mercoledì 25 gennaio 2017

The Founder

anno. 2016       
regia: HANCOCK, JOHN LEE 
genere: biografico 
con Michael Keaton, Nick Offerman, John Carroll Lynch, Laura Dern, Linda Cardellini, Patrick Wilson, B.J. Novak, Justin Randell Brooke, Katie Kneeland, Griff Furst, Wilbur Fitzgerald, David de Vries, Andrew Benator, Cara Mantella, Jeremy Madden, Mike Pniewski, Catherine Dyer, Susan Williams, Franco Castan, Steve Coulter, Ric Reitz, Afemo Omilami    
location: Usa
voto: 8 

Ray Kroc (Keaton) è un venditore fallito: non riesce a piazzare tavoli pieghevoli né multimixer (ma non ha provato con il Bimbi…). Sarà per effetto dell'ascolto di un corso audio sull'autodeterminazione, fatto sta che quando mette piede in un chiosco di San Bernardino (California) che vende hamburger arriva l'illuminazione: esportare in tutto il paese, attraverso un sistema di franchising, l'idea di cibo espresso dei fratelli Dick (Offerman) e Mac McDonald (Carroll Lynch). Ai due Kroc ruba prima l'idea, quindi i valori (cibo di infimo livello laddove i due intendevano mantenersi su uno standard che coniugasse qualità e prezzi contenuti), infine persino il nome.
Dopo aver portato al cinema Saving Mr.Banks - la vicenda del braccio di ferro tra Walt Disney e Pamela Travers, l'autrice di Mary Poppins - John Lee Hancock firma un altro biopic che ci riconduce a una delle svolte epocali del capitalismo: quella della esasperazione del concetto di razionalità weberiana applicato alla ristorazione, l'impegno artigianale sopraffatto dal cinismo arrembante di chi mira soltanto all'accumulo di denaro (da rivedere subito Focaccia blues per avere un saggio del contrappasso subito dal fast food). Pur con un impianto assai classico e senza guizzi in cabina di regia, il film è impaginato con eleganza, non ha un solo minuto pletorico, non una minima sbavatura, avendo per di più il merito di evitare la trappola del pistolotto moralista: bastano le facce attonite dei due fratelli raggirati e lo sguardo vampiresco di un Michael Keaton (che conferma una straordinaria rinascita artistica) nei panni di un tycoon martellante per rendere l'idea di cosa potesse essere l'economia di mercato negli anni '50, prima della svolta neoliberista, e a dare lustro a un film capace di mostrare in maniera impeccabile la spregiudicatezza del capitalismo.    

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