sabato 8 dicembre 2001

La promesse

anno: 1997       
regia: DARDENNE, LUC e JEAN-PIERRE
genere: drammatico
con Jèrèmie Renier, Oliver Gourmet, Assita Ouèdraogo
location: Belgio
voto: 6

Un operaio edile del Burkina Faso muore cadendo dal ponteggio di un cantiere della provincia belga nel quale sono impiegati al nero diversi extracomunitari. Per evitare guai con la magistratura, il tirannico Roge (Gourmet) decide di seppellirlo sotto una colata di cemento, sotto gli occhi estrrefatti di Igor (Renier), il figlio quindicenne che aveva tentato di salvare l'uomo. La scomparsa dell'operaio insospettisce l'inconsapevole vedova, convinta di una momentanea sparizione dovuta a debiti di gioco. Igor dovrà allora decidere se accecondare i diktat paterni o mettere la donna al corrente del'accaduto.
La promesse sembra una versione belga dei film di Ken Loach, contaminata dall'algido distacco di un Bresson e condita da un contorno antropologico piuttosto spesso. Nel film trovano posto il tema dei diritti sindacali, quello del confronto tra culture e tra generazioni e quello della guerra tra poveri. La sceneggiatura dei fratelli Dardenne - realizzata con Leon Michaux e Alphonso Badolo - mostra personaggi a tutto tondo con i loro cliché e i loro visibilissimi limiti, senza cedere alla tentazione di fare un'agiografia della classe operaia.    

mercoledì 5 dicembre 2001

L’uomo che non c’era (The man who wasn’t there)

anno: 2001       
regia: COEN, JOEL * COHEN, ETHAN  
genere: noir  
con Billy Bob Thornton, Frances McDormand, James Gandolfini, Michael Badalucco, Richard Jenkins, Scarlett Johansson, Jon Polito, Tony Shalhoub, Katherine Borowitz, Adam Alexi-Malle          
location: Usa
voto:7

Quintessenza dell'uomo senza qualità, sigaretta perennemente accesa sulle labbra, un barbiere della provincia californiana della fine degli anni '40 (Thornton) conduce un'esistenza grigia, incupita dalla tresca che la moglie (McDormand) ha col suo capufficio (Gandolfini). Finché la sua vita non cambia quando, dopo avere prima ricattato e quindi ucciso il rivale per autodifesa, la moglie finisce in galera al suo posto e a lui toccherà la stessa sorte per un delitto che non ha commesso.
Con l'estro consueto, girando tutto in un bianco e nero di qualità finissima, ricostruendo alla perfezione le atmosfere dei noir anni quaranta, i fratelli Coen raccontano alla loro maniera l'ineluttabilità del destino. Qualche lungaggine per dare spazio ad un talento registico che ha pochi rivali appesantisce un film dalla confezione impeccabile.    

lunedì 3 dicembre 2001

Notting Hill

anno: 1999       
regia: MICHELL, ROGER  
genere: commedia  
con Julia Roberts, Hugh Grant, Hugh Bonneville, Emma Chambers, James Dreyfus, Rhys Ifans, Tim McInnerny, Gina McKee, Alec Baldwin  
location: Regno Unito
voto: 3,5

Atterrata a Londra, l'attrice di successo Anna Scott (Roberts) si innamora di un timido libraio autoctono (Grant). Al novello Cenerentolo l'inedita love-story sembra incredibile ed in effetti i problemi non mancano: i giornalisti assediano l'uscio di casa, il coinquilino rimbambito determina situazioni grottesche, il fidanzato di turno la tratta a schiaffoni. Ma a dispetto di tutto ciò l'amore trionfa nel terzo dei finali apparecchiati dal regista inglese, con scena bucolica e pancione. Scritto da Richard Curtis, Notting Hill gioca gli assi nei primi venti minuti: ritmo scoppiettante, battute a raffica, gag originali. Esaurita la verve iniziale, il film si stempera in una melassa sentimentale con tutta la panoplia di luoghi comuni del caso, compresa la bocca extra-large in perenne espansione della protagonista. Più flebile di una fiaba per bambini.    

giovedì 29 novembre 2001

The eye – Lo sguardo (Eye of the beholder)

anno: 1999       
regia: ELLIOTT, STEPHAN  
genere: thriller  
con Ewan McGregor, Ashley Judd, Patrick Bergin, K.D.Lang, Jason Priestley, Geneviève Bujold  
location: Australia
voto: 5

Convinto del fatto che "la bellezza è nell'occhio di chi guarda", un detective iper-tecnologizzato (McGregor) si mette alle calcagna di una bellissima serial-killer (Judd). Lei è stata abbandonata dal padre da piccola; lui ha perso sua figlia. Qualcosa li lega?
La versione postmoderna del romanzo Eye of the beholder di Marc Behm, che già aveva ispirato Mia dolce assassina di Claude Miller imbocca la strada del dramma psicologico. Il racconto procede per ellissi e giustapposizione di omicidi, sfibrandosi in un finale aperto che sfiora il non-sense. La fotografia che ritrae i paesaggi della Pennsylvania è godibilissima, le scelte cromatiche coraggiose, il gioco di parrucche seducente. Ma nel complesso l'australiano Stephan Elliott firma un'opera senza nerbo.    

domenica 25 novembre 2001

Va’ e uccidi (Tha manchurian candidate)

anno: 1962       
regia: FRANKENHEIMER, JOHN
genere: spionaggio
con Frank Sinatra, Laurence Harvey, Janet Leigh, Angela Lansbury, Henry Silva, James Gregory, Leslie Parrish, John McGiver, Khigh Dhiegh, James Edwards, Douglas Henderson, Albert Paulsen, Barry Kelley, Lloyd Corrigan, Madame Spivy
location: Usa
voto: 6

Il pluridecorato Raymond Shaw, reduce dalla guerra di Corea, ha subito un lavaggio del cervello che lo ha trasformato in una spietata quanto inconsapevole macchina da omicidio, il cui compito principale è quello di uccidere il candidato democratico alla Casa Bianca. Un ex commilitone (Sinatra) ha però mangiato la foglia e gioca la carta del contro-condizionamento per evitare il peggio.
La sceneggiatura di George Axelrod (Colazione da Tiffany, Quando la moglie è in vacanza) - basata su un romanzo di Richard Condon - mescola la politica e la psicoanalisi, Romeo e Giulietta con la Guerra Fredda e il condizionamento pavloviano. Il risultato è un film che si colloca al crocevia tra spy-story e dramma psicanalitico con qualche prolissità di troppo e grande tensione. Nel 2004 Jonathan Demme ne ha girato un remake conservando il titolo originale.    

sabato 24 novembre 2001

Basquiat

anno: 1996       
regia: SCHNABEL, JULIAN  
genere: biografico  
con David Bowie, Dennis Hopper, Gary Oldman, Jeffrey Wright, Benicio Del Toro, Claire Forlani, Michael Wincott, Parker Posey, Elina Löwensohn, Paul Bartel, Cortney Love, Tatum O’Neal, Christopher Walken, Michael Badalucco          
location: Usa
voto: 4

Ascesa e rapidissimo tramonto di Jean Michel Basquiat (Wright), il primo pittore di colore ad essere assurto alla fama internazionale a soli 24 anni, anche grazie alla fortunata egida di Andy Warhol (Bowie), per poi morire a 27 per overdose. Il pittore e regista Schnabel, qui al suo esordio dietro la macchina da presa, racconta l'avanguardia newyorchese a cavaliere degli anni '80 con accenti macchiettistici, costruendo il racconto biografico per episodi nel quale la trasgressione della pop art e del grafitismo vengono narrate come il naturale viatico delle nevrosi di personaggi eccentrici. Soggetto di Michael Thomas Holman, tratto da una storia di Lech J.Majewski e John Bowe.    

domenica 18 novembre 2001

Amore e guerra (Love and death)

anno: 1975       
regia: ALLEN, WOODY   
genere: commedia   
con Woody Allen, Diane Keaton, Harold Gould, Olga Georges-Picot, Zvee Scooler, Despo Diamantidou, Sol L.Frieder, Jessica Harper, Lloyd Battista, Alfred Lutter III            
location: Usa
voto: 6   

Nei primi dell'ottocento il russo Boris (Allen) viene suo malgrado richiamato dall'esercito per contrastare la campagna russa di Napoleone, diventa un eroe per caso ed è perpetuamente innamorato di sua cugina Sonja (Keaton), che pensa a tutti fuorché a lui, mentre le visioni semioniriche della morte si fanno sempre più frequenti.
Parodia di Guerra e pace in stile slapstick, caratterizzata dal tipico umorismo yiddish del regista, molti non-sense, battute a raffica, richiami parodistici al Bergman de Il settimo sigillo e qualche indovinata caricatura. Un'opera sotto la media per il regista newyorchese, con qualche guizzo nelle caratterizzazioni dei personaggi.    

domenica 28 ottobre 2001

Il diario di Bridget Jones (Bridget Jones’ diary)

anno: 2001       
regia: MAGUIRE, SHARON   
genere: commedia   
con Renée Zellweger, Hugh Grant, Colin Firth, Jim Broadbent, Gemma Jones   
location: Regno Unito
voto: 7   

Bridget Jones (Zellweger) ha raggiunto la trentina, è inglese ma fuma come una turca, beve e ha diversi chili di troppo. Logico che in queste condizioni fatichi a trovare un fidanzato. L'occasione più propizia sembra essere il capufficio sciupafemmine che spergiura promesse che non manterrà (Grant), mentre mammà suggerisce di tentare una relazione con un impacciato amico d'infanzia (Firth). Ed è proprio con quest'ultimo - e a seguito di una delusione con il primo - che Bridget ritroverà forma e sorriso.
Sharon Maguire firma una commedia astuta, che rovescia gli stereotipi del genere incarnati dalla silfide Julia Roberts, mostrando una diva in carne, refrattaria alle suggestioni delle scorciatoie per diventare irresistibili e lasciando la scena ad una donna con tutti i suoi problemi e le sue nevrosi. La commedia - pur annoverando qualche luogo comune - è gustosa, le battute divertenti senza cadute nel linguaggio da suburra, i dialoghi originali anche grazie all'apporto delle didascalie. Tutta l'intelligenza della commedia made in England.    

sabato 27 ottobre 2001

É simpatico, ma gli romperei il muso (Cèsar et Rosalie)

anno: 1972       
regia: SAUTET, CLAUDE
genere: sentimentale
con Yves Montand, Romy Schneider, Sami Frey, Bernard Le Coq, Eva-Maria Meineke, Henri-Jacques Huet, Isabelle Huppert, Gisella Hahn, Hervè Sand, Jacques Dhery, Germano Casanova, Pipo Merisi, Carlo Nell, David Tonelli, Umberto Orsini
location: Francia       
voto: 7

Durante una cerimonia Rosalie (Schneider) rivede David (Frey), una sua vecchia fiamma ravvivata dall'incontro. Ma è fidanzata con l'attempato, ricco e brillante Cesar (Montand), che farebbe di tutto pur di tenerla con sé. Dapprima Cesar imbocca la strada del confronto aperto e leale quindi - perdendo terreno - scatena la sua furia contro il rivale, torna sui suoi passi, è persino disposto ad una specie di triangolo amoroso, almeno fino a quando Rosalie non decide di abbandonarli entrambi per poi tornare, a sorpresa e dopo molto tempo, con uno di loro, i quali nel frattempo avevano stretto amicizia.
La sceneggiatura di Jean-Loup Dabade e Claude Sautet fa vibrare le corde più intonate del cinema di Sautet. L'atmosfera è quella congeniale al regista francese, sospesa tra leggerezza e malinconia: Sautet vi innesta una contesa che rovescia l'ordine narrativo del truffautiano Jules e Jim. I due maschi si odiano con cortesia, si picchiano e alla fine trovano l'unione nel comune senso di mancanza della donna che non c'è più. Nel film si vede anche un'adolescente Isabelle Huppert.    

martedì 23 ottobre 2001

Nella società degli uomini (In the company of men)

anno: 1997       
regia: LaBUTE, NEIL 
genere: drammatico 
con Aaron Eckhart, Stacy Edwards, Matt Malloy, Emily Cline, Jason Dixie, Chris Hayes, Michael Martin, Mark Rector         
location: Usa       
voto: 6

Lo yuppie Howard (Eckhart) racconta al suo amico e collega Chad di essere stato lasciato dalla moglie. Architetta allora una vendetta panica con la quale rifarsi contro l'intero genere femminile, consistente nel prendere di mira una potenziale zitella, illuderla e quindi lasciarla bruscamente. La malcapitata è una collega d'ufficio dei due "burloni", una ragazza sorda. Ma il "gioco" prende una piega inattesa per Howard, che si innamora quando è ormai troppo tardi: la ragazza è ormai caduta nelle fauci del lupo cattivo.
Al suo primo film - premiato al Sundance festival - LaBute racconta misoginia e il machismo con un piglio in coraggiosa controtendenza. Algido come il diabolico scherzo cesellato fin nei dettagli dai due protagonisti, Nella società degli uomini è un film dall'inconfondibile impianto teatrale, giocato su un'inconsistenza dei dialoghi che ne fa un'opera da iperrealismo postmoderno e penalizzato da "una certa schematicità dimostrativa" (Morandini).    

venerdì 19 ottobre 2001

Il mattatore

anno: 1959   
regia: RISI, DINO   
genere: commedia   
con Vittorio Gassman, Dorian Gray, Anna Maria Ferrero, Mario Carotenuto, Alberto Bonucci, Fosco Giachetti, Luigi Pavese, Nando Bruno, Linda Sini, Piera Arico, Aldo Bufilandi, Salvatore Cafiero, Mario Scaccia, Fanfulla, Armando Bandini, Mario Frera, Peppino De Filippo    
location: Italia
voto: 7   

Uscito di galera, Gerardo Latini (Gassman) detto l'Artista per l'abilità trasformistica con cui mette in atto le sue truffe, si sposa ma scalpita dalla voglia di tornare sulla breccia. E così comincia a raccontare le sue avventure ad un malcapitato truffatore piombatogli in casa…
Tratto da un racconto di Age e Scarpelli su spunto di Sergio Pugliese, Il mattatore è cucito su misura sull'istrionismo di Gassman, che dà sfoggio di un repertorio comico e di un'abilità trasformistica degna di Fregoli. Il copione di Sandro Continenza, Ettore Scola e Ruggero Maccari è un perfetto meccanismo ad orologeria, capace di allacciare le gag che strutturano il film con una fluidità impressionante. Da allora, Gassman divenne "il mattatore" per eccellenza. Video e audio fuori sincrono    

lunedì 15 ottobre 2001

American history X

anno: 1998       
regia: KAYE, TONY
genere: drammatico
con Edward Norton, Edward Furlong, Beverly D’Angelo, Jennifer Lien, Ethan Suplee, Fairuza Balk, Avery Brooks, Elliott Gould, Stacy Keach, William Russ, Guy Torry, Joe Cortese, Jason Bose-Smith, Antonio David Lyons, Alex Sol, Keram Malicki-Sanchez, Giuseppe Andrews
location: Usa
voto: 5

L'adolescente Edward (Furlong) è obnubilato dalla personalità carismatica del fratello maggiore Derek (Norton), bullo di periferia e sostenitore acceso di un neonazismo che si trasforma in fanatismo. Finito in galera dopo l'omicidio di un nero, Derek abbandona le vecchie convinzioni, nella speranza che suo fratello faccia altrettanto. È troppo tardi?
La spina pungente del nazismo torna a farsi sentire di tanto in tanto anche ad Hollywood: basterebbe pensare a Music box, al terzo episodio di Indiana Jones, a Il maratoneta, a Dossier Odessa o a Uccidete la colomba bianca. Incupiti dall'idea di un possibile ritorno in vita del nazismo, produttori e sceneggiatori americani scongiurano una simile evenienza con film capaci di coniugare lo spettacolo con l'empito pedagogico. American history X non fa eccezione: il racconto - interrotto da numerosi flashback e che riecheggia il Diario di un naziskin scritto da Ingo Hasselbach - è lineare e ben costruito ma lo schematismo della vicenda, l'enfasi didascalica sul tema e l'assenza di un minimo di analisi sociologica (il racconto è quasi interamente imperniato sulla famiglia dei due protagonisti) ne stemperano le potenzialità.    

martedì 9 ottobre 2001

La verità vi prego sull’amore

anno: 2001       
regia: APOLLONI, FRANCESCO  
genere: commedia  
con Elda Alvigini, Pierfrancesco Favino, Beatrice Fazi, Yari Gugliucci, Veronika Logan, Mauro Meconi, Alberto Molinari, Carlotta Natoli, Giacinto Palmarini, Gabriella M.Pession, Barbara Snellenburg, Francesco Apolloni  
location: Italia       
Voto: 5

La sera di San Valentino una decina di ragazzi sulla trentina si incontra nell'appartamento romano di Michelangelo ed Olga. Tra chi ha troppe opportunità amorose, chi non ne ha affatto, chi non riesce a confessare alla fidanzata la propria omosessualità, chi non sa trovare le parole per parlare di cancro ai testicoli alla propria ragazza sessualmente insoddisfattissima ma ignara, chi conosce la Roma come unico amore e chi in quella casa ci è capitata per sbaglio, la serata trascorre virando verso una progressiva confessione collettiva nella quale nessuno riesce a trovare le ragioni del proprio amore.
Sull'onda del successo teatrale, Apolloni - coadiuvato in fase di sceneggiatura da Gianni Cardillo - porta sul grande schermo un film corale, registicamente inconsistente, rapsodico, a tratti divertente e addirittura poetico, disseminato da battute audaci e da quegli attributi così spesso menzionati ed esibiti forse proprio perché il film stesso ne difetta.    

domenica 7 ottobre 2001

Erin Brockovich – Forte come la verità

anno: 2000       
regia: SODERBERGH, STEVEN   
genere: biografico   
con Julia Roberts, Albert Finney, Aaron Eckhart, Marg Helgenberger, Chery Jones, Veanne Cox, Conchata Ferrell, Tracey Walter, David Brisbin, Peter Coyote   
location: Usa
voto: 6,5   

Abbandonata dal marito e con tre figli a carico ma sveglia e determinata, Erin Brockovich (Roberts) trova lavoro presso uno studio legale. Qui le capita il caso di una grossa ditta di costruzioni che, contaminando le falde acquifere presso le quali ha edificato alcune vasche contenenti il pericolosissimo e cancerogeno cromo esavalente, ha diffuso terribili malattie tra la ignara popolazione locale. Volitiva, anticonformista, sguaiata, coraggiosa e intraprendente, Erin recluta oltre 600 denuncianti, riesce a convincere il suo bonario, esperto e riluttante principale (Finney) e sacrifica una bella storia d'amore pur di non darla vinta alla mega-impresa. Il risarcimento alle persone coinvolte - passato alla storia giuridica americana come il più ingente mai assegnato in un contenzioso civile - permise ad Erin di rastrellare un bel po' di soldi.
La vicenda è ovviamente tratta da una storia vera, scritta da Susannah Grant e interpretata senza i consueti accenti fiabeschi da una Julia Roberts scollatissima e seduttiva. Soderberg indovina un prodotto premiato al botteghino, confezionando un film a cavaliere tra la commedia brillante e il cinema d'impegno in stile Silkwood, che involontariamente riecheggia quanto il Vaticano sta facendo da anni ai danni della popolazione residente nei paraggi dei suoi ripetitori. Coprodotto da Danny DeVito.    

mercoledì 26 settembre 2001

Tutta la conoscenza del mondo

anno: 2001       
regia: PUGLIELLI, EROS    
genere: grottesco    
con Giovanna Mezzogiorno, Marco Bonini, Claudio Guain, Giorgio Albertazzi, Eleonora Mazzoni, Cristiano Callegaro, Rolando Ravello, Luis Molteni, Augusto Zucchi, Hal Yamanuchi, Emanuele Astengo                
location: Italia
voto: 3    

Dove risiede tutta la conoscenza del mondo? Nelle aule accademiche dove qualche trombone insegna filosofia teoretica o nell'ineffabilità delle filosofie orientali e New age? Con piglio tra lo stravagante e il giovanilistico e registro da fumettone, Eros Puglielli racconta a modo suo una foucaltiana volontà di sapere che porta parallelamente il leader di un complesso rock di Roma (Bonini) ed un eterodosso paraplegico di mezza età (Guain) verso la ricerca di una guida spirituale, mentre la nipote dell'uomo in carrozzella (Mezzogiorno) rimane abbacinata da un suo professore universitario magniloquente e teatrale (un Albertazzi che rappresenta il maggiore godimento del film). Lo zio e il rockettaro hanno infatti visto un U.F.O. che ha salvato loro la vita. Il primo inizia a compiere miracoli a casa della nipote presso la quale è ospite, mentre l'altro abbandona il gruppo.
Al suo secondo lungometraggio, Puglielli insiste a giocare su uno spirito iconoclasta con troppe concessioni alla simpatia a tutti i costi. Il minestrone di caricature, satira e moltissimo grandangolo è fracassone e grintoso ma anche troppo sgangherato per sembrare davvero un film.    

martedì 25 settembre 2001

L’uomo in più

anno: 2001   
regia: SORRENTINO, PAOLO
genere: drammatico
con Toni Servillo, Andrea Renzi, Nello Mascia, Ninni Bruschetta, Angela Goodwin, Susie Porter, Peppe Lanzetta, Roberto De Francesco, Marzio Honorato
location: Italia   
voto: 7,5

Antonio Pisapia (Renzi) è un calciatore di serie A, timido, onesto, laconico ed introverso, determinato a diventare allenatore non appena avrà raggiunto la pensione pedatoria. Ma Antonio Pisapia (Servillo) è anche un cantante per palati ruvidi in stile Fred Bongusto, un rodomonte crapulone, tirannico, traditore e cocainomane al quale piace godersi la vita senza dover fare rinunce. Omonimi, entrambi residenti a Napoli, i due Pisapia toccano i vertici del successo negli anni '80, per poi venire dimenticati da tutti. Il calciatore muore suicida (il riferimento all'ex capitano della Roma Agostino Di Bartolomei è addirittura esplicito), il cantante finisce sorridente nelle patrie galere.
Il primo lungometraggio di Sorrentino è un film coraggioso, originale, ben costruito, recitato assai bene da Toni Servillo ma complessivamente carente rispetto alla recitazione degli attori, carico di simbolismi e a tratti persino pretenzioso. L'ascesa e il declino dei due omonimi viene raccontata facendo incontrare i protagonisti soltanto in un onirico sottofinale e ponendo interrogativi ambiziosi: se nella vita - come recitano i titoli di testa - il pareggio non esiste, perché tra i due Pisapia ce n'è uno di troppo? Forse che la doppia incompletezza di due uomini riusciti a metà equivarrebbe alla piena riuscita di uno solo?

domenica 23 settembre 2001

Cape fear – Il promontorio della paura

anno: 1991   
regia: SCORSESE, MARTIN  
genere: thriller  
con Robert De Niro, Nick Nolte, Jessica Lange, Joe Don Baker, Robert Mitchum, Juliette Lewis, Gregory Peck, Martin Balsam, Fred Dalton Thompson, Illeana Douglas    
location: Usa
voto: 8  

Max Cady (De Niro) è stato in carcere per 14 anni, entrandovi come analfabeta ed uscendovi dopo avere letto una montagna di libri, dopo essersi difeso da solo e dopo avere imparato a citare a memoria i versi della Bibbia o quelli di opere filosofiche. Quando esce ha un solo obiettivo: vendicarsi dell'avvocato Bowden (Nolte) che - trafugando un  importante documento - lo ha fatto tenere ingiustamente rinchiuso per tanto tempo. Astuto, fisicamente potentissimo (per adottare il personaggio De Niro ingaggiò un personal trainer di body building), Max si trasforma per Bowden e per la sua famiglia in un'ossessione vivente che arriverà all'epilogo in una sorta di apocalisse acquatica.
Ispirato dal lavoro teatrale di James R.Webb nonché dal romanzo di John D.MacDonald e sceneggiato da Wesley Strick, Cape fear riscatta lo scialbo originale trasformando il remake del film di Jack Lee Thompson in un thriller adrenalinico con i caratteri di un assedio da incubo nel quale trovano posto i temi della deontologia professionale e della legittimità della vendetta.    

L'uomo delle stelle

anno: 1994       
regia: TORNATORE, GIUSEPPE  
genere: drammatico  
con Sergio Castellitto, Tiziana Lodato, Leopoldo Trieste, Nicola Di Pinto, Franco Scaldati, Tony Sperandeo, Clelia Rondinella, Jane Alexander, Tano Cimarosa, Costantino Carrozza, Tony Palazzo, Luigi Burruano, Salvatore Billa, Antonella Attili, Carmelo Da Mazzarelli, Giorgio Libassi, Leo Gullotta            
locaion: Italia
voto: 6  

"Profilo destro! Profilo sinistro! Profilo centro!". Addestrati da Joe Morelli - truffatore romano interpretato con marcati caratteri sordiani da Sergio Castellitto - i paesani di un'arretratissima Sicilia del secondo dopoguerra (siamo tra il 1953 e il 1954) vedono il miraggio di una carriera nel mondo della celluloide che non sboccerà mai. Con grande savoir-faire, Joe conquista la fiducia degli autoctoni ma anche i loro risparmi, baratta il denaro con le sue promesse vanagloriose, arraffa tutto e se ne va. Le cose dapprima si complicano allorché un'orfana minorenne (l'esordiente Tiziana Lodato) gli si mette alle calcagna supplicandolo di portarla a Roma, poi quando viene lasciato senza un quattrino da una coppia di truffatori più scaltri di lui per precipitare infine nel momento in cui uno zelante maresciallo dei carabinieri lo fa arrestare.
Con L'uomo delle stelle, Tornatore gioca sul sicuro riportandosi sui temi di Nuovo cinema paradiso. Populista, sentimentale, nostalgico persino nel ricostruire quell'età dell'innocenza della settima arte in cui si ingaggia una lotta tra poveri, tacitamente polemico nel sottolineare l'antinomia Italia-Sicilia, L'uomo delle stelle racconta - alla pari del suo progenitore - la dimensione fiabesca del cinema. La confezione è come sempre impeccabile, la direzione degli attori encomiabile, alcune scene - a cominciare da quella in cui il nostro antieroe riesce a farsi pagare un provino da tre briganti - sono memorabili, la tecnica di ripresa pregevolissima. Ma il plot narrativo di Fabio Rinaudo e dello stesso Tornatore è concepito a sketch e procede per accumulazione, la melassa a tratti tracima e l'operazione finisce col non convincere appieno.    

martedì 18 settembre 2001

Paul, Mick e gli altri (The navigators)

anno: 2001       
regia: LOACH, KEN 
genere: drammatico 
con Joe Duttine, Steve Huison, Tom Craig, Dean Andrews         
location: Regno Unito
voto: 6,5

Sfogliando il vocabolario Ken Loach alla voce Navigators, troviamo parole come privatizzazione, flessibilità, eclissi del sindacato, incidenti sul lavoro, disoccupazione. È infatti questa la lunga catena infilata nel 1995 da un gruppo di operai specializzati delle ex-ferrovie dello stato - Paul, Mick e gli altri, appunto - prima di arrivare all'ultimo anello, quello della morte sul lavoro. Abbandonati gli addetti alle pulizie di Los Angeles di Bread and roses, il regista britannico torna alla fauna che gli è più congeniale, quella dei colletti blu inglesi divisi tra un lavoro possibile ed un privato vivibile. Optando per un racconto corale, Loach mette in scena le trappole nascoste in un altro vocabolario, quello del modernariato postindustriale che con il termine flessibilità - sinonimo di mancanza assoluta di garanzie sul lavoro - vorrebbe farci credere che stiamo andando tutti verso una società migliore. Ma l'ottimo lavoro di documentazione realizzato dal team di Loach e la lucidissima sceneggiatura di Rob Dawber smascherano il trucco, mostrando un'umanità angosciata, lasciata a sé stessa, per la quale l'unica parola che è sinonimo di speranza è solidarietà.    

sabato 15 settembre 2001

Il mistero dell’acqua (The weight of water)

anno: 2001       
regia: BIGELOW, KATHRYN   
genere: giallo   
con Anders W.Berthelsen, Katrin Cartlidge, Ciaran Hinds, Elizabeth Hurley, Josh Lucas, Catherine McCormack, Sean Penn, Sarah Polley, Vinessa Shaw, Ulrich Thomsen    
location: Regno Unito
voto: 5   

Nel 1873, nell'isola di Smuttynose, a largo della costa del New Hampshire, due donne vengono uccise a colpi d'ascia. Un uomo (Hinds) che viveva nella loro casa viene incolpato del delitto. Oltre un secolo più tardi - ai giorni nostri - la giornalista Jean Nichols (McCormack) si reca sul posto in compagnia del marito (Penn), del cognato (Lucas) e della moglie di quest'ultimo (Hurley) in barca a vela con lo scopo di raccogliere indizi a discolpa dell'impiccato. In una progressiva abreazione, per Jean riaffiorano antiche verità sepolte che riguardano il rapporto tra suo marito - poeta di larga fama - e la moglie del cognato. Quella che sembrava essere una specie di vacanza avventurosa si conclude in tragedia.
Pur bravissima nel creare un'atmosfera morbosa, la Bigelow adotta una cifra narrativa contorta, nella quale il racconto procede parallelamente tra il presente e il passato, con flashback nei flashforward e con un montaggio intricatissimo. Risucchiato nel vortice delle troppe ellissi, lo spettatore accampa aspettative sul finale che verranno puntualmente disattese. Così, il film si risolve come una gigantesca cornice senza il quadro, il un eccesso di irritante albagia intellettualoide. La Cartlidge morì assurdamente di setticemia un anno dopo, nel settembre 2002.    

Bad Boy Bubby

anno: 1993   
regia: DE HEER, ROLF   
genere: drammatico   
con Nicholas Hope, Claire Benito, Ralph Cotterill, Syd Brisbane, Norman Kaye, Peter Monaghan, Bridget Walters, Rachael Huddy, Natalie Carr, Paul Philpot, Nikki Price, Carmel Johnson    
location: Australia
voto: 10   

"Bello Bubby bimbo buono", gli mormora la madre (Benito) ansimante mentre nuda lo cavalca nutrendolo del suo amore incestuoso. Bubby è un trentacinquenne idiota che vive recluso con una madre carceriera che gli ha messo in testa che il mondo di fuori è pericoloso e che - per affrontarlo - è necessario equipaggiarsi della maschera antigas. Con loro c'è un micetto al quale Bubby replica le ingiurie materne. Il suo universo è tutto qui: una casa disadorna, la zuppa di pane e latte alla sera, una disciplina ferrea, sulla quale vigila il crocifisso. "Gesù scende giù dalla croce e ti ammazza di botte", lo avverte la madre. Le cose cambiano quando si rifà vivo il padre di Bubby, che nel frattempo ha preso i voti senza perdere i pruriti coniugali. Bubby li vede a letto, ne ha orrore, si indispettisce, li uccide. Esce finalmente di casa. Qui inizia una vita nuova che lo porta a caracollare per la città mettendosi spesso nei guai - ripete tutto quello che sente, anche le cose più sconvenienti - ma anche a trovare una band di bravi ragazzi che lo fanno cantare con loro e un'infermiera premurosa con un enorme seno materno che diventerà sua moglie.
Rolf De Heer marchia a fuoco il suo ingresso nel cinema grazie ad una coraggiosissima coproduzione tra Australia e Italia. Il suo antieroe è un Lucifero nudo che espia sul proprio corpo i peccati del mondo, un Kaspar Hauser che sembra essere il ritratto di un'innocenza atavica al di là del bene e del male. Lo interpreta uno straordinario Nicholas Hope - faccia alla Neil Young, occhi vivissimi - in un film estremo, radicale, eppure incapace di cadere in uno sperimentalismo ozioso che è non di rado il limite di film così anticonformisti ed originali. Un capolavoro, ratificato dal gran premio speciale della Giuria al Festival di Venezia, che chissà quando andrà in televisione a causa del suo corredo di blasfemità, crudezze e pornolalia.

domenica 9 settembre 2001

Le sciamane

anno: 2000       
regia: CICCONE, ANNE RIITTA 
genere: commedia 
con Antonella Ponziani, Cecilia Dazzi, Piero Natoli, Mario De Candia, Tasha Rodrigues, Cynthia Gonzales, Luciana De Falco, Patrizio La Bella, Raffaele "Lele" Vannoli, Paola Campos, Andrea Bove, Nino Frassica, Franco Pennasilico, Angelo Orlando, Maurizio Marchetti, Roberto Farnesi, Macha Meril          
location: Italia
voto: 1 

Claudia (Dazzi) è impiegata presso una società di produzione televisiva, soffre di narcolessia e la sua vita va in pezzi. Intorno a lei gravita una schiera di parassiti: il fidanzato sfaccendato (De Candia) con vocazioni da attore, la sorella alternativa (Dazzi), il padre fricchettone (Natoli). Ma il suo problema più grande è la sua intrinseca incapacità nel prendere decisioni drastiche. Un po' irretita dai consigli dai quali viene bombardata, un po' smarrita, Claudia si avventura per una strada che la porta a consultare medici omeopati, santoni, agopunturisti, maghi e sciamane d'ogni tipo. Riuscirà a diventare un tipo deciso e a sbarazzarsi di tutti gli opportunisti che caracollano nella sua casa?
Nel primo - e speriamo anche ultimo - film della Ciccone, chi sembra essersi davvero smarrito non è tanto la protagonista - che certo ha scarsa confidenza con la recitazione - quanto la regista stessa. Le sciamane, infatti, inanella uno dopo l'altro tutti i luoghi comuni della controcultura, sforzandosi di conferire un accento simpatico al lavoro. Il copione è stravagante, rapsodico, banale e la squadra di caratteristi reclutata per l'occasione - con la sola eccezione del compianto Piero Natoli - assolutamente incapace di trasformare le gag in spunti divertenti. Rozzamente turlupinatorio nei confronti del 1968 e della NewAge, Le sciamane è solo un film coloratissimo che, con I buchi neri di Pappi Corsicato, rappresenta uno dei punti più bassi della produzione cinematografica del cosiddetto nuovo cinema italiano.   

La dea del successo (The muse)

anno: 2000       
regia: BROOKS, ALBERT  
genere: commedia  
con Albert Brooks, Sharon Stone, Andie MacDowell, Jeff Bridges, Mark Feuerstein, Steven Wright, Bradley Whitford, Mario Opinato, Dakin Matthews, Concetta Tomei, Cybill Sheperd, Lorenzo Lamas, Jennifer Tilly, Rob Reiner, Wolfgang Puck, James Cameron, Martin Scorsese          
location: Usa
voto: 3

Trovandosi in un periodo di forte crisi creativa, lo sceneggiatore di successo Steven Philips (Brooks) si rivolge al suo amico Jack (Bridges) per sapere come farsi tornare qualche buona idea. Jack gli suggerisce l'adozione di una musa viziata e capricciosa (Stone) che prima accampa pretese che rischiano di strangolare finanziariamente Steve, quindi si piazza a casa di quest'ultimo. L'ispirazione evocata dalla musa toccherà l'arte pasticcera di Laura (MacDowell), la moglie di Jack, che potrà aprire una biscotteria. Ma si tratta solo di autosuggestione: in realtà, la musa non è che una mitomane fuggita da un nosocomio psichiatrico. Non è la prima volta che sceneggiatori e registi in calo creativo o sul viale del tramonto evochino i loro reali problemi di scrittura camuffandoli per sceneggiatura. È quanto avviene nel copione di Albert Brooks e Monica Johnsen, più banale e prevedibile di una soap opera, farsesco e totalmente privo di spunti comici. Jeff Bridges si limita ad un ruolo di contorno; la Stone, maldiretta, deborda. Cammei a rotta di collo.    

sabato 8 settembre 2001

Inganni pericolosi (Simpatico)

anno: 1999       
regia: WARCHUS, MATTHEW  
genere: noir  
con Nick Nolte, Jeff Bridges, Sharon Stone, Catherine Keener, Albert Finney, Shawn Hatosy, Kimberly Williams, Liam Waite  
location: Usa
voto: 4  

Mentre sta concludendo un grosso affare finanziario con la vendita di uno stallone di razza (il "Simpatico" del titolo originale), Lyle Carter (Bridges) viene raggiunto da una telefonata di Vinnie Webb (Nolte), amico dei tempi in cui, ventenni, i due si riempivano le tasche truccando le corse dei cavalli. Attirato Lyle nella trappola, Vinnie vorrebbe restituire a Simms (Finney), un ex-commissario delle corse, le foto con le quali lo ricattarono mentre l'uomo sodomizzava Rosie (Stone), in seguito diventata la moglie di Lyle. Ma né Simms né Rosie sono interessati a riavere indietro il materiale e l'espiazione dei peccati di gioventù avverrà nei campi d'erba medica del Kentucky.
Tratto dall'omonimo lavoro teatrale di Sam Shepard e sceneggiato dal regista con David Nicholls, Simpatico spreca un cast di rango per un filmetto che si risolve in una bolla di sapone. Le promesse dell'incipit si stemperano in uno scialbo epilogo purificatore. Quanto a terzetti criminali che si arricchiscono con le corse dei cavalli, quello assemblato da Stephen Frears con Annette Bening, Anjelica Huston e John Cusack in Rischiose abitudini diede risultati di gran lunga migliori.    

venerdì 7 settembre 2001

The hole

anno: 2001   
regia: HAMM, NICK 
genere: giallo 
con Thora Birch, Desmond Harrington, Daniel Brocklebank, Laurence Fox, Keira Knightley, Embeth Davidtz, Steven Waddington, Emma Griffiths Malin, Gemma Powell, Gemma Craven, Anastasia Hille, Kelly Hunter 
location: Regno Unito
voto: 7

Per vivere un'avventura insolita e sfuggire alla noia della gita scolastica o a quella del ritorno a casa, quattro figli di papà di un liceo inglese - due ragazze e due ragazzi - si fanno portare da un loro compagno (Brocklebank) in un bunker in disuso collocato nel bel mezzo di un bosco. Rimasti intrappolati all'interno del "buco" per dieci giorni, tre di loro soccombono mentre l'unica sopravvissuta (una Thora Birch assai maturata dai tempi de Il mio amico Zampalesta) dà conto di quanto avvenuto ad una psicologa, mentre il ragazzo che li ha accompagnati viene tenuto sotto torchio. Sembra che quest'ultimo abbia voluto compiere una crudele ritorsione, ma la realtà - ben più agghiacciante - è un'altra e il movente sta tutto in un innamoramento debordante.
Sceneggiato da Ben Court e Caroline Ip, il secondo lungometraggio di Nick Hamm cita successi coevi (The Blair Witch Project, Il collezionista) e passati (Picnic a Hanging Rock) e ricorre a un trucco - quello della ricostruzione inventata di sana pianta - che da I soliti sospetti in poi sembra affascinare molto la new wave hollywoodiana. L'impianto narrativo ha una solidità che sarebbe piaciuta a Hitchcock, l'atmosfera è sapientemente orchestrata in chiave psicologica su registri morbosi e claustrofobici, il finale non è affatto consolatorio. Quanto basta per confezionare un solido film di genere.

giovedì 6 settembre 2001

Frantic

anno: 1988       
regia: POLANSKI, ROMAN 
genere: giallo 
con Harrison Ford, Betty Buckley, John Mahoney, Jimmie Ray Weeks, Yorgo Voyagis, David Huddleston, Emmanuelle Seigner, Dominique Pinon 
location: Francia       
voto: 8

Recatosi a Parigi per un convegno, Richard Walker (Ford), celebre chirurgo americano, vede improvvisamente sparire sua moglie Sondra (Buckley). Dopo essersi vanamente rivolto alle autorità preposte - che fanno orecchie da mercante - il dottor Walker (il cognome, "camminatore", non è casuale) decide di risolvere il mistero da solo. La chiave di tutto sta in un fortuito scambio di valigia avvenuto in aeroporto tra sua moglie e una ragazza (Seigner) che fa da corriere per un gruppo terroristico. Da qui ha inizio una partita a suon di mosse e contromosse che dai tetti spioventi della città finisce per inabissarsi nella Senna.
Coautore col fido Gérard Brach (L'inquilino del terzo piano, Pirati) di un copione con un solo punto oscuro (se c'è stato uno scambio di persona, cosa può avere attratto Sondra Walker fuori dalla sua stanza d'albergo, per finire rapita dai terroristi?), Polanski dirige un thriller mozzafiato nel quale l'audacia pragmatica del protagonista fa da contraltare all'insulsa flemma dei francesi. Asciutto, recitato benissimo, adrenalinico a partire dal titolo ("frantic" sta per "frenetico"), Frantic è uno dei noir meglio riusciti del regista di origine polacca. Esordio per Emmanuelle Seigner, compagna del regista.    

lunedì 3 settembre 2001

Come si fa un Martini

anno: 2001       
regia: STELLA, KIKO
genere: drammatico
con Bruno Armando, Adriana Asti, Flavio Bonacci, Giulio Brogi, Flavio Bucci, Antonio Catania, Maria Consagra, Branca De Camargo, Orsetta de' Rossi, Ennio Fantastichini, Ivano Marescotti, Luis Molteni, Maria Monti, Luigi Montini, Elena Sofia Ricci, Michel Rocher, Fabrizia Sacchi, Renato Sarti, Monica Scattini, Maurizio Trombini, Nicola Alcozer, Alona, Sonia Bergamasco, Elisabetta Coraini, Razo Gamentoré, Paolo Merloni, Ndaw Ndeye Fatou, Diego Ribon, Andrea Tognasca
location: Italia       
voto: 7


Sicuro è morto. Dopo una tempesta di telefonate, la Milano-bene si incontra ai tavoli di un locale alla moda. È qui che Kiko Stella, al suo primo lungometraggio, ambienta le storie tratte dai racconti Come i delfini, scritti dalla psicologa Marina Mizzau, che si era fatta conoscere per un bel saggio su L'ironia dato alle stampe per i tipi di Feltrinelli. Nella trasposizione cinematografica, seguiamo le vicende del rapporto eternamente conflittuale tra un padre gaudente (Brogi) e un figlio cantante lirico (Fantastichini), quelle di un gruppo di aridi e ipocriti intellettuali, quella di una ragazza (Sacchi) incapace di affrancarsi dalla dipendenza psicologica da un partner (Rocher) assai più in là con gli anni di lei, di un'amica (Ricci) costretta a confessare all'altra (Scattini) la relazione col marito di quest'ultima (Bonacci), di una coppia in crisi sentimentale e finanziaria e di un gruppo di impiegati di un'agenzia assicurativa che racconta ai commensali le ingerenze sul possibile decollo di una coppia di innamorati attempati. Già dal titolo, Stella suggerisce l'impossibilità di trovare certezze a partire da questioni come quella della giusta commistione di ingredienti che devono comporre un Martini. Raccogliendo le diverse storie sotto il comune denominatore di un'incomunicabilità dovuta al fatto che ciascuno di noi rimane ancorato alla propria posizione su qualsiasi cosa, atteggiamento che porta ineluttabilmente alla rottura, il regista meneghino indovina un crudo finale alla rovescia, nel quale l'unica coppia che si ama veramente muore tramortita da un'esplosione di gas. Consegnato ai dialoghi efficacissimi di alcuni fra i migliori sceneggiatori sulla piazza come Francesco Bruni e Heidrun Schleef (coadiuvati dal regista e dalla stessa Mizzau - che dal citazionismo intellettuale scendono ai ranghi della lana caprina -,  fotografato benissimo da Italo Petriccione, imparentato con l'Altman di America oggi e lo Scola de La cena e diretto con mano sicura e qualche invenzione visiva, Come si fa un Martini è raccomandabile per la superba prova corale d'attori, tra i quali spicca una Elena Sofia Ricci che non è mai sembrata tanto brava. Sicuro è morto.    

sabato 1 settembre 2001

Harry un amico vero (Harry un ami qui vous veut du bien)

anno: 2000   
regia: MOLL, DOMINIK
genere: thriller
con Sergi Lopez, Laurent Lucas, Mathilde Seigner, Sophie Guillemin, Liliane Rovère, Dominique Rozan, Michel Fau, Lorena Caminata, Laurie Caminata, Victoire De Koster
location: Francia
voto: 8

In viaggio per le vacanze con la sua famiglia, Michel (Lucas) incontra fortuitamente Harry (Lopez), un suo compagno del liceo. Invadente, mefistofelico e inopportuno, Harry riesce a farsi invitare con la sua compagna Prune (Guillemin) da Michel. È nella residenza montana di Michel che iniziano ad accadere strane cose: i genitori di Michel muoiono in un incidente stradale, il fratello sparisce e la presenza di Harry si fa sempre più opprimente. Fino a quando a Michel non diventa tutto improvvisamente chiaro…
Dominik Moll è abilissimo nel tessere una trama avvincente sulla falsariga di film acquatici come Ore 10: calma piatta, Cape fear e Acque profonde, morbosa ed angosciante, salvo poi caricare eccessivamente di aspettative un film che trova un finale intrigante ma lascia in sospeso alcuni elementi. La scelta del cast non avrebbe potuto essere migliore; l'esordio di Moll sfiora il capolavoro di un soffio.    

venerdì 31 agosto 2001

Together (Tillsammans)

anno: 2000       
regia: MOODYSSON, LUKAS 
genere: commedia 
con Lisa Lindgren, Michael Nyqvist, Emma Samuelsson, Sam Kessel, Gustaf Hammerstein, Anja Lundqvist, Jessica Liedberg, Ola Norell, Axel Zuber Shanti Roney, Olle Sarri, Cecilia Frode, Lars Frode, Emil Moodysson, Henrik Lundström, Therese Brunnander, Claes Hartelius, Sten Ljungren 
location: Svezia           
voto: 6,5

Una lesbica, un omosessuale, un altruista un po' coglione, un fanatico della politica, una ninfomane, uno pseudo-intellettuale e una coppia che se ne vuole andare vivono in una comune svedese, nel 1975. L'arrivo della sorella di uno di loro, che ha abbandonato il marito manesco trascinando con sé i due figlioletti, mette in discussione alcune certezze della comune. Si discute se Pippi Calzelunghe fosse una capitalista precoce, sull'opportunità di fare giocare i bambini con la pistola e di acquistare loro un televisore, la carne e la Coca Cola mentre i bambini mimano le torture di Pinochet e gli adulti danzano allegramente alla notizia della morte del Caudillo Francisco Franco.
Moodysson bissa il successo di pubblico e critica ottenuto con Fucking Åmål, girando un film a basso costo, tutto ripreso con la macchina a spalla, coloratissimo e con molti attimi di poesia. Un film nel quale la complessità della scelta di vivere nella comune viene trattata con qualche tratto caricaturale ma anche mostrandone a tutto tondo la potenza coesiva e le contraddizioni.    

martedì 28 agosto 2001

Se fossi in te

anno: 2001   
regia: MANFREDONIA, GIULIO 
genere: commedia 
con Emilio Solfrizzi, Gioele Dix, Fabio De Luigi, Lunetta Savino, Paola Cortellesi, Manuela Ungaro, Bob Messini, Alberto Bognani, Mauro Marino, Sebino Nela 
location: Italia   
voto: 8

Andrea (Emilio Solfrizzi), Bernardo (Gioele Dix) e Christian (Fabio de Luigi) sono tre frustrati. Il primo lavora come ragioniere presso un'industria tessile, il che gli consente di mandare avanti la famiglia ma lo priva della carriera d'attore che avrebbe voluto intraprendere. Il secondo è un industriale straricco senza amici né figli né partner mentre Christian è un disc-jockey indebitato fino al collo che vorrebbe essere ricco come Bernardo. I tre si incontrano fortuitamente su una spiaggia del litorale laziale e da quel momento le loro esistenze si scambiano. Andrea, prendendo il posto di Christian, diventa un formidabile intrattenitore; Christian prende il posto di Bernardo e diventa ricco di colpo mentre Bernardo finalmente ottiene una famiglia sostituendosi ad Andrea. Ma alla lunga tutti torneranno a lamentare la mancanza di qualcosa e a ritrovarsi pressappoco al punto di prima.
Al suo primo lungometraggio, scritto in fase di sceneggiatura con Valentina Capecci e Anna Maria Morelli, Giulio Manfredonia dirige una commedia divertentissima (fulminante la battuta d'esordio di Solfrizzi: "Non vengo da Lodi per lodarvi; non vengo da Piacenza per piacervi; vengo da Chiavari…"). Sorretto da una sceneggiatura di perfezione geometrica, Se fossi in te porta al cinema un cast che viene dall'avanspettacolo (Solfrizzi e Savino) e dalla televisione (Gioele Dix, Fabio De Luigi e Paola Cortellesi sono volti cult delle ultime edizioni di Mai dire gol) con risultati assai spesso esilaranti. Cammeo indovinatissimo per l'ex-terzino della Roma Sebino Nela.    

domenica 26 agosto 2001

La fortuna di Cookie (Cookie’s fortune)

anno: 1998   
regia: ALTMAN, ROBERT  
genere: commedia gialla  
con Glenn Close, Julianne Moore, Liv Tyler, Chris O’Donnell, Charles S.Dutton, Patricia Neal, Ned Beatty, Courtney B.Vance, Donald Moffat, Lyle Lovett, Danny Darst, Matt Malloy, Niecy Nash, Randle Mell  
location: Usa
voto: 8

L'anziana vedova Cookie Orcutt (Neal) vive ormai da anni in uno stato di parziale isolamento, rotto soltanto dalla presenza dell'affettuoso Willis (Dutton) e dalla comparsa saltuaria di sua nipote Emma (Tyler). Decide così di raggiungere suo marito in cielo, accompagnando il gesto finale con la redazione di una breve lettera d'addio a Willis. Il caso vuole però che la prima ad accorgersi del suicidio sia l'avida nipote Camille (Close), che non vede l'ora di liberare la casa per appropriarsene. Fatte scomparire le prove del suicidio, Camille inscena un delitto a scopo di rapina, del quale viene accusato proprio il tenero Willis. Ma la testimonianza di un ragazzino renderà un ferale contrappasso a Camille.
Scritto da Anne Rapp, toccato dal consueto registro corale da un Altman in gran forma, La fortuna di Cookie nasconde il proprio asso nel conflitto di ruoli che interessa tutti i protagonisti della vicenda, ambientata in una piccola cittadina (il film è ambientato a Holly Springs, nel Mississippi). Camille infatti dirige il piccolo gruppo di teatranti della locale chiesa presbiteriana, del quale fanno parte l'avvocato che dovrà difendere Willis e un agente di Polizia. Virato spesso su registri che sfiorano il grottesco, leggero e pieno di grazia, interpretato magnificamente e montato con grande professionalità, La fortuna di Cookie testimonia la forza di un talento registico che non accenna a spegnersi.    

mercoledì 22 agosto 2001

L’assedio

anno: 1998       
regia: BERTOLUCCI, BERNARDO   
genere: drammatico   
con Thandie Newton, David Thewlis, Claudio Santamaria, John C.Ojwang, Paul Osul, Cyril Nri, Veronica Lazar, Gianfranco Mazzoni, Massimo De Rossi, Mario Mazzetti di Pietralata   
location: Italia
voto: 4,5   

Lasciata l'Africa dove suo marito è stato ingiustamente arrestato per essersi opposto al dittatore di turno, Shandurai (la bella Thandie Newton) si reca a Roma, dove studia con successo presso la Facoltà di Medicina e presta servizio come colf nell'abitazione di Mr.Kinski (Thewlis), sita in Piazza di Spagna. L'uomo le presta progressive attenzioni, la vuole in sposa ma ottiene soltanto un rifiuto. Rimasto nei ranghi con piglio aristocratico, e deciso ad ottenere la scarcerazione del marito di Shandurai a costo di sacrificare la propria dote, Kinski si vede pignorare ad uno ad uno tutti gli oggetti della casa, fino al pianoforte a coda - suo strumento di lavoro. Nel giorno in cui si annuncia l'arrivo di suo marito, Shandurai non sa più cosa vuole.
Il titolo del film - sceneggiato dal regista con la moglie Clare Peploe e tratto dal racconto di James Lasdun - fa riferimento alla "strategia della lumaca" attraverso cui Mr.Kinski punta verso il cuore della ragazza. Per quanto ancora segnato dall'ossessione di Ultimo tango a Parigi, lo spunto è interessante, la messa in scena efficacemente sobria e claustrofobica (il film è stato girato a budget ridottissimo), alcune situazioni generano un effetto di sorpresa ma la costruzione filmica tradisce un effetto eccessivamente artificiale, che aggalla nel montaggio eccessivamente vistoso con effetti stroboscopici, nei siparietti musicali di stampo africano e nelle zone oniriche del racconto. Ancora una volta, l'intellettualismo fine a sé stesso va a detrimento del cinema di un regista perennemente sopravvalutato dalla critica ed eccessivamente premiato dal pubblico.    

lunedì 20 agosto 2001

Segreto di Stato

anno: 1995       
regia: FERRARA, GIUSEPPE
genere: drammatico
con Massimo Ghini, Massimo Dapporto, Antonello Fassari, Isabel Russinova, Mariella Valentini, Tony Sperandeo, Adriana Russo, Alfredo Pea, Giampiero Bianchi, Adalberto Maria Merli
location: Italia
voto: 5

Dopo Cento giorni a Palermo (1984) e Giovanni Falcone (1993), il cinema di impegno civile di Giuseppe Ferrara torna ad occuparsi di mafia. Abbandonato il formato storico-biografico, Ferrara punta l'obiettivo tra la Piovra e i Servizi segreti (il SISDE, in particolare), giocando la carta della fiction in chiave thriller-poliziesca. Paradossalmente, è proprio questo l'aspetto più riuscito ed avvincente di un film cinematograficamente scadente, recitato in maniera approssimativa, raccontato per ellissi, dialogato in maniera imbarazzante e fotografato pessimamente. Al centro della vicenda c'è Carlo Tommasi (Ghini), vicequestore della DIA che deve fare luce su un doppio attentato dinamitardo a Milano. Dirottato sulla pista dell'agguato mafioso, Tommasi mangia la foglia e non fatica a capire che dietro c'è un gioco assai più complesso nel quale sono implicati il Ministro dell'Interno, i fondi neri del SISDE, un capomafia e un suo collega di Polizia. Il Paese va da una parte, il film dall'altra. Ma, almeno qui, i colpevoli finiscono col vedere il sole a scacchi o a sfamare i vermi del camposanto. Per la cronaca: dopo avere recitato la parte della giornalista scema in Palombella rossa, Mariella Valentini si confronta con lo stesso ruolo, con aggiunta di materia grigia e sensualità. Soggetto di Andrea Purgatori (Il muro di gomma).    

Il viaggio della sposa

anno: 1997       
regia: RUBINI, SERGIO 
genere: avventura 
con Sergio Rubini, Giovanna Mezzogiorno, Carlo Mucari, Franco Javarone, Umberto Orsini         
location: Italia
voto: 6

Dopo essere stata per 10 anni in convento presso Atri, la bella Porzia Maria Colonna (Mezzogiorno) parte, nel 1636, per il viaggio che dovrà portarla nelle braccia del suo futuro sposo. Accompagnata dal plebeo Bartolo (Rubini) e da una massiccia dose di sfortuna, la donna arriverà a destinazione col suo involontario dioscuro dopo molti mesi, nel corso dei quali ha incontrato briganti e guardie, ha visto la peste, è stata curata dagli zingari e si è innamorata del suo accompagnatore. Il soggetto di Umberto Marino (di nuovo al fianco del regista dai tempi de La stazione) e Sergio Rubini (sceneggiato con Filippo Ascione e Raffaele Nigro) mette in scena l'incontro tra due mondi complementari in un atipico road movie in costume: quello pragmatico ma rozzo del bifolco e quello locupletato da tante letture ma scarso contatto con la realtà della nobildonna. I due piroettano divertiti, rubano la scena ai comprimari e suggeriscono richiami alla più disparata cinematografia, da Travolti da un insolito destino… fino a Pallottole su Broadway. La Mezzogiorno fatica nel mettere a registro il sussiego che è richiesto alla sua parte, mentre Rubini dà prova di una raggiunta maturità recitativa impersonando un maccabeo maledettamente simpatico.    

lunedì 13 agosto 2001

L'imperatore di Roma

anno: 1988   
regia: D'ALESSANDRIA, NICO    
genere: drammatico    
con Gerardo Sperandini, Giuseppe Amodio, Fulvio Meloni, Nadia Haggi, Agnese De Donato    
location: Italia
voto: 8    

Sulla scorta della lezione di cinema pasoliniana, il primo lungometraggio di Nico D'Alessandria è una discesa negli inferi del quotidiano di Gerry (Sperandini), tossicodipendente con problemi psichici, girovago, accattone, parassita, folle con la faccia da vichingo e la vocazione alla dromomania. Quello di Nico D'Alessandria è un anti-cinema a costo irrisorio, girato in bianco e nero e con un doppiaggio perennemente fuori registro, nel quale la potenza dello spettacolo sta tutta nella tragica autenticità del protagonista, un 32enne antieroe postmoderno che interpreta sé stesso mentre caracolla senza meta negli scorci più suggestivi eppure fotografati senza alcun effetto calligrafico della città eterna. Cinema radicale senza pretese intellettuali, un gioiello dell'underground nazionale puntellato dalla musica acida e penetrante delle chitarre di Al Lunati, Carlo Giugni e Tan-Zero e dal repertorio più visionario di Ummagumma dei Pink Floyd.

sabato 11 agosto 2001

Denti

anno: 2000       
regia: SALVATORES, GABRIELE 
genere: grottesco 
con Sergio Rubini, Anouk Grinberg, Tom Novembre, Anita Caprioli, Fabrizio Bentivoglio, Paolo Villaggio, Claudio Ammendola, Barbara Cupisti, Massimo De Lorenzo, Olimpia Di Maio, Ruggero Dondi, Angela Goodwin, Lucia Migliucci, Alice Pepe, Elisabetta Pellini, Luca Pollini, Angelica Russo, Antonella Stefanucci, Emilio Toscano, Franco Trevisi, Riccardo Zinna  
location: Italia
voto: 3 

Fin da piccolo, Antonio (Sergio Rubini) - professore di filosofia a Napoli - è ossessionato dalle dimensioni ipertrofiche dei suoi denti. Il pensiero fisso si estende a tutto il resto e soprattutto all'idea che la sua bella convivente Mara (Anita Caprioli) voglia tradirlo con un dentista. Per Antonio inizia allora un calvario che lo porta da un odontoiatra all'altro. Una nuova dentizione coinciderà con la rinascita spirituale.
Smaccatamente tracotante, il film tratto dal romanzo di Domenico Starnone vuole essere un viaggio psicologico dagli accenti marcatamente onirici nell'identità di un uomo, il cui cannibalismo relazionale viene metaforizzato dalle dimensioni dei denti. Non manca qualche battuta divertente, ci sono molte trovate visivamente originali, la musica di Eraldo Bernocchi è pertinente e gradevole e il cammeo di Fabrizio Bentivoglio è come di consueto un pezzo di inarrivabile bravura. Ma il resto è filosofia crassa, sadismo nei confronti dello spettatore (la virulenza di alcune scene non è paragonabile nemmeno con quella esercitata dal dentista nazista de Il maratoneta) ed albagia intellettualoide.    

venerdì 10 agosto 2001

Il fascino discreto della borghesia (Le charme discret de la bourgeoisie)

anno: 1972       
regia: BUNUEL, LUIS   
genere: grottesco   
con Fernando Rey, D.Seyrig, Bulle Ogier, Stephane Audran, Jean Pierre Cassel, J.Bertheau, Milena Vukotic, M.G.Maione, C.Piéplu, Muni, P.Maguelon, F.Maistre, Michel Piccoli, P.Frankeur    
location: Francia
voto: 6   

Tra perpetui salotti mondani, mangiate pantagrueliche e messinscena continue dettate dalla coscienza costantemente sporca, si svolge la vita della borghesia francese, rappresentata da personaggi abietti e crapuloni, avvezzi alla menzogna e in preda ai loro incubi.
Il soggetto di Luis Buñuel, scritto con la collaborazione di Jean Claude Carrière, mette ancora una volta alla berlina l'ipocrisia borghese in un film corale perennemente a cavaliere tra la dimensione grottesca e quella onirica, nella quale serpeggia un'insopprimibile vis sarcastica nei confronti del bersaglio sociale preferito dal regista spagnolo.    

domenica 5 agosto 2001

Shrek

anno: 2001       
regia: ADAMSON, ANDREW & JENSON, VICKY  
genere: animazione  
location: Usa
voto: 8

L'orco Shrek vorrebbe continuare a vivere in beata solitudine presso la sua palude. Ma l'invasione di una massa di freaks, scherzi della natura allontanati dal paese vicino - governato a sua volta da un piccolo tiranno - rende ardua l'impresa. Così Shrek - accompagnato da un mulo parlante - accetta la soluzione proposta dall'ambizioso vicino: in cambio del recupero della sua solitudine dovrà sottrarre una bellissima principessa dalla vigilanza di un drago. Quando l'operazione sembra concludersi, tra l'orco e la principessa sboccia l'amore, anche grazie ad un'inattesa somiglianza.
Forse più adatto ad un pubblico adulto che di bambini, Shrek si erge di una spanna su molti dei prodotti dello stesso genere. Qualche faceto riferimento sessuale, qualche rutto e una dose immensa di fantasia sono collocati a corredo di una tecnica di animazione a dir poco stupefacente. Un capolavoro.    

sabato 28 luglio 2001

Il commissario Pepe

anno: 1969       
regia: SCOLA, ETTORE   
genere: drammatico   
con Ugo Tognazzi, Silvia Dionisio, Tano Cimarosa, G.Maffioli, M.Comtel, D.Ghia, E.Vazzoler, V.Vendell, Rita Calderoni, E.Persiani, U.Simonetta, N.Paola, P.Starnazza, G.Santercoli           
location: Italia
voto: 6,5   

In una cittadina della provincia veneta il flemmatico commissario Antonio Pepe (Tognazzi), dopo avere chiuso uno o anche tutti e due gli occhi per anni sui futili reati locali, decide di cambiare passo per mettere con le spalle al muro i molti notabili implicati in un giro di prostituzione ed altre amenità. Ma le pressioni dall'alto arresteranno il nuovo corso delle indagini.
Il soggetto di Maccari, Scola e De Lagarda, liberamente tratto da Il commissario Pepe di Ugo Facco De Lagarda (la sceneggiatura è di Maccari e Scola) fotografa clientelismo e nepotismo dell'epoca democristiana con pungente ironia e qualche concessione ad effetti visivi un po' stonati. Efficacissimo Tognazzi nella parte del commissario ironico e disincantato.    

venerdì 20 luglio 2001

Duel

anno: 1971       
regia: SPIELBERG, STEVEN  
genere: thriller  
con DennisWeaver, J.Scott          
location: Usa
voto: 9,5

Di ritorno a casa, il tranquillo David Mann (Dennis Weaver) commette l'ingenuità di superare su una strada statale un T.I.R., uno di quegli autoarticolati enormi che impensieriscono gli automobilisti e la stradale. Da quel momento, il viaggio diventa un incubo, caratterizzato da un perenne inseguimento e diversi tentativi di assassinio che non avranno mai esito.
Con un budget ridottissimo ma un'idea grande - l'Idea per eccellenza del cinema americano, quella dell'inseguimento - Spielberg firma il suo primo lungometraggio. Nascondendo costantemente il volto dell'inseguitore e mostrando tutto il terrore dell'ineseguito, il film assume da subito i connotati di una discesa nell'incubo. Un capolavoro del genere thriller con i connotati del B-movie.    

domenica 8 luglio 2001

L'esorcista (The exorcist)

anno: 1973       
regia: FRIEDKIN, WILLIAM
genere: horror
con Ellen Burtsyn, Max Von Sydow, Lee J.Cobb, Kitty Winn, Jack MacGowran, Jason Miller, Linda Blair, Reverend William O’Malley, Barton heyman, Pete Masterson, Rudolf Schündler, Gina Petrushka, Robert Symonds, Arthur Storch, reverend Thomas Bermingham, Vasiliki Maliaros, Titos Vandis, Wallace Rooney, Ron Faber, Donna Mitchell, Roy Cooper, Robert Genrringer, Mercedes McCambridge
location: Usa       
voto: 7

L'adolescente Regan (Blair) sembra manifestare segni di squilibrio. La madre (Burstyn), un'attrice sboccata e mangiapreti, tenta prima la strada "istituzionale" della psichiatria, quindi si arrende alla crudezza delle manifestazioni della figlia ed assolda un esorcista, padre Karras (Jason Miller), nel pieno di una crisi di fede. Con l'aiuto dell'esperienza dell'anziano padre Merrin (Von Sydow), l'uomo riesce a scacciare Satana dal corpo della ragazzina, pagando tuttavia un prezzo altissimo.
Lento e farraginoso nella prima parte, il film scritto e prodotto da William Peter Blatty (lo sceneggiatore capace di passare dai toni brillanti di Spogliarello per una vedova a quelli inquientanti del film di Friedkin) decolla nella seconda, toccando uno dei massimi vertici del cinema dell'orrore. Spruzzi di bile, deflorazioni vaginali col crocifisso, linguaggio crudissimo, terremoti energetici e la voce della protagonista arrochita dalla presenza del suo possessore sono soltanto alcuni dei molti ingredienti di un film ad altissimo tasso adrenalinico, non a caso tornato nelle sale a quasi trent'anni di distanza, con una ventina di minuti shock che all'epoca furono tagliati.    

sabato 30 giugno 2001

Boom

anno: 1999       
regia: ZACCARIELLO, ANDREA    
genere: commedia a episodi    
con Piero Natoli, Pier Maria Cecchini, Alessandro Di Carlo, Eliana Miglio, Tiziana Pini, Serena Bonanno, Andrea Muzzi, Brad Harris, Ilaria Occhini, Irma Capcec Minutolo, Cristofer Ahrens, Sergio Ammirata, Mario Grossi, D.Zamponi, A.Di Carlo    
location: Italia
voto: 2    

Tre episodi nella Roma popolare. Nel primo Dante (Natoli), genitore scarsamente alfabetizzato, vorrebbe che il proprio figlio facesse il calciatore da grande. Ma il bambino non ne vuole sapere, prende fior di voti a scuola e alla fine sarà il padre a prendere il diploma di terza media. Nel secondo episodio un cameriere ha aspirazioni da cantante retrò. Nel terzo, Aurelio (Cecchini), un uomo prossimo alla quarantina, vive nel mito del padre mai conosciuto, quel Gordon Steele che negli anni sessanta si affermò nel nostro cinema interpretando la parte di Maciste in diversi film.
Zaccariello aggiorna la saga de I mostri agli anni novanta. La comicità è greve, le battute sanno di barzelletta posticcia e la regia è confusa. Il ritratto popolare di un'Italia alla ricerca del boom rimane soltanto una sparata nel titolo.    

sabato 23 giugno 2001

Il dolce domani (The sweet hereafter)

anno: 1997       
regia: EGOYAN, ATOM   
genere: drammatico   
con Ian Holm, Maury Chaykin, Peter Donaldson, Bruce Greenwood, David Hemblen, Brooke Johnson, Arsinée Khanjian, Tom McCamus, Stephamie Morgenstern, Earl Pastko, Sarah Polley, Gabrielle Rose, Alberta Watson    
location: Usa
voto: 5,5   

Una cittadina del New Hampshire è in lutto: uno scuolabus è uscito di strada portando alla morte quasi tutti i bambini in viaggio. Si salvano solo la conducente e una ragazza. Sul posto arriva un avvocato (Holm) "avvelenato da amari risentimenti contro la vita" (Kezich) deciso a rappresentare le famiglie colpite dalla tragedia contro la fabbrica che ha prodotto il mezzo. Ma tra omertà e diffidenza la strada si fa difficile e il mistero si infittisce.
Il film dell'armeno-canadese Egoyan - basato sul romanzo di Russell Banks - inizia come una detective story, si contorce in una costellazione di flashback non sempre limpidi e si trasforma nel dramma personale dell'avvocato. Insignito a Cannes con il gran premio della Giuria, Il dolce domani convince a metà: troppo prossimo alla fiction per rappresentare il dolore, troppo incerto sulla scelta narrativa da adottare.    

mercoledì 30 maggio 2001

Butch Cassidy

anno: 1969   
regia: HILL, GEORGE ROY 
genere: western 
con Paul Newman, Robert Redford, Katharine Ross, Strother Martin, Jeff Corey, Henry Jones, George Furth, Cloris Leachman, Don Keefer, Ted Cassidy, Donnelly Rhodes, Sam Elliott, Jody Gilbert, Kenneth Mars, Timothy Scott, Francisco Cordova, Charles Dierkop 
location: Bolivia, Usa
voto: 8

"Ciò che vedrete è quasi tutto vero", annunciano i titoli di testa del film. Nell'epopea della Frontiera, la banda di Butch Cassidy e del suo amico Sundance Kid, noto in tutti gli States per la proverbiale abilità con la rivoltella, semina il panico a tutte le latitudini mettendo a segno spettacolari quanto rapide rapine. Finché il gioco non si trasforma in un'instancabile caccia all'uomo (ma in questo caso i fuggitivi sono tre: i due amici e la donna di uno di loro). I tre riparano in Bolivia e quando orami sembrano essere pronti per una nuova vita, li attenderà un destino ridicolo.
Scritto da William Goldman (già autore di Soldato sotto la pioggia), il film di Hill si muove tra toni da commedia e un'inesauribile vena avventurosa, raccontata per intero come un'eterna fuga. Un classico del western.    

martedì 15 maggio 2001

Il mestiere delle armi

anno: 2000   
regia: OLMI, ERMANNO    
genere: storico    
con Christo Jivkov, Dessy Tenekedjieva, Sandra Ceccarelli, Sergio Grammatico, Dimitar Ratchkov, Sasa Vulicevic, Aldo Toscano, Paolo Magagna, Giancarlo Belelli, Nikolaus Moras, Maurizio Zacchigna, Paolo Roversi, Claudio Tombini, Franco Palmieri, Fabio Giubbani, Michele Zattara, Vittorio Corcelli, Francesca Lonardelli    
location: Italia
voto: 8    

L'ultima battaglia di Giovani de' Medici (Jivkov), passato alla storia come Giovanni dalle Bande Nere, al quale fu fatale lo scontro che le truppe pontificie da lui guidate ingaggiarono contro quelle germaniche nel 1526, che dal duca D'Este avevano acquistato l'artiglieria pesante (i primi rudimentali cannoni) e che si giovarono del doppio gioco che Federico Gonzaga fece a danno dello stesso Giovanni de' Medici.
Olmi torna dietro alla macchina da presa con un film decisamente in controtendenza, ispiratissimo, magicamente girato tra le nebbie degli esterni in Bulgaria e gli splendidi palazzi d'epoca di Mantova e Ferrara. Sposando una scelta stilistica radicale che nulla concede allo spettacolo come intrattenimento puro, restituendo alla storia l'autenticità della lingue e dei dialetti del tempo, giocando sui tempi rarefatti e diluiti di un'epoca che sembra lontanissima dalla società dromologica di oggi, Olmi filma un film fuori dal tempo, stilisticamente perfetto senza mai essere calligrafico, contrappuntato da musiche bellissime che si muovono tra le polifonie del quattrocento e la dodecafonia.    

martedì 1 maggio 2001

Cose molto cattive (Very bad things)

anno: 1999   
regia: BERG, PETER    
genere: grottesco    
con Christian Slater, Cameron Diaz, Daniel Stern, Jeanne Tripplehorn, Jon Favreau, J.Piven, Leland Orser    
location: USA
voto: 6    

Cinque amici si mettono in viaggio per Las Vegas per festeggiare l'addio al celibato di uno di loro, destinato ad un'autentica arpia (Cameron Diaz).Giunti nella Città del Gioco, ammazzano accidentalmente una squillo e successivamente il vigilante dell'albergo che ha scoperto l'omicidio. Al ritorno presso le rispettive famiglie, la tensione di qualcuno di loro innesca una guerra che si risolve in un'ecatombe. Ma il matrimonio si farà lo stesso.
Peter Berg, autore anche del soggetto, rovescia gli smielati luoghi comuni dei film in stile Il matrimonio del mio migliore amico, mostrando l'aspetto esiziale del matrimonio. Crudeltà genuina, grandguignol, isterismo e ritmo asfissiante e non sempre gradevole si addizionano in un concentrato di cinismo, in una climax che ha il suo culmine nell'ultima scena.