regia: MOREL, PIERRE
genere: thriller
con Sean Penn, Idris Elba, Ray Winstone, Mark Rylance, Jasmine Trinca, Peter Franzen, Javier Bardem, Daniel Westwood, Melina Matthews, Deborah Rosan, Jorge Leon Martinez
location: Gibilterra, Repubblica Democratica del Congo, Regno Unito, Spagna
voto: 6
Jim Terrier (Penn) ha sulla coscienza l'assassinio del ministro delle miniere congolese, compiuto per conto di una multinazionale collusa col governo americano e intenzionata a mettere le mani sui preziosi giacimenti dei paesi in via di sviluppo. Deciso a redimersi scavando pozzi d'acqua per gli indigeni proprio in Congo, a otto anni di distanza Jim riceve la sgradita visita del proprio passato oscuro, sotto forma di sicari decisi a fare sparire lui e tutte le prove che l'uomo ha raccolto e custodito. Da quel momento, tra Inghilterra, Spagna e Gibilterra, inizia un'implacabile caccia all'uomo.
Diretto col consueto stile muscolare da Pierre Morel (Taken), a dispetto di alcuni meriti The gunman indispettisce per tre motivi: il primo è la sovraesposizione dei bicipiti del protagonista, che sfoggia una presenza fisica invidiabile fotografata con eccesso di pose scultoree a beneficio del gentil sesso. Il secondo motivo è la presenza di Jasmine Trinca in un cast internazionale di tutto rispetto. Se non avessimo visto recitare Valeria Marini a fianco di un Alberto Sordi ormai stanco e rincoglionito in Incontri proibiti, non crederemmo ai nostri occhi e, ancor di più, alle nostre orecchie: l'attrice romana dimentica che il set di La meglio gioventù e Miele sono ormai archiviati e conserva sempre un'unica espressione accigliata, che coniuga con l'inarginabile inflessione romanesca. Infine, il messaggio contro le multinazionali doppiogiochiste e i governi corrotti sembra appiccicato a forza dalla mano che il liberal e progressista Penn ha messo sul copione, ma che non calza affatto con il resto del film, tutto tarato sull'action movie più spericolato.
Quanto al resto, il copione ripropone il modello del castigamatti attempato con qualche accento à la Jason Bourne, in linea con gli stilemi della scuola Luc Besson, condito con scene truculente e qualche impennata, come nel montaggio della sparatoria durante la corrida.
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