mercoledì 24 maggio 2000

Braveheart - Cuore impavido

anno: 1995   
regia: GIBSON, MEL   
genere: storico   
con Mel Gibson, Sophie Marceau, Catherine McCormack, Patrick McGoohan, Brendan Gleeson, Sean McGinley, Sandy Nelson, Sean Lawlor, Ian Bannen, Alun Armstrong, David O'Hara, James Cosmo, Peter Hanly, Angus Macfadyen   
location: Usa
voto: 8   

Verso la fine del XIII secolo l'ardimentoso William Wallace (Gibson) fece tremare il regno inglese del feroce Edoardo Plantageneto vincendo una serie di battaglie per mezza isola e dando così un contributo storico all'indipendenza scozzese, tanto da diventare eroe nazionale. Soltanto il tradimento di alcuni nobili riuscì a farlo consegnare nelle mani del sovrano, che lo fece torturare e uccidere. Ma la conquista dell'indipendenza era ormai soltanto questione di anni: con il suo esempio di assoluta coerenza e fedeltà ai propri ideali, Wallace innescò negli animi degli scozzesi una volontà di indipendenza che culminò nel successo del 1314 di Robert Bruce.
Grande pagina di cinema-spettacolo, con faraoniche ricostruzione scenografiche, indovinatissimi costumi d'epoca e scarsa indulgenza alla zona romanzata del racconto (quella che prima fa riferimento alla morte precoce della moglie di Wallace e poi all'infatuazione della regina francese). Con qualche incertezza sulle prime battute del film, l'opera dell'attore-regista australiano prende quota parallelamente alla consapevolezza politica del suo protagonista. La sceneggiatura è di Randall Wallace. Il film si è aggiudicato 5 Oscar: miglior film regia, fotografia (di John Tull), effetti speciali e sonori e trucco. 1700 le comparse impiegate.    

venerdì 19 maggio 2000

Il gladiatore (Gladiator)

anno: 1999   
regia: SCOTT, RIDLEY
genere: storico
con Russell Crowe, Joaquin Phoenix, Richard Harris, Connie Nielsen, David Hemmings, Oliver Reed, David Schofield, Tomas Arana, Spencer Treat Clark, Tommy Flanagan, Djimon Hounsou, Ralf Moeller, Omid Djalili, Giorgio Cantarini, Chris Kell, John Quinn, Nicholas McGaughey, Giannina Facio, Sven-Ole Thorsen, John Shrapnel, Derek Jacobi
location: Usa   
voto: 10


180 d.C. Conquistati anche i confini settentrionali dell'impero grazie ad una perentoria vittoria ottenuta dal generale Massimo Decimo Meridio (Russell Crowe) sui barbari germanici che ancora opponevano resistenza, l'imperatore-filosofo Marco Aurelio (Richard Harris) - ormai vecchio e stanco - vorrebbe consegnare a lui il potere perché Roma possa tornare una Repubblica. Il figlio Commodo (Joaquin Phoenix) lo uccide, inaugurando così una nuova successione dinastica, e manda a morte Massimo. Quest'ultimo, grazie ad una formidabile prontezza, sfugge alla pena ma finisce nelle provincie romane dove viene "usato" come gladiatore. Da qui le sue gesta lo riportano a Roma come fenomeno da baraccone e la lotta impari con l'imperatore vanitoso, dissoluto e folle si riapre, fino a quando Massimo non riuscirà ad ucciderlo durante un combattimento all'interno del Colosseo.
Capolavoro di enorme potenza spettacolare, il film tratto dalla storia di David Franzoni e sceneggiato dallo stesso autore con John Logan e William Nicholson riporta, dopo alcune prove incerte (L'albatross, Soldato Jane) il regista oriundo inglese sugli allori dei tempi di Alien, I duellanti e Blade runner. Allo spettacolo faraonico, con battaglie e scene di lotta di straordinaria cruenza e indicibile fascino, Scott aggiunge un apologo sulla decadenza dei tempi, sottintendendo in maniera nemmeno troppo implicita la prossimità tra la corruzione della Roma imperiale, che - all'insegna dei panem et circenses - imboniva il popolo e certe società postmoderne. Lo stile è compatto e senza concessioni a patetismi e retorica (esclusa quella propria degli uomini del tempo), incline a romanzare qua e là la vera vicenda (Marco Aurelio sembra che morì di peste; Commodo fu veramente ucciso da un gladiatore durante un combattimento) ma complessivamente fedele alla Storia. Un pagina di grandissimo cinema, un peplum destinato a rimanere nella memoria anche per la prodigiosa interpretazione dell'australiano Crowe.    

sabato 13 maggio 2000

Il carniere

anno: 1997       
regia: ZACCARO, MAURIZIO  
genere: guerra  
con Massimo Ghini, Antonio Catania, P.Djukelova, Roberto Zibetti, F.Sartor, Giorgio Tirabassi, S.Laganà, Leo Gullotta          
location: Bosnia-Erzegovina, Italia
voto: 6  

1992: partiti dall'Italia per una battuta di caccia in terra jugoslava, tre amici (Ghini, Catania e Zibetti) si trovano inaspettatamente al centro di un conflitto etnico-religioso appena iniziato. Una guardacaccia serba (Djukelova) riuscirà a farli tornare in Italia.
Per un decennio abbiamo avuto alle porte di casa un conflitto del quale il cinema nostrano sembra non essersi quasi accorto. Una delle poche eccezioni viene dal cinema d'impegno civile di Maurizio Zaccaro (già autore di opere come L'articolo 2), dell'italo-argentino Marco Bechis e di Gigi Riva, autori del soggetto. A loro si sono affiancati Umberto Cantarello e Lara Fremder, che hanno saputo costruire un plot narrativo che inizia con toni da commedia per proseguire come un incubo incalzante, i cui umori vengono inaspriti dalla fotografia, cupa ed efficacissima, di Blasco Giurato. Peccato che, come ha fatto notare Mereghetti, il film "perpetui l'idea errata della guerra nell'ex Jugoslavia come guerra tribale, dunque caotica e incomprensibile".    

lunedì 1 maggio 2000

Magnolia

anno: 1999   
regia: ANDERSON, PAUL THOMAS  
genere: drammatico  
con Jason Robards, Tom Cruise, Julianne Moore, Philip Seymour Hoffman, Melora Walters, Emmanuel Johnson, Jeremy Blackman, John C. Reilly, Michael Bowen, William H. Macy, Philip Baker Hall, Melinda Dillon  
location: Usa
voto: 8,5

In una Los Angeles perennemente afflitta dalla pioggia si intrecciano le storie di un omosessuale con un passato da piccolo divo del teleschermo, un conduttore fedifrago, un sedicente seduttore del gentil sesso che tiene seminari su come conquistare le donne, un moribondo assistito da un infermiere e un bambino prodigio forsennatamente impegnato nella conquista di un record in un gioco a quiz. Una pioggia di rane dal cielo segnerà per tutti il momento dell'apocalisse nel senso etimologico della "rivelazione": alcuni verranno consegnati ad un destino punitivo, altri saranno redenti.
Coraggioso, anticonformista e visionario, Paul Thomas Anderson conferma l'ottima impressione data con Boogie nights, girando un film dal tocco altmaniano dove i temi escatologici si mescolano a quelli più profani di una quotidianità che rovista nel torbido della vite dei tanti protagonisti. Grande demiurgo di una materia cinematografica magmatica, Anderson gioca su una sceneggiatura acrobatica che, tolto qualche neo, ha del miracoloso. Meritato Orso d'oro al Festival di Berlino per uno dei più degni eredi della generazione degli Scorsese, dei Coppola e dei Pollack.