sabato 30 novembre 2002

Spider

anno: 2002       
regia: CRONENBERG, DAVID  
genere: drammatico  
con Ralph Fiennes, Miranda Richardson, Gabriel Byrne, Bradley Hall          
location: Regno Unito
voto: 6  

Edipo in 35 millimetri. Siamo negli anni '60 quando alla stazione di Londra scende dal treno uno di quegli uomini che prediligono il soliloquio allo scambio con gli altri (Fiennes). L'uomo è stato per anni in manicomio. Si sta dirigendo verso la casa famiglia diretta da un'operatrice che ricorda tanto la Louis Fletcher di Qualcuno volò sul nido del cuculo. È qui che lo vediamo ripercorrere, attraverso una memoria travasata a valanga su un bloc notes fittissimo di appunti illeggibili, la vicenda che ne ha segnato la vita: l'omicidio della madre, risposta all'intolleranza verso le (normali) attenzioni paterne nei confronti della donna.
Acrobata in perfetto equilibrio nei labirinti della psicopatologia umana, Cronenberg opera una scelta stilistica drastica e rischiosissima, sdoppiando il racconto sul doppio binario della rievocazione del trauma da parte del protagonista e sul reale andamento della vicenda, svelato soltanto sul finale. Spider - il cui nome è dovuto alla sua abilità nel maneggiare spago e corde - proietta sul padre la colpa della scomparsa materna, immaginando l'uomo schiavo di un'insana passione verso una megera che rappresenta la dimensione carnale della madre. Cronenberg tratta la materia con uno stile algido, compassato, lavorando per sottrazione, riducendo al minimo i dialoghi, fermandosi con pochi movimenti di macchina a scrutare le contorsioni psichiche del protagonista, i suoi monologhi interiori espressi in forma di borbottio, concedendo pochissimo allo spettacolo e niente, davvero niente, al sentimentalismo. Prodigioso Fiennes.    

mercoledì 27 novembre 2002

L’uomo del treno (L’homme du train)

anno: 2002       
regia: LECONTE, PATRICE 
genere: drammatico 
con Jean Rochefort, Johnny Hallyday 
location: Francia       
voto: 6,5

Il treno. Allegoria per un viaggio interiore. Un viaggio che porta un anziano professore in pensione della provincia francese (Rochefort) a fantasticare sulla possibilità di vivere una vita non sua, quella di un forestiero capitato in città per una rapina in banca (Hallyday), stanco di avventure, uno che non ha mai infilato un paio di pantofole in vita sua.
Il film è tutto qui. Leconte dirige tutto per sottrazione, contrapponendo l'inesauribile logorrea del professore alla laconica sobrietà del forestiero. Metafisica dell'esistenza e labirinti dell'io diventano così i protagonisti di un film dal ritmo démodé, interpretato straordinariamente ma viziato da un calligrafismo registico che a volte pare di maniera e fine a se stesso.    

martedì 26 novembre 2002

Emma sono io

anno: 2002       
regia: FALASCHI, FRANCESCO  
genere: commedia  
con Cecilia Dazzi, Elda Alvigini, Pierfrancesco Favino, Marco Giallini, Luigi Diberti  
location: Italia
voto: 6  

Emma (Dazzi) è assessore in un paese del grossetano. In passato ha sofferto di ipomania, un disturbo del comportamento che la portava ad un'esuberanza incontenibile, ad un'iperattività frenetica e alla totale assenza di barriere nell'espressione delle proprie emozioni. I farmaci hanno placato la furia della malattia, tant'è che suo marito (Giallini) non ne sa nulla. La fortuita mancanza di sedativi in occasione della vigilia del matrimonio della migliore amica di Emma (Alvigini) costituisce l'occasione per scoperchiare di nuovo tutta la sua esuberanza. Smarrite e infastidite, le persone che le stanno intorno cominciano a riconoscere la verità dei loro sentimenti.
Al suo primo lungometraggio, Falaschi punta tutto sulla magnifica prova d'attrice di Cecilia Dazzi, imbastendo una commedia degli equivoci garbata e spumeggiante, a tratti corriva, che approccia in maniera divertente il problema del disagio psichico.    

sabato 23 novembre 2002

Possession – Una storia romantica

anno: 2002       
regia: LaBUTE, NEIL 
genere: sentimentale 
con Gwyneth Paltrow, Aaron Eckhart, Jeremy Northam, Jennifer Ehle 
location: Regno Unito
voto: 1 

Ash (Northam), stella della poesia inglese dell'ottocento, sembra non avere avuto altri pensieri che per l'amatissima moglie. Una studiosa di poesia (Paltrow) e un assistente della Facoltà di lettere (Eckhart) non sembrano dello stesso avviso: improvvisandosi investigatori, sono determinatissimi a scoprire la dimensione ignota della vita di Ash, che ebbe una tormentata relazione con una donna bisessuale (Ehle).
Abbandonata la dimensione teatrale degli esordi, LaBute rabbercia un film involontariamente grottesco, nel quale la dimensione più stridente ed assurda è proprio nella legnosità dei dialoghi, nella povertà della prosa, nella lettura di una poesia corriva che sembra essere la parodia di quella vera. Un'improbabile trama gialla e la recitazione ugualmente bovina di tutti i protagonisti creano uno iato incolmabile con altri film che - come Scrivimi fermo posta o 84, Charing Cross Road - fanno della corrispondenza epistolare la vera protagonista.    

sabato 9 novembre 2002

Febbre da cavallo – La mandrakata

anno: 2002       
regia: VANZINA, CARLO  
genere: comico  
con Gigi Proietti, Nancy Brilli, Rodolfo Laganà, Andrea Ascolese, Enrico Montesano, Carlo Buccirosso  
location: Italia
voto: 5  

Trent'anni dopo Mandrake (Proietti) ha perso per strada qualche amico ma ha conservata intatta la febbre da cavallo che fa di lui un indomito scommettitore da ippodromo. Coadiuvato da uno studente fuori corso col pallino del computer (Ascolese), da un 35enne sfaccendato che si fa ancora mantenere da papà (Laganà) e da un'attricetta in cerca di fortuna (Brilli), cerca con i suoi sodali di mettere a segno la vincita che li sistemerà per sempre, ingaggiando prima un napoletano che aveva truffato (Buccirosso) e quindi il redivivo Pomata (Montesano).
Al perenne inseguimento del successo al botteghino, Vanzina junior riprende l'anomalo successo del film paterno (che andò benino nelle sale ma divenne un mito con i passaggi televisivi) con tutti gli addentellati del caso: Proietti è pirotecnico ma la sensazione è quella di essere davanti ad uno dei tanti film di Totò. Quando il Principe, spesso mal diretto, usciva dalla scena, il film si afflosciava. Ed è proprio la mancanza di una regia capace di dirigere con mano sicura i comprimari del neo-mattatore e di costruire una cornice equivalente alla vicenda giudiziaria del primo episodio di Febbre da cavallo a rendere palese lo scarto nell'obbligatorio confronto tra i due film. La mandrakata non manca di momenti esilaranti ma il canovaccio è quello degli episodi da barzelletta, incardinati in un tessuto narrativo con molte pieghe e con tanto di marchetta pubblicitaria a Il foglio di Giuliano Ferrara.    

domenica 3 novembre 2002

Malèna

anno: 2000       
regia: TORNATORE, GIUSEPPE   
genere: erotico   
con Monica Bellucci, Giuseppe Sulfaro, Luciano Federico, Matilde Piana, Pietro Notarianni, Gaetano Aronica, Gilberto Idonea, Angelo Pellegrino, Emanuele Gullotto, Ornella Giusto, Rori Quattrocchi (Aurora Quattrocchi), Michel Daniel Bramanti, Gabriella Di Luzio, Conchita Puglisi, Maria Terranova, Paola Pace, Giovanni Litrico, Giuseppe Zizzo, Lucia Sardo, Daniele Arena, Noemi Giarratana, Totò Borgese, Vitalba Andrea, Pippo Provvidenti, Elisa Morucci, Gianluca Guarrera, Antonello Puglisi, Franco Catalano, Pippo Pattavina, Domenico Gennaro, Claudia Muzii            
location: Italia
voto: 1   

Sicilia, 1940. La bella Malena (Bellucci) attende il ritorno dell'amato sposo, partito per il fronte, sollecitando suo malgrado le fantasie erotiche dei maschi autoctoni. Tra questi, l'adolescente Renato (Sulfaro), che coltiva nei suoi riguardi una passione morbosa e che sarà l'unico a soffrire per la lapidazione della donna, in una scena che sembra la traduzione cinematografica della Bocca di Rosa di De Andrè, con le comari del paesino che passano direttamente all'azione violenta. Per la bella Malena il momento del riscatto arriverà soltanto col ritorno del marito.
Gran dispendio di dolly, di scene corali, movimenti di macchina, carrelli e panoramiche per questo film ipocrita a cavaliere tra le pierinate di Alvaro Vitali e l'erotismo patinato di Tinto Brass. Tornatore colloca un'attricetta imbalsamata al centro della scena, la raffigura in un erotismo algido che si risolve interamente in una dimensione voyeuristica e confeziona un banalissimo plot narrativo che rimane impietrito al bivio tra commediaccia erotica  e feuilleton rosa.    

sabato 2 novembre 2002

Rosetta

anno: 1999       
regia: DARDENNE, JEAN-PIERRE * DARDENNE, LUC  
genere: drammatico  
con Emilie Dequenne, Fabrizio Rongione, Anne Yernaux, Olivier Gourmet          
location: Belgio
Voto: 5  

La giovane belga Rosetta (Dequenne) vorebbe avere una vita normale, con una madre normale, un lavoro normale e un fidanzato normale. Ma il destino ha apparecchiato per lei un'esistenza faticosa, nella quale sono segnati licenziamenti, una madre battona e tossicodipendente e un quotidiano consumato all'interno di una roulotte.
La cinepresa dei fratelli Dardenne ne scruta il nervoso caracollare quotidiano tra un espediente e un altro, quasi a emulare i precetti del Dogma: macchina a spalla, recitazione in presa diretta, antinarrazione filmica, assenza totale di musica. Una sorta dello struggente bressoniano Mouchette, con un finale che lascia intravedere un barlume di speranza. Palma d'oro al Festival di Cannes 1999 e Premio per la migliore interpretazione femminile.