domenica 21 febbraio 1999

Acque profonde (Head above water)

anno: 1996       
regia: WILSON, JIM 
genere: giallo 
con Harvey Keitel, Cameron Diaz, C.Sheffer, B.Zane, S.Duffin 
location: Usa
voto: 6,5 

Il draconiano giudice George (Harvey Keitel) sta passando le vacanze in un'isoletta del Maine con la propria mogliettina Nathalie (Cameron Diaz) che ha la metà dei suoi anni ed un passato segnato dal consumo di stupefacenti. Quando parte per una due giorni di pesca, alla donna va a fare visita un suo ex (Billy Zane), il quale - dopo averla corteggiata per una notte - si ritrova morto stecchito sul giaciglio coniugale. Nathalie dapprima nasconde il cadavere, quindi decide di rivelare tutto al marito. Le cose si complicano al punto da rendere insostenibile la verità e da innescare una spirale di reciproci sospetti triangolati tra George, Nathalie e Lance (Craig Sheffer), un marinaio dell'isola. Dopo continui colpi di scena, si approda ad un finale in chiave da commedia nera che richiama illustri precedenti (Gazebo, Arsenico e vecchi merletti o La congiura degli innocenti). Divertente, ricchissimo di trovate originali tanto a livello scenografico che narrativo, girato con mestiere, il film tratto dal soggetto di Geir Eriksen e Eirik Ildahl e sceneggiato da Theresa Marie soffre soltanto per la recitazione non sempre all'altezza di un Keitel fuori parte e dei suoi comprimari. A suo modo, è un piccolo grande film.    

venerdì 19 febbraio 1999

La mia vita in rosa (Ma vie en rose)

anno: 1997       
regia: BERLINER, ALAIN   
genere: commedia   
con M.Laroque, H.Vincent, J.P.Ecoffey, G.Du Fresne, D.Hanssens, L.Bibot, J.F.Gallotte, C.Baehr, J.Riviere, M,Bunel                
location: Francia
voto: 6,5   

Ludovic (Georges Du Fresne) è un bambino di nove anni con l'abitudine precoce all'eonismo. Dapprima i suoi genitori accondiscendono, ma quando la faccenda comincia a sortire effetti sul vicinato e sul figlio del datore di lavoro del papà di Ludovic, la tolleranza diminuirà rapidamente. Costretti a cambiare domicilio e ad intraprendere una cura psicoterapeutica, i familiari di Ludovic accetteranno il proprio figlio soltanto quando si imbatteranno in un caso analogo.
Delicato e al tempo stesso divertente apologo sulla tolleranza, raccontato con un registro mai lacrimevole, La mia vita in rosa è anche uno dei pochissimi film che affronta il tema dell'omosessualità nell'infanzia in maniera tanto efficace e garbata.    

martedì 16 febbraio 1999

“Z” la formica (Antz)

anno: 1998       
regia: DARNELL, ERIC * JOHNSON, TIM   
genere: animazione   
con le voci di Oreste Lionello e Ferruccio Amendola   
location: Usa
voto: 8   

La formica operaia Z sembra essere l'unica capace di ragionare con la propria testa all'interno del formicaio governato dal dispotico generale Mandibola. È grazie a lei che l'intera comunità eviterà di soccombere nella trappola che Mandibola ha teso a tutte le formiche operaie.
Apologo con temi antimilitaristi e antitotalitari che inneggia all'individualismo, Z - pur peccando di un eccessivo schematismo, troppo elementare per gli adulti, troppo complesso per i più piccoli - si avvale di ineffabili prodigi tecnici, soluzioni narrative sempre brillanti e del simpatico doppiaggio realizzato, nella versione italiana, con le voci di Oreste Lionello e Ferruccio Amendola. Nella versione americana il compito spettava a Woody Allen, Sharon Stone e Sylvester Stallone. Divertentissimo l'uso che viene fatto di Give peace a chance e altre notissime canzoni. Sceneggiato da Todd Alcott, Chris e Paul Weitz.    

domenica 14 febbraio 1999

Il fuggitivo (The fugitive)

anno: 1993   
regia: DAVIS, ANDREW 
genere: thriller 
con Harrison Ford, Tommy Lee Jones, Sela Ward, Julianne Moore, Joe Pantoliano, Jeroen Krabbe', Andreas Katsulas, Dick Cusack, Tom Wood, L. Scott Caldwell, Daniel Roebuck 
location: Usa   
voto: 10

Accusato ingiustamente dell'omicidio di sua moglie (Sela Ward), un brillante medico di Chicago (Harrison Ford) è costretto a un'estenuante fuga, durante la quale cerca di smascherare il vero colpevole. Il compito più difficile, però, è quello di convincere il federale Samuel Gerard (Tommy Lee Jones, premiato con l'Oscar) - incaricato di stanarlo - che si tratta di un complotto ordito per promuovere un farmaco dalla comprovata nocività a vantaggio di una multinazionale farmaceutica.
Basato sui personaggi creati da Roy Huggins, che ebbero un enorme successo televisivo negli anni '60 in America, e scritto da David Twohy (che lo ha sceneggiato con Jeb Stuart, già ottimo autore di Trappola di cristallo), Il fuggitivo è un must del genere che non contempla soltanto azione, inseguimenti, citazioni (Intrigo internazionale, Frantic), suspense e scene avventurose di altissimo livello (memorabile il lancio di Ford nelle acque di una cascata), ma vi aggiunge una buona dose di umorismo che rendono il film uno dei migliori prodotti di genere di tutti gli anni '90.

domenica 7 febbraio 1999

Nel centro del mirino (In the line of fire)

anno: 1993   
regia: PETERSEN, WOLFGANG  
genere: poliziesco  
con Clint Eastwood, John Malkovich, R.Russo, D.McDermott, G.Cole, Fred Dalton Thompson, John Mahoney  
location: Usa
voto: 8

Un ex agente dei servizi segreti (John Malkovich) minaccia di uccidere il presidente degli Stati Uniti. La sua pedina preferita è Frank Horrigan (Clint Eastwood), agente della CIA che ha tutte le motivazioni per riscattarsi per non avere saputo difendere a Dallas, trent'anni prima, l'incolumità di JFK. Dopo una serie lunghissima di mosse e contromosse, Harrigan ha naturalmente la meglio.
Prodotto di genere scritto da Jeff Maguire, Nel centro del mirino è un efficace poliziesco capace di coniugare suspense, azione e caratterizzazione dei personaggi in maniera inconsueta e confezione di lusso.    

lunedì 1 febbraio 1999

Il portaborse

anno: 1991   
regia: LUCHETTI, DANIELE    
genere: drammatico    
con Silvio Orlando, Nanni Moretti, Giulio Brogi, Silvia Cohen, Angela Finocchiaro, Anne Roussel, Renato Carpentieri, Gianna Paola Scaffidi, Dario Cantarelli, Guido Alberti, Lucio Allocca, Antonio Petrocelli, Graziano Giusti, Giulio Base, Guido Alberti, Roberto De Francesco, D.Valdi, Ivano Marescotti, Giacomo Piperno, S.Puntillo, Angela Finocchiaro, Rosanna Cancellieri, Daniele Luchetti    
location: Italia   
voto: 8

Il professor Luciano Sandulli (Silvio Orlando) conduce la sua tranquilla vita di provincia sulla costa amalfitana finché non entra nello staff elettorale del ministro delle Partecipazioni Statali Cesare Botero (Nanni Moretti), uomo politico rapace e iattante che non ha tutti i mercoledì in ordine. In cambio dei discorsi per il ministro, Sandulli ottiene molto più di quello che gli entra in busta paga, salvo poi schifarsi delle malefatte del suo datore di lavoro al punto da mandare tutto all'aria.
Con espliciti riferimenti al PSI di Bettino Craxi, che non mancarono di suscitare vittimistiche quanto ben recitate indignazioni da parte dell'establishment politico, Il portaborse (il cui soggetto scritto e poi disconosciuto da Franco Bernini e Angelo Pasquini, è stato ampiamente rivisto nel copione di Sandro Petraglia e Stefano Rulli con la collaborazione di Daniele Luchetti) è una sorta di instant-movie in formato pamphlet che anticipò - unitamente al successivo Arriva la bufera - quanto di lì a poco avrebbe portato al decesso della Prima Repubblica. Efficace nella tesi anche se talvolta esageratemente grottesco e didascalico, il film di Luchetti va collocato senza esitazione tra i film che meglio raccontano la recente storia d'Italia. Aiuto regista è Riccardo Milani.

Amateur

anno: 1994       
regia: HARTLEY, HAL  
genere: drammatico  
con Isabelle Huppert, M.Donovan, E.Lowensohn, D.Young, C.Montgomery, D.Simonds, P.Stewart  
location: Usa       
voto: 1

Una ex suora di Manhattan (Isabelle Huppert) che dichiara di essere ninfomane e che sbarca il lunario scrivendo racconti pornografici si innamora di un uomo (Martin Donovan) incontrato casualmente e che, dopo uno scontro a fuoco, ha perso la memoria e l'indole violenta. Il racconto si infittisce quando entra in scena l'ex convivente dell'uomo (Elina Löwensohn), una pornodiva impegolata in una vicenda spionistica.
Sconclusionato, decadente, inutilmente glamour, sedicente e prolisso, Amateur è un film adatto ad un pubblico di irritanti snob affetti da un eccesso di prudori. Il tutto è ancora più ridicolo se si pensa che la Huppert, per ottenere la parte, ha scritto una lettera di lodi sperticate al giovane regista, come fece la Bergman con Rossellini.