dei più innovativi e meno celebrati registi del panorama italiano dell'ultimo quarto di Novecento.

venerdì 28 agosto 1998

Arancia meccanica

anno: 1971   
regia: KUBRICK, STANLEY
genere: grottesco
con Malcolm McDowell, Patrick Magee, Michael Bates, Warren Clarke, John Clive, Adrienne Corri, Carl Duering, Paul Farrell, Clive Francis, Michael Gover, Miriam Karlin, James A. Marcus, Aubrey Morris, Godfrey Quigley, Sheila Raynor, Madge Ryan, John Savident, Anthony Sharp, Philip Stone, Steven Berkoff, Gillian Hills, Virginia Wetherell, Carol Drinkwater, John J. Carney, Lindsay Campbell, Katya Weith, Margaret Tyzack, Pauline Taylor, Neil Wilson, Richard Connaught, Shirley Jaffe, Craig Hunter, Cheryl Grunwald, Lee Fox, Prudence Drage, Vivienne Chandler, Gaye Brown, Michael Tarn, Barbara Scott, David Prowse, Jean Adair
location: Regno Unito       
voto: 9

Alex (Malcolm MacDowell) - un diciottenne teppista inglese innamorato della musica di Beethoven, reduce da una serie di atroci scorribande - viene usato dal governo come cavia per sperimentare una nuova terapia capace di eliminare l'insorgenza di qualsiasi istinto violento. Reintegrato nella società, dapprima Alex subirà un brutale contrappasso infertogli da coloro che aveva seviziato in precedenza, quindi resuscita i propri istinti criminali.
Controverso capolavoro visivo del regista anglo-americano, che dà fondo a tutta la sua immaginazione arrivando a toccare una delle vette più alte mai raggiunte a livello visivo nella storia del cinema: dall'uso dei piani sequenza al montaggio, fino all'invenzione di un futuristico linguaggio giovanile e al colore usato in modo magistrale, Kubrick si eleva di una spanna assurgendo ad indiscusso maestro del cinema. Quanto in 2001 era accennato, in questo film tratto dall'omonimo romanzo di Anthony Burgess viene prepotentemente esplicitato, con una forza visiva che da questo punto in avanti contrassegnerà l'intera produzione di Kubrick. Sul piano dei contenuti, il massiccio impiego di violenza nel film all'epoca fece non poco discutere, con la critica che avvertì più il lato sovversivo del messaggio che non quello pedagogico. Il titolo viene da un'idioma inglese, queer as a clockwork orange, che sta per "strano come un'arancia meccanica", come viene ridotto il protagonista sotto terapia.

La lunga estate calda (The long hot summer)

anno: 1958       
regia: RITT, MARTIN  
genere: drammatico  
con Paul Newman, J.Woodward, A.Franciosa, Orson Welles, L.Remick, Angela Lansbury, R.Anderson, S.Marshall, M.Albertson, J.P.O'Malley, W.Walker          
location: Usa
voto: 6

Quando Will Varner (Orson Welles), cinico e potentissimo latifondista della provincia americana, assolda Ben Quick (Paul Newman), un giovane con il fiuto per gli affari ed un passato da piromane, animato da uno spirito autarchico e refrattario al comando, si innescano l'invidia e l'ira dei figli di Will, Clara (Joanne Woodward) e Jody Varner (Anthony Franciosa). Col tempo, la prima finirà per innamorarsene, mentre il secondo riuscirà a ristabilire un rapporto con il genitore dopo aver tentato di bruciarlo vivo. Tratto da William Faulkner e sceneggiato da Irving Ravetch e Harriet Frank Jr., La lunga estate calda è un omaggio all'epopea dell'America dei pionieri, affidato ad interpreti che gareggiano per bravura (Newman, che era in procinto di sposarsi con la Woodward, fu premiato a Cannes) e raccontato con esemplare fluidità narrativa.    

giovedì 27 agosto 1998

Il testimone dello sposo

anno: 1997       
regia: AVATI, PUPI  
genere: sentimentale  
con Diego Abatantuono, Ines Sastre, Dario Cantarelli, Cinzia Mascoli, Valeria D’Obici, Tony Santagata, Ninì Salerno  
location: Italia
voto: 6

Sasso Marconi, 1899. Angelo Beliossi (Diego Abatantuono) torna nel paese natale dall'America, dove ha trovato la fortuna, per testimoniare alle nozze dell'amico di infanzia Edgardo Osti (Dario Cantarelli) e per ritrovare la fidanzata di quindici anni prima. Il destino lo disarciona dai suoi intenti: la sposa (Ines Sastre), condannata al matrimonio dagli interessi della sua famiglia, si innamora di lui, che dopo qualche esitazione le si concede.
Matrimoni, tavolate, pettegolezzo provinciale e costumi d'epoca sono ormai caratteristiche salienti del cinema di Avati. Stavolta però il regista emiliano vi aggiunge, oltre alla consueta perfetta orchestrazione degli attori - tutti smisuratamente intensi e intonati - una nitida fotografia delle assurdità di un'epoca dominata dal patriarcato che non è poi così lontana.    

mercoledì 26 agosto 1998

Urla del silenzio (The killing fields)

anno: 1984       
regia: JOFFÉ, ROLAND  
genere: guerra  
con Sam Waterston, Haing S.Ngor, John Malkovich, Julian Sands, C.T.Nelson, S.Gray, B.Paterson
location: Cambogia
voto: 8  

La guerra in Cambogia iniziata nel 1973 fa da sfondo all'amicizia - la storia è vera - tra l'inviato del New York Times e futuro premio Pulitzer Sydney Schanberg (Sam Waterston) e l'interprete-guida Dith Pran (Haing S Ngor, un uomo che dopo essere passato veramente attraverso l'inferno dei lager cambogiani è diventato chirurgo negli Stati Uniti). Perseguitati dalla violenza cieca dei khmer rossi, i giornalisti sono costretti a lasciare il territorio e Pran, che tenta con un espediente di unirsi a costoro, è invece ad costretto ad una lunga e tormentata odissea che dopo anni (nel 1979) lo riporterà a rivedere l'amico e a riabbracciare i familiari. Premiato con tre Oscar - miglior attore non protagonista, fotografia (di Chris Menges, autore in seguito di film come Un mondo a parte e Un padre in prestito)  e montaggio - il film d'esordio del regista britannico Roland Joffè si divide sostanzialmente in una prima parte documentaristica e rapsodica ed una seconda tesa e avvincente, indubbiamente più coinvolgente. A questa pellicola, prodotta niente di meno che da David Puttnam, va l'indiscutibile merito di avere affrontato il tema di una guerra assurda sulla quale il cinema non ha mai riflettuto abbastanza. La sceneggiatura è di Bruce Robinson.    

martedì 25 agosto 1998

La seconda guerra civile americana (The second civil war)

anno: 1997       
regia: DANTE, JOE   
genere: fantapolitico   
con B.Bridges, J.Cassidy, James Coburn, P.Hartman, Dan Hedaya, J.E.Jones, K.Dunn           
location: Usa
voto: 3   

In un futuro prossimo ed imprecisato il governatore dell'Idaho (Beau Bridges), stanco dell'eccessiva immigrazione di gente straniera, decide di chiudere le frontiere. Sul fatto si avventa come una iena un network nazionale, disposto a mandare al massacro diversi bambini pakistani pur di ottenere lo scoop. L'iniziativa del governatore dell'Idaho viene seguita da altri stati e nel caos istituzionale più totale scoppierà la seconda guerra civile americana dopo quella del 1861.
Dante, con l'aiuto della sceneggiatura di Martyn Burke, ce la mette tutta per scagliare l'ennesima freccia avvelenata contro il sistema dei media e la demenzialità dei presidenti americani. Ma il plot narrativo si perde in una miriade di divagazioni inutili, la satira sa di già visto e la comicità strizza spesso l'occhio al pecoreccio.    

Tano da morire

anno: 1997       
regia: TORRE, ROBERTA 
genere: musicale 
con C.Guarino, M.De Rosalia, A.Aliotta, M.Aliotta, A.Marina Confalone 
location: Italia
voto: 6

Ispirato alla storia vera di Tano Guarrasi, l'esordio cinematografico di Roberta Torre è un coraggioso musical sulla mafia, idealmente scritto sotto la potestà di due iconoclasti di professione come Daniele Ciprì (ex-compagno della regista e direttore della fotografia di questo film) e Franco Maresco. La trama vorrebbe che nel 1988 a Palermo Tano (Ciccio Guarino), uomo d'onore gelosissimo delle sue quattro sorelle nubili, venga ucciso da un presunto sicario di una famiglia rivale. Il fatto permette ad almeno una delle sorelle (Mimma De Rosalia) di trovare in seguito marito a dispetto dell'immane bruttezza. Ma la sorte vuole che anch'ella perisca violentemente. Sgangherato, kitsch fino all'impossibile, sostenuto da un intero cast di attori non professionisti, fumettistico ed eccentrico ad ogni regola di mercato, Tano da morire è uno dei casi cinematografici del 1997: successo inaspettato ai botteghini a dispetto della confezione francamente povera e fracassona. Peccato che in un film che è una girandola di idee originali il tallone d'Achille sia proprio nella musica, affidata ad un mestierante come Nino D'Angelo che fa cantare i siciliani in napoletano. Ma O' rap 'e Tano rimane un cult.    

lunedì 24 agosto 1998

Palcoscenico

anno: 1937       
regia: LA CAVA, GREGORY   
genere: commedia   
con Katherine Hepburn, Ginger Rogers, Adolphe Menjou, G.Patrick, C.Collier, A.Leed, L.Ball           
location: Usa
voto: 3   

Un nugolo di oche starnazzanti circola per le sale di un albergo newyorchese per aspiranti attrici di teatro dando fuoco alle polveri del proprio torrenziale chiacchiericcio. Dietro la vera sostanza del film, che è questa, c'è anche un barlume di trama: una della attrici, guarda caso l'ultima arrivata (Katharine Hepburn, come al solito calata nel cliché della donna aggressiva e indipendente), figlia di un miliardario, porta via la parte ad un'altra più navigata di lei (Andrea Leeds), che, affranta dal dolore, si suicida. La morte della collega darà un nuovo impulso all'altra, che - dopo avere dimostrato scarse capacità di recitazione - otterrà un largo successo.
Sconnesso, verboso, impantanato in una logorrea incomprensibile che esclude ogni partecipazione dello spettatore, il film scritto da Morris Riskind e Anthony Veiler ed ispirato ad una commedia di Edna Ferber e George Kaufman ebbe un successo assolutamente immeritato.    

Il nodo alla cravatta

anno: 1991
regia: DI ROBILANT, ALESSANDRO 
genere: drammatico 
con Patrick Bauchau, Eleonora Danco, Delia Boccardo, Fabio Ferrari, Sergio Orzeszko, A.Alben, L.Murolo, Paolo De Vita, E.Gori, Guido Cerniglia, S.Abbati, Carla Cassola, R.Manzella         
location: Italia
voto: 8 

Carletto (Sergio Orzeszko) è un tredicenne romano refrattario al rigido sistema educativo che vorrebbe imporgli il padre (Patrick Bauchau). Insofferente all'ambiente familiare e a quello che gli propone la sua sorella maggiore (Danco), Carletto preferisce tornarsene - alla maniera del Totò di Dov'è la libertà? - nel collegio dove lo ha mandato per punizione il padre.
Impegnato sul fronte del politico e del sociale, Di Robilant traccia un ritratto iperrealista e profondo delle inquietudini adolescenziali, senza indulgere ad alcuna commiserazione nei confronti del protagonista, che ha anzi l'aspetto ed il temperamento tipici dell'antipatico. Sceneggiato con Umberto Marino, Il nodo alla cravatta accoglie al meglio la lezione dei 400 colpi, aggiornandola ad un contesto di ordinaria ipocrisia borghese. "Il nodo alla cravatta - spiega Mereghetti - è quello che Carlo non è ancora capace di fare, ma anche il cappio che minaccia di soffocarne la gioventù".    

sabato 22 agosto 1998

Febbre a 90° (Fever pitch)

anno: 1997       
regia: EVANS, DAVID    
genere: commedia    
con Colin Firth, R.Gemmel, N.Pearson, L.Ashbourne, M.Strong                
location: Regno Unito
voto: 6    

1989. La storia sentimentale tra Paul (Colin Firth) e Sarah (Ruth Gemmell), due trentenni colleghi in un istituto superiore di Londra, potrebbe scorrere felice se non fosse che Paul ha una fissazione maniacale con la squadra di calcio dell'Arsenal. Ma una volta che la sua squadra, in quello stesso anno, riesce a vincere lo scudetto, per Paul arriva un senso d'appagamento che lo abbandonerà definitivamente tra le braccia di Sarah.
Trasposizione cinematografica di un romanzo autobiografico di Nick Hornby, Febbre a 90° è una commedia leggera che cerca di spiegare senza troppi sociologismi la passione per il calcio e gli eccessi ai quali questa può condurre. Interpreti - è il caso di dirlo - in palla.    

Messaggi quasi segreti - Spaghetti slow

anno: 1998       
regia: JALONGO, VALERIO  
genere: drammatico  
con Ivano Marescotti, Brendan Gleeson, Giulio Di Mauro, Niamh O’Byrne, Anita Zagaria  
location: Irlanda, Italia
voto: 6

Simone (Giulio Di Mauro) va in Irlanda per una vacanza studio voluta a tutti i costi dal dispotico padre (il sempre bravo Ivano Marescotti). Quando giunge a destinazione e conosce Allison (Niamh O'Byrne), la figlia "dark" dei padroni di casa presso i quali Simone è ospite, i due adolescenti scappano da Dublino per raggiungere un rave party in un'altra località. Sarà allora che i due padri, assai diversi per censo e personalità, si troveranno costretti ad un'affannosa ricerca per potere rintracciare i rispettivi figli.
In perfetto equilibrio tra le istanze illustrative delle inquietudini giovanili e la raffigurazione delle dinamiche familiari, il primo lungometraggio di Jalongo ha il grande merito di non indulgere - a dispetto delle tematiche trattate - su toni piagnucolosi né tanto meno moralistici.    

giovedì 20 agosto 1998

Un'altra donna (Another woman)

anno: 1988   
regia: ALLEN, WOODY  
genere: drammatico  
con Gena Rowlands, Mia Farrow, Ian Holm, Blythe Danner, Gene Hackman, Betty Buckley, Martha Plimpton, John Houseman, Sandy Dennis, Philip Bosco, Harris Yulin, Frances Conroy, Mary Laslo, Bruce Jay Friedman, Kenneth Welsh, David Ogden Stiers  
location: Usa
voto: 8

Affittato un appartamento dove potere portare a termine il libro che sta scrivendo, Marion (Rowlands), una professoressa di filosofia di mezza età, donna newyorchese colta, bella e brillante, ascolta accidentalmente - attraverso la grata dell'aria condizionata - le sedute che il suo vicino psicanalista intrattiene con una giovane paziente (Mia Farrow). Marion proietta su se stessa le vicende dell'altra donna, portando alla luce i molti lati oscuri di un'esistenza vissuta all'insegna della repressione dei sentimenti.
Grazie anche ad una Gena Rowlands di immensa e toccante bravura, reduce dalla perdita del marito John Cassavetes e alla calda fotografia di Sven Nykvist, Allen realizza un film incredibilmente "vero", riuscendo a risucchiare lo spettatore nel vortice di una curiosità che passa dalla protagonista a noi stessi. Alla sua terza opera "seria" dopo Interiors e Settembre, il regista ebreo-newyorchese regala al cinema il suo film forse più bello, sicuramente il più intenso, profondo, struggente.

Il bambino d'inverno (L'enfant de l'hiver)

anno: 1989       
regia: ASSAYAS, OLIVIER   
genere: drammatico   
con C.De Bayser, M.Feller, J.P.Ecoffey, M.Matheron, A.Grinberg, N.Richard, V.Vallier, P.Mescam, V.Thevenet, M.David, G.Blain    
location: Francia
voto: 8   

Fitte trame amorose si intrecciano nelle vite di quattro trentenni parigini. Stephane (Michel Feller) ha appena lasciato Natalia (Marie Matheron), che aspetta un loro figlio, per stare con Sabine (Clotilde de Bayser) che per rimanere con l'astro nascente del teatro Bruno (Jean-Philippe Ecoffey) sarebbe disposta a qualunque cosa. Tra allontanamenti e ritorni le esistenze dei quattro scorrono incerte fin quando i gesti perentori delle due donne (Natalia fa adottare il bambino da un altro, Sabine uccide Bruno in un conato di gelosia) non cambiano le vite di ciascuno.
Sembra la trama di un film di Rohmer e invece Assayas, ex-critico dei Cahiers du cinema, realizza un film dove il profluvio rohmeriano delle parole lascia spazio all'intensità dei gesti di chi ama, o almeno così crede. Toccante, di un'autenticità quasi documentaristica tanto le situazioni sono rese con un senso di assoluta verità e gli attori le interpretano con uguale, eccezionale disinvoltura, Il bambino d'inverno lascia intravedere un nuovo, grande autore.    

mercoledì 12 agosto 1998

Il piccolo grande uomo (Little big man)

anno: 1970   
regia: PENN, ARTHUR
genere: western
con Dustin Hoffman, Richard Mulligan, Faye Dunaway, Martin Balsam, Chief Dan George, William Hickey, Carol Androsky, Jack Bannon, Cal Bellini, Bud Cokes, Bert Conway, Jeff Corey, Lou Cutell, Ray Dimas, M. Emmet Walsh, Cecilia Kootenay, Ruben Moreno, Jack Mullaney, Rory O'Brien, Alan Oppenheimer, Kelly Jean Peters, Steve Shemayne, Amy Eccles, Robert Little Star, Thayer David, Alan Howard, James Anderson, Jesse Vint, Philip Keannelly, Steve Miranda, Emily Cho, Norman Nathan, Helen Verbit
location: Usa
voto:8

Le avventure di Jack Crabb (Dustin Hoffman) - adottato da ragazzo dagli indiani e deciso a vendicare il massacro dei suoi compagni mandando allo sbaraglio il generale Custer a Little Big Horn - vengono raccontate in un lunghissimo flashback dall'ormai ultracentenario protagonista, che nella sua vita è stato commerciante, pistolero, eremita ed altro ancora.
Western crepuscolare dal respiro picaresco tratto dal romanzo di Thomas Berger e sceneggiato da Calder Willingham (già fortunatissimo sceneggiatore di Orizzonti di gloria), Il piccolo grande uomo racconta, ridicolizzandole, le meschinerie dei bianchi, facendo ricorso a toni da commedia che costituiscono l'autentica cifra di originalità del film. Obbligatorio il confronto con Soldato blu di Ralph Nelson, rispetto al quale non si può non riconoscere un certo interesse per il botteghino.    

venerdì 7 agosto 1998

Festa per il compleanno del caro amico Harold (The boys in the band)

anno: 1970   
regia: FRIEDKIN, WILLIAM  
genere: drammatico  
con Kenneth Nelson, Frederick Combs, Cliff Gorman, Laurence Luckinbill, Keith Prentice, Peter White, Reuben Greene, Robert La Tourneaux, Leonard Frey  
location: Usa
voto: 7

Mentre un gruppo di omosessuali newyorchesi sulla trentina sta festeggiando uno di loro, arriva all'improvviso l'eterosessuale Alan (White), turbato da qualcosa che non si saprà fino alla fine. Ben presto il clima della festa vira su toni da psicodramma, lasciando così affiorare antichi rancori e vecchi segreti ma offrendo ad Alan la possibilità di chiarire i propri sentimenti.
Portata sullo schermo dopo il successo ottenuto a Broadway, la commedia di Mart Crowley si avvale dello stesso cast di attori sconosciuti e bravissimi (intelligente anche il doppiaggio italiano) che ne hanno decretato la fortuna. La condizione omosessuale viene guardata in tutte le sue sfaccettature, sviscerata a tutto tondo senza moralismi ed evitando le esagerazioni caricaturali.    

Gli occhi della notte (Wait until dark)

anno: 1967

regia: YOUNG, TERENCE
genere: thriller
con Audrey Hepburn, Alan Arkin, Richard Crenna, J.Weston, S.Jones, J.Herrod, E.Zimbalist Jr.
location: Usa
voto: 7

Una non vedente (Audrey Hepburn) riesce da sola a difendersi da tre malviventi che con raggiri e minacce le vogliono portare via la bambola nella quale è stata nascosta della droga dopo averla messa accidentalmente nelle mani del marito di lei (Zimbalist Jr.).
Scritto dalla mano felice di Frederick Knott e sceneggiato da Robert e Jane-Haward Carrington, Gli occhi della notte è un thriller carico di suspense e claustrofobico che rievoca l'ambientazione scenografica e l'impianto teatrale di un altro successo dello stesso autore, Il delitto perfetto. Peccato che nella prima parte del film l'andirivieni di uomini nella casa della protagonista indifesa tolga plausibilità alla vicenda.

mercoledì 5 agosto 1998

L'avventura del Poseidon (The Poseidon adventure)

anno: 1972       
regia: NEAME, RONALD    
genere: dramma catastrofico    
con Gene Hackman, Ernest Borgnine, R.Buttons, C.Lynley, R.McDowall, S.Stevens, Shelley Winters, J.Albertson, P.Steve Martin, A.O'Connell, E.Shea, F.Sadoff, S.Mathews, J.Arvan, B.Webster, John Crawford, B.Hastings, E.Nelson, Leslie Nielsen                
location: Usa
voto: 7    

Un piroscafo in rotta da New York verso Atene viene rovesciato da un terremoto marino. Un sacerdote che intende la religione in maniera assai pragmatica (Gene Hackman) riesce - dopo avere trovato innumerevoli resistenze - a salvare sei persone.
Sceneggiato da Stirling Silliphant e Wendell Mayes (già con Wilder nella stesura del copione de L'aquila solitaria) dal romanzo di Paul Gallico, il film prodotto da Irwin Allen ricama, sui consueti motivi di genere (la natura ribelle, la cupidigia umana, le sfaccettature della diverse situazioni individuali), elementi esistenzialisti, rievocando così la lotta tra l'uomo e il suo destino apparecchiato da Dio di un altro romanzo sul mare come il celebre Moby Dick. Le scenografie (di William Creber) sono all'altezza, gli effetti speciali e la caratterizzazione dei personaggi decisamente meno. Prodotto da uno specialista del genere, Irwin Allen.    

domenica 2 agosto 1998

La bella di Roma

anno: 1955       
regia: COMENCINI, LUIGI  
genere: commedia  
con Alberto Sordi, Silvana Pampanini, Paolo Stoppa, L.Beghi, B.Foà, Sergio Tofano, Bice Valori, L.Volonghi, C.Barbi, G.Calì, E.Iannetti, M.Meniconi, F.Patrizi, C.Picchiotti, Gigi Reder, Antonio Cifariello  
location: Italia
voto: 6  

Per ottenere i soldi per l'acquisto di una trattoria, la cassiera di un bar (Silvana Pampanini) si lascia corteggiare dal suo maturo principale (Paolo Stoppa) e da un fabbricante di poltrone (Alberto Sordi), i quali andranno in bianco per ragioni diverse, mentre lei riuscirà nell'intento.
Il soggetto di Luigi Comencini e Ettore M.Margadonna - sceneggiato dai due con Edoardo Anton (autore dei dialoghi, che nello stesso anno aveva scritto il copione di un altro film in chiave neorealista rosa, Il segno di Venere) e Massimo Patrizi - mira a sfruttare il successo commerciale della "fidanzata d'Italia", alla quale tutto si può ascrivere tranne la capacità di recitare. Il film è nel complesso rapsodico e non privo del solito accento moralistico-cattolico proprio del cinema di Comencini, ma un Sordi in grande forma ne risolleva le sorti.    

sabato 1 agosto 1998

L'amore a vent'anni (Antoine e Colette)

anno: 1962       
regia: TRUFFAUT, FRANCOIS   
genere: episodi
con Jean Pierre Léaud, M.F.Pisier           
location: Francia
voto: 5   

Il 17enne Antoine (Jean-Pierre Lèaud), magazziniere in un negozio di dischi, fa di tutto per entrare nelle grazie della coetanea Colette (Marie-France Pisier), ingraziandosi anche i genitori di lei. Ma Colette, a sorpresa, un bel giorno si presenta con un Marcantonio...
Truffaut scherza con leggerezza sull'amore ed i presunti "traumi" di quell'età.