sabato 31 dicembre 2011

Welcome to Collinwood

anno: 2002       
regia: RUSSO, ANTHONY & JOE  
genere: commedia  
con William H. Macy, Isaiah Washington, Sam Rockwell, Michael Jeter, Luis Guzmán, John Buck Jr., Patricia Clarkson, Andy Davoli, Brett C. Leonard, Frank O'Donnell, Peter Veneziano, Bernard Canepari, Art Oughton, Ray Calabrese, George Clooney, Annie Kitral, Lissy Gulick, Dorothy Silver, Maryanne Nagel, David Warshofsky, Jennifer Esposito, Gabrielle Union, Don Kost, June Lang, Basil Russo, Angela Russo-Otstot, Wayne S. Turney, Rohn Thomas  
location: Usa
voto: 2

È questo sarebbe il remake de I soliti ignoti? Che soddisfazione vedere attori come Totò, Gassman, Mastroianni, Salvatori, persino Tiberio Murgia e Memmo Carotenuto surclassare Macy, Rockwell e Clooney! La trama più o meno è la stessa: un detenuto (Guzman) riceve una soffiata (la chiamano "il mio Bellini") su un colpo facile facile che da un appartamento li collegherebbe con la cassaforte dell'istituto di pegni. Ma i ladri sono troppo scalcagnati e l'operazione finisce miseramente.
Non c'è traccia di comicità in questo Welcome to Collinwood (che poi sarebbe Cleveland) e quello che nel film di Monicelli faceva ridere qui si converte in una commedia amara e grottesca, molto urlata, compiaciuta degli eccessi coprolalici. Il modo migliore, insomma, per far passare la voglia a qualsiasi spettatore americano di andarsi a rivedere l'originale. Sempre però avendo ben chiare le differenze antropologiche tra Italia e Stati Uniti…    

venerdì 30 dicembre 2011

Tu mi turbi

anno: 1983   
regia: BENIGNI, ROBERTO 
genere: comico 
con Roberto Benigni, Olimpia Carlisi, Giacomo Piperno, Nicoletta Braschi, Claudio Bigagli, Carlo Monni, Alessio Marconi, Nicoletta Amadio, Mariangela D'Abbraccio, Germana Di Giannicola, Enio Drovandi, Serena Grandi, Lavinia Grizi, Nicoletta Amodio, Tamara Triffez 
location: Italia
voto: 1,5

Il comico che proviene da Cioni Mario, dalla factory de L'altra Domenica e che al cinema si era fatto dirigere da Giuseppe Bertolucci (che qui lo affianca nella stesura del copione) e da Ferreri, esordisce dietro la macchina da presa con un film che, col senno di poi, propone con urgenza un interrogativo insolubile: come ha fatto Benigni a diventare Benigni? Tu mi turbi si compone di quattro episodi accomunati dalla tematica a sfondo religioso. Nel primo (Durante Cristo) un pastore si ritrova a fare da baby sitter a Gesù bambino; nel secondo (Angelo), il protagonista convive col suo angelo custode ma non vuole farlo sapere in giro; nel terzo (In banca) un balordo va a chiedere un prestito in banca (il direttore si chiama Diotaiuti) senza garanzie; nel quarto (I militi) due bersaglieri che stanno di guardia al monumento al milite ignoto, presso il Vittoriano, prima scherzano e poi discettano sull'esistenza di dio. Non una sola risata, non un sorriso: soltanto tediosissimi monologhi e la totale assenza di scrittura filmica.

giovedì 29 dicembre 2011

Breaking news

anno: 2005   
regia: TO, JOHNNIE  
genere: poliziesco  
con Richie Jun, Kelly Chen, Nick Cheung, Lam Suet, Cheung Siu-Fai  
location: Hong Kong
voto: 4

A seguito di una rapina gli uomini di una banda si rifugiano all'interno di un palazzone, proprio dove altri rapinatori hanno già trovato riparo. Sollecitata da una consulente d'immagine, la polizia, per sedare le voci di inefficienza e insicurezza che vengono dall'opinione pubblica di Hong Kong, opta per un'operazione spettacolare che coinvolge direttamente i media. Ma l'irruzione si rivela un disastro.
Questi asiatici sono talmente schiavi dell'apollineo che si preoccupano soltanto della messa in scena, sia cha girino un poliziesco, sia che vadano a rovistare nella filosofia zen. Sicché è impossibile non riconoscere anche a Johnny To, regista del film, di saperci fare con la macchina da presa, a cominciare dallo spettacolare piano sequenza iniziale. Ma si tratta pur sempre di un cinema estetizzante che si risolve soltanto a suon di split screen, ralenty, effettacci speciali ed esplosioni a gogo, tutto infilato in una serie di sparatorie infinite che non variano mai il ritmo, non creano suspense e appiattiscono l'opera al livello di un qualunque b-movie.    

mercoledì 28 dicembre 2011

Il delitto di via Poma

anno: 2011   
regia: FAENZA, ROBERTO
genere: giallo
con Silvio Orlando, Giulia Bevilacqua, Michele Alhaique, Astrid Meloni, Giorgio Colangeli, Rosa Pianeta, Claudio Botosso, Imma Piro, Lorenzo Lavia, Fabrizio Traversa, Angelo Maggi, Paolo Buglioni, Alessio Caruso, Alessandro Giuggioli, Luca Cimma, Vittorio Ciorcalo, Maria Laura Rondanini, Sergio Graziani, Daniela Piperno, Paolo Maria Scalondro, Milena Miconi, Paolo Bernardini, Sebastiano Lo Monaco, Massimo Popolizio
location: Italia
voto: 5

Nell'agosto del 1990 un'impiegata ventenne (Meloni) fu uccisa all'interno di un ufficio nel quartiere Prati, a Roma. I sospetti caddero inizialmente sul portinaio dello stabile (Colangeli), quindi sul nipote di un architetto che abitava nella stessa palazzina e infine - dopo una clamorosa riapertura del caso a distanza di quasi vent'anni - sul fidanzato della ragazza. Roberto Faenza, che non è nuovo a raccontare fatti di cronaca in chiave di finzione (Alla luce del sole), dirige questo film per la televisione che si attiene con grande fedeltà ai fatti, mette al centro della scena un ispettore risoluto e integerrimo (l'unico personaggio di rilievo inventato di sana pianta e interpretato col la consueta bravura da Silvio Orlando) e lascia trapelare la possibilità di un complotto ad alti livelli che avrebbe potuto coinvolgere persino i servizi segreti, come in effetti fu. Il delitto, passato alle cronache come quello di via Poma, è a tutt'oggi senza un vero colpevole e nel frattempo alcuni personaggi sono spariti dalla scena, a cominciare da quel Pietrino Vanacore, il portinaio, che si suicidò alla notizia della riapertura dell'inchiesta. Il film ha un andamento assai classico e didascalico e il cast, con l'eccezione di Orlando, Alhaique, Colangeli e pochi altri, trova soprattutto nelle interpreti femminili un fondatissimo sospetto che il reclutamento sia stato fatto con la tecnica Berlusconi-Saccà. Con ottimi voti alla prova microfono.    

martedì 27 dicembre 2011

La vita è un romanzo

anno: 1983       
regia: RESNAIS, ALAIN 
genere: commedia
con Vittorio Gassman, Ruggero Raimondi, Geraldine Chaplin, Fanny Ardant, Pierre Arditi, Sabine Azéma, Robert Manuel, Martine Kelly, Samson Fainsilber, Véronique Silver, André Dussollier, Guillaume Boisseau, Sabine Thomas, Bernard-Pierre Donnadieu, Rodolphe Schacher, Jean-Claude Arnaud, Lucienne Hamon, Jean-Louis Richard, Hélène Patarot, Flavie Ducorps, Jean-Claude Corbel, Jean-Michel Dupuis, Michel Muller, Philippe Laudenbach, Cathy Berberian, Marc Adjadj, Nelly Alard, Tony Ammirati, Sébastien Angebault, Jérôme Anger, Michel Batilliet, Francine Bergé, Jean-Noël Bert, Philippe Besson, Tomasz Bialkowski, Patricia Bilal, Charlotte Bonnet, Bérangère Bonvoisin, Valérie Bousquet, Michel Brinquier, Linda Bruno, Robert Cantarella, Catherine Cauwet, Elisabeth Chailloux, Pierre Charras, Raphaëline Chauvière, Eve Cotton, Jean Crubelier, Yann Dedet, Garrick Dowhen, Jean-Pierre Dravel, Valérie Dréville, Nicolas Dumayet, Michelle Dumon, Jean-Marie Duprez, Thierry Ferrer, Serge Feuillard, Eric Franklin, Pierre Frano, Marie Gascon, François-Eric Gendron, Marjorie Godin, François Guétary, Jean Henry, Hervé Hiolle, Bernard Hug, Louis Julien, Pierre Julien, Laura Koffler, Chantal Ladesou, Kristine Lamouret, Jean-Claude Lecas, Noëlle Leiris, Annie Le Youdec, Jean-Pierre Lituac, Carole Lixon, Pierre Londiche, Ham-Chau Luong, Janine Magnan, Fabienne Mai, Madette Marion, Anne-Marie Mayfair, Antoine Mikola, Françoise Morhange, Pierre Namia, Svetlana Novak, Charlène Paquette, Valérie Pascale, Jean-Pierre Pauty, Guylène Péan, Isabelle Pichaud, Odile Poisson, Luc Ponette, Françoise Rigal, Danièle Rimbaud, Marie Rivière, Yannick Rocher, Jean-Louis Rolland, Violetta Sanchez, Gabriella Sheer, Caroline Sihol, Laurent Spielvogel, Valérie Stroh, Alexandra Szypulska, Nicolas Tronc, Jacques Vrignaud, Jean-Claude Weibel, Fabienne Guyon, Nathalie Holberg, Martine Guillaud 
location: Francia
voto: 2

Nel 1914 un magnate utopista e visionario (Raimondi) investe tutti i suoi averi per erigere un castello destinato a diventare la casa della felicità per tutti i suoi amici. Gli eventi bellici cambiano il corso delle cose e anni dopo quella stessa reggia, diventata un centro educativo, ospita un convegno fallimentare sul tema dell'educazione. Nel frattempo alcuni bambini immaginano mondi fantastici.
Delirante, presuntuosissimo, il film di Resnanis è uno sterile esercizio di boria intellettuale articolato in tre episodi malamente intrecciati tra loro, gonfiato da riferimenti dotti e messaggi cifrati, con inascoltabili inserti canori con tanto di coro greco e sterili divagazioni sui massimi sistemi ricavati da un "copione un po' sfilacciato, d'un didascalismo sofistico" (Grazzini). Il peggio della spocchia francese in salsa cinematografica.    

lunedì 26 dicembre 2011

La vera leggenda di Tony Vilar

anno: 2006   
regia: GAGLIARDI, GIUSEPPE 
genere: documentario 
con Peppe Voltarelli, Totonno Chiappetta, Cristina Mantis, Dario De Luca, Saverio La Ruina, Antonio Aiello, Roy Paci 
location: Argentina, Usa   
voto: 5

Negli anni '60 un certo Tony Vilar - al secolo, Antonio Ragusa - lasciò l'Italia per emigrare in Argentina, dove ebbe un successo incredibile come crooner. Poi, nel pieno della popolarità, sparì improvvisamente al punto che neppure la ex moglie ne seppe più nulla. Peppe Voltarelli, musicista anch'egli e parente alla lontana di Vilar, si mette sulle tracce dell'uomo per trovare una soluzione al mistero. Il suo viaggio è l'occasione per un ritratto degli italiani all'estero, tra Argentina e Stati Uniti: uomini con i patacconi al mignolo, colletti spropositati fuori dalla giacca, catene, catenine, bracciali e broccolino, facce che farebbero sentire chiunque più al sicuro all'Ucciardone. Il mockumentary firmato da Giuseppe Gagliardi e nato da un'idea dello stesso Voltarelli, con qualche intermezzo dichiaratamente ludico, la tira però troppo per le lunghe e in più occasioni perde colpi, nonostante il motivo incredibile che ha determinato la sparizione di Vilar, che ovviamente è vietato svelare.

domenica 25 dicembre 2011

La storia del cammello che piange (Die Geschichte vom weinenden Kamel)

anno: 2005   
regia: BYAMBASUREN, DAVAA * FALORNI, LUIGI  
genere: documentario  
con Janchiv Ayurzana, Chimed Ohin, Amgaabazar Gonson, Zeveljamz Nyam, Ikhbayar Amgaabazar, Odgerel Ayusch, Enkhbulgan Ikhbayar, Uuganbaatar Ikhbayar, Dogo Roljav, Ariunjargal Adiya, Munkhbayar Lhagvaa, Chuluunzezeg Gur, Guntbaatar Ikhbayar  
location: Mongolia
voto: 5

Dai tempi di Bambi, il cinema non ha mai smesso di  riproporre il tema dell'amore materno in tutte le sue salse. A questo giro è il turno di mamma cammello, che nel bel mezzo del deserto mongolo ha messo al mondo un piccolo albino. La genitrice non vuole saperne di allattarlo e gli sforzi propiziatori dei mandriani per avvicinare il cucciolo alla tetta materna sembrano inutili. Fino al prevedibile epilogo.
Ciò che più sorprende di questo semidocumentario tirato per le lunghe per un'ora e mezza è che non si capisce cosa avrebbe fatto la troupe se anziché un cammello albino fosse nato uno normale. Avrebbe girato i tacchi e sarebbe tornata in Europa (il film è una coproduzione italo-tedesca)? O avrebbe imbastito un qualsiasi altro documentario di taglio etno-antropologico sulla tosatura dei cammelli e la fabbricazione di corde? L'operazione nel complesso resta un mistero ma alcune scene, come quella del canto con strumento a corda, così accorato e ancestrale da convincere anche mamma cammello a donare un po' del suo latte, sono davvero toccanti e gli scenari naturalistici ritratti con gusto.    

domenica 18 dicembre 2011

El Alamein – La linea del fuoco

anno: 2002   
regia: MONTELEONE, ENZO  
genere: guerra  
con Paolo Briguglia, Pierfrancesco Favino, Luciano Scarpa, Emilio Solfrizzi, Thomas Trabacchi, Sergio Albelli, Piero Maggiò, Antonio Petrocelli, Giuseppe Cederna, Roberto Citran, Silvio Orlando  
location: Egitto
voto: 7

Bisogna guardarlo, questo El Alamein, opera terza di Enzo Monteleone, per capire cosa fossero le smanie espansionistiche e criptoimperialiste del fascismo persino davanti agli occhi ingenui di uno studente di lettere che, per amor patrio, parte come volontario per raggiungere un contingente di disgraziati nel bel mezzo del deserto africano, presso il presidio di El Alamein, dove una milizia colabrodo, senza acqua né viveri, ha l'assurdo compito di sfondare la linea di difesa inglese. Bisogna guardarlo per capire quanto ingenuo fanatismo, quanta ignoranza, quante stramberie potessero ingurgitare, ieri come oggi, anche le persone con qualche mezzo culturale in più.
Il romanzo di formazione che ha per protagonista Paolo Briguglia è la storia di una fine senza fine, una vicenda umana dove la convivenza con la dissenteria e gli scarafaggi è all'ordine del giorno, la propria pipì l'unica risorsa idrica, le pretese degli stati generali dell'esercito irragionevoli, la lotta per la sopravvivenza una scommessa a cui votarsi sperando nei miracoli (non più di tre a testo, però). Tanto chi comanda - siamo nel 1942 e a palazzo Venezia c'è Mussolini - sta comodamente a casa a dare ordini.
Prova convincente diretta come un'opera corale, con gli scenari del deserto (quello egiziano ma anche quello del Marocco) a suggerire immagini bellissime e inquietanti. Peccato che, di tanto in tanto, faccia capolino un po' di retorica. Cammei per Orlando, Cederna e Citran.    

sabato 17 dicembre 2011

Midnight in Paris

anno: 2011       
regia: ALLEN, WOODY
genere: commedia fantastica
con Owen Wilson, Rachel McAdams, Kurt Fuller, Mimi Kennedy, Michael Sheen, Nina Arianda, Carla Bruni, Maurice Sonnenberg, Thierry Hancisse, Guillaume Gouix, Audrey Fleurot, Marie-Sohna Conde, Yves Heck, Alison Pill, Corey Stoll, Tom Hiddleston, Sonia Rolland, Daniel Lundh, Laurent Spielvogel, Thérèse Bourou-Rubinsztein, Kathy Bates, Marcial Di Fonzo Bo, Marion Cotillard, Léa Seydoux, Emmanuelle Uzan, Adrien Brody, Tom Cordier, Adrien de Van, Serge Bagdassarian, Gad Elmaleh, David Lowe, Yves-Antoine Spoto, Laurent Claret, Sava Lolov, Karine Vanasse, Catherine Benguigui, Vincent Menjou Cortes, Olivier Rabourdin, François Rostain, Marianne Basler, Michel Vuillermoz
location: Francia
voto: 5,5

Dopo il tributo a Barcellona e Londra, Woody Allen rende omaggio a Parigi con una commedia leggerissima al centro della quale c'è uno scrittore americano (Wilson) in vacanza con la fidanzata (McAdams), con cui è in procinto di sposarsi. L'uomo, che è uno sceneggiatore di successo, sta concludendo il suo primo romanzo e all'ombra della Torre Eiffel trova l'ispirazione per il guizzo finale grazie ai magici incontri che fa dopo la mezzanotte con il milieu culturale della Parigi anni '20. Ecco allora che nelle sue serate passate lontane dall'infida fidanzata incontra Scott Fitzgerald, Hemingway, Picasso, Buñuel, Dalí, Gertrud Stein, Cole Porter e Toulouse Lautrec.
Si respira un'aria lieve e frizzante in questo Midnight in Paris che, senza insistere eccessivamente sui paradossi temporali, ci elargisce un messaggio da terza elementare: la nostalgia e la fuga dal presente sono solo i segni della nostra insoddisfazione.     

venerdì 16 dicembre 2011

Là dove scende il fiume (Bend of the river)

anno: 1952   
regia: MANN, ANTHONY 
genere: western 
con James Stewart, Arthur Kennedy, Julie Adams, Rock Hudson, Lori Nelson, Jay C. Flippen, Chubby Johnson, Henry Morgan, Royal Dano, Frances Bavier, Frank Ferguson, Jack Lambert, Stepin' Fetchit, Cliff Lyons, Frank Chase, Petrie Howard 
location: Usa
voto: 3,5

Nel 1880 una carovana muove da per andare verso l'Oregon, guidata da un bandito che si è redento (Stewart). Interessi economici, tradimenti e carenza di viveri renderà molto difficile la traversata di questi bravi pionieri.
Road movie a briglia di cavallo con punte di comicità parodistica, ingenuità a gogo, scene d'azione dilettantesche e intermezzi gratuiti con gli indiani all'attacco. Dicono che Anthony Mann sia uno specialista del genere e in effetti con Lo sperone nudo ha centrato l'obiettivo. Ma qui bisogna essere più stolidi di un Candide per mandare giù questa storiellina.    

domenica 11 dicembre 2011

Il tigre

anno: 1967   
regia: RISI, DINO
genere: commedia
con Vittorio Gassman, Ann-Margret, Eleanor Parker, Fiorenzo Fiorentini, Antonella Steni, Luigi Vannucchi, Caterina Boratto, Jacques Herlin, Eleonora Brown, Giambattista Salerno, Nino Segurini, Consalvo Dell'Arti, Franco Gulà, Egidio Casolari, Ruggero Orlando, Giovanni Ivan Scratuglia
location: Italia
voto: 7

L'ingegner Francesco Vincenzini (Gassman), uomo tutto d'un pezzo a capo di una grossa azienda romana in affari col Vaticano, prende una sbandata per una ragazzina (Margret) rischiando così di rimetterci il posto.
Gassman, il grande mattatore, scioglie le briglie a tutto il suo talento istrionico nel suo settimo film sotto la regia di Dino Risi. Age e Scarpelli firmano un copione al centro del quale c'è la satira sul perbenismo borghese, la senilità incipiente, la subordinazione della donna all'uomo (per cui una qualsiasi moglie preferiva essere cornuta piuttosto che abbandonata) nonché lo smarrimento davanti alla scelta tra una vita facile e un diversivo appagante.

giovedì 8 dicembre 2011

Electra Glide

anno: 1973       
regia: GUERCIO, JAMES WILLIAM 
genere: poliziesco 
con Robert Blake, Royal Dano, Peter Getera, Billy Green Bush, Katherine Kath, Lee Loughnane, Jeannine Riley, Mitch Ryan, Elisha Cook Jr., David J. Wolinski 
location: Usa       
voto: 5,5

Sembra di vedere Easy rider dall'altra parte della barricata davanti alle immagini dell'unico film dell'oriundo siciliano Guercio, che racconta di come un poliziotto zelante e muscoloso (Blake) riesca a stare sempre dalla parte sbagliata e si cacci costantemente nei guai. Questo apologo sul crollo del sogno americano, girato interamente nella Monument Valley che ha fatto spesso da sfondo all'epopea western, è la quintessenza del cinema indipendente a stelle e strisce degli anni '70.    

martedì 6 dicembre 2011

Il testamento del Dottor Mabuse (Das testament des Dr. Mabuse)

anno: 1933   
regia: LANG, FRITZ 
genere: poliziesco 
con Rudolf Klein-Rogge, Oscar Beregi, Georg John, Karl Meixner, Theodor Loos, Otto Wernicke, Klaus Pohl, Vera Liessem, Gustav Diessl, Camilla Spira, Rudolf Schundler, Theo Lingen, Paul Oskar Hocker 
location: Germania   
voto: 3,5

Undici anni dopo il primo episodio avente come protagonista il diabolico dottor Mabuse, Lang, prima di dover riparare in America, torna sul suo personaggio mefistofelico per un'avventura che risente irrimediabilmente dell'usura del tempo. Rinchiuso in una clinica psichiatrica, il dottor Mabuse ipnotizza le sue vittime a distanza e riesce a dirigere una rapina senza essere fisicamente presente. La polizia, come da copione, brancola nel buio ma un commissario pertinace riuscirà a sbrogliare la matassa. Continue oscillazioni di tensione, plot narrativo farraginoso e troppi personaggi periferici sono i limiti di questo film che si fa apprezzare per l'atmosfera da incubo che riesce a creare ma che è ancora molto lontano da quel capolavoro che sarebbe stato l'episodio successivo, Il diabolico Dr.Mabuse.
Facile leggerci una allegoria di ciò che stava accadendo in Germania in quegli anni.   

domenica 4 dicembre 2011

Quando la città dorme (While the city sleeps)

anno: 1956   
regia: LANG, FRITZ 
genere: poliziesco 
con Dana Andrews, Rhonda Fleming, George Sanders, Howard Duff, Thomas Mitchell, Vincent Price, Sally Forrest, John Barrymore Jr., James Craig, Ida Lupino 
location: Usa   
voto: 6

Un figlio di papà scialbo e ottuso (Price) si ritrova a dover dirigere un grande giornale newyorchese dopo la morte del genitore. Non sapendo quali pesci pigliare, decide di mettere tre caporedattori in competizione tra loro proprio nei giorni in cui un serial killer se ne va in giro per la città a strangolare ragazze sole. Esito a sorpresa.
Magistrale come sempre nel raccontare i moti più bassi della folla, il cicaleccio malevolo e i sentimenti più spregiudicati, Lang firma il suo penultimo film americano con un'indelebile impronta al vetriolo, prendendo spunto dal romanzo di Charles Einstein.     

sabato 3 dicembre 2011

Le grandi manovre (Les Grandes Manoeuvres)

anno: 1956   
regia: CLAIR, RENÉ 
genere: sentimentale 
con Gerard Philipe, Michèle Morgan, Magali Noël, Brigitte Bardot, Jean Desailly, Pierre Dux, Bruno Balp, Dany Carrel, Catherine Anouilh, Simone Valere, Arlette Thomas, Jacqueline Marbaux, Olivier Hussenot, Jacques François, Gabrielle Fontan, Jacques Fabbri, Helene Duc, Raymond Cordy, Georges Bever, Madeleine Barbulée, Maxwell Anderson 
location: Francia
voto: 4


Il primo uomo di cinema divenuto accademico di Francia, lo sperimentatore degli anni '20, firma uno dei suoi film più noti raccontando una storiellina sentimentale adatta a un fotoromanzo. Ne è protagonista un ufficiale dell'esercito francese (il simpatico Philipe) in procinto di partire per la guerra (siamo nel 1914), infaticabile playboy, che per scommessa abborda a sorte la prima che capita (Morgan). Gli succede però di innamorarsi sul serio ma quando la sua bella viene a conoscenza dell'origine della loro relazione perde ogni fiducia nel rapporto.
Da uno spunto così esile, dilatato per quasi due ore, esce un film il cui unico motivo di interesse sta nel modo con cui Clair tratteggia l'ambiente sociale dell'epoca: le pressioni della collettività sull'individuo, il conformismo taroccato e l'imperterrito cicaleccio sia femminile che maschile.    

giovedì 1 dicembre 2011

Le dame e il Cavaliere

anno: 2010   
regia: FRACASSI, FRANCO 
genere: documentario 
con Silvio Berlusconi, Patrizia D'Addario 
location: Italia
voto: 6

Non è un horror di George Romero e non è ambientato in un altro pianeta. È tutta italiana e per niente fantascientifica la storia cucita come la più normale delle inchieste televisive da Franco Fracassi, che racconta i nessi tra la politica e i prudori senili di un vecchio bavoso che si chiama Silvio Berlusconi. I nomi dei protagonisti di questa storia li conosciamo tutti: oltre a quello del Caimano, ci sono quelli di Patrizia D'Addario, Barbara Montereale, Noemi Letizia, Mara Carfagna e moltissime altre. È quella che Paolo Guzzanti ha chiamato la mignottocrazia: un sistema basato su uno scambio tra favori sessuali e posti in politica. Tutte storie che chi legge i giornali e non si limita al teatrino di Emilio Fede ben conosce: le telefonate a Saccà per piazzare qualche ragazzina pur di fare contento qualche politico e assicurarsi "la maggioranza in senato" (parole registrate); festini con decine di ragazzine; il satrapo che passa la notte con una escort quando gli Stai Uniti stanno eleggendo il primo presidente nero della loro storia. È una vicenda a dir poco avvilente, raccontata montando immagini di repertorio e testimonianze. Lo stile è lontanissimo dal paradigma Michael Moore e il sonoro è montato in maniera dilettantesca ma il pregio sta in una serie di accostamenti arditi tra il "prima" (le ninfette in mutande) e il "dopo" (le stesse in parlamento o simili). Il più agghiacciante è quello che riguarda Mara Carfagna in veste di cubista a cosce aperte. Qualcuno magari se l'è scordato, ma è diventata ministro della Repubblica.