lunedì 17 settembre 2012

L’ultimo treno

anno: 2001       
regia: BOGAYEVICZ, YUREK
genere: drammatico
con Haley Joel Osment, Willem Dafoe, Liam Hess, Richard Banel, Olaf Lubaszenko, Malgorzata Foremniak, Andrzej Grabowski, Chiril Vahonin, Olga Frycz, Dorota Piasecka, Wojciech Smolarz, Marek Weglarski, Edyta Jurecka, Ryszard Ronczewski, Krystyna Feldman, Eugene Osment, Krzysztof Pieczynski, Stefania Wasko, Marian Czekalski, Aldona Grochal, Maria Andruszkiewicz, Ewa Braniecka, Jerzy Swiatlon, Etl Szyc, Jerzy Gudejko, Maja Barelkowska, Piotr Szyc, Grzegorz Lukawski, Pawel Okraska, Karolina Wedrychowicz, Grzegorz Jozwiak, Andrzej Róg, Romek Szymczyk, Piotr Walczak, Hanna Walczak, Grzegorz Matysik, Emilian Kaminski, Dawid Zawadzki, Borys Szyc, Waldemar Barwinski, Justyna Sienczyllo, Michal Chorosinski, Karolina Lutczyn, Karina Seweryn, Teodozja Jozwiak
location: Polonia
voto: 3

I film che raccontano l'Olocausto partono automaticamente con un punto in più, non fosse altro che per il fatto di star lì a ricordarci di quali oscene aberrazioni è stata ed è capace l'umanità. Tuttavia, la distanza che passa tra un'opera come Il pianista e questo film firmato da Yurek Bogayevicz è la stessa che potremmo ritrovare tra Rembrandt e il pittore della domenica.
Ambientato nella campagna nei dintorni di Cracovia, nel 1942, L'ultimo treno è un racconto di formazione al centro del quale troviamo un ragazzino ebreo (Osment) che un cattolico dal cuore d'oro, con la sua famiglia, prende sotto la sua ala protettiva allorquando i genitori del fanciullo si rendono conto che per gli ebrei non c'è scampo e che quello sarebbe stato l'unico modo per mettere in salvo il figlio. Il giovane sarà spettatore inerme di ogni nefandezza, compiuta non soltanto dei nazisti occupanti, ma anche da quelle stesse persone che la domenica vanno in chiesa ad ascoltare le omelie di un prete ambiguo (Dafoe).
Lezioso e melenso, il film di Bogayevicz ha un'estetica da telefilm, arranca nel racconto passando da un episodio all'altro con tagli al montaggio fatti con l'accetta, cerca la lacrima a tutti i costi non riuscendo mai a commuovere veramente. E questo nonostante la faccia perennemente crucciata di Haley Joel Osment (lo si ricorda ne Il sesto senso e A.I. - Intelligenza artificiale), un ragazzino precocissimo che sembrava destinato a una traiettoria nel  mondo del cinema simile a quella di Jodie Foster, e che invece ha conosciuto un successo meteoritico: la versione italiana del film lo affossa definitivamente con la voce di un doppiatore che sembra avere le adenoidi.    

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