regia: MOLAIOLI, ANDREA
genere: drammatico
con Toni Servillo, Remo Girone, Sarah Felberbaum, Fausto Maria Sciarappa, Lino Guanciale, Vanessa Compagnucci, Lisa Galantini, Renato Carpentieri, Gianna Paola Scaffidi, Maurizio Marchetti, Igor Chernevich, Jay O. Sanders, Adriana De Guilmi, Alessandro Adriano, Roberto Sbaratto, Alessandro Signetto
location: Italia, Russia, Usa voto: 5
Inizio anni '90. La Leda è una delle aziende agroalimentari che meglio rappresentano il made in Italy. Produce latte e derivati ma quando i bilanci cominciano a scricchiolare, i fornitori bussano alle porte e le mosse per invadere nuovi mercati - a cominciare da quello russo e americano - si rivelano incaute, ad Amanzio Rastelli (Girone) e al suo delfino, il ragionier Botta (Servillo), non rimane che darsi a quella "finanza creativa" che è stata la sciagura di milioni di risparmiatori, e non solo in Italia. Tra quotazioni in Borsa, aggiotaggio, acquisto di una squadra di calcio, intrallazzi con la politica e con la Chiesa, piani di risanamento fasulli, l'azienda non riesce a salvarsi e i suoi responsabili vengono arrestati.
Dopo il discreto La ragazza del lago, Andrea Molaioli ricostruisce a modo suo, senza il coraggio di fare nomi e cognomi, una delle vicende più assurde che hanno investito il mondo della finanza dopata, nel quale - come ci ricordano i titoli di coda - il rapporto tra valuta virtuale e beni effettivi erogati è di dieci a uno. Il mondo di questi capitalisti arraffoni è descritto in maniera talmente asettica da sembrare per certi versi assolutoria: il patron della Parmalat (pardon: della Leda) in fin dei conti sembra un buon padre di famiglia consigliato male; il ragionier Botta appare tanto mefistofelico quanto fedele alle sorti dell'azienda, la giovane manager rampante che lo affianca (Felberbaum) sembra in grado di far fruttare al meglio gli insegnamenti ricevuti alla Bocconi e c'è persino il direttore commerciale idealista (Guanciale). Un campionario di personaggi troppo stereotipati e netti per sembrare credibili, tutti vittime di esistenze più o meno solitarie che smuovono persino qualche sentimento di pena da parte degli spettatori. Con Servillo che ormai recita sempre e soltanto la stessa parte a prescindere dal film e gli attori di contorno assolutamente non all'altezza della situazione. Se la riderà Calisto Tanzi, a rivedersi in questa fiction piuttosto loffia dagli arresti domiciliari di una villa miliardaria…
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