martedì 29 giugno 2004

Il conte Max

anno: 1957   
regia: BIANCHI, GIORGIO  
genere: commedia  
con Alberto Sordi, Vittorio De Sica, Anne Vernon, Susanna Canales, Tina Pica, Juan Calvo, Jacinto San Emeterio, Diletta D'Andrea, Mino Doro, Piero Stucchi, Antonella Florio, Albert Craig, Edy Biagetti, Nani Colombo, Edith Jost, Julio Riscal, Luigi Mondello, Marco Tulli    
location: Italia
voto: 6  

Un edicolante al centro di Roma (Sordi) ha sogni di gloria alimentati dalla smisurata ammirazione per il Conte Max (un impareggiabile De Sica), nobile decaduto con l'attitudine al parassitismo. Sicché in occasione del Natale si lascia convincere a cambiare la sua meta vacanziera per Cortina d'Ampezzo, dove viene accidentalmente scambiato proprio per il conte Max Orsini Varaldo. La commedia va avanti finché l'edicolante non ne può più di paillette e finzioni dell'aristocrazia e ha un sussulto d'orgoglio che lo porterà peraltro a fidanzarsi con la governante di una delle famiglie aristocratiche conosciute in vacanza.
Il soggetto di Amleto Palermi non ha nulla di strepitoso ma le trovate in fase di sceneggiatura di Ruggero Maccari, Ettore Scola, Sordi e Bianchi nonché l'affiatamento della coppia di fuoriclasse dà lustro a una commedia con molti momenti comici. Libero rifacimento di Il signor Max (1937) di Mario Camerini con Sordi nel personaggio che fu di De Sica. Rifatto piattamente nel 1991 da Christian De Sica.    

lunedì 7 giugno 2004

Il mio viaggio in Italia

anno: 2000   
regia: SCORSESE, MARTIN  
genere: documentario  
con Martin Scorsese  
location: Italia, Usa
voto: 6

Dopo il Viaggio nel cinema americano, Scorsese liquida il suo debito verso quello italiano, a cui è legato dalle origini siciliane della sua famiglia. In quasi cinque ore di documentario, che si servono di un amplissimo materiale di repertorio, il grande regista americano commenta il cinema dei suoi eroi: Blasetti, Rossellini, De Sica, Visconti, Fellini, Antonioni. Dalla stagione del peplum a quella del neorealismo, passando per e arrivando fino alla trilogia dell'incomunicabilità di Antonioni, Scorsese mette in risalto la grande capacità del cinema italiano di unire registri comici e drammatici, di ricercare nuovi stili, di ispirare intere generazioni di registi. Un omaggio sentito e ricco di riflessioni critiche e storiche interessanti, penalizzato soltanto da qualche lungaggine eccessiva nello stoccaggio dei brani scelti.