regia: COUSINS, MARK
genere: documentario
location: Regno Unito
voto: 7,5
Se avete fatto la fatica - e avete provato il piacere - di leggere i tomi sulla storia del cinema di Goffredo Fofi, di Giampiero Brunetta o di Fernaldo di Giammatteo, non potrete non appassionarvi a questa mirabolante storia del cinema firmata dal britannico Mark Cousins. Uno che fin dalle prime battute lascia intendere subito da che parte sta: Hollywood è stata prodigiosa, ma l'idea che noi europei abbiamo del cinema è parziale.
Così, in quindici capitoli della durata di un'ora ciascuno, ci lasciamo trasportare nel mondo magico che ebbe inizio grazie a Edison, i Lumiere e Melies, accompagnati dalla voce calda di Mario Cordova e da brevi quanto efficacissimi saggi sul linguaggio della settima arte.
Le illusioni portate dalle Reaganomics e dal liberismo dissennato della Thatcher negli anni '80 fecero emergere, tra l'assalto dell'estetica da videoclip e l'euforia generalizzata, molte voci dissenzienti che riuscirono a esprimersi attraverso il cinema. Tra queste, quelle dei grandi maestri cinesi e russi, di Kieslowski, del cinema indipendentente americano che, in mezzo a tanta spazzatura, diede spazio a gente come Spike Lee, David Lynch e John Sayles, mentre in Europa autori come i francesi Carax e Besson, lo spagnolo Almodovar o i britannici Frears, Greenaway e Jarman cercarono di mettere in crisi i modelli precostituiti della cultura e del potere di una borghesia sempre più intenzionata a mantenere i propri privilegi.
Un'opera imprescindibile per chiunque ami la settima arte.
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