domenica 18 maggio 2014

Sette opere di misericordia

anno: 2011       
regia: DE SERIO, GIANLUCA * DE SERIO, MASSIMILIANO 
genere: drammatico 
con Roberto Herlitzka, Olimpia Melinte, Ignazio Oliva, Stefano Cassetti, Stelian Corniciuc, Maricica Ionela Ionita, Valeriu Revenco, Madalina Horobet, Cosmin Corniciuc, Erika Lucilla Supporta, Nicolò Rossi Piano, Melissa Trotta, Nicolò Gianmaria Paolello, Mariana Hauca, Silvestru Ghergheluca, Gigi-Ciprian Adam, Gabriel Fistos, Andre Mare, Liam Riccardo, Anton Goffri Bugrow 
location: Italia
voto: 3

Tra le sette opere di misericordia del Vangelo secondo Matteo (dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, alloggiare i pellegrini, visitare gli infermi, visitare i carcerati, seppellire i morti) ne andrebbe aggiunta un'ottava: avere pietà per l'apparato riproduttivo degli spettatori, che altrimenti va in frantumi. Provate infatti a concentrarvi soltanto sui suoni del film dei fratelli De Serio: per un'ora e mezza non sentirete che rantoli, strepiti, singulti, rumori metropolitani, il bordone costante del traffico e qualche parola biascicata. Un'uggia senza fine dove l'azione è assente e il racconto si sviluppa quasi in tempo reale. È l'imperativo categorico del cinema che vuole "sembrare" d'essai senza riuscire a esserlo. Già, perché fin troppo spesso in Italia il cinema d'autore da una ventina d'anni funziona così: deve essere letargico.
In questa occasione, l'oppressione testicolare si traduce nel confronto tra una giovanissima clandestina dell'Est (Melinte), costretta dai suoi aguzzini a vivere di espedienti, e un anziano dall'aspetto insalubre e con un piede nell'Aldilà (Herlitzka). I due, dopo dissapori e tensioni drammatiche, troveranno un'intesa.
Cupo, lentissimo, algido, Sette opere di misericordia è la quintessenza dello snobismo intellettualoide che può essere sostenuto soltanto a colpi di intricatissimi e vuoti panegirici.    

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