venerdì 27 febbraio 1998

Le acrobate

anno: 1997   
regia: SOLDINI, SILVIO  
genere: drammatico  
con Licia Maglietta, Valeria Golino, Mira Sardoc, Angela Marraffa, Manrico Gammarota, Fabrizio Bentivoglio, Roberto Citran, Teresa Saponangelo, Maria Consagra, Giuseppe Battiston, Arturo Cirillo, Giuseppe D'Amico, Laura Federzoni, Bonaventura Gamba, Marco Baliani, Vitalba Andrea, Nicoletta Maragno, Luca Michele Cirasola, Sonia Gessner, Silvano Panichi, Leo Pantaleo, Simona Arrighi, Antonia Taccente   
location: Italia
voto: 6,5


Elena (Licia Maglietta), chimico quarantenne di Treviso, investe accidentalmente una barbona di origini ungheresi (Mira Sardoc: lo spunto ricalca quello di un film del 1991, Faccia di lepre). Dopo essere stata accudita per un certo periodo, l'anziana donna muore. Elena cerca allora di mettersi in contatto con i presunti parenti della donna e si reca a Taranto, dove conosce Maria (Valeria Golino) e sua figlia (Angela Marraffa), donne sottomesse alla brutalità del capofamiglia (Manrico Gammarota). Stanche dei tanti soprusi, le due pugliesi partono alla volta di Treviso, per poi proseguire con Elena il loro viaggio liberatorio verso le cime innevate del Monte Bianco.
Ancora una volta Soldini conferma di essere una delle voci più intonate nel non sempre confortante coro del nuovo cinema italiano. Atmosfere rarefatte, minimalismo al massimo, una recitazione straordinariamente naturale e ricca di sfumature, i tormenti sotterranei delle protagoniste, la delicatezza del tocco registico, la scrittura sempre entro le righe conferiscono al film che Soldini ha scritto con Doriana Leondeff un'aura di avvolgente spiritualismo penalizzato soltanto dalle scelte talvolta eccessivamente ellittiche e antonioniane del copione e da "un eccesso di buone intenzioni" (Bignardi) che tolgono a Le acrobate l'opportunità di proporsi come un autentico capolavoro. Imperdibili ed originalissime le musiche per voce di Giovanni Venosta.

giovedì 26 febbraio 1998

Cosa fare a Denver quando sei morto (Things to do in Denver when you're dead)

anno: 1995       
regia: FLEDER, GARY   
genere: gangster   
con Andy Garcia, Christopher Lloyd, William Forsythe, Bill Nunn, T.Williams, G.Anwar, Christopher Walken, Jack Warden, Steve Buscemi, Fairuza Balk, M.Nicolosi, B.Cobb, M.Bell           
location: Usa
voto: 5   

Statistiche del film: morti ammazzati 9 più qualcun altro che si trovava nei paraggi; puttane: una; pedofili: uno; psicopatici criminali: assortiti a volontà per tutti i gusti. Con questi numeri il giovane Gary Fleder, emulo della più efferata lezione pulp tarantiniana, esordisce alla regia dopo essere stata acclamato per un precedente cortometraggio al Sundance festival. Per arrivare a tanto gustoso impiego di vernice rossa e pomodoro, il giovanotto ha anche scritto un copione e la trama, più o meno, dovrebbe essere questa. Per saldare un vecchio debito ad un boss mafioso e tetraplegico di Denver (Christopher Walken), Jimmy il Santo (Andy Garcia) deve dare una lezioncina al ragazzo che ha sottratto la fidanzata al figlio pedofilo del boss. Jimmy recluta quattro ex-criminali balordi, e la spedizione punitiva si trasforma in tragedia. I cinque non sfuggiranno alla rappresaglia del boss, che per l'occasione ingaggia un super-professionista del crimine (Steve Buscemi). Morti dolorosamente i suoi quattro compagni di avventura, Jimmy avrà giusto il tempo di vendicarsi ammazzando il figlio del boss e di mettere incinta una donna, il cui figlio riceverà un messaggio post-mortem pieno di speranza.
Di film così se ne sono visti a vagoni. Tolto dunque tutto il 90% di detraibile, rimane, come unico elemento di originalità, l'attività del protagonista Andy Garcia, che gestisce una società presso la quale i moribondi possono lasciare messaggi ai loro congiunti prima di tirare le cuoia, quasi a volerci suggerire che - dietro tanto tripudio di violenza - si possa sperare in un mondo migliore. Tutto qui, a parte il fatto che almeno lo sbadiglio è fuori programma e la regia è all'altezza della situazione. La sceneggiatura è di Scott Rosenberg.    

lunedì 23 febbraio 1998

La sera della prima (Opening night)

anno: 1977       
regia: CASSAVETES, JOHN
genere: drammatico
con Gena Rowlands, Ben Gazzara, John Cassavetes, J.Blondell, P.Stewart, Z.Lampert       
location: Usa
voto: 6

Myrtle Gordon (Gena Rowlands), celebratissima attrice di teatro, conosce un periodo di profonda crisi dopo avere assistito alla morte di una sua ammiratrice in un incidente stradale, simbolo anche della fine della sua giovinezza. Attaccatasi alla bottiglia, Myrtle rischia di mandare a soqquadro il lavoro della compagnia in vista della prima newyorchese. Ma, proprio in quella occasione, riuscirà a reinventare il proprio personaggio e a trovare una più serena identità.
Ancora una volta Cassavetes tributa a sua moglie Gena Rowlands - premiata a Berlino - un'opera di grande intensità, che riecheggia le inquietudini esistenziali della protagonista trascurata di Una moglie. Pur risentendo di una certa prolissità (una delle versioni in circolazione dura infatti quasi due ore e mezza), il film - erede di un filone che passa per Palcoscenico, Eva contro Eva e il cinema di Bergman - trova i suoi momenti migliori sul palco e dietro le quinte, riuscendo a veicolare magistralmente l'imbarazzo degli altri attori davanti agli improvvisi cambi di rotta della protagonista durante le rappresentazioni teatrali. Alberto Lionello doppia John Cassavetes. Tra gli spettatori a teatro si vede anche Peter Falk.    

sabato 21 febbraio 1998

Marnie

anno: 1964   
regia: HITCHCOCK, ALFRED
genere: giallo
con Tippi Hedren, Sean Connery, Diane Baker, Martin Gabel, Louise Latham, Bob Sweeney, Mariette Hartley, Alan Napier, S. John Launer, Edith Evanson, Meg Wyllie, Milton Selzer, Carmen Phillips, Alfred Hitchcock, Bruce Dern, Henry Beckman    
location: Usa
voto: 6

Mark Rutland (Sean Connery), un magnate della finanza, decide di sposare una cleptomane ("Tippy" Hedren) che la prima notte di nozze si rivela anche frigida. Determinato a scoprire il terribile segreto custodito dalla donna, Mark la porterà all'abreazione.
Partendo dal racconto di Winston Graham (sceneggiato da Jay Presson Allen), Hitchcock gioca ancora una volta la carta del connubio tra cinema e psicanalisi, dopo i successi di Psyco, La donna che visse due volte e Io ti salverò. Come al solito, il regista dispensa suspense a piene mani, dilungandosi tuttavia eccessivamente sulle sfumature della patologia della donna che finiscono per appesantire alcune parti del film. In un primo tempo, Hitchcock aveva pensato di dare la parte di Tippy Hedren a Grace Kelly.    

Colazione da Tiffany (Breakfast at Tiffany's)

anno: 1961       
regia: EDWARDS, BLAKE   
genere: commedia   
con Audrey Hepburn, George Peppard, P.Neal, B.Ebsen, Martin Balsam, Vilallonga, John McGiver, A.Reed, D.Whitney, Miss Beverly Hills, S.Adams, C.Stroud, E.Allman, M.Rooney   
location: Usa
voto: 6,5   

Un gigolò newyorchese con ambizioni di scrittore (George Peppard) si innamora della sua scapestrata vicina di casa (Audrey Hepburn): deciderà allora di abbandonare la "professione" e i lauti guadagni per un amore più solido e consentirà alla ragazza di accantonare le proprie irrequietezze per trovare finalmente sé stessa.
Uno dei grandi successi della commedia americana degli anni '60 parte dal racconto di Truman Capote (sceneggiato da George Axelrod) per divagare in mille maniere diverse sulle debordaggini della protagonista, impersonata con fatuità ed ironia da una brava Hepburn. Edwards trascura la coerenza della struttura narrativa per lasciare spazio ad ambienti e situazioni (la casa disordinata, il rapporto della protagonista con il suo gatto, l'ingenuità di lei che si lascia coinvolgere in un traffico di stupefacenti, l'andirivieni di uomini facoltosi che la donna riesce a portare a letto ma non sull'altare) che conferiscono al film un tocco di surreale leggerezza. Originariamente, il posto di Audrey Hepburn sarebbe dovuto essere di Marilyn Monroe.    

venerdì 20 febbraio 1998

Il colosso di Rodi

anno: 1961   
regia: LEONE, SERGIO    
genere: mitologico    
con Rory Calhoun, Lea Massari, G.Marchal, Conrado Sanmartin, A.Aranda, M.Karr    
location: Grecia, Italia
voto: 8    

A Rodi, mentre Tireo (Conrado Sanmartin) trama per rovesciare il regnante (Roberto Camardiel) facendo penetrare nell'isola un contingente militare fenicio a dispetto del colosso fatto erigere dal monarca per presidiarne il territorio, gli schiavi meditano una rivolta. A questi ultimi si unirà l'ateniese Dario (Rory Calhoun), sempre alla rincorsa di qualche sottana ma anche eroe di una giusta causa. L'insurrezione schiavista sarà brutalmente stroncata grazie ad una soffiata, mentre il tentativo di golpe verrà meno a causa di un terremoto che farà anche crollare il colosso, simbolo dell'isola.
Pur inzeppandolo di strafalcioni storici (ci sono quasi due secoli tra il regno di Serse e l'edificazione del colosso e, per di più, Serse successe a Dario e non viceversa), Leone, al suo primo vero lungometraggio, realizza un film ambizioso che si leva di una spanna sui peplum tanto in voga in quegli anni. Le scenografie sono all'altezza della situazione, la narrazione è scandita con ritmo e coerenza a dispetto dei molteplici intrecci del copione (scritto da Ennio De Concini, Sergio Leone, Cesare Seccia, Luciano Martino, Aggeo Savioli, Luciano Chirattini e Carlo Gualtieri) e soltanto le scene di lotta, alla luce dei mezzi oggi disponibili, avvertono l'usura del tempo. Memorabili, per il macabro sadismo che esprimono, le scene in cui si vedono torturare gli schiavi.

giovedì 19 febbraio 1998

Come due coccodrilli

anno: 1994   
regia: CAMPIOTTI, GIACOMO 
genere: drammatico 
con Fabrizio Bentivoglio, Sandrine Dumas, Ignazio Oliva, Adriano Martelli, Alessandro Di Natale, Angela Baraldi, Sergio Parini, Nicola Taviano, Valeria Golino, Giancarlo Giannini, Raffaella Lebboroni 
location: Italia
voto: 8

Rimasto precocemente orfano della madre (un'intensa Valeria Golino) che partorendo gli ha dato il fratellino Martino, Gabriele (Fabrizio Bentivoglio), anch'egli figlio della relazione adulterina, va a vivere nella casa paterna. Respinto e ostacolato fin da piccolo dai fratellastri, Gabriele abbandona Varenna, sulle sponde del lago di Como, e ripara in Francia, dove diventa un facoltoso antiquario. Vent'anni più tardi, venuto a conoscenza delle gravi difficoltà finanziarie in cui versano i suoi consanguinei, costretti a mettere all'asta i beni di famiglia, Gabriele assapora il gusto della vendetta. Saprà rinunciarvi e, sul suo cammino, ritroverà Martino, perso di vista da molti anni.
Film tutto sui sentimenti "che ha il pregio di non diventare mai sentimentale" (Kezich), questa rilettura in chiave postmoderna dell'apologo biblico di Giuseppe e i suoi fratelli di Lucia Zei con Giacomo Campiotti e sceneggiato da quest'ultimo con Alexander Adabachan (abituale collaboratore di Nikita Michalkov) e Marco Piatti, Come due coccodrilli è una delle prove più convincenti del nuovo cinema italiano degli anni novanta, tant'è che gli sono stati giustamente tributati diversi riconoscimenti (Nice New York 1994; nomination per il Golden Globe 1996 di Los Angeles; Locarno; premio speciale della giuria ecumenica). Il suo regista mostra talento filmico e sensibilità narrativa soprattutto quando deve dirigere i bambini, come già nel riuscito La corsa dell'innocente. La cantante Angela Baraldi se la cava assai bene nella parte della fidanzata di uno dei fratelli di Gabriele. Sui titoli di coda è agganciata Latin lover, la canzone che Lucio Dalla ha utilizzato per fornire un appoggio personale al film.    

sabato 14 febbraio 1998

Non ci resta che piangere

anno: 1984       
regia: BENIGNI, ROBERTO e TROISI, MASSIMO    
genere: commedia fantastica    
con Massimo Troisi, Roberto Benigni, I.Peynado, Amanda Sandrelli, Carlo Monni, L.Venturini, Elisabetta Pozzi, J.Silvani, L.Bazzocchi, N.Morelli, M.Diano, P.Boom, F.Serra, S.Gragnani, G.Mariani, R.Bonacchi, Paolo Bonacelli                
location: Italia
voto: 3    

All'uscita da una clinica, il maestro elementare Saverio (Benigni) e il suo amico bidello Mario (Troisi) prendono la strada di casa a bordo di un'automobile. Finiti in panne durante un temporale, si ritrovano misteriosamente nel 1492, anno della fatidica scoperta dell'America. Qui, nel tentativo di bloccare la partenza di Colombo e quindi la scoperta dell'America per ragioni personali, i due dovranno fare a meno degli agi ai quali li ha abituati la società tecnologica. Mario si innamorerà di una giovane blasonata ed entrambi faranno la conoscenza di Leonardo Da Vinci (Paolo Bonacelli).
Nel tentativo di cavalcare l'onda del successo, i due comici più famosi degli anni ottanta varano un progetto commerciale che, a dispetto dal buon successo ai botteghini, si rivela a distanza un disastro nei contenuti. In teoria esiste anche una sceneggiatura, alla quale avrebbe collaborato Giuseppe Bertolucci: ma a vedere il film sembra che i due abbiano improvvisato dall'inizio alla fine - con Benigni palesemente nel ruolo di spalla - che i rispettivi dialetti siano male impastati, che la fotografia virtualmente nelle mani di Giuseppe Rotunno sia pressoché assente e che la trovata di fondo  sia obsoleta.    

martedì 10 febbraio 1998

Titanic

anno: 1997   
regia: CAMERON, JAMES   
genere: dramma catastrofico   
con Leonardo DiCaprio, Kate Winslet, Billy Zane, Kathy Bates, Frances Fisher, Gloria Stuart, Bill Paxton, Bernard Hill, Suzy Amis, Nicolas Cascone, Victor Garber, Lewis Abernathy, Jonathan Hyde, Danny Nucci, David Warner, Eric Braeden, Charlotte Chatton   
location: Usa
voto: 10   

Nelle oltre tre ore del colossal più costoso della storia del cinema ci sono diversi film. C'è innanzitutto una romanticissima storia d'amore tra Rose (Kate Winslet), rampolla di una famiglia inglese in decadimento, e Jack (Leonardo Di Caprio), giovanotto apolide e squattrinato imbarcatosi sul Titanic grazie ad una partita vinta a carte. Ma nel film c'è anche la ricostruzione storica e romanzata della tragedia che portò la "nave dei sogni" inglese ad infrangersi contro un iceberg nel 1912 sulla rotta per l'America, c'è un marcato apologo sulla lotta di classe, c'è la reificazione del mito di Prometeo, c'è il film di denuncia che mette alla berlina gli speculatori dei primi del secolo che erano disposti a mandare a morte 1500 persone pur di ottenere qualche colonna in più sulle prime pagine dei giornali. A dispetto della moltissima carne al fuoco, il racconto si muove agilissimo, prendendo le mosse dall'epoca contemporanea, allorquando un cercatore di tesori iper-tecnologizzato punta al recupero di un preziosissimo monile appartenuto a Luigi XVI e rimasto chissà dove sul transatlantico. Ma la notizia della caccia al tesoro viene captata da Rose, ormai ultracentenaria (Gloria Stuart), che racconta ai membri dell'equipaggio l'incredibile storia del naufragio del Titanic. Destinata ad un matrimonio d'affari, la giovane Rose si invaghisce dello spirito libero di Jack. Dopo qualche tentennamento, decide di sottrarsi ai voleri materni e a quelli del ruvido fidanzato (Zane) che sono con lei sull'imbarcazione, per cambiare vita. Mentre tra i contendenti si innesca una baraonda di astuzie ed offensive, il Titanic comincia ad affondare: soltanto poche anime sopravviveranno grazie al numero, peraltro ridotto, di scialuppe. Tra queste Rose, che vedrà morire l'amato Jack nel freddo dell'Atlantico, in compagnia di altre 1000 e più persone. Capolavoro del genere catastrofico, interamente girato in studio, curato in modo maniacale anche nei più piccoli dettagli, montato con rigore e fluidità, impreziosito da maestose scenografie, interpretato assai bene, arricchito da intonati momenti umoristici, Titanic è un film contro il quale è inutile accanirsi: vale quello che è costato, ricordandoci dal primo minuto che se è giusto che il cinema sia impegno civile e talento (cose che al film del regista canadese non mancano) è anche, e soprattutto, spettacolo. E questo, dalla prima all'ultima, incantevole e struggente scena, non manca mai.

domenica 8 febbraio 1998

The untouchables - Gli intoccabili

anno: 1987   
regia: DE PALMA, BRIAN  
genere: gangster  
con Kevin Costner, Sean Connery, Charles Martin Smith, Andy Garcia, Robert De Niro, Richard Bradford, Jack Kehoe, Brad Sullivan, Billy Drago, Patricia Clarkson, Steven Goldstein, Peter Aylward, Don Harvey, Robert Swan, Vito D'Ambrosio    
location: Usa
voto: 8  

A Chicago, durante il Proibizionismo degli anni '20, Eliot Ness (Kevin Costner) cerca di incastrare il boss mafioso Al Capone (Robert De Niro) mettendo il naso sugli strani passaggi di denaro risultanti dalla sua contabilità. Perché l'operazione riesca ingaggia un poliziotto di primo pelo dalla mira insuperabile (Andy Garcia), un abile ragioniere (Charles Martin Smith) e un veterano della polizia incorruttibile e determinato (Sean Connery). Questi ultimi due ci lasceranno le penne, ma l'operazione avrà ugualmente successo.
De Palma al suo meglio come regista, innesta sul genere gangsteristico motivi comici e western (il merito va all'ottimo copione scritto da David Mamet), citazioni a tutto andare (si va dall'Hitchcock di Sabotaggio all'Ejzenstejn de La corazzata Potemkin) e abiti di prestigio (firmati da Giorgio Armani). Il risultato è una ricostruzione semiseria di uno dei periodi più bui della storia americana del '900.

mercoledì 4 febbraio 1998

Misery non deve morire (Misery)

anno: 1990   
regia: REINER, ROB
genere: horror
con James Caan, Kathy Bates, Richard Farnsworth, Frances Sternhagen, Lauren Bacall, Graham Jarvis, June Christopher, Gregory Snegoff, Julie Payne, Archie Hahn III, Tom Brunelle, Wandy Bowers, Jerry Potter    
location: Usa
voto: 8

Ritiratosi sulle montagne del Silver Creek per portare a termine la sua ultima fatica letteraria, lo scrittore Paul Sheldon (James Caan) esce di strada dopo una tormenta di neve. Lo salva l'infermiera Annie (Kathy Bates), sua sfegatata ammiratrice. La donna non impiega molto a mettere a nudo la sua vera identità, che oltre a nascondere un passato da pluriomicida ne disvela i marcati tratti psicopatologici. Così, Annie costringe il suo involontario ospite ad una segregazione forzata, incalza con le richieste, lo costringe a bruciare il manoscritto perché nel finale la protagonista (Misery) muore contro il volere di lei, gli si vorrebbe imporre come amante. Ma l'arguzia dell'uomo, costretto all'immobilità, avrà la meglio sulla follia della donna e Paul riuscirà così a liberarsi della sua carceriera.
Claustrofobico, spesso volutamente ripugnante nella eccellente interpretazione della protagonista (giustamente insignita con l'Oscar), il film tratto dall'"estro luciferino" (Grazzini) di Stephen King e sceneggiato da William Goldman (a cui si devono già film come Soldato sotto la pioggia, Butch Cassidy e Il maratoneta) trasmette un'atmosfera angosciante e da incubo, tutta giocata sul lento klimax che il regista innesca minuto dopo minuto. Curatissimo nei dettagli che tratteggiano le esplosioni di follia della donna (uno dei più inquietanti è quello in cui la protagonista armeggia col pappagallo contenente le urine dell'infermo), Misery si avvale anche della bella fotografia - in stile Psycho - del futuro regista Barry Sonnenfeld. Cammeo per J.T.Walsh nella parte di un poliziotto.    

martedì 3 febbraio 1998

Il medico e lo stregone

anno: 1958   
regia: MONICELLI, MARIO  
genere: commedia  
con Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni, Marisa Merlini, Lorella De Luca, Gabriella Pallotta, Virgilio Riento, Carlo Taranto, Ilaria Occhini, Riccardo Garrone, Giorgio Cerioni, Giovanni Buzzanca, Franco Di Trocchio, Alberto Sordi  
location: Italia   
voto: 8

A Pianetta, un immaginario paese dell'avellinate, l'arrivo di un medico condotto (Mastroianni) mette in crisi gli affari di un guaritore imbroglione, don Antonio (De Sica). Per non perdere clienti, don Antonio organizza una messinscena per screditare il nuovo arrivato. Ma quando sua nipote si troverà in guai seri per l'ingestione di veleno, don Antonio sarà costretto a ricorrere al rivale, sbugiardandosi dinanzi all'intero paese.
La premiata ditta Age e Scarpelli, autrice di soggetto, dialoghi e sceneggiatura (a quest'ultima hanno collaborato Ennio De Concini, Luigi Emmanuele e Mario Monicelli) sforna stavolta un film tagliato sulle impareggiabili doti istrioniche di un maiuscolo De Sica, puntando sia sul ruolo determinante dei caratteristi che su una girandola di battute che fa di questo film dalla semplicità quasi ingenua, toccato da echi del neorealismo, un piccolo gioiello.    

lunedì 2 febbraio 1998

L'avventura è l'avventura

anno: 1972       
regia: LELOUCH, CLAUDE  
genere: grottesco  
con Lino Ventura, J.Brel, C.Denner, J.Hallyday, C.Gerard, Aldo Maccione, N.Courcel, Y.Robert, A.Falcon, J.L.Bunuel, G.Heath, P.Harington, M.Bamy, S.Boudet, A.Hau, A.Kerani, X.Gelin, S.Joyce, J.Berger, H.Czarniak, G.Sire          
location: Francia
voto: 3

Cinque farabutti italo-francesi vengono processati per un'interminabile serie di reati, tra i quali il rapimento di un cantante di successo (Johnny Hallyday) che li ingaggia per riacquistare notorietà e quello del leader rivoluzionario di uno stato dell'America latina.
Kitsch fin dai titoli di testa, pletorico all'inverosimile, spesso inconcludente nel suo tentativo di sbeffeggiare il mondo della politica e quello del femminismo, il film di Lelouch, alla cui sceneggiatura hanno collaborato Pierre Uytterhoeven e Luciano Vincenzoni (reduce dalla discreta esperienza di Roma bene e da quelle esaltanti di Sedotta e abbandonata e Per qualche dollaro in più), è sopportabile soltanto nei venti minuti iniziali, la cui vis comica tratteggia il curriculum criminale dei cinque protagonisti. Lino Ventura è doppiato da Renzo Montagnani. Assistente alla regia è Claude Pinoteau, futuro Re Mida del cinema d'oltralpe.