sabato 19 gennaio 2013

Django Unchained

anno: 2012       
regia: TARANTINO, QUENTIN
genere: western
con Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo DiCaprio, Kerry Washington, Samuel L. Jackson, Walton Goggins, Dennis Christopher, James Remar, David Steen, Dana Michelle Gourrier, Nichole Galicia, Laura Cayouette, Ato Essandoh, Sammi Rotibi, Clay Donahue Fontenot, Escalante Lundy, Miriam F. Glover, Don Johnson, Franco Nero, James Russo, Tom Wopat, Don Stroud, Russ Tamblyn, Amber Tamblyn, Bruce Dern, M.C. Gainey, Cooper Huckabee, Doc Duhame, Jonah Hill, Lee Horsley, Zoe Bell, Michael Bowen, Robert Carradine, Jake Garber, Ted Neeley, James Parks, Tom Savini, Michael Parks, John Jarratt, Quentin Tarantino, Amari Cheatom, Keith Jefferson, Marcus Henderson, Lil Chuuch, Kinetic, Louise Stratten, Kim Robillard, Shana Stein, Shannon Hazlett, Jack Lucarelli, Victoria Thomas, Sharon Pierre-Louis, Christopher Berry, Kim Collins, Dane Rhodes, Rex Linn, Michael Bacall, Ronan Hice, Ned Bellamy, David Coennen, Danièle Watts, Jon Eyez, Omar J. Dorsey, Evan Parke, Craig Stark, Ritchie Montgomery, Nicholas Dashnaw, Jarrod Bunch, Edrick Browne, Kerry Sims, Jamal Duff, Todd Allen, Lewis Smith, Keniaryn Mitchell, Jakel Marshall, Carl Singleton, Ashley Toman, Spuds McConnell
location: Usa
voto: 9

È il 1858 e negli USA la febbre razzista e schiavista che ha contagiato gli stati del Sud è altissima: mancano appena due anni alla guerra di secessione. È in questo clima che il tedesco Dott. Schultz (un Christopher Waltz di debordante bravura, capace di dominare la scena per tutto il tempo in cui si trova davanti alla cinepresa), cacciatore di taglie colto e di larghe vedute, baratta la mira dello schiavo Django (Foxx), al quale ha letteralmente tolto le catene (notevole anche il doppio senso del titolo), con la promessa di ritrovargli la moglie (Christopher), finita in chissà quale piantagione e a fare chissà cosa. Di testa in testa, di cadavere in cadavere, i due, con la scusa di voler investire sui lottatori mandingo, arrivano nella magione di Calvin Candie (interpretato dal solito DiCaprio in stato di grazia), presso il quale lavora la donna tanto cercata. Vietato raccontare il finale.
Dopo aver chiuso il precedente Bastardi senza gloria mettendo nella bocca di Brad Pitt le parole "credo proprio che questo sarà il mio capolavoro", Tarantino va a un soffio dal bis con un western che parte dalle sue fissazioni cinefile per i b-movies, i poliziotteschi e gli spaghetti western italiani degli anni '60 e '70 e dalla sua enciclopedica cultura filmica, ci infila Franco Nero - che nel 1965 era stato il protagonista nel Django di Sergio Corbucci - in un cammeo, e dà fondo a tutta la voracità di chi padroneggia a totale piacimento la materia cinematografica. Così, mentre l'ennesimo pezzo di controstoria americana viene rivisitato di scena in scena (lo schiavismo, sì, ma anche tutti i suoi effetti satellitari, dal Ku Klux Klan al negro kapò più razzista dei neri, fino al fanatismo fideistico nella scienza positivistica dell'Ottocento), il genio pazzoide di Pulp fiction ci squaderna davanti tutta la sua maestria. Dalla cura per i dettagli scenografici a quella per il linguaggio erudito del medico poliglotta, passando per una colonna sonora che spazia arditamente tra i generi, senza dimenticare i costanti riferimenti al fumetto, le continue iperboli di violenza in costante equilibrio tra hard boiled e blaxploitation, e, ovviamente, l'ironia e le virate comiche dispensate a manciate. Il soffio che tiene questo magnifico buddy movie a distanza infinitesimale dal capolavoro è quello sulle colt che fumano forse con troppa insistenza in un finale al quale si arriva con un minuscolo buco di sceneggiatura.    

1 commento:

  1. Caro Barabbovich,
    Io sono molto, molto più critico su Django. Il "minuscolo buco di sceneggiatura" non è così minuscolo e forse - ma è una mia sensazione - è sì piccolo ma amplificato da un montaggio nel finale non certo degno degli standard a cui eravamo stati abituati. La colonna sonora è sicuramente di livello Uber ma non credo che l'accostamento tra musica e immagini sia stato azzeccatissimo per tutta la durata del film. Sarà un mio problema, ma io trovo che quando Tarantino esagera con il citazionismo (spesso autocitazionismo) rischia, per usare un francesismo, di farla un pò fuori dal vaso. Se Inglorious Basterds è a ben ragione considerato il capolavoro che è è forse perchè il rapporto tra virtuosismo tecnico, conoscenza e competenza cinematografica, citazionismo e musica vive in maniera molto più equilibrata e consapevole di quanto lo sia in Django.
    In Django Quentin estremizza il suo essere Tarantino fino a farsi detestare: in tutte e tre le ore ogni 10 minuti c'è una scena, un dialogo, una canzone o un'inquadratura in cui sembra che dallo schermo esca Tarantino a dirti "Ehi guarda questo è un mio film, si capisce no? L'hai capito? Se ancora non l'hai capito ti metto il martello di Pulp Fiction! Quanto sono bravo!? Quanto sono Fico!?!?"
    Detto questo, ci sono dei momenti di assoluta estasi cinematografica che solo in 3-4 possono regalare. Al cinema mi ha mandato fuori di testa (e ancora oggi, dopo che l'avrò vista decine di volte e ascoltato la canzone almeno un milione) questa scena in particolare, secondo me tra i migliori due minuti di cinema egli ultimi 7-8 anni
    http://www.youtube.com/watch?v=V317J0V11w0

    Carinissima, anche se un pò parodistica, la chiusura con "Lo chiamavano Trinità": come giustamente ha notato lei, Tarantino fa dire a Brad Pitt di aver realizzato un capolavoro. In Django - vado a memoria - Jamie Fox dice qualcosa del tipo "io sono il migliore" per chiudere il film e subito parte la canzone di Trinità, il cui testo recita "He's the top of the West\Always cool, he's the best".
    Fantastico anche il tema di Shultz (Bacalov) e sempre sugli scudi Morricone, anche se Elisa non la sopporto.
    La lascio con una recensione di una persona "particolare" che ho conosciuto pochi giorni fa ad una convention di Fumetti. Si chiama Roberto Recchioni e la recensione di Django dice in maniera molto più chiara quello che vorrei dire
    io.
    http://prontoallaresa.blogspot.it/2013/01/django-unchained-la-recensione.html
    Buon primo maggio!

    ps: spero che abbia visto il film in inglese, un altro pianeta.

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