sabato 29 maggio 2010

The road

anno: 2010       
regia: HILLCOAT, JOHN 
genere: fantascienza 
con Viggo Mortensen, Kodi Smit-McPhee, Charlize Theron, Guy Pearce, Robert Duvall, Garret Dillahunt, Michael K. Williams, Molly Parker, Brenna Roth, Jeremy Ambler, Bob Jennings, Jack Erdie, Aaron Bernard 
location: Usa
voto: 3

In un anno imprecisato e in un futuro apocalittico in cui la vita animale si è estinta e quella vegetale sta imboccando lo stesso corso, un padre (Mortensen) e suo figlio (Smit-McPhee) si incamminano a piedi sotto un cielo perennemente plumbeo cercando di guadagnare la costa orientale degli Stati Uniti per mettersi in salvo. Nel frattempo, predatori e cannibali costituiscono una minaccia costante.
Tratto dalla penna di Cormac McCarthy, che aveva fatto molto meglio con Non è un paese per vecchi, il film di John Hillcoat è un road movie pretenzioso ed ellittico che non riesce a sfruttare un'idea che richiama moltissimo opere riuscite assai meglio come Waterworld e Il villaggio dei dannati e che rimane un passo indietro perfino rispetto al peggior Haneke di sempre, quello de Il tempo dei lupi. "Cartolina inerte di un' apocalisse prossima ventura" (Mereghetti), The road scantona in una retorica senza fine, proponendo variazioni talmente minime da rendere il film insopportabilmente noioso.    

mercoledì 26 maggio 2010

La nostra vita

anno: 2010       
regia: LUCHETTI, DANIELE  
genere: drammatico  
con Elio Germano, Raoul Bova, Isabella Ragonese, Luca Zingaretti, Stefania Montorsi, Giorgio Colangeli, Alina Madalina Berzunteanu, Marius Ignat, Awa Ly, Emiliano Campagnola  
location: Italia
voto:7

Rimasto vedovo, Claudio (Germano), operaio edile trentenne della periferia romana, si ritrova sulle spalle la responsabilità della crescita dei tre figli piccoli. Imbocca così la strada sbagliata cercando di mettersi in proprio nel campo dell'edilizia dopo vere ricattato il datore di lavoro (Colangeli). Soltanto l'amico più caro (Zingaretti) e i fratelli riusciranno a toglierlo dai guai.
Dopo avere collezionato una serie di false partenze, Elio Germano mette finalmente il suo enorme talento - che a Cannes gli ha fruttato la Palma d'oro per la miglior interpretazione maschile ex-aequo con Javier Bardem - a servizio di un film maiuscolo. Il copione che Luchetti ha scritto con la premiata ditta Rulli & Petraglia scandaglia l'universo dell'edilizia e gli affanni di quest'uomo rimasto precocemente vedovo, al quale Elio Germano dà corpo e anima senza risparmiarsi, attraversando l'intera gamma emotiva che un attore può mettere in scena. Il film è soprattutto suo, anche se a Luchetti e agli altri sceneggiatori (Rulli e Petraglia) va riconosciuto il merito di qualche scelta inconsueta: Raoul Bova nel ruolo dello sfigato, Zingaretti in quello di uno spacciatore in sedia a rotelle, il razzismo di ritorno degli extracomunitari, estenuati dal malcostume italiano. Ma nel film c'è anche molto déjà vù, a cominciare dal registro situazionista del film che sembra una via di mezzo tra Il posto dell'anima e Provincia meccanica, e un finale frettoloso ed eccessivamente consolatorio.    

lunedì 24 maggio 2010

Draquila - L'Italia che trema

anno: 2010   
regia: GUZZANTI, SABINA   
genere: documentario   
con Sabina Guzzanti, Guido Bertolaso, Silvio Berlusconi   
location: Italia
voto: 8   

Il terremoto che ha distrutto L'Aquila nell'aprile 2009 è stata la grande occasione per Silvio Berlusconi per recuperare i consensi perduti a colpi di scandali sessuali, processi e figuracce raccolte sulla ribalta internazionale. Il documentario di Sabina Guzzanti punta l'indice sull'intreccio tra speculazione edilizia, propaganda elettorale battente, oscurantismo informativo, equilibrismi legali e intrecci con mafia e Vaticano. Cose più o meno note a chi non si sia limitato a seguire la cronaca di quei mesi soltanto sul TG4 di Emilio Fede. Quello che l'informazione meno carbonara non ha fatto sapere, e che emerge dal film con sorprendente nitore, riguarda quattro aspetti cruciali: il ruolo della Protezione Civile ('braccio armato del governo'), guidata dall'alligatore Bertolaso e deputata ad aggirare qualsiasi cavillo legale pur di fare gli interessi del presidente del consiglio, l'aggiunta dei Grandi Eventi alle eccezioni giurisprudenziali che già riguardavano le emergenze (come un terremoto, appunto), la tragedia ampiamente annunciata dagli sciami sismici (agghiacciante la testimonianza di un membro della Protezione Civile talmente assuefatto al lavaggio del cervello in merito all'inesistenza del pericolo da avere perso due figli) e la militarizzazione delle tendopoli. Il ritratto di quest'Italietta oscena esce dal film della Guzzanti in tutta la sua evidenza. Se l'opera sotto il profilo dei contenuti è encomiabile per rigore, coraggio e soprattutto chiarezza, sotto quello strettamente cinematografico non è da meno: pur ammiccando palesemente al cinema di Michael Moore, la Guzzanti ha anche il merito di usare l'ironia a manciate, sfruttando linguaggi diversi che vanno dal fumetto ai richiami alla pop art. Imperdibile per capire in quale regime stiamo vivendo.    

domenica 9 maggio 2010

Due vite per caso

anno: 2010       
regia: ARONADIO, ALESSANDRO
genere: drammatico
con Lorenzo Balducci, Ivan Franek, Isabella Ragonese, Riccardo Cicogna, Sarah Felberbaum, Monica Scattini, Teco Celio, Rocco Papaleo, Ivano De Matteo, Niccolò Senni, Tatti Sanguineti, Roberta Fiorentini, Giuliano Ghiselli, Anna Ferzetti, Antonio Gerardi, Giuseppe Pestillo, Fabrizio Lombardo, Cristina Rocchetti, Filippo Sandon, Giovanni de Giorgi, Stefano Molinari, Monica Rutelli, Andrea Purgatori, Laura Sampedro, Marina Ninchi, Daniele Parisi, Diego Verdegiglio
location: Italia
voto: 6

In una notte di pioggia a Roma Matteo (Balducci), che sta accompagnando all'ospedale l'amico Sandro (Cicogna), tampona l'auto di due poliziotti in borghese, i quali reagiscono con un pestaggio. Scattano denuncia e controdenuncia e Matteo non riesce a sedare la rabbia per l'accaduto. Anzi no. L'auto si ferma a pochi centimetri da quella dei due poliziotti, la vita di Matteo prende un altro corso e le frustrazioni per lo scarso guadagno presso il vivaio dove lavora lo inducono ad accettare la chiamata dei Carabinieri. In caserma Matteo scoprirà un mondo fatto di omologazione, infimo profilo culturale e nonnismo.
L'esordiente 35enne Alessandro Aronadio, che ha tratto il film dal libro "Morte di un diciottenne perplesso" di Marco Bosonetto assemblandolo con i fatti del G8 di Genova, ricorre a un espediente narrativo pirandelliano, non nuovo ma sempre piuttosto efficace (lo si ritrova in Ironia della sorte, 1973, di Eduard Molinaro; Destino cieco - Il caso, 1981, di Krzysztof Kieslowski; Smoking, 1994, di Alain Resnais e Sliding doors, 1998, di Peter Howitt). L'ex aiuto regista di Roberta Torre e Peppuccio Tornatore tiene un buon ritmo, dirige con mano sicura e senso della ripresa, compie un deciso atto d'accusa verso Polizia e Carabinieri, ma si fa prendere eccessivamente la mano dalla foga cinefila, infilando nel film citazioni gratuite (da Truffaut a Monicelli) e perde lucidità narrativa a causa di qualche problema in fase di montaggio.    

sabato 8 maggio 2010

Sotto il Celio Azzurro

anno: 2010       
regia: WINSPEARE, EDOARDO 
genere: documentario 
con Massimo Guidotti, Carlotta Natoli, Thomas Trabacchi 
location: Italia       
voto: 6

Dopo il notevole Il miracolo, la macchina da presa di Edoardo Winspeare fa nuovamente tappa sul mondo dell'infanzia, stavolta con un documentario che ci porta nel pieno centro di Roma, a due passi dal Colosseo, dove una squadra di indomiti ed eroici maestri guidati da Massimo Guidotti porta avanti da anni un bel progetto di scuola per l'infanzia. Peccato che i fondi tagliati alla scuola siano sempre più consistenti e che i governi di centrodestra stiano facendo di tutto per affossare questo come altri progetti educativi che sono sempre stati guardati come un esempio di eccellenza in Europa. Al Celio azzurro si lavora molto sulle emozioni, viene richiesta la collaborazione attiva dei genitori, riecheggiano impostazioni da scuola steineriana, si fa dell'interculturalismo un modello imprescindibile e dell'animazione una palestra pedagogica efficacissima. Il regista filma in soggettiva facendo entrare lo spettatore nel vivo di quel progetto che ha un ventennio di vita alle spalle, nelle difficoltà dovute a una crisi finanziaria costantemente alle porte e nel dinamismo di un progetto educativo controcorrente inviso a Calderoli & C. Scandito secondo il succedersi delle stagioni e puntellato dalle foto a ritroso dei maestri, supportato dalle testimonienze estasiate degli ex alunni, il documentario tuttavia presenta un registro fortemente celebrativo nel quale - a dispetto delle diverse origini etniche dei bambini che popolano la scuola, per lo più reclutati in base a parametri di equità sociale - il rapporto col territorio non viene minimamente esplorato.    

mercoledì 5 maggio 2010

Nemico pubblico (Public enemy)

anno: 2009       
regia: MANN, MICHAEL   
genere: gangster   
con Johnny Depp, Christian Bale, Marion Cotillard, Billy Crudup, Channing Tatum, Leelee Sobieski, Emilie de Ravin, David Wenham, Giovanni Ribisi, Stephen Dorff, Rory Cochrane, Stephen Graham, Lili Taylor, John Ortiz, Stephen Lang, Carey Mulligan, Shawn Hatosy, James Russo, Matt Craven, Branka Katic, Peter Gerety, John Michael Bolger, Michael Bentt, Richard Short, Alan Wilder, Adam Mucci, Bill Camp, Spencer Garrett, Jason Clarke, Christian Stolte   
location: Usa
voto: 5 

Tra una fuga da carcere e una rapina, negli anni della Grande Depressione il criminale John Dillinger (Depp) si guadagnò la fama di Nemico Pubblico numero uno da parte delle autorità statunitensi. Eppure l'uomo riuscì ad avere l'opinione pubblica dalla sua parte. La sua avventura finì con un'imboscata che gli fu tesa in un cinema di Chicago, nel 1943.
Michael Mann dirige alla sua maniera l'ennesima rappresentazione cinematografica del gangster più famoso d'America, ispirandosi al romanzo 'Nemico Pubblico' di Bryan Burrough. Il regista ci mette molto mestiere, dosi massicce di inseguimenti e stile patinato. Ma puoi anche chiamarti John Dillnger e avere avuto una vita incredibilmente avventurosa: nelle mani di Michael Mann finirai comunque per risultare di una noia mortale.    

sabato 1 maggio 2010

Cosa voglio di più

anno: 2010   
regia: SOLDINI, SILVIO 
genere: sentimentale 
con Pierfrancesco Favino, Alba Rohrwacher, Giuseppe Battiston, Teresa Saponangelo, Monica Nappo, Tatiana Lepore, Sergio Solli, Gisella Burinato, Gigio Alberti, Fabio Troiano, Francesca Capelli, Danilo Finoli, Martina De Santis, Leonardo Nigro, Adriana De Guilmi, Carla Chiarelli, Bindu de Stoppani, Teresa Acerbis, Raffaella Onesti, Clelia Piscitello, Claudia Coli, Mauro Marino, Ninni Bruschetta 
location: Italia   
voto: 9

Cosa può volere di più Anna (Rohrwacher), oltre a un impiego sicuro, una casa e un rapporto stabile dal quale potrebbe magari nascere un figlio? Eppure la sua inquietudine la porta a guardare altrove e a stabilire un relazione con Domenico (Favino), 40enne sposato e con due figli piccoli, che fatica ad arrivare alla fine del mese. Tra i due scoppia una passione che metterà a soqquadro il mondo che gravita loro intorno.
L'aria serena dell'Ovest è una cappa plumbea che imprigiona i due amanti nelle rispettive, rassicuranti esistenze come il cielo di Milano. Attraverso i due straordinari protagonisti Soldini, che ha scritto il copione con Doriana Leondeff e Angelo Carbone mette in scena l'archetipo di tutti gli adulteri con impareggiabile maestria, mostrandoci proprio la loro voglia di fuga da quella cappa. Non c'è scena che sia superflua, non c'è immagine che non riporti ad un realismo verista, non c'è situazione che non sappia raccontare in maniera indefettibile i contorsionismi del cuore davanti alla fatica della scelta, conducendo lo spettatore nei labirinti delle anime dei due amanti, raccontando in maniera vivida i timori, le difficoltà, gli incontri clandestini, le bugie, i motel, gli sms spediti di nascosto, ma anche gli entusiasmi, la voglia di mettere a nudo anima e corpo e di immaginarsi una vita "altra". Il tutto con una tesi di fondo: che il tradimento e la possibilità di reinventarsi una vita, a conti fatti, è soprattutto una questione di soldi. Un capolavoro.