mercoledì 26 settembre 2001

Tutta la conoscenza del mondo

anno: 2001       
regia: PUGLIELLI, EROS    
genere: grottesco    
con Giovanna Mezzogiorno, Marco Bonini, Claudio Guain, Giorgio Albertazzi, Eleonora Mazzoni, Cristiano Callegaro, Rolando Ravello, Luis Molteni, Augusto Zucchi, Hal Yamanuchi, Emanuele Astengo                
location: Italia
voto: 3    

Dove risiede tutta la conoscenza del mondo? Nelle aule accademiche dove qualche trombone insegna filosofia teoretica o nell'ineffabilità delle filosofie orientali e New age? Con piglio tra lo stravagante e il giovanilistico e registro da fumettone, Eros Puglielli racconta a modo suo una foucaltiana volontà di sapere che porta parallelamente il leader di un complesso rock di Roma (Bonini) ed un eterodosso paraplegico di mezza età (Guain) verso la ricerca di una guida spirituale, mentre la nipote dell'uomo in carrozzella (Mezzogiorno) rimane abbacinata da un suo professore universitario magniloquente e teatrale (un Albertazzi che rappresenta il maggiore godimento del film). Lo zio e il rockettaro hanno infatti visto un U.F.O. che ha salvato loro la vita. Il primo inizia a compiere miracoli a casa della nipote presso la quale è ospite, mentre l'altro abbandona il gruppo.
Al suo secondo lungometraggio, Puglielli insiste a giocare su uno spirito iconoclasta con troppe concessioni alla simpatia a tutti i costi. Il minestrone di caricature, satira e moltissimo grandangolo è fracassone e grintoso ma anche troppo sgangherato per sembrare davvero un film.    

martedì 25 settembre 2001

L’uomo in più

anno: 2001   
regia: SORRENTINO, PAOLO
genere: drammatico
con Toni Servillo, Andrea Renzi, Nello Mascia, Ninni Bruschetta, Angela Goodwin, Susie Porter, Peppe Lanzetta, Roberto De Francesco, Marzio Honorato
location: Italia   
voto: 7,5

Antonio Pisapia (Renzi) è un calciatore di serie A, timido, onesto, laconico ed introverso, determinato a diventare allenatore non appena avrà raggiunto la pensione pedatoria. Ma Antonio Pisapia (Servillo) è anche un cantante per palati ruvidi in stile Fred Bongusto, un rodomonte crapulone, tirannico, traditore e cocainomane al quale piace godersi la vita senza dover fare rinunce. Omonimi, entrambi residenti a Napoli, i due Pisapia toccano i vertici del successo negli anni '80, per poi venire dimenticati da tutti. Il calciatore muore suicida (il riferimento all'ex capitano della Roma Agostino Di Bartolomei è addirittura esplicito), il cantante finisce sorridente nelle patrie galere.
Il primo lungometraggio di Sorrentino è un film coraggioso, originale, ben costruito, recitato assai bene da Toni Servillo ma complessivamente carente rispetto alla recitazione degli attori, carico di simbolismi e a tratti persino pretenzioso. L'ascesa e il declino dei due omonimi viene raccontata facendo incontrare i protagonisti soltanto in un onirico sottofinale e ponendo interrogativi ambiziosi: se nella vita - come recitano i titoli di testa - il pareggio non esiste, perché tra i due Pisapia ce n'è uno di troppo? Forse che la doppia incompletezza di due uomini riusciti a metà equivarrebbe alla piena riuscita di uno solo?

domenica 23 settembre 2001

Cape fear – Il promontorio della paura

anno: 1991   
regia: SCORSESE, MARTIN  
genere: thriller  
con Robert De Niro, Nick Nolte, Jessica Lange, Joe Don Baker, Robert Mitchum, Juliette Lewis, Gregory Peck, Martin Balsam, Fred Dalton Thompson, Illeana Douglas    
location: Usa
voto: 8  

Max Cady (De Niro) è stato in carcere per 14 anni, entrandovi come analfabeta ed uscendovi dopo avere letto una montagna di libri, dopo essersi difeso da solo e dopo avere imparato a citare a memoria i versi della Bibbia o quelli di opere filosofiche. Quando esce ha un solo obiettivo: vendicarsi dell'avvocato Bowden (Nolte) che - trafugando un  importante documento - lo ha fatto tenere ingiustamente rinchiuso per tanto tempo. Astuto, fisicamente potentissimo (per adottare il personaggio De Niro ingaggiò un personal trainer di body building), Max si trasforma per Bowden e per la sua famiglia in un'ossessione vivente che arriverà all'epilogo in una sorta di apocalisse acquatica.
Ispirato dal lavoro teatrale di James R.Webb nonché dal romanzo di John D.MacDonald e sceneggiato da Wesley Strick, Cape fear riscatta lo scialbo originale trasformando il remake del film di Jack Lee Thompson in un thriller adrenalinico con i caratteri di un assedio da incubo nel quale trovano posto i temi della deontologia professionale e della legittimità della vendetta.    

L'uomo delle stelle

anno: 1994       
regia: TORNATORE, GIUSEPPE  
genere: drammatico  
con Sergio Castellitto, Tiziana Lodato, Leopoldo Trieste, Nicola Di Pinto, Franco Scaldati, Tony Sperandeo, Clelia Rondinella, Jane Alexander, Tano Cimarosa, Costantino Carrozza, Tony Palazzo, Luigi Burruano, Salvatore Billa, Antonella Attili, Carmelo Da Mazzarelli, Giorgio Libassi, Leo Gullotta            
locaion: Italia
voto: 6  

"Profilo destro! Profilo sinistro! Profilo centro!". Addestrati da Joe Morelli - truffatore romano interpretato con marcati caratteri sordiani da Sergio Castellitto - i paesani di un'arretratissima Sicilia del secondo dopoguerra (siamo tra il 1953 e il 1954) vedono il miraggio di una carriera nel mondo della celluloide che non sboccerà mai. Con grande savoir-faire, Joe conquista la fiducia degli autoctoni ma anche i loro risparmi, baratta il denaro con le sue promesse vanagloriose, arraffa tutto e se ne va. Le cose dapprima si complicano allorché un'orfana minorenne (l'esordiente Tiziana Lodato) gli si mette alle calcagna supplicandolo di portarla a Roma, poi quando viene lasciato senza un quattrino da una coppia di truffatori più scaltri di lui per precipitare infine nel momento in cui uno zelante maresciallo dei carabinieri lo fa arrestare.
Con L'uomo delle stelle, Tornatore gioca sul sicuro riportandosi sui temi di Nuovo cinema paradiso. Populista, sentimentale, nostalgico persino nel ricostruire quell'età dell'innocenza della settima arte in cui si ingaggia una lotta tra poveri, tacitamente polemico nel sottolineare l'antinomia Italia-Sicilia, L'uomo delle stelle racconta - alla pari del suo progenitore - la dimensione fiabesca del cinema. La confezione è come sempre impeccabile, la direzione degli attori encomiabile, alcune scene - a cominciare da quella in cui il nostro antieroe riesce a farsi pagare un provino da tre briganti - sono memorabili, la tecnica di ripresa pregevolissima. Ma il plot narrativo di Fabio Rinaudo e dello stesso Tornatore è concepito a sketch e procede per accumulazione, la melassa a tratti tracima e l'operazione finisce col non convincere appieno.    

martedì 18 settembre 2001

Paul, Mick e gli altri (The navigators)

anno: 2001       
regia: LOACH, KEN 
genere: drammatico 
con Joe Duttine, Steve Huison, Tom Craig, Dean Andrews         
location: Regno Unito
voto: 6,5

Sfogliando il vocabolario Ken Loach alla voce Navigators, troviamo parole come privatizzazione, flessibilità, eclissi del sindacato, incidenti sul lavoro, disoccupazione. È infatti questa la lunga catena infilata nel 1995 da un gruppo di operai specializzati delle ex-ferrovie dello stato - Paul, Mick e gli altri, appunto - prima di arrivare all'ultimo anello, quello della morte sul lavoro. Abbandonati gli addetti alle pulizie di Los Angeles di Bread and roses, il regista britannico torna alla fauna che gli è più congeniale, quella dei colletti blu inglesi divisi tra un lavoro possibile ed un privato vivibile. Optando per un racconto corale, Loach mette in scena le trappole nascoste in un altro vocabolario, quello del modernariato postindustriale che con il termine flessibilità - sinonimo di mancanza assoluta di garanzie sul lavoro - vorrebbe farci credere che stiamo andando tutti verso una società migliore. Ma l'ottimo lavoro di documentazione realizzato dal team di Loach e la lucidissima sceneggiatura di Rob Dawber smascherano il trucco, mostrando un'umanità angosciata, lasciata a sé stessa, per la quale l'unica parola che è sinonimo di speranza è solidarietà.    

sabato 15 settembre 2001

Il mistero dell’acqua (The weight of water)

anno: 2001       
regia: BIGELOW, KATHRYN   
genere: giallo   
con Anders W.Berthelsen, Katrin Cartlidge, Ciaran Hinds, Elizabeth Hurley, Josh Lucas, Catherine McCormack, Sean Penn, Sarah Polley, Vinessa Shaw, Ulrich Thomsen    
location: Regno Unito
voto: 5   

Nel 1873, nell'isola di Smuttynose, a largo della costa del New Hampshire, due donne vengono uccise a colpi d'ascia. Un uomo (Hinds) che viveva nella loro casa viene incolpato del delitto. Oltre un secolo più tardi - ai giorni nostri - la giornalista Jean Nichols (McCormack) si reca sul posto in compagnia del marito (Penn), del cognato (Lucas) e della moglie di quest'ultimo (Hurley) in barca a vela con lo scopo di raccogliere indizi a discolpa dell'impiccato. In una progressiva abreazione, per Jean riaffiorano antiche verità sepolte che riguardano il rapporto tra suo marito - poeta di larga fama - e la moglie del cognato. Quella che sembrava essere una specie di vacanza avventurosa si conclude in tragedia.
Pur bravissima nel creare un'atmosfera morbosa, la Bigelow adotta una cifra narrativa contorta, nella quale il racconto procede parallelamente tra il presente e il passato, con flashback nei flashforward e con un montaggio intricatissimo. Risucchiato nel vortice delle troppe ellissi, lo spettatore accampa aspettative sul finale che verranno puntualmente disattese. Così, il film si risolve come una gigantesca cornice senza il quadro, il un eccesso di irritante albagia intellettualoide. La Cartlidge morì assurdamente di setticemia un anno dopo, nel settembre 2002.    

Bad Boy Bubby

anno: 1993   
regia: DE HEER, ROLF   
genere: drammatico   
con Nicholas Hope, Claire Benito, Ralph Cotterill, Syd Brisbane, Norman Kaye, Peter Monaghan, Bridget Walters, Rachael Huddy, Natalie Carr, Paul Philpot, Nikki Price, Carmel Johnson    
location: Australia
voto: 10   

"Bello Bubby bimbo buono", gli mormora la madre (Benito) ansimante mentre nuda lo cavalca nutrendolo del suo amore incestuoso. Bubby è un trentacinquenne idiota che vive recluso con una madre carceriera che gli ha messo in testa che il mondo di fuori è pericoloso e che - per affrontarlo - è necessario equipaggiarsi della maschera antigas. Con loro c'è un micetto al quale Bubby replica le ingiurie materne. Il suo universo è tutto qui: una casa disadorna, la zuppa di pane e latte alla sera, una disciplina ferrea, sulla quale vigila il crocifisso. "Gesù scende giù dalla croce e ti ammazza di botte", lo avverte la madre. Le cose cambiano quando si rifà vivo il padre di Bubby, che nel frattempo ha preso i voti senza perdere i pruriti coniugali. Bubby li vede a letto, ne ha orrore, si indispettisce, li uccide. Esce finalmente di casa. Qui inizia una vita nuova che lo porta a caracollare per la città mettendosi spesso nei guai - ripete tutto quello che sente, anche le cose più sconvenienti - ma anche a trovare una band di bravi ragazzi che lo fanno cantare con loro e un'infermiera premurosa con un enorme seno materno che diventerà sua moglie.
Rolf De Heer marchia a fuoco il suo ingresso nel cinema grazie ad una coraggiosissima coproduzione tra Australia e Italia. Il suo antieroe è un Lucifero nudo che espia sul proprio corpo i peccati del mondo, un Kaspar Hauser che sembra essere il ritratto di un'innocenza atavica al di là del bene e del male. Lo interpreta uno straordinario Nicholas Hope - faccia alla Neil Young, occhi vivissimi - in un film estremo, radicale, eppure incapace di cadere in uno sperimentalismo ozioso che è non di rado il limite di film così anticonformisti ed originali. Un capolavoro, ratificato dal gran premio speciale della Giuria al Festival di Venezia, che chissà quando andrà in televisione a causa del suo corredo di blasfemità, crudezze e pornolalia.

domenica 9 settembre 2001

Le sciamane

anno: 2000       
regia: CICCONE, ANNE RIITTA 
genere: commedia 
con Antonella Ponziani, Cecilia Dazzi, Piero Natoli, Mario De Candia, Tasha Rodrigues, Cynthia Gonzales, Luciana De Falco, Patrizio La Bella, Raffaele "Lele" Vannoli, Paola Campos, Andrea Bove, Nino Frassica, Franco Pennasilico, Angelo Orlando, Maurizio Marchetti, Roberto Farnesi, Macha Meril          
location: Italia
voto: 1 

Claudia (Dazzi) è impiegata presso una società di produzione televisiva, soffre di narcolessia e la sua vita va in pezzi. Intorno a lei gravita una schiera di parassiti: il fidanzato sfaccendato (De Candia) con vocazioni da attore, la sorella alternativa (Dazzi), il padre fricchettone (Natoli). Ma il suo problema più grande è la sua intrinseca incapacità nel prendere decisioni drastiche. Un po' irretita dai consigli dai quali viene bombardata, un po' smarrita, Claudia si avventura per una strada che la porta a consultare medici omeopati, santoni, agopunturisti, maghi e sciamane d'ogni tipo. Riuscirà a diventare un tipo deciso e a sbarazzarsi di tutti gli opportunisti che caracollano nella sua casa?
Nel primo - e speriamo anche ultimo - film della Ciccone, chi sembra essersi davvero smarrito non è tanto la protagonista - che certo ha scarsa confidenza con la recitazione - quanto la regista stessa. Le sciamane, infatti, inanella uno dopo l'altro tutti i luoghi comuni della controcultura, sforzandosi di conferire un accento simpatico al lavoro. Il copione è stravagante, rapsodico, banale e la squadra di caratteristi reclutata per l'occasione - con la sola eccezione del compianto Piero Natoli - assolutamente incapace di trasformare le gag in spunti divertenti. Rozzamente turlupinatorio nei confronti del 1968 e della NewAge, Le sciamane è solo un film coloratissimo che, con I buchi neri di Pappi Corsicato, rappresenta uno dei punti più bassi della produzione cinematografica del cosiddetto nuovo cinema italiano.   

La dea del successo (The muse)

anno: 2000       
regia: BROOKS, ALBERT  
genere: commedia  
con Albert Brooks, Sharon Stone, Andie MacDowell, Jeff Bridges, Mark Feuerstein, Steven Wright, Bradley Whitford, Mario Opinato, Dakin Matthews, Concetta Tomei, Cybill Sheperd, Lorenzo Lamas, Jennifer Tilly, Rob Reiner, Wolfgang Puck, James Cameron, Martin Scorsese          
location: Usa
voto: 3

Trovandosi in un periodo di forte crisi creativa, lo sceneggiatore di successo Steven Philips (Brooks) si rivolge al suo amico Jack (Bridges) per sapere come farsi tornare qualche buona idea. Jack gli suggerisce l'adozione di una musa viziata e capricciosa (Stone) che prima accampa pretese che rischiano di strangolare finanziariamente Steve, quindi si piazza a casa di quest'ultimo. L'ispirazione evocata dalla musa toccherà l'arte pasticcera di Laura (MacDowell), la moglie di Jack, che potrà aprire una biscotteria. Ma si tratta solo di autosuggestione: in realtà, la musa non è che una mitomane fuggita da un nosocomio psichiatrico. Non è la prima volta che sceneggiatori e registi in calo creativo o sul viale del tramonto evochino i loro reali problemi di scrittura camuffandoli per sceneggiatura. È quanto avviene nel copione di Albert Brooks e Monica Johnsen, più banale e prevedibile di una soap opera, farsesco e totalmente privo di spunti comici. Jeff Bridges si limita ad un ruolo di contorno; la Stone, maldiretta, deborda. Cammei a rotta di collo.    

sabato 8 settembre 2001

Inganni pericolosi (Simpatico)

anno: 1999       
regia: WARCHUS, MATTHEW  
genere: noir  
con Nick Nolte, Jeff Bridges, Sharon Stone, Catherine Keener, Albert Finney, Shawn Hatosy, Kimberly Williams, Liam Waite  
location: Usa
voto: 4  

Mentre sta concludendo un grosso affare finanziario con la vendita di uno stallone di razza (il "Simpatico" del titolo originale), Lyle Carter (Bridges) viene raggiunto da una telefonata di Vinnie Webb (Nolte), amico dei tempi in cui, ventenni, i due si riempivano le tasche truccando le corse dei cavalli. Attirato Lyle nella trappola, Vinnie vorrebbe restituire a Simms (Finney), un ex-commissario delle corse, le foto con le quali lo ricattarono mentre l'uomo sodomizzava Rosie (Stone), in seguito diventata la moglie di Lyle. Ma né Simms né Rosie sono interessati a riavere indietro il materiale e l'espiazione dei peccati di gioventù avverrà nei campi d'erba medica del Kentucky.
Tratto dall'omonimo lavoro teatrale di Sam Shepard e sceneggiato dal regista con David Nicholls, Simpatico spreca un cast di rango per un filmetto che si risolve in una bolla di sapone. Le promesse dell'incipit si stemperano in uno scialbo epilogo purificatore. Quanto a terzetti criminali che si arricchiscono con le corse dei cavalli, quello assemblato da Stephen Frears con Annette Bening, Anjelica Huston e John Cusack in Rischiose abitudini diede risultati di gran lunga migliori.    

venerdì 7 settembre 2001

The hole

anno: 2001   
regia: HAMM, NICK 
genere: giallo 
con Thora Birch, Desmond Harrington, Daniel Brocklebank, Laurence Fox, Keira Knightley, Embeth Davidtz, Steven Waddington, Emma Griffiths Malin, Gemma Powell, Gemma Craven, Anastasia Hille, Kelly Hunter 
location: Regno Unito
voto: 7

Per vivere un'avventura insolita e sfuggire alla noia della gita scolastica o a quella del ritorno a casa, quattro figli di papà di un liceo inglese - due ragazze e due ragazzi - si fanno portare da un loro compagno (Brocklebank) in un bunker in disuso collocato nel bel mezzo di un bosco. Rimasti intrappolati all'interno del "buco" per dieci giorni, tre di loro soccombono mentre l'unica sopravvissuta (una Thora Birch assai maturata dai tempi de Il mio amico Zampalesta) dà conto di quanto avvenuto ad una psicologa, mentre il ragazzo che li ha accompagnati viene tenuto sotto torchio. Sembra che quest'ultimo abbia voluto compiere una crudele ritorsione, ma la realtà - ben più agghiacciante - è un'altra e il movente sta tutto in un innamoramento debordante.
Sceneggiato da Ben Court e Caroline Ip, il secondo lungometraggio di Nick Hamm cita successi coevi (The Blair Witch Project, Il collezionista) e passati (Picnic a Hanging Rock) e ricorre a un trucco - quello della ricostruzione inventata di sana pianta - che da I soliti sospetti in poi sembra affascinare molto la new wave hollywoodiana. L'impianto narrativo ha una solidità che sarebbe piaciuta a Hitchcock, l'atmosfera è sapientemente orchestrata in chiave psicologica su registri morbosi e claustrofobici, il finale non è affatto consolatorio. Quanto basta per confezionare un solido film di genere.

giovedì 6 settembre 2001

Frantic

anno: 1988       
regia: POLANSKI, ROMAN 
genere: giallo 
con Harrison Ford, Betty Buckley, John Mahoney, Jimmie Ray Weeks, Yorgo Voyagis, David Huddleston, Emmanuelle Seigner, Dominique Pinon 
location: Francia       
voto: 8

Recatosi a Parigi per un convegno, Richard Walker (Ford), celebre chirurgo americano, vede improvvisamente sparire sua moglie Sondra (Buckley). Dopo essersi vanamente rivolto alle autorità preposte - che fanno orecchie da mercante - il dottor Walker (il cognome, "camminatore", non è casuale) decide di risolvere il mistero da solo. La chiave di tutto sta in un fortuito scambio di valigia avvenuto in aeroporto tra sua moglie e una ragazza (Seigner) che fa da corriere per un gruppo terroristico. Da qui ha inizio una partita a suon di mosse e contromosse che dai tetti spioventi della città finisce per inabissarsi nella Senna.
Coautore col fido Gérard Brach (L'inquilino del terzo piano, Pirati) di un copione con un solo punto oscuro (se c'è stato uno scambio di persona, cosa può avere attratto Sondra Walker fuori dalla sua stanza d'albergo, per finire rapita dai terroristi?), Polanski dirige un thriller mozzafiato nel quale l'audacia pragmatica del protagonista fa da contraltare all'insulsa flemma dei francesi. Asciutto, recitato benissimo, adrenalinico a partire dal titolo ("frantic" sta per "frenetico"), Frantic è uno dei noir meglio riusciti del regista di origine polacca. Esordio per Emmanuelle Seigner, compagna del regista.    

lunedì 3 settembre 2001

Come si fa un Martini

anno: 2001       
regia: STELLA, KIKO
genere: drammatico
con Bruno Armando, Adriana Asti, Flavio Bonacci, Giulio Brogi, Flavio Bucci, Antonio Catania, Maria Consagra, Branca De Camargo, Orsetta de' Rossi, Ennio Fantastichini, Ivano Marescotti, Luis Molteni, Maria Monti, Luigi Montini, Elena Sofia Ricci, Michel Rocher, Fabrizia Sacchi, Renato Sarti, Monica Scattini, Maurizio Trombini, Nicola Alcozer, Alona, Sonia Bergamasco, Elisabetta Coraini, Razo Gamentoré, Paolo Merloni, Ndaw Ndeye Fatou, Diego Ribon, Andrea Tognasca
location: Italia       
voto: 7


Sicuro è morto. Dopo una tempesta di telefonate, la Milano-bene si incontra ai tavoli di un locale alla moda. È qui che Kiko Stella, al suo primo lungometraggio, ambienta le storie tratte dai racconti Come i delfini, scritti dalla psicologa Marina Mizzau, che si era fatta conoscere per un bel saggio su L'ironia dato alle stampe per i tipi di Feltrinelli. Nella trasposizione cinematografica, seguiamo le vicende del rapporto eternamente conflittuale tra un padre gaudente (Brogi) e un figlio cantante lirico (Fantastichini), quelle di un gruppo di aridi e ipocriti intellettuali, quella di una ragazza (Sacchi) incapace di affrancarsi dalla dipendenza psicologica da un partner (Rocher) assai più in là con gli anni di lei, di un'amica (Ricci) costretta a confessare all'altra (Scattini) la relazione col marito di quest'ultima (Bonacci), di una coppia in crisi sentimentale e finanziaria e di un gruppo di impiegati di un'agenzia assicurativa che racconta ai commensali le ingerenze sul possibile decollo di una coppia di innamorati attempati. Già dal titolo, Stella suggerisce l'impossibilità di trovare certezze a partire da questioni come quella della giusta commistione di ingredienti che devono comporre un Martini. Raccogliendo le diverse storie sotto il comune denominatore di un'incomunicabilità dovuta al fatto che ciascuno di noi rimane ancorato alla propria posizione su qualsiasi cosa, atteggiamento che porta ineluttabilmente alla rottura, il regista meneghino indovina un crudo finale alla rovescia, nel quale l'unica coppia che si ama veramente muore tramortita da un'esplosione di gas. Consegnato ai dialoghi efficacissimi di alcuni fra i migliori sceneggiatori sulla piazza come Francesco Bruni e Heidrun Schleef (coadiuvati dal regista e dalla stessa Mizzau - che dal citazionismo intellettuale scendono ai ranghi della lana caprina -,  fotografato benissimo da Italo Petriccione, imparentato con l'Altman di America oggi e lo Scola de La cena e diretto con mano sicura e qualche invenzione visiva, Come si fa un Martini è raccomandabile per la superba prova corale d'attori, tra i quali spicca una Elena Sofia Ricci che non è mai sembrata tanto brava. Sicuro è morto.    

sabato 1 settembre 2001

Harry un amico vero (Harry un ami qui vous veut du bien)

anno: 2000   
regia: MOLL, DOMINIK
genere: thriller
con Sergi Lopez, Laurent Lucas, Mathilde Seigner, Sophie Guillemin, Liliane Rovère, Dominique Rozan, Michel Fau, Lorena Caminata, Laurie Caminata, Victoire De Koster
location: Francia
voto: 8

In viaggio per le vacanze con la sua famiglia, Michel (Lucas) incontra fortuitamente Harry (Lopez), un suo compagno del liceo. Invadente, mefistofelico e inopportuno, Harry riesce a farsi invitare con la sua compagna Prune (Guillemin) da Michel. È nella residenza montana di Michel che iniziano ad accadere strane cose: i genitori di Michel muoiono in un incidente stradale, il fratello sparisce e la presenza di Harry si fa sempre più opprimente. Fino a quando a Michel non diventa tutto improvvisamente chiaro…
Dominik Moll è abilissimo nel tessere una trama avvincente sulla falsariga di film acquatici come Ore 10: calma piatta, Cape fear e Acque profonde, morbosa ed angosciante, salvo poi caricare eccessivamente di aspettative un film che trova un finale intrigante ma lascia in sospeso alcuni elementi. La scelta del cast non avrebbe potuto essere migliore; l'esordio di Moll sfiora il capolavoro di un soffio.