lunedì 17 settembre 2018

I fantasmi d'Ismael (Les fantômes d'Ismaël)

anno: 2017       
regia: DESPLECHIN, ARNAUD    
genere: drammatico    
con Mathieu Amalric, Marion Cotillard, Charlotte Gainsbourg, Louis Garrel, Alba Rohrwacher, Laszló Szábó, Hippolyte Girardot, Samir Guesmi, Jacques Nolot    
location: Francia, Tagikistan
voto: 1,5    

Mathieu Amalric ha un talento straordinario nel fiutare copioni astrusi e pretenziosi, quando non è lui stesso a decidere di passare dietro la macchina da presa e a scrivere il soggetto, come nell'inguardabile Tournée. È successo con Gli amori folli, Venere in pelliccia - e stiamo parlando di Resnais e Polanski - o persino con uno dei peggiori 007 che la storia ricordi, Quantum of Solace. Si aggiunge alla lista, qui ridotta ai casi più clamorosi, anche questo I fantasmi d'Ismael, film pasticciatissimo costruito tra flashback e storie parallele con ambizioni così tracotanti che solo i francesi…
La vicenda raccontata è quella dello scrittore e regista Ismael, sottaniere accasatosi con un'affascinante astrofisica (Gainsbourg), che dopo 21 anni si ritrova sull'uscio di casa la ex moglie (Cotillard), sparita improvvisamente e data per morta dopo aver fatto di lui un vedovo inconsolabile e del padre (Garrel) un uomo in depressione perenne. La bella donna se l'è spassata in India, dove si è anche sposata, per poi decidere di riandarsi a prendere il marito come fosse una sua proprietà. Siccome così il lungometraggio sarebbe stato troppo poco assurdo e non abbastanza estenuante, meglio mescolare a caso immagini del film che il protagonista-regista sta girando con quelle del nuovo copione che sta scrivendo: vedi mai che la confusione non è sufficiente…
Arnaud Desplechin aveva giù diretto Amalric ne I re e la regina, Racconto di Natale, Jimmy P. e I miei giorni più belli. Qui - con quest'opera velleitaria e tracotante - riesce a sprecare il talento di attrici come Marion Cotillard, Charlotte Gainsbourg e Hippolyte Girardot, mentre la nostra Alba Rohrwacher continua a collezionare prove di una mediocrità imbarazzante, sembrando sempre la solita bambina catapultata suo malgrado sul set.    

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