sabato 12 novembre 2011

Pina

anno: 2011       
regia: WENDERS, WIM 
genere: documentario 
con Pina Bausch, Regina Advento, Malou Airaudo, Ruth Amarante, Jorge Puerta Armenta, Rainer Behr, Andrey Berezin, Damiano Ottavio Bigi, Ales Cucek, Clémentine Deluy, Josephine Ann Endicott, Lutz Förster, Pablo Aran Gimeno, Mechthild Grossmann, Silvia Farias Heredia, Barbara Kaufmann, Nayoung Kim, Daphnis Kokkinos, Ed Kortlandt, Eddie Martinez, Dominique Mercy, Thusnelda Mercy, Ditta Miranda Jasjfi, Cristiana Morganti, Morena Nascimento, Nazareth Panadero, Helena Pikon, Fabien Prioville, Jean-Laurent Sasportes, Franko Schmidt, Azusa Seyama, Julie Shanahan, Julie Anne Stanzak, Michael Strecker, Fernando Suels Mendoza, Aida Vainieri, Anna Wehsarg, Tsai-Chin Yu, Alexeider Abad Gonzales, Stephan Brinkmann, Meritxell Checa Esteban, Paul Hess, Rudolf Giglberger, Chrystel Wu Guillebeaud, Mu-Yi Kuo, Szu-Wei Wu, Tomoko Yamashita, Sergey Zhukov, Andy Zondag 
location: Germania
voto: 6,5

Amici di lungo corso, entrambi tedeschi, Wim Wenders e Pina Bausch si incontrano finalmente al cinema in un'opera che è più merito della seconda, morta di cancro nel 2009, che del primo. Wenders sperimenta per la prima volta il cinema in 3d, esalta le straordinarie coreografie dell'artista di Wuppertal, condisce tutto con una straordinaria colonna sonora ma firma un'opera che non è cinema. Al regista, da anni a corto di guizzi, va il merito di aver dato vitalità ai non luoghi, contesto tipico del suo cinema nell'ultimo decennio, attraverso soluzioni visivamente ardite, giocate su fortissimi contrasti. Ma gran parte della meraviglia che suscitano molte delle coreografie prese dagli spettacoli più noti della Bausch, da Cafè Müller a Le sacre du printemps, va alla straordinaria potenza delle immagini create a teatro, alla loro forza evocativa, all'estrema originalità del componimento teatrale. Wenders evita comunque l'agiografia, lascia qualche (inutile) testimonianza ai ballerini del Tanztheater, tenendosi lontano da qualsiasi tentazione documentaristica tradizionale.    

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