domenica 29 aprile 2012

Hunger

anno: 2008       
regia: McQUEEN, STEVE
genere: biografico
con Michael Fassbender, Laine Megaw, Brian Milligan, Liam McMahon, Karen Hassan, Frank McCusker, Lalor Roddy, Helen Madden, Des McAleer, Geoff Gatt, Rory Mullen, Ben Peel, Helena Bereen, Paddy Jenkins, Liam Cunningham, Billy Clarke, Ciaran Flynn, B.J. Hogg
location: Regno Unito
voto: 8

Dopo il successo di Shame approda anche nelle sale italiane il primo lungometraggio di Steve McQueen. Il tema "di nicchia", trattato mostrando una violenza belluina senza aggiunta di Malox, e le soluzioni di regia spesso radicali sono soltanto parzialissime giustificazioni al colpevole ritardo con cui il film è arrivato nelle sale. La storia raccontata è quella del 27enne Bobby Sands (Fassbender), attivista nordirlandese, battutosi per vedersi riconoscere, insieme ai suoi compagni di lotta dell'IRA, lo status di prigioniero politico, fino alle estreme conseguenze: uno sciopero della fame (da cui il titolo del film) - unito a quello delle coperte - che in 66 giorni, nel 1981, lo portò al creatore. Grazie, signora Thatcher.
Portata per la terza volta sul grande schermo dopo Una scelta d'amore (1996) di Terry George, e Il silenzio dell'allodola (2005) di David Ballerini, la vicenda di Bobby Sands viene raccontata stavolta senza alcuna tentazione retorica o agiografica, con la voce originale della Lady di ferro a sottolineare l'asprezza della contesa tra separatisti e governo, lo stile asciutto e impermeabile a ogni possibile forma di stucchevole pietismo, l'iperrealismo delle botte da orbi, della convivenza coatta dei prigionieri con piscio ed escrementi. Ma a stupire sono la prova magistrale di Fassbender (d'obbligo il confronto con quella sostenuta da Christian Bale ne L'uomo senza sonno), capace di dimagrire di quasi 20 chili a beneficio del verismo della settima arte, e la regia personalissima di Steve McQueen (un "esteta del sordido", come lo ha definito Alberto Crespi), nella quale ogni singola inquadratura sembra studiata ad arte e dove, soprattutto, spicca un lavoro di rara finezza sul sonoro. Strameritata la Camera d'or vinta a Cannes nel 2008.    

sabato 28 aprile 2012

Luci della città

anno: 1931   
regia: CHAPLIN, CHARLIE
genere: comico  
con Charlie Chaplin, Virginia Cherrill, Florence Lee, Harris Myers, Allan Garcia, Hank Mann, Jean Harlow, Eddie Baker, Tom Dempsey, Willie Keeler, Stanhope Wheatcroft, Eddie McAuliffe, Emmett Wagner, T.S. Alexander, Henry Bergman, Joe Van Meter, John Rand, James Donnelly, Albert Austin, Tony Stabeman, Victor Alexander, Harry Ayers, Robert Parrish  
location: Usa
voto: 9

Per un equivoco, il vagabondo Charlot (Chaplin) viene scambiato per un miliardario da una fioraia cieca (Cherrill). L'uomo se ne invaghisce e fa di tutto per dare alla ragazza un destino migliore.
Uno dei capolavori assoluti di Chaplin e uno dei grandi classici di tutta la storia del cinema, capace di suscitare il riso e il pianto grazie a una girandola di trovate geniali, dalla scena iniziale in cui Charlot si trova appisolato sul monumento che la città sta per inaugurare al tentativo di suicidio del miliardario conosciuto per caso, fino al balletto sul ring durante l'incontro di pugilato. Un inno alla pantomima e una risposta di carattere all'avvento del sonoro, con un film muto che si limita all'accompagnamento musicale.

To Rome with Love (Bop Decameron)

anno: 2012       
regia: ALLEN, WOODY  
genere: commedia  
con Penélope Cruz, Ellen Page, Woody Allen, Jesse Eisenberg, Alec Baldwin, Alison Pill, Judy Davis, Greta Gerwig, Roberto Benigni, Ornella Muti, Carol Alt, Riccardo Scamarcio, Isabella Ferrari, Alessandra Mastronardi, Giuliano Gemma, Maricel Álvarez, Flavio Parenti, Alessandro Tiberi, Vinicio Marchioni, Luca Calvani, Simona Caparrini, Giada Benedetti, Lina Sastri, Dominic Comperatore, Edoardo Purgatori, Monica Nappo, Roberto Della Casa, Marta Zoffoli, Marina Rocco, Antonio Albanese, Lynn Swanson, Fabio Armiliato, Araba Dell'Utri, Cristiana Palazzoni, Corrado Fortuna, Gianmarco Tognazzi, Edoardo Leo, Antonino Bruschetta, Fabio Bonini, Pierluigi Marchionne, Donatella Finocchiaro  
location: Italia
voto: 2

La coppietta che da Pordenone si trasferisce nella città eterna con la benedizione di tutta la famiglia, un qualsiasi impiegato che improvvisamente assurge a indicibile notorietà (Benigni), la turista americana che incontra l'uomo dei sogni e due studenti di architettura che vivono a Roma già da qualche anno: è intorno a questi personaggi che si snoda il Decamerone di Woody Allen, aggiornato al XXI secolo. Un pastrocchio che centrifuga luoghi comuni di ogni genere, accompagnati da comparsate fugacissime, product placement sfacciato, Modugno e le arie stranote della tradizione canora italiana nonché una Roma che più da cartolina non si potrebbe. Ma dove vive Woody Allen? L'unica mossa minimamente coraggiosa di questo film - la tv spazzatura che crea il personaggio (come se il pubblico USA fosse abituato a chissà quali raffinatezze …) - la ambienta negli studi del TG3, che non è certo l'incarnazione del trash. E poi gli italiani sono vestiti tutti come se fossero ancora fermi agli anni '50, la recitazione dei nostri (l'imbarazzante Alessandro Tiberi su tutti) è avvilente e non c'è in tutto il film una sola battuta degna di questo nome. Dopo Londra, Barcellona e Parigi, nel tributo alle città europee Roma si piazza decisamente al grado zero dell'ispirazione alleniana.    

venerdì 27 aprile 2012

Ballata dell'odio e dell'amore (Balada triste de trompeta - The last circus)

anno: 2010   
regia: DE LA IGLESIA, ALEX
genere: grottesco
con Carlos Areces, Antonio de la Torre, Carolina Bang, Manuel Tallafé, Alejandro Tejerías, Manuel Tejada, Enrique Villén, Gracia Olayo, Sancho Gracia, Paco Sagarzazu, Santiago Segura, Fernando Guillén Cuervo, Jorge Clemente, Fofito, Sasha Di Bendetto, Juan Viadas, Ángel Acero, David Sánchez Calvo, Joaquín Climent, Juana Cordero, Fernando Chinarro, Luis Varela, Terele Pávez, José Manuel Cervino, Isidro Montalvo, Fran Perea, Javier Botet, Ignasi Vidal, Raúl Arévalo, Luz Valdenebro, Josu Ormaetxe, Joxean Bengoetxea, Chusa Barbero, Fernando Soto, Elsa Cabo, Merche Romero, Anita Torres
location: Spagna
voto: 7

Dopo una serie di rinvii, non è mai riuscito ad approdare nelle nostre sale questo film geniale ed esageratissimo di Alex De La Iglesia, regista spagnolo che alle spalle ha opere come La comunidad e Oxford murders. Sarà per via dell'escalation di violenza da Grand Guignol, o per l'intersecarsi di registro fiabesco e dramma sociale, fatto sta che in Italia i distributori hanno nicchiato sicché lo si può vedere soltanto in versione casalinga e sottotitolata.
Ambientato negli anni del franchismo - tra il 1931 e il 1973 - La ballata dell'odio e dell'amore non potrebbe essere più fedele al titolo: a dare carne e sangue ai due sentimenti è Javier (Areces), pagliaccio triste che proviene da una famiglia di pagliacci, il cui padre, antifascista, venne annientato dal regime di Franco, e che ha poi la sventura di imbattersi nella donna sbagliata, la bella Natalia (Bang), fidanzata con la star di un circo spagnolo tanto abile nel far ridere i bambini quanto capace di una violenza belluina (De La Torre). Esasperato dai continui maltrattamenti ai danni di Natalie, Javier decide di rendere la pariglia al rivale, andando così incontro a un'inimmaginabile deriva fisica, psichica e morale.
Se filmicamente - con le sue luci desaturate, la fotografia impeccabile, la perfetta direzione degli attori, il montaggio virtuosistico, gli angoli di ripresa mai scontati, le scenografie gotiche - il film è indubitabilmente un capolavoro, il passaggio, dopo i primi tre quarti d'ora, dal dramma sociale all'horror in chiave grottesca mette a nudo l'eccesso di ambizione del regista il quale, ancora una volta, finisce per strafare.    

mercoledì 25 aprile 2012

Lei mi odia

anno: 2004   
regia: LEE, SPIKE
genere: commedia
con Anthony Mackie, Kerry Washington, Ellen Barkin, Monica Bellucci, Ossie Davis, Woody Harrelson, Dania Ramirez, John Turturro, Bai Ling, Q-Tip, Jim Brown, Reynaldo Rosales, Jamel Debbouze, Brian Dennehy
location: Usa
voto: 4

Se avete il dvd di questo film andate direttamente all'ottantacinquesimo minuto. È in quel momento che entra in scena Monica Bellucci, che continua a calcare imperterrita i set di mezzo mondo nonostante il suo talento sia ben più invisibile delle traiettorie tracciate da un neutrino. È lì che troverete la pasta di questo film girato svogliatamente da Spike Lee, che si limita a una regia blanda e televisiva per raccontare la vicenda di Anthony Mackie (Armstrong), passato - per necessità finanziarie - dalla denuncia di uno scandalo finanziario a inseminatore di lusso. Anthony, che è uno degli uomini di punta di una grossa casa farmaceutica, smaschera pubblicamente una losca operazione che la sua azienda sta varando per arrivare per prima alla corsa sul vaccino contro l'AIDS. Disarcionato in tronco dalla sua posizione prestigiosa, l'uomo si trasforma, grazie a una sua ex passata sull'altra sponda sessuale, in un fecondatore di lesbiche che ambiscono alla maternità. Ma in tribunale arriverà la giusta sentenza.
Tra mockumentary, richiami allo scandalo Watergate, scantonamenti animati con spermatozoi in azione, satira sociale, pamphlet e pretese d'alto rango, Lei mi odia è uno dei film più abborracciati di Spike Lee. In esso i due percorsi narrativi della storia rimangono a lungo separati e trovano cittadinanza anche i riferimenti alla mafia, un caso parossistico di suicidio e le difficoltà della vita di coppia. Troppo, davvero e troppo (138 minuti) e senza alcun appiglio esplicativo plausibile. La musica invadente di Terence Blanchard fa il resto.    

domenica 22 aprile 2012

One day on Earth

anno: 2012       
regia: registi vari / RUDDICK, KYLE
genere: documentario
voto: 10

10.10.10. Dieci ottobre duemiladieci. È la data in occasione della quale cineamatori e semiprofessionisti da tutto il mondo, grazie al tam tam partito in rete, hanno realizzato un film globale sulla Terra, su quello che è successo nell'intero orbe terracqueo in un solo giorno. A scandire i diversi capitoli - le nascite, i bambini, l'arte, i matrimoni, lo sport, il cibo, l'acqua, le specie viventi, il consumo come forma di religione e la religione stessa, la prigionia, la malattia, lo scorrere del tempo, la morte - ci sono i dati, regolarmente puntellati da immagini spesso mozzafiato, o da capitoli intimisti, montati con acrobatico virtuosismo dal deus ex machina che si nasconde dietro a questo film-incanto: Michael Martinez. Il montatore, grazie anche allo splendido lavoro sul sonoro compiuto da Joseph Minadeo, è riuscito a fare di One day on earth un'esperienza da orgasmo oculare, un film capace di dire moltissimo su differenze e disuguaglianze di questo pianeta avendo come unico, pallidissimo neo quello di lasciar fissare per tempi troppo brevi le immagini sulla retina. Un autentico capolavoro a metà strada tra Koyaanisqatsi e il virtuosismo visivo di Terrence Malick.    

venerdì 20 aprile 2012

Le tre scimmie (Three monkeys)

anno: 2008   
regia: CEYLAN, NURI BLIGE
genere: drammatico
con Yavuz Bingol, Hatice Aslan, Rifat Sungar, Ercan Kesal, Cafer Köse, Gürkan Aydin
location: Turchia
voto: 5,5

Se il pirata della strada è un uomo politico in calo di consensi elettorali, può capitare che sia il suo autista a doversene prendere la colpa per evitare lo scandalo e farsi, dietro lauto compenso, la galera al posto del padrone. Ma se poi le cose si complicano, se di mezzo c'è una storia di tradimenti, un figlio risentito e un altro morto in tenera età, allora può darsi che la storia prenda una brutta piega e che - come le famose tre scimmiette - qualcun altro in futuro non debba vedere, né parlare, né sentire…
Il turco Ceylan, una sorta di epigono di Antonioni, firma un film ad alta densità morale con uno stile estetizzante, fotografia seppiata e capace di fare di ogni inquadratura un'impeccabile opera d'arte. Ma l'indugio e la staticità della cinepresa, la dilatazione oltre misura di ogni singola scena ne fanno un'opera a tratti davvero letargica.
Premio per la miglior regia al 61. festival di Cannes (2008).    

domenica 15 aprile 2012

Adam Resurrected

anno: 2008   
regia: SCHRADER, PAUL
genere: drammatico
con Jeff Goldblum, Willem Dafoe, Derek Jacobi, Ayelet Zurer, Hana Laszlo, Joachim Król, Jenya Dodina, Tudor Rapiteanu, Veronica Ferres, Idan Alterman, Juliane Köhler, Dror Keren, Shmuel Edelman, Yoram Toledano, Mickey Leon, Moritz Bleibtreu, Benjamin Jagendorf, Theodor Danetti, Gabriel Spahiu, Luana Stoica, Coca Bloos, Ioana Abur, Ozana Oancea, Maria Chiran, Ana Benea, Cristian Motiu, George Remes, Constantin Florescu, Ion Arcudeanu, Mohamad, Moti Rozentsvaig, Ilan Aviv, Berivan Laura Haj Abdo, Ana Geoanna, Amina Abu Shanab, Hanelore Bauer, Mihaela Denisa Mallat, Cristina Anghel, Ehud Bleiberg, Alexandra Savu, Mirela Dranga, Alexa Paraschiva, Georgeta Radu, Maria Dumitru, Vatafu Alina, Teodora Bencea, Alexandra Vasilescu, Mircea Illoara, Biet Gica, Dan Chiriac, Marilena Botis, Mihaela Jaglau, Giorgiana Voicu, Luiza Anatal, Gina Burlascu, Marian Marinov, Rodica Marinof, Diana Poran, Constantin Rotaru, Vanda Rotaru, Lucian Gavriluta, Eugenia Leau, Gladiola Lamatic, Mircea Luculescu, Laurentiu Grigorescu, Liviu Popa, Constantin Urziceanu, Liana Margineanu, Vasile Albinet, Andrei Preorocu, Leonte Sergiu, Ionut Mereuta, Dinu Mereuta, Cacinski. Vlad, Robert Cazan, Rolf Bitier, Yakov Broomberg, Michel Vazana, Rammy Zrog, Sam
location: Germania, Israele
voto: 7


"La sanità mentale è piacevole e calma ma non c'è grandiosità, né vera gioia, né il dolore terribile che dilania il cuore". È l'epitaffio di questo film straordinariamente coraggioso, che pur nella sua incompiutezza riesce a raccontare in tutte le sue sfaccettature la parabola della follia di Adam Stein (Goldblum), vedette dell'avanspettacolo nella Berlino degli anni '20, costretto in seguito alla presa di potere del nazismo a separarsi dalla sua famiglia e a vivere per anni letteralmente come il cane di un gerarca nazista, mangiando dalla ciotola, abbaiando e camminando carponi. In un gioco di continui flashback e flashforward, lo ritroviamo anni dopo in una clinica psichiatrica nel bel mezzo del deserto israeliano, dalle parti di Tel Aviv, dove l'uomo - che era e rimane un genio - dà fondo a tutta la sua vorticosa follia e al suo esuberante istrionismo. L'incontro con un ragazzino ospite presso la stessa istituzione e cresciuto come un cane lo porterà a una lenta rinascita, sempre ammesso che la sanità mentale possa davvero considerarsi tale.
Servito da un Jeff Goldblum da pelle d'oca e di esagerato talento, Adam resurrected è il film che non ti aspetti: spiazzante, eterodosso, completamente fuori dagli schemi eppure carico di suggestioni, a dispetto dell'incapacità di riuscire davvero a decollare per toccare il capolavoro.    

sabato 14 aprile 2012

Diaz. Don't clean up this blood

anno: 2012       
regia: VICARI, DANIELE  
genere: poliziesco  
con Claudio Santamaria, Jennifer Ulrich, Elio Germano, Davide Iacopini, Ralph Amoussou, Fabrizio Rongione, Renato Scarpa, Mattia Sbragia, Antonio Gerardi, Paolo Calabresi, Francesco Acquaroli, Alessandro Roja, Eva Cambiale, Rolando Ravello, Monica Barladeanu, Emilie de Preissac, Ignazio Oliva, Camilla Semino Favro, Aylin Prandi, Mica Bara, Sarah Marecek, Lilith Stangenberg, Christian Blümel, Christoph Letkowski, Esther Ortega, Pietro Ragusa, Gerardo Mastrodomenico, Jacopo Maria Bicocchi, Pino Calabrese, Giorgio Caputo, Mircea Caraman, Razvan Hîncu, James Longshore, Orlando Petriceanu, Ioana Picos, Alessandro Procoli  
location: Italia
voto: 4,5 

Don't clean up this blood. È il sottotitolo di Diaz, il film con cui il regista Daniele Vicari ha ricostruito la carneficina operata nell'estate del 2001 da parte delle forze di polizia ai danni di 93 manifestanti del Genoa Social Forum (63 dei quali finiti in prognosi riservata), in occasione del G8 di Genova, massacrandoli prima presso la scuola Diaz, dove alloggiavano, quindi torturandoli nella caserma di Bolzaneto. Ma il primo a lavare quel sangue è proprio lui, Vicari, il regista dalle buone intenzioni che piuttosto che fare nomi e cognomi di quel massacro ha preferito la più rassicurante strada della fiction più adrenalinica e sadica nei confronti dello spettatore. Quell'episodio prolungato e vergognoso fu il biglietto da visita che il secondo governo Berlusconi presentò al resto del mondo a pochi mesi dal suo insediamento. Insieme al gangster che ha messo in ginocchio l'Italia, i mandanti di quell'eccidio furono Scajola (quello che è fatto regalare un appartamento vicino al Colosseo...), allora ministro dell'interno, e il ministro della giustizia Roberto Castelli, più gli esecutori materiali degli ordini, gente rispetto alla quale uno come Pol Pot potrebbe tranquillamente venire scambiato per un mite maestro d'asilo.
Vicari ricostruisce quella tragica vicenda - che, neanche a dirlo, non ha implicato neppure la sospensione dal servizio di uno solo di quei poliziotti sanguinari né il Parlamento votò mai a favore di una commissione d'inchiesta - ricomponendo un puzzle di biografie singole, alla maniera tipica dei drammi catastrofici, e miscelando il tutto con una Babele di lingue e con un'ampia dose di immagini di repertorio, quelle che sono rimaste lì a inchiodare la "più grave violazione dei diritti umani in un paese occidentale dai tempi della seconda guerra mondiale", come recitò un comunicato di Amnesty International. Ma tant'è, siamo italiani e ci siamo tenuti cari cari il nostro Guantanamo e la nostra Abu Ghraib, giusto per ispessire le file delle stragi e dei misteri di Stato che nel nostro paese non hanno mai fine.
Un'occasione persa per raccontare una delle pagine più nere della seconda Repubblica, per smascherare la collusione continua di quel governo fascista con le forze di estrema destra (i filmati amatoriali fatti in quei giorni mostrarono incontrovertibilmente la presenza di infiltrati di destra e di poliziotti tra i manifestanti, andati lì a menare le mani giusto per veicolare all'opinione pubblica l'equazione che assimila i manifestanti ai black bloc tout court), per dare il giusto tributo alla memoria di Carlo Giuliani. L'assassino di quest'ultimo, Placanica, è stato prosciolto per legittima difesa. Quello di un devastatore fascista di autogrill come Gabriele Sandri, Luigi Spaccarotella, è stato condannato. Segno evidente che in Italia la giustizia, mossa dall'opinione pubblica, funziona a seconda del colore politico.    

venerdì 13 aprile 2012

Le nevi del Kilimangiaro (Les Neiges du Kilimandjaro)

anno: 2011   
regia: GUEDIGUIAN, ROBERT  
genere: drammatico  
con Ariane Ascaride, Jean-Pierre Darroussin, Gérard Meylan, Marilyne Canto, Grégoire Leprince-Ringuet, Anaïs Demoustier, Adrien Jolivet, Robinson Stévenin, Karole Rocher, Julie-Marie Parmentier, Pierre Niney, Yann Loubatière, Jean-Baptiste Fonck, Emilie Piponnier, Raphaël Hidrot, Anthony Decadi, Frédérique Bonnal, Miguel Ferreira, Jeanine Gévaudan, Flavio Tortora, Naïm Pardoux, Carla Bensoussan, Simon Frenay, Gabrielle Forest, Mélissa Barbaud, Angelica Sarre, Gabrielle Atger, Jean-Henri Roger, Angelo Stagliano, Bruno De Souza  
location: Francia
voto: 6

Il 55enne Michel (Darroussin) è appena stato messo in cassa integrazione e a poco è valsa la sua esperienza da sindacalista al porto di Marsiglia. L'uomo non si perde d'animo, tanto più che amici e parenti, in occasione del trentennale del matrimonio, regalano a lui e a sua moglie (Ascaride) un viaggio in Africa insieme a un bel gruzzoletto. Peccato che quei qattrini finiscano nelle mani di due malviventi che rapinano la coppia in casa. Uno dei due - un ex collega di Michel - viene però rintracciato, ma Michel e sua moglie, che a fatica hanno raggiunto i minuscoli privilegi della piccolissima borghesia, capiscono che è la disperazione ad avere innescato il crimine, sicché cominciano ad avere qualche ripensamento dopo la denuncia.
Lo stile di Guediguian è riconoscibilissimo, permeato com'è anche stavolta da uno strato di ideologia pura. Un vero peccato, perché il suo cinema così realista, così attento alla contemporaneità, così impegnato, finisce puntualmente con l'arenarsi nei buoni sentimenti, dispensandoci, in questa occasione (ispirata a Le paure gens di Victor Hugo) come in altre, un finale oleografico e smielato che stride col resto dell'opera.    

mercoledì 11 aprile 2012

Cosa piove dal cielo? (Un cuento chino)

anno: 2011       
regia: BORENSZTEIN, SEBASTIAN  
genere: grottesco  
con Ricardo Darín, Muriel Santa Ana, Ignacio Huang, Enric Cambray, Iván Romanelli, Joaquín Bouzas, Julia Castelló Agulló, Gustavo Comini, Vivian El Javer, Javier Pinto, Derli Prada, Pablo Seijo  
location: Argentina
voto: 5,5

Roberto (Darin) è il gestore di un negozio di ferramenta che ha l'abitudine di andare a dormire tutte le notti alle 11 in punto e di collezionare articoli di giornale che riguardano fatti assurdi. La sua vita scorre arida e monotona finché non si imbatte casualmente in un 25enne cinese spaesato (Huang) che sta cercando a Buenos Aires uno zio che neppure conosce. Per il solitario Roberto, l'incontro col ragazzo cinese farà da viatico a una rinascita.
Il film che ha vinto il premio del pubblico al festival del cinema di Roma assembla carinerie e trovate grottesche dal sapore surreale (dai titoli di coda si evince che la mucca piovuta dal cielo sulla barchetta dei due fidanzatini sia un fatto realmente accaduto). Non riesce però ad andare oltre lo schema della strana coppia, con qualche guizzo ironico e un registro sostanzialmente monocorde.    

martedì 10 aprile 2012

Sanctum

anno: 2010   
regia: GRIERSON, ALISTER  
genere: avventura  
con Richard Roxburgh, Ioan Gruffudd, Rhys Wakefield, Alice Parkinson, Dan Wyllie, Christopher Baker, Nicole Downs, Allison Cratchley, Cramer Cain, Andrew Hansen, John Garvin, Sean Dennehy, Nea Diap  
location: Australia
voto: 6,5

I film che stanno tra il dramma catastrofico e il racconto di formazione di stampo avventuroso hanno quasi sempre la stessa struttura, al punto che, se fosse vivo, Propp potrebbe aggiornare la sua Morfologia della fiaba con un'appendice ad hoc. La superbia prometeica dell'uomo lo spinge a fare qualcosa che poi gli si rivolta contro; poi ci sono gli sprovveduti, i nevrotici, l'antagonista e l'immancabile capo carismatico, disposto anche al sacrificio. In questa catena di elementi irrinunciabili, Sanctum (il titolo rimane un mistero) non fa eccezione: un esploratore di fama mondiale (Roxburgh) trascina un gruppo di scienziati, più qualche miliardario con la passione per il divertimento adrenalinico, nell'abisso di una grotta inesplorata nell'isola di Papua, in nuova Guinea. Il ciclone che si abbatte sull'isola trasforma la grotta in un enorme contenitore d'acqua nel quale, ad uno ad uno, perdono la vita i membri della spedizione. I superstiti continuano infaticabilmente a cercare una via d'uscita.
Produzione australiana con lo zampino di James Cameron, il film di Alister Grierson, tratto da una storia vera, ha dalla sua soprattutto l'enorme potere suggestivo della location. Ma le dinamiche tra padre e figlio - spesso al centro della vicenda - sono prevedibilissime, i personaggi di contorno stereotipati e la dinamica della vicenda suscettibile di una qualsiasi altro montaggio, tanto tende a essere ripetitiva.    

lunedì 9 aprile 2012

Giustizia privata (Law Abiding Citizen)

anno: 2010       
regia: GRAY, F.GARY
genere: giallo
con Jamie Foxx, Gerard Butler, Colm Meaney, Bruce McGill, Leslie Bibb, Michael Irby, Gregory Itzin, Regina Hall, Emerald-Angel Young, Christian Stolte, Annie Corley, Richard Portnow, Viola Davis, Michael Kelly, Josh Stewart, Roger Bart, Dan Bittner, Evan Hart, Reno Laquintano, Jason Babinsky, Richard Barlow, Greg Young, Jim Gushue, Charlie Edward Alston, Anthony Lawton, Julian Marzal, David Villalobos, Ksenia Hulayev, Brooke Stacy Mills, Todd Lewis, Bijean Ngo, Cecelia Ann Birt, Lamont Clayton, Lynn Boianelli, Dave Huddleston, Gabra Zackman, Brian Anthony Wilson, Stephanie Humphrey, Tracy Toth, Patrick McDade, Jim Fitzpatrick, Lawrence Laravela, Barbara Lambert, Timothy Whiteside, Nakia Dillard
location: Usa
voto: 5

Gary F. Gray è uno di quei registi a cottimo usciti a pieni voti dalle scuole di Hollywood. Uno che sa come tradurre un copione (in questo caso, quello di Kurt Wimmer) in spettacolo puro, a condizione che il budget sia adeguato. Il problema è che vuole sempre strafare, il che gli rende benissimo al botteghino, ma lascia decisamente più perplesso chi si aspetta qualcosa di più da un thriller, genere del quale è specialista. È esattamente quanto capita con questo Giustizia privata, che sembra una sintesi tra le diavolerie di 007 e lo spirito vendicativo de Il giustiziere della notte. A Clyde Shelton (Butler) due balordi hanno ucciso moglie e figlia. Il suo avvocato (Foxx) - un ambiziosissimo professionista di Philadeplhia - ha patteggiato e il giudice ha emesso una sentenza assai disinvolta. Dieci anni dopo Clyde decide di montare un piano mirato a distruggere l'intero sistema legislativo a colpi di morti ammazzati e grazie all'ausilio di invenzioni tecnologiche decisamente fantascientifiche.
La regia spinge a fondo sul pedale del grand guignol e abbonda con esplosioni ed effetti speciali, ma la storia è talmente poco credibile e la narrazione talmente macabra e sadica da rimanere una spanna dall'ottimo remake che lo stesso regista fece di The italian job.    

domenica 8 aprile 2012

Chicken Little - Amici per le penne

anno: 2005   
regia: DINDAL, MARK
genere: animazione
con le voci di Gabriele Cirilli, Giorgio Lopez, Walter Veltroni, Domitilla D'Amico, Simone Crisari, Giuppy Izzo
location: Usa
voto: 5

Anche i pennuti hanno i loro problemi: papà Gallo è stato una star del baseball. Suo figlio Chicken Little è minuscolo e si è rovinato la reputazione il giorno in cui ha messo in allarme l'intera cittadina dove abita, sostenendo che un pezzo di cielo si fosse staccato. Papà Gallo non gli crede, ma quando quel pezzo di cielo caduto acquista le sembianze di un attacco alieno, allora forse anche tra padre e figlio le cose cambieranno.
Gronda retorica e banalità da tutte le parti questo lungometraggio d'animazione targato Disney, nel quale alla meraviglia delle immagini, degli effetti speciali e dei virtuosismi visivi fanno da contrappeso assai più consistente un messaggio loffio e stantio, le citazioni (da E.T. a Signs e La guerra dei mondi) gratuite e le insopportabili canzoncine, interpretate da Gio' Di Tonno, che spostano decisamemte l'ago della bilancia sul polo della mediocrità.
Chiude il cerchio l'allora sindaco di Roma Walter Veltroni, che doppia, appunto, il sindaco dell'immaginaria cittadina di Querce Ghiandose.    

sabato 7 aprile 2012

Quasi amici (Intouchables)

anno: 2012       
regia: NAKACHE, OLIVIER * TOLEDANO, ERIC 
genere: commedia 
con François Cluzet, Omar Sy, Anne Le Ny, Audrey Fleurot, Clotilde Mollet, Alba Gaïa Kraghede Bellugi, Cyril Mendy, Christian Ameri, Grégoire Oestermann, Joséphine de Meaux, Dominique Daguier, François Caron, Thomas Solivéres, Dorothée Brière, Marie-Laure Descoureaux, Emilie Caen, Sylvain Lazard, Jean François Cayrey, Ian Fenelon, Renaud Barse, François Bureloup, Nicky Marbot, Benjamin Baroche, Jérôme Pauwels, Antoine Laurent, Fabrice Mantegna, Hedi Bouchenafa, Caroline Bourg, Michel Winogradoff, Kévin Wamo, Elliot Latil, Alain Anthony, Dominique Henry 
location: Francia
voto: 5,5

Il meccanismo della strana coppia al cinema funziona quasi sempre: un autore eccezionale come Billy Wilder ci ha praticamente costruito un'intera carriera. Non fa eccezione questo Quasi amici, ispirato a una storia vera tratta dal romanzo autobiografico di Philippe Borgo di Pozzo (Il diavolo custode), che assembla un uomo di mezza età (Cluzet), ricco sfondato ma costretto sulla sedia a rotelle da una tetraplegia, e un giovane nero delle banlieues parigine (Sy). Grazie al secondo, scapestratissimo e con una fedina penale non proprio immacolata, il primo riuscirà a ritrovare il sorriso.
A metà strada tra melodramma e commedia, il film regala momenti assai gustosi (la scenetta del progressivo taglio della barba, con un'alternanza di sembianze che vanno da Pancho Villa a Hitler, è da applausi), pur soffrendo di qualche pedanteria retorica, come nella scena in cui il badante nero guarda di notte la madre lavare i vetri di un palazzone, e ammiccando alla risata facile, dalla presa in giro nei confronti dell'arte contemporanea ai sistemi pedagogici spiccioli.    

venerdì 6 aprile 2012

Tropa de Elite - Gli squadroni della morte

anno: 2008   
regia: PADILHA, JOSE'  
genere: poliziesco  
con Wagner Moura, Caio Junqueira, André Ramiro, Milhem Cortaz, Fernanda Machado, Maria Ribeiro (II), Fábio Lago, Fernanda de Freitas, Paulo Vilela, Marcelo Valle, Marcelo Escorel, André Mauro, Paulo Hamilton, Thogun  , Ricardo Sodré, Rafael D'Avila, Alexandre Mofatti, Patrick Santos, Erick Oliveira, Emerson Gomes, Thelmo Fernandes, Bruno Delia, André Santinho  
location: Brasile
voto:5

Il Capitano Nascimento (Moura) è l'uomo di punta del Bope, il corpo speciale della polizia brasiliana, ed è in febbrile attesa di uscire dal precario equilibrio tra la vita e la morte che lo costringe ad assumere psicofarmaci. La vita è quella di un figlio in arrivo; la morte, quella che trova puntualmente in occasione delle incursioni che con le teste di cuoio ultraspecializzate mette in pratica nelle favelas, ai danni di spacciatori e trafficanti d'armi e droga. È il 1997, Rio sta aspettando l'arrivo del Papa, le ONG cercano di fare quello che possono, tra spinelli nelle favelas e discussioni sul pensiero di Foucault all'università. Per decidere di affrancarsi definitivamente da tutto questo e dedicarsi finalmente alla famiglia, a Nascimento spetta il difficile compito di scegliere un successore e lasciare il corpo di polizia.
Tra documentario con perenne voce fuori campo e film d'azione, l'opera che ha visto l'Orso d'oro al festival di Berlino è chiaro cinema di destra e antiumanitario che sembra prendere una posizione netta rispetto a "quei borghesucci delle ONG che manifestano solo quando muore un ricco", mostrando senza remore, su uno sfondo di luci caravaggesche, la violenza belluina ed efficacissima di un corpo di polizia che reca un teschio come proprio inequivocabile marchio.