regia: ANDERSON, PAUL THOMAS
genere: drammatico
con Joaquin Phoenix, Price Carson, Mike Howard, Sarah Shoshana David, Bruce Goodchild, Matt Hering, Dan Anderson, Andrew Koponen, Jeffrey W. Jenkins, Patrick Biggs, Ryan Curtis, Jay Laurence, Abraxas Adams, Tina Bruna, Kevin Hudnell, Hunter Craig, Ryder Craig, Rodion Salnikov, Emily Gilliam, Kody Klein, Amy Ferguson, W. Earl Brown, Frank Bettag, Ariel Felix, Vladimir Velasco, John Mark Reyes, Brian Fong, Diane Cortejo, Leonida A. Bautista, Myrna De Dios, Katie Boland, Philip Seymour Hoffman, Amy Adams, Jesse Plemons, Ambyr Childers, Rami Malek, Lorelai Hoey, Martin Dew, Joshua Close, Jillian Bell, Kevin J. Walsh, Lena Endre, Madisen Beaty, William O'Brien, Kevin J. O'Connor, Patty McCormack, Mimi Cozzens, Zan Overall, Barbara Brownell, Brady Rubin, Jill Andre, Brigitte Hagerman, Charley Morgan, Christopher Evan Welch, Laura Dern, Barlow Jacobs, Gigi Benson, Liz Clare, Fiona Dourif, Audrey Finer, Rose Fox, Baily Hopkins, Mari Kearney, Sarah Klaren, Ally Johnson, Brittany Kilcoyne McGregor, LaRain Ring, David Warshofsky, Kimberly Ables Jindra, Theo Crisell, Thomas Knickerbocker, Eban Schletter, Scott Rodgers, Melora Walters, Emily Jordan, Amanda Caryn Jobbins, Olivia Rosemarie Barham, Napoleon Ryan, Jennifer Neala Page
location: Usa
voto: 7,5
Se dovessi fare un nome per dire chi, più di ogni altro, ha raccolto il testimone lasciato da Stanley Kubrick, non avrei dubbi: Paul Thomas Anderson. Per perfezionismo, eclettismo, produttività rarefatta e cadenzata. Rieccolo, allora, l'ormai quarantenne regista losangelino, tornare alla ribalta a quattro anni dallo stupefacente Il petroliere, per consegnarci ancora una volta una fetta consistente di controstoria americana, quella meno risaputa, che pure tanta incidenza ha avuto nel definire i caratteri di quel Paese. Siamo negli anni '50 e Freddie (Phoenix) è un ex marine, reduce dalla seconda guerra mondiale, con parecchio disordine mentale. Caracollando tra un lavoro e l'altro, finisce alla corte di Lancaster Dodd (Hoffman), imbonitore e guru di una setta chiamata La causa. Per Dodd, Freddie, inviso a molti dei membri della setta, rappresenta una sfida alle sue capacità persuasorie, mentre lo stesso Freddie oscilla tra fanatismo e scetticismo.
C'è Ron Hubbard e la vicenda di Scientology (quella a cui ha aderito Tom Cruise, per capirci) dietro la facciata di The master. E c'è un'America che comincia a perdere la fiducia nel suo sogno e che è disposta a vendere l'anima al primo ciarlatano che passa pur di trovare qualcos'altro in cui credere. La materia filmica (quasi due ore e mezza di durata) è tanta e Anderson sembra mostrare qualche impaccio nel riordinare sul finale i fili della trama. Un vero peccato, perché anche nel caso di The master, come già era avvenuto con Magnolia, Ubriaco d'amore e Il petroliere, ogni inquadratura è un'opera d'arte, la musica con riverberi atonali e dissonanti si incastona magnificamente nelle immagini e i duetti tra i due protagonisti, serviti da dialoghi pungenti, tolgono il fiato tanto è lo sfoggio di bravura e la gamma emozionale esibita. Un capolavoro mancato per un soffio, con una ridda di scene potenti (l'inseguimento nei campi, il ballo nudi, il confronto "terapeutico", i continui scontri fisici di cui Freddie si rende protagonista) e una chiusura eccessivamente diluita.
Leone d'argento per la migliore regia, Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile (Philip Seymour Hoffman e Joaquin Phoenix) e premio Fipresci come miglior film alla 69. mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia (2012).
Nessun commento:
Posta un commento