giovedì 14 agosto 2014

Gang Story (Les Lyonnais)

anno: 2011   
regia: MARCHAL, OLIVIER  
genere: gangster  
con Gérard Lanvin, Tchéky Karyo, Daniel Duval, Dimitri Storoge, Patrick Catalifo, François Levantal, Francis Renaud, Lionnel Astier, Valeria Cavalli, Estelle Skornik, Olivier Chantreau, Stéphane Caillard, Florent Bigot de Nesles, Nicolas Gerout, Olivier Rabourdin, Simon Astier, Laurent Richard, Laurent Fernandez, Manu Lanvin, Etienne Chicot, Nicolas Abraham, Laurent Olmedo, Christophe Kourotchkine, Simon Sportich, David Kammenos, Jacques Lacaze, Pasquale D'Inca, Jean-Pierre Laurent, Jean-Pierre Léonardini, Pierre-André Gilard, Mounira Kachouche, Linda Massoz, Jo Fogetta, André Lopez, Jean-Louis Quiniou, Alexandre de Seze, Tim Wantersten, Christian Neil Vidal, Virginie Arnaud, Louis Vidal, Cédric Weber, Jordan Prenat, Vincent Trouilleux, Valentin Robby Wanterstein, Laurent Vercelletto, Iago Cottier David, Sian Ramond, Johann Tarres, Stéphane Naigeon, Bernard Villanueva, Jacques Chambon, Misha Brice Cortes, Ari Najjarian, Morad Slimani, M. Oudjail  
location: Francia, Spagna
voto: 5,5  

L'ex poliziotto passato alla regia Olivier Marchal ci riprova, ma - nonostante la conoscenza sul campo dell'ambiente malavitoso - ormai le sue storie mostrano il fiato corto. I lionesi (questo il titolo originale del film), guidati da Momon (Lanvin), hanno un problema: Serge (Karyo), l'amico storico di Momon, è stato arrestato. Bisogna liberarlo con un'azione rapida ed efficace, che va in porto. È l'occasione per fare i conti con un'amicizia in apparenza leale, ma con molte ombre.
Le prime sequenze al fulmicotone fanno sperare in un gangster movie adrenalinico. Dopo poche battute si capisce invece che il copione, con continui flashback attraverso i quali viene ricostruita la parabola dell'amicizia tra i due protagonisti, la tira per le lunghe, che il racconto è piuttosto prevedibile e anche stucchevole. L'abuso di coprolalia (il verbo inculare è usato in un numero sterminato di varianti per una quarantina di volte) dà prova della pochezza dei dialoghi scritti e il doppiaggio italiano, affidato a dei semidilettanti, impoverisce ulteriormente un film che in Italia ha trovato una distribuzione soltanto in dvd e che è ben lontano dalla prova convincente de L'ultima missione.    

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