regia: GIORDANA, MARCO TULLIO
genere: drammatico
con
Cristiana Capotondi, Valerio Binasco, Stefano Scandaletti, Michela
Cescon, Bebo Storti, Laura Marinoni, Anita Kravos, Stefania Monaco,
Renato Sarti, Patrizia Punzo, Patrizia Piccinini, Vanessa Scalera, Linda
Caridi, Adriana Asti
location: Italiavoto: 7
Nina (Capotondi), giovane madre che ha cresciuto da sola una figlia, trova un impiego come inserviente in una lussuosa casa di riposo per anziani al cui vertice si trova un prete dai modi spicciativi e sgraziati (Storti). Proprio quando finalmente Nina sembra aver arginato il suo bisogno di lavorare, ecco che il direttore della struttura (Binasco) le fa delle avances alle quali la ragazza reagisce con determinazione, portando il caso in tribunale nonostante l'omertà se non l'avversione delle sue colleghe, tutte vittime alla sua stessa stregua.
Sembra un instant movie girato sulla scorta dell'esplosione mediatica di #metoo questo film di Marco Tullio Giordana che parla di molestie sessuali sul luogo di lavoro, e invece è stato scritto ben due anni e mezzo prima, arrivando finalmente in sala proprio l'8 marzo (festa della donna) dopo diverse vicissitudini e accendendo i riflettori su un tema del quale si sarebbe dovuto parlare ben prima che scoppiasse il caso Weinstein. Con Nome di donna, il regista milanese si conferma uno degli autori del cinema italiano più attenti ai problemi della contemporaneità e firma, su sceneggiatura di Cristiana Mainardi, un film sobrio, dall'impianto assai classico, magari con qualche neo nel casting (in particolare, sembra debolissima la prestazione di Stefano Scandaletti, qui nella figura del compagno di Nina), qualche didascalia di troppo e un finale tanto catartico quanto poco plausibile. Tuttavia, i meriti dell'opera vanno ben oltre: dall'urgenza del trema trattato senza sconti al coraggio per avere ambientato il racconto in una struttura religiosa (siamo nella provincia di Pavia), senza risparmiare colpi alla codardia dei prelati.
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