domenica 27 novembre 2011

Il buio oltre la siepe (To kill a mockingbird)

anno: 1962   
regia: MULLIGAN, ROBERT
genere: drammatico
con Gregory Peck, John Megna, Frank Overton, Rosemary Murphy, Brock Peters, Mary Badham, Phillip Alford, Robert Duvall, Paul Fix, Collin Wilcox Paxton, Alice Ghostley, William Windom, James Anderson
location: Usa
voto: 8,5

Viene da romanzo d'esordio di Harper Lee l'apologo morale di Robert Mulligan, che aggiorna lo spirito democratico di Frank Capra con un film ambientato durante la Grande Depressione. Né è protagonista un avvocato che tutti chiamano Atticus (Peck), vedovo e padre di due ragazzini, chiamato a difendere un nero (Peters) da un'ingiusta accusa di stupro. Per i suoi figli e per l'intera comunità di cui fa parte sarà l'occasione per una grande lezione morale.
Con Il buio oltre la siepe Mulligan firma il suo film migliore, muovendosi su diversi piani narrativi, mettendo ora al centro della storia i due piccoli protagonisti, ora il loro salomonico padre e costruendo l'intreccio su un doppio caso di pregiudizio: quello verso il "diverso", solo perché strano - un vicino di casa del quale si raccontano leggende di pura fantasia, interpretato da un giovanissimo Robert Duvall, il quale avrà un ruolo di punta nel finale  - e quello verso il nero in una società ancora fortemente razzista. L'esempio di Furia di Fritz Lang è sotto le righe della sceneggiatura (di Horton Foote); la bella prova d'attori, la cura del dettaglio e il pregevole bianco e nero fanno il resto, facendo meritare al film ben 3 premi Oscar: miglior attore protagonista, sceneggiatura e scenografia.

sabato 26 novembre 2011

Miracolo a Le Havre (Le Havre)

anno: 2011       
regia: KAURISMÄKI, AKI 
genere: grottesco 
con André Wilms, Kati Outinen, Jean-Pierre Darroussin, Blondin Miguel, Elina Salo, Evelyne Didi, Quoc Dung Nguyen, François Monnié, Roberto Piazza, Pierre Étaix, Jean-Pierre Léaud 
location: Francia
voto: 3

19 anni dopo Vita da Bohème, il finlandese Kaurismaki torna in Francia per raccontare, con toni inusitatamente più leggeri rispetto ai recenti Le luci della sera e L'uomo senza passato, un mondo ai margini che vuole anche essere anche un tributo - in parte esplicito, a cominciare dal nome del protagonista, Marcel Marx - a Marcel Carnè, ai fratelli Marx, ma anche a Tati e Bresson. Lo schema è il solito: una storia fuori dal tempo, facce irregolari, attori chiamati alla non recitazione, macchina da presa immobile, regia straniata, ritmo lentissimo, improvvisi scantonamenti tra l'onirico e il grottesco, dropout al centro della narrazione e persino un siparietto rockettaro con un Little Bob (Piazza) molto vicino alle stramberie dei Lenigrad Cowboys. Ma stavolta la fiaba di Aki Kaurismaki manca il bersaglio e la vicenda di Idrissa (Miguel), ragazzino partito dall'Africa per raggiungere in Inghilterra i suoi genitori con la benemerenza di un lustrascarpe (Wilms) e dei suoi sodali, è uno spunto narrativo davvero troppo esile.    

venerdì 25 novembre 2011

Sguardo nel vuoto (The lookout)

anno: 2007       
regia: FRANK, SCOTT
genere: thriller
con Joseph  Gordon-Levitt, Jeff  Daniels, Matthew  Goode, Isla  Fisher, Carla  Gugino, Bruce  McGill, Alberta  Watson, Alex  Borstein, Sergio  Di Zio, David  Huband, Laura  Vandervoort, Greg  Dunham, Morgan  Kelly, Aaron  Berg, Tinsel  Korey, Leslie  Bais, Brian  Roach, Suzanne  Kelly, Marc  Devigne, Janaya  Stephens, Ofield  Williams
location: Usa
voto: 3

Una ragazzata con l'auto a fari spenti nella notte - nemmeno fosse Battisti - e Chris (Gordon-Levitt) si schianta facendo secchi due suoi amici e rimanendo permanentemente senza memoria. Tramontata ogni velleità in ambito sportivo, il ragazzo trova un'occupazione come uomo delle pulizie in una banca e un piccolo malavitoso locale (Goode) ne vuole approfittare per fare un colpo e sistemarsi. Sarà una carneficina ma forse Chris troverà finalmente la via d'uscita ai sensi di colpa per quel terribile incidente.
Questa sorta di Memento in versione teen-movie, servito da un cast di quart'ordine (con la sola eccezione di Jeff Daniels), sembra avere la pretesa di mirare in alto con la favoletta della redenzione e l'excursus in chiave socio-psicologica sulla famiglia castrante e sopraffattrice. Ma è soltanto la scialba fotocopia di mille altri film.    

martedì 22 novembre 2011

I primi della lista

anno: 2011       
regia: JOHNSON, ROAN 
genere: commedia 
con Claudio Santamaria, Francesco Turbanti, Paolo Cioni, Sergio Pierattini, Daniela Morozzi, Fabrizio Brandi, Capovilla 
location: Austria, Italia
voto: 5,5

Nel giugno 1970, dopo una fuga di notizie, il cantautore pisano Pino Masi (Santamaria) si convince, insieme a due compagni d'avventura (Turbanti e Cioni, entrambi ottimi eosrdienti), che in Italia, dopo la Grecia, è imminente il colpo di Stato militare. I tre decidono così di riparare in Austria per chiedere asilo politico. Vengono invece arrestati per poi tornare in patria con la coda tra le gambe.
Tratto dal racconto autobiografico dell'allora liceale Renzo Lulli, uno dei tre protagonisti della vicenda, il film dell'italo-inglese Roan Johnson, che aveva già firmato un episodio di 4-4-2, è un road movie spiritoso e garbato ma imperniato su uno spunto esilissimo che alla fine risulta stiracchiato. A una seconda lettura potrebbe sembrare il ritratto di un ragazzo paranoico ma talmente visionario che soltanto 6 mesi più Valerio Borghese avrebbe davvero tentato il golpe.
Imperdibile sia la versione volutamente fasulla di Quello che non ho, di De André (sarebbe arrivata 11 anni più tardi) che le brevissime scene in cui i veri protagonisti dell'avventura di 40 anni prima incrociano gli attori che li impersonano.    

lunedì 21 novembre 2011

L'immortale (L'immortel)

anno: 2010   
regia: BERRY, RICHARD
genere: gangster
con Jean Reno, Kad Merad, Jean-Pierre Darroussin, Marina Foïs, Luc Palun, Richard Berry, Joey Starr, Dominique Thomas, Martial Bezot, Daniel Lundh, Joséphine Berry, Max Baissette de Malglaive, Gabriella Wright, Fani Kolarova, Claude Gensac, Venantino Venantini, Moussa Maaskri, Catherine Samie, Jessica Forde, Philippe Magnan
location: Francia
voto: 6

Marsiglia come Napoli e Palermo. Mafia, droga, sporchi giri d'affari, corruzione. Charly Matteï (Reno) non ne vuole sapere più di questo ciarpame e vorrebbe starsene in pace con la sua famiglia. Ma il passato ritorna e nel chiuso di un grande parcheggio gli sgherri di Tony Zacchia (Merad) lo crivellano di colpi. Non bastano una ventina di proiettili a finirlo: l'uomo si ristabilisce e pianifica la sua vendetta contro quello che era l'amico di un tempo.
Richard Berry frulla il modello Hollywoodiano stile Ronin con il bessoniano Leon (che infatti è qui in veste di produttore), entrambi con Jean Reno nel ruolo da protagonista. Il killer dal cuore tenero (la piantina da salvare a tutti i costi in Leon, qui l'opera lirica) si fa in quattro per la famiglia, non tollera il tradimento nell'amicizia e procede come un carro armato per concretizzare il suo obiettivo. Violentissimo, girato e montato con un occhio al videoclip e l'altro al piazzamento virtuosistico della macchina da presa, il film tratto dall'omonimo romanzo di Franz-Olivier Giesbert è un buon prodotto di genere che non aggiunge nulla a film come L'uomo dal braccio d'oro, L'uomo dalla due ombre o A history of violence.    

domenica 20 novembre 2011

Scialla!

anno: 2011       
regia: BRUNI, FRANCESCO
genere: commedia
con Fabrizio Bentivoglio, Barbora Bobulova, Filippo Scicchitano, Vinicio Marchioni, Giuseppe Guarino, Prince Manujibeya, Arianna Scommegna, Giacomo Ceccarelli, Raffaella Lebboroni
location: Italia
voto: 8


Scialla, lascia perdere, non te la prendere. È questa la diffusissima espressione romanesca del neo-linguaggio giovanile che meglio condensa l'atteggiamento di questa generazione Y, che come unica risposta a una condizione esistenziale intollerabile ha l'anestetico del nichilismo. La rappresenta benissimo il quindicenne Luca (Scicchitano), cresciuto da una madre in procinto di partire per l'Africa (Scommegna), la quale lo affida a Bruno (Bentivoglio), ghostwriter per gente di spettacolo e pornodive, che ha abbandonato l'insegnamento e che fa ripetizioni private per arrivare alla fine del mese. In occasione del passaggio di testimone, Bruno apprende di essere il padre di Luca, nato dall'avventura di una sera. A Luca, ragazzo sveglio ma difficile e con pochissima voglia di studiare, Bruno impartirà una lezione di vita che lo rimetterà in carreggiata.
Passato per la prima volta dietro la macchina da presa, il livornese Bruni, fidatissimo sceneggiatore di Paolo Virzì, firma un film di notevole acutezza sociologica, nel quale il messaggio sul valore della cultura come unica via d'uscita dalla dimensione ovattata di un perenne presente arriva forte e chiaro tra registri da commedia, script eccellente, una breve quanto implausibile divagazione thriller e qualche concessione favolistica. Bravo l'esordiente Sciacchitano. Bentivoglio, invece, merita la standing ovation: recita con viso, voce e corpo in una performance assolutamente memorabile.

venerdì 18 novembre 2011

La visita

anno: 1964   
regia: PIETRANGELI, ANTONIO 
genere: commedia 
con Sandra Milo, François Périer, Mario Adorf, Gastone Moschin, Nando Angelini, Ettore Baraldi, Giancarlo Bellagamba, Bruno Benatti, Didi Perego, Carla Vivian, Abele Reggiani, Angela Minervini, Paola Del Bon, Ferdinando Guerra 
location: Italia
voto: 6,5

Quando ancora non c'erano le chat lines esisteva il fermo posta. È lì che si scrivevano anonimi cuori solitari in cerca dell'anima gemella o di qualche avventura mordi e fuggi. Antonio Pietrangeli firma il suo film migliore con una storia piccolissima, tutta girata in unità di tempo e di luogo, su due persone che si sono conosciute scrivendosi e che finalmente hanno l'occasione per conoscersi direttamente. Lei (Milo) è una ragazzotta del ferrarese prossima alla quarantina, buona e ingenua e con una discreta dote; lui (Périer) un commesso di libreria romano, parassita, meschino e razzista, che in occasione della visita darà prova di tutta la sua bassezza.
Girato in chiave di commedia, il film di Pietrangeli, tratto da un racconto di Cassola e sceneggiato da Scola e Maccari, è una riflessione amarissima sulle illusioni dell'amore, che anticipa il penetrante ritratto di donna realizzato con Io la conoscevo bene.    

domenica 13 novembre 2011

Una separazione - Nader and Simin: A Separation (Jodaeiye Nader az Simin)

anno: 2011       
regia: FARHADI, ASGHAR  
genere: drammatico  
con Leila Hatami, Peyman Moadi, Shahab Hosseini, Sareh Bayat, Sarina Farhadi, Babak Karimi, Ali-Asghar Shahbazi, Shirin Yazdanbakhsh, Kimia Hosseini, Merila Zarei  
location: Iran
voto: 6,5

Nader (Moadi) e Simin (Hatami) si separano. Lei ha un'occasione di lavoro altrove, lui non se la sente di lasciare a chissà chi il padre ammalato di Alzheimer (Shahbazi). Decidono di separarsi ma prima che il giudice (Karimi) possa mettere la parola fine alla loro vicenda un altro impedimento giudiziario li unirà di nuovo: l'accusa rivolta a Nader di avere fatto perdere, con una spinta, il nascituro a Razieh (Bayat), badante del padre, durante un alterco.
Il film vincitore al festival di Berlino è un film di grande complessità, centrato sulle tematiche dell'orgoglio, della religione come potente elemento coercitivo, dei rapporti di genere e famigliari, con scelte narrative tanto originali quanto imprevedibili, addirittura ellittiche. Eppure l'opera nel suo insieme rimane fredda, estremamente cerebrale, troppo "scritta" per risultare vera.   

Campo de' fiori

anno: 1943   
regia: BONNARD, MARIO
genere: commedia
con Aldo Fabrizi, Caterina Boratto, Peppino De Filippo, Anna Magnani, Olga Solbelli, Cristiano Cristiani, Rina Franchetti, Guglielmo Barnabò, Ciro Berardi, Olga Vittoria Gentilli, Gorella Gori, Gioconda Stary, Checco Rissone, Pina Piovani, Guido Morisi, Alfredo Martinelli, Enrico Luzi, Luana Lori, Saro Urzì, Lia Campomori, Olga Capri, Giulio Calì
location: Italia
voto: 6


In continua competizione con l'amico barbiere (De Filippo) sulle proprie capacità seduttive, un pescivendolo del mercato rionale di campo de'Fiori (Fabrizi), a Roma, si invaghisce di una donna dell'alta società (Boratto, inguardabile quanto a recitazione). Ne rimarrà deluso, ma la donna che fa per lui (Magnani) è a portata di mano.
Spaccato di una Roma semplice e ingenua, ruspante, il film di Bonnard, con Fellini impegnato in sede di sceneggiatura a tradurre il soggetto di Marino Girolami, si muove tra commedia e melò, con momenti diseguali ma sostenuto da un'ottima prova di Fabrizi e De Filippo.

sabato 12 novembre 2011

Pina

anno: 2011       
regia: WENDERS, WIM 
genere: documentario 
con Pina Bausch, Regina Advento, Malou Airaudo, Ruth Amarante, Jorge Puerta Armenta, Rainer Behr, Andrey Berezin, Damiano Ottavio Bigi, Ales Cucek, Clémentine Deluy, Josephine Ann Endicott, Lutz Förster, Pablo Aran Gimeno, Mechthild Grossmann, Silvia Farias Heredia, Barbara Kaufmann, Nayoung Kim, Daphnis Kokkinos, Ed Kortlandt, Eddie Martinez, Dominique Mercy, Thusnelda Mercy, Ditta Miranda Jasjfi, Cristiana Morganti, Morena Nascimento, Nazareth Panadero, Helena Pikon, Fabien Prioville, Jean-Laurent Sasportes, Franko Schmidt, Azusa Seyama, Julie Shanahan, Julie Anne Stanzak, Michael Strecker, Fernando Suels Mendoza, Aida Vainieri, Anna Wehsarg, Tsai-Chin Yu, Alexeider Abad Gonzales, Stephan Brinkmann, Meritxell Checa Esteban, Paul Hess, Rudolf Giglberger, Chrystel Wu Guillebeaud, Mu-Yi Kuo, Szu-Wei Wu, Tomoko Yamashita, Sergey Zhukov, Andy Zondag 
location: Germania
voto: 6,5

Amici di lungo corso, entrambi tedeschi, Wim Wenders e Pina Bausch si incontrano finalmente al cinema in un'opera che è più merito della seconda, morta di cancro nel 2009, che del primo. Wenders sperimenta per la prima volta il cinema in 3d, esalta le straordinarie coreografie dell'artista di Wuppertal, condisce tutto con una straordinaria colonna sonora ma firma un'opera che non è cinema. Al regista, da anni a corto di guizzi, va il merito di aver dato vitalità ai non luoghi, contesto tipico del suo cinema nell'ultimo decennio, attraverso soluzioni visivamente ardite, giocate su fortissimi contrasti. Ma gran parte della meraviglia che suscitano molte delle coreografie prese dagli spettacoli più noti della Bausch, da Cafè Müller a Le sacre du printemps, va alla straordinaria potenza delle immagini create a teatro, alla loro forza evocativa, all'estrema originalità del componimento teatrale. Wenders evita comunque l'agiografia, lascia qualche (inutile) testimonianza ai ballerini del Tanztheater, tenendosi lontano da qualsiasi tentazione documentaristica tradizionale.    

martedì 8 novembre 2011

Antonio + Silvana = 2

anno: 2011       
regia: ALEANDRI, SIMONE * GANDOLFO, VANNI * ONORATI, LUCA
genere: documentario
con Silvana Basile, Antonio Catalini, Luciano Piastra
location: Italia
voto:2

Presentato fuori concorso (e meno male!) al Festival del cinema di Roma, Antonio + Silvana = 2 insegue con la videocamera le stramberie di una dropout trasteverina sulla sessantina (Basile), improvvisatasi stalker ai danni di un placido vecchietto (Catalini) che vive in una casa di riposo e che è continuamente oggetto delle sue bramosie. Il cuoco di un ristorante locale (Piastra) fa da testimone alla vicenda, snocciolando aneddoti privi di interesse mentre i tre registi si affannano nel tentativo di strappare la risata filmando le bizzarre scritte che Silvana lascia sui muri all'indirizzo dell'amato. Perché i tre giovani registi abbiano girato un film del genere resta un mistero: non c'è approfondimento psicologico, non viene stimolata l'empatia con la scapestrata e mostruosa protagonista, manca persino la satira grottesca, incapace di cattiveria.    

lunedì 7 novembre 2011

Tournèe

anno: 2011       
regia: AMALRIC, MATHIEU
genere: grottesco
con Miranda Colclasure, Suzanne Ramsey, Dirty Martini, Julie Atlas Muz, Angela de Lorenzo, Alexander Craven, Mathieu Amalric, Damien Odoul, Ulysse Klotz, Simon Roth, Joseph Roth, Aurélia Petit, Antoine Gouy, Pierre Grimblat, Jean-Toussaint Bernard, Anne Benoît, Florence Ben Sadoun, Erwan Ribard, Julie Ferrier, Franzo Curcio, André S. Labarthe, Jean-François Marquet, Laurent Roth, Alexia Crisp-Jones, Hélène Houël, Feriel, Erick Lenoir, Xavier Pottier
location: Francia
voto: 1

Un impresario (Amalric) torna nella "sua" Francia con un corpo da ballo di donnone americane che parlano come Stanlio e Ollio, per imbastire uno spettacolo di new burlesque in giro per il Paese. Sarà l'occasione per fare i conti col passato.
All'esordio dietro la macchina da presa, Amalric gira un road movie che non riesce a tenere neppure per un attimo il flusso narrativo. Tutto è divagazione, dalle singole scenette alla macchina da presa che se ne va per conto suo lasciando gli attori fuori campo. Inutile e disperato tentativo di dirigere un film originale che gravita intorno all'esuberanza dei corpi ma che fa solo incetta di sbadigli.    

martedì 1 novembre 2011

Io sono un autarchico

anno: 1976   
regia: MORETTI, NANNI
genere: grottesco
con Nanni Moretti, Fabio Traversa, Paolo Zaccagnini, Giorgio Viterbo, Luigi Moretti, Alberto Flores D'Arcais, Franco Moretti, Benedetta Bini, Simona Frosi, Roberto Pizza, Beniamino Placido, Luciano Agati, Paolo Flores D'Arcais, Stefano Bergesio, Stefano Brasini, Enrico Proietti, Fabio Sposini, Guido Valesini, Alberto Abruzzese, Piero Galletti, Lori Valesini, Lucio Ravasini, Andrea Pozzi, Andrea Parlatore, Lorenza Codignola, Mauro Fabretti
location: Italia
voto: 6,5

C'è la summa di tutta una generazione, quella che nel 1976 aveva 23 anni come l'esordiente regista e attore Nanni Moretti, in questo film eterodosso e dissacrante girato in super 8 da una compagnia di non attori, tutti amici (e qualche parente del regista). Al centro della vicenda c'è un regista underground (Traversa) che vorrebbe allestire uno spettacolo in uno dei tanti teatrini off della capitale. Per farlo, costringe i suoi sodali a grotteschi tour de force, soprattutto fisici, e a discussioni collettive. Dal film d'esordio di Moretti esce un ritratto generazionale sghembo, tra il teatro dell'assurdo di Jonesco e la docufiction amatoriale. Sono le prove generali per Ecce bombo: molta autoironia, l'ossessione per il cinema, la militanza politica, le critiche alla sinistra (mentre legge Marx, Moretti esclama "non sto capendo niente! Devo avere sbagliato ideologia!") e ai cliché della controcultura, la complicità di alcuni intellettuali (Abruzzese e Placido), i continui scantonamenti grotteschi. Indubbiamente datato, ma con spruzzate di autentico genio.