sabato 31 gennaio 1998

Pasolini – Un delitto italiano

anno: 1995   
regia: GIORDANA, MARCO TULLIO
genere: biografico
con Carlo De Filippi, Nicoletta Braschi, Toni Bertorelli, Massimo De Francovich, Claudio Amendola, Victor Cavallo, Francesco Siciliano, Mimmo Mignemi, Antonio Petrocelli, Ivano Marescotti, Rosa Pianeta, Umberto Orsini, Eduardo Cuomo, Raffaele Serao, Maurizio Di Carmine, Claudia Pozzi, Claudio Bigagli, Vittorio De Bisogno, Enzo Marcelli, Krum De Nicola, Biagio Pelligra, Giulio Scarpati, Andrea Occhipinti, Adriana Asti, Paolo Graziosi, Giacomo Piperno, Ninetto Davoli, Bernardo Bertolucci, Franco Citti, Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini 
location: Italia
voto: 8


Infaticabile esploratore delle piaghe sociali italiane (il terrorismo, il teppismo), a vent'anni esatti dall'omicidio di Pier Paolo Pasolini, Giordana punta l'attenzione su un delitto dai molti risvolti oscuri. Sulla traccia di altri film a tesi (Il caso Mattei, Il muro di gomma), il regista sposa in maniera assolutamente convincente l'ipotesi del complotto per l'eliminazione di un personaggio scomodo per gli alti piani della politica italiana di quegli anni. Il processo, anche nei ricorsi in Assise e in Cassazione, si concluse con l'estraneità di ignoti ad un omicidio che, stando agli atti, ebbe come suo unico protagonista l'allora minorenne Pino Pelosi (Carlo De Filippi), giustificatosi con la legittima difesa ad un'aggressione omosessuale del poeta e regista. Le ricostruzioni scientifiche misero tuttavia in luce l'impossibilità, da parte di una sola persona, di ridurre un uomo in quello stato, e la piena intenzionalità dell'omicidio. Nel film, tutto questo viene esposto con esemplare nitidezza e, piaccia o non piaccia a chi vorrebbe mettere in croce omosessuali e intellettuali di sinistra, il copione di Sandro Petraglia, Stefano Rulli e Marco Tullio Giordana, ispirato al libro di Enzo Siciliano Vita di Pasolini (Giunti, 1995), peserà come un macigno sulla coscienza della classe politica che permise quel processo grottesco. Premiato alla Mostra di Venezia con la Medaglia d'oro della Presidenza del Senato.    

venerdì 30 gennaio 1998

L'ultima tentazione di Cristo (The last temptation of Christ)

anno: 1988   
regia: SCORSESE, MARTIN   
genere: biografico   
con Willem Dafoe, Barbara Hershey, Harvey Keitel, Paul Grego, Steven Shill, Verna Bloom, Gary Basaraba, Victor Argo, Michael Been, Paul Herman, John Lurie, Leo Burmester, Andre Gregory, Alan Rosenberg, David Bowie, Roberts Blossom, Randy Danson, Peggy Gormley, Irvin Kershner, B.Miller, R.Spafford, D.Van Thury, T.Arana, D.Russel, N.Persoff, D.Hodson, H.Dean Stanton, P.Berling, David Bowie, J.Caton    
location: Usa
voto: 6   

Lontanissimo dall'agiografia alla quale ci hanno da tempo abituati i registi in odore di oleografia (primo fra tutti il "nostro" Zeffirelli), Scorsese si avventura sull'irta strada dell'umanizzazione di uno dei grandi dell'umanità, mettendone a fuoco la dimensione umana ed il lento e progressivo cammino verso il riconoscimento di se stesso quale vero Messia. L'ultima tentazione di Cristo è quella che lo rapisce sulla croce, quando, tentato da un Satana nelle vesti di angelo custode, immagina di supplicare Dio che gli risparmiata la vita e restituita una vita normale, con una moglie e dei figli, un lavoro. Nel film, tutto questo avviene soltanto nell'ultima mezz'ora, quando il percorso obbligato della vita di Gesù ha già seguito le tappe canoniche: dalla resurrezione di Lazzaro alla trasformazione dell'acqua in vino, fino alla difesa della Maddalena (Barbara Hershey) e la cacciata dei mercanti dal tempio. Pur peccando qua e là di prolissità (2 ore e 40 sono davvero troppe) nonché di un eccessivo autocompiacimento nella smisurata grandezza figurativa contrassegnata dall'intensa luce giallo-ocra della pellicola che ancora una volta contrassegna il cinema del regista, Scorsese aggiunge ai suoi trofei un'opera destinata a rimanere nella memoria, anche grazie allo stolido clamore suscitato da bacchettoni e parrucconi che nelle scene d'amore tra Gesù e la Maddalena hanno visto qualcosa di talmente oltraggioso da richiedere i picchetti davanti alle sale cinematografiche statunitensi. Il film che, basato sul romanzo di Nikos Kazantzakis e sceneggiato dal grande Paul Schrader, umanizza la figura di Cristo è invece spesso assai lirico e consegna allo spettatore l'altissimo spessore morale del protagonista. Indimenticabile la colonna sonora di Peter Gabriel, impreziosita dalla presenza di artisti del calibro di Jon Hassell, Nusrat Fateh Ali Khan, Shankar e Youssou'n'Dour. Audio fuori sincrono

lunedì 26 gennaio 1998

Il delitto perfetto (Dial M for Murder)

anno: 1954   
regia: HITCHCOCK, ALFRED   
genere: thriller   
con Ray Milland, Grace Kelly, Robert Cummings, John Williams (II), Anthony Dawson, Patrick Allen, George Alderson, Leo Britt, Robin Hughes, George Leigh    
location: Usa
voto: 10   

Accortosi di essere tradito dalla ricca e bella moglie (Grace Kelly), l'ex campione di tennis Tony Wendice (Ray Milland) ordisce un "delitto perfetto" incastrando come sicario un vecchio compagno dell'università (Anthony Dawson). Le cose tuttavia non vanno per il verso giusto e l'uomo, nella colluttazione con la donna, rimane ucciso. Senza farsi prendere dal panico, Tony manipola la scena del delitto nel tentativo di far ricadere l'accusa di omicidio intenzionale sulla moglie. Ma un ispettore acuto (il simpaticissimo John Williams) e l'amante della donna (Robert Cummings), che di mestiere scrive libri gialli, riusciranno a ricostruire con grande arguzia il bandolo della matassa.
Pur rinunciando completamente al soccorso degli effetti speciali, Hitchcock fornisce l'ennesima prova del suo indiscutibile talento inscenando un giallo di taglio teatrale che si avvale della finissima sceneggiatura di Frederic Knott, autore anche del soggetto già portato al successo in teatro. Interpreti grandiosi, intreccio superbo. Il film fu progettato per essere guardato in 3D. Appena passabile il remake che ne fece Andrew Davis nel 1998, con protagonisti Michael Douglas, Gwyneth Paltrow e Viggo Mortensen.    

sabato 24 gennaio 1998

Taxi driver

anno: 1976   
regia: SCORSESE, MARTIN  
genere: drammatico  
con Robert De Niro, Cybill Shepherd, Peter Boyle, Jodie Foster, Harvey Keitel, Leonard Harris, Albert Brooks, Victor Argo, Bill Minkin, Robert Maroff, Ralph S. Singleton, Joe Spinell, Steven Prince, Harry Fischler, Frank Adu, Robert Shields, Martin Scorsese, Carey Poe, Richard Higgs, Harry Cohn, Garth Avery, Robin Utt, Peter Savage, Diahnne Abbott, Harry Northup, Murray Moston, Victor Magnotta, Norman Matlock  
location: Usa
voto: 9

Il 26enne newyorkese Travis Bikle (Robert De Niro), un veterano del Vietnam sofferente di insonnia, decide di fare il tassista notturno per sfruttare le ore di veglia forzata. I lunghi percorsi cittadini lo convincono che la città va ripulita da ruffiani, spacciatori, ladri, puttane e tossici. Così passa all'azione e da solo, armato di tutto punto, elimina una pericolosa gang mafiosa, diventando involontariamente un eroe.
Ennesima prova d'autore di Scorsese, che mette a fuoco la disperazione dei reduci e l'anomia metropolitana con un film da incubo che punta soprattutto sulla reificazione della disperazione del protagonista. De Niro mette a segno una prova che lo consacra nel gota degli attori di tutti i tempi, ma la sceneggiatura del grande Paul Schrader non è da meno. Epocale l'acconciatura di De Niro da indiano Mohawk. Nella colonna sonora compare Late for the sky di Jackson Browne.    

venerdì 23 gennaio 1998

Marcello Mastroianni - Mi ricordo, sì io mi ricordo

anno: 1997   
regia: TATÒ, ANNA MARIA
genere: documentario
con Marcello Mastroianni
location: Italia       
voto: 7

In una lunghissima cavalcata di oltre tre ore (ma al cinema è stata distribuita anche una versione di un'ora e mezza), l'ultima compagna di uno dei più grandi attori italiani di tutti i tempi racconta l'uomo e l'artista, alternando nel montaggio il racconto del protagonista con le sequenze di alcuni film degli spettacoli teatrali, delle riprese durante la lavorazione, persino delle canzoni. Il ritratto che ne scaturisce è quello di un personaggio squisito ed umile, "antieroe quotidiano onesto, per niente chiacchierone, seduttore riduttivo e dubbioso, buon nemico della megalomania, della vanità e della retorica" (Tornabuoni), consapevole delle proprie fortune e refrattario a certe forme esagerate di divismo, innamorato di Cechov e riconoscente nei confronti dei grandi maestri della sua carriera: De Sica, innanzitutto, e poi Visconti e Fellini, ma anche l'ammirazione, l'amicizia ed il rispetto per Petri, Scola e Ferreri. Una bella storia antologica del cinema raccontata da uno dei suoi maggiori protagonisti.    

lunedì 19 gennaio 1998

Storia di ragazzi e di ragazze

anno: 1989       
regia: AVATI, PUPI 
genere: commedia 
con Felice Andreasi, A.Baggi, Davide Bechini, L.Bernardi, Anna Bonaiuto, Massimo Bonetti, Claudio Botosso, Valeria Bruni Tedeschi, C.Casaglia, M.Cervini, Marcello Cesena, C.Ferrara, S.O.Garello, Alessandro Haber, Lucrezia Lante Della Rovere, S.Marcomeni, C.Mazzenga, Enrica Maria Modugno, F.Orlandi, R.Paladini, C.Pozzi, M.Sarchielli, Mattia Sbragia, C.Scalera, V.Vicario, Roberto Nobile, M.P.Vagelli, A.M.Guarienti, E.Manara
location: Italia
voto: 6,5

Nel 1936, a Porretta Terme, un paesino dell'Appennino in provincia di Bologna, le famiglie di Silvia (Lucrezia Lante della Rovere) e Angelo (Davide Bechini) si incontrano in occasione del loro fidanzamento. La prima è un'orgogliosa famiglia contadina lacerata dalle scappatelle paterne. Quella di Angelo è una famiglia benestante e benpensante. Durante un interminabile pranzo che batte il tempo per quasi l'intero film, regneranno cafonaggine e ipocrisia.
Pur ricalcando abbondantemente la struttura di alcuni film precedenti (in particolare Una gita scolastica e Festa di laurea), Storia di ragazzi e di ragazze merita un posto singolare nella filmografia del regista per la cura con cui viene ritagliato ogni singolo personaggio, altrove meno "arrotondato". La sceneggiatura, non a caso, ha ricevuto diversi premi, tra i quali il Nastro d'argento, il David di Donatello e il Ciak. Il film ha anche vinto il Nastro d'argento 1990 come miglior film. Girato in bianco e nero, puntuale è arrivata anche la versione a colori.    

mercoledì 14 gennaio 1998

L'inquilino del 3° piano (The tenant)

anno: 1976   
regia: POLANSKI, ROMAN
genere: horror
con Roman Polanski, Isabelle Adjani, Melvyn Douglas, Jo Van Fleet, Bernard Fresson, Lila Kedrova, Claude Piéplu, Rufus, Romain Bouteille, Patrice Alexsandre, Florence Blot, Jacky Cohen, Claude Dauphin, Shelley Winters, Héléna Manson, Louba Guertchikoff, Michel Blanc, Josiane Balasko, Jean-Pierre Bagot, Jacques Monod
location: Francia
voto: 10

Trelkovsky (Roman Polanski), modesto impiegato parigino di origini polacche, affitta un appartamento nel quale prima di lui si era suicidata una donna. Nonostante le numerose accortezze, Trelkovsky non riesce ad evitare le ire del padrone di casa e l'ostracismo dei vicini. Ben presto il suo quotidiano si trasformerà in un incubo kafkiano che avrà (forse) come esito la morte.
Con l'aiuto nella sceneggiatura di Gérard Brach, Polanski trasforma il romanzo omonimo di Roland Topor in un capolavoro del genere horror, rinunciando ai secchi di vernice e calibrando l'intera operazione su rumori e dettagli, in uno scambio progressivo tra una realtà silenziosamente orrorifica e la psicologia pavida del protagonista. Senza rinunciare alle proprie ossessioni perverse, assecondato dalla magistrale fotografia di Sven Nykvist (che dieci anni prima aveva fatto prodigi col bergmaniano Persona), il regista franco-polacco, tornato alle atmosfere di Repulsion e Rosemary's baby (l'ambientazione claustrofobica e le ossessioni dei vicini di casa sono molto vicini a quest'ultima opera), coltiva il seme della propria follia in bilico tra eonismo ed erotismo. "Fu la prima volta - ci informa Mereghetti - che venne usata la louma, una macchina da presa che consente piani sequenza acrobatici, grazie ad un lunghissimo braccio snodabile".

martedì 13 gennaio 1998

Strana la vita

anno: 1987   
regia: BERTOLUCCI, GIUSEPPE  
genere: drammatico  
con Diego Abatantuono, Monica Guerritore, Domiziana Giordano, Amanda Sandrelli, Massimo Venturiello, Lina Sastri, Nik Novecento, Maria Monti, Anita Laurenzi, Claudio Bisio, Felice Andreasi, Antonio Petrocelli, Alberto Abruzzese    
location: Italia
voto: 8  

Incardinato tra le ansie del proprio lavoro, indolenza congenita e dubbi esistenziali, Dario (Diego Abatantuono), psicologo di un Centro di Igiene Mentale di Roma, si ritrova suo malgrado attorniato da quattro donne. Nora (Lina Sastri) è quella con cui ha una relazione da diversi anni. Anna (Monica Guerritore) è la ragazza che l'amico Mario (Massimo Venturiello), che gli è morto tra le braccia, gli ha portato via ai tempi del liceo. Ester (Amanda Sandrelli) è la ragazzina che Mario ha sobillato facendosi passare per l'amico. E infine c'è Silvia (Domiziana Giordano), una schizofrenica in cura presso il C.I.M. che lo assilla con metodi terroristici. Dilaniato dall'impossibilità di un confronto normale con ognuna della quattro, vittima di equivoci a ripetizione, appesantito da una pigrizia immarcescibile, Dario deciderà di dar loro appuntamento nello stesso posto alla stessa ora in un finale degno di Antonioni, scegliendo così di non scegliere (ma nel libro Dario sceglie Anna).
Film di sottilissimo acume, tratto dal romanzo omonimo di Giovanni Pascutto e sceneggiato da autore e regista, Strana la vita è un viaggio intelligente nei sentimenti maschili, in bilico tra le tentazioni del dongiovannismo e l'esercizio di un'umanità autentica. Come è di moda per molta parte del cinema italiano - spesso maltrattato a ragione ma altrettanto spesso vittima di pregiudizi - la critica lo ha ignorato, non raccogliendo così, dopo la bella prova di Oggetti smarriti, una splendida lezione, malinconica e divertente allo stesso tempo, sull'inquietudine umana, in cui "il regista esercita il suo talento impervio, puntuto, tutto rivolto a un cinema di alta impaginazione" (Kezich). Nei titoli di testa Claudio Bisio compare con nome di Carlo. Cammeo per il massmediologo Alberto Abruzzese.

domenica 11 gennaio 1998

Maccheroni

anno: 1985   
regia: SCOLA, ETTORE   
genere: commedia   
con Marcello Mastroianni, Jack Lemmon, Isa Danieli, Daria Nicolodi, Maria Luisa Santella, Patrizia Sacchi, Bruno Esposito, Orsetta Gregoretti, Marc Berman, Jean François Perrier, Fabio Tenore    
location: Italia
voto: 6   

L'americano Robert Travet (Jack Lemmon) torna a Napoli dopo quarant'anni per motivi di lavoro. Qui viene rintracciato da Antonio Jasiello (Marcello Mastroianni), fratello di Maria (Giovanna Sanfilippo), la donna che nel '45 era stata la fidanzata di Robert. Con inimmaginabile sorpresa, Robert apprenderà che durante tutti quegli anni Antonio ha scritto lettere su lettere alla sorella firmandole a nome dell'amico americano, prima per consolarla, poi per erigere un vero e proprio mito dello zio d'America. Davanti a un tale profluvio di fantasia, costanza ed affetto, la vita algida di Robert subirà un'inevitabile svolta.
Partito dal copione piuttosto originale di Maccari, Scarpelli e Scola, l'idea del film esaurisce le sue doti migliori nella prima parte, dando poi l'impressione che la verve narrativa si stemperi in una serie di trovate poco convincenti. Allo spazio concesso nella prima metà del film al confronto tra due culture, due modi di sentire e di essere, subentrano i cliché della napoletanità e all'infiacchimento del film devono fare interamente da contrappeso le prove maiuscole dei due superbi protagonisti.    

giovedì 8 gennaio 1998

Una vedova allegra... ma non troppo (Married to the mob)

anno: 1988       
regia: DEMME, JONATHAN   
genere: commedia   
con Michelle Pfeiffer, Matthew Modine, Dean Stockwell, M.Ruehl, A.Baldwin, Joan Cusack, E.Foley, N.Travis           
location: Usa
voto: 6   

Sospettata di essere l'amante del boss mafioso Tony Russo (Dean Stockwell), la bella Angela Di Marco (Michelle Pfeiffer) viene maldestramente pedinata da un giovane agente dell'F.B.I. (Matthew Modine). Inevitabilmente, arrivano l'amore e un'ulteriore dose di guai per convincere gli altri 007 dell'innocenza della donna. La cattura di Tony Russo sarà però merito della moglie gelosissima di quest'ultimo (Mercedes Ruhel).
Gangster-movie strampalato in cui Demme, in ossequio al proprio stile, infila elementi kitsch, grotteschi e paradossali capaci di innescare un originale effetto a corrente alternata che oscilla tra tensione e comicità. Da vedere i titoli di coda. Sceneggiatura di Barry Strugatz e Mark R.Burns. Nella colonna sonora brani di David Byrne.    

mercoledì 7 gennaio 1998

Singles. L'amore è un gioco

anno: 1992   
regia: CROWE, CAMERON   
genere: commedia   
con Bridget Fonda, Campbell Scott, Kyra Sedgwick, Sheila Kelley, Jim True, Bill Pullman, Matt Dillon, Matt Magnano, Jaffar Smith, Xavier McDaniel, Jeremy Piven, Wayne Cody, Mykol Hazsen, Christopher Masterson, Paul Giamatti, Dana Eskelson, James LeGros, Cameron Crowe, Alicia Roper, Bill Smillie, Camilo Gallardo, Peter Horton, Chuck McQuary, Johnny Willis, Art Cahn, Jane Jones, Tom Skerritt, Ally Walker, Stone Gossard, Eric Stoltz, Michael Su, Randy Thompson, Eddie Vedder, Devon Raymond    
location: Usa
voto: 6   

Una pioggia di equivoci sentimentali investe la gioventù di Seattle, in bilico tra creatività musicale e impegno lavorativo. La generazione post-yuppie sembra avere riposto griffe e Rolex, alla volta di una nuova avventura esistenziale. Sulle vicende di tutti predominano quelle di Janet (Bridget Fonda) e Cliff (Matt Dillon), lei cameriera in una tavola calda, lui fioraio e musicista a tempo perso che si ritroveranno dopo essersi lasciati. Più ingarbugliata la vicenda di Steve (Campbell Scott) e Linda (Kira Sedgwick), ostacolati dal loro stesso perbenismo.
Commedia giovanile dal respiro lieve, con molte trovate divertenti e una filosofia di fondo che sembra volerci ricordare che la comunicazione nella coppia è la prima cosa a contare. Nella colonna sonora brani di Alice in Chains e Pearl Jam. Cammeo per Tim Burton nella parte di un regista di videoclip.

lunedì 5 gennaio 1998

Oggetti smarriti

anno: 1980       
regia: BERTOLUCCI, GIUSEPPE
genere: drammatico
con Mariangela Melato, Bruno Ganz, Renato Salvatori, M.L.Santella, Laura Morante, F.Rinaldi, D.Sassoli, G.O'Brien, G.Attanasio, R.A.Benvenuto, A.Cerami, M.Barnes, Michel Pergolani            
location: Italia
voto: 6,5

Marta (Mariangela Melato), madre di famiglia della Milano-bene, sta per recarsi a Roma per prendere sua figlia, che per qualche tempo è stata ospite della nonna. Accompagnata dal marito (Renato Salvatori) e pedinata dall'amante (Michel Pergolani), Marta scende dal treno ed incontra Werner (Bruno Ganz), "oggetto smarrito" della sua infanzia. Con lui, negli anfratti della stazione meneghina, nel corso di un giorno ed una notte Marta conosce un universo ignoto, popolato da sbandati, ruffiani, inservienti e tossicodipendenti. Ma sarà proprio la figlia a riportarla alla sua normale quiete borghese, dopo che Werner si è buttato sotto a un treno, ultimo gesto di una coltivazione parossistica del dubbio.
Al suo secondo film, il meno noto ma più dotato dei due fratelli Bertolucci si colloca nei paraggi dell'Avventura di Antonioni, con un film straniato e dissonante come le indovinate musiche che lo percorrono, scritte dal jazzista Enrico Rava. Con una narrazione molto libera, ancora legata alla struttura del precedente Berlinguer ti voglio bene, Giuseppe Bertolucci scava su tematiche esistenziali, sulla mediocrità del vivere borghese e l'ipocrisia, consegnando alla Melato l'ennesima prova a tinte forti della sua bella carriera d'attrice e "facendo scoccare la scintilla fra due attori di grande razza, appartenenti a due tradizioni dello spettacolo che qui si misurano e si confrontano" (Kezich). Con Bertolucci, al soggetto hanno collaborato Domenico Rafele, Lidia Ravera e Enzo Ungari. Nella colonna sonora brani di Ivan Cattaneo, Rino Gaetano, Paolo Conte, Renato Zero e Lucio Dalla.    

giovedì 1 gennaio 1998

Da qualche parte in città

anno: 1994   
regia: SORDILLO, MICHELE  
genere: drammatico  
con Ivano Marescotti, Carlina Torta, Fatos  Haxjiraj, Carolina Salomé, Eugenio Canton, Massimo Gallerani  
location: Italia
voto: 6,5

Ma perché questo oscurantismo dei gestori e dei distributori italiani nei confronti di Michele Sordillo? Grazie all'Arcadia Film, il regista milanese scrive e produce dei film onesti, mai spettacolari, percorsi dal tema dell'ipocrisia. Rinunciando totalmente ad effetti speciali e cast altisonanti, Da qualche parte in città racconta la vicenda di una coppia meneghina - lui (il sempre bravo Marescotti) dirigente d'azienda, lei (Carolina Torta) musicista ossessionata dall'idea del tradimento da parte del marito - che si porta in casa uno slavo (Fatos Haxhiraj) sfuggito ad un pestaggio in strada. Quando sparisce un portafogli la solidarietà nei confronti dell'extracomunitario si converte rapidamente in diffidenza e lo slavo viene allontanato ingiustamente. Con un gioco di specchi tra la diffidenza intraconiugale e quella etnica, al centro del quale si trova il personaggio di Ivano Marescotti, Sordillo vela il film di un'atmosfera nera, nella quale spiccano per rotondità le figure complesse dei tre protagonisti, con tutte le loro contraddizioni. Un film scarno ma intenso, lucido, avvolgente.