mercoledì 31 dicembre 2008

Racconti da Stoccolma (När mörkret faller)

anno: 2008   
regia: NILSSON, ANDERS
genere: drammatico
con Oldoz Javidi, Lia Boysen, Reuben Sallmander, Peter Engman, Bahar Pars, Per Graffman, Mina Azarian, César Saracho, Bibi Andersson, Annika Hallin, Nisti Stêrk, Anja Lundqvist, Zeljko Santrac, Jonatan Blode, Christopher Wollter, Tuva Sällström, Toni Haddad, Simon Engman, Ashkan Ghods, Magnus Rossman, Tomas Bolme, Patrik Karlson, Fredrik Eriksson, Fyr Thorwald, Tobias Aspelin, Ralph Carlsson
location: Svezia   
voto: 8

Tre storie di e contro la violenza. Una ragazza di origine mediorientale, figlia di rigidissimi emigrati, decide di denunciare la propria famiglia dopo che questa ha costretto al suicidio la sorella, rea di essere uscita con un ragazzo. Una giornalista televisiva di successo deve vedersela con la violenza di un marito che non è alla sua altezza e con l'invidia dei colleghi. Il gestore di un ristorante di lusso subisce minacce per evitare che vada a testimoniare a favore di un suo amico, vittima di un'aggressione omofoba.
Il regista svedese Anders Nillson intreccia magnificamente tre storie terribili nella civilissima Stoccolma, senza alcun compiacimento e alcuna concessione allo spettacolo fine a se stesso. Se si accettano certi colpi bassi che il regista assesta allo stomaco dello spettatore (la scena del suicidio in mezzo al traffico toglie davvero il sonno), non si può che restare ammirati per la nettezza con cui il film denuncia la violenza silenziosa e omertosa che si annida nelle famiglie e talvolta persino nelle aule di tribunale. Un film che - anche grazie alla presenza di Bibi Andersson - rappresenta l'ideale trait-d'union con il cinema svedese di un maestro come Ingmar Bergman.    

lunedì 29 dicembre 2008

Lo sguardo di Ulisse (To Vlemma tou Ulisse)

anno: 1995   
regia: ANGELOPOULOS, THEODOROS   
genere: drammatico   
con Harvey Keitel, Erland Josephson, Maia Morgenstern, Thanassis Vengos, Ghiorgos Michalakopoulos, Dora Volanaki, Mania Papadimitriou   
location: Albania, Bulgaria, Grecia, Macedonia, Romania
voto: 1   

A. (Keitel), alla maniera di Ulisse, va alla ricerca di una pellicola girata all'inizio del Novecento dai fratelli Manakias, reperto rarissimo che riprende la vita delle filatrici in una zona della Grecia. In un viaggio a metà strada tra l'onirico e il metafisico, A. gira per Grecia, Albania, Macedonia, Bulgaria e Romania, passando attraverso zone colpite dalla guerra, simboli della Storia, gente comune.
Lo si potrà anche amare, ma quando Angelopoulos non ti risparmia neppure un passo nella camminata di un suo personaggio, quando richiede a uno come Harvey Keitel una recitazione da sonnambulo, quando fa interpretare le tre donne chiave del racconto dalla stessa attrice e quando dilata tutto questo a quasi tre ore di durata, beh, concedetemelo: è insopportabile. Non rimane che guardare continuante l'orologio e sonnecchiare, magari alzando di tanto in tanto una palpebra per vedere scene bellissime come quella del trasporto della testa della statua di Lenin. O richiuderla per ascoltare le musiche impagabili di Eleni Karaindrou.    

domenica 28 dicembre 2008

La sorgente del fiume (The weeping meadow)


anno: 2004   
regia: ANGELOPOULOS, THEODOROS   
genere: drammatico   
con Alexandra Aidini, Nikos Poursadinis, Giorgos Armenis, Vassilis Kolovos, Eva Kotamanidou, Toula Stathopoulou, Michael Yannatos   
location: Grecia
voto: 3   

Una comunità greca è costretta a rientrare in patria dall'arrivo dell'Armata Rossa nel 1921 a Odessa. Tra loro Heleni e Alexis, che si amano e che per sottrarsi al padre di lui, che - rimasto vedovo - vorrebbe la ragazza in sposa, sono costretti a fuggire a Salonicco. Alexis sbarca il lunario suonando la fisarmonica, poi emigra in America ma il soggiorno e la conseguente separazione da Heleni e dai loro figli si fa ben più lunga del previsto.
Angelopoulos dirige un film dal respiro epico, con ambienti rurali che sembrano presepi viventi, immagini magnifiche degne dei quadri di Bruegel, riprese in campo lunghissimo che rimangono scolpite sulle retine e nella memoria. Ma il racconto è eccessivamente ambizioso e fluviale, procede lentissimo attraverso tre decenni di storia europea, girato quasi in tempo reale, finendo col richiedere allo spettatore un durissimo esercizio di concentrazione .
Bellissime come sempre le musiche di Eleni Karaindrou.

venerdì 26 dicembre 2008

L'ultima missione (MR 73)

anno: 2007   
regia: MARCHAL, OLIVIER
genere: poliziesco
con Daniel Auteuil, Olivia Bonamy, Catherine Marchal, Francis Renaud, Gérald Laroche, Guy Lecluyse, Philippe Nahon, Moussa Maaskri, Swan Demarsan, Virginia Anderson, Christian Mazucchini, Tony Gaultier, Louise Monot
location: Francia   
voto: 8

A Marsiglia un serial killer ha brutalmente assassinato 5 donne. Sul caso indaga Louis Schneider (Auiteuil), poliziotto disilluso, alcolizzato e con una moglie gravemente malata. I vertici della polizia decidono di passare il caso in altre mani e Louis continua a indagare per proprio conto.
Dopo la bella prova di 36 Quai des Orfes, Olivier Marchal, ex poliziotto che conosce bene l'ambiente e la corruzione che vi circola, firma un polar crepuscolare, per nulla consolatoria, con al centro un personaggio solitario e senza speranze e sullo sfondo una pioggia incessante. Ma realizza anche due film al prezzo di uno: già, perchè nella trama si incardina anche la vicenda parallela e senza nessi con la prima di una ragazza venuta a sapere che l'uomo che assassinò 25 anni prima i suoi genitori sta per essere scarcerato per buona condotta, nonostante l'ergastolo inflittogli. L'accavallamento narrativo crea qualche intoppo al film e ne denuncia l'eccesso di ambizioni, ma nel complesso il risultato - nonostante qualche clichè nella figura del protagonista - è originale e toccante.    

mercoledì 24 dicembre 2008

L'ignoto spazio profondo (The wild blue yonder)

anno: 2005   
regia: HERZOG, WERNER   
genere: documentario   
con Brad Dourif, Franklin Chang-Diaz, Shannon Lucid, Ted Sweetser, Martin Lo, Roger Diehl, Michael McCulley, Ellen Baker, Donald Williams    
location: Germania
voto: 3   

Cos'accadrebbe se, in un futuro imprecisato, gli alieni provenienti dall'ignoto spazio profondo volessero mettere piede sulla terra? La risposta arriva, articolata in dieci capitoli, dalla fantasia di Werner Herzog, che con pochissimi mezzi e molto materiale di seconda mano (immagini della NASA, documentari, spezzoni di cinema muto, volteggi in assenza di gravità) assembla un film ad alto tasso sperimentale, molto ambizioso, nel quale la voce in campo e fuori campo dell'alieno Brad Dourif - unico attore del film - ci racconta il fallimento della missione aliena in una terra tornata ormai alla preistoria. La scelta stilistica è ardita, all'insegna di un pauperismo che assembla i canti dei tenores sardi con le musiche di Haendel e la teoria delle stringhe con le farneticazioni dell'unico protagonista del film. Il tutto a sponsorizzare una mistica che rimane imperscrutabile.    

venerdì 19 dicembre 2008

Come Dio comanda

anno: 2008       
regia: SALVATORES, GABRIELE
genere: noir
con Filippo Timi, Elio Germano, Fabio De Luigi, Alvaro Caleca, Angelica Leo, Linda Bobbo, Alessia Bellotto, Alessandro Bressanello, Giuseppe Cristiano, Franco De Maestri, Andrea De Nori, Ludovica Di Rocco, Giovanni Franzoni, Vasco Mirandola, Rita Pirro, Stefano Rota, Valentina Sussi
location: Italia
voto: 2

In una notte di pioggia, nella provincia friulana un borderline disadattato e visionario (Germano) insegue una ragazza in motorino (Leo), tenta un amplesso in mezzo a un bosco e in un "impeto amoroso" la uccide. Sconvolto, chiama Rino (Timi), l'unico amico che ha, un altro disadattato con esoftalmo, razzistissimo e filonazista che vive in una stamberga col figlio quattordicenne (Caleca), pressato dai servizi sociali che giustamente vorrebbero toglierglielo. Nel caos della situazione Rino finisce accidentalmente in coma. Accorso sul posto e ignaro dei fatti, suo figlio crede che la ragazza sia morta per colpa sua.
Bisogna avere una particolare vocazione teologica per vedere un film dove compare la parola dio nel titolo, dove uno tre dei protagonisti si chiama Cristiano e dove un altro vive in una casa che è un presepe perenne. Peccato che poi si esca dal cinema smoccolando dopo aver visto questa pellicola dietro la quale convergono i due re Mida al contrario del cinema italiano, gli apostoli del cinema pattumiera: Elio Germano e Niccolò Ammaniti. Già, perché se il primo si presta soltanto a interpretare opere immonde con una recitazione costantemente sopra le righe e un'impostazione vocale da coro delle voci bianche (Ultimo stadio, Liberi, Il passato è una terra straniera), dai soggetti del secondo - scrittore molto in voga tra la plebaglia dei lettori - sono scaturite perle come Branchie, Il siero della vanità e L'ultimo capodanno (ma a onor del vero Io non ho paura si poteva salvare). Va detto  che - fatta eccezione per il cast - la confezione è notevole e che i movimenti di macchina sono tutt'altro che banali ma per fare del cinema d'autore ci vogliono anche delle buone storie e rovistare nel torbido con la pretesa di fare del verismo può portare a opere come questa, inverosimili e senza capo né coda.    

martedì 16 dicembre 2008

L'ospite inatteso (The Visitor)

anno: 2008       
regia: McCARTHY, THOMAS   
genere: drammatico   
con Richard Jenkins, Hiam Abbass, Haaz Sleiman, Danai Gurira, Marian Seldes, Maggie Moore, Michael Cumpsty, Bill McHenry, Richard Kind, Tzahi Moskovitz, Amir Arison, Neal Lerner, Waleed Zuaiter, Laith Nakli, Earl Baker Jr.    
location: Usa
voto: 6   

Il professor Walter Wale (interpretato dal noto caratterista Richard Jenskins), rimasto vedovo, deve lasciare per qualche giorno il Connecticut per presenziare a una conferenza. Arrivato a New York, dove ha un secondo appartamento, scopre che la casa è stata subaffittata a una giovane coppia: lei è un'artigiana senegalese, lui un musicista siriano che suona il tamburo. Comprendendo le difficoltà dei due ospiti inattesi, il professore si rende disponibile a ospitarli finché i due non troveranno un'altra sistemazione. Quando il musicista viene arrestato perchè è clandestino e non ha i documenti, per il professor Wale inizia una battaglia per portarlo fuori dal carcere, con a fianco anche la madre del ragazzo.
Opera seconda di Thomas McCarthy, cineasta indipendente finemente abile nel coinvolgerci nei paradossi del post-11 settembre, raccontando quell'America incapace di rigenerarsi dalla propria diffusa intolleranza. L'esatto contrario di ciò che capita al protagonista di questa pellicola minimalista, un uomo grigio che da anni vive nella monotonia, e per il quale l'incontro con il diverso significa l'occasione per rigenerare la propria esistenza al ritmo del tamburo.    

domenica 7 dicembre 2008

The Millionaire (Slumdog Millionaire)

anno: 2008   
regia: BOYLE, DANNY
genere: drammatico
con Dev Patel, Anil Kapoor, Saurabh Shukla, Rajendranath Zutshi, Jeneva Talwar, Freida Pinto, Irfan Khan, Azharuddin Mohammed Ismail, Ayush Mahesh Khedekar, Sunil Kumar Agrawal, Jira Banjara, Sheikh Wali, Mahesh Manjrekar, Sanchita Couhdary, Himanshu Tyagi, Sharib Hashmi, Virendra Chatterjee, Feroz Abbas Khan, Virender Kumar, Devesh Rawal, Rubiana Ali, Ankur Vikal, Uday Chopra, Chirag Parmar, Nazneen Shaikh, Farzana Ansari, Anupam Shyam, Salim Chaus, Singh Shera Family, Harvinder Kaur, Narendra Singh Bhati, Tanay Chheda, Ashutosh Lobo Gajiwala, Satya Mudgal, Janet de Vigne, William Relton, David Gilliam, Mia Drake, Kinder Singh, Christine Matovich Singh, Thomas Lehmkuhl, Siddesh Patil, Najma Shaikh, Saeeda Shaikh, Alka Satpute, Tabassum Khan, Tanvi Ganesh Lonkar, Sitaram Panchal, Nigel Caesar, Ajit Pandey, Kedar Thapar, Amit Leonard, Rajesh Kumar, Sagar Ghopalkar, Pradeep Solanki, Abdul Hamid Sheikh, Dheeraj Waghela, Arfi Lamba, Taira Colah, Varun Bagri, Ankur Tewari, Anjum Sharma, Madhur Mittal, Sarfaraz Khan, Syed Fazal Hussain, Umar Khan, Imran Hasnee, Homai Billimoria, Udayan Baijal, Sandeep Kaul, Rufee Ahmed, Rhea Lawyer, Deepali Dalvi, Anisha Nagar, Farrah Shaikh, Mamta Sharma, Neha M. Khatarawalla, Tanya Singh, Anand Tiwari, Faezeh Jalali, Meghana Jhalani, Rupali Mehra, Anju Singh, Saurabh Agarwal
location: India   
voto: 8,5

Come fa il diciottenne Jamal (Patel), che ha sempre vissuto nella baraccopoli di Bombay, a conoscere le risposte a tutte quelle domande, al punto da vincere una montagna di rupie? Se lo chiede un funzionario di polizia la sera in cui Jamal andrà a giocarsi al quiz televisivo la cifra più alta che la televisione di stato indiana abbia mai elargito. Le risposte di Jamal non vengono dai libri, ma da una terribile esperienza di vita.
Se i Millions non avevano portato fortuna in patria a Danny Boyle, con The millionaire l'estroso regista britannico si rifà del flop del film diretto 3 anni prima con tanto di interessi. Il film è un omaggio fin tropo esplicito a Bollywood, giocato com'è sul racconto epico, la storia d'amore raccontata come una favola e persino l'immancabile balletto, fortunatamente relegato ai titoli di coda (ma dietro la macchina da presa si alterna anche un regista del posto, Loveleen Tandan). Di primo acchito si potrebbe pensare che il film sia piuttosto corrivo. Boyle invece lo innerva invece di trovate originali, lo costruisce con uno schema che ricorda quello de I soliti sospetti e colloca al centro del racconto una figura a metà strada tra un Candide volteriano e il Forrest Gump di Zemeckis. Le rimanenti magie sono affidate al talento visionario di Boyle: inquadrature sghembe, effetto stroboscopico, montaggio da perfetto story-board e uso del fish-eye: tutto a servizio di una struttura narrativa palpitante che non rinuncia alle esagerazioni tipiche del regista di Trainspotting.    

martedì 2 dicembre 2008

Tu devi essere il lupo

anno: 2005   
regia: MORONI, VITTORIO   
genere: drammatico   
con Ignazio Oliva, Valentina Carnelutti, Valentina Merizzi, Sara D'amario, Gianluca Gobbi, Amandio Pinheiro, Vera Gandola, Mauro Mannella    
location: Italia
voto: 6   

L'equilibrio precario di Carlo (Oliva), ragazzo-padre che fa il tassista a Sondrio, e Valentina (Merizzi), la sua figlia adolescente, entrambi abbandonati dalla mamma (Carnelutti) della ragazza quando quest'ultima era appena nata.
Al suo primo lungometraggio, Vittorio Moroni racconta una piccola storia scavando sulle emozioni, i silenzi, le presenze-assenze di figure femminili, in un gioco di chiaroscuri che dimostra grande sensibilità. Affetti raccontati con grazia e profondità e costantemente sull'orlo del melodramma per un film uscito nelle sale grazie all'impegno e alla caparbietà del regista e del suo staff (distribuzione Myself, un nome che è tutto un programma).