mercoledì 30 luglio 2003

L’avversario

anno: 2003   
regia: GARCIA, NICOLE  
genere: drammatico  
con Daniel Auteuil, Géraldine Pailhas, François Berléand, François Cluzet, Emmanuelle Devos, Bernard Fresson, Alice Fauvet, Humbert Balsan, Hubert Saint-Macary, Nicholas Abraham, Nadine Alari, Olivier Cruveiller, Anne Loiret, Josephine Derenne, Michel Cassagne, Martin Jobert  
location: Francia
voto: 5,5  

Ci sono preoccupazione e smarrimento stampati sugli occhi di Jean Marie (un magistrale Daniel Auteuil), esemplare padre di famiglia e marito affettuoso che per una vita intera ha ingannato le persone più care. Tutti - amici, moglie e figli, genitori - credono che lui sia laureato in medicina e che occupi un posto d'eccellenza all'OMS. Ma quando Jean Marie esce di casa si muove ramingo nelle cittadine vicine, passa giornate intere in automobile, nelle stazioni, ogni tanto va trovare i suoi vecchi. È proprio dai loro risparmi che Jean Marie riesce a portare a casa il denaro consono ad una posizione professionale come la sua. Ma quando i conti cominciano a toccare il rosso e le risorse per andare avanti vengono meno, Jean Marie decide di fare una strage con una freddezza da brivido, mandando al Creatore genitori, figli e moglie.
Tratto da una storia vera accaduta nei primi anni '90 in Francia, il film di Nicole Garcia è un thriller atipico giocato per intero sull'arrovellamento interiore del protagonista, un borghese piccolo piccolo finito in un gioco più grande di lui e che alla fine non governa più. Costruito con diffrazioni temporali che passano in maniera assai fluida dalla ricostruzione giudiziaria alla vita vissuta fino all'episodio dell'eccidio, L'avversario restituisce perfettamente il senso di lucida follia interiore del protagonista, senza mai scadere nel calligrafico.

sabato 26 luglio 2003

Sulle mie labbra (Sur mes levres)

anno: 2002       
regia: AUDIARD, JACQUES  
genere: thriller  
con Vincent Cassel, Emmanuelle Devos, Olivier Gourmet, Olivia Bonamy  
location: Francia
voto: 5

La grigia vita di una segretaria d'azienda (Devos) - sorda e perennemente nelle mire dei colleghi cialtroni che se ne fanno beffa - cambia quando viene assunto come suo collaboratore un ex-galeotto (Cassel) che vuole sottrarre ad un boss malavitoso una somma ingentissima. Riuscendo a leggere le labbra a distanza, la donna - un po' per amore, un po' per un inedito spirito d'avventura - si lascia coinvolgere nel piano. Quando le cose per il suo amico si mettono male, sarà lei stessa a trovare una soluzione.
Lo spunto di adottare l'handicap per un thriller è abbastanza originale. Il regista francese, tuttavia, si perde nei rivoli di una confezione patinata, dilatando la vicenda a dismisura e a tutto detrimento della tensione del racconto filmico.    

giovedì 24 luglio 2003

L’uomo senza passato

anno: 2002       
regia: KAURISMÄKI, AKI  
genere: grottesco  
con Markku Pettola, Kati Outinen, Annikki Tahti, Junahi Niemela  
location: Finlandia
voto: 6

È seduto su una panchina, nella piazzetta di fronte alla stazione ferroviaria. Non dà fastidio a nessuno. Si appisola. Tre balordi lo colpiscono ripetutamente con ferocia. È lui l'uomo senza passato, uno dei tanti reietti che popolano il cinema di Kaurismaki, cittadino apolide di una Helsinki degradata nella quale l'esercizio della pietà è esclusivo appannaggio dell'Esercito della Salvezza. Facendo leva su una resilienza encomiabile, l'uomo senza passato trova una baracca che rimette a posto, trova un lavoro e anche l'amore. E quando, in sottofinale, ritrova anche un pezzo importante del suo passato, decide di non fermarsi e di non guardarsi indietro.
Con il consueto stile algido che rasenta il grottesco, Kaurismaki racconta l'ennesima variazione sul tema di un mondo cinico e sentimentalmente analfabeta, con dialoghi rarefatti ("Mi aiuti a fare le valigie" "Ma se non hai nulla!" "Appunto") e senza alcun orpello narrativo. L'antitesi del cinema hollywoodiano.    

sabato 19 luglio 2003

Nove regine (Nueve reinas)

anno: 2003   
regia: BEILINSKY, FABIAN   
genere: thriller   
con Gaston Pauls, Ricardo Darin, Leticia Bredice, Tomas Fonzi, Graciela Tenembaum, Pochi Ducasse, Jorge Noya, Oscar Nuñez, Ignasi Abadal, Celia Juarez, Alejandro Awada, Antonio Ugo, Elsa Berenguer, Carlos Falcone, Ricardo Diaz Mourelle, Gabriel Molinelli, Rolly Serrano   
location: Spagna
voto: 7,5   

Marcos (Pauls) campa truffando vecchiette e commercianti. La grande occasione della sua vita arriva quando potrebbe piazzare ad un magnate con pallino dei francobolli "le nove regine", una collezione filatelica prodotta nella Germania di Weimar. Il colpo dovrebbe andare a segno con la collaborazione di Juan (Darin), che Marcos considera un principiante della truffa. Ma le cose sono molto più complicate del previsto e Marcos, dopo una girandola di avventure, finirà col rimetterci.
L'argentino Beilinsky, qui al suo esordio, racconta il più classico dei bidoni con uno stile divertito, a cavaliere tra commedia e trama gialla, poggiando su una sceneggiatura perfettamente lineare a dispetto dei continui cambi di direzione della vicenda.    

venerdì 18 luglio 2003

Ubriaco d’amore (Punch-drunk love)

anno: 2003       
regia: ANDERSON, PAUL THOMAS
genere: grottesco
con Adam Sandler, Emily Watson, Philip Seymour-Hoffman, Luis Guzman       
location: Usa
voto: 3,5

Barry (Sandler) ha un'impresa di sanitari, veste sempre con un completino blu elettrico e fuori moda e ha sette sorelle. Nel gineceo domestico c'è da diventare matti e infatti Barry non ha tutti i venerdì in ordine. Colleziona montagne di budini al cioccolato per poter vincere miglia e miglia di percorrenza aerea con la compagnia che sponsorizza il budino, si mette in un brutto guaio chiamando una chat-line e fatica a tenere i nervi sotto controllo. Ma le cose cambiano quando nella sua vita entra una ragazza (Watson), altrettanto scombinata, grazie alla quale ritrova miracolosamente se stesso.
Quello di Paul Thomas Anderson è ancora una volta un film di frontiera, che spinge talmente a fondo sul pedale della sperimentazione da diventare spesso ostico. Il film del regista californiano cerca di raccontare il disagio psichico-esistenziale del protagonista attraverso una metafora cromatico-acustica che gioca sulla scelta dei colori e sulle dissonanze della colonna sonora. Un film a tratti divertente ma talmente ambizioso da sembrare un autentico esercizio di virtuosismo registico, del tutto privo del pathos che aveva caratterizzato un film come il suo precedente Magnolia.