regia: FICARRA, GLENN * REQUA, JOHN
genere: commedia
con Steve Carell, Ryan Gosling, Julianne Moore, Emma Stone, Analeigh Tipton, Jonah Bobo, Joey King, Marisa Tomei, Beth Littleford, John Carroll Lynch, Kevin Bacon, Liza Lapira, Josh Groban, Mekia Cox, Julianna Guill, Zayne Emory, Crystal Reed, Joanne Brooks, Reggie Lee, Caitlin Thompson, Karolina Wydra, Tracy Mulholland, Katerina Mikailenko, Janine Barris, Jenny Mollen, Charlie Hartsock, Algerita Wynn Lewis, Wendy Worthington, Dan Butler, Tiara Parker, Laurel Coppock, Rasika Mathur, Joshua Sternlicht, Jasen Salvatore, Michael John Long, Dillon Neaman, J-ray, Janae Nicole Caudillo, Christopher Darga, Rich Hutchman, Richard Steven Horvitz, Lauren Stone, Megan James, Rebecca Flinn, Billy Atchison, Ehrin Marlow, David Orosz, Camille Abelow, Maija Polsley, Christian Pitre, Heather La Bella, Georgia Hurd, Lisa Brown, Tingting Yu, Raena Cassidy, Ami Haruna, Jessica Diz, Tania Wagner, Georgia Treantafelles, Holly Daniels
location: Usa
voto: 5
Afflitto da eccesso di monogamia (sua moglie, conosciuta ai tempi del liceo, è l'unica donna con cui è stato), il quarantenne Cal Weaver (Carell) si è trasformato in un marito noioso e prevedibile. La consorte (Moore) lo tradisce con un collega (Bacon) e vuole il divorzio, lui affoga di conseguenza i dispiaceri nell'alcol servito in un locale dove conosce Jacob (Gosling), seduttore incallito che gli svela i trucchi del "mestiere". Ma Cal ha un solo chiodo fisso - sua moglie - come d'altronde suo figlio e la baby sitter, e a poco serve la trafila di incontri ravvicinati sul materasso che inanella in pochissimo tempo.
Ficarra e Requa, già autori di commedie leggerissime come Colpo di fulmine, impacchettano un messaggio elementare: che l'amore, lo dice anche il titolo, è stupido e capriccioso. Elementare il messaggio, ma elementare anche lo svolgimento, che però ha dalla sua un buon ritmo, qualche indovinata situazione da commedia degli equivoci e un tredicenne (Bobo) che è ingrediente essenziale della messa in scena. Peccato per il naufragio nell'alto mare del familismo più becero in un finale tutto da dimenticare nel quale si celebra ovviamente l'elisir di lunga vita della famiglia.
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