regia: CANTET, LAURENT * DEL TORO, BENICIO * MEDEM, JULIO * NOÉ, GASPAR * RAPERO, PABLO * SULEIMAN, ELIA * TABÍO, JUAN CARLOS
genere: drammatico
con Josh Hutcherson, Daniel Brühl, Emir Kusturica, Elia Suleiman, Melissa Rivera, Jorge Perugorría, Mirta Ibarra, Daisy Granados, Vladimir Cruz, Melvis Santa Estevez, Luis Alberto García, Othello Rensoli, Leonardo Benítez
location: Cuba
voto: 1
I film a episodi non hanno mai goduto di buona salute, neppure - come nel caso di New York stories e Al di là delle nuvole - quando annoveravano nomi del calibro di Allen, Scorsese, Coppola, Antonioni e Wenders. Figurarsi quando nei saldi di fine stagione finiscono registi bolliti, esordienti o mezze tacche che a stento riescono ad avere visibilità in patria: nella fattispecie, un solo cubano e gli altri di varie altre nazionalità. 7 days in Havana è quanto di peggio si riesca a vedere sul piano dell'assemblaggio di 7 linguaggi cinematografici diversi, che come unico elemento in comune hanno quello di gareggiare per aggiudicarsi la palma dell'episodio peggiore.
Scanditi per ciascun giorno della settimana, gli episodi partono con un ragazzetto americano che cerca sesso facile nella capitale cubana; al martedì il regista Emir Kusturika, nella parte di sé stesso, arriva ubriaco alla premiazione del festival cinematografico dell'Havana; il mercoledì è il turno di un impresario spagnolo che si invaghisce di una cantante di night club la quale sta con un giocatore di baseball fallito; il quarto episodio - un involontario omaggio al cinema di Jacques Tati - è incentrato sulla figura di un giornalista israeliano che, nell'attesa di poter intervistare Castro, si rende conto con occhi disarmati della realtà locale; il quinto episodio è un bagno di purificazione al quale i familiari di una ragazza costringono quest'ultima per farle passare le smanie saffiche; il sabato è il giorno di una madre di famiglia che, oltre a spaccarsi la schiena negli altri giorni della settimana, prepara caramelle per raggranellare qualche spicciolo in più. L'episodio di chiusura ha come protagonisti un gruppo di vicini di casa, intenzionati a organizzare una cerimonia in onore della vergine Oshun.
Quanto rum si sono bevuti produttori e registi di questo film per mettere in piedi un'accozzaglia del genere (lo spunto sono sette storie tratte da altrettanti racconti di Leonardo Padura Fuentes)? Episodi strascicati, senza nerbo, né capacità di racconto, né cura delle immagini (se non, forse, per l'episodio di Gaspar Noè). Tutto da dimenticare.
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