giovedì 30 settembre 2004

Come inguaiammo il cinema italiano - La vera storia di Franco e Ciccio

anno: 2004       
regia: CIPRÌ, DANIELE * MARESCO, FRANCO
genere: documentario
con Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Lando Buzzanca, Pino Caruso, Tony Bruno, Antonietta Scalisi bonetti, Gregorio Napoli, Tatti Sanguineti, Giuseppe Cipri', Francesco Puma, Lino Banfi, Pippo Baudo, Bernardo Bertolucci, Alberto Castellano, Nino D'angelo, Mario Monicelli, Tullio Kezich
location: Italia
voto: 6

Spezzoni di film, testimonianze, sprazzi di cinico tv rigorosamente in bianco e nero, cimeli televisivi fanno da condimento a quella che - come recita il sottotitolo - è la vera storia di Franco e Ciccio. Palermitani come i due registi Ciprì e Maresco, alfieri della provocazione, i due comici furono gli eroi della plebe, perennemente snobbati dalla critica, elementi di punta di un cinema che giocava tutto sulla farsa e sulla parodia (famosissime quelle di L'esorcista, diventato L'esorciciccio, di Papillon, ribattezzato Farfallon e, soprattutto, di Ultimo tango a Parigi, spostatosi a Zagarolo). Con serio piglio documentaristico e inevitabili non sense, il film racconta l'avventura artistica e umana di Franco e Ciccio soffermandosi sulle difficoltà degli esordi, le origini umilissime, il successo strepitoso degli anni sessanta (in cui arrivarono a girare più di 10 film in un anno), il progressivo declino, i dissapori sempre più frequenti fino al riciclaggio in televisione e alla disavventura giudiziaria di Franco Franchi, alias Francesco Benenato. Un tributo affettuoso raccontato con diligenza come se però si trattasse di un risarcimento dovuto alla coppia numero uno del cinema di serie B.    

martedì 28 settembre 2004

Le conseguenze dell'amore

anno: 2004   
regia: SORRENTINO, PAOLO
genere: drammatico
con Toni Servillo, Olivia Magnani, Adriano Giannini, Raffaele Pisu, Angela Goodwin, Diego Ribon, Giselda Volodi, Ana valeria Dini, Giovanni Vettorazzo, Giannapaola Scaffidi, Antonio Ballerio, Gilberto Idonea, Gaetano Bruno, Nino D'Agata, Vittorio Di prima, Enzo Vitagliano, Rolando Ravello, Gaetano Bruno
location: Italia, Svizzera   
voto: 9,5

Il suo nome è Titta Di Girolamo (un Servillo che dà un'interpretazione magistrale). Ha cinquant'anni, di cui gli ultimi dieci passati rinchiuso in un albergo svizzero, come vivesse in un acquario, lui che è di Salerno. Silenzioso, solitario, apparentemente imperturbabile, si inietta una dose di eroina ogni mercoledì, alle dieci. Senza eccezioni. Il suo lavoro è quello di consegnare una valigia carica di denaro in una banca. Ha anche un fratellastro (Giannini) e una famiglia che lo disdegna. Titta Di Girolamo è maledettamente solo. Ci sono soltanto le sigarette a fargli compagnia. Sempre. Sempre accese. La noia di questa esistenza grigia viene rotta dal raggio di luce di un'inserviente dell'albergo (Magnani, la nipote di Anna Magnani). La mafia penserà al resto. Il cinema d'autore è questo: storie raffinatissime, sceneggiatura sobria, dialoghi acutissimi, scenografie impeccabili, incastro narrativo esemplare. C'è questo e c'è altro - l'ossessione per la rilevanza dei nomi - nel secondo lungometraggio di Paolo Sorrentino. Il ritratto di un antieroe postmoderno impietrito nella sua esistenza - nella vita come di fronte alla morte - sospeso in una dimensione metafisica e votato al sacrificio della vita in nome di un nichilismo parossistico.

giovedì 23 settembre 2004

Non ti muovere

anno: 2004       
regia: CASTELLITTO, SERGIO   
genere: drammatico   
con Penélope Cruz, Sergio Castellitto, Claudia Gerini, Angela Finocchiaro, Marco Giallini   
location: Italia
voto: 6   

Nelle ore d'angoscia passate dietro la sala operatoria nella quale giace sua figlia, un affermato chirurgo (Castellitto) ripercorre una fase tragica della sua vita, quella in cui - da marito insoddisfatto - cercò rifugio e amore tra le braccia di una povera ragazza di suburra (Cruz). La donna viene dapprima mostruosamente violentata (imperdibile la descrizione dello stupro data che Margaret Mazzantini, l'autrice del libro da cui è tratto il film), quindi blandita, ingravidata e infine muore sotto i suoi stessi ferri chirurgici nel disperato tentativo di salvarle una vita da una setticemia provocata da un aborto fatto clandestinamente. L'uomo ripercorre gli abissi dell'anima con immane sgomento.
Castellitto traduce il best seller scritto dalla moglie in un film crudo, nel quale la disperazione e l'inquietudine esistenziale del protagonista vengono riprodotti su pellicola attraverso un montaggio complesso, la furia di un'esistenza "sbagliata" mostrata tramite le esplosioni d'ira di un uomo che potrebbe avere tutto e che si ritrova a sperare che qualcosa, nell'esistenza della figlia, gli rimanga ancora. Nella colonna sonora è inserita la magnifica If it be your will, di Leonard Cohen.    

mercoledì 22 settembre 2004

Permette? Rocco Papaleo

anno: 1971 
regia: SCOLA, ETTORE
genere: drammatico
con Marcello Mastroianni, Lauren Hutton, Margot Novak, Tom Reed, Umberto Travaglini, Pompeo Capizzano, Andre' pierre Farwagi, Nicole Gabucci, Peter Goldfarb, Paola Natale       
location: Usa
voto: 6

Cominciamo dalla fine: a Chicago un uomo dal passo deciso (Mastroianni) percorre la strada sulla quale è in corso una parata per una festa nazionale. L'uomo ha con sé una borsa, all'interno della quale c'è una bomba. Il suo nome è Rocco Papaleo. Perché ha deciso di arrivare a tanto? Per saperlo, torniamo all'inizio del film, quando Rocco, emigrante italiano finito in una miniera canadese, babbeo, strapaesano e dai modi gentili e cerimoniosi, si trova a Chicago per vedere un incontro di boxe, lui che è un ex-pugile. Viene accidentalmente investito da una modella (Hutton) con la quale tenta di stringere un'amicizia ma che non fa altro che prendersi gioco di lui. Mangiata la foglia, Rocco arriva al disincanto in modo traumatico.
Recuperando la memorabile lezione di Ferdinand Tonnies, Scola contrappone in modo manicheo la purezza del cafone di provincia (la provincia d'Italia, ma anche la provincia dell'impero) alla lordura della vita metropolitana. Ne esce un film a tinte cupe, piuttosto ripetitivo, giocato in gran parte sul repertorio di luoghi comuni che si affastellano nel lessico del protagonista. In questo gioco di contrasti, la suburra americana si profila come assai più nobile di una meschina aristocrazia in paillettes.

martedì 14 settembre 2004

The terminal

anno: 2004   
regia: SPIELBERG, STEVEN 
genere: commedia 
con Tom Hanks, Catherine Zeta-jones, Stanley Tucci, Chi Mcbride, Diego Luna, Barry shabaka Henley, Kumar Pallana, Zoe Saldana, Eddie Jones, Michael Nouri, Jude Ciccolella, Corey Reynolds, Guillermo Diaz, Rini Bell, Sasha Spielberg, Scott Adsit, Carl Alacchi, Jeffery Alan, Carl Allen, Cas Anvar, Michelle Arthur, Anastasia Basil, Lydia Blanco, Carlease Burke, Kenneth Choi, Jennifer Chu, Robert Covarrubias, Chad Davis, Joseph Davis, Evelyne De la cheneliere, Dusan Dukic, John Eddins, Ian Finlay, Dan Finnerty, Stephon Fuller, Riad Galayini, Benny Golson, Terry Haig, Amber Havens, Dilva Henry, Matt Holland, James Ishida, Mark Ivanir, Tonya Ivey, Janique Kearns, Sandrine Kwan, Mike Ledonne, Danette Mackay, Stephen Mendel, Jeff Michael, Bob Morrisey, Kevin Mukherji, Valera Nikolaev, Laurie megan Phelps, Conrad Pla, Nick Puga, Ana maria Quintana, Mel Rodriguez, Kevin Ryder, Eddie Santiago, Mik Scriba, Susan Slome, Thinh Truong, Tanya Van blokland, Buster Williams    
location: Usa
voto: 9 

Arrivato all'aereoporto JFK di New York dall'immaginaria Cracosia, Victor Navorski (Hanks) si trova, a causa di una falla nel sistema giudiziario americano, chiuso nella zona franca dell'air terminal. A causa dell'ostinazione di un responsabile per la sicurezza troppo zelante (Tucci), vi rimarrà per nove mesi, prima di esaudire la promessa fatta al padre morente e contenuta in un fantomatico barattolo che porta sempre con sé.
Ispirato alla vicenda occorsa a un profugo iraniano a Parigi, The terminal è un apologo in chiave kafkiana sull'America ossessionata dalla sicurezza dopo l'11 settembre. Spielberg fa un autentico esercizio di virtuosismo registico tornando ai paradossi del primo film (Duel) e firmando un film impeccabile. La camminata di Charlie Chaplin, le mostruosità della metropoli à la Jacques Tati, i riferimenti al Frank Capra di Mr.Smith va a Washington e La vita è meravigliosa sono gli addendi di una somma che dà come risultato un film che si nutre dei classici e destinato esso stesso a diventare un classico. La prova d'attore di Tom Hanks è tale da candidarlo definitivamente tra i più grandi attori di tutti i tempi. Peccato soltanto per la presenza di Catherine Zeta-Jones…

domenica 12 settembre 2004

Ladykillers

anno: 2004   
regia: COEN, ETHAN * COEN, JOEL 
genere: commedia nera 
con Tom Hanks, Irma p. Hall, Marlon Wayans, J.k. Simmons, Tzi Ma, Ryan Hurst, Diane Delano, George Wallace, John Mcconnell, Jason Weaver, Stephen Root, Baadja-lyne Odums, Walter k. Jordan, George anthony Bell, Louisa Abernathy, Jessie Bailey, Robert Baker, Te te Benn, Blake Clark, Mildred Dumas, Khalil East, Jennifer Echols, Al Fann, Freda Foh shen, Mi mi Green-fann, Greg Grunberg, Aldis Hodge, Amad Jackson, Paula Martin, Nita Norris, Hallie Singleton, Vivian Smallwood, Jeremy Suarez, Maryn Tasco, Muriel Whitaker 
location: Usa   
voto: 8

Un sedicente professore universitario (Hanks) trova albergo nella casa di una mite e ingenua vedova di colore (Hall), nel Mississippi. Il guitto sta organizzando con altri quattro balordi un colpo nel caveau prossimo all'abitazione dell'anziana signora. I cinque arraffano il denaro ma poi finiscono per scannarsi tra di loro. Alla signora, che quando va a denunciare l'accaduto non viene creduta dalla Polizia, non rimane che tenersi il denaro.
Il film dei fratelli Coen è il remake del britannicissimo La signora omicidi, con Alec Guinness. I talentuosi fratelli della commedia made in U.S.A. spostano l'azione dall'Inghilterra al sud degli States, aggiungono molti cori gospel e un mestiere dalle infinite risorse, centrando una prova maiuscola velata soltanto da un cast non sempre impeccabile.

venerdì 10 settembre 2004

Le chiavi di casa

anno: 2004   
regia: AMELIO, GIANNI  
genere: drammatico  
con Kim Rossi Stuart, Charlotte Rampling, Andrea Rossi, Pierfrancesco Favino, Alla Faerovich, Michael Weiss  
location: Italia
voto: 8

"Si prepari a soffrire lei". È questo l'avvertimento che una madre forte (Rampling), consapevole dell'assistenza dispensata per vent'anni alla figlia disabile, dà a Gianni (Rossi Stuart), quando i due si incontrano in un ospedale tedesco. Gianni è lì ad accompagnare il figlio 15enne Paolo (Rossi, un autentico disabile, qui al suo esordio), che vede per la prima volta dai tempi dello sfortunatissimo parto in cui perì la sua compagna.
Il film di Amelio, profondissimo, lirico e toccante senza mai essere né retorico né patinato, gioca la carta del viaggio in maniera duplice. Il viaggio come racconto, con i due protagonisti che da Milano si dirigono prima in Germania e quindi in Norvegia. Ma il film è soprattutto un viaggio interiore in quei luoghi inesplorati dell'anima che Amelio conosce benissimo e che qui costituiscono la summa della poetica del regista calabrese, che aveva già affrontato sia il tema del rapporto tra padre e figlio in altri film (Colpire al cuore) che quello dei bambini (Il ladro di bambini, Il piccolo Archimede, La fine del gioco). Struggente ed esilarante al tempo stesso, il film tratto dal romanzo di Giuseppe Pontiggia e sceneggiato dal regista con Rulli e Petraglia è servito da un cast in stato di grazia diretto con impressionante abilità da uno degli autori più stupefacenti che abbiamo in Italia.

martedì 7 settembre 2004

Fahrenheit 9/11

anno: 2004   
regia: MOORE, MICHAEL    
genere: documentario    
con Michael Moore, George W. Bush    
location: Usa
voto: 8    

Quel 9/11 incastonato nel titolo svela il teorema del pamphlet firmato da Michael Moore all'indirizzo di George W. Bush e della sua strampalata amministrazione: dettagli, notizie, interviste, documenti, testimonianze, pareri autorevoli di ex-agenti segreti, giornalisti e politici mostrano chiaramente come quell'undici settembre - la data dell'attacco terroristico agli Stati Uniti, nel 2001 - sia figlio della connivenza fondata su motivi di calcolo finanziario, tra la famiglia Bush e quella di Osama Bin Laden. Di più: nel film si rispolverano le carte su come lo stesso Bush abbia scavalcato il democratico Gore e su come si sia preso gioco dei cittadini americani strumentalizzando la questione del pericolo terroristico per esportare armi e guerra in altri paesi, Iraq per primo. Documentatissimo, convincente, straripante, scoppiettante, informato, penetrante e persino sottilmente ironico, il film di Moore dovrebbe rientrare d'obbligo nei programmi formativi delle scuole di tutto l'occidente. Massimo premio al Festival di Cannes. In chiusura la strepitosa Rockin' in the free world, inno libertario cantato da Neil Young.