martedì 1 luglio 2014

Le cose belle

anno: 2012       
regia: FERRENTE, AGOSTINO * PIPERNO, FRANCESCO
genere: documentario
con Enzo della Volpe, Fabio Rippa, Adele Serra, Silvana Sorbetti
location: Italia
voto: 6,5

Nel 1999 Agostino Ferrente e Francesco Piperno girarono per conto di Rai Tre un documentario che aveva per protagonisti alcuni adolescenti: si intitolava Intervista a mia madre. Due ragazzi e due ragazze raccontavano i loro sogni, le loro aspirazioni, i loro desideri: il ragazzino che accompagna il padre nella "posteggia", cantando presso i ristoranti il repertorio del canzoniere napoletano classico; la ragazzetta che spera di diventare una fotomodella e vive con una sorella nata maschio; quella cresciuta solo con il padre, che ha smesso di fare il "mariuolo" per mantenere dignitosamente i figli; e il più classico degli scugnizzi napoletani, protagonista di interviste esilaranti (quella al poliziotto) e di pezzi da attore consumato.
Dodici anni dopo la troupe ritrova quei ragazzi ormai cresciuti in una Napoli sempre più degradata e ricoperta dall'immondizia, dominata dal bordone dei cantanti neomelodici. I sogni si sono spezzati, le "tante cose belle", che si augurano non escludendo che ce ne possano essere anche di brutte, sono impalpabili, così come è diventato invisibile il loro ottimismo. Li ritroviamo con  pochissime speranze, ambizioni azzerate, vite vissute in famiglie sempre più disastrate. Lo scarto tra la spensieratezza dell'adolescenza e l'implacabilità della vita adulta è uno schiaffo in piena faccia, l'evidenza di un Paese che ha rubato il futuro ai giovani, costretti ad arrabattarsi tra vendite porta a porta, disoccupazione, lavoretti come ballerine di lap dance o come cameriere d'hotel. Dal regista di quel gioiello che fu L'orchestra di Piazza Vittorio, un altro documentario che riesce a coniugare sensibilità antropologica e analisi del territorio, ma che rischia, a distanza, di far crescere la pila dei tanti documentari che hanno cercato di raccontare l'Italia in maniera minimalista e che rischiano di perdersi nell'oblio. Ma il finale, con Enzo della Volpe, uno dei quattro, che finalmente può coronare il suo sogno di incidere una delle tante canzoni napoletane che ha imparato da piccolo, fa venire i lucciconi e non può che rimanere incisa nella memoria.    

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