regia: BAYONA, JUAN ANTONIO
genere: dramma catastrofico
con Naomi Watts, Ewan McGregor, Tom Holland, Samuel Joslin, Oaklee Pendergast, Marta Etura, Sönke Möhring, Geraldine Chaplin, Ploy Jindachote, Jomjaoi Sae-Limh, Johan Sundberg, Jan Roland Sundberg, La-Orng Thongruang, Tor Klathaley, Douglas Johansson, Emilio Riccardi, Vorarat Jutakeo, Karun Konsaman, Nicola Harrison, John Albasiny, Gitte Witt, Bruce Blain, Celicia Arnold, Peter Tuinstra, Esther Davis, Dominic Power, Sarinrat Thomas, Oak Keerati, Wipawee Charoenpura, Laura Power, Kowit Wattanakul, Zoe Popham, Danai Thiengdham, Ronnie Eide, Bonnie Jo Hutchinson, Jean-Loup Pilblad, Frank Gun, Giovani Agresti, Georgina L. Baert, David Bruce, Natalie Lorence, Sverre Golten, Clare Louise Plunkett, Raphaël Dewaerseghers, Pisamai Pakdeevijit, Aratchporn Satead, Jakapong Srichaem, Simon Blyberg, Christopher Alan Byrd, Namfon Pakdee, Georgina Winters, Dina Kiseleva, Tan Demir, Krittanai Youngtrakull, Takashi Hasegawa, Kristen Mandel, Sam Holland, Harry Holland, Mara García García
location: Thailandia
voto: 5,5
Chissà cosa ci deve essere di nascosto nella biografia personale di Juan Antonio Bayona da indurlo a preoccuparsi tanto della condizione degli orfani. Perché se nel precedente, scadentissimo The Orphanage l'orfanotrofio era lo scenario agghiacciante di una catena di misteri, qui i tre ragazzini americani in vacanza con i propri genitori presso un resort thailandese sfiorano spessissimo la stessa condizione. È il dicembre del 2004 e dal mare arriva lo tsunami che spazzò via interi villaggi. Mamma Maria (Watts) riesce a mettersi in salvo col figlio più grande (Holland), papà Henry (McGregor) si prende fortunosamente cura degli altri due. Comincia allora il calvario per ritrovarsi, senza nemmeno sapere se il resto della famiglia sia rimasto vivo oppure no.
Se la prima mezz'ora appassiona per tensione ed effetti speciali perfettamente riusciti nel ricostruire il disastro, il resto del film è pura pornografia del dolore che gira tutta intorno alla lacrimevole impresa della ricerca, tra barelle di fortuna, stanze di ospedale apparecchiate alla bell'e meglio, corpi maciullati, insopportabile retorica sui valori della famiglia. E tutto si stempera nel più prevedibile dei finali che, ci avvertono le didascalie, è tratto da una storia vera.
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