regia: COUSINS, MARK
genere: documentario
location: Regno Unito
voto: 8
Se avete fatto la fatica - e avete provato il piacere - di leggere i tomi sulla storia del cinema di Goffredo Fofi, di Giampiero Brunetta o di Fernaldo di Giammatteo, non potrete non appassionarvi a questa mirabolante storia del cinema firmata dal britannico Mark Cousins. Uno che fin dalle prime battute lascia intendere subito da che parte sta: Hollywood è stata prodigiosa, ma l'idea che noi europei abbiamo del cinema è parziale.
Così, in quindici capitoli della durata di un'ora ciascuno, ci lasciamo trasportare nel mondo magico che ebbe inizio grazie a Edison, i Lumiere e Melies, accompagnati dalla voce calda di Mario Cordova e da brevi quanto efficacissimi saggi sul linguaggio della settima arte.
Gli sconvolgimenti sociali e politici della seconda metà degli anni Sessanta indussero molti cineasti a interrogarsi sul tema dell'identità: della nazione, ma anche sessuale, politica, religiosa. Fu da questo humus culturale che emerse il Nuovo Cinema Tedesco (Fassbinder, Wenders, Von Trotta, Herzog), o che in Italia si affermarono figure dirompenti come quella di Bernardo Bertolucci, che era stato assistente alla regia di Pasolini. Il tema dell'identità investì anche l'Inghilterra (Ken Rusell), l'Australia (Roeg, Weir, Armstrong) e il Giappone, per presentarsi nella sua forma più radicale in quello che viene chiamato "il terzo cinema": quello africano di impegno politico.
Un'opera imprescindibile per chiunque ami la settima arte.
Nessun commento:
Posta un commento