giovedì 24 dicembre 2020

Edizione straordinaria



anno: 2020
regia: VELTRONI, WALTER
genere: documentario
location: Italia
voto: 6,5 

Progressivamente passato da Montecitorio alla cabina di montaggio, Walter Veltroni firma il suo quinto documentario che parte da un'idea originale: quella di ricostruire la storia italiana (e non solo) dal 1954 - quando iniziarono le prime trasmissioni della RAI - a oggi, in piena pandemia, attraverso le edizioni straordinarie dei telegiornali. Ad esse affianca notizie che sono entrate in scaletta magari come quarta o settima notizia, come la morte di Pasolini. Quello di Veltroni è un racconto emotivo privo di metodo, un'antologia della trasformazione dell'Italia e del mondo, nella cui filigrana si può leggere la metamorfosi del modo di fare giornalismo, dell'oratoria dei mezzibusti e delle tecnologie televisive.

giovedì 17 dicembre 2020

Fuori era primavera - Viaggio nell'Italia del lockdown

anno: 2020
regia: SALVATORES, GABRIELE
genere: documentario
location: Italia
voto: 8 

Il miglior film di sempre di Gabriele Salvatores è un'opera partecipata che replica l'idea di Italy in a day per raccontare i sei mesi che l'Italia ha vissuto durante l'emergenza coronavirus: dapprima chiusa nelle proprie abitazioni, poi sgomenta davanti alle scene dei camion militari carichi di bare in Lombardia, quindi speranzosa nel vedere il miraggio di un ritorno alla normalità per dovere in seguito rifare i conti con la seconda ondata. In mezzo ci sono tutti gli elementi topici della vita trascorsa in fase di emergenza: dalla riscoperta del pane fatto in casa alle canzoni sui balconi, gli esercizi ginnici fai-da-te, le file per la spesa, le scuole chiuse, i cinema e i teatri vuoti e spettrali, le strade deserte, la natura che si riappropria degli spazi che l'uomo gli ha sottratto. Ma c'è anche un incipit che non fa sconti al genere umano e ai disastri che ha creato, c'è il filo rosso dei rider che, instancabile e per pochi spiccioli all'ora, solca le strade di Milano in qualsiasi condizione possibile, ci sono i tanto video amatoriali - gli autori ne hanno dovuti visionare migliaia - che raccontano il quotidiano e c'è una nonnina di 103 anni, lucidissima, che le ha passate tutte, dalla prima guerra mondiale in avanti, ma che questa proprio non se l'aspettava. Tutto montato alla perfezione, tutto così vicino eppure così lontano, giacché il documentario è arrivato in streaming quando l'Italia - come il resto del mondo - è piombata di nuovo nella morsa di un'ulteriore ondata. Che stavolta, però, ha spento la creatività, raggelato la voglia di resistere, sopito il senso di comunità, affievolito la speranza, per farci precipitare nell'aurea mediocritas di chi si adatta alla mera sopravvivenza.

sabato 10 ottobre 2020

Protagonisti per sempre

anno: 2015
regia: VERDESCA, MIMMO
genere: documentario
con Luciano De Amrosis, Rinaldo Smordoni, Nella Giammona, Agnese Giammona, Eleonora Brown, Andrea Balestri, Totò Cascio, Giorgio Cantarini
location: Italia
voto: 8 

Bella e commovente l'idea di chiamare a raccolta i bambini di una volta, catapultati nel mondo della settima arte, e oggi diventati adulti con i percorsi più diversi. I piccoli protagonisti di capolavori del Neorealismo come I bambini ci guardano, Ladri di biciclette, Sciuscià o La terra trema, o quelli che hanno avuto la fortuna di toccare con mano la statuetta più ambita a Los Angeles per film come Nuovo cinema paradiso e La vita è bella, o chi ha avuto la fortuna di diventare un divo del piccolo schermo grazie al Pinocchio di Comencini, sono oggi adulti consapevoli della transitorietà del loro successo. Tra casalinghe, autisti d'autobus, ristoratori, doppiatori e aspiranti attori ancora in formazione, il documentario che ha sbancato al Cine Children Film Festival è un'appassionata antologia di sobrie testimonianze, ricchissime di aneddoti, alle quali si avvicendano l'immancabile found footage, nel quale ritroviamo i volti di De Sica, Rossellini, Visconti, Zeffirelli, Zavattini, Comencini, Tornatore e Benigni. Una piccola perla per veri appassionati di cinema.

lunedì 7 settembre 2020

Non è mai troppo tardi

anno: 2014
regia: CAMPIOTTI, GIACOMO
genere: biografico
con Claudio Santamaria, Nicole Grimaudo, Gennaro Mirto, Lorenzo Guidi, Francesco Marchioro, Andrea Tidona, Roberto Citran, Emanuela Grimalda, Lucia Mascino, Alberto Molinari, Lele Vannoli, Moise Curia, Alessandro Natale, Giorgio Colangeli, Edoardo Pesce, Marco Messeri
location: Italia
voto: 8,5 

Sarà che con Non è mai troppo tardi la RAI ha voluto celebrare una delle trasmissioni di maggior successo della propria storia, una di quelle diventate leggendarie (basterebbe pensare che il suo format venne esportato in 72 Paesi e la trasmissione andò avanti per 8 anni, dal 1960 al 1968), fatto sta che stavolta siamo a un altro livello rispetto ai film TV che in genere ci offre. Il biopic su Alberto Manzi, il maestro che, grazie alla sua trasmissione, fece prendere la licenza elementare a un milione e mezzo di italiani analfabeti, è di quelli che scaldano il cuore e che può vantare un’estetica cinematografica sobria ma non priva di guizzi e una ricostruzione d’epoca di notevole livello. Personaggio anticonformista, con una vocazione così irriducibile al suo ruolo di maestro, interpretato senza risparmio maieutico, Alberto Manzi fu un formatore dalle qualità straordinarie. Il film in due parti (per tre ore di durata) ne racconta gli anni dell’insegnamento nel riformatorio Aristide Gabelli di Roma e quelli alla scuola Fratelli Bandiera, entrambi a Roma, ossia gli anni che vanno dal 1946 ai primi Sessanta. Campiotti dirige regalandoci moltissimi momenti commoventi e raccontando senza enfasi l’ottusità delle istituzioni (quella carceraria, quella scolastica, quella televisiva), sfidate a testa alta da un genio della pedagogia: il maestro che tutti vorremmo avere avuto, interpretato con intensità e perfetta immedesimazione da Claudio Santamaria.

mercoledì 20 maggio 2020

I miserabili (Les misérables)

anno: 2019
regia: LADJ LY
genere: poliziesco
con Damien Bonnard, Alexis Manenti, Djebril Zonga, Issa Perica, Al-Hassan Ly, Steve Tientcheu, Almamy Kanoute, Jeanne Balibar
location: Francia
voto: 8,5 

Non c'è alcun Jean Valjean, così come il riferimento al notissimo romanzo omonimo di Victor Hugo si cela soltanto dietro un paio di dettagli. C'è invece Montefermeil, periferia parigina, stesso spazio geografico dove il grande scrittore francese ambientò il suo capolavoro, trasformato oggi in banlieu, una polveriera costantemente sull'orlo dell'esplosione, nella quale vige la legge del più forte: gente di colore, zingari (sic), bande di ragazzini magari dotati anche di tecnologie usate come armi ricattatorie. E ci sono i poliziotti. Tre. Uno di loro (Bonnard), coscienzioso e ligio alla deontologia professionale, sta per vivere il suo training day al comando di un agente (Manenti) sempre sopra le righe, aggressivo e irresponsabile, che per sedare la contesa tra gruppi malavitosi rivali (per via del furto di un cucciolo di leone) mette sé stesso e i suoi in un groviglio senza ritorno. Al suo esordio in un film di finzione, Ladj Ly - regista francese originario del Mali - firma un gioiello che è nipotino della grande tradizione del noir transalpino (Il commissario Pelissier) ma che arriva fino a L'odio di Kassowitz con le sembianze di un western metropolitano. In questo thriller ad altissima tensione non troviamo alcuna lezione sociologica, nessunaanalisi peculiare, ma lo straordinario piglio salomonico con cui il regista riesce ad allinearsi all'epigrafe che chiude il film in uno spiazzante quanto indovinatissimo foundu: la frase di Victor Hugo secondo la quale "non esistono erbe o uomini cattivi, ma solo cattivi coltivatori". Non è una sopresa, dunque, che al festival di Cannes del 2019 il film abbia vinto il premio per la migliore regia, né che abbia fatto incetta di premi ai Cesar, gli Oscar francesi.