venerdì 30 aprile 2010

Pelham 1-2-3: Ostaggi in metropolitana (The Taking of Pelham 1 2 3)

anno: 2009       
regia: SCOTT, TONY 
genere: thriller 
con Denzel Washington, John Travolta, Luis Guzmán, Victor Gojcaj, John Turturro, Michael Rispoli, Ramon Rodriguez, James Gandolfini, John Benjamin Hickey, Alex Kaluzhsky, Gbenga Akinnagbe, Katherine Sigismund, Jake Richard Siciliano, Jason Butler Harner, Gary Basaraba, Tonye Patano, Aunjanue Ellis, Anthony Annarumma, Glen Tortorella, Bobby Bojorklund, Saidah Arrika Ekulona, Jasmin M. Tavarez, Alice Kremelberg, Sean Meehan, Todd Susman, Robert Vataj, J. Bernard Calloway, Chip Brookes, Zach Poole, Reuben Jackson, Sean Nelson, Deak Evgenikos, Ty Jones, Lee Shepherd, Mike Houston, Rene David Ifrah, Frank Wood, Brian Haley, Maria Bartiromo, John Lavelle, Chance Kelly, Peter Bucossi, Steve Routman, Laurie Cole, Nick Loren, Daniel Stewart Sherman, Patrick Dalton, John Keiser, Adrian Martinez, Jordan Gelber, Rose DelCastillo, Joe Forbrich, Jason Cerbone, Billy Devlin, Jonathan Rau, Michael Mihm, Sammy Miraglia, Kenneth Natal, Robert Perry 
location: Usa       
voto: 5

Un commando di quattro uomini armati prende in ostaggio un vagone della metropolitana di New York con una ventina di passeggeri a bordo, per ottenere un riscatto di un milione di dollari. A Garber (Washington), pezzo grosso della metropolitana degradato a controllore del traffico per via di un presunto illecito, capita l'ingrato compito di dover trattare col capobanda (Travolta) e di evitare la carneficina.
Tratto dal romanzo omonimo di John Godey, dal quale era stato già ricavato Il colpo della metropolitana, film del 1974 con Walter Matthau, Pelham 1-2-3 perde una buona dose d'ironia rispetto al suo predecessore, convogliando nelle battute di Denzel Washington l'intero potenziale umoristico. Il resto è un action movie fracassone lavorato assai bene in fase di montaggio, con immagini stroboscopiche e inseguimenti che a Hollywood non si negano mai a nessuno, ma nulla di più che un dignitoso prodotto di genere.    

mercoledì 28 aprile 2010

Departures (Okuribito)

anno: 2010       
regia: TAKITA, YOJIRO    
genere: commedia nera    
con Masahiro Motoki, Ryoko Hirosue, Tsutomu Yamazaki, Kimiko Yo, Tetta Sugimoto, Kazuko Yoshiyuki, Takashi Sasano, Toru Minegishi, Yukiko Tachibana, Tatsuo Yamada    
location: Giappone
voto: 7   

Dopo che l'orchestra di Tokyo è stata costretta a chiudere, il giovane violoncellista Daigo Kobayashi (Motoki) ritorna nel paese d'origine alla ricerca di un altro lavoro. Non trova di meglio che darsi alla tanatocosmesi, l'arte di lavare, vestire e truccare le salme. Nonostante la stigma di molti - moglie compresa - per il lavoro svolto, attraverso il suo lavoro Daigo scopre nuove dimensioni dell'anima e ha l'occasione di incontrare il padre ormai trapassato dopo averlo perso di vista per oltre un trentennio.
Premio Oscar 2009 come miglior film straniero, Departures è una commedia nera certamente assai originale, ma studiata a tavolino, eccessivamente "scritta" nel suo programmatico bisogno di miscelare lirismo e registri grotteschi. Certo, la danza lenta della preparazione ha il suo fascino, così come i molti scorci poetici che il regista nipponico riesce a imbastire nel film ma sull'opera aleggia un clima da cinema d'autore compiaciuto, pieno zeppo di buoni sentimenti e con un finale telefonatissimo.    

lunedì 26 aprile 2010

Coco Avant Chanel - L'amore prima del mito

anno: 2009       
regia: FONTAINE, ANNE 
genere: biografico 
con Audrey Tautou,  Benoît Poelvoorde,  Alessandro Nivola,  Marie Gillain,  Emmanuelle Devos,  Régis Royer,  Etienne Bartholomeus,  Yan Duffas,  Fabien Béhar,  Roch Leibovici,  Jean-Yves Chatelais,  Pierre Diot,  Vincent Nemeth,  Bruno Abraham-Kremer,  Lisa Cohen,  Inès Bessalem,  Marie-Bénédicte Roy,  Emilie Gavois-Kahn,  Fanny Deblock,  Claude Brécourt,  Karina Marimon,  Bruno Paviot,  Franck Monsigny,  Marie Parouty,  Jean-Chrétien Sibertin-Blanc,  Marie-Josée Hubert,  Patrick Laviosa,  Kim Schwarck 
location: Francia
voto: 6

Biopic di Gabrelle "Coco" Chanel (Tatou), prima donna a essersi imposta nel mondo della moda a dispetto delle enormi difficoltà. La regista sceglie di raccontare quella parte della parabola biografica della stilista segnata dagli anni dell'orfanotrofio, dagli spettacolini di varietà e quindi dall'affannosa ricerca di un amore - trovato prima in un ricco possidente e quindi in un armatore britannico - ma mai arrivato, tuttavia, al coronamento nuziale. Anne Fontaine  ricostruisce con ampiezza di dettagli gli ambienti dell'aristocrazia francese di inizio novecento, indugiando sulla progressiva scoperta da parte della protagonista del suo talento di sarta, colei che avrebbe lanciato uno stile essenziale e privo di fronzoli, facendone uno dei nomi di grido della moda mondiale.    

sabato 24 aprile 2010

Green zone

anno: 2010       
regia: GREENGRASS, PAUL
genere: guerra
con Matt Damon, Jason Isaacs, Brendan Gleeson, Greg Kinnear, Amy Ryan, Said Faraj, Michael O'Neill, Khalid Abdalla, Yigal Naor, Antoni Corone, Raad Rawi
location: Iraq
voto:7

Baghdad, 2003. Il capitano Miller (Damon) ha ricevuto l'incarico di scoprire i luoghi dove sono nascoste le armi di distruzione di massa di Saddam tanto sbandierate dal governo Bush. Non trovando nulla, il militare comincia a sospettare che la faccenda abbia un enorme risvolto propagandistico per poter avviare un'azione bellica in Iraq. Si troverà così implicato nella scoperta di una presunta fonte informativa, nome in codice Magellano, creata ad hoc dal governo di Washington.
Dopo i successi di The Bourne supremacy e The Bourne ultimatum, la premiata ditta Greengrass-Damon torna insieme per un action movie adrenalinico, in cui storia, cronaca e dramma bellico sono miscelati con grande senso dello spettacolo e del racconto. Fracassone e senza alcun cedimento di ritmo, il film tratto dal libro "Imperial Life in the Emerald City: Inside Iraq's Green Zone" di Rajiv Chandrasekaran è l'ennesima prova di come l'America sappia fare sorprendentemente i conti con se stessa, al punto da far maturare le voci del dissenso persino a Hollywod.    

martedì 13 aprile 2010

Cella 211 (Celda 211)

anno: 2009   
regia: MONZON, DANIEL   
genere: drammatico   
con Luis Tosar, Alberto Ammann, Antonio Resines, Marta Etura, Carlos Bardem, Manuel Morón, Luis Zahera, Vicente Romero, Fernando Soto, Jesús Carroza, Manolo Solo, Félix Cubero, Juan Carlos Mangas, Antonio Durán 'Morris', Jesus Del Caso    
location: Spagna
voto: 8   

Alla vigilia del suo primo giorno da secondino Juan Oliver (Ammann) si trova nel bel mezzo di una rivolta di detenuti. Capisce immediatamente che deve mimetizzarsi tra loro se vuole salvare la pelle, visto che nessuno lo conosce. A fianco di Malamadre (Tosar), il capo dei rivoltosi, traccia una strategia che precipiterà in tragedia.
Quarto film di Daniel Monzon (ma è solo il primo che arriva in Italia), tratto dal romanzo "Celda 211" di Francisco Pérez Gandul, Cella 211 è un'opera che riesce a coniugare magistralmente cinema di genere e regia d'autore. Il regista spagnolo scandaglia con finezza entomologica i rapporti di potere all'interno del penitenziario, disegna figure dettagliate facendo emergere un leader carismatico senza farne un superuomo né il più scontato dei cattivi e cuce un plot narrativo scritto benissimo con una tensione incalzante che inchioda per quasi due ore lo spettatore alla poltrona. Finale coraggioso.    

sabato 10 aprile 2010

L'uomo nell'ombra (The Ghost Writer)

anno: 2010       
regia: POLANSKI, ROMAN  
genere: giallo  
con Ewan McGregor, Jon Bernthal, Kim Cattrall, Pierce Brosnan, Tim Preece, James Belushi, Olivia Williams, Timothy Hutton, Anna Botting, Tom Wilkinson, Yvonne Tomlinson, Eli Wallach, Milton Welch, Tim Faraday, Alister Mazzotti, Marianne Graffam, Kate Copeland, Soogi Kang, Lee Hong Thay, John Keogh, Jaymes Butler, Hans-Peter Sussner, Stuart Austen, Morgane Polanski, Andy Güting, Robert Wallhöfer, Glenn Conroy, Robert Seeliger, David Rintoul, Clayton Nemrow, Julia Kratz, Nyasha Hatendi, Daphne Alexander, Angelique Fernandez, Anne Wittman, Robert Pugh, Michael S. Ruscheinsky, Mo Asumang, Sylke Ferber, Desirée Erasmus, Errol Shaker, Errol Trotman-Harewood, Talin Lopez, Joel Kirby, Regine Hentschel, Jeff Burrell, Daniel Sutton, Eben Young    
location: Regno Unito
voto: 5,5  

Ritiratosi in un'isola sulla east cost americana, l'ex premier inglese Adam Lang (Brosnan) recluta un ghostwriter (McGregor) al quale affida il compito di dare dignità letteraria alle sue memorie. Il ghostwriter si trova così invischiato in una fitta trama che assembla responsabilità sulle torture in Iraq, legami segreti con la CIA e altro ancora.
Il riconoscimento conferito a Berlino al regista di origini polacche  (orso d'argento per la miglior regia) sembra più un risarcimento a posteriori che non il premio per il lavoro compiuto effettivamente in questa occasione. Non che gli ingredienti del cinema di Polanski non siano riconoscibili: le atmosfere gotiche, il senso di straniamento del protagonista nell'isola, l'ambiguità dei personaggi, un individuo semplice in mezzo a un mare di pescecani e le sequenze da manuale ci sono tutti. È invece il plot narrativo - tratto dal "Il ghostwriter" di Robert Harris, nella realtà ghostwriter di Tony Blair, al quale in molti hanno visto un'esplicita allusione - a essere fiacco, con una soluzione del giallo telefonata da almeno metà film. Per Polanski come per Scorsese, che nello stesso anno ha licenziato Shutter Island, vale lo stesso principio: che dai primi della classe ci si aspetta sempre qualcosa di più.    

martedì 6 aprile 2010

Il bambino con il pigiama a righe (The Boy in the Striped Pyjamas)

anno: 2008   
regia: HERMAN, MARK    
genere: drammatico    
con Asa Butterfield, Jack Scanlon, Amber Beattie, David Thewlis, Vera Farmiga, Richard Johnson, Sheila Hancock, Rupert Friend, David Hayman, Jim Norton, Cara Horgan    
location: Germania
voto: 6    

Lasciata Berlino perché il babbo militare (Thewlis) deve essere di stanza presso un lager, Bruno (Butterfield), un bambino di 8 anni, fa amicizia con Shmuel (Scanlon), un coetaneo ebreo dal quale è diviso dalla rete di recinzione del campo di concentramento. Bruno non capisce se suo padre fa della cose buone o cattive e per scoprirlo entrerà lui stesso nel lager. Finale tragico.
Mark Harman, già regista dell'ottimo Grazie, Signora Thatcher, porta sullo schermo il romanzo omonimo di John Boyne, facendone un film delicato, un romanzo di formazione in una prospettiva che richiama il Benigni de La vita è bella e certi film di Truffaut. La regia è accorta senza strafare, il plot narrativo cede a qualche tentazione didascalica e alcuni dei personaggi appaiono eccessivamente schematici.