regia: COUSINS, MARK
genere: documentario
location: Regno Unito
voto:9
Se avete fatto la fatica - e avete provato il piacere - di leggere i tomi sulla storia del cinema di Goffredo Fofi, di Giampiero Brunetta o di Fernaldo di Giammatteo, non potrete non appassionarvi a questa mirabolante storia del cinema firmata dal britannico Mark Cousins. Uno che fin dalle prime battute lascia intendere subito da che parte sta: Hollywood è stata prodigiosa, ma l'idea che noi europei abbiamo del cinema è parziale. Così, in quindici capitoli della durata di un'ora ciascuno, ci lasciamo trasportare nel mondo magico che ebbe inizio grazie a Edison, i Lumiere e Melies, accompagnati dalla voce calda di Mario Cordova e da brevi quanto efficacissimi saggi sul linguaggio della settima arte.
Il primo episodio, dopo un breve prologo all'intera opera, si articola in due parti: gli anni dal 1895 al 1903, quando il mondo scoprì una nuova forma d'arte, e quelli dal 1903 al 1918, quando "il brivido diventò racconto". Ecco allora che ci viene spiegato come si arrivò dalla lampadina al proiettore, l'importanza della luce, quella del montaggio, il concetto di controcampo e di montaggio alternato. E poi ci vengono raccontate le prime forme di divismo (Florence Lawrence) e come il cinema si fece racconto e poi manifesto politico (sebbene nel senso più deteriore), con Nascita di una nazione, girato da quello stesso Griffith che per primo aveva portato il senso del mondo esterno nel cinema.
Un'opera imprescindibile per chiunque ami la settima arte.
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