sabato 17 settembre 2005

I giorni dell'abbandono

anno: 2005       
regia: FAENZA, ROBERTO   
genere: drammatico   
con Margherita Buy, Luca Zingaretti, Goran Bregovic, Alessia Goria, Gea Lionello, Gaia Bermani amaral, Simone Della croce, Sara Santostasi    
location: Italia
voto: 5,5   

Olga (Buy) è una quarantenne con un lavoro interessante (fa la traduttrice), vive a Torino in una casa bella e spaziosa e ha due figli che adora. La sua vita si trasforma repentinamente quando il marito (Zingaretti), un ingegnere di successo, la lascia per una donna più giovane. Per Olga è l'inizio di un inabissamento esistenziale che la porterà a degradarsi come donna, come madre e come professionista, alternando il disprezzo di sé con sussulti d'orgoglio e impeti di violenza. Sarà la garbata e discreta presenza amorevole di un vicino di casa che fa il musicista (Bregovic) a restituirle dignità.
Film controverso, che poggia quasi per intero sulle spalle di una Magherita Buy di bravura impressionante, I giorni dell'abbandono - tratto da Elena Ferrante (uno pseudonimo sotto il quale nessuno sa chi si nasconda) - parte bene puntando su una fenomenologia della quotidianità dei rapporti amorosi che si perde però rispetto alle premesse. Reso troppo esplicito dalla figura dell'alter-ego della protagonista (una clochard che vive nella stessa zona di Olga), puntellato da tutte le varianti possibili sulla discesa agli inferi della protagonista (la scena in cui ingaggia una lotta grottesca con un ramarro entrato in casa è una virata di stile eccessiva), il film di Faenza sposa un punto di vista "biologico" sulla fenomenologia del rapporto di coppia ("amerai i miei bambini?", domanda  Olga al musicista, nell'inconscia speranza di trovare un sostituto alla figura paterna) che manda in cortocircuito le didascalie poetiche di alcune scene (l'incontro a distanza di tempo col marito) con l'esplicitazione parossistica del racconto.
A martoriare le orecchie dello spettatore interviene, sui titoli di coda, una canzone di Carmen Consoli.   

domenica 11 settembre 2005

Divertiamoci stanotte (On the riviera)

anno: 1951       
regia: LANG, WALTER  
genere: musicale  
con Danny Kaye, Gene Tierney, Corinne Calvet, Marcel Dalio, Jean Murat, Henri Letondal, Clinton Sundbery, Siy Ruman, Joyce MacKenzie, Monique Chantal, Marina Konshetz  
location: Usa
voto:5

Un comico di avanspettacolo (Kaye) viene assoldato da due finanzieri per rimpiazzare un noto aviatore - del quale è il sosia - in occasione di un'importante trattativa economica. Equivoci a catena.
Rifacimento di Folies-Bergère (1935) di Roy Del Ruth con Maurice Chevalier, già rifatto con Una notte a Rio (1941) di Irving Cummings con Don Ameche. Partendo dal copione di Valentine Davies, Phoebe e Henry Ephron, basato sulla commedia di Rudolph Lothar e Hans Adler, Kaye srotola davanti alla cinepresa un repertorio consistente: balla, canta, recita divertito e sgrana battute che affondano, senza esagerare, sul pedale del doppio senso.    

sabato 10 settembre 2005

Il diabolico Dr.Mabuse

anno: 1960   
regia: LANG, FRITZ  
genere: giallo  
con Dawn Addams, Andrea Checchi, Gert Frobe, Nico Pepe, Werner Peters, Wolfgang Preiss, Linda Sini, Peter Van eyck  
location: Germania
voto: 8

Un commissario di polizia, un medium, una femme fatale, un magnate dell'industria bellica, un assicuratore, un detective d'albergo: è attraverso l'esagono di questi personaggi che si srotola con precisione geometrica l'ultima regia dell'immortale Fritz Lang, che - attraverso il dottor Mabuse - recupera un personaggio degli esordi. La vicenda narrata nel film vuole che - secondo il luogo comune - la polizia brancoli nel buio all'indomani di un omicidio che all'apparenza sembra altro. C'è un medium che la sa lunga sul fatto e c'è un fascicolo che rimanda a un certo dottor Mabuse, un folle che premedita di distruggere il mondo con le armi nucleari. Quale migliore occasione di quella di trovare i proventi per l'assurda operazione da un industriale arricchitosi con i missili nucleari, facendolo invaghire di una bella donna usata come esca? 
Film d'altri tempi, nel quale la sintassi narrativa non era un orpello, la sceneggiatura era d'acciaio, la tensione palpabile senza bisogno di clangori né effetti speciali.    

La bestia nel cuore

anno: 2005       
regia: COMENCINI, CRISTINA   
genere: drammatico   
con Giovanna Mezzogiorno, Alessio Boni, Stefania Rocca, Angela Finocchiaro, Giuseppe Battiston, Luigi Lo cascio, Valerio Binasco, Francesca Inaudi, Lucy Akhurst, Lewis Lemperuer palmer, Jeke-omer Boyayanlar, Simona Lisi   
location: Italia, Usa
voto: 5   

Sabina (Mezzogiorno) è una bella trentenne romana che fa la doppiatrice. Convive con un marcantonio alle prime esperienze televisive come attore (Boni) e nasconde un terribile segreto: da bambina venne ripetutamente violentata dal padre pedofilo (Rinasco). Presa coscienza degli episodi rimossi, Sabina parte alla volta dell'America alla ricerca del fratello (Lo Cascio), anch'egli vittima dei medesimi abusi, per potersi liberare dal peso di questo orribile ricordo e ricominciare una vita affettivamente più limpida.
Tratto dal romanzo della stessa Cristina Comencini, La bestia nel cuore è un polpettone di impronta televisiva contagiato da una vena morbosa assolutamente gratuita. Nel film c'è di tutto: l'amore lesbico in cui è coinvolta la migliore amica della protagonista (Rocca), la messa alla berlina della banalità televisiva, il tema del tradimento e quello della maternità. Oscillando tra melodramma e commedia, flashback e flashforward, il film trova nella presenza dei comprimari i suoi momenti più felici: Giuseppe Battiston nei panni di un velleitario regista televisivo, Angela Finocchiaro in quelli di segretaria di produzione/amica, che con la sua recitazione mette in ombra tutti gli altri. Inspiegabile la coppa Volpi assegnata a Venezia a Giovanna Mezzogiorno.