venerdì 27 aprile 2012

Ballata dell'odio e dell'amore (Balada triste de trompeta - The last circus)

anno: 2010   
regia: DE LA IGLESIA, ALEX
genere: grottesco
con Carlos Areces, Antonio de la Torre, Carolina Bang, Manuel Tallafé, Alejandro Tejerías, Manuel Tejada, Enrique Villén, Gracia Olayo, Sancho Gracia, Paco Sagarzazu, Santiago Segura, Fernando Guillén Cuervo, Jorge Clemente, Fofito, Sasha Di Bendetto, Juan Viadas, Ángel Acero, David Sánchez Calvo, Joaquín Climent, Juana Cordero, Fernando Chinarro, Luis Varela, Terele Pávez, José Manuel Cervino, Isidro Montalvo, Fran Perea, Javier Botet, Ignasi Vidal, Raúl Arévalo, Luz Valdenebro, Josu Ormaetxe, Joxean Bengoetxea, Chusa Barbero, Fernando Soto, Elsa Cabo, Merche Romero, Anita Torres
location: Spagna
voto: 7

Dopo una serie di rinvii, non è mai riuscito ad approdare nelle nostre sale questo film geniale ed esageratissimo di Alex De La Iglesia, regista spagnolo che alle spalle ha opere come La comunidad e Oxford murders. Sarà per via dell'escalation di violenza da Grand Guignol, o per l'intersecarsi di registro fiabesco e dramma sociale, fatto sta che in Italia i distributori hanno nicchiato sicché lo si può vedere soltanto in versione casalinga e sottotitolata.
Ambientato negli anni del franchismo - tra il 1931 e il 1973 - La ballata dell'odio e dell'amore non potrebbe essere più fedele al titolo: a dare carne e sangue ai due sentimenti è Javier (Areces), pagliaccio triste che proviene da una famiglia di pagliacci, il cui padre, antifascista, venne annientato dal regime di Franco, e che ha poi la sventura di imbattersi nella donna sbagliata, la bella Natalia (Bang), fidanzata con la star di un circo spagnolo tanto abile nel far ridere i bambini quanto capace di una violenza belluina (De La Torre). Esasperato dai continui maltrattamenti ai danni di Natalie, Javier decide di rendere la pariglia al rivale, andando così incontro a un'inimmaginabile deriva fisica, psichica e morale.
Se filmicamente - con le sue luci desaturate, la fotografia impeccabile, la perfetta direzione degli attori, il montaggio virtuosistico, gli angoli di ripresa mai scontati, le scenografie gotiche - il film è indubitabilmente un capolavoro, il passaggio, dopo i primi tre quarti d'ora, dal dramma sociale all'horror in chiave grottesca mette a nudo l'eccesso di ambizione del regista il quale, ancora una volta, finisce per strafare.    

Nessun commento:

Posta un commento